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Castellinaldo d'Alba

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Castellinaldo panorama
Castellinaldo panorama

Castellinaldo d'Alba (Castlinàud in piemontese) è un comune italiano di 894 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Castellinaldo d'Alba (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Castellinaldo d'Alba
Via Giovanni Francesco Napione, Turin Vanchiglia

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Luoghi vicini

Priocca
Priocca

Priocca (Peiroca o Prioca in piemontese) è un comune italiano di 2 065 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Il territorio di Priocca è collocato tra il Borbore e il Tànaro e funge da tramite tra le due valli. La zona era inizialmente abitata dai liguri, sulla sponda opposta della tribù rivale degli Statielli, per poi essere popolata dai romani. A partire dal III secolo d.C. la zona subì invasioni barbariche. Dopo il periodo carolingio e la successiva caduta della dominazione dei Franchi, Priocca divenne un feudo del vescovo d'Asti. Nei primi anni del X secolo giunsero i Saraceni, che in una prima incursione avevano già raso al suolo la città di Asti, che rasero al suolo il Colle della Stella. Nell'XI secolo diventò feudo dei Roero di Asti e nella seconda metà del secolo successivo Benedetto Damiano dei Signori di Castellinaldo ottenne l'investitura dei Priocca dal Duca d'Orléans. La famiglia Damiano tenne il feudo di Priocca per oltre tre secoli, sino all'estinzione. Nel XVII secolo Priocca fu coinvolta in molte guerre e la peste del 1630 provocò parecchie vittime tra la popolazione. Nel 1813 morì l'ultimo discendente della famiglia Damiano e i feudi passarono ai figli della sorella, sposata con il marchese Annibale Faussone di Clavesana. Il comune acquistò il castello dagli eredi e lo abbatté, ricavandone la piazza. In seguito alle due guerre mondiali, molte famiglie furono costrette a emigrare verso Asti e Alba per cercare lavoro, causando un parziale spopolamento del nucleo abitato. La rinascita dell'economia locale negli anni sessanta ha permesso un ripopolamento dell'area. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Priocca sono 120, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Fiera di primavera: ogni anno, la prima domenica di maggio Festa di leva: ogni anno, verso i mesi di aprile/maggio Festa di San Rocco: ogni anno, nella seconda metà di agosto A partire dalla fine degli anni sessanta, si è avuto uno sviluppo del settore primario, in particolare artigianato e agricoltura. Nell'area vengono prodotti vini quali il Barbera e il Nebbiolo d'Alba e altre varietà di Roero. Per quanto riguarda il settore secondario, a livello locale operano aziende edili e meccaniche. Infine, il comune promuove il turismo locale. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Priocca Sito ufficiale, su comune.priocca.cn.it. Priòcca, su sapere.it, De Agostini.

Canale (Italia)
Canale (Italia)

Canale (Canal in piemontese) è un comune italiano di 5 512 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Canale si trova tra le colline del Roero. Il nucleo principale si trova in basso (194 m s.l.m.), circondato da borgate e frazioni sparse sulle colline antistanti. Canale fu fondato nel 1260 ex novo dal libero Comune di Asti, sui terreni appartenuti a diversi feudatari legati al Vescovo di Asti. La popolazione vi fu trasferita nelle terre dell'antico feudo di Crispiano signore d'Arneis del Roero (detto Crispino di Arneis, anche in francese Crispin d'Arnès), i coloni provenivano da differenti villaggi della zona, quali Anterisio, Loreto di Canale, Castelletto d'Astisio, il pianoro di San Vittore e altri centri minori. Ha in comune con altre città create d'impero nel medioevo (le ville nuove, vedere Villanova d'Asti etc.) la tipica forma concentrica. All'inizio del Novecento, in reazione alla fillossera, alla tremenda grandinata del 1906 e ad altri fortissimi traumi che avevano minato alla base la viticoltura, l'agricoltura si rivolse alla coltivazione del pesco. Nacque così in quegli anni il mito di "Canale del Pesco", con tanto di mercato giornaliero e quantità di prodotto tale da consentire al paese di esportare questo prodotto anche oltre i confini nazionali e di rilanciare l'economia agricola del luogo grazie anche alla vocazione commerciale dei suoi abitanti. Attualmente, i pescheti si sono abbondantemente ridotti a favore di una nuova concezione di agricoltura basata sulla vite, con una particolare attenzione al vitigno Arneis da cui trae origine il rinomato vino bianco DOCG Roero Arneis. Nel 1969 fu teatro di un efferato caso di cronaca nera. In una cascina nei dintorni di Canale venne segregata, sottoposta a ripetuti abusi sessuali da parte dei pedofili del paese e infine assassinata per soffocamento la minorenne Maria Teresa Novara. Tanti sapevano, nessuno parlò. Lo stemma comunale si può blasonare: trinciato d'argento e d'azzurro dalla banda di rosso, ciascun punto alla stella d'oro, di cinque raggi. Ornamenti esteriori da Città. Il gonfalone è un drappo trinciato di azzurro e di bianco. Con Decreto del Presidente della Repubblica, su segnalazione del Ministero dell'Interno, il 27 luglio del 2011 Canale ha ottenuto il titolo di Città. Castello Malabaila. Situato nel centro storico di Canale, è circondato da un antico parco di oltre un ettaro con splendidi alberi secolari. In antichità era circondato da un fossato, ora interrato. la chiesa parrocchiale di San Vittore la chiesa di San Giovanni Decollato la chiesa della Madonna di Loreto la chiesa di San Bernardino il santuario di Mombirone la chiesa di San Defendente in Valpone la chiesa della Madonna del Carmine nella frazione Madonna dei Cavalli il monastero di Santa Croce L'oasi naturalistica di San Nicolao, nell'area delle Rocche, creata dall'associazione "Canale Ecologia" I portici di via Roma, struttura risalente all'epoca comunale e sede del centro commerciale naturale Il faro ai Caduti, struttura installata nel 1980 dal Gruppo Alpini sulla collina di Mombirone La torre civica adiacente alla Confraternita di San Giovanni, restaurata nel 2010 Il campanile parrocchiale, alto 65 metri e sovrastato dalla statua bronzea del Sacro Cuore, realizzato nel 1932 dai canalesi sotto la spinta di monsignor Luigi Sibona Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente sono di 982 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono: Processione "aux flambeaux" (ultimo sabato di maggio, in notturna): la lignea statua della Beata Vergine viene issata e portata in spalla dalla parrocchiale di San Vittore al Santuario di Mombirone Processione del Corpus Domini (mese di giugno): celebrazione religiosa nel centro storico, tra la Parrocchiale ed il Monastero di Santa Croce, scortata dai musicanti della Filarmonica di Santa Cecilia Processione del Sacro Cuore (mese di giugno): funzione religiosa in cui la riproduzione lignea della statua del Sacro Cuore, alta sei metri e identica a quella posta alla sommità del campanile, viene portata per le vie del paese Novena natalizia di San Bernardino: serie di appuntamenti religiosi officiati nella Confraternita di San Bernardino dal 16 al 24 dicembre di ogni anno, caratterizzata dall'esecuzione degli antichi canti in latino. Fiera del pesco (sempre l'ultima settimana di luglio, organizzato dall'Ente fiera del pesco a partire dal 2006, prima dalla Pro Loco di Canale) Il "Volo della Colomba" sulla piazza della Confraternita di San Bernardino (terza domenica di maggio) Palio dei borghi (in estate, disputato tra le nove contrade di Canale) Gran premio del pesco (gara su auto a biposto a pedali tra i rioni, ultimo giovedì di luglio) Sagra della braciola e dell'agnolotto al plin (primo week-end di luglio, in frazione Valpone) "Na sgambassà" (primo maggio di ogni anno), gara podistica tra sentieri e colline organizzata dalla Pro Loco "Gran mercà": mercato dell'antiquariato, dell'hobbistica e del collezionismo indetto in due edizioni annuali (primavera ed autunno) Mercatino di Natale (per 2 domeniche di dicembre) Durante il mercatino è possibile visitare gratuitamente la torre medioevale. Nel pomeriggio, viene servito gratuitamente la cioccolata calda e il panettone; inoltre nella seconda domenica vengono servite (sempre gratuitamente) le castagne. Basata su piccole aziende e su produttori agricoli soprattutto viticoltori. Tra il 1882 e il 1915 Canale fu capolinea di una tranvia a vapore per Asti. È servito dalle linee extraurbane 2014, 2016 e 2027 del GTT. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Canale Sito ufficiale, su comune.canale.cn.it.

