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Parco Vittorio Formentano

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Parco palazzina liberty 021
Parco palazzina liberty 021

Il parco Vittorio Formentano, noto anche come parco di Largo Marinai d'Italia, è un parco milanese di 72320 m², situato tra corso XXII Marzo e viale Umbria, senza recinzione e quindi sempre accessibile. È dedicato alla memoria di Vittorio Formentano, fondatore nel 1927 dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue. Fu costituito nel 1969 dove sorgeva dal 1911 il mercato ortofrutticolo, trasferitovi dal Verziere e poi spostato nell'attuale sede di via Lombroso. L'area era prima occupata da un fortino austriaco oggetto di scontri durante le Cinque Giornate. L'ambizioso progetto iniziale dell'architetto Luigi Caccia Dominioni che prevedeva per il parco colline e fontane è stato fortemente ridimensionato in corso d'opera. Nei giardini, quasi al vertice nordoccidentale, si trova la grande fontana con il monumento dello scultore Francesco Somaini dedicato ai marinai d'Italia caduti nella Seconda guerra mondiale che diede il primo nome al parco intitolato, nel 1987, al fondatore dell'AVIS, Vittorio Formentano, alla cui memoria è dedicata una scultura in bronzo della scultrice italo-ungherese Eva Olàh raffigurante due donatori di sangue. Nel parco sorge la Palazzina Liberty, che ospitava il vecchio bar centrale del mercato. Questo edificio ha assunto un ruolo rilevante nella vita culturale della città e ospita, oltre una scuola musicale, concerti, mostre e convegni, dopo essere stata sede, dal 1974 al 1980, del Collettivo teatrale la Comune di Dario Fo e Franca Rame. Non fu, agli inizi, un semplice "inquilinato", ma un'occupazione cui il comune, retto da Aldo Aniasi, si oppose in ogni modo possibile. Recentemente al suo interno ha preso forma il progetto Casa della poesia. Tra le principali specie arboree presenti, ricordiamo l'acero riccio, l'acero campestre, l'acero americano e l'acero di monte, la farnia, il ginko biloba, l'ippocastano, l'olmo, il pino nero, il platano, la sophora, il tiglio selvatico, il carpino bianco, l'ontano nero e quello napoletano, il liquidambar, il cedro dell'Atlante e il cedro del Libano, la magnolia, la paulonia, l'albero dei tulipani e il ciliegio da fiore. Tra le attrezzature: due aree apparecchiate per il gioco dei bambini, due campi coperti per il gioco delle bocce, un campo per pallavolo/basket, un tavolo da ping-pong e quattro spazi recintati per i cani per oltre quindicimila metri quadrati. Liliana Casieri, Lina Lepera, Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, Comune di Milano, settore ecologia, GAV, 1989. Alma Lanzani Abbà, Pia Meda, Alberi a Milano, Milano, CLESAV, giugno 1985, ISBN 978-88-7064-118-9. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parco Formentano Scheda del Parco Formentano, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 12 novembre 2011.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Parco Vittorio Formentano (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Parco Vittorio Formentano
Via Cadore, Milano Municipio 4

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Parco palazzina liberty 021
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Luoghi vicini

Palazzina Liberty (Milano)
Palazzina Liberty (Milano)

La Palazzina Liberty è un edificio storico in stile liberty di Milano situato all'interno del Parco Vittorio Formentano in largo Marinai d'Italia. Progettata nel 1908 dall'architetto Alberto Migliorini, faceva originariamente parte del Verziere, l'antico mercato ortofrutticolo esistito dal 1911 al 1965. È l'unica struttura ancora oggi rimasta dell'antico complesso. È caratterizzata dalle ampie vetrate, da una facciata in classico stile Art Nouveau e dai motivi decorativi interni delle piastrelle in ceramica. In origine era sede di un caffè-ristorante all'interno del Verziere, e rappresentava un punto di riunione per le varie contrattazioni tra i mercanti. Dopo il trasferimento del mercato in un'altra zona di Milano, la Palazzina Liberty ha versato in stato di abbandono per diversi anni. Nel corso degli anni settanta (1974-1980) l'edificio viene concesso in uso al "Collettivo teatrale la Comune" di Dario Fo, che lo adotta come sede teatrale per i propri spettacoli. Nel 1980 la Palazzina diviene sede della Civica Banda di Milano. Nel 1992 vengono completati i lavori di ristrutturazione e la Palazzina Liberty viene destinata ad iniziative di carattere ricreativo e culturale. Dal 1994 l'Orchestra da Camera Milano Classica vi svolge la propria stagione concertistica; è stata la sede del Festival "Senza Parole", rassegna di film muti accompagnati da colonne sonore dal vivo. Dal 2005 al 2015 è stata anche sede della Casa della Poesia. Nell'ottobre 2017 la Palazzina è stata intitolata a Dario Fo e Franca Rame. Liberty a Milano Parco Vittorio Formentano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Palazzina Liberty La Palazzina Liberty, su milanoclassica.it. URL consultato il 10-3-2011 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2011). La Palazzina Liberty , su milanevent.net. URL consultato il 10-3-2011.

Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Milano)
Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Milano)

La chiesa di Santa Maria del Suffragio (o anticamente chiesa di Santa Maria Nascente di Calvairate) è un luogo di culto cattolico di Milano, situato in corso XXII Marzo. Le origini della chiesa si ascrivono al 1577 quando l'allora arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo decide la costruzione di una parrocchia nel villaggio rurale di Calvairate, appena fuori dai bastioni spagnoli di Milano, dedicata al culto di santa Maria Nascente. Nel 1873, con l'annessione del borgo di Calvairate al comune dei Corpi Santi e poi a quello di Milano con la conseguente espansione della metropoli e l'aumento della popolazione anche nel quartiere stesso, la chiesa si trovava ormai in pessimo stato, cadente e quasi inutilizzabile e non in grado di accogliere tutti i fedeli. Passarono altri trentadue anni e nel 1896 l'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari decise la costruzione di una nuova chiesa nel quartiere, con una nuova ubicazione rispetto alla precedente ma sempre all'interno dell'area. La chiesa venne dedicata il 31 ottobre 1896 dallo stesso cardinal Ferrari a Santa Maria del Suffragio. Dal 1924 al 1930 fu parroco della chiesa mons. Giacinto Tredici, che poi sarà vescovo di Brescia dal 1934 al 1964. La facciata principale della chiesa, che prospetta su corso XXII Marzo, è a salienti. Essa, con paramento murario in blocchi di pietra chiara ed inserti in mattoni rossi, presenta, nella parte inferiore, tre portali ogivali strombati, con lunette musive. In quella centrale, è raffigurata la Madonna in trono col Bambino. È stata realizzata nel 1927 dall'Ing. Mons. Spirito Maria Chiappetta. I portali bronzei, opera di Ercole Franz De Vecchi, sono stati realizzati nel 1996 e, nello stesso anno, inaugurati dall'allora arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini. Il portale centrale raffigura Storie della vita di Maria, quello di sinistra l'Annunciazione e quello di destra la Sacra Famiglia. Al centro della facciata, in corrispondenza della navata centrale, si apre il grande rosone circolare. L'interno della chiesa è a croce latina, con tre navate e profondo coro absidato. Le tre navate, di tre campate ciascuna, sono coperte con volta a crociera e sono divise da due file di archi a tutto sesto poggianti di pilastri polistili in mattoni rossi. Sulla crociera, si eleva il tiburio ottagonale, illuminato da trifore romaniche. Gli affreschi delle pareti laterali del presbiterio realizzati da Aldo Carpi de' Resmini (noto soprattutto per le vetrate del duomo), rappresentano la Resurrezione e la Crocefissione (1946), che riflettono l'esperienza del maestro nei lager nazisti. Nel transetto di destra, entro un'abside rettangolare con volta a botte, si trova il moderno battistero. Al centro dell'area sopraelevata, vi è il fonte battesimale, di Ercole Franz De Vecchi, in marmo di Carrara con inserti in bronzo raffiguranti la Samaritana al pozzo, il Sacrificio di Isacco, il Cieco nato e la Resurrezione di Lazzaro. Il presbiterio occupa interamente lo spazio del coro e dell'abside poligonale. I moderni arredi sacri che lo compongono - altare, ambone e sede - sono stati realizzati in marmo di Carrara e bronzo nel 2006, in occasione dei 110 anni della consacrazione della chiesa. L'antico altare maggiore, realizzato nel 1915 dall'Ing Mons. Spirito Maria Chiappetta invece, è in stile neoromanico, in marmi policromi, con decorazioni a bassorilievo sul paliotto e sull'alzata e rilievi di Leone Lodi spostato nel 2006 nell'adiacente cappella di San Proto. L'ancona accoglie il Trittico dell'Addolorata, di Eugenio Cisterna, con predella su sfondo oro. Alla destra dell'abside, si apre la cappella di San Proto, costruita nel 1933 per accogliere le reliquie del santo martire e ristrutturata nel 1984. L'ambiente, a croce latina con transetto poco sporgente ed abside semicircolare, ha un moderno presbiterio con arredi in legno, e grande crocifisso. La bella statua in alabastro Mater Misericordiae, il grande candelabro Cero pasquale in marmo e la statua sempre in marmo dedicata a Sant'Antonio sono di Leone Lodi. La statua di Santa Monica, in terracotta patinata, è di Valerio Pilon (1985). Alcuni affreschi furono eseguiti nel 1946 da Aldo Carpi e da Raffaele Albertella. Sulla cantoria a ridosso della parete fondale del transetto sinistro, si trova l'organo a canne Tamburini, ricostruito nel 1988 riutilizzando il materiale fonico del precedente strumento (1950, opus 286), a sua volta riforma dello strumento opus 36, del 1909, originariamente a ridosso della controfacciata della navata centrale. L'organo, a trasmissione mista, meccanica per i manuali e il pedale, elettrica per i registri e le combinazioni, ha tre tastiere di 61 note ciascuna e una pedaliera concavo-radiale di 32 note. Andrea Carlo Ferrari Alfredo Ildefonso Schuster Giacinto Tredici Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria del Suffragio Storia della parrocchia di Santa Maria del Suffragio, su suffragio.it. URL consultato il 28 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2011). Arte a S,.Maria del Suffragio, su suffragio.it. V.Pilon, Santa Monica,(1985), Milano, S.Maria del Suffragio, su cassiciaco.it. L'organo a canne , su suffragio.it.

Fontana monumento a Giuseppe Grandi
Fontana monumento a Giuseppe Grandi

La fontana monumento a Giuseppe Grandi è situata a Milano nella omonima piazza, lungo Corso XXII Marzo. Dedicata allo scultore Giuseppe Grandi, fu realizzata da Werther Sever e Emil Noel Winderling nel 1936, e nasconde uno dei primi rifugi antiaerei di Milano. La fontana è opera del milanese Werther Sever, allievo di Adolfo Wildt, e di Emil Noel Winderling, entrambi vincitori del bando indetto nel 1930 dal ‘Comitato per un monumento allo scultore Giuseppe Grandi’, rappresentante della scapigliatura lombarda e autore del Monumento celebrativo a Cesare Beccaria e del Monumento ai caduti delle Cinque Giornate di Milano, situati nelle piazze omonime. Venne inaugurata il 30 novembre 1936. L’aspetto della Piazza rientra nelle disposizioni del piano urbanistico Beruto che diede il via a una serie di interventi che segnarono profondamente la storia urbana di Milano. La struttura e la singolare posizione della fontana, che sorge su una piccola collina artificiale, avevano lo scopo di nascondere un rifugio antiaereo che poteva ospitare più di 400 persone, e che venne utilizzato durante i bombardamenti di Milano della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra il rifugio è rimasto chiuso e in stato di abbandono fino al febbraio 2016, quando hanno avuto inizio i lavori di restauro che hanno interessato sia la fontana che il rifugio stesso. Quest’ultimo è stato aperto al pubblico e reso fruibile, sebbene in modo discontinuo, con l’organizzazione di visite guidate. L’intervento ha riguardato principalmente il rifacimento dell’impianto elettrico, dell’impianto idrico e la ripulitura degli interni del rifugio, nel rispetto delle numerose scritte originali. L’inaugurazione ha avuto luogo il 27 febbraio 2017 alla presenza del sindaco Giuseppe Sala. L’opera nel suo complesso è costituita da una grande vasca rettangolare a riciclo di 400 mq circondata da larghe gradinate in masselli di granito bianco di Montorfano. Su un angolo delle gradinate è posta una grande colonna squadrata alta 13 m che funge da condotto di aerazione del rifugio, e da cui sgorga la cascata d’acqua che alimenta la fontana. Sull’angolo opposto si erge una scultura di bronzo dedicata a Giuseppe Grandi. La statua, di dimensioni monumentali, raffigura un giovane nudo proteso in avanti, come ad ammirare la cascata d’acqua, e intende rappresentare, nelle intenzioni dell’artista, lo stupore dell’uomo dinnanzi alla natura. Proprio per rispettare questa simbologia, la spessa formazione calcarea ricoperta di muschio che si è formata sulla colonna di marmo nel corso degli anni non è stata rimossa nella fase di restauro. Costruito successivamente ai rifugi della Stazione Centrale e dell’Istituto Virgilio di Piazza Ascoli, esso fu uno dei primi rifugi ad uso pubblico costruiti a Milano. In calcestruzzo armato, realizzato in fase con la fontana soprastante, ha una pianta rettangolare di 23x17 m, un’area di 215 mq e consta di 20 celle di dimensioni variabili. La capienza è di 430 persone, ed è classificato come 'ricovero' di 'ambiente popolare' (secondo una classificazione che divide in: popolarissimo, popolare, medio, misto, buono, signorile). A causa del suo posizionamento sottostante la fontana, non tutte le stanze (denominate “celle”) hanno la stessa altezza, e solo le 6 centrali sono adibite a rifugio, mentre le altre fungono da corridoi. Si presume che sia rimasto attivo fino al 1943, e in seguito sia stato chiuso perché considerato insicuro. Malgrado sia ubicato sotto una fontana, il rifugio non è dotato di acqua corrente (l’acqua potabile era contenuta in secchi metallici appesi a ganci posti sulle pareti). Al suo interno è ancora visibile la segnaletica a muro a vernice nera indicante le uscite di sicurezza, indispensabile per orientare le persone che vi trovavano rifugio durante i bombardamenti, nonché altre indicazioni generiche, quali, ad esempio, il divieto di fumo, il divieto di introdurre cani, la posizione dell’acqua potabile, il gabinetto. I punti di accesso al rifugio erano costituiti da due scalinate contrapposte situate lungo i lati corti della fontana, e sugli stessi lati si trovavano anche le due uscite di sicurezza. Di questi accessi ora ne rimane solo uno, sul lato occidentale, utilizzato un tempo dal personale del Comune di Milano per accedere agli impianti idraulici della fontana, e diventato oggi, in seguito alla ristrutturazione, porta d’accesso unica al rifugio. Maria Antonietta Breda, Milano 5 ottobre 1940 : i rifugi antiaerei pubblici del comune di Milano, Lo Scarabeo, 2015, ISBN 978-88-8478-137-6, OCLC 1126389954. Maria Antonietta Breda, Milano: rifugi antiaerei : scudi degli inermi contro l'annientamento, Lo Scarabeo, 2012, ISBN 978-88-8478-130-7, OCLC 849568598. Luoghi e architetture della transizione : 1919-1939 : i sistemi difensivi di confine e la protezione antiaerea nelle città : storia, conservazione, riuso = Sites and architectural structures of the transition period : 1919-1939 : border defense system and air raid protection in the cities : history, conservation, reuse, BAR publishing, 2014, ISBN 978-1-4073-1317-7. Gianluca Padovan, Archeologia del sottosuolo: Lettura e studio delle cavità artificiali, BAR publishing, 2012, ISBN 978-1841717166. Monumenti di Milano Statue e sculture di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fontana monumento a Giuseppe Grandi Piazza Grandi, Milano. Ex Rifugio Antiaereo,, su arch-edil.it. URL consultato il 01/07/2021. Fontana – monumento di piazza Grandi, su fontanedimilano.it. URL consultato il 01/07/2021. Milano. Un monumento, una fontana e il rifugio antiaereo di Piazza Grandi su archeologiadelsottosuolo.com/. URL consultato il 01/07/2021. Rifugio antiaereo di piazza Grandi - Milano Panoramica (fotografie e videoregistrazione di una visita al rifugio). URL consultato il 01/07/2021.

Campo Milan di Porta Monforte
Campo Milan di Porta Monforte

Il campo Milan di Porta Monforte è stato un campo di calcio a 11 che ha ospitato le gare interne del Milan dal gennaio 1906 al marzo 1914, quando fu dismesso. L'impianto ebbe sede nella città di Milano, ed in principio l'ingresso era in via Pasquale Sottocorno, ingresso che fu poi spostato in via Fratelli Bronzetti. Al debutto del Milan sul terreno di gioco di questo campo, furono installate per la prima volta le reti alle porte: si trattò di un'innovazione per tutto il calcio italiano. Si trattava di una struttura molto più organizzata rispetto ai precedenti campi di gioco dei rossoneri, uno dei primi stadi rudimentali. Infatti, in precedenza, la squadra milanese giocò in strutture poco attrezzate figlie dell'era pionieristica che coinvolse praticamente tutti i club italiani sorti nel periodo compreso tra gli ultimi anni dell'Ottocento e i primi del Novecento. Campo ampio, dotato di una biglietteria e posti a sedere per il pubblico attraverso una spaziosa tribunetta in legno, e, in seguito, di una gradinata al lato dei posti popolari. Si tratta del primo complesso sportivo italiano su cui furono sistemate le reti alle porte di gioco. Era delimitato per una metà dalla roggia delle lavandaie ed il muro dell'abbandonato cimitero di Porta Vittoria, per l'altra da una staccionata. Il Milan si trasferì al campo di Porta Monforte nel gennaio 1906, debuttando calcisticamente in un incontro del 7 gennaio con l'Unione Sportiva Milanese. Per l'occasione, furono installate le reti alle porte per la prima volta assoluta in un incontro tra squadre italiane. Questo provvedimento fu preso dopo le accese discussioni per un gol fantasma avvenuto durante una precedente amichevole contro la Juventus. Dal 1908-1909 l'ingresso del campo fu spostato da via Pasquale Sottocorno a via Fratelli Bronzetti. Sul terreno di gioco di questo campo, il Milan si rese protagonista nel 1912 di una vittoria in campionato per 8 a 1, contro la Juventus, che schierò in campo solo 10 uomini. I rossoneri abbandonarono quella struttura nel 1914, per spostarsi al Velodromo Sempione. Almanacco illustrato del Milan, 1ª ed., Panini, 1999. Sport a Milano

Istituto Europeo di Design
Istituto Europeo di Design

L'Istituto Europeo di Design (IED) è una scuola professionale privata italiana di disegno industriale, moda, arti visive e comunicazione che offre corsi post-diploma, master e specializzazioni. L'Istituto Europeo di Design è sorto nel 1966. La prima sede era a Milano, in Piazza Santa Maria del Suffragio. Lungo il corso degli anni settanta e ottanta, l'istituto si è espanso, aprendo nuove sedi in diverse città italiane: nel 1973 a Roma, nel 1984 a Cagliari e nel 1989 a Torino. Negli anni novanta è iniziato lo sviluppo al di fuori del territorio nazionale, con l'apertura delle sedi di Madrid nel 1994 e di Barcellona nel 2002. Successivamente è stata istituita la prima sede in Brasile, a San Paolo, nel 2005. Sono state poi aperte le sedi di Venezia nel 2007 e di Firenze nel 2009, anno in cui è anche avvenuta l'acquisizione dell'Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como. Nel 2014, la presenza dello IED in Brasile è stata rafforzata con l'istituzione della sede di Rio de Janeiro. Attualmente, lo IED è presente in dieci città sparse in tre continenti (Milano, Roma, Torino, Venezia, Como, Firenze, Cagliari, Barcellona, Madrid, São Paulo, Rio de Janeiro). L'istituzione eroga circa 30 diversi corsi triennali post-diploma in 5 lingue - inglese, italiano, spagnolo, cinese e portoghese - oltre a corsi stagionali e master post-laurea. In Italia, nelle sedi di Cagliari, Torino, Roma, Como, Firenze e Milano l'Istituto Europeo di Design rilascia titoli di diploma accademico di I livello, di durata triennale, riconosciuti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con il Decreto n.292 del 10 dicembre 2010. L’Istituto Europeo di Design ha affrontato diverse controversie riguardo l’assegnazione di titoli di laurea potenzialmente non conformi ai requisiti del Ministero dell’Istruzione. Una questione coinvolge 211 lauree, con 140 già sospese dal Ministero, principalmente per le sedi di Torino e Cagliari. Dopo il riconoscimento ministeriale del 2012, lo IED ha permesso agli studenti del secondo anno di iscriversi ai corsi riconosciuti, mentre quelli del terzo anno dovevano recuperare crediti mancanti. Tuttavia, il Ministero ha bloccato 132 richieste di laurea per l’anno accademico 2013/2014 di Torino. In seguito, lo IED ha affermato che gli studenti avevano frequentato il primo anno a Milano, sede riconosciuta dal 2010, ma ciò non ha soddisfatto il Ministero, che ha richiesto ulteriori chiarimenti. Un’indagine è stata avviata da Stefano Boeri, presidente della Triennale e amministratore di Fondazione Morelli, proprietaria dell’IED, ma è stata interrotta da altri soci dell’istituto1. In Spagna, lo IED rilascia Títulos de Grado en Enseñanzas Artísticas Superiores de Diseño. Si tratta di corsi di formazione di quattro anni al termine dei quali lo studente consegue il titolo di Grado en Diseño, legalmente riconosciuto dal Ministerio de Educación in ambito nazionale e internazionale. In Brasile, nelle sedi di San Paolo e Rio de Janeiro, lo IED rilascia titoli di diploma universitario. Si tratta di corsi di formazione di 3 anni (cursos de graduação, più specificamente bacharelados) nelle aree di moda, disegno industriale e arti visive, legalmente riconosciuti dal MEC (Ministério da Educação e Cultura), attraverso il decreto ministeriale numero nº 885, del 18/09/2009. Osvaldo Cavandoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Istituto Europeo di Design Sito IED italiano, su ied.it. Sito IED internazionale, su ied.edu.

Fontana a Pinocchio
Fontana a Pinocchio

La fontana a Pinocchio è una fontana ornamentale, situata a Milano nei giardini di corso Indipendenza, con una statua del burattino di Attilio Fagioli (1877-1966). L'opera, dono della "Famiglia Artistica" alla città di Milano, si trova nel campo giochi dei giardinetti spartitraffico. La statua, in bronzo, fu realizzata nel 1955 e venne inaugurata il 19 maggio 1956. I giornali locali diedero molto risalto all'opera che con orgoglio campanilistico fu pubblicizzata come il Pinocchio della Madonnina sottolineando come il personaggio rappresentato da Fagioli fosse ben diverso e maggiormente realistico di quello realizzato dallo scultore Emilio Greco per il paese di Collodi. L'opera, fusa presso la fonderia artistica Battaglia, ritrae Pinocchio diventato bambino che osserva il corpo inanimato del burattino che era. Ai lati del basamento sono raffigurati il Gatto e la Volpe. Al centro, nel pilastro che sorregge Pinocchio, è inscritta una frase del poeta Antonio Negri che ha ispirato l'opera dello scultore: Il gruppo scultoreo subì nel tempo vari danneggiamenti e lo stesso Fagioli, molto affezionato a questo che fu uno degli ultimi lavori, si adoperò più volte al suo restauro. Il successivo e protratto stato di incuria in cui versava la scultura è stato oggetto di una interrogazione parlamentare da parte di Delmastro Delle Vedove al Ministro per i beni e le attività culturali nel settembre 2004. L'opera infatti si presentava visibilmente danneggiata dagli atti vandalici: il Gatto era stato rubato e rimanevano solamente le impronte delle zampe; il naso di Pinocchio era stato spaccato. Inoltre la fontana era da tempo inattiva. Alcune persone negli ultimi anni si erano mobilitate per riportare la fontana nelle sue condizioni originarie, tra cui Sandra Tofanari, nipote dell'autore della statua, che si è offerta di eseguire personalmente il restauro. La scultura, riportata alle condizioni originarie, è stata nuovamente inaugurata dopo il restauro il 18 dicembre 2013. La fontana a Pinocchio, su chieracostui.com. URL consultato il 13 agosto 2014.

Dateo (metropolitana di Milano)
Dateo (metropolitana di Milano)

Dateo è una stazione della linea M4 della metropolitana di Milano. Il 19 gennaio 2015 sono state consegnate le aree per un successivo inizio dei lavori al consorzio di imprese che avrebbe realizzato l'opera. Il 23 agosto 2015 sono iniziati i lavori di costruzione veri e propri, con la modifica della viabilità di superficie. Il 26 novembre 2022 è stata inaugurata e aperta al pubblico; è stata capolinea provvisorio della linea fino al 4 luglio 2023, quando è stata inaugurata la tratta fino a San Babila. Situata a circa 32 metri di profondità, all'atto della sua apertura è diventata la stazione più profonda della metropolitana di Milano, primato detenuto dalla fermata Lotto della linea M5 dal 2015 fino ad allora e dalla fermata Duomo della linea M3 dal 1990 al 2015. La stazione consente l'interscambio con la stazione di Milano Dateo, servita dalle linee S1, S2, S5, S6 e S13 del servizio ferroviario suburbano di Milano. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata anche alcune linee urbane di superficie, filoviarie e automobilistiche, gestite da ATM. Stazione ferroviaria (Milano Dateo) Fermata filobus (Dateo M4, linea 92) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Servizi igienici Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Dateo (EN) Dateo / Dateo (altra versione), su Structurae.

Porta Vittoria (Milano)
Porta Vittoria (Milano)

Porta Vittoria (già porta Tosa fino al 1861) è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti in gran parte, come succursale della porta Venezia. Posta a est della città, si apriva lungo la strada per Limito. Demolito alla fine dell'Ottocento l'arco neoclassico, sopravvivono oggi solo i caselli daziari, posti ai lati dell'attuale piazza Cinque Giornate, allo sbocco di corso di Porta Vittoria. Costruita a partire dal Seicento in quello che era il sestiere di Porta Orientale, porta Tosa venne aperta all'interno delle mura spagnole di Milano. Prendeva il nome dalla più antica Porta Tosa medievale, che si trovava lungo le mura medievali di Milano. Il 22 marzo 1848, durante la ribellione delle Cinque Giornate, fu la prima, tramite l'uso di barricate mobili, a essere espugnata dagli insorti, fra i quali si distinse il patriota Manara. Dopo l'Unità d'Italia (1861), per ricordare la vittoria, porta Tosa venne ribattezzata in porta Vittoria e, nel 1881, venne indetto un concorso per il progetto di un monumento celebrativo, da edificare in luogo della porta. Risultò vincitore Giuseppe Grandi, che progettò un obelisco a simboleggiare lo sforzo unitario del popolo per la libertà. Il monumento fu inaugurato il 18 marzo 1895. Le vie circostanti sono state dedicate, negli anni, ai più importanti patrioti milanesi. L'arco dell'antica porta venne abbattuto, preservando i due caselli daziari: oggi l'obelisco si può ammirare circondato da una piazza, intitolata alle Cinque Giornate. Bruno Pellegrino, Porta Orientale. Così era Milano, Edizioni Meravigli - Libreria Milanese, Milano 2011. Porta Tosa (romana) Porta Tosa (medievale) Mura medievali di Milano Mura spagnole di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Vittoria