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Stazione di Bari Scalo

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Stazione di Bari Scalo (FAL)
Stazione di Bari Scalo (FAL)

La stazione Bari Scalo è una stazione ferroviaria di Bari. La stazione serve per la tratta ferrovia Bari-Matera-Montalbano Jonico delle Ferrovie Appulo Lucane. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Bari Scalo

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Bari Scalo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Bari Scalo
Via Pietro Colletta, Bari Picone

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 41.114874 ° E 16.854095 °
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Indirizzo

Bari Scalo

Via Pietro Colletta
70124 Bari, Picone
Puglia, Italia
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Stazione di Bari Scalo (FAL)
Stazione di Bari Scalo (FAL)
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Luoghi vicini

Libertà (Bari)
Libertà (Bari)

Libertà è un quartiere di Bari, appartenente dal 2014 al I municipio (ex VIII circoscrizione). Si estende fra via Brigata Regina (ovest), via Alessandro Manzoni (est), corso Italia (sud) e il Lungomare Vittorio Veneto (nord). Il quartiere fu costruito agli inizi del '900 per far fronte alla crescita demografica che riguardava la città. Il nome Libertà è stato scelto in quanto i primi palazzi costruiti presentavano caratteristiche in stile Liberty, tra cui le ringhiere in ferro battuto con decorazioni floreali. La rapida costruzione per tutto il ventesimo secolo non ha incluso la costruzione di aree verdi eccetto per il piccolo giardino "Mimmo Bucci", per i giardini di Piazza Giuseppe Garibaldi, sita al confine col quartiere Murat, e per alcuni viali alberati. Il quartiere confina: a nord con la costa Adriatica; a est con il quartiere Murat; a sud con il quartiere Picone; a sud-ovest con il quartiere Stanic; a ovest con il quartiere Marconi - San Girolamo - Fesca. Assieme a Madonnella, Carrassi e Picone, costituisce la fascia dei quartieri peri-centrali, caratterizzati da un'urbanistica risalente alla prima metà del novecento, con strade piuttosto strette se rapportate al traffico automobilistico, e pochi assi viari di grande dimensione. Il quartiere ospita, fra l'altro, il tribunale civile, l'ex Manifattura dei tabacchi dove verrà situata la nuova sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il liceo classico 'Q. Orazio Flacco', il liceo artistico 'Pino Pascali', l'istituto salesiano 'SS. Redentore'. Nella zona nord-ovest del quartiere, verrà realizzata a breve un nuovo edificio residenziale e un parco pubblico la cui progettazione è stata affidata all'architetto Stefano Boeri.

Chiesa del Preziosissimo Sangue in San Rocco
Chiesa del Preziosissimo Sangue in San Rocco

