place

Chiesa di San Giovanni Battista (Pontevigodarzere)

Chiese dedicate a san Giovanni BattistaChiese della diocesi di PadovaChiese di PadovaPagine con mappe
Pontevigodarzere chiesa parrocchiale
Pontevigodarzere chiesa parrocchiale

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Pontevigodarzere, quartiere di Padova, in provincia e diocesi di Padova; fa parte del vicariato dell'Arcella. Anticamente, a Pontevigodarzere esisteva una piccola cappella dedicata a San Giovanni Battista. Ad essa era preposto l'arciprete di Torre, il quale, all'inizio del Novecento, decise di far costruire una nuova chiesa a Pontevigodarzere. Avuto il benestare del vescovo Luigi Pellizzo, iniziarono i lavori di edificazione del nuovo edificio, il quale fu aperto al culto nel 1924. L'anno successivo divenne parrocchiale e, verso la fine del secolo, fu completamente restaurato; venne dedicato nel 1994. L'edificio sorge con orientamento est-ovest, a ridosso dell'argine sinistro del fiume Brenta. La pianta è a navata unica, con cappelle laterali che sporgono dalla struttura, priva di campanile, dove i mattoni faccia a vista lasciano spazio ad elementi decorativi in pietra richiamando l'impostazione dell'architettura religiosa romanica con i più recenti canoni neoromanici. La facciata spezza lo sviluppo verticale con una cornice marcapiano ed è impreziosita da archetti pensili di gusto romanico. L'accesso al portale principale, sopraelevato rispetto al piano stradale, è preceduto da una scalinata e impreziosito da un protiro con volta a botte sostenuta da una coppia di colonne. Opere di pregio conservate all'interno della chiesa sono un dipinto di bottega veneta raffigurante il Battesimo di Gesù Cristo, realizzato tra i secoli XVIII e XIX, una pala il cui soggetto è la Madonna con il Bambino e San Giovanni Battista, un tempo posta in una chiesetta della Guizza, e un'altra del 1630 di San Giovanni Battista che offre un agnello a Gesù bambino alla presenza di un angelo musicante, probabilmente opera di Alessandro Varotari. Padova Pontevigodarzere Parrocchie della diocesi di Padova Diocesi di Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giovanni Battista Chiesa di San Giovanni Battista, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Giovanni Battista (Pontevigodarzere) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Giovanni Battista (Pontevigodarzere)
Via Giulio Zanon, Padova Pontevigodarzere

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa di San Giovanni Battista (Pontevigodarzere)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.445683 ° E 11.894125 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Chiesa San Giovanni Battista

Via Giulio Zanon
35133 Padova, Pontevigodarzere
Veneto, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q63246065)
linkOpenStreetMap (132096442)

Pontevigodarzere chiesa parrocchiale
Pontevigodarzere chiesa parrocchiale
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Stazione di Vigodarzere
Stazione di Vigodarzere

La stazione di Vigodarzere è una stazione ferroviaria posta sul tronco comune alle linee Bassano-Padova e Calalzo-Padova. La stazione è stata ammodernata e adeguata agli standard SFMR nei primi anni 2000. La stazione è dotata di tre binari e le relative banchine sono rialzate per ottenere un accesso a raso ai treni predisposti. La stazione è accessibile ai portatori di handicap tramite un ascensore per la banchina a isola per i binari 2 e 3 e tramite una rampa per il primo binario. È dotata di una piccola sala di attesa e di una biglietteria self-service. L'impianto comprende il ponte sul fiume Brenta, originariamente a doppio binario, distrutto durante la Seconda guerra mondiale e riattivato a singolo binario, che mantiene tuttora. Entro il 2026 Rfi costruirà un nuovo ponte di 100 metri (il più lungo a campata unica d'Italia) che permetterà l'adeguamento a doppio binario dell'attraversamento ferroviario sul fiume Brenta. In origine la stazione era dotata di un apparato centrale a filo tipo Innocenti a 12 leve per la manovra dei segnali ad ala, con deviatoi manovrati a mano ed assicurati a chiave. Dal 1978 la stazione venne dotata di un Apparato Centrale Elettrico a leve individuali tipo FS a 25 leve, successivamente sostituito nel 2005 da un Apparato centrale computerizzato. I deviatoi erano e sono tuttora a manovra elettrica. Dal 1991 al 2002 questo impianto gestiva provvisoriamente il traffico dell'ex Bivio Altichiero, poi riattivato con un ACEI sotto il controllo della Cabina A della stazione di Padova. La stazione è servita da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con le regioni interessate. La fermata è classificata da RFI nella categoria "Bronze". Dispone dei seguenti servizi: Biglietteria automatica Sala d'attesa Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Vigodarzere

