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Avvocata (Napoli)

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L'Avvocata è un quartiere facente parte della seconda municipalità del comune di Napoli insieme ai quartieri Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto, San Giuseppe. Confina a ovest col quartiere Arenella e col quartiere Vomero (piazza Leonardo), a sud col quartiere Montecalvario, a est col quartiere San Giuseppe (piazza Dante), e col quartiere San Lorenzo (piazza Dante, via Enrico Pessina) e infine a nord, nord-est col quartiere Stella. È attraversato nella sua lunghezza da via Salvator Rosa che è il maggior asse viario del quartiere.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Avvocata (Napoli) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Avvocata (Napoli)
Vico delle Nocelle, Napoli Avvocata

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80136 Napoli, Avvocata
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Luoghi vicini

Chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea
Chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea

La chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea (o Santa Maria del Rimedio a Salvator Rosa) è una chiesa barocca di Napoli, sita nel centro storico di Napoli, in piazzetta Trinità alla Cesarea. La chiesa viene esplicitamente citata in "Notizie del bello dell'antico e del curioso della Città di Napoli" (1692) di Carlo Celano, cronista e storico. La chiesa e il convento furono realizzati dai frati Italiani della Redenzione di Captivi dell'Ordine di Santa Maria della Mercede acquistando nel XVII secolo il palazzo Belmosto. La zona, nel Seicento, era popolata dai casini di campagna della nobiltà napoletana venduti successivamente agli ordini religiosi per la presenza di un'aria più salubre rispetto alla città bassa. Agli inizi del XVIII secolo, nella proprietà Belmosto, fu realizzata l'attuale chiesa e il palazzo adibito a monastero. La struttura monastica passa nelle mani di Trinitari che conferì l'attuale nome dell'edificio di culto. Nel 1809 il convento fu soppresso. Il tempio è abbandonato dal 1980, quando il terremoto che ha sconvolto il Mezzogiorno d'Italia (e la Campania in particolare) ha reso inagibili moltissimi edifici. Proprietà della Curia napoletana, Santa Maria del Rimedio versa in cattive condizioni, ma meno di quanto non si possa immaginare guardandola dall'esterno. Dal 2005 l'ex monastero ospita un ostello della gioventù, finemente ristrutturato ed arredato. Sono state recuperate e rivalorizzate quasi tutte le stanze ed è stato ripristinato il giardino interno. L'ostello è meta ogni anno di migliaia di turisti. Nell'agosto del 2008 è stato reimpermeabilizzato il tetto della chiesa: tale intervento ha per lo meno ridotto il degrado e pone le basi per un intervento di restauro che restituisca la chiesa alla comunità locale. Durante il Maggio dei monumenti 2012 è stata resa visitabile. La chiesa è preceduta da una doppia rampa di scale in piperno, mentre, l'interno è composto da una navata rettangolare con finestroni. La facciata è completamente in degrado (ornamenti e sculture sono rovinati dall'incuria). L'interno della struttura è ricco di decorazioni, particolarmente notevole è la volta a crociera affrescata. C. Celano, G.B. Chiarini, Notizie del bello, dell'antico e del curioso della Città di Napoli, Vol. VII, Napoli, 1856-1860. G.A. Galante, Guida Sacra della Città di Napoli, Napoli, 1872. Chiese di Napoli Barocco napoletano Monumenti di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Santissima Trinità alla Cesarea

Materdei
Materdei

Materdei è un rione di Napoli situato a metà tra la parte bassa della città e i Colli Aminei. Il toponimo deriva dalla chiesa, di origine rinascimentale, di Santa Maria Mater Dei. La zona più a valle, che termina con via Santa Teresa degli Scalzi, è più antica, mentre nella porzione a monte la parte edificata dopo il secondo conflitto mondiale convive con quella risalente alla prima metà del Novecento, costituita da pregevoli edifici e parchi che si ispirano allo stile liberty tipico dell'edilizia napoletana di inizio secolo. La parte vecchia appartiene al quartiere Stella mentre la parte più moderna, che ha il suo fulcro in Piazza Scipione Ammirato, fa capo al quartiere Avvocata. Le strade della parte vecchia del rione sono la splendida scenografia dell'episodio Pizze a credito del film L'oro di Napoli, reso celebre dall'interpretazione della pizzaiola Sophia Loren: via Materdei, via Sant'Agostino degli Scalzi (dove dal terrazzo di uno dei palazzi il vedovo Paolo Stoppa tenta il suicidio), la chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi immortalata in tutto il suo splendore pre-terremoto. Fa eccezione la strada dove aveva sede la pizzeria, salita Porteria San Raffaele, la quale seppur facente parte del nucleo antico del rione rientra nel quartiere Avvocata. Cappella della Carità di Dio Complesso di Santa Maria di Materdei Chiostro di Materdei Chiesa di San Raffaele Chiesa della Concezione a Materdei Chiesa di Santa Maria della Purità degli Orefici Chiesa di Santa Maria della Verità (comunemente detta Sant'Agostino degli Scalzi) Chiesa Cor Jesu Chiesa dell'Addolorata a Palazzo Cassano Ayerbo D'Aragona Monastero di Sant'Eframo Nuovo Ritiro delle Teresiane di Torre del Greco Palazzo Cassano Ayerbo D'Aragona Palazzo del Cavaliere Palazzo del Forno Palazzo in via Materdei 20 Palazzo in via Materdei 55 Palazzo Medici a Materdei Palazzo Naccherino (in via Materdei 62) Palazzo Ragni Palazzo Ruvo Piazza Scipione Ammirato Guglia dell'Immacolata di Materdei Stazione Materdei della linea 1 Tombe eneolitiche di Materdei AA.VV. Le Strade di Napoli - Ed. Newton A.M. Bisi Ingrassia, Napoli e dintorni - F.lli Melita Editori

