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Chiesa di San Raffaele (Milano)

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La chiesa di San Raffaele a Milano nella sua vista esterna
La chiesa di San Raffaele a Milano nella sua vista esterna

La chiesa di San Raffaele è un antico edificio che sorge nel centro di Milano in una traversa del Corso Vittorio Emanuele II, a lato del Duomo.

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Chiesa di San Raffaele (Milano)
Via San Raffaele, Milano Municipio 1

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Chiesa di San Raffaele

Via San Raffaele
20122 Milano, Municipio 1
Lombardia, Italia
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La chiesa di San Raffaele a Milano nella sua vista esterna
La chiesa di San Raffaele a Milano nella sua vista esterna
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Luoghi vicini

Monastero di Santa Radegonda

Il monastero di Santa Radegonda era assieme all'omonima chiesa un monastero benedettino milanese. Il complesso fu soppresso e parzialmente demolito nel 1781 per far posto alla attuale via Santa Radegonda. Sull'antecedente complesso architettonico che aveva ospitato il monastero di Santa Maria di Vigilinda (probabilmente la fondatrice), detto anche del San Salvatore sin dal VII secolo, nel 1130 venne fondato il monastero dedicato a santa Radegonda. Il motivo di questo cambio di intestazione verso la regina merovingia d'origine turingia, è da ricercare nella volontà dell'allora vescovo di Milano Anselmo della Pusterla di sostenere il partito di Corrado III e dell'antipapa Anacleto II, supportato anche dall'arcivescovo di Tours Ildeberto di Lavardin contro il partito del papa Innocenzo II e dell'imperatore Lotario II. Infatti Radegonda era stata un'importante figura nel monastero di Tours e questa intitolazione rappresentava una presa di posizione netta della città di Milano nello scontro fra i due papi che stavano contendendo il potere all'epoca (Innocenzo II e l'antipapa Anacleto II). Danneggiato dalle distruzioni delle truppe imperiali del Barbarossa nel 1162, come risarcimento il monastero ricevette una casa e un terreno appartenente al vescovo Galdino della Sala (1166-1176). Nel secolo XVII, secondo quanto riferì il contemporaneo Filippo Picinelli, «le monache di Santa Radegonda di Milano, nel possesso della musica sono dotate di così rara isquisitezza, che vengono riconosciute per le prime cantatrici d'Italia. Vestono l'abito cassinense del P. S. Benedetto, e pure sotto le nere spoglie sembrano à chi le ascolta, candidi, armoniosi cigni, che, e riempiono i cuori di maraviglia, e rapiscono le lingue à loro encomij. Frà quelle religiose, merita sommi vanti Donna Chiara Margarita Cozzolani, Chiara di nome, ma più di merito; e Margarita[1], per nobiltà d'ingegno, rara, ed eccellente, che se nell'anno 1620. ivi s'indossò quell'habito sacro, fece nell'essercitio della musica riuscite così grandi; che dal 1640. fino al 1650. hà mandato alle stampe, quattro opere di musica»[2]. Il complesso risultò veramente grandioso, con quattro chiostri che includevano San Raffaele e San Simplicianino. La chiesa era doppia, secondo l'uso monastico, e custodiva numerose reliquie: la scheggia della Croce, una Spina, un frammento del velo di Maria e della Maddalena. Il monastero rientrò nelle soppressioni giuseppine: le monache vennero trasferite a Santa Prassede (area dell'odierno palazzo di Giustizia) e nel 1781 si aprì la strada che vediamo oggi e il sito dell'ex monastero ospitò poi un omonimo teatro (per circa un secolo) finché nel 1883 fu aperta al suo posto la centrale termoelettrica di Santa Radegonda (la prima dell'Europa continentale, la terza al mondo dopo Londra e New York) poi chiusa nel 1926. Nel 1855 la chiesa del precedente monastero serviva gli scalpellini della Fabbrica del Duomo ma fu chiusa e sconsacrata nel 1899. Chiese di Milano Chiese scomparse di Milano

Monumento ad Alessandro Manzoni (Milano)
Monumento ad Alessandro Manzoni (Milano)

Il monumento ad Alessandro Manzoni è una statua in bronzo di Francesco Barzaghi (1839-1892) eretta nel 1883 in piazza San Fedele a Milano di fronte alla chiesa. Sui gradini di quella chiesa il 6 gennaio 1873 il Manzoni cadde uscendo da messa procurandosi una ferita al capo che lo portò alla morte il 22 maggio di quello stesso anno. L'erezione del monumento, "in dimensioni alquanto maggiori del vero [...] sopra semplice ed elegante piedestallo", venne deliberata dal Consiglio Comunale nell'assemblea del 17 aprile 1878; si decise di innalzarlo in piazza San Fedele, località scelta da 33 consiglieri contro 30 che avevano invece proposto di erigerlo in piazza Belgioso, nei pressi dell'abitazione dello scrittore. Il punto prescelto era fra la chiesa e il luogo ove sorgeva, fino al 1814, il demolito palazzo Sannazzari in cui risiedeva il Ministro delle Finanze napoleonico Giuseppe Prina, trucidato nell'aprile di quell'anno nei pressi di casa Manzoni; Manzoni aveva assistito al linciaggio del Prina e ne aveva trasferito la scena in un episodio dei Promessi Sposi. La commissione per l'erezione del monumento era stata nominata dalla giunta municipale il 24 luglio 1876 e composta dai senatori Carlo Barbiano di Belgioioso e Tullo Massarani e dal pittore e storico dell'arte professor Antonio Caimi. Il bronzo venne fuso a Milano su disegno dei Barzaghi il 3 maggio 1883 nella fonderia Barigozzi-Barzaghi: il metallo pesa 18 tonnellate ed è composto da 88 parti di rame e 12 di stagno. La statua poggia su un basamento in granito rosso e ritrae lo scrittore in piedi, in espressione assorta e con la gamba sinistra portata in avanti nell'atto di camminare; con la mano sinistra dietro la schiena, tiene nella destra il libro delle Georgiche di Virgilio. Il monumento, posto in linea retta di fronte al portone di San Fedele, non è tuttavia allineato perfettamente alla chiesa, risultando bensì spostato e ruotato verso destra in modo da non coprire la vista del portone stesso. Sulla parte anteriore del piedestallo l'incisione «F.Barzaghi fece 1883»; sulla parte posteriore «Barigozzi e Barzaghi fusero». Nel 1923, per i cinquanta anni della morte del Manzoni, una corona di alloro in bronzo fu applicata alla base anteriore del piedestallo, dove tuttora si trova. La statua venne scoperta alle ore 15 di martedì, 22 maggio 1883, in concomitanza con la Festa manzoniana, serie di celebrazioni che si tennero per il decimo anniversario della morte dello scrittore. All'inaugurazione, seguita alla traslazione delle spoglie del poeta al Famedio del Cimitero Monumentale, erano presenti il Principe di Genova Tommaso di Savoia e la consorte principessa Isabella di Baviera, accolti da una numerosissima schiera di invitati e dalla cittadinanza in festa. Un lungo discorso commemorativo venne tenuto dal sindaco di Milano Giulio Bellinzaghi, seguito da brevi discorsi del senatore Giulio Carcano e dal deputato Emanuele Borromeo. Allo scoprimento della statua al Principe e alla Principessa fu presentato lo scultore Barzaghi, artefice del monumento. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su monumento ad Alessandro Manzoni

Basilica maior
Basilica maior

La basilica di Santa Tecla (nomi originari paleocristiani basilica maior o basilica nova) fu un'antica basilica paleocristiana di Milano, oggi non più esistente, che si trovava sull'odierna piazza del Duomo, di fronte alla Cattedrale di Santa Maria Maggiore, ovvero l'odierno Duomo di Milano. Realizzata nel 350, venne edificata in epoca romana tardoimperiale nel periodo in cui la città romana di Mediolanum (la moderna Milano) era capitale dell'Impero romano d'Occidente (ruolo che ricoprì dal 286 al 402). La basilica maior fu demolita nel 1461 per poter permettere la costruzione del Duomo di Milano. La basilica maior, insieme ai vicini edifici della basilica vetus (poi ridenominata cattedrale di Santa Maria Maggiore), del battistero di San Giovanni alle Fonti e del battistero di Santo Stefano alle Fonti, formava il "complesso episcopale". La presenza di due basiliche molto ravvicinate era infatti comune nel Nord Italia durante l'età costantiniana e si poteva trovare, in particolare, in città sedi vescovili. Era una basilica a cinque navate. Dai rilievi e dagli studi effettuati pare avesse una lunghezza totale di 67,60 metri e una larghezza di 45,30 metri. Nello stesso luogo dove era situata la basilica di Santa Tecla, in epoca romana, sorgeva un tempio pagano dedicato a Minerva, che a sua volta era stato costruito sulle vestigia di un precedente tempio celtico dedicato alla dea Belisama. I resti musealizzati della basilica maior si possono vedere nel mezzanino della stazione Duomo della linea M1 della metropolitana di Milano.