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Limena

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Barchessa
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Lìmena (Imena in veneto) è un comune italiano di 8 165 abitanti della provincia di Padova in Veneto, situato a nord del capoluogo. A Limena dal fiume Brenta si stacca il canale Brentella. È un comune facente parte dell'Hinterland di Padova. Evolutasi, soprattutto nel secondo dopoguerra, da paese ad eminente vocazione agricola a centro di produzione prevalentemente industriale, la località mostra — urbanisticamente parlando — una ricca presenza di uno sviluppo industriale.

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Stadio Euganeo
Stadio Euganeo

Lo stadio Euganeo è un impianto sportivo di Padova adibito prevalentemente alla pratica del calcio. In termini di capienza, costituisce la maggior arena scoperta della città e della relativa provincia, nonché il secondo impianto sportivo del Veneto dopo il Bentegodi di Verona. Inaugurato nel 1994, ha ospitato da allora, gli incontri interni del Padova, maggiore club calcistico cittadino, nonché manifestazioni internazionali di atletica leggera e rugby e diversi eventi extrasportivi quali grandi concerti musicali. Nel gennaio del 2021 sono iniziati i lavori volti a eliminare la pista di atletica e a costruire a ridosso del campo da calcio la nuova curva Sud, al cui interno troverà posto un'area polifunzionale comprendente due palazzetti dello sport. L'amministrazione comunale padovana cominciò a valutare l'idea di costruire un nuovo stadio allorché il maggior club calcistico cittadino tornò in Serie B nel 1987: il vecchio stadio Silvio Appiani era infatti ormai obsolescente e una sua ristrutturazione appariva di difficile attuazione. Il progetto originale di Gino Zavanella (per uno stadio da 48.000 posti con quattro tribune tutte coperte) venne mutuato da quello proposto precedentemente per l'edificazione dello Stadio delle Alpi di Torino, scartato in favore di un altro bozzetto realizzato dallo studio Hutter. I lavori di costruzione dell'Euganeo iniziarono il 2 dicembre 1989 con la posa della prima pietra in via Due Palazzi. Nel 1992, con i lavori che procedevano a rilento, l'assessore allo sport del comune di Padova Sergio Verrecchia, sostenitore del progetto. Lo stadio non era ancora stato ultimato quando nel 1994 il Padova vi disputò la sua prima partita in Serie A: erano ancora assenti le coperture delle gradinate e la curva Sud. Nel 1998 i lavori ripresero con alcune modifiche dal progetto originale, per concludersi nella stagione 1999-2000, con il Padova in Serie C2, quando venne inaugurata la curva Sud destinata ai tifosi del Padova. Lo stadio fu inaugurato il 19 giugno 1994 con un'amichevole tra il Padova della stagione 1993-1994 e una selezione di vecchie glorie biancoscudate al cospetto dell'allora sindaco Flavio Zanonato e del segretario del PPI nel Veneto Rosy Bindi. Il 10 luglio si tenne la prima manifestazione ufficiale con l'8ª edizione del Meeting Città di Padova di atletica leggera. Il 14 agosto fu organizzata una seconda amichevole contro la Juventus terminata 0-0. La prima partita ufficiale fu la sfida di Coppa Italia contro l'Inter del 31 agosto, terminata con la vittoria dei nerazzurri per 3-0. Dal 2011 si iniziò a ipotizzare la riqualificazione dell'impianto con l'eliminazione della pista di atletica e l'avvicinamento delle curve al campo di gioco, nonché i lavori necessari per migliorarne l'accessibilità. A tali scopi furono formulati diversi progetti, uno dei quali prevedeva la costruzione di una nuova curva Sud a ridosso del campo e l'istituzione di una nuova linea tramviaria che collegasse lo stadio col centro città. Nel settembre 2018 fu inaugurato il ristrutturato Stadio Daciano Colbachini, che per l'occasione tornò a ospitare il Meeting Città di Padova. Si rese così superflua la pista di atletica dell'Euganeo, e fu quindi dato il via al progetto per la ristrutturazione dello stadio che prevede l'eliminazione della pista stessa e il graduale avvicinamento degli spalti al campo. La prima fase consiste nella costruzione della nuova curva Sud, che ospiterà 3 200 spettatori, con gradinate sensibilmente avvicinate al campo (6 metri di distanza), e che al suo interno ospiterà un'ampia struttura indoor comprendente due campi da gioco polivalenti e tribune da 2 000 spettatori complessivi. Il contratto di appalto fu firmato nel dicembre 2020 e il mese dopo ebbero inizio i lavori, con la consegna prevista per la fine del 2021. I problemi legati alla pandemia di COViD-19 e altri che si presentarono in corso d'opera fecero ritardare la consegna dei lavori e aumentare sensibilmente i costi. A lavori non ultimati, nel novembre 2022 fu disposto il sequestro preventivo del cantiere per irregolarità commesse dall'impresa appaltatrice nel corso della gara d'appalto e nel successivo subappalto dei lavori. Fu quindi rescisso il contratto con la ditta appaltatrice e per riprendere i lavori si rese necessario un nuovo appalto, subordinato allo stato di consistenza dell’opera al momento del sequestro presentato dalla vecchia ditta appaltatrice. Nacquero tensioni al riguardo e l'opera rimase incompiuta a lungo. Il campo di calcio misura 105 metri di lunghezza per 68 di larghezza. L'impianto dispone di amplificazione sonora, barriere protezione porte, telone protezione campo, impianto di illuminazione, palestre per preriscaldamento, impianto TV a circuito chiuso interno, parcheggi per giocatori e arbitri e aveva una pista d'atletica regolamentare, parzialmente eliminata. Gli spettatori distano al massimo 180 metri dal campo di calcio. Lo stadio è situato nelle immediate vicinanze della tangenziale ovest della città, a circa: 5 km dalla stazione centrale 2 km dall'uscita di Padova Ovest dell'autostrada A4 50 km dall'Aeroporto di Venezia 63 km dall'Aeroporto di Treviso 92 km dall'Aeroporto di Verona La capacità dello Stadio Euganeo era inizialmente di 32.420 posti (di cui 84 per la stampa), che furono ridotti a seguito del Decreto Pisanu del 2007 contro la violenza negli stadi. Il 27 giugno 2007, il Calcio Padova annunciò la riduzione della capienza a 7.492 posti, in conformità alla Determinazione n. 31 del 2007 emanata dall'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni a carattere sportivo del Ministero degli Interni, che prevede l'adeguamento alle norme anti-violenza per "gli impianti sportivi del gioco del calcio che hanno capienza superiore a 7.500 spettatori". Precedentemente la capienza era già stata ridotta a 9.981 posti. Nella stagione 2008-2009, la capienza per le partite di calcio fu portata a 17.000 spettatori, grazie all'adeguamento al decreto Pisanu (tornelli, posti nominativi, telecamere interne ecc.), e in seguito a 18.236. Per le partite riguardanti altri sport, la capienza massima era quella effettiva di 32.420 posti; lo stadio era pieno in ogni ordine di posti in occasione della partita di rugby Italia-Australia giocata l'8 novembre 2008. Si prevede che alla fine dei lavori di ristrutturazione iniziati nel 2021 la capienza sarà portata a 25.500 posti. Il totale originario di 32.420 posti a sedere era suddiviso nel seguente modo: Poltrone: 591 Tribuna Ovest: 7.047 Tribuna Est: 7.950 Gradinata Ovest: 5.056 Gradinata Est: 5.056 Curva Sud locali: 3.318 Curva Nord ospiti: 3.318 Tribuna Stampa: 84 Il Padova ha disputato all'Euganeo le partite casalinghe di campionato a partire dal 1994, anno in cui fu festeggiato il ritorno in Serie A dopo 32 anni nelle serie inferiori. La prima partita di campionato sul nuovo terreno fu quella della stagione di Serie A 1994-1995, che l'11 settembre 1994 oppose i biancoscudati al Parma, terminata con la vittoria degli ospiti per 3 a 0. Dal 1994 al 1999, gli ultras del Padova seguirono le partite dalla Tribuna sud-est, da qualche anno rinominata Tribuna Fattori in onore dello storico radiocronista della squadra Gildo Fattori. Nel 1999 venne completata la costruzione della Curva Sud e gli ultras vi si trasferirono. Quando nel 2009 il Padova tornò in Serie B, l'adeguamento dell'impianto ad una capienza superiore permise loro di tornare definitivamente alla Fattori, dove la visuale è molto migliore rispetto alla Curva Sud ed il prezzo ridotto rispetto alla Tribuna Est. Dal 2006, all'interno dello stadio si è trasferita la sede del Padova, assieme a quella del comitato regionale del Coni, dell'Aia Padova della Federazione Ginnastica d'Italia Veneto e molte altre. Il 29 gennaio 2010, a cento anni esatti dalla fondazione del Padova, è stato inaugurato all'interno dello stadio il museo dedicato alla società. Durante la stagione 2014-2015, complice l'esclusione del Calcio Padova dai campionati di Lega Pro e Serie D, l'Euganeo diventa la nuova casa della Biancoscudati Padova e dell'Atletico San Paolo Padova, entrambe militanti in Serie D. Tuttavia il San Paolo vi aveva disputato anche una partita del campionato di Serie D 2010-2011, in attesa che venisse adeguato alle norme della Serie D lo Stadio Plebiscito. Lo stadio Euganeo è stato sede di un incontro amichevole della nazionale di calcio dell'Italia, disputato il 30 marzo 2005 contro l'Islanda e terminato con il punteggio di 0-0. Il 20 novembre 2010, si è tenuta la partita Italia-Stati Uniti valida per la qualificazione al Campionato mondiale femminile di calcio 2011, vinta dalle statunitensi 1-0. Il 13 aprile 2011, si è svolta la partita amichevole dell'Under 21 Italia-Russia, finita 2-0 per gli azzurrini. Il 25, 27 e 30 marzo 2016 all'Euganeo si sono tenute tre sfide valide per l'Elite round del Campionato europeo di calcio Under-19 2016. In due di queste sfide l'Italia Under-19 ha sfidato Israele e Svizzera. La terza sfida ha visto contrapposte Israele e Svizzera. In passato hanno giocato all'Euganeo anche il Cittadella, nelle stagioni 2000-2001 e 2001-2002 in Serie B, il Treviso, che vi disputò le prime partite in casa della stagione 2005-2006 in Serie A, e il Lecco, che vi disputò la prima partita della stagione 2023-2024 di Serie B contro il Catanzaro. La prima manifestazione ufficiale tenutasi allo stadio fu il 10 luglio 1994 il Meeting Città di Padova di atletica leggera, organizzato dalla locale società sportiva Assindustria. Questo evento, che si era tenuto in precedenza allo Stadio Daciano Colbachini nel quartiere Arcella, si svolge ogni anno e viene ritenuto uno dei più importanti in Italia, con la partecipazione di alcuni atleti di primo piano del panorama internazionale. Nel 2018 il meeting ritornò al Colbachini dopo la ristrutturazione di questo impianto. L'8 novembre 2008 vi fu disputato il test match di rugby tra le nazionali di Italia e Australia. Per la prima volta il grande rugby era approdato all'Euganeo: l'incontro, terminato 30-20 in favore degli ospiti, fece registrare per la prima volta il tutto esaurito sugli spalti. Un altro importante test match fu disputato all'Euganeo il 22 novembre 2014 in occasione del Tour della Nazionale del Sudafrica davanti a 32.000 spettatori. L'incontro si chiuse con la vittoria del Sudafrica sull'Italia per 22-6. Nel novembre 2016 si è disputato l'incontro Italia-Tonga di Rugby, seguito un anno dopo (25 novembre 2017) da un test match con la nazionale Sudafricana in occasione dei Credit Agricole Cariparma test match 2017. Infine, il 17 Novembre 2018 si è disputato il secondo dei Cattolica test match 2018 tra l'Italia e l'Australia, finito 26-7 in favore degli ospiti. A partire dal 2000 l'impianto ha ospitato diversi concerti musicali. Il primo artista a riempire lo stadio è stato Luciano Ligabue l'8 settembre 2000. Dal 2004, nel settore nord dei parcheggi dello stadio ha luogo in estate tra giugno e luglio lo Sherwood Festival, organizzato dall'emittente padovana Radio Sherwood. L'evento dura circa un mese e ospita concerti musicali di artisti di richiamo internazionale, rappresentazioni teatrali, dibattiti ecc. Oltre ad alcuni bar e ristoranti, sono presenti al festival un secondo palco per eventi minori, varie attività commerciali, una pista da ballo ed altre attrazioni. Una volta costruito, l'Euganeo suscitò ben presto polemiche negli ambienti della tifoseria padovana che riteneva il nuovo impianto molto meno fruibile rispetto al vecchio Stadio Appiani, facile da raggiungere in quanto situato nel centro cittadino, nonché capace di offrire una ben migliore visibilità dagli spalti, direttamente affacciati sui bordi del terreno di gioco. La struttura è stata giudicata esteticamente brutta, scomoda e poco funzionale: tra le problematiche più frequentemente sollevate vi è la scarsa visibilità dagli spalti (e in particolare dalle curve), assai distanti dal campo per via della pista di atletica e della conformazione complessiva dell'arena, a pianta rettangolare. Inoltre la struttura in cemento levigato dei gradoni rende gli stessi scivolosi, specialmente a seguito delle gelate invernali. Gli ultras di casa, trovando particolarmente scomoda la curva sud dello stadio, hanno infine deciso di lasciarla e di occupare il settore inferiore della tribuna laterale sud-est. Oggetto di contestazioni è stata anche (come già accennato) la presenza della pista di atletica in uno stadio di tali dimensioni e in assenza di manifestazioni di grandi richiamo: a tal riguardo il meeting Città di Padova, a ingresso gratuito, attirava poche migliaia di spettatori (appena 6.000 nell'edizione del 2011). Un'altra pecca dell'impianto è la collocazione decentrata: la lontananza dell'Euganeo dal centro cittadino rende l'impianto difficile da raggiungere, complice anche l'assenza di servizi di trasporto pubblico dedicati (la fermata d'autobus più vicina si trova a circa 2 km.). Il 3 dicembre 2011, durante la partita tra Padova e Torino, si verificarono problemi all'impianto di illuminazione dello stadio fino al completo blackout al 31° del secondo tempo, con lo spegnimento anche delle luci di emergenza, che determinarono la sospensione della gara, poi conclusa undici giorni dopo.. Furono date contrastanti versioni sull'origine del guasto (società e comune affermarono che il problema fu causato da un guasto ad una cabina esterna ma ENEL smentì). Un'indagine strutturale condotta nel luglio 2012 riscontrò diversi difetti relativi alla costruzione e all'incuria dello stadio. Emersero in particolare preoccupanti crepe sui muri, l'intonaco che si scrostava, il distacco di molti pannelli dei controsoffitti, la comparsa di muffa e stalattiti dovute all'umidità. L'indagine mise in luce anche alcune carenze igieniche, come la mancanza di pulizia del guano che si depositava sui pavimenti delle tribune. Meeting Città di Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Euganeo (EN) Stadio Euganeo, su Structurae. Lo Stadio Euganeo, su padovacalcio.it. Lo Stadio Euganeo, su studiogau.it. Lo Stadio Euganeo, su padovanet.it. Lo Stadio Euganeo, su stadiumguide.com.

