place

Santa Maria di Sala

Pagine che utilizzano TimelinePagine con mappeSanta Maria di SalaSenza fonti - ottobre 2022Senza fonti - storia
Voci con codice VIAFVoci con codice WorldCat IdentitiesVoci non biografiche con codici di controllo di autorità
Villa Farsetti (Santa Maria di Sala)
Villa Farsetti (Santa Maria di Sala)

Santa Maria di Sala (Santa Marìa de Sała, o più semplicemente Sała, in veneto) è un comune italiano di 17 405 abitanti della città metropolitana di Venezia in Veneto. Il territorio del comune è inserito nel graticolato romano e fa parte del comprensorio del Miranese.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Santa Maria di Sala (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Santa Maria di Sala
Via dei Faggi,

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Santa Maria di SalaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.5089 ° E 12.0363 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Campo Sportivo

Via dei Faggi
30036
Veneto, Italia
mapAprire su Google Maps

Villa Farsetti (Santa Maria di Sala)
Villa Farsetti (Santa Maria di Sala)
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Villa Farsetti
Villa Farsetti

Villa Farsetti è una villa veneta realizzata nel contesto agricolo del Comune di Santa Maria di Sala, nella Città metropolitana di Venezia, dall'architetto senese Paolo Posi. L'opera, costruita nel trentennio compreso tra il 1744 e il 1774, venne commissionata da Filippo Farsetti. L'origine di questa villa risale ad ancor prima del Duecento quando, come risulta da vecchi e autentici documenti, apparteneva ai Sala, una famiglia patrizia padovana. Verso la metà del Settecento, il vecchio palazzo venne demolito e l'abate Filippo Farsetti vi realizzò la sua villa, costruendo giardini, labirinti, cedraie, serre, boschetti e l'orto botanico. L'attuale villa si estende per una lunghezza di 93 metri. La forma del vecchio palazzo, costituito da due ali a L che delimitavano una corte, ha influenzato la planimetria della successiva villa che presenta uno schema analogo. La modifica sostanziale rispetto all'impianto precedente riguarda invece l'orientamento del prospetto principale: non più rivolto verso la strada della chiesa, sulla quale mantiene un accesso secondario, bensì verso la strada Cavin di Sala, dalla quale è separata da un grande giardino. Varcato l'ingresso principale si accede alla grande area del prato antistante la villa, oltre la quale, nel retro, trova posto la corte contornata dalla lunga foresteria, dalla scuderia, da serre e limonaie. L'apparato decorativo della facciata principale dell'edificio è essenziale ed elegante: lesene e timpani sia triangolari che circolari inquadrano le finestre, mentre l'orizzontalità del prospetto è sottolineata da semplici cornici marcapiano, dal coronamento dentellato e dalla balaustra del terrazzo sommitale, presente lungo tutto l'edificio. Il preziosismo della villa raggiunge il massimo livello al piano terra grazie all'uso delle antichissime colonne. La facciata posteriore si discosta totalmente da quella principale per la mancanza di elementi decorativi, nonché delle convessità e concavità di cui è ricca quella anteriore.

Campocroce (Mirano)
Campocroce (Mirano)

Campocroce è una frazione del comune di Mirano nella città metropolitana di Venezia. L'omonima parrocchia, dedicata a Sant'Andrea, dipende dalla diocesi di Treviso, vicariato di Mirano. L'abitato si trova a circa 5 km verso sud ovest dal capoluogo, in direzione di Santa Maria di Sala. Principali corsi d'acqua sono il Lusore e il rio Caltressa. Secondo l'ipotesi più accreditata il toponimo sarebbe di origine romana, coniato quando fu realizzato un luogo di culto paleocristiano erigendo su un campo (conferma delle peculiarità agricole del graticolato) la Croce di Cristo. (Stangherlin, Venezia-Mestre, 1970). In effetti, molti altri toponimi della zona hanno origini latine, quali Veternigo (Veter vicus), Zianigo (Julii vicus), Campocesarano (località tra Campocroce e Zianigo, Campus Caesarianus). Nei documenti medievali in latino viene riportata la forma Campus Crucis. È da ritenere, quindi, che l'origine del nome Campocroce sia successiva alla colonizzazione del territorio a causa del tardivo affermarsi del cristianesimo in questi luoghi. La località, inserita nel graticolato romano, appartenne al territorio di Padova sin dall'epoca romana. Il Bonamico (Padova, 1874) afferma che la prima citazione del toponimo compare nel XIII secolo. Si tratta di una "ordinanza pubblicata nel 1265 dal podestà Gerardino Longo, nella quale tra le ville designate a concorrere alla costruzione dei ponti sparsi sul territorio padovano per quello sul torrente Tergola vennero a contribuire i villaggi di Ballò, Campocesarano, Cavorlegia, Canaceo, Campocroce, Fratte, Mirano, Scaltenigo, Vetrego e Zianigo". Un altro documento, datato 6 dicembre 1292, conferma l'esistenza di Campocroce come rettoria dipendente da Zianigo assieme a Veternigo e Salzano. Si tratta della notifica della scomunica lanciata dal Patriarca di Aquileia Raimondo della Torre alla città e alla diocesi di Treviso (Verci, Venezia, 1786-1791). Nel 1919 il conte Marco Soranzo donò al Santo Luigi Orione la villa veneta e la sua intera proprietà terriera per raccogliere gli orfani della prima guerra mondiale. Nel 1930 diventò un seminario. Codex Tarvisinus f. 49 presso A.S. VE Francesco Scipione Fapanni, La Congregazione di Mirano, M.S. 1850, n. 1377 presso la Biblioteca comunale di Treviso Antonio Scotti, Raccolta di Documenti, M.S. 1741, Tomo II presso la Biblioteca Comunale di Treviso catalogo n. 975. Luigi Zangrando, Note storiche del 1915 ms. A.V. TV busta Campocroce n. 21a. Luigi Zangrando, Memoria storica di Campocroce Padovana in occasione della Vis. Past. compiuta da Mons. A. G. Longhin il 7 dic. 1926 ms. A.V.TV.b. Campocroce di Mirano n. 21 Carlo Agnoletti, Memorie Storiche delle Chiese e Parrocchie della Diocesi di Treviso, Treviso, Premiato stabilimento tipografico Istituto Turazza, 1897. Carlo Agnoletti, Treviso e le sue Pievi, Treviso 1896-1898 (rist. anastatica, Bologna, Sala Bolognese Forni, 1978. ASCI, (a cura di), Mirano e il suo passato, Scorzé, 1968 Pierluigi Bembo, Delle istituzioni di beneficenza nella città e provincia di Venezia, studii storici-economici-statistici, Venezia, Naratovich, 1859. Emilio Bonamico, Mirano, monografia, Padova, 1874. Cesare Cantù, (a cura di) Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia storia delle città, dei borghi, comune, castelli, ecc. fino ai temi moderni, Milano, Corona e Caimi ed., 1858, vol. II Filippo Fanzago, Fotografia di Padova, Padova, 1856. Luigi Gallo, Mestre - Marghera - Abb. S.Ilario, Venezia, 1964. Giovanni Muneratti, Ricerca sulla costruzione della Torre Campanaria nel I Centenario dalla gettata delle fondamenta, in “La voce della Comunità Parrocchiale di Campocroce”, Bollettino della Parrocchia di Campocroce, c.i.p. luglio 1976. Dante Olivieri, Saggio di una illustrazione generale della toponomastica veneta, Città di Castello, 1915. Dante Olivieri, Toponomastica Veneta, Firenze, 1962. Luigi Pesce, Ludovico Barbo Vescovo di Treviso (1437—1443), Padova, 1969. Luigi Pesce, La Visita Pastorale di Sebastiano Soldati nella Diocesi di Treviso (1832-1838), Roma, 1975. Jacobus Salomonius, Agris Patavinis Inscriptiones, Padova, 1696. Gaetano Sorgato, Memorie Funebri, Padova, 1856. Antonio Stangherlin, Ville Venete nel Comune di Mirano, Venezia Mestre, 1970. B. Toderini, Mirano, memoria storica, Venezia, 1845. Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini e Codice Diplomatico Eceliniano, Bassano, St. Remondini, 1779. Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini, Venezia, st. Fontana, 1841. Giovanni Battista Verci, Storia della Marca Trivigiana e Veronese, Venezia, Storti, 1786-1791, ristampa anastatica, Bologna, Sala Bolognese Forni, 1980.