La chiesa del Preziosissimo Sangue in San Rocco di Bari è una chiesa parrocchiale, amministrativamente sede dell'omonima parrocchia dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto. La costruzione dell'edificio avvenne dal 1878 al 1883 (anno in cui venne consacrata). All'interno le arcate, che separano le tre navate, sono rivestite di marmo rosso di Verona, così come anche i piedritti ornati con dei capitelli, quasi come fossero delle colonne. Sull'altare maggiore domina un crocifisso, all'interno di un riquadro, che accoglieva precedentemente la tela di san Rocco, mentre gli altari laterali, partendo dalla navata di sinistra, presentano delle immagini, di san Gaspare, fondatore dei missionari del Preziosissimo Sangue, della Madonna del Rosario e di sant'Anna. Sul lato destro vi sono le immagini, in cartapesta, di santa Rita da Cascia, una tela di santa Maria De Mattias fondatrice delle suore adoratrici del Sangue di Cristo, l'immagine in cartapesta di sant'Antonio di Padova e la tela rappresentante san Rocco. Nella navata centrale sono presenti le spoglie mortali di Francesco Pedicini, vescovo della arcidiocesi di Bari-Bitonto, che fece erigere, a sue spese, la chiesa e la affidò ai missionari del Preziosissimo Sangue. Ai lati sinistro e destro del presbiterio posto nella navata centrale sono presenti le lapidi che raccontano della costruzione della stessa. A destra la lapide cita: "A Dio l'ottimo, il massimo in onore del san Rocco confessore, principe un tempo dei Pessulani, il tempio è stato voluto dall'arcivescovo barese Francesco Pedicini, perché il precedente era piccolo e povero. Don Federico Renzullo, superiore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, commissionò all'impresa di A. Contegiacomo e I. Pece una grande e rinnovata costruzione con volte decorate e rifatte. Egli curò la costruzione degli altari minori e con vani simili dedicati al Sacratissimo Cuore di Gesù e alla Madonna del Rosario. La stessa chiesa contiene l'altare maggiore eretto dalle fondamenta nell'anno del recuperato benessere 1931" A sinistra: "A Dio, nell'anno di grazia, il 1º febbraio 1934, fu fatta questa stessa chiesa di San Rocco confessore, liberatore dalla peste, con solerte cura dei Missionari e con gran lavoro per la ricostruzione. Quando Antonio Velardi era Generale della Congregazione e Federico Renzullo era superiore, Alessio S.R.E. Cardinale Ascalesi, Arcivescovo di Napoli consacrò con rito solenne al santo e dedicò alla Pia e Santa Vergine Immacolata, nello stesso giorno della festa della dedicazione per la chiesa romana missionaria". Sulla cantoria posta sopra il portone centrale è situato l'antico organo a canne che, inizialmente funzionante a mantice, dopo i lavori di restauro avvenuti durante l'anno 2012 a cura della ditta Consoli, è stato modificato e ristrutturato a norma delle norme liturgiche con un sistema semielettronico. La console, posta tra il presbiterio e la navata destra, è stata sostituita anch'essa con un modernissimo sistema semielettronico. Nel corso degli ultimi decenni la chiesa ha subito due ristrutturazioni rese necessarie per la presenza di infiltrazioni nella volta, così anche il campanile che ha visto rinnovato l'impianto sonoro per le campane. L'erezione canonica da chiesa di San Rocco a parrocchia Preziosissimo Sangue in San Rocco avvenne il 4 luglio 1942. Attualmente la parrocchia è guidata dai Missionari del Preziosissimo Sangue fondati da san Gaspare del Bufalo nel 1815. Michele Colagiovanni. I Missionari del Preziosissimo Sangue a Bari. Bari. CPPS, 1992. San Gaspare del Bufalo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa del Preziosissimo Sangue in San Rocco Parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco, su parrocchiapreziosissimosanguebari.it. Scheda della Diocesi di Bari - Bitonto, su arcidiocesibaribitonto.it. "Occhio alla Parrocchia" Periodico ufficiale di informazione religiosa, su occhioallaparrocchia.it. URL consultato il 22 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2015).

Poggiofranco

Poggiofranco è un quartiere di Bari, appartenente dal 2014 al II municipio (ex III circoscrizione). Il quartiere si trova nelle vicinanze del centro della città a circa 4 km di distanza da esso e confina: a nord e a ovest con il quartiere Picone delimitato da: viale Papa Giovanni XXIII, viale Domenico Cotugno, via Generale Nicola Bellomo e Strada Torre Tresca fino al ponte della tangenziale; a est con il quartiere Carrassi delimitato da via Giulio Petroni; a sud con il quartiere Carbonara di Bari delimitato dalla tangenziale SS16. Ovest con Via Giuseppe Tatarella, nord con Viale Papa Giovanni XXIII, sud con la SS16, est con Via Giulio Petroni Il quartiere Poggiofranco è considerato da alcuni parte integrante del vicino quartiere Picone, poiché ne rappresenta l'area più moderna. La sua è una storia recente, dal momento che è nato immediatamente dopo la grande espansione di Bari iniziata negli anni venti, ed è costituito in prevalenza da moderne costruzioni, circondate da numerose aree adibite a verde, il cui nome, Poggiofranco, risale alla famiglia Amoruso Manzari, un tempo proprietaria di molti suoli nella zona, a ricordo del capostipite "Francesco". Attualmente è uno dei rioni dall'aspetto più moderno di Bari, per la presenza di alti palazzi e numerosi edifici commerciali, ubicati principalmente nella zona comprendente le aree di circolazione denominate via Camillo Rosalba (la via principale del quartiere), via Salvatore Matarrese, via Orfeo Mazzitelli, via Antonio Lucarelli e via Giulio Petroni. L'attuale Presidente del Municipio II è l’avv. Gianlucio Smaldone. Liceo Linguistico e Istituto Tecnico Economico Marco Polo - Sito web Liceo Classico Socrate - Sito web Istituto Professionale per l'Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera Armando Perotti - Sito web Istituto Professionale Statale per i Servizi Commerciali e Turistici Nicola Tridente - Sito web Scuola Media Statale Tommaso Fiore - Sito web Scuola Media Statale Nicola Zingarelli - Sito web È possibile raggiungere il quartiere Poggiofranco con i seguenti mezzi pubblici: Linee di autobus dell'AMTAB: 6, 9, 10, 11, 11/, 27, D; Tangenziale di Bari SS 16, uscita 11. Bari Quartieri di Bari Picone (Bari)

