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Chiesa di Sant'Andrea (Magliano Alfieri)

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MaglianoAlfieri parrocchiale
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La chiesa di Sant'Andrea è la parrocchiale di Magliano Alfieri nella provincia di Cuneo in Piemonte. Appartiene alla diocesi di Alba, e risale al XIV secolo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Sant'Andrea (Magliano Alfieri) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Sant'Andrea (Magliano Alfieri)
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MaglianoAlfieri parrocchiale
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Magliano Alfieri
Magliano Alfieri

Magliano Alfieri [Majan (ant ël Roé) in piemontese] è un comune italiano di 2 147 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. In precedenza denominato Magliano d'Alba, dal 30 gennaio del 1910 fu denominato Magliano Alfieri. Nello stemma è rappresentato su sfondo d'oro il castello degli Alfieri, fondato sulla campagna di verde e sormontato dall'aquila nera coronata simbolo di quella famiglia. Il gonfalone è un drappo di bianco. Chiesa di Sant'Andrea, chiesa parrocchiale Castello degli Alfieri. Il castello della famiglia degli Alfieri di Sostegno, signori di San Martino, che fu edificato tra il 1649 e il 1680 (Vittorio Alfieri, che vi passò le prime estati della sua vita, ne fa menzione in diverse sue lettere). Nell'angolo nord del palazzo, con ingresso sia dalla via laterale esterna, che dall'interno, la residenza ospita la cappella del crocefisso gentilizia, con all'interno tre pale settecentesche; tra le sale più significative del palazzo un salone degli stemmi in gesso della famiglia Alfieri di autori stuccatori ottocenteschi di Lugano; ben conservato è anche il salone delle aquile, che deve il nome al soggetto, le aquile appunto, scelto per affrescare il soffitto di questa sala. Il palazzo è stato riaperto solo da pochi anni, grazie all'interessamento e all'impegno degli "Amici del Museo", dopo che negli anni ‘60 il castello venne trasformato in un condominio popolare. Nell'ala est del piano nobile è ospitato il Museo di Arti e Tradizioni Popolari che raccoglie aspetti di cultura, arte e focolare della comunità piemontese. Dal 1994 le sale del palazzo ospitano una sezione dedicata ai soffitti di gesso, elementi di un'identità culturale ormai lontana. Era infatti tradizione diffusa impiegare il gesso nella costruzione principalmente per ragioni economiche, vista l'abbondanza di cave di gesso in questa zona del Piemonte. Le modeste case contadine assumevano così un tocco di semplice eleganza grazie ai solai che venivamo controsoffittati con una struttura in gesso decorato che, se da un lato arricchiva la dimora, con richiami ai temi stilistici-decorativi colti e raffinati, dall'altro avevano l'importantissima funzione di isolare e mantenere il calore durante i rigidi inverni. Sul lato sinistro del castello, contornata da un verdeggiante parco si trova la Parrocchiale di S.Andrea. L'antico campanile è forse risalente al XIV secolo. Dal 2007 fa parte del circuito degli 8 castelli, meglio noto come Castelli Doc. La rete dei castelli include i manieri di Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello. È inoltre inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Magliano Alfieri sono 172, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Magliano Alfieri Sito ufficiale, su comune.maglianoalfieri.cn.it. Magliano Alfièri, su sapere.it, De Agostini.

Priocca
Priocca

Priocca (Peiroca o Prioca in piemontese) è un comune italiano di 2 065 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Il territorio di Priocca è collocato tra il Borbore e il Tànaro e funge da tramite tra le due valli. La zona era inizialmente abitata dai liguri, sulla sponda opposta della tribù rivale degli Statielli, per poi essere popolata dai romani. A partire dal III secolo d.C. la zona subì invasioni barbariche. Dopo il periodo carolingio e la successiva caduta della dominazione dei Franchi, Priocca divenne un feudo del vescovo d'Asti. Nei primi anni del X secolo giunsero i Saraceni, che in una prima incursione avevano già raso al suolo la città di Asti, che rasero al suolo il Colle della Stella. Nell'XI secolo diventò feudo dei Roero di Asti e nella seconda metà del secolo successivo Benedetto Damiano dei Signori di Castellinaldo ottenne l'investitura dei Priocca dal Duca d'Orléans. La famiglia Damiano tenne il feudo di Priocca per oltre tre secoli, sino all'estinzione. Nel XVII secolo Priocca fu coinvolta in molte guerre e la peste del 1630 provocò parecchie vittime tra la popolazione. Nel 1813 morì l'ultimo discendente della famiglia Damiano e i feudi passarono ai figli della sorella, sposata con il marchese Annibale Faussone di Clavesana. Il comune acquistò il castello dagli eredi e lo abbatté, ricavandone la piazza. In seguito alle due guerre mondiali, molte famiglie furono costrette a emigrare verso Asti e Alba per cercare lavoro, causando un parziale spopolamento del nucleo abitato. La rinascita dell'economia locale negli anni sessanta ha permesso un ripopolamento dell'area. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Priocca sono 120, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Fiera di primavera: ogni anno, la prima domenica di maggio Festa di leva: ogni anno, verso i mesi di aprile/maggio Festa di San Rocco: ogni anno, nella seconda metà di agosto A partire dalla fine degli anni sessanta, si è avuto uno sviluppo del settore primario, in particolare artigianato e agricoltura. Nell'area vengono prodotti vini quali il Barbera e il Nebbiolo d'Alba e altre varietà di Roero. Per quanto riguarda il settore secondario, a livello locale operano aziende edili e meccaniche. Infine, il comune promuove il turismo locale. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Priocca Sito ufficiale, su comune.priocca.cn.it. Priòcca, su sapere.it, De Agostini.

Castagnito
Castagnito

Castagnito (Castagnì in piemontese) è un comune italiano di 2 231 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero. Castagnito sorge nelle colline del sinistra Tanaro a 350 metri sul livello del mare. La sua origine risale al XII secolo e la sua storia vede l'alternarsi di varie signorie tra cui la diocesi di Asti e soprattutto i Rotari o Roero. Nello stemma è raffigurato su campo azzurro un ramo di castagno al naturale, posto in palo, fogliato di cinque e fruttato di due, accompagnato in punta da tre ruote d'argento, simbolo della famiglia Roero. Sotto lo scudo una lista bifida reca la latinizzazione del toponimo, Castanetum ad Tanagrum. Il gonfalone è un drappo di azzurro. La chiesa parrocchiale del capoluogo è dedicata a san Giovanni Battista. In frazione San Giuseppe vi è la chiesa parrocchiale dedicata a san Giuseppe. Al suo interno è presente un organo Berutti del XX secolo, donato alla parrocchia dalla famiglia Burgo di Torino. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Castagnito sono 359, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Comune agricolo, Castagnito vanta una frutticoltura specializzata che annovera varie specialità di frutta, ma in prevalenza pesche e pere. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castagnito Sito ufficiale, su comune.castagnito.cn.it. Castagnito, su sapere.it, De Agostini.

Guarene
Guarene

Guarene (Guaren-e in piemontese) è un comune italiano di 3 543 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della delimitazione geografica del Roero e confina con la vicina città di Alba, capitale del territorio delle Langhe e del Tartufo Bianco. Lo stemma e il gonfalone del Comune di Guarene sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 5 luglio 1952. Lo stemma si può blasonare: Il gonfalone è un drappo di rosso. Si trova in territorio a grande vocazione turistica nel comprensorio di Langhe, Monferrato e Roero. Nel 2019 è diventato Comune Bandiera arancione del Touring Club Italiano, nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento di Spiga Verde, mentre nel 2023 è inserito nella ristretta cerchia dei Borghi più belli d'Italia. Il tessuto imprenditoriale conserva una forte vocazione alla coltivazione di prodotti agricoli di qualità dai quali si ottengono vini pregiati (Barbera d'Alba, Roero (vino), Roero Arneis, Dolcetto d'Alba ) e produzioni frutticole tipiche, ad esempio la Pera madernassa, la cui coltivazione nacque proprio a Guarene negli ultimi anni del 1800. Nel comune hanno sede anche numerose aziende di piccola e media grandezza, concentrate nelle zone industriali di pianura. Strategicamente importante, il maniero fu oggetto di contese nel corso dei secoli. All'inizio del XVIII secolo venne distrutto e sulle rovine fu innalzata l'attuale costruzione, improntata al classicismo dello Juvarra su disegno del conte Giacinto Roero. Guarene ospita la prima sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, aperta nel 1997, nell'omonimo palazzo che si affaccia sulla centrale Piazza Roma. Edificio settecentesco restaurato e trasformato in spazio espositivo, ospita mostre, convegni, seminari e laboratori didattici. Nel 2019 la Fondazione ha inaugurato il Parco d'Arte della Collina di San Licerio, primo esempio di Land Art in Langhe e Roero. Il parco è gratuito e aperto al pubblico tutti i giorni dell'anno. Chiesa della Santissima Annunziata Chiesa di San Michele Chiesa di San Rocco Chiesa parrocchiale dei Ss Pietro e Bartolomeo Pinacoteca Comunale del Roero Palazzo Comunale Paramuro (passeggiata panoramica con vista su Alba e Langhe edificata sulle antiche mura del paese) Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Guarene sono 329, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni più recenti che si sono succedute in questo comune. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guarene Sito ufficiale, su guarene.it. Guarène, su sapere.it, De Agostini.

Govone
Govone

Govone (Gon [gʊŋ] o Govon [gʊ'ʊŋ] in piemontese) è un comune italiano di 2 228 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. Fa parte della regione storica del Monferrato e della regione geografica del Roero ed è posto al confine con la provincia di Asti, circa a metà strada fra le città di Alba ed Asti. Il sito è abitato sin dall'epoca romana, col nome di Castrum Solarium come dimostrano numerosi ritrovamenti che si trovano presso il museo "Eusebio" di Alba, ed è citato in documenti altomedievali. Già feudo vescovile astigiano, passato poi alla proprietà dei Solaro. Fu in seguito sede di villeggiatura della casa Savoia nei primi decenni dell'Ottocento. È ora conosciuto soprattutto per il suo castello, presso il quale soggiornò appena diciottenne (anno 1730), il filosofo Jean-Jacques Rousseau, appena entrato al servizio del conte Francesco Ottavio Solaro. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, Michelina Saracco, proprietaria di un servizio di autobus, nascose e protesse nella zona alcuni ebrei, familiari di Vittorio Dan Segre, suoi vicini di casa, salvandoli dalla deportazione. Per questo impegno di solidarietà, il 13 giugno 1988, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a Michelina Saracco l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni. Già fortezza medioevale, l'antico maniero è oggi adibito a palazzo del comune. Appartenne a casa Savoia dal 1792 al 1870 e, come molte altre dimore storiche sabaude del Piemonte, è meta di visitatori richiamati specialmente dal monumentale scalone d'onore a due rampe ricco di rilievi e telamoni che provengono dai giardini di Venaria Reale. Alcune sale sono decorate da preziose carte cinesi. Il salone da ballo fu fatto affrescare con scene riproducenti l'episodio mitologico di Niobe — ad opera di Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi — dal re Carlo Felice che, assieme alla moglie Maria Cristina, agli inizi dell'Ottocento fece completamente restaurare, sulla base di propri disegni, il castello e l'adiacente parco con giardino all'italiana, adibendoli a sede delle sue villeggiature estive. Gli stessi Vacca e Sevesi curarono gli affreschi del grande salone centrale che, giocando sui chiaroscuro della tecnica trompe-l'œil, simulano con realismo l'illusione della presenza di statue. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Govone sono 134, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Dal 2010 Govone è stato scelto come sede degli "Stage Teatro al Castello", evento di formazione teatrale (fra gli insegnanti: Michael Margotta, Danny Lemmo, Giovanna Mulas) L'economia della zona — rivalutata sotto l'aspetto del turismo solo in tempi recenti — è prevalentemente agricola e industriale, con una particolare vocazione alla coltivazione della vite: nella parte collinare del comune vengono infatti prodotti vini rossi: barbera, bonarda, dolcetto, nebbiolo (sia Nebbiolo d'Alba che Roero) e vino bianco arneis mentre nella fertile pianura periferica si producono ortaggi e cereali. Fra marzo ed aprile vi si tiene una manifestazione floreale denominata "Tulipani a corte", abbinata ad una sfilata in costume di truppe militari con vestimenti d'epoca sette-ottocentesca. A Govone sorge una moderna area industriale. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Non esistono attualmente organizzazioni sportive. Boano Cecilia, Govone il mio paese, Boves, Araba Fenice Edizioni, 2011. Borra Edoardo, Govone e il Castello, Borgo San Dalmazzo, Bertello, 1986. Cuniberti Paolo Ferruccio, Orsi, spose e carnevali. Saggi di etnologia del Piemonte 1996-2012, Boves, Araba Fenice, 2013, ISBN 9788866171409. Lissone Sebastiano, Il Comune e il Castello di Govone, Torino, Casanova, 1921. Moro Laura, Il castello di Govone - L'architettura, Torino, Celid, 1997, ISBN 88-7661-289-0. Moro Laura, Il castello di Govone - Gli appartamenti, Torino, Celid, 2000, ISBN 88-7661-400-1. Saracco Antonella, Complice il Castello, Torino, Daniela Piazza Editore, ISBN 88-7889-188-6. Ponchione Ornella, Sedotti e Liberati. Carlo Felice di Savoia a Govone…, in Roero Terra Ritrovata, 2010. Ponchione Ornella, Garibaldi a Govone, in Roero Terra Ritrovata, 2011. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Govone Sito ufficiale, su comune.govone.cn.it. Govóne, su sapere.it, De Agostini.

