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Ponte Adriatico

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Ponte Adriatico near the railway station
Ponte Adriatico near the railway station

Il Ponte Adriatico è un ponte strallato situato a Bari e inaugurato nel dicembre 2016. Attraversa la ferrovia collegando via Tatarella con via Sangiorgi.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ponte Adriatico (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Ponte Adriatico
Strada vicinale San Giorgio Martire, Bari Municipio 2

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 41.11957 ° E 16.84826 °
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Indirizzo

Ponte Adriatico

Strada vicinale San Giorgio Martire
70123 Bari, Municipio 2
Puglia, Italia
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Ponte Adriatico near the railway station
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Luoghi vicini

Libertà (Bari)
Libertà (Bari)

Libertà è un quartiere di Bari, appartenente dal 2014 al I municipio (ex VIII circoscrizione). Si estende fra via Brigata Regina (ovest), via Alessandro Manzoni (est), corso Italia (sud) e il Lungomare Vittorio Veneto (nord). Il quartiere fu costruito agli inizi del '900 per far fronte alla crescita demografica che riguardava la città. Il nome Libertà è stato scelto in quanto i primi palazzi costruiti presentavano caratteristiche in stile Liberty, tra cui le ringhiere in ferro battuto con decorazioni floreali. La rapida costruzione per tutto il ventesimo secolo non ha incluso la costruzione di aree verdi eccetto per il piccolo giardino "Mimmo Bucci", per i giardini di Piazza Giuseppe Garibaldi, sita al confine col quartiere Murat, e per alcuni viali alberati. Il quartiere confina: a nord con la costa Adriatica; a est con il quartiere Murat; a sud con il quartiere Picone; a sud-ovest con il quartiere Stanic; a ovest con il quartiere Marconi - San Girolamo - Fesca. Assieme a Madonnella, Carrassi e Picone, costituisce la fascia dei quartieri peri-centrali, caratterizzati da un'urbanistica risalente alla prima metà del novecento, con strade piuttosto strette se rapportate al traffico automobilistico, e pochi assi viari di grande dimensione. Il quartiere ospita, fra l'altro, il tribunale civile, l'ex Manifattura dei tabacchi dove verrà situata la nuova sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il liceo classico 'Q. Orazio Flacco', il liceo artistico 'Pino Pascali', l'istituto salesiano 'SS. Redentore'. Nella zona nord-ovest del quartiere, verrà realizzata a breve un nuovo edificio residenziale e un parco pubblico la cui progettazione è stata affidata all'architetto Stefano Boeri.

