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Stazione di San Pantaleo

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Carte de Gênes (centre)
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La stazione di San Pantaleo è una stazione ferroviaria della ferrovia Genova-Casella, gestita dall'Azienda Mobilità e Trasporti di Genova (AMT). Si trova nel territorio comunale di Genova. La stazione è situata a un'altitudine di 127 metri sul livello del mare. La stazione presenta due binari. La stazione è servita da tutti i treni regionali che percorrono la linea Genova-Casella. Come tutte le fermate intermedie della linea, si tratta di una fermata a richiesta.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di San Pantaleo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di San Pantaleo
Via Antonio Burlando, Genova San Pantaleo

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.424215 ° E 8.943444 °
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Indirizzo

San Pantaleo

Via Antonio Burlando
16137 Genova, San Pantaleo
Liguria, Italia
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Carte de Gênes (centre)
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Luoghi vicini

Righi (Genova)
Righi (Genova)

Il Righi è un quartiere collinare di Genova, compreso nell'ex circoscrizione di Castelletto, nel Municipio I Centro Est. Il Righi si trova a 302 m s.l.m. sul crinale che divide la vallata del Lagaccio dalla Val Bisagno, sul quale corre la cortina delle seicentesche Mura Nuove costruite intorno al 1632. Situato nei pressi della Porta Chiappe (o di S. Simone, dal nome di un'antica cappella oggi scomparsa), un portello aperto nelle mura seicentesche in corrispondenza dell'antica "via del sale", è una tradizionale meta di genovesi e turisti, soprattutto per gli ampi panorami che offre sulla città, sul porto, la Val Bisagno e le riviere. Un ottimo punto di osservazione sono le terrazze sopra la stazione della funicolare. Vi si trovano diversi ristoranti, un osservatorio astronomico e il seminario di Genova. La località, un tempo chiamata Chiappe, Porta Chiappe o Castellaccio, dai primi decenni del Novecento è comunemente chiamata Righi, nome attribuito dall'imprenditore svizzero Franz Josef Bucher, promotore della costruzione della funicolare, che aveva mutuato il nome dalla celebre montagna svizzera, in vetta alla quale salgono due storiche funicolari. Il Righi può essere raggiunto anche in automobile, percorrendo da piazza Manin la strada costruita lungo il camminamento delle mura, oppure da varie strade che risalgono la collina dalla "circonvallazione a monte" o dal vicino quartiere di Oregina, ma il mezzo più caratteristico è la storica funicolare in partenza dal largo della Zecca, in funzione dal 1895 e completata nel 1897, ricordata da una poesia di Giorgio Caproni dal titolo "Stanze della funicolare". Al poeta livornese è intitolato lo slargo davanti alla stazione di arrivo della funicolare. Poco più a monte si trova il complesso del Castellaccio, comprendente il Forte Castellaccio e l'ottocentesca Torre Specola, che fa parte delle fortificazioni del sistema di difesa cittadino. Presso il forte si trovano anche un percorso ginnico che si sviluppa sull'area del parco del Peralto e un campo di allenamento per il tiro con l'arco. Nella popolare canzone Ma se ghe penso, il Righi è uno dei luoghi di Genova rievocati con nostalgia da un genovese emigrato in Sudamerica (... riveddo o Righi, e me s'astrenze o chêu.). Costruite attorno al 1632, dopo l'attacco di Carlo Emanuele I di Savoia alla Repubblica di Genova (1625), esse passano per il crinale, dove sin dall'epoca medioevale era già una bastia probabilmente con palizzate in legno, detta Castellaccio, poi trasformata nei secoli successivi in una struttura in muratura, ulteriormente ampliata nel XIX secolo. Poco a sud del Castellaccio era il cosiddetto "Pian delle Forche", dove i condannati a morte venivano impiccati e appesi in questo punto ben visibile da tutta la città. Qui il colonnello Giulio De Andreis, autore di vari progetti relativi alle fortificazioni genovesi nei primi anni del Regno Sardo, realizzò, tra il 1817 e il 1820, la torre della Specola, in mattoni rossi a vista, inglobata nella cortina muraria del vicino forte. Tuttora ben conservato, il grosso torrione è ben visibile da molti punti della città. Dal piazzale della torre della Specola, sino a poco prima della seconda guerra mondiale, un colpo di cannone segnava l'ora di mezzogiorno. Guida d’Italia - Liguria, Milano, TCI, 2009. Stefano Finauri, Forti di Genova: storia, tecnica e architettura dei fortini difensivi, Genova, Edizioni Servizi Editoriali, 2007, ISBN 978-88-89384-27-5. Forti di Genova Wikiquote contiene citazioni sul Righi Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Righi

Chiesa di Sant'Antonino (Genova, Staglieno)
Chiesa di Sant'Antonino (Genova, Staglieno)

La chiesa di Sant'Antonino a Casamavari (nota più semplicemente come chiesa di Sant'Antonino) è un luogo di culto cattolico italiano, situato a Genova, nel quartiere di Staglieno, in salita Sant'Antonino. Fa parte dell'arcidiocesi di Genova. Già sede parrocchiale, il titolo è stato spostato presso la chiesa del Santissimo Sacramento facente parte del vicariato di Marassi - Staglieno. La chiesa di Sant'Antonino è citata per la prima volta in un documento del 1131. Nel 1235, all'interno di un atto notarile, risulta citata come sede di un rettore. Fra il 1538 e il 1650 la parrocchia fu affidata ai Monaci basiliani, sino a che, in seguito al decreto di soppressione dei piccoli conventi emanato dal papa Innocenzo X, fu assegnata definitivamente al clero secolare. La chiesa fu ristrutturata e ampliata nel XVII secolo. Nel 1726 si verificò il crollo del tetto, ricostruito dai parrocchiani nel giro di un anno. Altri lavori di ristrutturazione furono eseguiti tra il 1848 e il 1869, quando la chiesa si arricchì anche di nuovi arredi provenienti da chiese genovesi soppresse. Nel 1917 il titolo parrocchiale fu trasferito alla nuova chiesa del Santissimo Sacramento. Dell'originale stile romanico risalente al XII secolo, dopo i diversi rimaneggiamenti, resta il campanile a pianta quadrata, realizzato in blocchi di pietra, e alzato di otto metri nel XVIII secolo, con la distruzione degli originari finestroni e delle relative colonnine in marmo. La struttura, in muratura in pietra e laterizi, con più recenti elementi orizzontali in cemento armato, ha una singola navata con abside semicircolare e due cappellette. L'edificio presenta una facciata a capanna, col campanile contiguo sul lato sinistro e finitura intonacata. Il portone è ornato con una buca semicircolare. La copertura del tetto è a doppia falda inclinata con elementi in ardesia. La pavimentazione è in tipiche lastre in stile genovese: a forma quadrata, in marmo bicolore bianco e grigio, sono ordinate con motivo a scacchiera. Staglieno Arcidiocesi di Genova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sant'Antonino a Casamavari Chiesa di Sant'Antonino, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Chiesa di San Paolo (Genova)
Chiesa di San Paolo (Genova)

La chiesa di San Paolo è un edificio religioso di Genova, nel quartiere di Castelletto in via Acquarone, e la sua comunità parrocchiale fa parte del vicariato di Castelletto dell'arcidiocesi di Genova. La proposta di costruire a Genova una chiesa dedicata a San Paolo di Tarso fu presentata da mons. Enrico Lagomarsino al cardinale Carlo Dalmazio Minoretti nel 1936, in seguito al discorso tenuto da papa Pio XI in occasione del diciannovesimo centenario della conversione di San Paolo. Il progetto della chiesa fu elaborato nel 1937 dall'architetto Pietro Fineschi e completato dal figlio Alfonso Fineschi. Il terreno fu donato dai conti Bruzzo, mentre l'apertura della piazza e i collegamenti viari furono realizzati con apposite raccolte di fondi. A causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale, l'edificazione dell'attuale chiesa poté iniziare soltanto il 7 ottobre 1956. La chiesa fu aperta al culto il 31 ottobre 1959 e consacrata il 28 giugno 1960. La parrocchia fu eretta con decreto arcivescovile il 12 agosto 1939 e fu inizialmente basata in una piccola cappella inaugurata dal cardinale Pietro Boetto. La chiesa è ad un'unica navata a croce latina. All'interno sono conservati un crocifisso in bronzo nel presbiterio e una statua bronzea raffigurante San Paolo dello scultore Giovanni Battista Airaldi, e un dipinto del Sacro Cuore di Gesù, opera del pittore Mattia Traverso Tomaso Pastorino, Storia delle strade di Genova, vol. 1, Genova, Edizioni Tolozzi, 1973, p. 9. Storia della Parrocchia di San Paolo, su Parrocchia di San Paolo Genova. Culto e arte, su Parrocchia di San Paolo Genova. Arcidiocesi di Genova Castelletto (Genova) Via Acquarone (Genova) Villa Madre Cabrini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Paolo Sito ufficiale, su sanpaologenova.it. Chiesa di San Paolo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Approfondimenti sul sito dell'Arcidiocesi di Genova, su diocesi.genova.it (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).