Castello di Govone
Castello di Govone

Il castello di Govone si trova in provincia di Cuneo nel comune di Govone. Fu una delle residenze della casa reale dei Savoia dal 1792 al 1870, dal 1997 è uno degli edifici parte del sito residenze sabaude iscritto alla lista del patrimonio dell'umanità UNESCO, è ora adibito a palazzo comunale. Nella posizione in cui sorge il castello, in cima alla collina, già in epoca medioevale si ergeva una fortezza. Alla fine del XVII secolo i conti Solaro/Solari affidarono all'architetto Guarino Guarini i lavori di ampliamento e di abbellimento del castello. L'architetto preparò dei disegni ma non portò a termine il progetto. I lavori ripresero un secolo dopo da parte dell'architetto Benedetto Alfieri che li ultimò partendo proprio dai disegni del Guarini. Il castello divenne proprietà di casa Savoia nel 1792 e dopo il periodo napoleonico fu scelto come residenza estiva insieme al castello ducale di Agliè. Re Carlo Felice, assieme alla moglie Maria Cristina, fece completamente restaurare il castello agli inizi dell'Ottocento, sulla base di propri disegni. Analogamente si operò sull'adiacente parco dotato di giardino all'italiana. Dalla fine dell'Ottocento il castello - che ha avuto una particolare notorietà per il soggiorno, avvenuto nel 1730, di Jean-Jacques Rousseau, al tempo appena entrato al servizio del conte Ottavio Solaro - è di proprietà del comune di Govone. Dal 2007 fa parte del circuito degli 8 castelli, meglio noto come Castelli Doc. La rete dei castelli include i manieri di Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d'Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello. È inoltre inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. Come molte altre dimore storiche sabaude del Piemonte, è meta di visitatori richiamati specialmente dal monumentale e scenografico scalone d'onore a due rampe ricco di rilievi e telamoni che provengono dai giardini di Venaria Reale. Alcune sale sono decorate da preziose carte cinesi; il salone da ballo è affrescato con scene riproducenti l'episodio mitologico di Niobe ad opera di Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi. Degli stessi pittori sono gli affreschi del grande salone centrale che, con la tecnica trompe-l'œil, simulano la presenza di statue. Moro Laura, 1997, Il castello di Govone - L'architettura, Celid, Torino, ISBN 88-7661-289-0 Moro Laura, 2000, Il castello di Govone - Gli appartamenti, Celid, Torino, ISBN 88-7661-400-1 Residenze sabaude in Piemonte Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su castello di Govone Sito ufficiale, su castellorealedigovone.it. Castello di Govone delle Residenze Reali Sabaude, su residenzerealisabaude.com. Comune di Govone - Scheda del castello, su comune.govone.cn.it. Associazione città e siti Unesco Italiani - Residenze Sabaude, su sitiunesco.it.

Barbaresco (Italia)
Barbaresco (Italia)

Barbaresco (Barbaresch in piemontese) è un comune italiano di 609 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte, noto per essere luogo di origine e di produzione del vino Barbaresco. Il comune rientra con l'area del paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato tra i patrimoni dell'umanità. La zona è conosciuta storicamente come barbarica sylva, dove le antiche popolazioni celtiche si ritiravano in adorazione del dio Tanaro. Si crede che questa zona sia stato il luogo di nascita dell'imperatore romano Elvio Pertinace, anche se sono decine i paesi che si contendono tale nobile nascita. Il 22 maggio 2014 è stata anche sede della partenza della cronometro Barbaresco - Barolo, dodicesima tappa del Giro d'Italia 2014, dove il colombiano Rigoberto Urán si è aggiudicato la tappa e anche la maglia rosa. Il 22 giugno 2014 il comune è stato inserito nella lista dei beni del Patrimonio dell'Umanità, in quanto fa parte del sito Unesco che comprende alcuni dei comuni più caratteristici di Langhe, Roero e Monferrato. Lo stemma e il gonfalone del Comune di Barbaresco sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 aprile 1985. Lo stemma raffigura, su sfondo dorato, un torrione d'azzurro, merlato alla guelfa e munito di una torre quadrata dello stesso, con merlatura guelfa; l'edificio è semicircondato da una bassa cinta muraria, azzurra. Lo scudo è accompagnato dal motto De Barbarisco turris et arx. Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro. Dagli anni trenta ai sessanta si è verificato, come altrove in Italia, lo spopolamento delle campagne che ha visto decine di barbareschesi lasciare la propria terra per dirigersi in prevalenza a Torino e nella riviera ligure. Successivamente alla contenuta immigrazione dall'Italia meridionale, negli ultimi anni Barbaresco ospita circa una sessantina di extracomunitari provenienti dall'Europa Orientale che lavorano come manodopera nelle aziende agricole. Abitanti censiti Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Barbaresco sono 86, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Quasi tutti i residenti si dedicano alla viticoltura come soci della cantina sociale o con cantine a gestione familiare o con attività collegate. Il Barbaresco DOCG è commercializzato a livello internazionale tra i vini più pregiati. Le due principali aziende vinicole locali sono Gaja e I Produttori del Barbaresco. Data l'importanza del prodotto l'ottocentesca chiesa sconsacrata di San Donato è stata restaurata e adattata ad enoteca regionale. AA.VV., Il Piemonte paese per paese, Firenze, Ed. Bonechi, 1993. Barbaresco (vino) Langhe Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barbaresco Sito ufficiale, su comune.barbaresco.cn.it. Barbarésco, su sapere.it, De Agostini.

Circondario di Alba
Circondario di Alba

Il circondario di Alba era uno dei circondari in cui era suddivisa la provincia di Cuneo. In seguito all'annessione della Lombardia dal Regno Lombardo-Veneto al Regno di Sardegna (1859), fu emanato il decreto Rattazzi, che riorganizzava la struttura amministrativa del Regno, suddiviso in province, a loro volta suddivise in circondari. Il circondario di Alba fu creato come suddivisione della provincia di Cuneo; il territorio corrispondeva a quello della soppressa provincia di Alba del Regno di Sardegna, appartenuta alla divisione di Cuneo. Con l'Unità d'Italia (1861) la suddivisione in province e circondari fu estesa all'intera Italia, lasciando invariate le suddivisioni stabilite dal decreto Rattazzi. Il circondario di Alba venne soppresso nel 1926 e il territorio assegnato al circondario di Cuneo. Nel 1863, la composizione del circondario era la seguente: mandamento I di Alba Alba; Barbaresco; Neive; Neviglie; Roddi; Trezzo Tinella mandamento II di Bossolasco Albaretto della Torre; Arguello; Bossolasco; Cerretto delle Langhe; Cissone; Feisoglio; Gorzegno; Niella Belbo; San Benedetto Belbo; Serravalle delle Langhe; Somano mandamento III di Bra Bra; Pocapaglia; Santa Vittoria d'Alba mandamento IV di Canale Canale; Castagnito; Castellinaldo; Montà; Monteu Roero; Santo Stefano Roero mandamento V di Corneliano d'Alba Baldissero d'Alba; Corneliano d'Alba; Guarene; Montaldo Roero; Monticello d'Alba; Piobesi d'Alba; Sommariva Perno; Vezza d'Alba mandamento VI di Cortemilia Bergolo; Bosia; Castelletto Uzzone; Castino; Cortemilia; Cravanzana; Gorrino; Levice; Perletto; Scaletta Uzzone; Torre Bormida; Torre Uzzone mandamento VII di Diano d'Alba Benevello; Borgomale; Diano d'Alba; Grinzane; Lequio Berria; Montelupo Albese; Rodello; Serralunga d'Alba mandamento VIII di Govone Govone; Magliano d'Alba; Priocca mandamento IX di Monforte d'Alba Castelletto Monforte; Castiglione Falletto; Monchiero; Monforte d'Alba; Perno; Roddino; Sinio mandamento X di La Morra Barolo; La Morra; Novello; Verduno mandamento XI di Santo Stefano Belbo Camo; Castiglione Tinella; Cossano Belbo; Mango; Rocchetta Belbo; Santo Stefano Belbo mandamento XII di Sommariva Bosco Ceresole d'Alba; Sanfrè; Sommariva del Bosco