Porto di Bari
Porto di Bari

Il porto di Bari (in sigla BRI) è un'infrastruttura marittima sita in corrispondenza della città di Bari, in Puglia; il suo traffico è prevalentemente diretto verso la penisola balcanica e il Medio Oriente. Nel 2018 ha movimentato poco più di 1 milione di passeggeri su traghetti e circa 573.000 crocieristi. Il porto storico è situato a sud ed è anch'esso prevalentemente a funzione commerciale. La parte settentrionale è composta dal molo Sant'Antonio, quella più meridionale dal molo San Nicola. I fondali di questa zona di porto sono profondi poco più di 2,5 metri. Il porto presenta 2 banchine destinate alla pesca, rispettivamente di 350 e 180 m con 180 punti di attracco. Il porto nuovo, prevalentemente a funzione commerciale, è composto ad est da un grande molo foraneo e a ovest dal molo San Cataldo. All'interno dell'area portuale ci sono cinque bacini: Bacino Grande, Darsena di Ponente, Darsena di Levante, Darsena Vecchia e Darsena Interna. Il porto è aperto a NNW ed è esposto ai venti di tramontana e maestrale. I fondali variano da 3 a 12 m e consentono l'ormeggio di navi sia commerciali che passeggeri delle dimensioni di oltre 300 metri di lunghezza. All'interno del porto nuovo di Bari sono disponibili servizi di assistenza tecnica e rifornimento carburanti per imbarcazioni da diporto. Nello specifico: Nel porto barese attualmente sono in corso diversi lavori di ristrutturazione ed ampliamento (tra le più importanti, il completamento della colmata di Marisabella) finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e realizzati dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (subentrata all'Autorità Portuale del Levante) che è l'Ente individuato dalla legge per la gestione ed amministrazione del demanio marittimo ed il controllo ed autorizzazione di tutte le attività svolte dai privati nell'ambito portuale. Il progetto dei lavori è incentrato al miglioramento dei servizi e dei controlli di frontiera e ad un forte potenziamento infrastrutturale. La realizzazione di una nuova arteria di collegamento con l'Autostrada Adriatica. Albania Durazzo con Ventouris Ferries, Adria Ferries e Grandi Navi Veloci Croazia Ragusa con Jadrolinija Spalato con Jadrolinija Grecia Igoumenitsa con Superfast Ferries e Ventouris Ferries Corfù con Superfast Ferries e Ventouris Ferries Patrasso con Superfast Ferries Cefalonia con Ventouris Ferries Italia Venezia con Grimaldi Lines Trieste con DFDS e Ekol Logistics Grecia Patrasso con Grimaldi Lines Turchia Yalova con DFDS Negli ultimi anni il Porto di Bari ha aumentato i traffici passeggeri legati alle crociere. Infatti a cavallo fra il vecchio e il nuovo secolo è avvenuta la costruzione del terminal crociere presso la banchina dedicata ai fratelli Giuseppe e Salvatore Tatarella. In caso di navi maggiori di 290 m circa, è stata allestita presso la darsena di ponente una seconda area per accogliere i passeggeri appena sbarcati. Le compagnie di crociere che hanno transitato o che vi transitano tuttora sono: AIDA Cruises Costa Crociere MSC Crociere Phoenix Reisen Celebrity Cruises Royal Caribbean International TUI Cruises Le molteplici funzioni operative del porto di Bari possono contare su banchine attrezzate per la movimentazione di ogni tipo di merce e su una eccellente rete di collegamenti con ogni modalità di trasporto. Anche grazie a tali caratteristiche il Porto di Bari è stato incluso nelle reti TEN-T dall'Unione europea come porto core del corridoio Helsinki-La Valletta. Attraverso il Porto di Bari è possibile esportare ed importare merci verso/da ogni parte del mondo grazie alla presenza di una linea container della MSC collegata con il porto hub di Gioia Tauro. Dal 10 marzo al 22 giugno, i collegamenti tra Italia ed Albania, sono stati riservati esclusivamente alle merci. Tale decisione, presa dal ministro delle infrastrutture albanesi, Belinda Balluku è scaturita in seguito alle misure restrittive prese dal governo italiano per contrastare la diffusione dell'epidemia Covid-19. Dal 22 giugno, le disposizioni sono state allentate, consentendo per prima lo spostamento ai cittadini albanesi con residenza permanente in Italia e successivamente (dal 1 luglio) la riapertura dei confini. Analoghi provvedimenti sono stati presi anche dai governi della Grecia, Croazia e Montenegro. Sul fronte crociere, sono stati annullati tutti gli scali precedentemente programmati dal 29 marzo al 7 settembre. All'interno del porto, è assicurato un servizio gratuito di navette che collegano l'ansa di Marisabella con la Stazione Marittima ed il Terminal Crociere. Dall'esterno, il porto è raggiungibile dalle strade: Bologna - Taranto Uscita Bari Nord Strada statale 16 Adriatica Uscita 4 Bari Via Napoli Tramite autobus: Linea circolare 50 dell'AMTAB Stazione Bari Centrale (Piazza Moro) - Porto di Bari (Varco Dogana - Terminal Crociere) Infine, è possibile raggiungere il centro città mediante taxi grazie alle postazioni presenti al terminal crociere e alla stazione marittima. Porti d'Italia per flusso di passeggeri Porti d'Italia per flusso di merci Bombardamento di Bari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su porto di Bari Sito ufficiale dell'Autorità portuale del Levante, su aplevante.org. URL consultato il 16 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2022).

