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Cisterna d'Asti

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CisternadAsti panorama
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Cisterna d'Asti (Sisterna in piemontese) è un comune italiano di 1 207 abitanti della provincia di Asti, al confine con la provincia di Cuneo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Cisterna d'Asti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Cisterna d'Asti
Viale Renzo Cattaneo,

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Viale Renzo Cattaneo

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12043
Piemonte, Italia
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Luoghi vicini

Canale (Italia)
Canale (Italia)

Canale (Canal in piemontese) è un comune italiano di 5 512 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Canale si trova tra le colline del Roero. Il nucleo principale si trova in basso (194 m s.l.m.), circondato da borgate e frazioni sparse sulle colline antistanti. Canale fu fondato nel 1260 ex novo dal libero Comune di Asti, sui terreni appartenuti a diversi feudatari legati al Vescovo di Asti. La popolazione vi fu trasferita nelle terre dell'antico feudo di Crispiano signore d'Arneis del Roero (detto Crispino di Arneis, anche in francese Crispin d'Arnès), i coloni provenivano da differenti villaggi della zona, quali Anterisio, Loreto di Canale, Castelletto d'Astisio, il pianoro di San Vittore e altri centri minori. Ha in comune con altre città create d'impero nel medioevo (le ville nuove, vedere Villanova d'Asti etc.) la tipica forma concentrica. All'inizio del Novecento, in reazione alla fillossera, alla tremenda grandinata del 1906 e ad altri fortissimi traumi che avevano minato alla base la viticoltura, l'agricoltura si rivolse alla coltivazione del pesco. Nacque così in quegli anni il mito di "Canale del Pesco", con tanto di mercato giornaliero e quantità di prodotto tale da consentire al paese di esportare questo prodotto anche oltre i confini nazionali e di rilanciare l'economia agricola del luogo grazie anche alla vocazione commerciale dei suoi abitanti. Attualmente, i pescheti si sono abbondantemente ridotti a favore di una nuova concezione di agricoltura basata sulla vite, con una particolare attenzione al vitigno Arneis da cui trae origine il rinomato vino bianco DOCG Roero Arneis. Nel 1969 fu teatro di un efferato caso di cronaca nera. In una cascina nei dintorni di Canale venne segregata, sottoposta a ripetuti abusi sessuali da parte dei pedofili del paese e infine assassinata per soffocamento la minorenne Maria Teresa Novara. Tanti sapevano, nessuno parlò. Lo stemma comunale si può blasonare: trinciato d'argento e d'azzurro dalla banda di rosso, ciascun punto alla stella d'oro, di cinque raggi. Ornamenti esteriori da Città. Il gonfalone è un drappo trinciato di azzurro e di bianco. Con Decreto del Presidente della Repubblica, su segnalazione del Ministero dell'Interno, il 27 luglio del 2011 Canale ha ottenuto il titolo di Città. Castello Malabaila. Situato nel centro storico di Canale, è circondato da un antico parco di oltre un ettaro con splendidi alberi secolari. In antichità era circondato da un fossato, ora interrato. la chiesa parrocchiale di San Vittore la chiesa di San Giovanni Decollato la chiesa della Madonna di Loreto la chiesa di San Bernardino il santuario di Mombirone la chiesa di San Defendente in Valpone la chiesa della Madonna del Carmine nella frazione Madonna dei Cavalli il monastero di Santa Croce L'oasi naturalistica di San Nicolao, nell'area delle Rocche, creata dall'associazione "Canale Ecologia" I portici di via Roma, struttura risalente all'epoca comunale e sede del centro commerciale naturale Il faro ai Caduti, struttura installata nel 1980 dal Gruppo Alpini sulla collina di Mombirone La torre civica adiacente alla Confraternita di San Giovanni, restaurata nel 2010 Il campanile parrocchiale, alto 65 metri e sovrastato dalla statua bronzea del Sacro Cuore, realizzato nel 1932 dai canalesi sotto la spinta di monsignor Luigi Sibona Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 la popolazione straniera residente sono di 982 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono: Processione "aux flambeaux" (ultimo sabato di maggio, in notturna): la lignea statua della Beata Vergine viene issata e portata in spalla dalla parrocchiale di San Vittore al Santuario di Mombirone Processione del Corpus Domini (mese di giugno): celebrazione religiosa nel centro storico, tra la Parrocchiale ed il Monastero di Santa Croce, scortata dai musicanti della Filarmonica di Santa Cecilia Processione del Sacro Cuore (mese di giugno): funzione religiosa in cui la riproduzione lignea della statua del Sacro Cuore, alta sei metri e identica a quella posta alla sommità del campanile, viene portata per le vie del paese Novena natalizia di San Bernardino: serie di appuntamenti religiosi officiati nella Confraternita di San Bernardino dal 16 al 24 dicembre di ogni anno, caratterizzata dall'esecuzione degli antichi canti in latino. Fiera del pesco (sempre l'ultima settimana di luglio, organizzato dall'Ente fiera del pesco a partire dal 2006, prima dalla Pro Loco di Canale) Il "Volo della Colomba" sulla piazza della Confraternita di San Bernardino (terza domenica di maggio) Palio dei borghi (in estate, disputato tra le nove contrade di Canale) Gran premio del pesco (gara su auto a biposto a pedali tra i rioni, ultimo giovedì di luglio) Sagra della braciola e dell'agnolotto al plin (primo week-end di luglio, in frazione Valpone) "Na sgambassà" (primo maggio di ogni anno), gara podistica tra sentieri e colline organizzata dalla Pro Loco "Gran mercà": mercato dell'antiquariato, dell'hobbistica e del collezionismo indetto in due edizioni annuali (primavera ed autunno) Mercatino di Natale (per 2 domeniche di dicembre) Durante il mercatino è possibile visitare gratuitamente la torre medioevale. Nel pomeriggio, viene servito gratuitamente la cioccolata calda e il panettone; inoltre nella seconda domenica vengono servite (sempre gratuitamente) le castagne. Basata su piccole aziende e su produttori agricoli soprattutto viticoltori. Tra il 1882 e il 1915 Canale fu capolinea di una tranvia a vapore per Asti. È servito dalle linee extraurbane 2014, 2016 e 2027 del GTT. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Canale Sito ufficiale, su comune.canale.cn.it.

Chiesa di San Vittore (Canale, Italia)
Chiesa di San Vittore (Canale, Italia)

La chiesa di San Vittore è la parrocchiale di Canale d'Alba, in provincia di Cuneo e diocesi di Alba; fa parte della vicaria della Sinistra Tanaro. Nel 1213 è menzionata per la prima volta una chiesa dedicata a santo Stefano, mentre la pieve, nota come San Vittore de Canalibus, come si legge nel registro della Chiesa d'Asti del 1345, aveva come filiali le cappelle di Pralormo, Cisterna e Monteu. Nel 1383 la chiesa in paese venne modificata a cura dei signorotti Roero, che ne detenevano il giuspatronano. Nel XVI secolo la chiesa di Santo Stefano divenne parrocchiale, mentre l'antica pieve fu declassata a cappella sussidiaria; nella relazione della visita apostolica del 1585, effettuata da monsignor Angelo Peruzzi, si legge che tale edificio si componeva di tre navate, la centrale delle quali era l'unica dotata di pavimento, mentre nel 1588 il vescovo di Asti Francesco Panigarola lamentò le pessime condizioni in cui versava la struttura. Nel 1607 vennero pagati alcuni artisti per decorare la chiesa e nel 1611 fu posato il nuovo pavimento; nel 1618 il vescovo Giovanni Stefano Aiazza esortò la comunità a costruire il campanile. Alcuni decenni dopo, nel 1651 venne risistemato il tetto, mentre le volte furono modificate nel 1698; in un atto del 1711 si riscontra per la prima volta la traslazione del titolo di San Vittore alla parrocchiale, già dedicata a santo Stefano. Tra il 1722 e il 1726 venne realizzata dai capimastri Domenico Pianca e Isidoro Torriano la facciata, il cui disegno era stato redatto dall'architetto Carlo Antonio Castelli; la chiesa, al cui interno nel 1742 risultavano avere sede le compagnie del Santissimo Sacramento, del Santissimo Rosario e del Carmine, venne invece rifatta e ampliata tra il 1748 e il 1757. Nel 1817 la parrocchia passò dalla diocesi di Asti a quella di Alba, mentre poi nel 1825 l'interno della struttura venne risistemato; tra il 1876 e il 1881 il presbiterio fu interessato da un rifacimento e nel 1928 venne eretto il campanile su progetto di Bartolomeo Gallo, il quale curò tra il 1929 e il 1935 il rimaneggiamento della facciata. La facciata a salienti della chiesa, rivolta a ponente e suddivisa in due registri da una cornice marcapiano, si compone di un corpo centrale di forma concava scandito da lesene e da colonne binate, che sorreggono un timpano semicircolare spezzato sormontato da un'ampia finestra polilobata, mentre a coronamento si staglia un frontone curvilineo a cornice dentellata; le due ali laterali, anch'esse sviluppate su una pianta concava, presentano i due ingressi secondari e sono ornate con lesene angolari, mentre in sommità si raccordano al corpo principale attraverso due volute. Annessi alla chiesa sono due campanili; quello più piccolo, completamente intonacato, risale al XVIII secolo ed è ornato con lesene all'altezza della cella, mentre quello principale, per buona parte rivestito in mattoni a faccia vista, è caratterizzato da quattro grandi monofore delimitate da lesene ed è coperto da un tamburo sopra il quale è collocata una statua. L'interno dell'edificio si compone di tre navate, suddivise da pilastri abbelliti da lesene sorreggenti degli archi, sopra i quali corre la trabeazione su cui s'imposta una serie di volte a vela affrescate; le cappelle laterali sono invece voltate a botte. Canale (Italia) Diocesi di Alba Regione ecclesiastica Piemonte Parrocchie della diocesi di Alba Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Vittore Parrocchia di SAN VITTORE, su parrocchiemap.it. URL consultato il 16 maggio 2021. CANALE – Parrocchia S. Vittore, su alba.chiesacattolica.it. URL consultato il 16 maggio 2021.

San Damiano d'Asti
San Damiano d'Asti

San Damiano d'Asti (San Damian d'Ast in piemontese) è un comune italiano di 10 426 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Situato a 15 km dal capoluogo provinciale (Asti), a 45 da quello regionale (Torino) e 50 km da Cuneo, il comune di San Damiano d'Asti è un paese dell'alto Monferrato, quasi al centro delle Colline Alfieri, territorio costituito dai lembi estremi delle Langhe e del Monferrato. L'abitato si distende su una bassa collina (il punto più alto raggiunge i 339 metri) sul lato sinistro del torrente Borbore ed è costituito da tre grossi borghi sviluppatisi intorno al centro storico: Borgo Rondò a nord-est verso Asti, Borgo Piano a ovest e Borgo San Rocco a sud. Tra i vigneti delle colline circostanti sono disseminati i numerosi casali e frazioni del paese. Corsi d'acqua: torrente Borbore, rio Valmaggiore, rio Maggiore, rio Coasso, rio Blesio, rio Cravina, rio di Priocca, rio Sghiarotta. Classificazione sismica: zona 4 (sismicità irrilevante), Ordinanza PCM n. 3274 del 20 marzo 2003, aggiornata al 16 gennaio 2006. Classificazione climatica: E (i Gradi giorno della città sono 2.632 e il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere, dal 15 ottobre al 15 aprile), DPR n. 412 del 26 agosto 1993. Nel 1275, durante il conflitto tra la Repubblica di Genova e Carlo d'Angiò, gli astesani conquistarono e rasero al suolo i castelli di Gorzano, Castelnuovo, Lavezzole e Marcellengo nella valle del Borbore; nei dintorni fondarono un nuovo borgo in cui furono costretti ad abitare i paesani dei villaggi distrutti. L'insediamento prese il nome di San Damiano da una preesistente chiesetta dedicata a quel santo e da allora rimase sempre fedele al comune di Asti. Dalla metà del XIV secolo San Damiano fu annessa agli stati monferrini di cui seguì le alterne vicende nelle guerre con i Visconti di Milano, i principi di Savoia-Acaia e nelle cosiddette "guerre di preponderanza" fra Spagna e Francia. Il trattato di Cherasco del 7 aprile 1631 e il successivo trattato di Mirafiori (1632) assegnarono San Damiano d'Asti a Casa Savoia che vi infeudò i marchesi di San Martino d'Agliè, cui seguirono gli aleramici conti Carlevaris (la loro residenza è l'attuale Palazzo Comunale). Da allora la storia di San Damiano d'Asti coincise con quella del regno di Sardegna prima e del regno d'Italia poi. San Damiano d'Asti è inoltre città di origine della famiglia nobile Roberti di Castelvero. Lo stemma, il gonfalone e la bandiera del comune di San Damiano d'Asti sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 7 marzo 2001.. Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro. Il 14 febbraio 2018 le è stato conferito il titolo di città dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il centro storico rispecchia l'originario Sancti Damiani Oppidum, la villa nova realizzata nel 1275-1276 dal genovese Oberto Spinola, allora Capitano del Popolo di Asti, come un accampamento militare romano. Ha la tipica maglia ortogonale incentrata sulla Contrada Maestra (attuale via Roma), intersecata a distanza regolare da dieci contrade minori, e chiusa sui quattro lati dalle mura (che si conservano quasi intatte sul lato orientale) con altrettanti argini difensivi (gli attuali baluardi Magenta, Solferino, Montebello e Palestro, divenuti viali alberati a tigli e platani), torri e un castello. La villa nova aveva due sole porte d'accesso: Porta Sottéra, verso Asti, e Porta Sovéra al capo opposto, verso Alba. Nel Quattrocento il castello e le fortificazioni di Porta Sottéra vennero riutilizzate trasformandole nella chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano e nel suo campanile (all'interno è conservato un coro ligneo circolare quattrocentesco). Chiesa dei Santi Cosma e Damiano Chiesa di San Giuseppe Castello di Lavezzole Abitanti censiti Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 la popolazione straniera residente era di 1.292 persone, pari al 15,6 % della popolazione residente. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione straniera erano: Romania 830 (64,24%) Albania 168 (13%) Marocco 104 (8,05%) San Damiano è uno dei 7 comuni che partecipano al Palio di Asti. È una festa che culmina la prima domenica di settembre con la corsa dei cavalli montati "a pelo", cioè senza sella, in piazza Alfieri ad Asti. I partecipanti (o confratelli) sono in totale 21, di cui 7 comuni e 14 rioni e borghi cittadini. Nell'antichità la confraternita di S.Giuseppe di San Damiano d'Asti vinse il Palio il 27 aprile 1749 con il fantino Antonio Ranco. In epoca moderna il comune di San Damiano d'Asti ha vinto il Palio nel 2011 con il fantino Massimo Coghe. Le colline della zona, coltivate a frutteti, prati e vigneti, sono il principale fattore economico del paese, dedito soprattutto all'agricoltura e rinomato per la produzione di uva (barbera, bonarda e freisa), frutta (pere, mele e pesche), ortaggi (cardo, sedano e peperone), miele, tartufi, per l'allevamento del bestiame (cappone di San Damiano d'Asti, bovino piemontese) e, un tempo, per la sericoltura. Vi operano anche piccole e medie industrie tessili, metalmeccaniche e alimentari. Tra il 1882 e il 1935 San Damiano d'Asti fu servito dalla tranvia Asti-Canale. L'attuale stazione ferroviaria, situata lungo la linea Torino-Genova, si trova ad alcuni chilometri dal centro, nella frazione astigiana di Vaglierano Basso. Fu costruita a servizio dell'ex comune di Vaglierano ma, dopo la sua soppressione, assunse l'attuale denominazione. Strade Provinciali San Damiano d'Asti è collegata al comune di Asti attraverso la Strada Provinciale 58. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. San Damiano d'Asti è gemellato con: Kriens, dal 1998 Septèmes-les-Vallons San Damiano d'Asti ha fatto parte della comunità collinare "Colline Alfieri", e in seguito della comunità collinare "Terre di vini e di tartufi", insieme ai comuni di Celle Enomondo, Tigliole e Revigliasco d'Asti. Ha sede nel comune la società di calcio A.S.D. Spartak San Damiano, che milita nel campionato di calcio di Prima Categoria 2021-2022. La società venne fondata nel 1992 dall'unione di due squadre rivali di due frazioni di San Damiano d'Asti. Stadio Comunale Norino Fausone: è l'impianto sportivo più grande della città, sede delle partite interne dello Spartak San Damiano. La tribuna può ospitare fino a 500 spettatori. Campo sportivo Vittorio Alfieri: è il campo di allenamento dello Spartak San Damiano e del settore giovanile della società. Bocciodromo Comunale di San Damiano d'Asti: in questo bocciodromo si svolgono le partite dell'Unione Bocciofila Sandamianese, squadra di bocce principale della città. U.S.D. Nova Colligiana (calcio) A.S.D. Sandambasket (pallacanestro) A.S.D. Tennis Club San Damiano (tennis) A.S.D. Cobra Kombat(boxe) Unione Bocciofila Sandamianese (bocce) A.S.D. Sandamiano Rally il Grappolo (Rally) Monica Agnoletti, I festeggiamenti sandamianesi: il Palio dei borghi, tesi di laurea, Università degli studi di Torino, facoltà di lingue e letterature straniere, scienze del turismo, anno accademico 2006-2007. Consultabile on line. Felice Daneo, Il comune di San Damiano d'Asti: notizie storico-statistiche, Torino, Derossi, 1888. Natale Ferro (a cura di), Gli antichi cronisti astesi Ogerio Alfieri, Guglielmo Ventura e Secondino Ventura. Secondo il testo dei "Monumenta historiae patriae" volume 5, Scriptores tomo 3, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1990. Provincia di Asti Asti Palio di Asti Stazione di San Damiano d'Asti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Damiano d'Asti Sito ufficiale, su comune.sandamiano.at.it. San Damiano d'Asti, su sapere.it, De Agostini. Comitato Palio San Damiano, su nuke.sbandieratorisandamiano.it. URL consultato il 22 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2009). ProLoco di San Damiano d'Asti, su prolocosandamiano.it. URL consultato il 18 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2009).

Chiesa di San Giuseppe (San Damiano d'Asti)
Chiesa di San Giuseppe (San Damiano d'Asti)

La chiesa di San Giuseppe è situata sulla piazza principale del comune di San Damiano d'Asti, in provincia di Asti. È in stile barocco e risale al XVIII secolo; da sempre ospitante la confraternita di San Giuseppe, oggi, dopo la soppressione della confraternita, l'edificio è utilizzato dalla parrocchia di Santi Cosma e Damiano. La chiesa di San Giuseppe, situata sulla piazza centrale del comune di San Damiano d'Asti, è una delle maggiori costruzioni barocche piemontesi risalente al XVIII secolo. Questo edificio ha sempre ospitato la Confraternita di San Giuseppe, conosciuta come Compagnia degli Angeli, precedentemente istituita nel 1563. Le scarse informazioni storiche riguardanti le sedi originarie sono dovute alla perdita degli antichi libri, appartenenti alla confraternita, durante il governo francese. Originariamente la sede della confraternita era situata in una cappella già esistente, ma nel 1565 venne trasferita accanto alla torre dell'orologio pubblico in piazza Libertà. I lavori di ricostruzione in stile barocco iniziarono nel 1700 e si protrassero fino al 1715. Da poco la confraternita è stata soppressa e l'edificio è utilizzato dalla Parrocchia di Santissimi Cosma e Damiano. L'ultimo restauro risale al 2012 per opera dell'architetto Giuseppe Ramello Si tratta di una costruzione edificata su due livelli che presenta lesene verticali e orizzontali che arricchiscono se pur sobriamente il fronte. Al piano terra è presente un porticato, mentre ai livelli superiori si trovano camere adibite a locali tecnici. La facciata della chiesa, slanciata verso l'alto per ragioni di spazio è stata ideata per far risaltare il portale ligneo del frontespizio e la finestra centrale a quattro lobi. Sopra si erge un tiburio ottagonale, dove ogni lato è dotato di un'apertura a tutto sesto contenente parti visibili di cupola, decorate con 3000 squame di cotto a tre colori (rosso giallo e verde) e finestre mistilinee. La sormonta una lanterna a sei aperture, coronata a sua volta da un cupolino. A destra della facciata si innalza il campanile comunale risalente al 1700, che sovrasta l'antica torre dell'orologio; il progetto fu ideato dall'architetto Filippo Castelli. Il campanile di forma quadrangolare presenta la medesima altezza della cupola ovvero all'incirca 28 metri ed è diviso tramite fascette in diverse sezioni. La pianta della chiesa è costituita da due figure ellissoidali, di cui la più grande rappresenta il corpo della chiesa, mentre la più piccola il coro; tra queste vi è un rettangolo nel quale sorge l'altare maggiore. Al di sopra dell'ellisse maggiore sorge, a 20 metri d'altezza, una cupola decorata con Storie della vita di San Giuseppe rappresentanti da sinistra Il matrimonio del santo, Sogno con apparizione dell'angelo, La fuga in Egitto e La morte di San Giuseppe. La base della cupola presenta un ballatoio praticabile, costituito da un cornicione con un parapetto in ferro. Al di sopra del ballatoio si trova un tamburo con 8 finestroni, di cui 4 reali e 4 a trompe-l'œil. Successivamente si presentano le 8 vele a cassettoni fioriti, che contengono gli affreschi sopra citati. Tutte le decorazioni ad affresco sono da attribuire ai fratelli Pietro e Antonio Pozzi di Bergamo, che vi lavorarono per 4 anni, dal 1741 al 1744. L'ordine architettonico ricorrente è il corinzio, caratterizzato dall'utilizzo di foglie di acanto nei capitelli. I pennacchi sovrastanti presentano raffigurazioni dei 4 continenti allora conosciuti, personificati da figure femminili adagiate su nuvole. La donna rappresentante l'Europa reca in mano la Croce, le Chiavi, una Cornucopia e ai suoi piedi vi sono libri e carte musicali. L'Asia porta piume, profumi, coralli e pietre preziose. L'Africa è l'unica figura con carnagione scura, ai cui piedi vi sono incatenati uno schiavo e un leone. L'America è invece una cacciatrice parzialmente nuda con una freccia nella mano. Il tema delle 4 parti del mondo conosciute ha valenza di dimostrare l'espandersi del messaggio religioso, ciò nonostante non è un tema completamente innovativo, in quanto già affrontato nell'antichità classica e presente in altri edifici quali Palazzo Reale e Chiesa della Missione di Mondovì. Ulteriormente al di sopra della cupola, si presenta un cupolino raffigurate un trionfo. Il medaglione al di sopra dell'altare maggiore presenta un affresco raffigurante il trionfo della Religione con l'Esaltazione della Croce. I fratelli Pozzi scelsero di adottare il cielo come sfondo, da cui si irradia la luce e sul quale angeli e putti trasportano una grande croce lignea. Il coro sul fondo della Chiesa è caratterizzato da una serie di banchi posti a semi-ellisse su tre file di cui solo quella affiancante il muro presenta un alto schienale con decorazione a rombi. Al centro è posto il sedile destinato al priore presentante lo schienale più alto diviso in tre parti da colonnine tortili. L'inginocchiatoio del sedile del priore presenta la firma del probabile autore, Pavarino Carlo, e data di realizzazione 1816. Alle pareti del coro sono affrescate le 4 virtù cardinali e al di sopra si può ammirare il quadro della Presentazione di Gesù bambino al Tempio. Alle spalle del quadro è situata una nicchia contenente un teschio identificabile nel priore o in un nobile sandamianese. Nella volta del coro è dipinta l'Apoteosi di San Giuseppe il quale, ormai vecchio, viene trasportato verso il Paradiso da una nuvola sospinta da angeli alati. Tra le due figure ad ellisse che compongono la pianta della chiesa, si trova un raccordo rettangolare con soffitto a baldacchino, dov'è collocato l'altare maggiore, posto su due scalini di marmo e una pedana in legno. L'altare è formato di piani digradanti terminanti in volute a ricciolo. I piani verticali sono formati da tarsie di marmi a più colori. Al centro il tabernacolo al di sopra del quale vi è una croce lignea dorata circondata da candelabri dorati. Sotto il piano d'appoggio vi è un angelo alato in marmo. L'altare risale probabilmente al 1700, ma altri abbellimenti sono stati inseriti nel 1785. Nella parte principale della chiesa, a destra e a sinistra delle pareti leggermente incurvate, si trovano due cappelle. Quella di sinistra dedicato al patrocinio di San Giuseppe, mentre quella di destra dedicata a Sant'Avertino, protettore del mal di testa, con corrispondente quadro a lui dedicato. Felice Daneo, Il Comune di San Damiano d'Asti, notizie storico statistiche, Torino, Tipografia G. Derossi, 1888 Anna Maria Cirio, Conoscere San Damiano, San Damiano d'Asti, Litografia Gielle, 1996 Cesare Romanello, La SS. Annunziata di San Damiano d'Asti, San Damiano d'Asti, Litografia Gielle, 1995 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giuseppe

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (San Damiano d'Asti)
Chiesa dei Santi Cosma e Damiano (San Damiano d'Asti)

La chiesa dei Santi Cosma e Damiano è un luogo di culto cattolico di San Damiano d'Asti, situata all'ingresso nord del paese, dove un tempo sorgeva la fortezza edificata dagli astigiani che fondarono il borgo nel XIII secolo. È dedicata ai fratelli martiri Cosma e Damiano. La chiesa che si vede oggi è posizionata trasversalmente, quasi a chiudere l'imboccatura della via principale; il motivo di questa posizione nasce dal fatto che l'entrata delle antiche fortezze non era frontale, ma su un tratto obliquo, cioè un raccordo, il quale si può notare tra il viale di mezzanotte e l'inizio di via Roma. Non si può stabilire con certezza l'anno in cui fu edificata. La prima data più certa è intorno al 1484, quella delle visite pastorali dei vescovi di Asti. Negli anni inoltrati del XV secolo, la chiesa è stata probabilmente elevata a parrocchia. Nel 1584 i parrocchiani chiesero al Prelato che fosse loro concesso il battesimo, in quanto, solitamente, i neonati venivano battezzati nella chiesa di San Vincenzo e nella chiesa di Santa Maria Nuova, e la suddetta richiesta fu accolta; infatti nel 1589 iniziarono i libri dei nati e dei morti. In origine la facciata della chiesa doveva rivolgersi a ponente. In seguito è stata edificata la confraternita dell'Annunziata, bloccando così il lato ovest. Successivamente, anche in seguito all'ampliamento della precedente planimetria, si poterono costruire due