Chiesa di San Giorgio degli Armeni

La chiesa di San Giorgio dei Martiri è una chiesa medievale che sorge nella via omonima della zona industriale di Bari. Anticamente sorgeva al centro di uno snodo viario che conduceva a Bitetto e al casale di Lucignano dove oggi sorge la Masseria Madia Diana (anticamente detta Due Torri). La via costeggiava anche Lama Lamasinata. Sembra sia stata eretta dall'armeno Mosese, secondo quanto si legge nel Codice Diplomatico Barese del 1005 e del 1210 (citata come S. Giorgio dei Martiri, o degli Armeni). Secondo la datazione proposta da Melchiorre la chiesa risalirebbe all'XI secolo. Da non confondersi con la chiesa di San Giorgio degli Armeni che era ubicata nella Corte del Catapano, nella zona ove sorge la Basilica di San Nicola. Alcuni studiosi, tra cui Lavermicocca, ritengono che la chiesa eretta da Mosese armeno sia quest'ultima e non quella fuori Bari in contrada San Giorgio. Anche Licinio e Porsia in Storia di Bari. Dalle Origini al Mille tengono distinte le due chiese: quella extra moenia era denominata San Giorgio martire, mentre quella intra moenia è ricordata nel Codice diplomatico barese come San Giorgio degli armeni o San Giorgio al porto. Tale denominazione dovrebbe togliere ogni dubbio circa l'ubicazione della chiesa nella corte del Catapano. Una lapide posta all'interno ci informa di alcuni rimaneggiamenti risalenti al 1920, opera di Nicola Scattarelli, che ne hanno compromesso l'aspetto originario come descritto da Mongiello, con l'aggiunta di stucchi decorativi. Forse è da identificare con una chiesa riportata nel Codice diplomatico barese denominata S. Giorgio di Pappacilizio (1290, 1314). Dal maggio 1977 la chiesa è tutelata da un vincolo architettonico e dal 2014 per proteggerla da ulteriori atti vandalici è stato murato l'ingresso. L'edificio della chiesa è pianta centrale a croce greca contratta coperta da cupola e segue l'orientamento classico. Paragonabile per la planimetria alla chiesa di Torre San Croce in territorio di Bitonto e ad altre chiese costruite secondo una tipologia diffusa in terra di Bari, come ad esempio la Chiesa di San Vito a Corato. Due nicchie ai lati dell'abside, l'accomunano alla chiesa dedicata a San Basilio, un altro esemplare a croce greca contratta che si trova in agro di Giovinazzo, dove però le nicchie sono molto più grandi e allungate, al punto da dare l'impressione di essere due absidiole affiancate al principale. Marcello Petrignani, Franco Porsia, Bari, pp. 18–19; Codice Diplomatico Barese, IV, n. 9, a. 1005, a. 1210; Vito Antonio Melchiorre, Bari, 1987 p. 286; Luigi Mongiello, Chiese di Puglia. Il fenomeno delle chiese a cupola, Mario Adda Editore, p. 103, 1988; Nino Lavermicocca, Bari bizantina, Edizioni di Pagina, 2004; AA. VV., Storia di Bari, I. Dalle origini al Mille, a cura di G. Musca, Laterza, 1989.