Materdei (metropolitana di Napoli)
Materdei (metropolitana di Napoli)

Materdei è una stazione della linea 1 della metropolitana di Napoli. La stazione è stata progettata da Alessandro Mendini ed inaugurata il 5 luglio 2003 alla presenza dei quindici ministri dei trasporti delle nazioni dell'Unione Europea. La sua apertura è avvenuta due anni dopo il completamento dell'intera tratta fino a Dante in quanto è stata utilizzata come pozzo d'estrazione per il recupero in superficie dei materiali ed i macchinari impiegati durante gli scavi. All'interno dello scalo, che fa parte del circuito delle stazioni dell'arte, c'è un mosaico di Sandro Chia, un altorilievo di Luigi Ontani e opere di Sol LeWitt e serigrafie di artisti meno noti. Un particolare della stazione è la guglia di vetro che sovrasta il mosaico di Chia, progettata sempre da Mendini, anche autore della riqualificazione urbanistica della zona circostante, che ha comportato la pedonalizzazione di parte di piazza Ammirato e di via Leone Marsicano. La stazione, a differenza di tutte le altre, non è situata in una strada di grande comunicazione, ma si trova a Materdei, a poca distanza dal quartiere Arenella e dal rione Sanità. Secondo il quotidiano inglese The Daily Telegraph, si è classificata al sedicesimo posto come stazione della metropolitana più bella d'Europa. La stazione dispone di: Biglietteria automatica La stazione, non essendo ubicata in una zona altamente trafficata, risulta l'unica stazione della linea 1 a non disporre di interscambi in superficie. Fino al 2016 era attiva una linea navetta dell'ANM denominata C53 che collegava il piazzale esterno alla stazione con Piazza Museo Nazionale e al Cimitero delle Fontanelle. Questa linea, data la poca affluenza, venne dapprima limitata con corse mattutine nei giorni feriali e successivamente soppressa del tutto; per sopperire alla mancanza, è stata idealizzata nel 2016 e progettata nel 2018 una seconda uscita alla base della scalinata di via Telesino (vicino al suddetto cimitero). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Materdei Stazioni ferroviarie e metropolitane di Napoli, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 2 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).

Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Napoli)
Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi (Napoli)

La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi è un luogo di culto cattolico della città di Napoli, ubicato in via Salvator Rosa. L'odierna struttura religiosa è stata fondata, assieme all'annesso convento, nella prima metà del XVII secolo al fine di ospitare delle monache carmelitane provenienti dalla Santa Croce di Lucca, tra cui suor Angelica Gambacorta, suor Anna D’Aponte e suor Giovanna Cangiano. Sotto la guida di Camilla Antinori (+1641), poi suor Paola Maria, dopo un periodo in una sede poi lasciata (1630) presso S. Monica, nel 1637, si aprì il nuovo monastero claustrale, dedicato a S. Teresa del SS. Sacramento. Nel 1665, la comunità conobbe una grave crisi finanziaria che fu risollevata da un’ampia donazione (di oltre 75.000 ducati) da parte di un ricco mercante originario di Anversa, Gaspare Roomer la cui figlia, suor Maria Maddalena, era in monastero. Legato al culto di santa Maria Maddalena de' Pazzi, riuscì a farlo intitolare a S. Maria Maddalena de' Pazzi del SS. Sacramento. In questa fondazione visse Teresa Maria de’ Liguori (1703-1724) parente di S. Alfonso Maria de' Liguori. La chiesa monastica venne edificata su progetto di Onofrio Tango, ma fu Giovanni Sparanno a provvedere alla costruzione vera e propria. Nel XVIII secolo Mario Gioffredo provvedette a ridimensionare il monastero. In seguito gli impianti seicenteschi vennero ulteriormente sminuiti da Pompeo Schiantarelli e Giuseppe Astarita. L'interno è a navata unica a croce greca. Giuseppe Sigismondo nella sua guida del 1789 parlò di chiesa "tutta dipinta a fresco da parte del cavalier Benasca" e rilevò anche la presenza di tele di Luca Giordano sull'altare maggiore e sui laterali, tutti lavori oggi non più esistenti. Infatti sopra l'altare maggiore allo stato attuale vi è una pregevole opera di Paolo Finoglio che raffigura la vicenda in cui santa Maria Maddalena e santa Maria Maddalena de' Pazzi adorano l'ostensorio sorretto da angeli; mentre i laterali sono invece sormontanti da quadri firmati da Davide Forte e Carlo Passarelli, risalenti agli anni '20 e 30 del XX secolo. Altro importante tesoro della chiesa è nella facciata: si tratta di un portale barocco in piperno, originariamente decorato con ori ed affreschi. C. Vasciaveo, Il giardino delle Carmelitane. Vissuto manoscritti e sfogliatelle, Cantagalli, Siena 2003, 40-42. G. A. Alvina, Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e suoi sobborghi entro il 1643 in Stanislao D’Aloe, Catalogo di tutti gli edifizi sacri della città di Napoli e suoi sobborghi, «Archivio storico per le province napoletane», VIII (1883) vol. IV, 721. A. Mastelloni, La prima chiesa dedicata a S. Maria Maddalena de’ Pazzi, Carmelitana, G. Fasulo, Napoli 1675. Napoli Chiese di Napoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi