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Palazzo Loffredo (via Salvator Rosa)

Avvocata (Napoli)Pagine con mappePalazzi di Napoli
Palazzo in Via Salvator Rosa 260
Palazzo in Via Salvator Rosa 260

Il palazzo Loffredo è un palazzo storico di Napoli ubicato in via Salvator Rosa, al civico 260. L'edificio esisteva già, molto probabilmente, nel XVI secolo con forme da villa sub-urbana. La struttura fu rifatta intorno alla metà del XVIII secolo da un ignoto architetto in stile sanfeliciano. Il palazzo è caratterizzato da una larga facciata, al centro della quale si apre un portale mistilineo in stucco terminante in un capriccio reggibalcone; lungo il lato destro e sinistro del prospetto ci sono due piccoli e semplici portoncini sussidiari. La facciata è ripartita su tre piani con mezzanino; il lato destro è più basso di un piano. Le finestre sono inquadrate tra listellature smussate ai bordi in stucco come in palazzo dello Spagnolo. Sul fondo del cortile si innalza una pregevole scala aperta dalle tre arcate a tutto sesto per livello che conduce ai vari appartamenti. Oggi l'edificio si presenta in ottime condizioni conservative grazie ai radicali interventi di restauro fatti in anni recenti. Italo Ferraro, Napoli, atlante della città storica. Dallo Spirito Santo a Materdei, Napoli, Oikos. Palazzi di Napoli Barocco napoletano Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Loffredo

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Loffredo (via Salvator Rosa) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Loffredo (via Salvator Rosa)
Via Salvator Rosa, Napoli Avvocata

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Via Salvator Rosa
80136 Napoli, Avvocata
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Palazzo in Via Salvator Rosa 260
Palazzo in Via Salvator Rosa 260
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Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Napoli)
Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Napoli)

La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi è un luogo di culto cattolico della città di Napoli, ubicato in via Salvator Rosa. L'odierna struttura religiosa è stata fondata, assieme all'annesso convento, nella prima metà del XVII secolo al fine di ospitare delle monache carmelitane provenienti dalla Santa Croce di Lucca, tra cui suor Angelica Gambacorta, suor Anna D’Aponte e suor Giovanna Cangiano. Sotto la guida di Camilla Antinori (+1641), poi suor Paola Maria, dopo un periodo in una sede poi lasciata (1630) presso S. Monica, nel 1637, si aprì il nuovo monastero claustrale, dedicato a S. Teresa del SS. Sacramento. Nel 1665, la comunità conobbe una grave crisi finanziaria che fu risollevata da un’ampia donazione (di oltre 75.000 ducati) da parte di un ricco mercante originario di Anversa, Gaspare Roomer la cui figlia, suor Maria Maddalena, era in monastero. Legato al culto di santa Maria Maddalena de' Pazzi, riuscì a farlo intitolare a S. Maria Maddalena de' Pazzi del SS. Sacramento. In questa fondazione visse Teresa Maria de’ Liguori (1703-1724) parente di S. Alfonso Maria de' Liguori. La chiesa monastica venne edificata su progetto di Onofrio Tango, ma fu Giovanni Sparanno a provvedere alla costruzione vera e propria. Nel XVIII secolo Mario Gioffredo provvedette a ridimensionare il monastero. In seguito gli impianti seicenteschi vennero ulteriormente sminuiti da Pompeo Schiantarelli e Giuseppe Astarita. L'interno è a navata unica a croce greca. Giuseppe Sigismondo nella sua guida del 1789 parlò di chiesa "tutta dipinta a fresco da parte del cavalier Benasca" e rilevò anche la presenza di tele di Luca Giordano sull'altare maggiore e sui laterali, tutti lavori oggi non più esistenti. Infatti sopra l'altare maggiore allo stato attuale vi è una pregevole opera di Paolo Finoglio che raffigura la vicenda in cui santa Maria Maddalena e santa Maria Maddalena de' Pazzi adorano l'ostensorio sorretto da angeli; mentre i laterali sono invece sormontanti da quadri firmati da Davide Forte e Carlo Passarelli, risalenti agli anni '20 e 30 del XX secolo. Altro importante tesoro della chiesa è nella facciata: si tratta di un portale barocco in piperno, originariamente decorato con ori ed affreschi. C. Vasciaveo, Il giardino delle Carmelitane. Vissuto manoscritti e sfogliatelle, Cantagalli, Siena 2003, 40-42. G. A. Alvina, Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e suoi sobborghi entro il 1643 in Stanislao D’Aloe, Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e suoi sobborghi, «Archivio storico per le province napoletane», VIII (1883) vol. IV, 721. A. Mastelloni, La prima chiesa dedicata a S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Carmelitana, G. Fasulo, Napoli 1675. Napoli Chiese di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea
Chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea

La chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea (o Santa Maria del Rimedio a Salvator Rosa) è una chiesa barocca di Napoli, sita nel centro storico di Napoli, in piazzetta Trinità alla Cesarea. La chiesa viene esplicitamente citata in "Notizie del bello dell'antico e del curioso della Città di Napoli" (1692) di Carlo Celano, cronista e storico. La chiesa e il convento furono realizzati dai frati Italiani della Redenzione di Captivi dell'Ordine di Santa Maria della Mercede acquistando nel XVII secolo il palazzo Belmosto. La zona, nel Seicento, era popolata dai casini di campagna della nobiltà napoletana venduti successivamente agli ordini religiosi per la presenza di un'aria più salubre rispetto alla città bassa. Agli inizi del XVIII secolo, nella proprietà Belmosto, fu realizzata l'attuale chiesa e il palazzo adibito a monastero. La struttura monastica passa nelle mani di Trinitari che conferì l'attuale nome dell'edificio di culto. Nel 1809 il convento fu soppresso. Il tempio è abbandonato dal 1980, quando il terremoto che ha sconvolto il Mezzogiorno d'Italia (e la Campania in particolare) ha reso inagibili moltissimi edifici. Proprietà della Curia napoletana, Santa Maria del Rimedio versa in cattive condizioni, ma meno di quanto non si possa immaginare guardandola dall'esterno. Dal 2005 l'ex monastero ospita un ostello della gioventù, finemente ristrutturato ed arredato. Sono state recuperate e rivalorizzate quasi tutte le stanze ed è stato ripristinato il giardino interno. L'ostello è meta ogni anno di migliaia di turisti. Nell'agosto del 2008 è stato reimpermeabilizzato il tetto della chiesa: tale intervento ha per lo meno ridotto il degrado e pone le basi per un intervento di restauro che restituisca la chiesa alla comunità locale. Durante il Maggio dei monumenti 2012 è stata resa visitabile. La chiesa è preceduta da una doppia rampa di scale in piperno, mentre, l'interno è composto da una navata rettangolare con finestroni. La facciata è completamente in degrado (ornamenti e sculture sono rovinati dall'incuria). L'interno della struttura è ricco di decorazioni, particolarmente notevole è la volta a crociera affrescata. C. Celano, G.B. Chiarini, Notizie del bello, dell'antico e del curioso della Città di Napoli, Vol. VII, Napoli, 1856-1860. G.A. Galante, Guida Sacra della Città di Napoli, Napoli, 1872. Chiese di Napoli Barocco napoletano Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea