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Priocca

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Priocca
Priocca

Priocca (Peiroca o Prioca in piemontese) è un comune italiano di 2 065 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Il territorio di Priocca è collocato tra il Borbore e il Tànaro e funge da tramite tra le due valli. La zona era inizialmente abitata dai liguri, sulla sponda opposta della tribù rivale degli Statielli, per poi essere popolata dai romani. A partire dal III secolo d.C. la zona subì invasioni barbariche. Dopo il periodo carolingio e la successiva caduta della dominazione dei Franchi, Priocca divenne un feudo del vescovo d'Asti. Nei primi anni del X secolo giunsero i Saraceni, che in una prima incursione avevano già raso al suolo la città di Asti, che rasero al suolo il Colle della Stella. Nell'XI secolo diventò feudo dei Roero di Asti e nella seconda metà del secolo successivo Benedetto Damiano dei Signori di Castellinaldo ottenne l'investitura dei Priocca dal Duca d'Orléans. La famiglia Damiano tenne il feudo di Priocca per oltre tre secoli, sino all'estinzione. Nel XVII secolo Priocca fu coinvolta in molte guerre e la peste del 1630 provocò parecchie vittime tra la popolazione. Nel 1813 morì l'ultimo discendente della famiglia Damiano e i feudi passarono ai figli della sorella, sposata con il marchese Annibale Faussone di Clavesana. Il comune acquistò il castello dagli eredi e lo abbatté, ricavandone la piazza. In seguito alle due guerre mondiali, molte famiglie furono costrette a emigrare verso Asti e Alba per cercare lavoro, causando un parziale spopolamento del nucleo abitato. La rinascita dell'economia locale negli anni sessanta ha permesso un ripopolamento dell'area. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Priocca sono 120, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Fiera di primavera: ogni anno, la prima domenica di maggio Festa di leva: ogni anno, verso i mesi di aprile/maggio Festa di San Rocco: ogni anno, nella seconda metà di agosto A partire dalla fine degli anni sessanta, si è avuto uno sviluppo del settore primario, in particolare artigianato e agricoltura. Nell'area vengono prodotti vini quali il Barbera e il Nebbiolo d'Alba e altre varietà di Roero. Per quanto riguarda il settore secondario, a livello locale operano aziende edili e meccaniche. Infine, il comune promuove il turismo locale. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Priocca Sito ufficiale, su comune.priocca.cn.it. Priòcca, su sapere.it, De Agostini.

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Magliano Alfieri
Magliano Alfieri

Magliano Alfieri [Majan (ant ël Roé) in piemontese] è un comune italiano di 2 147 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. In precedenza denominato Magliano d'Alba, dal 30 gennaio del 1910 fu denominato Magliano Alfieri. Nello stemma è rappresentato su sfondo d'oro il castello degli Alfieri, fondato sulla campagna di verde e sormontato dall'aquila nera coronata simbolo di quella famiglia. Il gonfalone è un drappo di bianco. Chiesa di Sant'Andrea, chiesa parrocchiale Castello degli Alfieri. Il castello della famiglia degli Alfieri di Sostegno, signori di San Martino, che fu edificato tra il 1649 e il 1680 (Vittorio Alfieri, che vi passò le prime estati della sua vita, ne fa menzione in diverse sue lettere). Nell'angolo nord del palazzo, con ingresso sia dalla via laterale esterna, che dall'interno, la residenza ospita la cappella del crocefisso gentilizia, con all'interno tre pale settecentesche; tra le sale più significative del palazzo un salone degli stemmi in gesso della famiglia Alfieri di autori stuccatori ottocenteschi di Lugano; ben conservato è anche il salone delle aquile, che deve il nome al soggetto, le aquile appunto, scelto per affrescare il soffitto di questa sala. Il palazzo è stato riaperto solo da pochi anni, grazie all'interessamento e all'impegno degli "Amici del Museo", dopo che negli anni ‘60 il castello venne trasformato in un condominio popolare. Nell'ala est del piano nobile è ospitato il Museo di Arti e Tradizioni Popolari che raccoglie aspetti di cultura, arte e focolare della comunità piemontese. Dal 1994 le sale del palazzo ospitano una sezione dedicata ai soffitti di gesso, elementi di un'identità culturale ormai lontana. Era infatti tradizione diffusa impiegare il gesso nella costruzione principalmente per ragioni economiche, vista l'abbondanza di cave di gesso in questa zona del Piemonte. Le modeste case contadine assumevano così un tocco di semplice eleganza grazie ai solai che venivamo controsoffittati con una struttura in gesso decorato che, se da un lato arricchiva la dimora, con richiami ai temi stilistici-decorativi colti e raffinati, dall'altro avevano l'importantissima funzione di isolare e mantenere il calore durante i rigidi inverni. Sul lato sinistro del castello, contornata da un verdeggiante parco si trova la Parrocchiale di S.Andrea. L'antico campanile è forse risalente al XIV secolo. Dal 2007 fa parte del circuito degli 8 castelli, meglio noto come Castelli Doc. La rete dei castelli include i manieri di Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello. È inoltre inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Magliano Alfieri sono 172, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Magliano Alfieri Sito ufficiale, su comune.maglianoalfieri.cn.it. Magliano Alfièri, su sapere.it, De Agostini.

Castagnito
Castagnito

Castagnito (Castagnì in piemontese) è un comune italiano di 2 231 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Castagnito sorge nelle colline del sinistra Tanaro a 350 metri sul livello del mare. La sua origine risale al XII secolo e la sua storia vede l'alternarsi di varie signorie tra cui la diocesi di Asti e soprattutto i Rotari o Roero. Nello stemma è raffigurato su campo azzurro un ramo di castagno al naturale, posto in palo, fogliato di cinque e fruttato di due, accompagnato in punta da tre ruote d'argento, simbolo della famiglia Roero. Sotto lo scudo una lista bifida reca la latinizzazione del toponimo, Castanetum ad Tanagrum. Il gonfalone è un drappo di azzurro. La chiesa parrocchiale del capoluogo è dedicata a san Giovanni Battista. In frazione San Giuseppe vi è la chiesa parrocchiale dedicata a san Giuseppe. Al suo interno è presente un organo Berutti del XX secolo, donato alla parrocchia dalla famiglia Burgo di Torino. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Castagnito sono 359, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Comune agricolo, Castagnito vanta una frutticoltura specializzata che annovera varie specialità di frutta, ma in prevalenza pesche e pere. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castagnito Sito ufficiale, su comune.castagnito.cn.it. Castagnito, su sapere.it, De Agostini.

Govone
Govone

Govone (Gon [gʊŋ] o Govon [gʊ'ʊŋ] in piemontese) è un comune italiano di 2 228 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della regione storica del Monferrato e della regione geografica del Roero ed è posto al confine con la provincia di Asti, circa a metà strada fra le città di Alba ed Asti. Il sito è abitato sin dall'epoca romana, col nome di Castrum Solarium come dimostrano numerosi ritrovamenti che si trovano presso il museo "Eusebio" di Alba, ed è citato in documenti altomedievali. Già feudo vescovile astigiano, passato poi alla proprietà dei Solaro. Fu in seguito sede di villeggiatura della casa Savoia nei primi decenni dell'Ottocento. È ora conosciuto soprattutto per il suo castello, presso il quale soggiornò appena diciottenne (anno 1730), il filosofo Jean-Jacques Rousseau, appena entrato al servizio del conte Francesco Ottavio Solaro. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, Michelina Saracco, proprietaria di un servizio di autobus, nascose e protesse nella zona alcuni ebrei, familiari di Vittorio Dan Segre, suoi vicini di casa, salvandoli dalla deportazione. Per questo impegno di solidarietà, il 13 giugno 1988, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a Michelina Saracco l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni. Già fortezza medioevale, l'antico maniero è oggi adibito a palazzo del comune. Appartenne a casa Savoia dal 1792 al 1870 e, come molte altre dimore storiche sabaude del Piemonte, è meta di visitatori richiamati specialmente dal monumentale scalone d'onore a due rampe ricco di rilievi e telamoni che provengono dai giardini di Venaria Reale. Alcune sale sono decorate da preziose carte cinesi. Il salone da ballo fu fatto affrescare con scene riproducenti l'episodio mitologico di Niobe — ad opera di Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi — dal re Carlo Felice che, assieme alla moglie Maria Cristina, agli inizi dell'Ottocento fece completamente restaurare, sulla base di propri disegni, il castello e l'adiacente parco con giardino all'italiana, adibendoli a sede delle sue villeggiature estive. Gli stessi Vacca e Sevesi curarono gli affreschi del grande salone centrale che, giocando sui chiaroscuro della tecnica trompe-l'œil, simulano con realismo l'illusione della presenza di statue. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Govone sono 134, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Dal 2010 Govone è stato scelto come sede degli "Stage Teatro al Castello", evento di formazione teatrale (fra gli insegnanti: Michael Margotta, Danny Lemmo, Giovanna Mulas) L'economia della zona — rivalutata sotto l'aspetto del turismo solo in tempi recenti — è prevalentemente agricola e industriale, con una particolare vocazione alla coltivazione della vite: nella parte collinare del comune vengono infatti prodotti vini rossi: barbera, bonarda, dolcetto, nebbiolo (sia Nebbiolo d'Alba che Roero) e vino bianco arneis mentre nella fertile pianura periferica si producono ortaggi e cereali. Fra marzo ed aprile vi si tiene una manifestazione floreale denominata "Tulipani a corte", abbinata ad una sfilata in costume di truppe militari con vestimenti d'epoca sette-ottocentesca. A Govone sorge una moderna area industriale. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Non esistono attualmente organizzazioni sportive. Boano Cecilia, Govone il mio paese, Boves, Araba Fenice Edizioni, 2011. Borra Edoardo, Govone e il Castello, Borgo San Dalmazzo, Bertello, 1986. Cuniberti Paolo Ferruccio, Orsi, spose e carnevali. Saggi di etnologia del Piemonte 1996-2012, Boves, Araba Fenice, 2013, ISBN 9788866171409. Lissone Sebastiano, Il Comune e il Castello di Govone, Torino, Casanova, 1921. Moro Laura, Il castello di Govone - L'architettura, Torino, Celid, 1997, ISBN 88-7661-289-0. Moro Laura, Il castello di Govone - Gli appartamenti, Torino, Celid, 2000, ISBN 88-7661-400-1. Saracco Antonella, Complice il Castello, Torino, Daniela Piazza Editore, ISBN 88-7889-188-6. Ponchione Ornella, Sedotti e Liberati. Carlo Felice di Savoia a Govone…, in Roero Terra Ritrovata, 2010. Ponchione Ornella, Garibaldi a Govone, in Roero Terra Ritrovata, 2011. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Govone Sito ufficiale, su comune.govone.cn.it. Govóne, su sapere.it, De Agostini.

Castello di Govone
Castello di Govone

Il castello di Govone si trova in provincia di Cuneo nel comune di Govone. Fu una delle residenze della casa reale dei Savoia dal 1792 al 1870, dal 1997 è uno degli edifici parte del sito residenze sabaude iscritto alla lista del patrimonio dell'umanità UNESCO, è ora adibito a palazzo comunale. Nella posizione in cui sorge il castello, in cima alla collina, già in epoca medioevale si ergeva una fortezza. Alla fine del XVII secolo i conti Solaro/Solari affidarono all'architetto Guarino Guarini i lavori di ampliamento e di abbellimento del castello. L'architetto preparò dei disegni ma non portò a termine il progetto. I lavori ripresero un secolo dopo da parte dell'architetto Benedetto Alfieri che li ultimò partendo proprio dai disegni del Guarini. Il castello divenne proprietà di casa Savoia nel 1792 e dopo il periodo napoleonico fu scelto come residenza estiva insieme al castello ducale di Agliè. Re Carlo Felice, assieme alla moglie Maria Cristina, fece completamente restaurare il castello agli inizi dell'Ottocento, sulla base di propri disegni. Analogamente si operò sull'adiacente parco dotato di giardino all'italiana. Dalla fine dell'Ottocento il castello - che ha avuto una particolare notorietà per il soggiorno, avvenuto nel 1730, di Jean-Jacques Rousseau, al tempo appena entrato al servizio del conte Ottavio Solaro - è di proprietà del comune di Govone. Dal 2007 fa parte del circuito degli 8 castelli, meglio noto come Castelli Doc. La rete dei castelli include i manieri di Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello. È inoltre inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Come molte altre dimore storiche sabaude del Piemonte, è meta di visitatori richiamati specialmente dal monumentale e scenografico scalone d'onore a due rampe ricco di rilievi e telamoni che provengono dai giardini di Venaria Reale. Alcune sale sono decorate da preziose carte cinesi; il salone da ballo è affrescato con scene riproducenti l'episodio mitologico di Niobe ad opera di Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi. Degli stessi pittori sono gli affreschi del grande salone centrale che, con la tecnica trompe-l'œil, simulano la presenza di statue. Moro Laura, 1997, Il castello di Govone - L'architettura, Celid, Torino, ISBN 88-7661-289-0 Moro Laura, 2000, Il castello di Govone - Gli appartamenti, Celid, Torino, ISBN 88-7661-400-1 Residenze sabaude in Piemonte Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Govone Sito ufficiale, su castellorealedigovone.it. Castello di Govone delle Residenze Reali Sabaude, su residenzerealisabaude.com. Comune di Govone - Scheda del castello, su comune.govone.cn.it. Associazione città e siti Unesco Italiani - Residenze Sabaude, su sitiunesco.it.

Guarene
Guarene

Guarene (Guaren-e in piemontese) è un comune italiano di 3 543 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero e confina con la vicina città di Alba, capitale del territorio delle Langhe e del Tartufo Bianco. Lo stemma e il gonfalone del Comune di Guarene sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 luglio 1952. Lo stemma si può blasonare: Il gonfalone è un drappo di rosso. Si trova in territorio a grande vocazione turistica nel comprensorio di Langhe, Monferrato e Roero. Nel 2019 è diventato Comune Bandiera arancione del Touring Club Italiano, nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento di Spiga Verde, mentre nel 2023 è inserito nella ristretta cerchia dei Borghi più belli d'Italia. Il tessuto imprenditoriale conserva una forte vocazione alla coltivazione di prodotti agricoli di qualità dai quali si ottengono vini pregiati (Barbera d'Alba, Roero (vino), Roero Arneis, Dolcetto d'Alba ) e produzioni frutticole tipiche, ad esempio la Pera madernassa, la cui coltivazione nacque proprio a Guarene negli ultimi anni del 1800. Nel comune hanno sede anche numerose aziende di piccola e media grandezza, concentrate nelle zone industriali di pianura. Strategicamente importante, il maniero fu oggetto di contese nel corso dei secoli. All'inizio del XVIII secolo venne distrutto e sulle rovine fu innalzata l'attuale costruzione, improntata al classicismo dello Juvarra su disegno del conte Giacinto Roero. Guarene ospita la prima sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, aperta nel 1997, nell'omonimo palazzo che si affaccia sulla centrale Piazza Roma. Edificio settecentesco restaurato e trasformato in spazio espositivo, ospita mostre, convegni, seminari e laboratori didattici. Nel 2019 la Fondazione ha inaugurato il Parco d'Arte della Collina di San Licerio, primo esempio di Land Art in Langhe e Roero. Il parco è gratuito e aperto al pubblico tutti i giorni dell'anno. Chiesa della Santissima Annunziata Chiesa di San Michele Chiesa di San Rocco Chiesa parrocchiale dei Ss Pietro e Bartolomeo Pinacoteca Comunale del Roero Palazzo Comunale Paramuro (passeggiata panoramica con vista su Alba e Langhe edificata sulle antiche mura del paese) Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Guarene sono 329, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni più recenti che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guarene Sito ufficiale, su guarene.it. Guarène, su sapere.it, De Agostini.

