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Chiesa di San Raffaele (Napoli)

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Chiesa di San Raffaele a Materdei100 5590
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La chiesa di San Raffaele (o di san Raffaele a Materdei o, più propriamente, chiesa dell'Arcangelo Raffaele e di Santa Margherita da Cortona) si erge in via Amato di Montecassino (già vico San Raffaele), nel rione Materdei della città di Napoli.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Raffaele (Napoli) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Raffaele (Napoli)
Via Amato di Montecassino, Napoli Municipalità 2

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N 40.85515 ° E 14.244 °
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Chiesa di San Raffele Arcangelo

Via Amato di Montecassino
80136 Napoli, Municipalità 2
Campania, Italia
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Chiesa di San Raffaele a Materdei100 5590
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Luoghi vicini

Guglia dell'Immacolata di Materdei
Guglia dell'Immacolata di Materdei

La guglia dell'Immacolata di Materdei è una delle guglie di Napoli. È situata nel rione Materdei, nello slargo prospiciente via Ugo Falcando, nei pressi della stazione della linea 1. Prima di essere collocato nel luogo attuale, il monumento si trovava nel chiostro dell'ex-conservatorio della Concezione. Nel 2003, dopo pressioni da parte di comitati locali, il monumento fu sottoposto a restauro e nel 2004 inaugurato nel suo ritrovato splendore e nella sua nuova collocazione. Il piedistallo, di stile tardobarocco e risalente al XVIII secolo, è stato attribuito a Giuseppe Astarita. Di gusto vaccariano, è alto 10 metri, in marmo bianco e piperno e presenta i tipici caratteri dell'arte barocca: linee morbide e ardite, volumi e fregi sfarzosi. Agli angoli del monumento si trovano quattro piccole basi in marmo e piperno, della stessa fattura e provenienza della guglia. La statua della Madonna che svetta sulla guglia è stata ritenuta dopo i restauri opera di Domenico Gagini, databile verso il 1470. Dalla veste ben disegnata nelle tante pieghe, col braccio sinistro sostiene Gesù Bambino che mantiene un libro, mentre stringe nella mano destra una sfera, probabilmente il globo terrestre. Quella che oggi domina lo slargo dove si trova la guglia è una copia dell'originale, custodita nel Museo civico di Castel Nuovo per evitare che il prezioso monumento ripiombasse nel deterioramento che aveva subito per molto tempo fino al restauro. Un'altra copia è stata donata alla chiesa di Santa Maria di Materdei. Dato il grande scarto temporale tra la statua di Gagini e la guglia, sono state fatte molte ipotesi: la prima sostiene che la statua sia stata posta sul piedistallo per fungere da modello per la più famosa (e coeva) guglia dell’Immacolata di Piazza del Gesù Nuovo, voluta dal gesuita Padre Francesco Pepe che nel 1743 aveva fondato il Conservatorio della Concezione, dove il monumento era in precedenza collocato. Questa ipotesi è stata fatta (in parte) propria da Francesco Divenuto per spiegare l'origine del piedistallo barocco. Il Divenuto infatti sostiene che il monumento sarebbe stato una prova che avrebbe permesso a Giuseppe Genuino, il progettista della guglia del Gesù, e ai suoi collaboratori di controllare gli elementi figurativi. Successivamente sarebbe stata collocata nel conservatorio. Sappiamo inoltre che Giuseppe Astarita partecipò al concorso per la guglia del Gesù; questo avvalora la tesi dell'attribuzione a lui della guglia di Materdei. Un'altra ipotesi ritiene che la statua di Gagini appartenesse al rinascimentale Palazzo Sanseverino e che venisse spostata in quel luogo nel Settecento. Infine c'è chi pensa che la statua sia originaria della zona e che fosse collocata in un'indefinita cappella prima di essere posta sulla guglia. Barocco napoletano Monumenti di Napoli Materdei, storia di una guglia, di una scultura e di una piazza, su comune.napoli.it.

Materdei (metropolitana di Napoli)
Materdei (metropolitana di Napoli)

Materdei è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli. La stazione è stata progettata da Alessandro Mendini ed inaugurata il 5 luglio 2003 alla presenza dei quindici ministri dei trasporti delle nazioni dell'Unione Europea. La sua apertura è avvenuta due anni dopo il completamento dell'intera tratta fino a Dante in quanto è stata utilizzata come pozzo d'estrazione per il recupero in superficie dei materiali ed i macchinari impiegati durante gli scavi. All'interno dello scalo, che fa parte del circuito delle stazioni dell'arte, c'è un mosaico di Sandro Chia, un altorilievo di Luigi Ontani e opere di Sol LeWitt e serigrafie di artisti meno noti. Un particolare della stazione è la guglia di vetro che sovrasta il mosaico di Chia, progettata sempre da Mendini, anche autore della riqualificazione urbanistica della zona circostante, che ha comportato la pedonalizzazione di parte di piazza Ammirato e di via Leone Marsicano. La stazione, a differenza di tutte le altre, non è situata in una strada di grande comunicazione, ma si trova a Materdei, a poca distanza dal quartiere Arenella e dal rione Sanità. Secondo il quotidiano inglese The Daily Telegraph, si è classificata al sedicesimo posto come stazione della metropolitana più bella d'Europa. La stazione dispone di: Biglietteria automatica La stazione, non essendo ubicata in una zona altamente trafficata, risulta l'unica stazione della linea 1 a non disporre di interscambi in superficie. Fino al 2016 era attiva una linea navetta dell'ANM denominata C53 che collegava il piazzale esterno alla stazione con Piazza Museo Nazionale e al Cimitero delle Fontanelle. Questa linea, data la poca affluenza, venne dapprima limitata con corse mattutine nei giorni feriali e successivamente soppressa del tutto; per sopperire alla mancanza, è stata idealizzata nel 2016 e progettata nel 2018 una seconda uscita alla base della scalinata di via Telesino (vicino al suddetto cimitero). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Materdei Stazioni ferroviarie e metropolitane di Napoli, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 2 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).

Complesso di Santa Maria di Materdei
Complesso di Santa Maria di Materdei

Il complesso di Santa Maria di Materdei è una struttura conventuale di Napoli ubicata nell'omonima piazzetta. Il complesso è stato fondato da padre Agostino de Juliis dell'Ordine dei Serviti (o servi di Maria) in tarda epoca rinascimentale, nel 1585; nel corso dei secoli venne ampiamente modificato. Tra i più importanti rimaneggiamenti, vi è quello barocco ad opera di Tagliacozzi Canale (1728): oggi dell'intervento si possono notare due piccoli portalini. Nel XIX secolo, con la prima soppressione degli ordini, il complesso fu ulteriormente rimaneggiato per poter adempiere al suo nuovo ruolo di caserma. Dopo questa destinazione la chiesa venne riaperta al culto nel 1852 e proprio in questo periodo subì un ulteriore rimaneggiamento, assumendo l'aspetto odierno; tuttavia, verso la metà del XIX secolo il convento perse definitivamente la sua originaria funzione al fine di ospitare una caserma ed un ricovero per le vedove dei soldati. Oggi è sede di un istituto scolastico. Già durante il decennio francese le opere d'arte andarono quasi tutte disperse (Giuseppe Sigismondo in sua guida della città di Napoli del 1789 cita tele di Francesco Solimena, Lorenzo De Caro e Paolo De Matteisa pagina 48); mentre è superstite una Madonna del Rosario su tavola, risalente alla seconda metà del XVI secolo ed attualmente collocata sopra l'altare destro del transetto. Rimase abbandonata fino al 1848 quando fu finalmente riconsacrata per volere dei reali Borboni. Nel 1852 divenne parrocchia per concessione del cardinale Riario Sforza con il titolo di S. Maria dell'Amore e fu affidata al canonico Raffaele Serena che vi fece eseguire da Gennaro Maldarelli due tele, raffiguranti l'Annunciazione e Il Battesimo di Cristo e visibili nelle seconde cappelle laterali.La chiesa è costituita da una sola navata con volta a botte lunettata; le strutture sono decorate in stile neoclassico, stesso discorso per la facciata. Vi è un pseudotransetto sormontato da una cupola a scodella; ai lati ci sono le cappelle. Napoli Chiese di Napoli Chiostro di Materdei Materdei Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul complesso di Santa Maria di Materdei

Materdei
Materdei

Materdei è un rione di Napoli situato a metà tra la parte bassa della città e i Colli Aminei. Il toponimo deriva dalla chiesa, di origine rinascimentale, di Santa Maria Mater Dei. La zona più a valle, che termina con via Santa Teresa degli Scalzi, è più antica, mentre nella porzione a monte la parte edificata dopo il secondo conflitto mondiale convive con quella risalente alla prima metà del Novecento, costituita da pregevoli edifici e parchi che si ispirano allo stile liberty tipico dell'edilizia napoletana di inizio secolo. La parte vecchia appartiene al quartiere Stella mentre la parte più moderna, che ha il suo fulcro in Piazza Scipione Ammirato, fa capo al quartiere Avvocata. Le strade della parte vecchia del rione sono la splendida scenografia dell'episodio Pizze a credito del film L'oro di Napoli, reso celebre dall'interpretazione della pizzaiola Sophia Loren: via Materdei, via Sant'Agostino degli Scalzi (dove dal terrazzo di uno dei palazzi il vedovo Paolo Stoppa tenta il suicidio), la chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi immortalata in tutto il suo splendore pre-terremoto. Fa eccezione la strada dove aveva sede la pizzeria, salita Porteria San Raffaele, la quale seppur facente parte del nucleo antico del rione rientra nel quartiere Avvocata. Cappella della Carità di Dio Complesso di Santa Maria di Materdei Chiostro di Materdei Chiesa di San Raffaele Chiesa della Concezione a Materdei Chiesa di Santa Maria della Purità degli Orefici Chiesa di Santa Maria della Verità (comunemente detta Sant'Agostino degli Scalzi) Chiesa Cor Jesu Chiesa dell'Addolorata a Palazzo Cassano Ayerbo D'Aragona Monastero di Sant'Eframo Nuovo Ritiro delle Teresiane di Torre del Greco Palazzo Cassano Ayerbo D'Aragona Palazzo del Cavaliere Palazzo del Forno Palazzo in via Materdei 20 Palazzo in via Materdei 55 Palazzo Medici a Materdei Palazzo Naccherino (in via Materdei 62) Palazzo Ragni Palazzo Ruvo Piazza Scipione Ammirato Guglia dell'Immacolata di Materdei Stazione Materdei della linea 1 Tombe eneolitiche di Materdei AA.VV. Le Strade di Napoli - Ed. Newton A.M. Bisi Ingrassia, Napoli e dintorni - F.lli Melita Editori