Chiesa di San Giorgio degli Armeni

La chiesa di San Giorgio dei Martiri è una chiesa medievale che sorge nella via omonima della zona industriale di Bari. Anticamente sorgeva al centro di uno snodo viario che conduceva a Bitetto e al casale di Lucignano dove oggi sorge la Masseria Madia Diana (anticamente detta Due Torri). La via costeggiava anche Lama Lamasinata. Sembra sia stata eretta dall'armeno Mosese, secondo quanto si legge nel Codice Diplomatico Barese del 1005 e del 1210 (citata come S. Giorgio dei Martiri, o degli Armeni). Secondo la datazione proposta da Melchiorre la chiesa risalirebbe all'XI secolo. Da non confondersi con la chiesa di San Giorgio degli Armeni che era ubicata nella Corte del Catapano, nella zona ove sorge la Basilica di San Nicola. Alcuni studiosi, tra cui Lavermicocca, ritengono che la chiesa eretta da Mosese armeno sia quest'ultima e non quella fuori Bari in contrada San Giorgio. Anche Licinio e Porsia in Storia di Bari. Dalle Origini al Mille tengono distinte le due chiese: quella extra moenia era denominata San Giorgio martire, mentre quella intra moenia è ricordata nel Codice diplomatico barese come San Giorgio degli armeni o San Giorgio al porto. Tale denominazione dovrebbe togliere ogni dubbio circa l'ubicazione della chiesa nella corte del Catapano. Una lapide posta all'interno ci informa di alcuni rimaneggiamenti risalenti al 1920, opera di Nicola Scattarelli, che ne hanno compromesso l'aspetto originario come descritto da Mongiello, con l'aggiunta di stucchi decorativi. Forse è da identificare con una chiesa riportata nel Codice diplomatico barese denominata S. Giorgio di Pappacilizio (1290, 1314). Dal maggio 1977 la chiesa è tutelata da un vincolo architettonico e dal 2014 per proteggerla da ulteriori atti vandalici è stato murato l'ingresso. L'edificio della chiesa è pianta centrale a croce greca contratta coperta da cupola e segue l'orientamento classico. Paragonabile per la planimetria alla chiesa di Torre San Croce in territorio di Bitonto e ad altre chiese costruite secondo una tipologia diffusa in terra di Bari, come ad esempio la Chiesa di San Vito a Corato. Due nicchie ai lati dell'abside, l'accomunano alla chiesa dedicata a San Basilio, un altro esemplare a croce greca contratta che si trova in agro di Giovinazzo, dove però le nicchie sono molto più grandi e allungate, al punto da dare l'impressione di essere due absidiole affiancate al principale. Marcello Petrignani, Franco Porsia, Bari, pp. 18–19; Codice Diplomatico Barese, IV, n. 9, a. 1005, a. 1210; Vito Antonio Melchiorre, Bari, 1987 p. 286; Luigi Mongiello, Chiese di Puglia. Il fenomeno delle chiese a cupola, Mario Adda Editore, p. 103, 1988; Nino Lavermicocca, Bari bizantina, Edizioni di Pagina, 2004; AA. VV., Storia di Bari, I. Dalle origini al Mille, a cura di G. Musca, Laterza, 1989.

Centrale termoelettrica Bari

La centrale termoelettrica di Bari è stato il primo grande impianto termoelettrico costruito in Puglia, destinato a sostituire la miriade di piccole aziende produttrici presenti sul territorio e soddisfare l'incremento della richiesta di energia elettrica, in quel periodo sempre crescente, in modo da favorire il processo di industrializzazione del Mezzogiorno. La Società Generale Pugliese di Elettricità individuò il sito per la sua costruzione ai limiti della zona industriale della città di Bari ed in prossimità della sottostazione elettrica Bari-Nord della Società Meridionale Elettrica servita da linee elettriche a 150 kV. La sua costruzione fu autorizzata nell'agosto del 1955 per due gruppi da 60.000 kW di potenza, poi passati a tre da 68.500 kW per un totale di 205.500 kW con decreto nº63 del Ministero dell'industria il 18 gennaio 1957. La prima sezione entrò in servizio il 9 luglio 1958, la seconda il 31 gennaio 1959 e la terza il 25 novembre 1959. In quel tempo era considerata una delle centrali più avanzate per tecnologie costruttive e aspetto architettonico. Nel 1958 la produzione di energia della SGPE arrivò a più di 700 milioni di kWh con il contributo del solo gruppo uno della nuova Centrale, coprendo il 24% del mercato energetico pugliese. Nel 1962 con la nazionalizzazione dell'elettricità la Società Pugliese diventò Enel e con essa la Centrale che continuò a produrre energia per la Puglia. La centrale con i suoi generatori di vapore policombustibile, era alimentata a olio combustibile denso anche se progettualmente poteva essere alimentata anche a carbon fossile. Una recente conversione delle Unità Produttive uno e due hanno consentito dal 2008 l'alimentazione a metano al posto del combustibile fossile con enormi vantaggi sotto il profilo ambientale, abbattendo le emissioni di ossidi di azoto e di zolfo, permettendo il rispetto dei limiti di legge della che richiedeva la autorizzazione integrata ambientale. A causa dell’incendio del 4 agosto 2013, l'impianto è stato messo fuori servizio con l'allontanamento di tutti i combustibili e risulta attualmente in dismissione. Lista delle centrali elettriche presenti in Italia