Magliano Alfieri
Magliano Alfieri

Magliano Alfieri [Majan (ant ël Roé) in piemontese] è un comune italiano di 2 147 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. In precedenza denominato Magliano d'Alba, dal 30 gennaio del 1910 fu denominato Magliano Alfieri. Nello stemma è rappresentato su sfondo d'oro il castello degli Alfieri, fondato sulla campagna di verde e sormontato dall'aquila nera coronata simbolo di quella famiglia. Il gonfalone è un drappo di bianco. Chiesa di Sant'Andrea, chiesa parrocchiale Castello degli Alfieri. Il castello della famiglia degli Alfieri di Sostegno, signori di San Martino, che fu edificato tra il 1649 e il 1680 (Vittorio Alfieri, che vi passò le prime estati della sua vita, ne fa menzione in diverse sue lettere). Nell'angolo nord del palazzo, con ingresso sia dalla via laterale esterna, che dall'interno, la residenza ospita la cappella del crocefisso gentilizia, con all'interno tre pale settecentesche; tra le sale più significative del palazzo un salone degli stemmi in gesso della famiglia Alfieri di autori stuccatori ottocenteschi di Lugano; ben conservato è anche il salone delle aquile, che deve il nome al soggetto, le aquile appunto, scelto per affrescare il soffitto di questa sala. Il palazzo è stato riaperto solo da pochi anni, grazie all'interessamento e all'impegno degli "Amici del Museo", dopo che negli anni ‘60 il castello venne trasformato in un condominio popolare. Nell'ala est del piano nobile è ospitato il Museo di Arti e Tradizioni Popolari che raccoglie aspetti di cultura, arte e focolare della comunità piemontese. Dal 1994 le sale del palazzo ospitano una sezione dedicata ai soffitti di gesso, elementi di un'identità culturale ormai lontana. Era infatti tradizione diffusa impiegare il gesso nella costruzione principalmente per ragioni economiche, vista l'abbondanza di cave di gesso in questa zona del Piemonte. Le modeste case contadine assumevano così un tocco di semplice eleganza grazie ai solai che venivamo controsoffittati con una struttura in gesso decorato che, se da un lato arricchiva la dimora, con richiami ai temi stilistici-decorativi colti e raffinati, dall'altro avevano l'importantissima funzione di isolare e mantenere il calore durante i rigidi inverni. Sul lato sinistro del castello, contornata da un verdeggiante parco si trova la Parrocchiale di S.Andrea. L'antico campanile è forse risalente al XIV secolo. Dal 2007 fa parte del circuito degli 8 castelli, meglio noto come Castelli Doc. La rete dei castelli include i manieri di Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello. È inoltre inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Magliano Alfieri sono 172, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Magliano Alfieri Sito ufficiale, su comune.maglianoalfieri.cn.it. Magliano Alfièri, su sapere.it, De Agostini.

Castagnito
Castagnito

Castagnito (Castagnì in piemontese) è un comune italiano di 2 231 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Castagnito sorge nelle colline del sinistra Tanaro a 350 metri sul livello del mare. La sua origine risale al XII secolo e la sua storia vede l'alternarsi di varie signorie tra cui la diocesi di Asti e soprattutto i Rotari o Roero. Nello stemma è raffigurato su campo azzurro un ramo di castagno al naturale, posto in palo, fogliato di cinque e fruttato di due, accompagnato in punta da tre ruote d'argento, simbolo della famiglia Roero. Sotto lo scudo una lista bifida reca la latinizzazione del toponimo, Castanetum ad Tanagrum. Il gonfalone è un drappo di azzurro. La chiesa parrocchiale del capoluogo è dedicata a san Giovanni Battista. In frazione San Giuseppe vi è la chiesa parrocchiale dedicata a san Giuseppe. Al suo interno è presente un organo Berutti del XX secolo, donato alla parrocchia dalla famiglia Burgo di Torino. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Castagnito sono 359, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Comune agricolo, Castagnito vanta una frutticoltura specializzata che annovera varie specialità di frutta, ma in prevalenza pesche e pere. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castagnito Sito ufficiale, su comune.castagnito.cn.it. Castagnito, su sapere.it, De Agostini.