Mejaniga
Mejaniga

Mejaniga è una frazione del comune sparso di Cadoneghe, in provincia di Padova. Con i suoi 11 434 abitanti è la frazione più popolosa del comune. La frazione è collocata a ovest rispetto alla località principale di Cadoneghe. La frazione, d'altronde come l'intero comune, ha visto un'importante crescita demografica, accompagnata a un incremento dell'urbanizzazione, in particolare tra gli anni 1960 e gli anni 1990. Si ritiene quasi certo che il nome Mejaniga derivi da Aemilianus (Emiliano), forse uno dei primi assegnatari del fundus nella centuriazione romana. Salomonio, in una pubblicazione del 1654, scriveva: Nel documento del 1047 sopracitato da Salomino si legge che l'arcivescovo Bernardo donò dei terreni, alcuni dei quali si trovavano "intra vico Millanica", da cui deriverebbe l'attuale nome di Mejaniga. Nello statuto del 1265, poi, il luogo viene chiamato "Millanica a Brenta". Il territorio di Cadoneghe e con esso Mejaniga fa parte della centuriazione romana, meglio conosciuta come Graticolato Romano "Cis Musonem". I Romani in questa zona fecero delle bonifiche rendendo l'area abitabile. Pare che ad alcuni legionari licenziati da Augusto furono assegnate queste terre. Dopo la caduta dell'Impero Romano seguirono le invasioni barbariche: la scia di distruzione culminò con la grande alluvione del 589 che vide lo straripamento dei fumi Adige, Bacchiglione e Brenta. I territori circostanti diventarono quindi paludosi e malsani. Questa calamità durò anni e provocò la rovina della zona. Nel XII secolo l'area era circondata da un vasto bosco che si estendeva su entrambe le rive del fiume fino a Mejaniga, chiamato "Silva de Brenta". Sembra che sullo stesso luogo dove sorge l'attuale chiesa parrocchiale vi fosse un castello, e che accanto sorgeva un oratorio. Questo castello risulta peraltro presente in una pianta delle fortificazioni del Graticolato Romano. La costruzione fu comprata dalla potente famiglia "Da Nono", che aveva possedimenti in tutto il padovano e in tutta la Marca trevigiana. Successivamente il castello fu abbandonato, e i resti vennero usati per costruire le mura di Cittadella. L'esponente più importante che amministrava a Mejaniga fu Giovanni Da Nono (1276-1346). A ridosso del viale principale, verso sud, è visibile ancora oggi un lieve avvallamento. Questo corrisponde all'antico letto del fiume Brenta, il cui corso è stato modificato nel 1812. Nelle mappe catastali di metà '800 è ancora visibile l'antico assetto geografico del fiume. I confini politici risentono tuttora dell'antico tracciato: la parte a sud rispetto l'avvallamento è ancora parte del comune di Padova. A Mejaniga si trova la sede comunale di Cadoneghe. La parrocchia presente nella frazione è dedicata a Sant'Antonino Presbitero e Martire, costruita nel 717. Ogni autunno la parrocchia organizza la sagra del paese. A Mejaniga inoltre sorgono lo stadio M.L. King e il circolo tennis Cadoneghe.

