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Villa Farsetti

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Fronte Villa Farsetti
Fronte Villa Farsetti

Villa Farsetti è una villa veneta realizzata nel contesto agricolo del Comune di Santa Maria di Sala, nella Città metropolitana di Venezia, dall'architetto senese Paolo Posi. L'opera, costruita nel trentennio compreso tra il 1744 e il 1774, venne commissionata da Filippo Farsetti. L'origine di questa villa risale ad ancor prima del Duecento quando, come risulta da vecchi e autentici documenti, apparteneva ai Sala, una famiglia patrizia padovana. Verso la metà del Settecento, il vecchio palazzo venne demolito e l'abate Filippo Farsetti vi realizzò la sua villa, costruendo giardini, labirinti, cedraie, serre, boschetti e l'orto botanico. L'attuale villa si estende per una lunghezza di 93 metri. La forma del vecchio palazzo, costituito da due ali a L che delimitavano una corte, ha influenzato la planimetria della successiva villa che presenta uno schema analogo. La modifica sostanziale rispetto all'impianto precedente riguarda invece l'orientamento del prospetto principale: non più rivolto verso la strada della chiesa, sulla quale mantiene un accesso secondario, bensì verso la strada Cavin di Sala, dalla quale è separata da un grande giardino. Varcato l'ingresso principale si accede alla grande area del prato antistante la villa, oltre la quale, nel retro, trova posto la corte contornata dalla lunga foresteria, dalla scuderia, da serre e limonaie. L'apparato decorativo della facciata principale dell'edificio è essenziale ed elegante: lesene e timpani sia triangolari che circolari inquadrano le finestre, mentre l'orizzontalità del prospetto è sottolineata da semplici cornici marcapiano, dal coronamento dentellato e dalla balaustra del terrazzo sommitale, presente lungo tutto l'edificio. Il preziosismo della villa raggiunge il massimo livello al piano terra grazie all'uso delle antichissime colonne. La facciata posteriore si discosta totalmente da quella principale per la mancanza di elementi decorativi, nonché delle convessità e concavità di cui è ricca quella anteriore.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Villa Farsetti (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Villa Farsetti
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Villa Filippo Farsetti

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Veneto, Italia
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Fronte Villa Farsetti
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Luoghi vicini

Campocroce (Mirano)
Campocroce (Mirano)

Campocroce è una frazione del comune di Mirano nella città metropolitana di Venezia. L'omonima parrocchia, dedicata a Sant'Andrea, dipende dalla diocesi di Treviso, vicariato di Mirano. L'abitato si trova a circa 5 km verso sud ovest dal capoluogo, in direzione di Santa Maria di Sala. Principali corsi d'acqua sono il Lusore e il rio Caltressa. Secondo l'ipotesi più accreditata il toponimo sarebbe di origine romana, coniato quando fu realizzato un luogo di culto paleocristiano erigendo su un campo (conferma delle peculiarità agricole del graticolato) la Croce di Cristo. (Stangherlin, Venezia-Mestre, 1970). In effetti, molti altri toponimi della zona hanno origini latine, quali Veternigo (Veter vicus), Zianigo (Julii vicus), Campocesarano (località tra Campocroce e Zianigo, Campus Caesarianus). Nei documenti medievali in latino viene riportata la forma Campus Crucis. È da ritenere, quindi, che l'origine del nome Campocroce sia successiva alla colonizzazione del territorio a causa del tardivo affermarsi del cristianesimo in questi luoghi. La località, inserita nel graticolato romano, appartenne al territorio di Padova sin dall'epoca romana. Il Bonamico (Padova, 1874) afferma che la prima citazione del toponimo compare nel XIII secolo. Si tratta di una "ordinanza pubblicata nel 1265 dal podestà Gerardino Longo, nella quale tra le ville designate a concorrere alla costruzione dei ponti sparsi sul territorio padovano per quello sul torrente Tergola vennero a contribuire i villaggi di Ballò, Campocesarano, Cavorlegia, Canaceo, Campocroce, Fratte, Mirano, Scaltenigo, Vetrego e Zianigo". Un altro documento, datato 6 dicembre 1292, conferma l'esistenza di Campocroce come rettoria dipendente da Zianigo assieme a Veternigo e Salzano. Si tratta della notifica della scomunica lanciata dal Patriarca di Aquileia Raimondo della Torre alla città e alla diocesi di Treviso (Verci, Venezia, 1786-1791). Nel 1919 il conte Marco Soranzo donò al Santo Luigi Orione la villa veneta e la sua intera proprietà terriera per raccogliere gli orfani della prima guerra mondiale. Nel 1930 diventò un seminario. Codex Tarvisinus f. 49 presso A.S. VE Francesco Scipione Fapanni, La Congregazione di Mirano, M.S. 1850, n. 1377 presso la Biblioteca comunale di Treviso Antonio Scotti, Raccolta di Documenti, M.S. 1741, Tomo II presso la Biblioteca Comunale di Treviso catalogo n. 975. Luigi Zangrando, Note storiche del 1915 ms. A.V. TV busta Campocroce n. 21a. Luigi Zangrando, Memoria storica di Campocroce Padovana in occasione della Vis. Past. compiuta da Mons. A. G. Longhin il 7 dic. 1926 ms. A.V.TV.b. Campocroce di Mirano n. 21 Carlo Agnoletti, Memorie Storiche delle Chiese e Parrocchie della Diocesi di Treviso, Treviso, Premiato stabilimento tipografico Istituto Turazza, 1897. Carlo Agnoletti, Treviso e le sue Pievi, Treviso 1896-1898 (rist. anastatica, Bologna, Sala Bolognese Forni, 1978. ASCI, (a cura di), Mirano e il suo passato, Scorzé, 1968 Pierluigi Bembo, Delle istituzioni di beneficenza nella città e provincia di Venezia, studii storici-economici-statistici, Venezia, Naratovich, 1859. Emilio Bonamico, Mirano, monografia, Padova, 1874. Cesare Cantù, (a cura di) Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia storia delle città, dei borghi, comune, castelli, ecc. fino ai temi moderni, Milano, Corona e Caimi ed., 1858, vol. II Filippo Fanzago, Fotografia di Padova, Padova, 1856. Luigi Gallo, Mestre - Marghera - Abb. S.Ilario, Venezia, 1964. Giovanni Muneratti, Ricerca sulla costruzione della Torre Campanaria nel I Centenario dalla gettata delle fondamenta, in “La voce della Comunità Parrocchiale di Campocroce”, Bollettino della Parrocchia di Campocroce, c.i.p. luglio 1976. Dante Olivieri, Saggio di una illustrazione generale della toponomastica veneta, Città di Castello, 1915. Dante Olivieri, Toponomastica Veneta, Firenze, 1962. Luigi Pesce, Ludovico Barbo Vescovo di Treviso (1437—1443), Padova, 1969. Luigi Pesce, La Visita Pastorale di Sebastiano Soldati nella Diocesi di Treviso (1832-1838), Roma, 1975. Jacobus Salomonius, Agris Patavinis Inscriptiones, Padova, 1696. Gaetano Sorgato, Memorie Funebri, Padova, 1856. Antonio Stangherlin, Ville Venete nel Comune di Mirano, Venezia Mestre, 1970. B. Toderini, Mirano, memoria storica, Venezia, 1845. Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini e Codice Diplomatico Eceliniano, Bassano, St. Remondini, 1779. Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini, Venezia, st. Fontana, 1841. Giovanni Battista Verci, Storia della Marca Trivigiana e Veronese, Venezia, Storti, 1786-1791, ristampa anastatica, Bologna, Sala Bolognese Forni, 1980.

Scaltenigo
Scaltenigo

Scaltenigo è una frazione del comune di Mirano della città metropolitana di Venezia e conta circa 3 000 abitanti. Scaltenigo è situato a circa 5 km dal capoluogo comunale, Mirano. Il paese si sviluppa lungo due principali vie di collegamento: la prima, lunga ben 23 km, Strada Provinciale 30, Via Caltana, collega la località di Oriago di Mira (VE) a Campodarsego (PD); la seconda, Strada Provinciale 26, Via Scaltenigo-Ballò, collega il capoluogo, da Via Battisti, fino al centro della cittadina di Dolo (VE). Anche se di rilevanza inferiore, Via Scaltenigo rappresenta anticamente un collegamento dal capoluogo fino alla riviera del Brenta, a Dolo, ove, tramite il fiume Brenta giungevano commercianti con prodotti e merci. Via Caltana rappresentava il collegamento via terra tra Padova e Venezia e Scaltenigo si trova a metà strada in tale tragitto. Nell'incrocio di queste due direttrici sorge Scaltenigo, ove ancora oggi si possono vedere antichi segnali, sapientemente restaurati e conservati, che ricordano l'antica importanza del centro cittadino come punto di ritrovo o di scambio commerciale. Le vie, esterne, in cui si sviluppa il paese, invece, attorno alle due direttrici principali, sono costruite sulla base del graticolato romano, ovvero caratterizzate da lunghe direttrici esattamente perpendicolari tra loro, formando lotti di terreno esattamente quadrati o rettangolari. Anche queste sono di ampia importanza poiché collegano il centro con numerosi altri centri abitati, quali Canaceo, Zona Industriale Galilei, Campocroce di Mirano, Caltressa, Porara, Formigo, Vetrego e Ballò. A Scaltenigo scorrono alcuni corsi d'acqua: il fiume Lusore, che attraversa appena fuori dal centro del paese; il Cognaro e il Volpino a sud e il Caltressa a nord. Un altro è il Sezenego, considerato uno scolo e utilizzato principalmente per l'irrigazione estiva delle campagne ad est del paese e nel comune di Mira; l'acqua infatti è del fiume Lusore e viene immessa nello scolo tramite una pompa consortile durante l'estate. In località Formigo, tra il Cecenègo e il Lusore, è attraversato dal Passante di Mestre. Tra i monumenti nella località di Scaltenigo troviamo: - La Chiesa Arcipretale e parrocchiale, intitolata alla Cattedra di San Pietro, presenta un ottimo stato di conservazione ed originaria del XIV secolo. Si tratta di una chiesa (pieve) in stile romanico a campata unica ed a doppio abside, ampliata solo in epoca moderna con quattro piccoli altari nelle esistenti nicchie di sporgenza laterali. - Numerosi capitelli con sculture e affreschi, intitolati alla vergine Maria. Essi sono posti al delimitare antico del paese o in corrispondenza di confine o incrocio di collegamento e in tutte le direzioni. Verso nord, lungo la provinciale 26, (poco prima del ponte sul canale Caltressa), verso la località Porara (in Via Porara Gidoni), in Via Formigo, verso Marano (in Via Caltana), verso Ballò (al confine, in località Borgo Zucchero, sulla curva stretta della provinciale 26), verso Vetrego (in Via Vetrego (fronte civ.169) 500metri prima del confine con Vetrego), verso Caltana (in corrispondenza dell'incrocio con Via Don Orione) e, non meno importante, in direzione Campocroce, (nell'incrocio tra Via Caltressa principale e Via Caltressa verso Via Canaceo). Una piccola chiesa si trova in Via Accoppè Fratte; È anche essa molto antica e affrescata e si presenta ad oggi in ottimo stato di conservazione. - Un monumento ai "Caduti in Guerra" . Si tratta di un piccolo obelisco a base quadrata, con incisi sulle pareti i nomi dei soldati caduti in entrambi i conflitti mondiali, o dispersi a causa degli stessi. È situato nel giardino a lato sud della chiesa, ove anticamente erano collocate le tombe a terra, in un piccolo cimitero locale. Traccia dell'esistenza dell'antico cimitero è l'attuale conservazione, lungo la facciata sud della chiesa (adiacente al giardino), ed in parte anche nelle pareti est e nord, di antiche lapidi funebri. Dal 1974 esiste un Gruppo Sportivo Scaltenigo di pattinaggio in linea che ha raccolto con i propri atleti notevoli risultati sportivi a livello nazionale che internazionale. Tra gli atleti che hanno origini a Scaltenigo troviamo il pluri-medagliato [Daniel Niero]. Le scuole presenti in paese sono : - scuola materna e nido "santa Bernardetta" - scuola elementare "Giosuè Carducci" - scuola media "Leonardo da Vinci" La chiesa è dedicata alla Cattedra di San Pietro, che si ricorda il 22 febbraio. Una delle festività più rilevanti del paese si celebra per il giorno dei santi Pietro e Paolo, 29 giugno, in occasione della quale è organizzata la Sagra dei Santi Pietro e Paolo Apostoli in Scaltenigo . Altri eventi simili sono la "Festa d'Autunno" e la "Festa della Castagna", tra fine settembre e i primi di ottobre. Ogni anno si svolge la LUSORE RUNNING , gestita e organizzata dalla associazione “LUSORE SPORT A.S.D.” con il patrocinio del comune di Mirano e della provincia di Venezia, con la collaborazione dell'ente autostrade di Mestre-Venezia, consorzio di bonifica acque risorgive. Il percorso per i veri appassionati di corse e nordic walking. La manifestazione si svolge ogni Settembre. Il fine ultimo è di raccogliere fondi per associazioni, scuole, o strutture che ne abbiano bisogno, oltre al rilancio sportivo della zona di Scaltenigo. Il gruppo punk rock Veneto, Rumatera, ha dedicato all’omonimo paese una canzone dal titolo “Scaltenigo” contenuta nell’album del 2017 #Ricchissimi. Nella canzone si descrive il paese e la vita monotona di un piccolo paese di periferia, raccontando la giovinezza è l’adolescenza e una successiva fuga dal paesello da parte del protagonista, e un successivo ritorno all’insegna della nostalgia Sito chiesa di Scaltenigo Venezia www.cattedradisanpietro.it Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Scaltenigo