lati, dove, su quello meridionale, si realizzò la facciata . Essa non è un'opera di architettura ma un'imitazione caratterizzata da una sovrapposizione di ordini. Il frontespizio è in laterizio intonacato, scandito da lesene, con due nicchie dove sono collocate le due statue dei santi Cosma e Damiano, ai quali è dedicata la chiesa; il portale ligneo centrale e sormontato da un rosone quadrilobato, sopra il quale vi è un affresco raffigurante l'Immacolata Concezione. È importante ricordare che monsignor Ercole Armosio, parroco dal 1927 al 1950, fu colui che volle ripristinare, per primo, la facciata della chiesa. In capo alla chiesa si trova il campanile, interamente in laterizio, che pare esser stato una torre delle antiche fortificazioni, trasformato poi in torre campanaria, dotata di 7 campane in scala Do#3 suonabili elettricamente o manualmente con la tastiera su in cella, qui sotto i dati delle campane: # 0: Achille Mazzola fu Luigi - 1926 - Do#3 # 1: Barigozzi e Marchioni Asti - 1852 - Fa#3 # 2: Barigozzi e Marchioni Asti - 1852 - Lab.3 # 3: Barigozzi e Marchioni Asti - 1852 - Sib.3 # 4: Barigozzi e Fratelli - 1862 - Si3 - AGGIUNTA NEL 2013 # 5: Barigozzi e Marchioni Asti - 1852 - Do#4 # 6: fonditore ignoto - 1937 - Mib.4 - AGGIUNTA EL 2013. Nel 1815, grazie alle offerte dei fedeli e alla cura del prevosto Bussolino, il campanile fu portato a maggior altezza; questa informazione è giunta fino a noi tramite una tavoletta posta sulla scala del medesimo. A destra di esso si trova il coro caratterizzato da una pianta circolare, il cui stile quattrocentesco, fa pensare che, insieme al campanile e a parte del presbiterio, siano la parte più antica della chiesa, essi, infatti costituiscono la pianta primitiva. L'interno è suddiviso in tre navate: quelle laterali più strette, quella centrale più ampia. La navata sinistra è caratterizzata dalla presenza di cinque cappelle. La prima è intitolata a sant'Elisabetta di Portogallo; la seconda intitolata al sacro Cuore di Gesù (l'altare presente in questa cappella anticamente era dedicato a sant'Antonio Abate, il cui possedimento fu determinato da famiglie come i Balsamo, i Ramello, i conti Saluzzo di Monesiglio ed infine dai Berroni). La terza cappella, dedicata all'Immacolata Concezione, venne costruita nel 1732 ampliando quella preesistente più piccola e costruendo la cupola di copertura sulla quale è rappresentata una scena dell'Apocalisse, inoltre nel 1887 fu aumentata la decorazione dorata a cura di Prevosto Teologo Giovan Battista Sardi. La quarta, dedicata al Crocifisso, è caratterizzata da una massiccia presenza di marmo. La quinta cappella, dedicata alla Madonna del Carmine e a sant'Orsola, fu ritrovo spirituale delle figlie di Maria dette orsoline. Nella navata a destra, invece, vi è una sola cappella, dedicata a santa Rita da Cascia. Sempre nella stessa navata sono situati i due portali d'ingresso, tra i quali un tempo si trovava l'altare dello Spirito Santo, ma quando il vescovo Giuseppe Filippo Felissano nel 1743, giunse nella chiesa ordinò la distruzione dell'altare in quanto in cattive condizioni, inoltre l'ultimo altare intitolato al sacro cuore di Gesù è collocato nel presbiterio. La maggior parte delle colonne hanno basi attiche, fusto liscio in marmo e capitello composito; le lesene hanno anche loro capitelli compositi e sono caratterizzate da lastre marmoree policrome. Il coro, posto dietro all'altare, è in legno scolpito; a sinistra di esso vi è la vecchia sacrestia, la quale è stata costruita o rifinita nel 1715, questa informazione è scritta su una rozza tavoletta in terracotta incastonata sul muro esterno della sacrestia. L'organo a canne attuale fu costruito da Francesco Vegezzi Bossi nel 1918 con i materiali dello strumento precedente, datato 1868 e costruito dai fratelli Collino. L'organo è situato all'ingresso di una tribuna lignea realizzata nel 1868 dai falegnami sandamianesi Giovanni, Lorenzo e Vincenzo Calosso, che dimostrarono grande bravura e ottimo gusto artistico. Lo strumento, restaurato nel 2004 dalla casa organaria Brondino Vegezzi Bossi di Centallo, è dotato di due manuali a trasmissione elettropneumatica e pedaliera da 30 pedali. Le canne di facciata sono disposte a cuspide in tre campate. Il pavimento in mosaico è contraddistinto dalla presenza, oltre che ai fregi dorati, di due clipei i quali racchiudono lo stemma vescovile di Giacinto Arcangeli (vescovo di Asti) e lo stemma papale di Leone XIII. Inoltre la decorazione del pavimento fu realizzata per celebrare il giubileo del 1900. Un maestoso pulpito in legno, posto sulla seconda colonna a destra partendo dall'altare, domina la navata e contrasta i colori dominanti dell'intera chiesa (oro, e marmo policromo): esso è stato realizzato da un artista sandamianese. All'interno della prima cappella della navata sinistra è collocato un altare ligneo, sopra il quale una tela di Michelangelo Pittatore, realizzata nel XIX secolo, rappresenta Sant'Elisabetta; l'altare, inoltre, è stato arricchito da un paliotto settecentesco realizzato con scagliola lavorata ad intarsio. È utile dire che questo altare è stato dedicato alla Compagnia delle Umiliate. Nella seconda cappella, sopra un altare marmoreo, vi è una statua di Gesù, sopra il quale vi è una tela che delinea la Madonna attorniata dagli angeli e da altri Santi quali: Sant'Antonio, San Francesco e Santa Margherita da Cortona. La terza cappella ospita una statua della Madonna Immacolata, in legno dorato e dipinto, racchiusa all'interno di una nicchia in vetro; tutto ciò è del periodo ottocentesco. A destra e a sinistra vi sono due affreschi realizzati da Luigi Morgari nel 1895, essi rappresentano Sant'Anna e San Gioacchino (sinistra) e Pio IX che proclama il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria. Il resto delle decorazioni, risalenti al Seicento, è dei fratelli Pozzo. Dietro l'altare, intitolato a le compagnie dell'Immacolata Concezione e degli Agonizzanti, vi è una sacrestia. Nella quarta cappella è disposto un dipinto di Cristo Crocifisso, realizzato nel XVII secolo da uno scultore piemontese. Accanto ad esso, probabilmente, erano un tempo collocate due statue in legno dorato, le quali delineavano Giovanni Evangelista e la Madonna. L'altare presente nella cappella è stato commissionato dalla famiglia Migliasso. La quinta è caratterizzata dalla presenza di due affreschi, ai lati dell'altare centrale, che rappresentano alcuni frammenti della vita di Sant'Orsola, essi sono stati realizzati dai fratelli Pozzo e, molto probabilmente, dalla loro scuola. L'intera cappella è dominata dalla statua in legno dipinto della Madonna del Carmine, attribuita a Giuseppe Maria Clemente, datata circa seicento. Anche la sesta cappella è caratterizzata dalla presenza di un altare, sul quale si erge la statua della santa (Santa Rita) alla quale è dedicata la cappella. Il patronato apparteneva alla famiglia Benotto: infatti, all'interno di questa cappella, si trova una tela XVII secolo raffigurante la Madonna col Bambino tra le Santa Caterina da Siena, Santa Lucia, Santa Caterina d'Alessandria e Sant'Agata; in basso, a destra, possiamo quindi notare il committente Don Pietro Benotto in atteggiamento orante. Sulle pareti ai lati dell'altare, all'interno di due clipei, sono raffigurate Sant'Apollonia e Sant'Agnese. Lungo la navata destra si può scorgere una pregevole ed importante Via Crucis, realizzata su lamelle di rame stampato e dipinto da Luigi Morgari nel 1912, mentre, sul fondo della chiesa, è possibile ammirare un quadro che ritrae le anime del purgatorio. La volta della navata centrale fu interamente affrescata, nel XX secolo, da Luigi Morgari; questi affreschi rappresentano i Santi Cosma e Damiano che guariscono miracolosamente i malati, mentre, sull'arco trionfale, vi è il Santissimo Sacramento con intorno san Tommaso d'Aquino, san Silvestro, sant'Agostino, san Leone Magno e san Girolamo. Vittorio Croce (a cura di), Tra Gotico e Neogotico. Le chiese parrocchiali astigiane, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Banca C.R.Asti Asti 2012 pp. 314–315. Anna Maria Cirio (a cura di), Conoscere San Damiano, un po' come conoscere una persona cara, San Damiano d'Asti 1996 pp 73–77. Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo della chiesa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Cosma e Damiano