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Palazzo Costantino alla Costigliola

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Palazzo Costantino 4
Palazzo Costantino 4

Il Palazzo Costantino è un palazzo monumentale di Napoli ubicato in via San Giuseppe dei Nudi 25.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzo Costantino alla Costigliola (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzo Costantino alla Costigliola
Via San Giuseppe dei Nudi, Napoli Avvocata

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Latitudine Longitudine
N 40.852653 ° E 14.24705 °
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Indirizzo

Via San Giuseppe dei Nudi

Via San Giuseppe dei Nudi
80136 Napoli, Avvocata
Campania, Italia
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Palazzo Costantino 4
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Luoghi vicini

Chiesa dei Santi Bernardo e Margherita
Chiesa dei Santi Bernardo e Margherita

La chiesa dei Santi Bernardo e Margherita è una chiesa monumentale di Napoli ubicata in via San Giuseppe dei Nudi. L'edificio è incorporato nel Complesso del Sovrano Militare Ordine di Malta, ed è anche noto come chiesa di San Giovanni del Sovrano Ordine di Malta. Il complesso venne fondato nel 1643 da monache francescane del monastero dei Santi Berardo e Margherita a Fonseca. Le monache acquistarono numerose proprietà adiacenti per fondare il proprio monastero, che venne ristrutturato già nel XVIII secolo; il refettorio fu realizzato nel 1722 da Antonio Tango e la chiesa venne eretta, su progetto di Giovan Battista Nauclerio, tra il 1725 ed il 1732. La chiesa presenta una facciata tardobarocca che introduce elementi rococò: è caratterizzata da un portico con loggiati laterali chiusi successivamente, mentre all'ordine superiore si presenta una pregevole decorazione in stucco. La scala d'accesso mostra una notevole qualità esecutiva delle parti in piperno L'intero è a croce greca di matrice ottagonale, con al centro una cupola con otto finestroni. Le pareti sono articolate grazie all'utilizzo dell'ordine gigante di lesene composite. Di buona fattura sono i sobri stucchi di stampo rococò che ornano le volte e le pareti. L'altare maggiore venne ricostruito nel 1956 ed è sormontato da un Immacolata tra i santi Bernardo e Margherita di Giovanni Antonio d'Amato il Giovane. Sulla controfacciata è collocata un'Annunciazione di incerta attribuzione (già attribuita a Francesco Guarino, è comunque un lavoro di un pittore orbitante nella cerchia dello Stanzione), mentre sui due altari del transetto I Santi Gennaro, Francesco d’Assisi e Nicola di Bari del solimenesco Michelangelo Schilles e il Calvario di ignoto pittore settecentesco. Infine, una menzione la meritano anche le quattro tele attribuibili a Paolo De Matteis o tutt'al più alla sua bottega sulle pareti laterali del transetto (Madonna del Rosario, Natività, Sant'Anna, San Gioacchino e la Vergine Bambina e Santi Gesuiti in gloria).

Palazzo Terralavoro
Palazzo Terralavoro

Il palazzo Terralavoro (già palazzo Di Conforto), è un palazzo monumentale di Napoli ubicato in via Salvatore Tommasi (ex Via San Potito). Venne eretto nella prima metà del XVII secolo dall'architetto Giovan Giacomo Di Conforto, come propria abitazione, nel punto più alto dell'altura di San Potito. Il palazzo, dopo la morte dell'architetto, passò ai suoi eredi: nel 1659 fu acquisito nelle proprietà di Francesco Antonio Pepe ed infine passò a Giovan Basilio Guarino. Nel XVIII secolo il palazzo divenne proprietà di Andrea Terralavoro e, nel 1734, fu ristrutturato dagli eredi su progetto di Luca Vecchione. Il palazzo non ha conservato molti segni architettonici della fabbrica originaria: infatti, gli interventi settecenteschi hanno cancellato la maggior parte delle decorazioni precedenti. Il portale in piperno è l'unico superstite dell'originale. È composto da un arco a tutto sesto modanato con chiave di volta scolpita con lo stemma della famiglia, il tutto racchiuso tra pilastri bugnati sormontati da capitelli ionici che sorreggono i mensoloni, scolpiti festosamente, del balcone. Nell'interno sono visibili gli interventi di Vecchione, che vi realizzò una pregevole scala aperta alloggiata in un vano quadrato; i pilastri della scala sono rastemati verso il basso e mostrano una sporgenza sinuosa che sottolinea la presenza di un accenno di capitelli. Negli interni ci sono decorazioni pittoriche eseguite da Crescenzo Gamba nel 1752.

Palazzo Solimena
Palazzo Solimena

Il Palazzo Solimena è un edificio di valore storico e architettonico di Napoli, ubicato sulla collinetta di San Potito, di fianco al palazzo Caracciolo di Melissano e al palazzo Zona. Il palazzo già esisteva nel XVII secolo come gruppo di case palaziate. Nel 1638 le case palazziate furono acquistate da Andrea De Riso e vennero ristrutturate e ampliate abusivamente; nel 1710 il pittore Francesco Solimena acquistò l'edificio e lo ristrutturò sulla base di un suo progetto, ma il pittore Onofrio Giannone, autore di alcune aggiunte nel libro delle vite dei pittori, scultori e architetti di Bernardo De Dominici, attribuì erroneamente, come dimostrato successivamente, la ristrutturazione a Giovan Battista Nauclerio. Non è da escludere che il pittore abbia seguito il consigli di Nauclerio, Domenico Antonio Vaccaro e Ferdinando Sanfelice. Nel 1717 Solimena tentò di espandere il palazzo, ma l'operazione vide l'opposizione di Orazio Carafa, poiché il palazzo avrebbe invaso i territori di quest'ultimo. Nel XIX secolo la struttura subì danni durante la repubblica partenopea del 1799 e fu rimaneggiata nel 1867 e nel 1889. Nella realizzazione del palazzo, Solimena si avvalse della collaborazione dell'ingegnere Giacomo Farina, mentre la conduzione dei lavori fu affidata a capomastri; ai pipernieri Nicola Pagano e Tommaso Cortese venne commissionata la realizzazione delle scuderie e del portale d'ingresso. Il palazzo si configura a cinque campate più quattro piani compreso il mezzanino. Il portale ha un arco con timpano spezzato e profilo ribassato, il tutto sorretto da pilastri bugnati; i piani superiori della facciata sono scanditi mediante un ordine gigante di lesene con capitelli floreali, mentre le finestre mostrano timpani da diversi profili; i balconi sono decorati in piperno. L'interno è impostato attorno al cortile su volte a vela e sullo sfondo si trovano le scuderie; sulla destra si apre la scala che conduce ai piani successivi. All'interno del palazzo c'è una scala a pianta ottagonale simile a quelle di Palazzo di Majo e Palazzo Palmarice, entrambe di Ferdinando Sanfelice. Nel piano nobile si conservano degli affreschi riconducibili al XIX secolo.