San Martino Alfieri
San Martino Alfieri

San Martino Alfieri (San Martin d'Ast in piemontese) è un comune italiano di 675 abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Esso sorge in Astesana, nell'area di fruizione turistica denominata "Le Colline dei Fiumi", sullo spartiacque del Tanaro e del Borbore, a controllo dell'importante direttrice di dorsale che univa Asti al Roero. Uscendo dall'abitato, in direzione di Govone, si gode di uno straordinario paesaggio dato dai 257 metri di altitudine del crinale della collina che corre parallela al Tanaro. Essa dolcemente affonda verso valle, densa di vegetazione e di ampi spazi coltivati. La strada di dorsale verso Antignano, dalle forti valenze panoramiche e paesaggistiche, presenta placidi panorami ove la presenza del lavoro nei campi e nei vigneti è sempre attuale, creando uno dei patrimoni culturali dell'area. Dal Trecento il paese era appartenuto alla famiglia Solaro, ma nel 1615, per ordine dei Savoia, passò agli Alfieri di Magliano. Nel 1863 prese il nome di San Martino al Tanaro, modificato a fine secolo in San Martino Alfieri, in omaggio alla famiglia omonima. In borgata Saracchi nacque la terza moglie di Giuseppe Garibaldi, Francesca Armosino, e nel 1880 ospitò l'eroe nella casa ancora oggi visibile. In borgata Marelli sorge la casa in cui crebbe monsignor Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati di San Giuseppe, proclamato Santo da papa Giovanni Paolo II nel 2001. Il castello settecentesco, di proprietà privata, è ottimamente conservato: il parco fu ampliato nell'800 da Xavier Kurten, architetto paesaggista tedesco, e da Ernesto Melano, al quale si deve anche la sistemazione urbanistica del borgo e il progetto della chiesa parrocchiale di San Carlo e Santa Maria, costruita (1829-1833) in stile neo-classico, che conserva il polittico cinquecentesco di Defendente Ferrari, con episodi della vita della Vergine. Il centro abitato si sviluppa su di un lungo crinale seguendo la sponda sinistra del Tanaro sopra due nuclei contrapposti: da una parte il Castello e dall'altra il nucleo originario, in forma di ricetto, separati da una sella con strada di attraversamento. Il nucleo originario si articola in un insieme di piazze e piazzette, tra loro collegate da brevi vicoli. In esso si svolgono tutte le principali funzioni per la comunità: civica, sociale, religiosa e turistica. L'attività e la storia personale di Benedetto Alfieri legano San Martino Alfieri a Piovà Massaia. In un luogo l'architetto dimorò e progettò gli ampliamenti settecenteschi del Castello di famiglia, mentre nell'altro fu l'artefice di uno dei capolavori architettonici del Monferrato Astigiano, la Parrocchiale. Il paese dista 14 km da Asti in direzione sud-ovest e 16 km da Alba (CN). L'agricoltura, in particolare la viticoltura, ha qui la sua rivincita sull'industria, infatti troviamo pregiati vitigni di barbera, grignolino, bonarda e bianco. La "Bottega del vino", in Piazza Caduti, con sala per degustazione-esposizione, promuove i vini e i prodotti del territorio. Tra le specialità gastronomiche agnolotti, bagna cauda, salumi, arrosto e bollito misto. La dicitura San Martino compare nel 1020 come Castro qui dicitur Sancti Martini. Il determinante "Alfieri" deriva dalla famiglia Alfieri, feudatari tra il 1665 e il 1671. II paese, a cui più che ad ogni altro è pertinente la definizione di "Colline Alfieri", appartenne anticamente con un suo primitivo castello, ai Signori di Govone e passò poi alla famiglia dei Solaro, che tennero il feudo di San Martino fino al secolo XVII, allorché incominciarono a cederne alcune parti. Il primo degli "Alfieri" che ebbe quasi completamente il feudo di San Martino fu Cesare, considerato il capostipite del ramo detto appunto di San Martino. Già nel 1615, però, Carlo Emanuele I di Savoia aveva donato ad Urbano Alfieri, suo colonnello di cavalleria, la giurisdizione e i beni feudali di San Martino che sarebbero stati di spettanza di Pandolfo Solaro e dei suoi fratelli, caduti però in disgrazia. Cesare Alfieri dedicò tutta la sua vita alla famiglia e all'acquisto di beni. Il figlio Carlo Antonio Massimiliano, nel 1696, diede inizio all'edificazione del castello che sostituì il ben più antico maniero. Il figlio di Carlo Antonio, Cesare Giustiniano divenne, per acquisto, marchese di Sostegno, titolo che ereditarono i suoi successori. Sposò Paola Gabriella Solaro di Govone ed ebbe diciannove figli. Durante il feudo di Roberto Carlo Alfieri, nel 1783, San Martino ebbe l'onore di ricevere il re Vittorio Amedeo III di Savoia con la moglie Antonietta Ferdinanda, che da Govone, dov'erano in villeggiatura, vennero a fargli visita con gran seguito di dame e di cavalieri. Per volontà del marchese Carlo Emanuele Alfieri venne edificata la chiesa parrocchiale di San Martino, su disegno del cav. Ernesto Melano, architetto di Sua Maestà, durante gli anni 1828-1832, sotto il titolo di San Carlo Borromeo. Di stile neoclassico, la parrocchiale di San Martino conserva un pregevole trittico della scuola di Defendente Ferrari e una delle sue cappelle fu proprio degli Alfieri. Una gentildonna della famiglia Alfieri, Costanza, andò sposa a Roberto d'Azeglio, fratello di Massimo, ed entrambi furono veri benefattori del popolo. Lo stemma di San Martino Alfieri è stato concesso con regio decreto del 25 settembre 1886, quando il Comune aveva ancora la vecchia denominazione di San Martino al Tanaro. Piccola borgata che inizia dopo il campo sportivo dove ogni anno si svolge La sagra del barbera. Questa frazione comprende la piccola chiesetta di San Giuseppe dove ogni sera i borghigiani si ritrovano per chiacchierare al chiaro di luna. Inoltre ogni anno si svolge un rosario accompagnato da un rinfresco e il mattino seguente una messa. Se si continua per una strada sterrata alla fine della frazione si giunge al fiume Tanaro. Otto cappelle situate nelle frazioni Marelli, Firano, Pero, Quaglia e Saracchi formano un ideale percorso campestre che si snoda tra il fiume Tanaro e il torrente Borbore, attraversando colline coltivate a vite, boschi e piccoli avvallamenti a prato. Lungo la direttrice di Govone si trova la frazione Marelli che prende il nome dalla famiglia omonima Marello. Questa porzione di territorio era l'antico collegamento delle terre dei feudi dei Solaro di San Martino e di Govone. Il luogo è ricordato perché diede i natali a San Giuseppe Marello (1844-1895), che qui visse la fanciullezza sino al trasferimento della famiglia a Torino. L'abitazione è ancora oggi esistente, anche se venne trasformata da cascinale a casa signorile. Uscendo dal paese, in direzione di Antignano, si scorge la frazione Saracchi, in passato appartenente al comune di Antignano, in cui si trova il Palazzo Garibaldi. L'edificio fu fatto costruire da Giuseppe Garibaldi, il quale ci visse per qualche tempo, dopo aver sposato Francesca Armosino, sua ultima moglie, nativa di questa frazione. Il castello, costruito dal 1696 al 1721 su disegno dell'ingegner Antonio Bertola, conserva l'arredo originario delle sale. L'attuale costruzione sorge sull'altura contrapposta a quella ove si formò il ricetto. Edificio del XVIII secolo circondato da grandi alberi secolari propone una pregevole Orangérie e, oggi, si può ammirare il risultato di un intervento richiesto nel 1815 dal marchese Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno ad opera di Xavier Kurten, architetto paesaggista tedesco che ebbe il compito di trasformare il giardino formale in un parco secondo il nuovo gusto romantico all'inglese, permettendo al Piemonte di avvicinare la cultura locale ai gusti europei nei quali il romanticismo è fenomeno dominante e il gusto per l'arte dei giardini sua diretta manifestazione. Egli ampliò il parco avvalendosi della collaborazione dell'architetto Ernesto Melano già noto in paese. A questi si deve anche la sistemazione urbanistica e il progetto di una nuova chiesa parrocchiale e della casa comunale. Chi ha la fortuna di poter visitare il castello di San Martino non può fare a meno di sostare davanti ai molteplici ricordi degli illustri suoi proprietari e delle eminenti persone con le quali essi ebbero rapporti di parentela, di amicizia, di affari; sono busti, ritratti, stampe, manoscritti che permettono di ricostruire tutto un mondo che non va dimenticato, perché in esso affonda le radici quello attuale. L'edificio fu costruito dal 1829 al 1833, in sostituzione del precedente, non più adeguato alle esigenze della popolazione e ormai fatiscente, che si trovava vicino al lato meridionale del castello degli Alfieri. Per interessamento del marchese Carlo Emanuele Alfieri, la progettazione venne affidata all'architetto Ernesto Melano. Raggiunto l'accordo fra le parti, si poté procedere alla demolizione della vecchia chiesa parrocchiale, che fu sconsacrata il 9 giugno 1829 col trasferimento del SS. Sacramento nella Confraternita. La Gazzetta Piemontese del 24 dicembre 1829 dava notizia dell'iniziativa riportando come «...la chiesa parrocchiale di San Martino di Govone, posta sopra una vetta distante dal grosso dell'abitato, facea desiderare a quella popolazione de vederla trasportata al piano, per la maggior felicità di recarvisi, massime nella cruda stagione. Il signor Marchese Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno, proprietario del Castello di quel luogo, la cui religiosa pietà va unita ad un cuore generoso e benefico, assecondando i voti di quegli abitanti, determinò di far costruire a sue spese una nuova Chiesa Parrocchiale nel sito il più acconcio. S.M. ponendo mente alla manifesta utilità che ridonda a pro del Comune a mandare ed effetto il benefico divisamento del Marchese, ha applaudito alla magnanima risoluzione del nobile Personaggio e vi ha posto il suggello colla sua Sovrana approvazione». La nuova chiesa fu consacrata il 23 giugno 1833 dal vescovo Lobetti sotto il titolo di San Carlo Borromeo, in ricordo dell'antica parentela fra la famiglia del Santo e il casato degli Alfieri. Memorabili furono i festeggiamenti e grande il concorso della popolazione. L'edificio, in stile neoclassico, è caratterizzato in facciata da un grandioso pronao dalle colonne doriche, che ricordano quelle del Pantheon di Roma. All'interno è presente un pregevole trittico della scuola di Defendente Ferrari. La severa architettura dell'ingegnere Cavaliere Ernesto Melano aveva previsto la costruzione di tre altari, il maggiore dei quali di marmo fino, e una struttura armoniosa come la volta a cassettoni e il ricco fregio sottostante. Il sagrato della Parrocchiale è un esempio di sagrato su strada e si articola in uno spazio che funge da ingresso al ricetto e in un altro su cui si affaccia il Municipio. Il sagrato su strada è importante per la sua posizione sul passo tra la Valle del Borbore e la Valle del Tanaro. Nel 1572 un decreto vescovile approvava la costruzione di un oratorio con altare dedicato a San Martino come sede della Compagnia di disciplinanti laici. I lavori di edificazione durarono dal 1696 al 1721, ad opera dell'architetto Antonio Bertola. La Chiesa della Santissima Annunziata, collocata nei pressi del Castello, diventò quindi sede della Confraternita dei Battuti. Essa disponeva di risorse economiche proprie con le quali effettuò importanti lavori di restauro come il coro ligneo e l'organo nella seconda metà del Settecento e la campana nel 1885. Dall'inizio del XX secolo la chiesa rimase chiusa per alcuni decenni e fu officiata solo in occasione delle festività. Successivamente ebbe una nuova destinazione come salone parrocchiale e richiese numerosi interventi di restauro e di adattamento. La facciata si caratterizza da un semplice rosone affrescato con l'immagine di San Martino. L'edificio, ora sconsacrato, è stato adibito a sala polivalente e utilizzato per le manifestazioni da parte dell'amministrazione comunale e della Pro Loco. Degna di nota è la semplice dimora fatta costruire da Giuseppe Garibaldi nella frazione Saracchi, luogo natale della moglie Francesca Armosino. Una lapide commemora tutt'oggi quel gesto di gratitudine e riconoscenza verso colei che, prima di essere sua legittima consorte, gli era stata al fianco dandogli i tre figli, Clelia, Teresita e Manlio. La parte bassa del ricetto, che si affaccia sulla strada principale tramite il muraglione che cinge il ricetto stesso, ospita una bella esedra ottocentesca con fontana coeva, mentre sulla piazzetta posteriore alla chiesa parrocchiale, accanto al Municipio, un'altra bella fontana, dal gusto più moderno, contribuisce ad abbellire un angolo del paese. La "Bottega del vino" è dedicata ai vini piemontesi e alla promozione del territorio. Ha il compito di valorizzare e promuovere questo importante patrimonio agricolo e culturale, legato alle tradizioni più profonde di queste colline, ma anche aperto all'innovazione tecnico-scientifica. Ha sede presso i locali di proprietà comunale, siti al piano terra del Palazzo Comunale; i locali sono stati completamente ristrutturati e sono costituiti da una sala per degustazione-esposizione, un locale destinato a magazzino e un bagno attrezzato per disabili. Nella sua nuova sede offre il meglio della cultura enogastronomica. La Pro Loco di San Martino Alfieri è una splendida realtà che si concretizza nel 1996; per la verità è la riedizione di un gruppo, molto attivo nei primi anni ottanta, che ha partecipato alle maggiori manifestazioni a livello provinciale. Lo scopo principale è lo sviluppo culturale e turistico mirato principalmente alla valorizzazione delle produzioni locali a favore di quelle aziende, e non sono più molte, che della nostra terra hanno fatto la loro ragione di vita. La principale attività della Pro Loco è l'organizzazione, specie in periodo estivo, delle manifestazioni principali del paese. Ma è a tavola che la Pro Loco riesce meglio a esaltare le proprie doti di ospitalità, mettendo a disposizione dei visitatori i propri prodotti e soprattutto i vini di qualità dei produttori locali. Tra le varie specialità, i piatti proposti più frequentemente sono gli agnolotti al sugo di carne e il gran bollito misto con bagnet. La "Sagra del Barbera" è la festa principale del paese, in svolgimento ogni anno tra la seconda e la terza decade del mese di luglio. Uno spettacolo teatrale in apertura, un grandioso stand gastronomico, con specialità tradizionali piemontesi e vini locali, le serate di musica e balli su palchetto per tutte le età e uno spettacolo pirotecnico conclusivo sono gli elementi caratteristici ormai ben consolidati della manifestazione. Ogni anno, indicativamente tra i mesi di maggio e giugno, è sempre molto gradita la manifestazione denominata "Nel mezzo del cammin... di nostre vigne", passeggiata enogastronomica fra le dolci colline astigiane che sovrastano il Tanaro, con tappe in punti panoramici di assoluta bellezza e originalità. La passeggiata prevede soste presso punti ristoro, in cui verranno offerte animazioni con riproposta di quadri viventi di vita contadina, con degustazione di prodotti gastronomici locali (agnolotti, bollito, salumi, formaggi e antipasti monferrini) abbinati ai prestigiosi vini locali. La manifestazione attira la curiosità di molti turisti italiani e stranieri. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. San Martino Alfieri, dopo aver fatto parte per anni dell'Unione di comuni Comunità collinare "Colline Alfieri", dal 1º gennaio 2016 entra a far parte dell'Unione di comuni Comunità collinare "Castelli tra Roero e Monferrato". Negli ultimi cento anni, a partire dal 1921, la popolazione residente si è dimezzata. Abitanti censiti Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Martino Alfieri Sito ufficiale, su comune.sanmartinoalfieri.at.it.