Stazione di Vigodarzere
Stazione di Vigodarzere

La stazione di Vigodarzere è una stazione ferroviaria posta sul tronco comune alle linee Bassano-Padova e Calalzo-Padova. La stazione è stata ammodernata e adeguata agli standard SFMR nei primi anni 2000. La stazione è dotata di tre binari e le relative banchine sono rialzate per ottenere un accesso a raso ai treni predisposti. La stazione è accessibile ai portatori di handicap tramite un ascensore per la banchina a isola per i binari 2 e 3 e tramite una rampa per il primo binario. È dotata di una piccola sala di attesa e di una biglietteria self-service. L'impianto comprende il ponte sul fiume Brenta, originariamente a doppio binario, distrutto durante la Seconda guerra mondiale e riattivato a singolo binario, che mantiene tuttora. Entro il 2026 Rfi costruirà un nuovo ponte di 100 metri (il più lungo a campata unica d'Italia) che permetterà l'adeguamento a doppio binario dell'attraversamento ferroviario sul fiume Brenta. In origine la stazione era dotata di un apparato centrale a filo tipo Innocenti a 12 leve per la manovra dei segnali ad ala, con deviatoi manovrati a mano ed assicurati a chiave. Dal 1978 la stazione venne dotata di un Apparato Centrale Elettrico a leve individuali tipo FS a 25 leve, successivamente sostituito nel 2005 da un Apparato centrale computerizzato. I deviatoi erano e sono tuttora a manovra elettrica. Dal 1991 al 2002 questo impianto gestiva provvisoriamente il traffico dell'ex Bivio Altichiero, poi riattivato con un ACEI sotto il controllo della Cabina A della stazione di Padova. La stazione è servita da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con le regioni interessate. La fermata è classificata da RFI nella categoria "Bronze". Dispone dei seguenti servizi: Biglietteria automatica Sala d'attesa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Vigodarzere

Chiesa di San Giovanni Battista (Pontevigodarzere)
Chiesa di San Giovanni Battista (Pontevigodarzere)

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Pontevigodarzere, quartiere di Padova, in provincia e diocesi di Padova; fa parte del vicariato dell'Arcella. Anticamente, a Pontevigodarzere esisteva una piccola cappella dedicata a San Giovanni Battista. Ad essa era preposto l'arciprete di Torre, il quale, all'inizio del Novecento, decise di far costruire una nuova chiesa a Pontevigodarzere. Avuto il benestare del vescovo Luigi Pellizzo, iniziarono i lavori di edificazione del nuovo edificio, il quale fu aperto al culto nel 1924. L'anno successivo divenne parrocchiale e, verso la fine del secolo, fu completamente restaurato; venne dedicato nel 1994. L'edificio sorge con orientamento est-ovest, a ridosso dell'argine sinistro del fiume Brenta. La pianta è a navata unica, con cappelle laterali che sporgono dalla struttura, priva di campanile, dove i mattoni faccia a vista lasciano spazio ad elementi decorativi in pietra richiamando l'impostazione dell'architettura religiosa romanica con i più recenti canoni neoromanici. La facciata spezza lo sviluppo verticale con una cornice marcapiano ed è impreziosita da archetti pensili di gusto romanico. L'accesso al portale principale, sopraelevato rispetto al piano stradale, è preceduto da una scalinata e impreziosito da un protiro con volta a botte sostenuta da una coppia di colonne. Opere di pregio conservate all'interno della chiesa sono un dipinto di bottega veneta raffigurante il Battesimo di Gesù Cristo, realizzato tra i secoli XVIII e XIX, una pala il cui soggetto è la Madonna con il Bambino e San Giovanni Battista, un tempo posta in una chiesetta della Guizza, e un'altra del 1630 di San Giovanni Battista che offre un agnello a Gesù bambino alla presenza di un angelo musicante, probabilmente opera di Alessandro Varotari. Padova Pontevigodarzere Parrocchie della diocesi di Padova Diocesi di Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giovanni Battista Chiesa di San Giovanni Battista, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Stadio Daciano Colbachini
Stadio Daciano Colbachini

Lo stadio Daciano Colbachini, ex stadio Littorio, è un impianto sportivo di atletica di Padova. Fu per 22 stagioni il campo di gioco delle Fiamme Oro Rugby. Dal 1987 al 1993 ha ospitato le prime edizioni del Meeting Città di Padova di atletica leggera, che nel 2018 è tornato al Colbachini. È dedicato all'atleta e imprenditore Daciano Colbachini, semifinalista nei 110 metri ostacoli alle Olimpiadi di Stoccolma 1912 e Anversa 1920. Costruito sul finire degli anni venti dal Gruppo Sportivo Tita Fumei, tra il 1956 e il 1978 lo stadio fu teatro delle imprese delle Fiamme Oro, compagine cittadina di rugby a 15 che vinse in questo impianto cinque scudetti (nelle stagioni 1958, 1959, 1960, 1961 e 1968) e quattro Coppe Italia (nel 1968, 1969, 1971 e 1972). La squadra rimase nella massima serie fino al 1978, anno in cui retrocedette e il gruppo fu dismesso Ha ospitato le prime sette edizioni del Meeting Città di Padova di atletica leggera, a cui partecipano atleti di fama mondiale, tra cui l'astista ucraino Serhij Bubka, che il 30 agosto 1992 in questo impianto realizzò il suo terz'ultimo record del mondo con la misura di 6,12 m.. A partire dal 1994, il meeting è stato spostato nel nuovo stadio Euganeo, situato nella periferia nord-ovest della città veneta. Nel 2018, dopo la ristrutturazione, il meeting è tornato a disputarsi al Colbachini. Dal 1º al 3 luglio 2011, si sono svolti al Colbachini i Campionati italiani assoluti di atletica leggera e Pentathlon per disabili, che per la prima volta hanno visto la presenza di alcuni atleti stranieri. Il Colbachini oggi è un punto di riferimento per l'attività tecnica del Veneto di atletica leggera. All'interno della struttura si allenano atleti di interesse nazionale e internazionale. Annualmente lo stadio ospita in media 50 gare provinciali, regionali e nazionali, e durante l'estate vi si svolgono i Centri Sportivi Estivi, che coinvolgono oltre 200 bambini dai 6 ai 14 anni. Nel 2018 sono stati eseguiti lavori di radicale ristrutturazione dell'impianto che comprende l'allargamento della pista di atletica e nuove tribune sul lato opposto di quelle esistenti. La ristrutturazione è finalizzata a restituire il ruolo di struttura principale dell'atletica padovana al Colbachini, che quello stesso anno è tornato ad ospitare il Meeting Città di Padova. L'intervento potrebbe consentire l'eliminazione della pista di atletica dallo Stadio Euganeo, che verrebbe in tal caso a sua volta profondamente ristrutturato. Dal 28 al 30 agosto 2020 ha ospitato trenta delle quaranta gare in programma ai campionati italiani assoluti di atletica leggera. L'impianto si compone di una pista di atletica a 8 corsie, con tribuna e sottotribune, 2 palestrine e un rettilineo indoor di 150 m in sintetico riscaldato, tutto con servizi. Fiamme Oro Rugby Meeting Città di Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Daciano Colbachini Lo Stadio Daciano Colbachini su Padovanet.it, su padovanet.it. Lo Stadio Daciano Colbachini su Assindustriasport.it, su assindustriasport.it.

Stazione di Padova
Stazione di Padova

La stazione di Padova (talvolta chiamata Padova Centrale, per distinguerla dalle altre stazioni minori cittadine) è la principale stazione ferroviaria della città. Situata sulla linea ferroviaria elettrificata Milano-Venezia, da essa si diramano le linee per Bologna, per Bassano e per Calalzo. All'impianto fa capo anche il collegamento con lo scalo di Padova Interporto. La stazione venne attivata il 3 dicembre 1842 in concomitanza con l'inaugurazione della ferrovia per Marghera, primo tronco della linea Milano-Venezia. La stazione si presentava quindi di testa, situazione solo provvisoria in quanto già l'11 gennaio 1846 la linea venne prolungata a Vicenza. In tali anni la concessione della ferrovia era affidata alla Società lombardo-veneta per la Ferrovia Ferdinandea (SFF), riscattata poi dal Regno Lombardo-Veneto nel 1852 che istituì una propria direzione denominata Ferrovia dello Stato Lombardo Veneto (FSLV). La gestione statale durò solo al 14 marzo 1856, quando con apposita convenzione la Milano-Venezia venne data in gestione ad una società privata, la Società privilegiata delle strade ferrate lombardo-venete e dell'Italia Centrale del gruppo Rothschild, per poi passare alla Società per le Ferrovie dell'Alta Italia (SFAI) il 14 maggio 1865. Successivamente, con la convenzione del 1885, le linee afferenti a Padova entrarono nel novero della Rete Adriatica, concessa alla Società Italiana per le strade ferrate meridionali; il 1º luglio 1905 esse passarono poi nella rete delle Ferrovie dello Stato. L'11 giugno 1866 Padova divenne stazione di diramazione con l'attivazione della tratta per Rovigo della costruenda linea Padova-Bologna, completata il 1º dicembre dello stesso anno. Successivamente, l'11 ottobre 1877, venne inaugurata anche la ferrovia Bassano del Grappa-Padova, relazione concessa alla Società Veneta (SV) che costruì un proprio deposito posto parallelamente ai marciapiedi dal lato opposto del fabbricato viaggiatori. La linea per Bassano venne gestita dalla Società Italiana per le strade ferrate meridionali tra il 1882 e il 1896, fermo restando la concessione alla SV, concessione poi revocata nel 1906 con il passaggio alle FS. La SV fu anche la concessionaria delle tranvie interurbane gestite dalle Guidovie Centrali Venete (GCV): presso la stazione ferroviaria venne pertanto attivato uno scalo merci d'interscambio conosciuto con il nome di Padova Scalo Merci. Nel frattempo vennero realizzati alcuni raccordi al servizio di alcuni impianti industriali sorti nell'area, alcuni diramantesi dalla stazione di Padova, altri da Padova Scalo Merci (documentati il raccordo per il Gasometro e per la Distilleria Maluta posta all'angolo tra Via Trieste e Viale Codalunga); si pensò anche di spostare la stazione più ad est, approssimativamente nella zona dietro alla Fiera, per avere più spazio da destinare allo sviluppo sia degli impianti ferroviari veri e propri sia per l'edificazione di un quartiere commerciale ed industriale più efficiente. Il 10 novembre 1911 venne attivato il Raccordo Bivio Altichiero tra l'omonimo bivio posto sulla ferrovia per Bassano del Grappa e la nuova stazione di Padova Campo Marte; tale tronco, lungo 2.812 km, era dotato inizialmente di doppio binario e scavalca la linea Milano - Venezia con un cavalcavia. Contemporaneamente entrò in servizio un terzo binario indipendente tra la stazione di Padova e Campo Marte. Seguì quindi, il 18 giugno 1917, un secondo raccordo, denominato Raccordo Bivio Montà, che collega da una parte sempre Padova Campo Marte e dall'altra il Bivio Montà sulla linea per Milano; dotato di un solo binario, è lungo 2.202 km. Nel frattempo, il 2 aprile 1911 venne attivata la Ferrovia Padova-Piazzola (FPP); il progetto originario prevedeva l'attestamento di questa linea privata presso la stazione FS, ma a causa dei lavori di costruzione del Raccordo Bivio Altichiero che rendevano assai complicato l'innesto della FPP sulla linea FS per Bassano, si optò per la realizzazione di una stazione propria, denominata Padova Borgomagno. Venne dunque creato un transito tra i binari delle due amministrazioni, utilizzato esclusivamente dai treni merci. Tra le due guerre mondiali lo scalo merci, da sempre posto a sudest del fabbricato viaggiatori, fu ampliato anche in virtù dell'attivazione dei raccordi con la Fiera, con i Magazzini Generali e con il Mercato Ortofrutticolo. In seguito a tali ampliamenti lo scalo divenne un impianto dotato di proprio ufficio movimento assumendo il nome ufficiale di Padova Scalo. La seconda guerra mondiale causò numerosi danni alla stazione di Padova ed alle linee afferenti; rimase gravemente colpito anche il fabbricato viaggiatori che venne pertanto sostituito gradualmente dal complesso tuttora esistente, progettato dall'ing. Paolo Perilli e realizzato tra il 1949 e il 1953. Completamente distrutto il ponte sul Brenta sulla linea per Bassano, si decise di ricostruirlo provvisoriamente a binario unico al pari dell'intera tratta Padova - Vigodarzere e dell'afferente Raccordo Bivio Altichiero. Tale raccordo però venne usato in maniera assai sporadica: alcuni ferrovieri ricordano come venne utilizzato fino a circa il 1947 quasi esclusivamente per triangolare le locomotive a vapore che non potevano essere girate sulla piattaforma girevole. A parte tali aspetti negativi, la ricostruzione portò alcune novità nella struttura della stazione. Si decise innanzitutto di eliminare il vecchio Deposito Locomotive, ereditato a suo tempo dalla SV, per spostarlo nella sede attuale incuneandolo tra le linee per Milano e Bologna e dotandolo anche di un ingresso lato Campo Marte. Lo spazio ricavato dalla demolizione del vecchio DL venne utilizzato per ampliare il Fascio Viaggiatori portandolo a undici binari passanti (di cui però nove dotati di marciapiedi). Si valutò anche l'utilizzo della stazione FS da parte dei treni FPP ma la proposta non venne messa in pratica visto che la linea per Carmignano avrebbe chiuso il 31 dicembre del 1958. Inoltre arrivò per la prima volta la linea aerea con il completamento dell'elettrificazione della linea da Bologna avvenuto il 9 ottobre 1955 a cui seguì l'elettrificazione della Milano - Venezia. Con la soppressione delle tranvie interurbane SV avvenute nel 1954, venne posato un binario lungo Via del Pescarotto tra i Magazzini Generali e il binario ex SV di Via Venezia per poter raccordare le Officine Meccaniche della Stanga che, altrimenti, sarebbero rimaste prive di accesso alla rete ferroviaria. Sempre nello stesso periodo venne realizzato un ulteriore raccordo al servizio della Ferriera Padana Acciaierie Venete mentre cominciò a prendere forma la rete dei raccordi della nuova Zona Industriale; questi nuovi raccordi andarono pian piano a sostituire i vecchi che si diramavano da Padova Scalo, chiusi tutti entro gli anni '80. Il 9 maggio 1988 venne inaugurata l'elettrificazione della tratta Padova - Castelfranco Veneto, ultima linea afferente al nodo priva di linea aerea. Qualche anno più tardi, il 24 novembre 1991, si riattivò il Raccordo Bivio Altichiero provvisoriamente a binario unico; siccome la tratta da Padova a Vigodarzere era allora ancora tutta a semplice binario, si decise di non far confluire il Raccordo nella linea per Bassano nell'ex Bivio Altichiero, che quindi non venne al momento ripristinato, ma di spostare la confluenza più a nord praticamente sotto al sovrappasso dell'Autostrada A4 (Italia) ponendola sotto la giurisdizione della stazione di Vigodarzere. Con la nascita della nuova stazione di Padova Interporto, inaugurata il 9 maggio 1988, cominciò il declino di Padova Scalo: già nel 1989 lo Scalo aveva perso lo status di stazione con la chiusura dell'Ufficio Movimento, contestuale assorbimento dell'impianto all'interno della stazione di Padova e ridenominazione in Fascio A; dopodiché, nel novembre 1991, cessò definitivamente il traffico merci in partenza ed arrivo, tutto spostato a Padova Interporto, rimanendo in uso come fascio di smistamento per l'inoltro di carri verso Padova Interporto lasciati dai merci in transito e viceversa nonché come zona di ricovero per alcuni treni passeggeri aventi origine e termine a Padova. Infine, con l'apertura della stazione di Cervignano Smistamento, tra gennaio e giugno 1997 cessò definitivamente l'uso del Fascio A per i servizi merci. Nel corso degli anni i binari destinati alla movimentazione delle merci vennero pian piano abbandonati e quindi rimossi; di tali binari sopravvive, oltre al Fascio A ribattezzato tra il 2004 e il 2005 Fascio Secondario, il gruppo di tronchini chiamato Sacca Riordino che serviva il magazzino merci, utilizzati per ricoverarvi vecchi carri ormai accantonati da numerosi anni nonché dai carrelli di servizio per la manutenzione delle linee. I lavori di trasformazione dei binari tronchi della Sacca Riordino sono stati ultimati con l'apertura di due nuovi binari denominati 2 e 3 metropolitano (2METR, 3 METR) a servizio del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR). Essi sono serviti dalle navette dirette a Venezia Mestre e viceversa. Sempre nell'ambito del progetto SFMR è prevista la costruzione nell'ambito della stazione di Padova di una fermata denominata Padova San Lazzaro posta presso l'omonimo quartiere lungo i due binari della Linea Storica per Venezia tra i segnali di partenza e protezione esterni. Inoltre è in progetto la costruzione di una galleria a tre binari sotto al Fascio Viaggiatori da adibire come stazione per l'Alta Velocità, allorquando verrà costruita la linea AV/AC in direzione Milano. La stazione si compone essenzialmente di: Fascio Viaggiatori con dieci binari passanti, di cui nove (dal I al III, dal V al X) dotati di marciapiede e il rimanente (XI) adibito alle manovre, nonché al ricovero dei treni, mentre il binario IV è stato rimosso; Fascio Metropolitano con due binari tronchi (numerati 2M e 3M), posti a sud del binario 1 all'estremità est della stazione, per i treni da e per Venezia che hanno qui origine o termine; Fascio Secondario (ex Fascio A, ex Padova Scalo), posto a sud della linea per Venezia, utilizzato esclusivamente come ricovero dei treni che hanno qui origine e termine. Anticamente si diramava da questo fascio binari il raccordo con le stazioni di Padova Scalo Merci e di Padova Santa Sofia; Deposito Locomotive, incuneato tra le linee per Milano e Bologna; Platea Lavaggio, posta a nord della linea per Milano, anch'esso adibito al ricovero di treni completi. Sempre sotto all'impianto fanno capo il Gruppo Scambi Altichiero (ex Bivio Altichiero) e il Gruppo Scambi Montà (ex Bivio Montà), punto di confluenza dei due raccordi omonimi provenienti da Padova Campo Marte e che permettono ai treni merci provenienti da Bologna di proseguire senza manovre di inversione rispettivamente verso Camposampiero e Milano. Gli impianti di sicurezza e segnalamento hanno avuto una continua evoluzione nel corso del tempo, tanto che si possono definire diversi momenti particolari, in cui si hanno notizie precise circa la conformazione degli impianti stessi. Al 1912 l'impianto risultava dotato di: almeno 10 posti di manovra detti "Garette"; Posto A, dotato di apparato Saxby; Posto B, dotato di apparato Saxby, corrispondente con la Garetta N°9; Cabina C, dotata di un Apparato Centrale Idrodinamico da 25 leve, con giurisdizione su tutto il lato Venezia, regolante l'accesso est al Fascio A ed al Fascio B: quest'ultimo aveva sei binari e si trovava a nord del Fascio Viaggiatori. Nell'intero complesso il segnalamento era ad ali semaforiche sovrapposte con manovra a filo per i Posti A e B, manovra idrodinamica per la Cabina C; I deviatoi sotto giurisdizione della Cabina C erano a manovra idrodinamica mentre i restanti tramite trasmissione rigida o a mano. Con l'attivazione del Bivio Altichiero nel 1911, viene attivato un apparato Saxby a 10 leve; similmente col Bivio Montà nel 1917 viene attivato un altro apparato Saxby a 10 leve, per questi due apparati la manovra dei segnali ad ala era a filo mentre la manovra dei deviatoi era tramite trasmissione rigida. A seguito degli investimenti realizzati per il traffico crescente durante la Prima Guerra Mondiale, al 1922 l'impianto risultava dotato di 5 cabine con Apparati Centrali Idrodinamici: Cabina A: ACI di tipo elevato da 100 leve, attivato il 20 marzo 1922, per il lato Bologna-Milano-Bassano; Cabina B: ACI di tipo basso da 25 leve, per l'accesso ovest al Fascio B; Cabina C: ACI di tipo elevato da 85 leve, per la sezione intermedia della stazione tra le Cabine A ed E e l'accesso ovest al Fascio A; Cabina D: ACI di tipo basso da 21 leve, per la sezione intermedia del Fascio B tra le Cabine B ed E; Cabina E: ACI di tipo elevato da 25 leve, per il lato Venezia e l'accesso est al Fascio A e B, realizzata adeguando la già esistente Cabina C. Nell'intero complesso il segnalamento era ad ali semaforiche a manovra idrodinamica con segnali a candeliere, per un totale di 71 segnali semaforici, con aggiunti 96 segnali di manovra ("dischetti bassi"). La manovra dei deviatoi era idrodinamica in grandissima parte con restante a mano, per un totale di 198 scambi. A causa delle ingenti distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, l'impianto è stato ridimensionato: Cabina A: ACI da 100 leve, assorbe anche l'area della ex-Cabina B; Cabina B: serratura con chiavi di risulta d'itinerario e 5 leve, ex-Cabina C e D, il Fascio B rimane non centralizzato; Cabina C: ACI da 25 leve, ex-Cabina E; PM 230: Posto di Movimento con istrumento di concessione consensi per l'ingresso al Fascio A dalla Cabina C. Nell'intero complesso il segnalamento era ad ali semaforiche a manovra elettrica. La manovra dei deviatoi era idrodinamica in piccola parte, per il resto a mano con fermascambi a chiave. Dal 1957-1958 fino al 2005 l'impianto è stato ammodernato notevolmente: Cabina A: Apparato Centrale Elettrico tipo SASIB a 54 leve e chiavi, attivato il 19 ottobre 1957, estese successivamente a 66 con la riattivazione del Bivio Altichiero e l'adeguamento dei binari dal VI al XI, il cui fabbricato, originale del 1916, si trova lungo Via Frà Paolo Sarpi; Cabina B: ACE tipo SASIB a 35 leve e chiavi, il cui fabbricato, già utilizzato per l'apparato precedente, era posizionato circa un centinaio di metri ad est dal termine del marciapiede del Binario I, il PM 230 dapprima separato è stato poi dismesso e assorbito sotto la giurisdizione di questa cabina. Cabina C: Apparato Centrale Elettrico a Itinerari tipo I 0/14 con pulsanti di Seconda Serie prodotti dalle Officine Meccaniche di Savona Servettaz-Basevi, attivato nel 1967, fino all'attivazione di questo apparato, il cui fabbricato di nuova realizzazione era posizionato lungo Via Jacopo D'Avanzo, è rimasto attivo il vecchio ACI; Bivio Montà: ACEI tipo I 0/14 con pulsanti di Seconda Serie prodotti dalle Officine Meccaniche di Savona Servettaz-Basevi e posizionato nella Cabina A, attivato nel 1966; Bivio Altichiero: ACEI tipo I 0/16 II Serie SDO con pulsanti di produzione Siliani, posizionato nella Cabina A, attivato nel 2002 (L'apparato tipo Saxby era stato dismesso ed il Bivio già soppresso nel 1965). L'intero impianto era dotato di segnalamento permanentemente luminoso, originariamente a candeliere e dal 1965 a luci sovrapposte. La manovra dei deviatoi era elettrica o a mano con fermascambi a chiave. La Cabina A è l'unica preservata a scopo museale grazie all'interessamento dell'associazione di appassionati Società Veneta Ferrovie, che ne sta curando il restauro e il ripristino degli apparati. Tra il 26 e il 27 novembre 2005 gli apparati delle tre cabine vennero disattivati e sostituiti dal nuovo Apparato Centrale Computerizzato. Per permettere l'ampliamento dei binari si decise per la demolizione delle cabine B e C: la Cabina B è stata demolita nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2006, la Cabina C nella notte tra il 5 e il 6 luglio. Il traffico è di circa 450 treni al giorno, con relazioni passeggeri svolte da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Veneto e a lunga percorrenza, svolte da Trenitalia, Nuovo Trasporto Viaggiatori e da una joint venture formata da DB e ÖBB operato da Trenord. Il traffico merci è curato da diverse società fra cui Trenitalia, Dinazzano Po, FFS Cargo, Rail Cargo italia, NordCargo, Sistemi Territoriali ma risulta di solo transito, essendo il servizio concentrato presso la stazione di Padova Interporto. La stazione è nella categoria “platinum" da R.F.I gestita da GrandiStazioni. La stazione dispone di accesso Wi-Fi e offre i seguenti servizi: Bar Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Deposito bagagli con personale Negozi Posto di Polizia ferroviaria Ristorante Sala d'attesa Servizi igienici Supermercato Ufficio postale Nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, recentemente riqualificato, transitano o fanno capolinea le autolinee urbane e la tranvia di Padova gestite da Busitalia Veneto. Dal 2010 è presente nelle adiacenze un'autostazione presso la quale fanno capolinea diverse linee extraurbane di Busitalia, Mom, SVT e ACTV con diverse destinazioni. Di particolare interesse i collegamenti verso l'aeroporto Marco Polo di Venezia servita da Busitalia con una linea dedicata, e verso l'aeroporto Canova di Treviso servita da MOM (linea 101 per Treviso). Giovanni Cornolò. La Società Veneta Ferrovie. Ponte San Nicolò (PD), Duegi Editrice, 2005. ISBN 88-900979-6-5. Mario Santinello. La Ferrovia Padova - Piazzola - Carmignano. Cortona (AR), Calosci, 1979. Laura Zecchini. Negrelli e la Ferdinandea. I Treni Oggi, Dicembre 1988, 88. Salò (BS), Editrice Trasporti su Rotaie. Stazione di Ponte di Brenta Stazione di Padova Campo Marte Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Padova Storia e immagini della stazione di Padova, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 10 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).

Santuario dell'Arcella
Santuario dell'Arcella

Il santuario Antoniano dell'Arcella, conosciuto popolarmente come Sant'Antonino, è un luogo di culto cattolico situato all'Arcella, quartiere settentrionale della città di Padova. Al suo interno si conserva la cella dove spirò sant'Antonio il 13 giugno 1231. Sebbene la costruzione sia relativamente recente, il luogo di culto ha origini antiche. Oggi la chiesa, santuario retto dai frati minori conventuali, gode di titolo parrocchiale. Nell'area dell'attuale santuario stava nel XIII secolo un ospizio (o xenodochio) retto da una comunità di monache clarisse fondata, secondo la tradizione, da san Francesco d'Assisi nel 1220 dopo il suo rientro dalla Terra Santa. Questo sorgeva in una zona extraurbana, sulla strada che portava verso Porta Molino. Quando il 13 giugno 1231 sant'Antonio - ospite dal conte Tiso in Camposampiero - si sentì mancare, chiese di essere riportato a Padova dove desiderava morire. Trasportato verso la città su un carro trascinato da buoi, si dovette fermare presso l'ospizio della clarisse: lì fu portato all'interno di una cella dai confratelli che temevano l'accalcarsi della folla devota. Adagiato a terra, ricevette l'estrema unzione. Recitato l'inno O gloriosa Domina e pronunciate le parole Video Dominum meum (Vedo il mio Signore), spirò all'età di 36 anni. La salma del santo fu poi portata in città, alla chiesa di Santa Maria Mater Domini, dove egli voleva essere sepolto. La cella in cui morì Antonio divenne un luogo di culto frequentatissimo. Nello stesso 1231 morì la clarissa Elena Enselmini e fu sepolta nella chiesetta dello spizio: la tomba della venerata francescana attirò ulteriore numero di devoti presso l'Arcella. Verso la metà del Duecento il libero comune padovano fece riedificare le strutture. Le clarisse ebbero un cenobio e la cella di sant'Antonio fu inglobata nella nuova chiesa. Questo complesso fu danneggiato in più occasioni e in svariate vicende belliche, trovandosi in prossimità delle mura della città. Le clarisse dell'Arcella si rifugiarono in città più volte, dove fondarono il cenobio e la chiesa di Santa Chiara e poi, nel 1506, costruirono la chiesa della Beata Elena dove fu portato il corpo della Enselmini e un grande convento. La cella di sant'Antonio si salvò dalle distruzione e fu trasformata in capitello. Fu grazie al lascito di Baldassarre Dondi dell'Orologio che, a partire dal 1649, si trasformò il sacro loco in una più dignitosa chiesa di Sant'Antonin che ebbe la preziosa cella posta a presbiterio. Conclusa nel 1675 e affidata alle cure delle clarisse della Beata Elena. Nel 1792 la badessa Elisabetta Speroni diede inizio alla costruzione di un nuovo luogo di culto. Ai lavori partecipò economicamente anche il cardinale Chiaromonti, futuro papa Pio VII. Nel secondo quarto dell'Ottocento si avviò una campagna di ricostruzione del santuario guidata dal nobile padovano Giovanni Battista Trevisan: su suo progetto si riedificò o ampliò la precedente costruzione secondo il gusto neoclassico. L'edificio fu concluso nel 1842. Si caratterizzava per l'imponente pronao elevato sullo stile corinzio e per due campaniletti gemelli, che affiancavano l'unica piccola navata. Il santuario neogotico si principiò nel 1890 su disegno di Eugenio Maestri come ampliamento della precedente costruzione a cui si innestò attraverso una serliana. L'interno fu interamente dipinto a tempera da Giacomo Manzoni con la collaborazione di Agide Aschieri. Si iniziò a costruire anche un nuovo grande campanile sul sagrato. Si avviò così un cantiere che si concluse solo verso il 1931, quando Nino Gallimberti portò a compimento il progetto di Maestri ma con gusto più puro: si eliminarono le pitture ottocentesche, si demolì il lacerto del santuario neoclassico e si elevò la cupola, con transetto, abside e cappelle che andarono a circondare la cella antoniana. Ne risultò un arioso edificio sui canoni del gotico padano caro ai francescani, giocato sulla cromia del rosso e del bianco (pure colori della città di Padova). Il campanile fu completato sotto direzione dell'ingegnere Agostino Zanovello, rispettando il gusto neogotico della nuova chiesa e fu culminato dalla statua di Sant'Antonio. Sopra il campanile venne eretta nel 1922 una statua del Santo in legno di larice di 5,5 metri, scolpita da Silvio Righetti. Sul campanile è installato un concerto di 8 campane finemente lavorate, fuse nel 1922 dalla fonderia Cavadini di Verona. Il concerto copre l'intera ottava musicale (diatonica maggiore) partendo dal "do centrale" (Do3). Savonarola Michele De magnificis ornamentis regie civitatis Padue in R.R. SS. t XIV, Mediolani, Tip. Soc. Palatinae, 1738. Gonzati Bernardino O.F.M. Conv. Dell' Arcella di Padova. Notizie storiche raccolte e descritte Padova tip. Crescini, 1844, II Ediz. Berzi Luigi "Rettore dell' insigne Santuario di S. Antonio in Arcella". Ai Divoti di S. Antonio (coi tipi di A. Bianchi - 1851) Perli Riccardo L'Arcella insigne Santuario di Santo Antonio nel suburbio di Padova Cenni storici e documenti pubblicati nel 7º Centenario della nascita del Santo 1195 - 1895 - Padova, Tipografia Antoniana 1895 Sartori Antonio O.F.M. Conv. Il Santuario dell' Arcella a Padova da Miscellanea Francescana Tomo 56 - Ott. Dic. 1956 Lotto Ruggero S. Antonio e la sua Arcella de Il Grande Patrono Santuario di S. Antonio d' Arcella - Padova Maggio 1970 Saracini Leopoldo La Cella del Transito di S. Antonio nel Santuario Antoniano dell' Arcella estratto dalla Rivista "Il Santo" XL, serie II, maggio - dicembre 2000 - Centro Studi Antoniani, Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario dell'Arcella Sito ufficiale, su santuarioarcella.it.

Stadio Plebiscito
Stadio Plebiscito

Lo Stadio Plebiscito è un impianto sportivo italiano di Padova. Principalmente dedito al rugby, è dal 1981 l'impianto interno della più famosa e titolata società sportiva cittadina, il Petrarca. Al 2018 il comune di Padova, proprietario dell'impianto, dichiara una capienza omologata di 8078 spettatori. Nato per il rugby, che negli anni precedenti aveva utilizzato il Campo Tre Pini, lo Stadio Appiani e lo Stadio Arcella, è il terreno di casa del Petrarca Rugby (in alternativa al Centro Sportivo 'Memo Geremia' alla Guizza), la cui prima squadra milita nel Campionato Top 10. Tra gli eventi che hanno visto il maggiore afflusso di spettatori c'è la sfida Italia-Australia del 23 ottobre 1996 e il match tra Italia e Nuova Zelanda nel 2002. Nel 2011 ha ospitato il Campionato mondiale giovanile di rugby 2011. Inoltre per dieci volte dal 1991 al 2021 è stato la sede della finale del campionato italiano di rugby, l'ultima a giugno 2021. Dalla stagione di Serie D 2010-2011 alla stagione di Serie D 2013-2014 in questo stadio ha militato anche il San Paolo Padova Calcio, compagine nata dalla fusione dell'Albignasego (Serie D) e del San Paolo (Eccellenza). Inoltre dal 2012 al 2016 ospita le partite casalinghe della squadra di football americano dei Saints Padova. Dopo il fallimento del San Paolo Padova avvenuto nell'estate 2014, che ne gestiva lo stadio, nel settembre dello stesso anno la gestione passa alla Squadra di Football Americano dei Saints Padova. L'accordo è cessato nel 2016 per via dei lavori di ristrutturazione dell'impianto, iniziati nello stesso anno. Il 28 settembre 2014 ospita, a causa dei lavori di rifacimento del manto erboso dell'Euganeo, la partita valida per il campionato di Serie D tra Atletico San Paolo Padova e Romagna Centro. Il 9 novembre sempre a causa dei lavori di rifacimento del manto erboso dell'Euganeo, ospita per la seconda volta una partita dell'Atletico San Paolo Padova. Il 26 febbraio 2016 ha ospitato la partita di rugby del Sei Nazioni Under 20 tra Italia e Scozia, terminata 14-24 per gli scozzesi. Nella stagione 2018/2019 ha ospitato le partite casalinghe del Valsugana Rugby nell'unica stagione in cui ha militato nel Campionato Top 12. Il 14 dicembre 2021 si è tenuta la prima partita della Nazionale Italiana 'A' di Rugby contro l'Uruguay. Dalla stagione 2021/2022 è lo stadio principale del Petrarca Rugby per le partite di Campionato e Coppa Italia. A fine 2015 l'amministrazione comunale dà il via al progetto di ristrutturazione che lo dovrebbe portare ad essere anche lo stadio del Calcio Padova con una capienza di 12.215 posti al termine della costruzione delle due curve e almeno 1.000 parcheggi in più. Il primo stralcio dell'opera, prevede l'esproprio di terreni circostanti, per la creazione di nuovi parcheggi, e il rinnovamento della Tribuna Est e di quella Ovest (a fianco del Pala Ghiaccio), che insieme dovrebbero assicurare una capienza di 7.715 spettatori, e la costruzione delle due nuove Curve. La Sud, dove nel 2016 si trova un prato d'allenamento, destinata ai tifosi locali e con 3.500 posti. E la Nord, a ridosso del campo da baseball, riservata ai sostenitori ospiti e con mille poltroncine. Gli espropri sono cominciati nel dicembre del 2015, mentre il 30 maggio 2016 è avvenuta la consegna del cantiere. Il 27 agosto successivo sono iniziati i lavori della Patavium Arena, con il primo intervento che prevede l'installazione di 7.715 nuovi seggiolini tra le tribuna est e ovest, per un costo di 234.000 euro. Al termine dei lavori, i seggiolini andranno a comporre la scritta Padova e due croci, alle due estremità degli spalti, simbolo della città e pure del club biancoscudato. Il secondo stralcio dell'opera (al 2016 non ancora finanziato), prevede la copertura dell'intero stadio tramite una struttura metallica a traliccio disposta in modo radiale all'esterno dell'impianto e rivestita da uno speciale materiale plastico (il politetrafluoroetilene) che può essere illuminato artificialmente, proiettando eventuali loghi pubblicitari. Il progetto è probabilmente tramontato definitivamente, essendo stata decisa la ristrutturazione dello Stadio Euganeo di Calcio. Nella tribuna ovest si trovano due spogliatoi per i giocatori, uno spogliatoio per gli arbitri, una infermeria, una sala stampa, mentre nella tribuna est vi è un'ampia zona riservata alla stampa con 15 posti a sedere, due spogliatoi per i giocatori, uno per gli arbitri, una palestra riscaldamento. L'impianto dispone di un campo e di due tribune con 8.080 posti a sedere, di cui 7.715 con seggiolini (più parterre di 1.000 posti). Si trova a cinque chilometri dal centro della città. Il 3 luglio 2010 vi si è giocato il III Italian Bowl LENAF, finale del campionato italiano di football americano di secondo livello, vinto dai Barbari Roma Nord sui Guelfi Firenze col punteggio di 14-12. A partire dal concerto di Biagio Antonacci del 21 settembre 2002, l'impianto è stato usato anche per qualche concerto musicale; i primi artisti stranieri a riempire lo stadio sono stati la boy band inglese dei Blue il 18 giugno 2005. Biagio Antonacci (21 settembre 2002) Pooh (17 luglio 2004) Blue (18 giugno 2005) George Michael (17 luglio 2007) Nomadi (7 giugno 2014) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Plebiscito Lo stadio Plebiscito su padovanet.it, su padovanet.it. Lo stadio Plebiscito su petrarcarugby.it, su petrarcarugby.it. URL consultato il 29 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2014). Lo stadio Plebiscito su padovasaints.com, su padovasaints.com. Sedi JWC 2011, su irb.com, World Rugby. URL consultato il 12 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2014).