place

Monastero di Sant'Eframo Nuovo

Conventi di NapoliPagine con mappe
Monastero Eframo
Monastero Eframo

Il monastero di Sant'Eframo Nuovo (o monastero dell'Immacolata Concezione a Fonseca) è una struttura monumentale di Napoli, che si erge in via Matteo Renato Imbriani (già via Salute), nel rione Materdei. La denominazione San'Eframo "Nuovo" nasce dal fatto che bisognava distinguerlo da quello situato presso la chiesa di Sant'Eframo Vecchio, più antico, che si erge sul colle della Veterinaria, e che a sua volta ha assunto la denominazione "Vecchio".

Estratto dall'articolo di Wikipedia Monastero di Sant'Eframo Nuovo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Monastero di Sant'Eframo Nuovo
Salita San Raffaele, Napoli Avvocata

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Monastero di Sant'Eframo NuovoContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.853865 ° E 14.244925 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Salita San Raffaele 25
80136 Napoli, Avvocata
Campania, Italia
mapAprire su Google Maps

Monastero Eframo
Monastero Eframo
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Napoli)
Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Napoli)

La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi è un luogo di culto cattolico della città di Napoli, ubicato in via Salvator Rosa. L'odierna struttura religiosa è stata fondata, assieme all'annesso convento, nella prima metà del XVII secolo al fine di ospitare delle monache carmelitane provenienti dalla Santa Croce di Lucca, tra cui suor Angelica Gambacorta, suor Anna D’Aponte e suor Giovanna Cangiano. Sotto la guida di Camilla Antinori (+1641), poi suor Paola Maria, dopo un periodo in una sede poi lasciata (1630) presso S. Monica, nel 1637, si aprì il nuovo monastero claustrale, dedicato a S. Teresa del SS. Sacramento. Nel 1665, la comunità conobbe una grave crisi finanziaria che fu risollevata da un’ampia donazione (di oltre 75.000 ducati) da parte di un ricco mercante originario di Anversa, Gaspare Roomer la cui figlia, suor Maria Maddalena, era in monastero. Legato al culto di santa Maria Maddalena de' Pazzi, riuscì a farlo intitolare a S. Maria Maddalena de' Pazzi del SS. Sacramento. In questa fondazione visse Teresa Maria de’ Liguori (1703-1724) parente di S. Alfonso Maria de' Liguori. La chiesa monastica venne edificata su progetto di Onofrio Tango, ma fu Giovanni Sparanno a provvedere alla costruzione vera e propria. Nel XVIII secolo Mario Gioffredo provvedette a ridimensionare il monastero. In seguito gli impianti seicenteschi vennero ulteriormente sminuiti da Pompeo Schiantarelli e Giuseppe Astarita. L'interno è a navata unica a croce greca. Giuseppe Sigismondo nella sua guida del 1789 parlò di chiesa "tutta dipinta a fresco da parte del cavalier Benasca" e rilevò anche la presenza di tele di Luca Giordano sull'altare maggiore e sui laterali, tutti lavori oggi non più esistenti. Infatti sopra l'altare maggiore allo stato attuale vi è una pregevole opera di Paolo Finoglio che raffigura la vicenda in cui santa Maria Maddalena e santa Maria Maddalena de' Pazzi adorano l'ostensorio sorretto da angeli; mentre i laterali sono invece sormontanti da quadri firmati da Davide Forte e Carlo Passarelli, risalenti agli anni '20 e 30 del XX secolo. Altro importante tesoro della chiesa è nella facciata: si tratta di un portale barocco in piperno, originariamente decorato con ori ed affreschi. C. Vasciaveo, Il giardino delle Carmelitane. Vissuto manoscritti e sfogliatelle, Cantagalli, Siena 2003, 40-42. G. A. Alvina, Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e suoi sobborghi entro il 1643 in Stanislao D’Aloe, Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e suoi sobborghi, «Archivio storico per le province napoletane», VIII (1883) vol. IV, 721. A. Mastelloni, La prima chiesa dedicata a S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Carmelitana, G. Fasulo, Napoli 1675. Napoli Chiese di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi

Guglia dell'Immacolata di Materdei
Guglia dell'Immacolata di Materdei

La guglia dell'Immacolata di Materdei è una delle guglie di Napoli. È situata nel rione Materdei, nello slargo prospiciente via Ugo Falcando, nei pressi della stazione della linea 1. Prima di essere collocato nel luogo attuale, il monumento si trovava nel chiostro dell'ex-conservatorio della Concezione. Nel 2003, dopo pressioni da parte di comitati locali, il monumento fu sottoposto a restauro e nel 2004 inaugurato nel suo ritrovato splendore e nella sua nuova collocazione. Il piedistallo, di stile tardobarocco e risalente al XVIII secolo, è stato attribuito a Giuseppe Astarita. Di gusto vaccariano, è alto 10 metri, in marmo bianco e piperno e presenta i tipici caratteri dell'arte barocca: linee morbide e ardite, volumi e fregi sfarzosi. Agli angoli del monumento si trovano quattro piccole basi in marmo e piperno, della stessa fattura e provenienza della guglia. La statua della Madonna che svetta sulla guglia è stata ritenuta dopo i restauri opera di Domenico Gagini, databile verso il 1470. Dalla veste ben disegnata nelle tante pieghe, col braccio sinistro sostiene Gesù Bambino che mantiene un libro, mentre stringe nella mano destra una sfera, probabilmente il globo terrestre. Quella che oggi domina lo slargo dove si trova la guglia è una copia dell'originale, custodita nel Museo civico di Castel Nuovo per evitare che il prezioso monumento ripiombasse nel deterioramento che aveva subito per molto tempo fino al restauro. Un'altra copia è stata donata alla chiesa di Santa Maria di Materdei. Dato il grande scarto temporale tra la statua di Gagini e la guglia, sono state fatte molte ipotesi: la prima sostiene che la statua sia stata posta sul piedistallo per fungere da modello per la più famosa (e coeva) guglia dell’Immacolata di Piazza del Gesù Nuovo, voluta dal gesuita Padre Francesco Pepe che nel 1743 aveva fondato il Conservatorio della Concezione, dove il monumento era in precedenza collocato. Questa ipotesi è stata fatta (in parte) propria da Francesco Divenuto per spiegare l'origine del piedistallo barocco. Il Divenuto infatti sostiene che il monumento sarebbe stato una prova che avrebbe permesso a Giuseppe Genuino, il progettista della guglia del Gesù, e ai suoi collaboratori di controllare gli elementi figurativi. Successivamente sarebbe stata collocata nel conservatorio. Sappiamo inoltre che Giuseppe Astarita partecipò al concorso per la guglia del Gesù; questo avvalora la tesi dell'attribuzione a lui della guglia di Materdei. Un'altra ipotesi ritiene che la statua di Gagini appartenesse al rinascimentale Palazzo Sanseverino e che venisse spostata in quel luogo nel Settecento. Infine c'è chi pensa che la statua sia originaria della zona e che fosse collocata in un'indefinita cappella prima di essere posta sulla guglia. Barocco napoletano Monumenti di Napoli Materdei, storia di una guglia, di una scultura e di una piazza, su comune.napoli.it.

Complesso di Santa Maria di Materdei
Complesso di Santa Maria di Materdei

Il complesso di Santa Maria di Materdei è una struttura conventuale di Napoli ubicata nell'omonima piazzetta. Il complesso è stato fondato da padre Agostino de Juliis dell'Ordine dei Serviti (o servi di Maria) in tarda epoca rinascimentale, nel 1585; nel corso dei secoli venne ampiamente modificato. Tra i più importanti rimaneggiamenti, vi è quello barocco ad opera di Tagliacozzi Canale (1728): oggi dell'intervento si possono notare due piccoli portalini. Nel XIX secolo, con la prima soppressione degli ordini, il complesso fu ulteriormente rimaneggiato per poter adempiere al suo nuovo ruolo di caserma. Dopo questa destinazione la chiesa venne riaperta al culto nel 1852 e proprio in questo periodo subì un ulteriore rimaneggiamento, assumendo l'aspetto odierno; tuttavia, verso la metà del XIX secolo il convento perse definitivamente la sua originaria funzione al fine di ospitare una caserma ed un ricovero per le vedove dei soldati. Oggi è sede di un istituto scolastico. Già durante il decennio francese le opere d'arte andarono quasi tutte disperse (Giuseppe Sigismondo in sua guida della città di Napoli del 1789 cita tele di Francesco Solimena, Lorenzo De Caro e Paolo De Matteisa pagina 48); mentre è superstite una Madonna del Rosario su tavola, risalente alla seconda metà del XVI secolo ed attualmente collocata sopra l'altare destro del transetto. Rimase abbandonata fino al 1848 quando fu finalmente riconsacrata per volere dei reali Borboni. Nel 1852 divenne parrocchia per concessione del cardinale Riario Sforza con il titolo di S. Maria dell'Amore e fu affidata al canonico Raffaele Serena che vi fece eseguire da Gennaro Maldarelli due tele, raffiguranti l'Annunciazione e Il Battesimo di Cristo e visibili nelle seconde cappelle laterali.La chiesa è costituita da una sola navata con volta a botte lunettata; le strutture sono decorate in stile neoclassico, stesso discorso per la facciata. Vi è un pseudotransetto sormontato da una cupola a scodella; ai lati ci sono le cappelle. Napoli Chiese di Napoli Chiostro di Materdei Materdei Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul complesso di Santa Maria di Materdei