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Guarene

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Guarene panorama
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Guarene (Guaren-e in piemontese) è un comune italiano di 3 543 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero e confina con la vicina città di Alba, capitale del territorio delle Langhe e del Tartufo Bianco. Lo stemma e il gonfalone del Comune di Guarene sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 luglio 1952. Lo stemma si può blasonare: Il gonfalone è un drappo di rosso. Si trova in territorio a grande vocazione turistica nel comprensorio di Langhe, Monferrato e Roero. Nel 2019 è diventato Comune Bandiera arancione del Touring Club Italiano, nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento di Spiga Verde, mentre nel 2023 è inserito nella ristretta cerchia dei Borghi più belli d'Italia. Il tessuto imprenditoriale conserva una forte vocazione alla coltivazione di prodotti agricoli di qualità dai quali si ottengono vini pregiati (Barbera d'Alba, Roero (vino), Roero Arneis, Dolcetto d'Alba ) e produzioni frutticole tipiche, ad esempio la Pera madernassa, la cui coltivazione nacque proprio a Guarene negli ultimi anni del 1800. Nel comune hanno sede anche numerose aziende di piccola e media grandezza, concentrate nelle zone industriali di pianura. Strategicamente importante, il maniero fu oggetto di contese nel corso dei secoli. All'inizio del XVIII secolo venne distrutto e sulle rovine fu innalzata l'attuale costruzione, improntata al classicismo dello Juvarra su disegno del conte Giacinto Roero. Guarene ospita la prima sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, aperta nel 1997, nell'omonimo palazzo che si affaccia sulla centrale Piazza Roma. Edificio settecentesco restaurato e trasformato in spazio espositivo, ospita mostre, convegni, seminari e laboratori didattici. Nel 2019 la Fondazione ha inaugurato il Parco d'Arte della Collina di San Licerio, primo esempio di Land Art in Langhe e Roero. Il parco è gratuito e aperto al pubblico tutti i giorni dell'anno. Chiesa della Santissima Annunziata Chiesa di San Michele Chiesa di San Rocco Chiesa parrocchiale dei Ss Pietro e Bartolomeo Pinacoteca Comunale del Roero Palazzo Comunale Paramuro (passeggiata panoramica con vista su Alba e Langhe edificata sulle antiche mura del paese) Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Guarene sono 329, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni più recenti che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guarene Sito ufficiale, su guarene.it. Guarène, su sapere.it, De Agostini.

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Guarene
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Castagnito
Castagnito

Castagnito (Castagnì in piemontese) è un comune italiano di 2 231 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Castagnito sorge nelle colline del sinistra Tanaro a 350 metri sul livello del mare. La sua origine risale al XII secolo e la sua storia vede l'alternarsi di varie signorie tra cui la diocesi di Asti e soprattutto i Rotari o Roero. Nello stemma è raffigurato su campo azzurro un ramo di castagno al naturale, posto in palo, fogliato di cinque e fruttato di due, accompagnato in punta da tre ruote d'argento, simbolo della famiglia Roero. Sotto lo scudo una lista bifida reca la latinizzazione del toponimo, Castanetum ad Tanagrum. Il gonfalone è un drappo di azzurro. La chiesa parrocchiale del capoluogo è dedicata a san Giovanni Battista. In frazione San Giuseppe vi è la chiesa parrocchiale dedicata a san Giuseppe. Al suo interno è presente un organo Berutti del XX secolo, donato alla parrocchia dalla famiglia Burgo di Torino. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Castagnito sono 359, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Comune agricolo, Castagnito vanta una frutticoltura specializzata che annovera varie specialità di frutta, ma in prevalenza pesche e pere. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castagnito Sito ufficiale, su comune.castagnito.cn.it. Castagnito, su sapere.it, De Agostini.

Palazzo Marro
Palazzo Marro

Palazzo Marro, Casa Marro, Casa-torre Marro e a volte soprannominata Castellaccio dagli abitanti del luogo, è una delle poche residenze signorili di epoca medievale oggi sopravvissute nel comune di Alba, in provincia di Cuneo, Piemonte (Italia). Palazzo Marro venne edificato fra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo su uno zoccolo quadrangolare che apparteneva al podio di un tempio di epoca romana e a cui vennero addossati diversi corpi di fabbrica poi demoliti fra il 1857 e il 1884 durante alcuni lavori di restauro e ampliamento della contigua Piazza Pertinace. In seguito ad alcune recenti operazioni di restauro e ristrutturazione, l'edificio recuperò in parte le sue caratteristiche medievali e venne portato alla luce il tempio di epoca romana alle sue fondamenta. Nonostante la sua mole massiccia, Casa Marro viene annoverata fra le "cento torri" che caratterizzano la cittadina. Palazzo Marro è l'edificio medievale più imponente di Alba e si trattava con grande probabilità di una dimora signorile a scopo difensivo. Esso presenta una pianta a forma di rettangolo in cui il lato maggiore è quasi tre volte più lungo di quello minore. La muratura alla base dell'edificio è composta da pietre in quanto meno deteriorabili dei mattoni. Sui quattro lati l'edificio è contornato da tre corsi di archetti pensili a tutto sesto e non sempre regolari. Fra il secondo e il terzo ordine vi sono due corsi di mattoni messi a dente di sega. La facciata occidentale presenta una decorazione a forma di rombi in pietra grigia che, sebbene si presuma essere un motivo ornamentale, non è da escludere che potesse essere uno stemma signorile. L'edificio si affaccia lungo il lato meridionale e quello occidentale su Piazza Pertinace ed è antistante la chiesa di San Giovanni. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Marro

Duomo di Alba
Duomo di Alba

La cattedrale di San Lorenzo è il principale luogo di culto cattolico di Alba, chiesa madre dell'omonima diocesi. L'edificio, consacrato a San Lorenzo, presenta una notevole serie di somiglianze estetico-architettoniche con il coevo Duomo di Chieri: tali somiglianze sono reperibili in parte nella struttura di scuola romanica-gotica, ma soprattutto nelle decorazioni interne; si vedano, per esempio, le decorazioni a bande orizzontali delle pareti e dei pilastri, gli stessi pilastri lobati, il colore blu delle volte a crociera. L'attuale cattedrale di San Lorenzo fu costruita tra il 1486 e il 1517 per volere del vescovo di Alba Andrea Novelli: prendendo possesso della diocesi, nel 1483, aveva notato lo stato di forte degrado in cui versava la cattedrale e ne promosse la ricostruzione. Dell'antica chiesa, già esistente nell'XI secolo, furono mantenuti soltanto il campanile, i tre portali e il portico della facciata e la cripta; le altre parti, pericolanti, vennero abbattute. Nel 1577 e nel 1584, la cattedrale ha ricevuto la visita apostolica del vescovo di Bergamo Gerolamo Regazzoni prima, poi dell'arcivescovo di Amalfi Giulio Rossino; entrambi indicarono degli interventi da fare necessariamente per adeguare la chiesa, ed in particolare il suo presbiterio, ai dettami del Concilio di Trento. Nel 1626, in seguito a due terremoti, crolla la volta a crociera della navata centrale, che viene sostituita nel 1652. Nel corso dei secoli XVIII e XIX, la cattedrale fu oggetto di restauri di consolidamento e dotata di nuovi altari e cappelle, fra cui l'altare dedicato a san Teobaldo e quello del Santissimo Sacramento. Tra il 1867 e il 1872 avviene l'ultima riplasmazione dell'edificio su progetto del vercellese Edoardo Arborio Mella, con la direzione dei lavori affidata all'architetto albese Giorgio Busca e poi all'ingegner Giuseppe Ferria per il completamento della facciata nel 1878. Nel 1870, al posto della monofora centrale, viene aperto un grande rosone circolare. A partire dal 1871, viene realizzato, da diversi artisti, l'apparato decorativo ad affresco delle volte e delle pareti. Tra il 2007 e il 2009, è stato realizzato il nuovo presbiterio ai piedi della scalinata che conduce a quello antico. La cattedrale di San Lorenzo sorge nel centro storico di Alba, in piazza Risorgimento. L'imponente edificio in stile gotico è caratterizzato di mattoncini rossi del paramento murario. Prospetta sulla piazza con l'alta facciata a salienti, suddivisa in tre sezioni da pilastri a pianta quadrata in corrispondenza delle tre navate interne. Nella parte inferiore, la facciata presenta il pronao, con arcate a sesto acuto. Mentre nelle due sezioni laterali si aprono due monofore gotiche gemelle, in quella centrale vi è l'ampio rosone circolare, del 1870. La facciata è decorata da quattro bassorilievi raffiguranti i simboli dei quattro evangelisti (1878): da sinistra, nell'ordine tradizionale, l'angelo di Matteo, il leone di Marco, il bue di Luca e l'aquila di Giovanni, di Carlo Dusio; è interessante notare che le iniziali dei quattro simboli evangelici compongono in questa sequenza proprio il nome ALBA. Al disotto del rosone, invece, vi è una statua di San Lorenzo Martire (1878) dello scultore milanese Luigi Cocchio. Alla sinistra dell'abside, vi è l'alta torre campanaria, risalente al XIII secolo e modificata nel 1477. In essa si aprono quattro ordini di finestre: dal basso, un ordine di monofore, due ordini bifore e un ordine di quadrifore (soltanto le due aperture centrali, però, sono aperte). La copertura è tramite una cuspide in mattoni a pianta ottagonale. In stile gotico - lombardo ha subito parecchie rimaneggiamenti che ne hanno alterato l'impianto originale. L'interno della chiesa è scandito in tre alte navate di quattro campate ciascuna, con profondo transetto in corrispondenza della quarta campata. Le navate, coperte con volte a crociera dipinte a cielo stellato (1870) da Carlo Costa, sono suddivise da arcate a sesto acuto poggianti su pilastri polistili bicromatici. Lungo le navate laterali, si aprono sei cappelle, tre per lato. La prima a destra è la cappella del Santo Crocifisso, con altare di Edoardo Arborio Mella in stile neogotico e alle pareti il Transito di San Giuseppe (XVIII secolo), e la Madonna con il Bambino, i Santi Filippo Neri e Grato (XVIII secolo), attribuito a Pietro Paolo Operti. La seconda è quella della Madonna del Sacro Cuore con altare neogotico, statua della Madonna e alle pareti i dipinti San Palemone abate (1827) e Sant'Eugenio papa (1840) di Agostino Cottolengo. La terza è dedicata alla Sacra Famiglia con la pala SS. Trinità e la Sacra Famiglia (1875) probabilmente di Cesare Rossi, e ai lati Madonna della Consolata e Gesù crocifisso. Nella navata sinistra, la prima è il battistero, con fonte battesimale (2007) in marmo scuro realizzato su disegno dell'architetto Ugo Della Piana (1991) e tela Battesimo di Gesù del pittore Claudio Francesco Beaumont. La seconda, dedicata alla Madonna del Rosario, ha la pala Madonna con Bambino con ai piedi S. Domenico di Guzman e S. Caterina da Siena (1888) di Enrico Reffo e alle pareti Madonna addolorata, Cristo morto e Santi (1770) di Giovanni Pirri e S. Luca che ritrae la Madonna con Bambino tra angeli attribuita a Sebastiano Taricco. La terza, dedicata a San Bovo, presenta una pala di San Bovo (1872) di Luigi Morgari, e nelle pareti S. Bovo, S. Teobaldo, S. Carlo Borromeo, S. Rocco ai piedi del crocifisso (1860) e S. Antonio abate (1591) di Ambrogio Oliva. Nel transetto si aprono due profonde cappelle (1486-1516), quella di destra dedicata al SS. Sacramento e quella di sinistra a S. Teobaldo. Nella prima, pala d'altare con Elia profeta e S. Eligio in adorazione della Madonna del Carmelo (1746), le tele Profeta Elia destato e nutrito dall'angelo e Olocausto del Profeta Elia e l'affresco nella volta Rapimento del Profeta Elia, tutte opere del pittore Francesco Antonio Cuniberti e ancora la tela Il martirio di S. Donato vescovo di Arezzo. Nella seconda, che contiene un altare (1514-1517) di Antonio Carloni costituito dalla mensa, da una predella, dalla pala e dalla cimasa (1760), gli affreschi Gloria dei Santi Tutelari di Alba (1760) di Michel Antonio Millocco nella volta e alle pareti, San Teobaldo che invoca la Trinità a protezione della città (XVII secolo), Il miracolo di San Teobaldo (1761) sempre del Millocco, SS. Trinità che incorona la Vergine Maria e due Santi (XVII secolo) e i Santi tutelari di Alba che intervengono per proteggere la città assediata (1761), ancora del Millocco. Nell'abside maggiore sopraelevato, si trova un altare barocco (1712) realizzato da Giuseppe Gaggini con una pala dedicata a S. Lorenzo (1766) del pittore Claudio Francesco Beaumont e alle pareti quattro affreschi monocromi a encausto con Episodi della vita di San Lorenzo (1871) di Luigi Cherubino Hartman. Sulla sinistra, la cattedra vescovile (1712) con baldacchino. Fra le opere più importanti custodite nella chiesa, vi è la Lastra tombale del vescovo Andrea Novelli, opera dello scultore Antonio Carloni. Nella terza campata della navata centrale, ai piedi della scalinata che conduce al presbiterio tridentino, rialzato rispetto al resto della chiesa per la presenza della sottostante cripta, vi è il nuovo presbiterio, realizzato fra il 2007 e il 2009 per volere dell'allora vescovo di Alba Sebastiano Dho. In stile moderno, è costituito dall'altare a pianta quadrata, affiancato a sinistra dall'ambone e a destra dalla nuova cattedra. In sagrestia grandi armati barocchi del Settecento e l'elegante bassorilievo policromo Madonna con Bambino, San Giovanni Battista e San Giovanni Apostolo (1507) del pittore comasco Giovanni Lorenzo Sormani. Ai lati dell'altare maggiore dell'abside, vi è il coro ligneo (1512) di Bernardino da Fossano che il vescovo Andrea Novelli gli aveva commissionato per rinnovare i decori interni del duomo. Il coro è un'opera di ebanisteria costituito da trentacinque scanni intarsiati, disposti a semicerchio su due file. Al centro è presente lo stallo episcopale, sormontato dal baldacchino e fiancheggiato da vari stalli minori (17 per parte). Sui baldacchini e sui dossali di alcuni stalli minori scorre un motivo decorativo che rappresenta l'immagine di un castello. L'elegante voluta, che separa i sedili l'uno dall'altro, ha, invece, dei motivi vegetali che si sviluppano a partire dal posa braccio. I dossali degli stalli più esterni, racchiusi da una cornice con motivi geometrici sono di pregio. Nei dossali si alternano due tipologie di soggetti: gli scorci urbani e gli oggetti della liturgia. Lungo il semicerchio, trentacinque raffigurazioni, tutte diverse tra loro, richiamano disegni prospettici della tradizione rinascimentale. Bernardino usa per gli intarsi legni differenti, in modo da creare delicate sfumature cromatiche dalle tonalità calde. Nelle raffigurazioni si notano strumenti musicali, libri rilegati, oggetti di culto, il calice rovesciato, i simboli della Passione, coppe ricolme di frutta, paesi arroccati su colline. Noemi Gabrielli, Sculture di Antonio Carlone ad Alba, in Edorado Arslan (a cura di), Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Tipografia Editrice Antonio Noseda, Como 1959, 167-172, tavola XXXII, figure 74-75, 76-77. Silvia A. Colombo, Simonetta Coppa, I Carloni di Scaria, Fidia edizioni d'arte, Lugano 1997, 33. Massimo Bartoletti, Laura Damiani Cabrini, I Carlone di Rovio, Fidia edizioni d'arte, Lugano 1997, 67. Diocesi di Alba Architettura romanica Architettura gotica Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla cattedrale di San Lorenzo ad Alba Wikivoyage contiene informazioni turistiche sui Principali monumenti religiosi del Piemonte La cattedrale sul sito della Diocesi , su webdiocesi.chiesacattolica.it. Il nuovo presbiterio, su architetturadipietra.it. Chiesa di San Lorenzo (Alba) su BeWeB - Beni ecclesiastici in web

Magliano Alfieri
Magliano Alfieri

Magliano Alfieri [Majan (ant ël Roé) in piemontese] è un comune italiano di 2 147 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. In precedenza denominato Magliano d'Alba, dal 30 gennaio del 1910 fu denominato Magliano Alfieri. Nello stemma è rappresentato su sfondo d'oro il castello degli Alfieri, fondato sulla campagna di verde e sormontato dall'aquila nera coronata simbolo di quella famiglia. Il gonfalone è un drappo di bianco. Chiesa di Sant'Andrea, chiesa parrocchiale Castello degli Alfieri. Il castello della famiglia degli Alfieri di Sostegno, signori di San Martino, che fu edificato tra il 1649 e il 1680 (Vittorio Alfieri, che vi passò le prime estati della sua vita, ne fa menzione in diverse sue lettere). Nell'angolo nord del palazzo, con ingresso sia dalla via laterale esterna, che dall'interno, la residenza ospita la cappella del crocefisso gentilizia, con all'interno tre pale settecentesche; tra le sale più significative del palazzo un salone degli stemmi in gesso della famiglia Alfieri di autori stuccatori ottocenteschi di Lugano; ben conservato è anche il salone delle aquile, che deve il nome al soggetto, le aquile appunto, scelto per affrescare il soffitto di questa sala. Il palazzo è stato riaperto solo da pochi anni, grazie all'interessamento e all'impegno degli "Amici del Museo", dopo che negli anni ‘60 il castello venne trasformato in un condominio popolare. Nell'ala est del piano nobile è ospitato il Museo di Arti e Tradizioni Popolari che raccoglie aspetti di cultura, arte e focolare della comunità piemontese. Dal 1994 le sale del palazzo ospitano una sezione dedicata ai soffitti di gesso, elementi di un'identità culturale ormai lontana. Era infatti tradizione diffusa impiegare il gesso nella costruzione principalmente per ragioni economiche, vista l'abbondanza di cave di gesso in questa zona del Piemonte. Le modeste case contadine assumevano così un tocco di semplice eleganza grazie ai solai che venivamo controsoffittati con una struttura in gesso decorato che, se da un lato arricchiva la dimora, con richiami ai temi stilistici-decorativi colti e raffinati, dall'altro avevano l'importantissima funzione di isolare e mantenere il calore durante i rigidi inverni. Sul lato sinistro del castello, contornata da un verdeggiante parco si trova la Parrocchiale di S.Andrea. L'antico campanile è forse risalente al XIV secolo. Dal 2007 fa parte del circuito degli 8 castelli, meglio noto come Castelli Doc. La rete dei castelli include i manieri di Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello. È inoltre inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Magliano Alfieri sono 172, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Magliano Alfieri Sito ufficiale, su comune.maglianoalfieri.cn.it. Magliano Alfièri, su sapere.it, De Agostini.