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Palazzo Caracciolo di Girifalco

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Palazzo Caracciolo di Girifalco 1
Palazzo Caracciolo di Girifalco 1

Il Palazzo Caracciolo di Girifalco è un edificio di valore storico e architettonico di Napoli, ubicato in via Salvator Rosa.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Caracciolo di Girifalco (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Caracciolo di Girifalco
Via Salvator Rosa, Napoli Avvocata

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 40.854145 ° E 14.246475 °
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Indirizzo

Via Salvator Rosa

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80136 Napoli, Avvocata
Campania, Italia
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Palazzo Caracciolo di Girifalco 1
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Bernardo e Margherita
Chiesa dei Santi Bernardo e Margherita

La chiesa dei Santi Bernardo e Margherita è una chiesa monumentale di Napoli ubicata in via San Giuseppe dei Nudi. L'edificio è incorporato nel Complesso del Sovrano Militare Ordine di Malta, ed è anche noto come chiesa di San Giovanni del Sovrano Ordine di Malta. Il complesso venne fondato nel 1643 da monache francescane del monastero dei Santi Berardo e Margherita a Fonseca. Le monache acquistarono numerose proprietà adiacenti per fondare il proprio monastero, che venne ristrutturato già nel XVIII secolo; il refettorio fu realizzato nel 1722 da Antonio Tango e la chiesa venne eretta, su progetto di Giovan Battista Nauclerio, tra il 1725 ed il 1732. La chiesa presenta una facciata tardobarocca che introduce elementi rococò: è caratterizzata da un portico con loggiati laterali chiusi successivamente, mentre all'ordine superiore si presenta una pregevole decorazione in stucco. La scala d'accesso mostra una notevole qualità esecutiva delle parti in piperno L'intero è a croce greca di matrice ottagonale, con al centro una cupola con otto finestroni. Le pareti sono articolate grazie all'utilizzo dell'ordine gigante di lesene composite. Di buona fattura sono i sobri stucchi di stampo rococò che ornano le volte e le pareti. L'altare maggiore venne ricostruito nel 1956 ed è sormontato da un Immacolata tra i santi Bernardo e Margherita di Giovanni Antonio d'Amato il Giovane. Sulla controfacciata è collocata un'Annunciazione di incerta attribuzione (già attribuita a Francesco Guarino, è comunque un lavoro di un pittore orbitante nella cerchia dello Stanzione), mentre sui due altari del transetto I Santi Gennaro, Francesco d’Assisi e Nicola di Bari del solimenesco Michelangelo Schilles e il Calvario di ignoto pittore settecentesco. Infine, una menzione la meritano anche le quattro tele attribuibili a Paolo De Matteis o tutt'al più alla sua bottega sulle pareti laterali del transetto (Madonna del Rosario, Natività, Sant'Anna, San Gioacchino e la Vergine Bambina e Santi Gesuiti in gloria).

Complesso di Santa Maria di Materdei
Complesso di Santa Maria di Materdei

Il complesso di Santa Maria di Materdei è una struttura conventuale di Napoli ubicata nell'omonima piazzetta. Il complesso è stato fondato da padre Agostino de Juliis dell'Ordine dei Serviti (o servi di Maria) in tarda epoca rinascimentale, nel 1585; nel corso dei secoli venne ampiamente modificato. Tra i più importanti rimaneggiamenti, vi è quello barocco ad opera di Tagliacozzi Canale (1728): oggi dell'intervento si possono notare due piccoli portalini. Nel XIX secolo, con la prima soppressione degli ordini, il complesso fu ulteriormente rimaneggiato per poter adempiere al suo nuovo ruolo di caserma. Dopo questa destinazione la chiesa venne riaperta al culto nel 1852 e proprio in questo periodo subì un ulteriore rimaneggiamento, assumendo l'aspetto odierno; tuttavia, verso la metà del XIX secolo il convento perse definitivamente la sua originaria funzione al fine di ospitare una caserma ed un ricovero per le vedove dei soldati. Oggi è sede di un istituto scolastico. Già durante il decennio francese le opere d'arte andarono quasi tutte disperse (Giuseppe Sigismondo in sua guida della città di Napoli del 1789 cita tele di Francesco Solimena, Lorenzo De Caro e Paolo De Matteisa pagina 48); mentre è superstite una Madonna del Rosario su tavola, risalente alla seconda metà del XVI secolo ed attualmente collocata sopra l'altare destro del transetto. Rimase abbandonata fino al 1848 quando fu finalmente riconsacrata per volere dei reali Borboni. Nel 1852 divenne parrocchia per concessione del cardinale Riario Sforza con il titolo di S. Maria dell'Amore e fu affidata al canonico Raffaele Serena che vi fece eseguire da Gennaro Maldarelli due tele, raffiguranti l'Annunciazione e Il Battesimo di Cristo e visibili nelle seconde cappelle laterali.La chiesa è costituita da una sola navata con volta a botte lunettata; le strutture sono decorate in stile neoclassico, stesso discorso per la facciata. Vi è un pseudotransetto sormontato da una cupola a scodella; ai lati ci sono le cappelle. Napoli Chiese di Napoli Chiostro di Materdei Materdei Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul complesso di Santa Maria di Materdei