Palazzo Fizzarotti
Palazzo Fizzarotti

Il Palazzo Fizzarotti è uno storico edificio di Bari in Puglia. Eretto nel centro della città nel 1910, in stile eclettico ispirato al gotico veneziano, fu commissionato dal banchiere e imprenditore Emanuele Fizzarotti e progettato dall’architetto Ettore Bernich, caposcuola dell’eclettismo italiano. Il palazzo conserva al suo interno sale riccamente decorate, ciascuna con un preciso stile artistico e l’impiego e l’associazione di materiali e tecniche diverse. Costruito al di sopra della sorgente sotterranea “Mare Isabella”, Palazzo Fizzarotti presenta più strati architettonici. Nel suo interno sono visibili strutture del XIII secolo risalenti a vecchi conventi e stazioni di ristoro esterne alle mura della città medioevale. Nel 1850, con l’abbattimento delle mura medioevali e l’ampiamento della città attraverso il quartiere murattiano, vengono connesse due zone di suolo da Nicola Lagattola. Nel novembre 1858 gli eredi Lagattola vendono il terreno a Nicola Loiacono che costruisce piano terra e primo piano in stile barocchetto, demolendo e inglobando al suo interno le antiche strutture duocentesche. L'ultima erede Loiacono, Rosa, vende nel 1879 l’intero complesso all'imprenditore Emanuele Fizzarotti che lo modifica, sopraelevando il secondo e terzo piano e applicando una facciata gotica veneziana. Il Fizzarotti, un uomo estremamente attento alla cultura, all'arte e alla musica, volle fare del Palazzo un contenitore culturale, infatti la sua costruzione e decorazione divenne un’opera di mecenatismo che impegnò maestranze a livello locale e nazionale. Il costruttore fu Nicolangelo Favia, sotto la direzione di Cesare Augusto Corradini che disegnò e dipinse anche opere pregevoli fra cui L’arrivo a Bari nel 1002 del Doge Orseo II che libera la città ed Il corteo nuziale di Federico II e Iolonda de Brienne. Alla maestria del pittore Rega si deve il meraviglioso ciclo del Salone delle Arti e del lavoro e a maestranze provenienti da Venezia e Ravenna i fregi e le opere murarie. In seguito alla scomparsa di Emanuele Fizzarotti, sopraggiunta nel 1926, il palazzo divenne prima, negli anni 1930, proprietà e sede della Banca del Fucino e poi, dopo lo sbarco degli alleati nel sud Italia, sede del Circolo Ufficiali Alleati. Tra gli anni 1960 e 1980 fu invece sede degli uffici della Comunità Europea. Nel 1947 Giosuè Poli prende la gestione di Palazzo Fizzarotti a nome dell’Immobiliare Pugliese S.p.A. A partire da quel momento, l'Immobiliare Pugliese e i suoi azionisti si sono impegnati prima nella salvaguardia del palazzo da pressioni politiche e finanziarie, quindi poi al suo recupero e valorizzazione. Oggi Palazzo Fizzarotti è anche sede Il dell'Archivio Poli, che custodisce il contributo del molfettese Giosuè Poli, dirigente sportivo, organizzatore e atleta, nella ristrutturazione sociale del territorio pugliese e dello sport italiano, durante e dopo la seconda guerra mondiale. L’archivio è al momento in fase di digitalizzazione e può essere consultato per appuntamento. Comprende, tra gli altri, rari documenti, fotografie e lettere anche dal fronte a partire dal 1915 sino al 1969. La facciata del “Palazzo Fizzarotti” è rivolta a mezzogiorno ed è strutturata in cinque arcate ogivali, affiancate, all’estremità, da due torri, sormontate da cupole finemente decorate, con mosaici a foglia d’oro, raffiguranti il “sol levante Quattro medaglioni a mosaico policromo con fondo a foglia d’oro ornano la facciata rappresentano la Fenicia; il vecchio stemma della città di Bari con il mitico fondatore della città, “Barinon”; lo stemma della città di Lecce, da cui la Famiglia Fizzarotti proveniva; l’allusivo stemma personale di Emanuele Fizzarotti “quamquam fractae vulnerant” (malgrado siano rotte feriscono ancora). I balconi, le finestre, trifore e bifore, sono in pietra merlettata come tutta la facciata. Quest’ultima manifesta un armonioso contrasto tra la compatta ma semplice pietra e le linee degli archi, a sesto acuto che, insieme ai pilastri in rilievo, con relativi basamenti e capitelli, incorniciano tre livelli di finestre bifore rastremate. II piano terzo sopra è percorso, per tutta la sua lunghezza, da un loggiato, il cui colonnato sostiene il pregevole ed importante cornicione. Attraversato il portone in massello di quercia intagliato ci troviamo nell’androne, aperto sul retro in un giardino monumentale ospitante una fontana con la statua del Nettuno. Lo scalone monumentale, come lo stesso giardino, sono realizzati con la stessa cura di particolari e diversità di tecniche esecutive che caratterizzano le sale di rappresentanza del primo piano. terminano al terzo piano in una volta a crociera decorata con un cielo stellato di un intenso azzurro rappresentante i dodici segni zodiacali. Nella sovrabbondanza di elementi decorativi, stemmi e piccoli inserti narrativi, si distinguono quattro dipinti murari rappresentanti delle quattro stagioni, personificate da figure in costumi vagamente quattrocenteschi. Due delle quattro scene, tutte costituite da tre figure, si attengono alla tradizionale iconografia dedicati alla mietitura e alla vendemmia. Due, più “libere”, si presentano una la composizione riguardante l’inverno e l’altra, con la coppia dei giovani innamorati in un paesaggio fiorito, allude alla primavera. Grande interesse e attenzione suscitano le quattro sale di rappresentanza: il Salone delle Arti e del Lavoro, il Salone Trecentesco, il Salone Rosa e il Salone del Caminetto a cui si accede attraverso il cosiddetto Salottino d’attesa dove si trova un importante mosaico pavimentale che raffigura la testa alata di Mercurio, dio del Commercio, chiara allusione alle attività finanziarie redditizie del proprietario del palazzo, esponente di primo piano della Bari moderna. Christine Farese Sperken e Fabio Mangone, Palazzo Fizzarotti, Sfera Edizioni, 2019, ISBN 978-8885753068. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Fizzarotti