Chiesa di San Vittore (Canale, Italia)
Chiesa di San Vittore (Canale, Italia)

La chiesa di San Vittore è la parrocchiale di Canale d'Alba, in provincia di Cuneo e diocesi di Alba; fa parte della vicaria della Sinistra Tanaro. Nel 1213 è menzionata per la prima volta una chiesa dedicata a santo Stefano, mentre la pieve, nota come San Vittore de Canalibus, come si legge nel registro della Chiesa d'Asti del 1345, aveva come filiali le cappelle di Pralormo, Cisterna e Monteu. Nel 1383 la chiesa in paese venne modificata a cura dei signorotti Roero, che ne detenevano il giuspatronano. Nel XVI secolo la chiesa di Santo Stefano divenne parrocchiale, mentre l'antica pieve fu declassata a cappella sussidiaria; nella relazione della visita apostolica del 1585, effettuata da monsignor Angelo Peruzzi, si legge che tale edificio si componeva di tre navate, la centrale delle quali era l'unica dotata di pavimento, mentre nel 1588 il vescovo di Asti Francesco Panigarola lamentò le pessime condizioni in cui versava la struttura. Nel 1607 vennero pagati alcuni artisti per decorare la chiesa e nel 1611 fu posato il nuovo pavimento; nel 1618 il vescovo Giovanni Stefano Aiazza esortò la comunità a costruire il campanile. Alcuni decenni dopo, nel 1651 venne risistemato il tetto, mentre le volte furono modificate nel 1698; in un atto del 1711 si riscontra per la prima volta la traslazione del titolo di San Vittore alla parrocchiale, già dedicata a santo Stefano. Tra il 1722 e il 1726 venne realizzata dai capimastri Domenico Pianca e Isidoro Torriano la facciata, il cui disegno era stato redatto dall'architetto Carlo Antonio Castelli; la chiesa, al cui interno nel 1742 risultavano avere sede le compagnie del Santissimo Sacramento, del Santissimo Rosario e del Carmine, venne invece rifatta e ampliata tra il 1748 e il 1757. Nel 1817 la parrocchia passò dalla diocesi di Asti a quella di Alba, mentre poi nel 1825 l'interno della struttura venne risistemato; tra il 1876 e il 1881 il presbiterio fu interessato da un rifacimento e nel 1928 venne eretto il campanile su progetto di Bartolomeo Gallo, il quale curò tra il 1929 e il 1935 il rimaneggiamento della facciata. La facciata a salienti della chiesa, rivolta a ponente e suddivisa in due registri da una cornice marcapiano, si compone di un corpo centrale di forma concava scandito da lesene e da colonne binate, che sorreggono un timpano semicircolare spezzato sormontato da un'ampia finestra polilobata, mentre a coronamento si staglia un frontone curvilineo a cornice dentellata; le due ali laterali, anch'esse sviluppate su una pianta concava, presentano i due ingressi secondari e sono ornate con lesene angolari, mentre in sommità si raccordano al corpo principale attraverso due volute. Annessi alla chiesa sono due campanili; quello più piccolo, completamente intonacato, risale al XVIII secolo ed è ornato con lesene all'altezza della cella, mentre quello principale, per buona parte rivestito in mattoni a faccia vista, è caratterizzato da quattro grandi monofore delimitate da lesene ed è coperto da un tamburo sopra il quale è collocata una statua. L'interno dell'edificio si compone di tre navate, suddivise da pilastri abbelliti da lesene sorreggenti degli archi, sopra i quali corre la trabeazione su cui s'imposta una serie di volte a vela affrescate; le cappelle laterali sono invece voltate a botte. Canale (Italia) Diocesi di Alba Regione ecclesiastica Piemonte Parrocchie della diocesi di Alba Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Vittore Parrocchia di SAN VITTORE, su parrocchiemap.it. URL consultato il 16 maggio 2021. CANALE – Parrocchia S. Vittore, su alba.chiesacattolica.it. URL consultato il 16 maggio 2021.

Guarene
Guarene

Guarene (Guaren-e in piemontese) è un comune italiano di 3 543 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero e confina con la vicina città di Alba, capitale del territorio delle Langhe e del Tartufo Bianco. Lo stemma e il gonfalone del Comune di Guarene sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 luglio 1952. Lo stemma si può blasonare: Il gonfalone è un drappo di rosso. Si trova in territorio a grande vocazione turistica nel comprensorio di Langhe, Monferrato e Roero. Nel 2019 è diventato Comune Bandiera arancione del Touring Club Italiano, nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento di Spiga Verde, mentre nel 2023 è inserito nella ristretta cerchia dei Borghi più belli d'Italia. Il tessuto imprenditoriale conserva una forte vocazione alla coltivazione di prodotti agricoli di qualità dai quali si ottengono vini pregiati (Barbera d'Alba, Roero (vino), Roero Arneis, Dolcetto d'Alba ) e produzioni frutticole tipiche, ad esempio la Pera madernassa, la cui coltivazione nacque proprio a Guarene negli ultimi anni del 1800. Nel comune hanno sede anche numerose aziende di piccola e media grandezza, concentrate nelle zone industriali di pianura. Strategicamente importante, il maniero fu oggetto di contese nel corso dei secoli. All'inizio del XVIII secolo venne distrutto e sulle rovine fu innalzata l'attuale costruzione, improntata al classicismo dello Juvarra su disegno del conte Giacinto Roero. Guarene ospita la prima sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, aperta nel 1997, nell'omonimo palazzo che si affaccia sulla centrale Piazza Roma. Edificio settecentesco restaurato e trasformato in spazio espositivo, ospita mostre, convegni, seminari e laboratori didattici. Nel 2019 la Fondazione ha inaugurato il Parco d'Arte della Collina di San Licerio, primo esempio di Land Art in Langhe e Roero. Il parco è gratuito e aperto al pubblico tutti i giorni dell'anno. Chiesa della Santissima Annunziata Chiesa di San Michele Chiesa di San Rocco Chiesa parrocchiale dei Ss Pietro e Bartolomeo Pinacoteca Comunale del Roero Palazzo Comunale Paramuro (passeggiata panoramica con vista su Alba e Langhe edificata sulle antiche mura del paese) Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Guarene sono 329, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni più recenti che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guarene Sito ufficiale, su guarene.it. Guarène, su sapere.it, De Agostini.

Piobesi d'Alba
Piobesi d'Alba

Piobesi d'Alba (Piobs o Pióbes in piemontese) è un comune italiano di 1 434 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Piobesi è situato sulla provinciale Alba-Carmagnola. Estesosi con gli anni, ormai il paese è diventato tutt'uno con Corneliano d'Alba. Di antica fondazione, nel Medioevo fu soggetta alla dominazione di Asti e, nel XIV secolo, a Tommaso II di Saluzzo. Ivi sorgeva un castello, oggi distrutto, posto sul colle vicino al paese. Quando i Saluzzo persero via via potere nel Piemonte centrale, Piobesi divenne feudo dei Roero per passare, con il Trattato di Lione, a Carlo Emanuele I di Savoia. Nel 1928 il comune fu aggregato a Corneliano d'Alba, ma nel 1946 il comune di Piobesi venne ricostituito. Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 settembre 2011. Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di azzurro. Chiesa di San Rocco, del XVII secolo Chiesa di "Maria Immacolata" sul Bricco di Piobesi con vista panoramica Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Piobesi d'Alba sono 90, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Festa della Madonna del Carmine nella 2ª settimana di luglio Fiera della Raviora comooda a maggio Carvé vej a febbraio Centro agricolo, Piobesi è tra i centri di produzione del vino Barbera d'Alba e Roero. Nel 1900 vi è stata fondata la Antica Distilleria Sibona. Fino al 2001 si trovava a Piobesi la sede centrale dell'azienda dolciaria Nutkao. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piobesi d'Alba Sito ufficiale, su comune.piobesidalba.cn.it.