Stadio Plebiscito
Stadio Plebiscito

Lo Stadio Plebiscito è un impianto sportivo italiano di Padova. Principalmente dedito al rugby, è dal 1981 l'impianto interno della più famosa e titolata società sportiva cittadina, il Petrarca. Al 2018 il comune di Padova, proprietario dell'impianto, dichiara una capienza omologata di 8078 spettatori. Nato per il rugby, che negli anni precedenti aveva utilizzato il Campo Tre Pini, lo Stadio Appiani e lo Stadio Arcella, è il terreno di casa del Petrarca Rugby (in alternativa al Centro Sportivo 'Memo Geremia' alla Guizza), la cui prima squadra milita nel Campionato Top 10. Tra gli eventi che hanno visto il maggiore afflusso di spettatori c'è la sfida Italia-Australia del 23 ottobre 1996 e il match tra Italia e Nuova Zelanda nel 2002. Nel 2011 ha ospitato il Campionato mondiale giovanile di rugby 2011. Inoltre per dieci volte dal 1991 al 2021 è stato la sede della finale del campionato italiano di rugby, l'ultima a giugno 2021. Dalla stagione di Serie D 2010-2011 alla stagione di Serie D 2013-2014 in questo stadio ha militato anche il San Paolo Padova Calcio, compagine nata dalla fusione dell'Albignasego (Serie D) e del San Paolo (Eccellenza). Inoltre dal 2012 al 2016 ospita le partite casalinghe della squadra di football americano dei Saints Padova. Dopo il fallimento del San Paolo Padova avvenuto nell'estate 2014, che ne gestiva lo stadio, nel settembre dello stesso anno la gestione passa alla Squadra di Football Americano dei Saints Padova. L'accordo è cessato nel 2016 per via dei lavori di ristrutturazione dell'impianto, iniziati nello stesso anno. Il 28 settembre 2014 ospita, a causa dei lavori di rifacimento del manto erboso dell'Euganeo, la partita valida per il campionato di Serie D tra Atletico San Paolo Padova e Romagna Centro. Il 9 novembre sempre a causa dei lavori di rifacimento del manto erboso dell'Euganeo, ospita per la seconda volta una partita dell'Atletico San Paolo Padova. Il 26 febbraio 2016 ha ospitato la partita di rugby del Sei Nazioni Under 20 tra Italia e Scozia, terminata 14-24 per gli scozzesi. Nella stagione 2018/2019 ha ospitato le partite casalinghe del Valsugana Rugby nell'unica stagione in cui ha militato nel Campionato Top 12. Il 14 dicembre 2021 si è tenuta la prima partita della Nazionale Italiana 'A' di Rugby contro l'Uruguay. Dalla stagione 2021/2022 è lo stadio principale del Petrarca Rugby per le partite di Campionato e Coppa Italia. A fine 2015 l'amministrazione comunale dà il via al progetto di ristrutturazione che lo dovrebbe portare ad essere anche lo stadio del Calcio Padova con una capienza di 12.215 posti al termine della costruzione delle due curve e almeno 1.000 parcheggi in più. Il primo stralcio dell'opera, prevede l'esproprio di terreni circostanti, per la creazione di nuovi parcheggi, e il rinnovamento della Tribuna Est e di quella Ovest (a fianco del Pala Ghiaccio), che insieme dovrebbero assicurare una capienza di 7.715 spettatori, e la costruzione delle due nuove Curve. La Sud, dove nel 2016 si trova un prato d'allenamento, destinata ai tifosi locali e con 3.500 posti. E la Nord, a ridosso del campo da baseball, riservata ai sostenitori ospiti e con mille poltroncine. Gli espropri sono cominciati nel dicembre del 2015, mentre il 30 maggio 2016 è avvenuta la consegna del cantiere. Il 27 agosto successivo sono iniziati i lavori della Patavium Arena, con il primo intervento che prevede l'installazione di 7.715 nuovi seggiolini tra le tribuna est e ovest, per un costo di 234.000 euro. Al termine dei lavori, i seggiolini andranno a comporre la scritta Padova e due croci, alle due estremità degli spalti, simbolo della città e pure del club biancoscudato. Il secondo stralcio dell'opera (al 2016 non ancora finanziato), prevede la copertura dell'intero stadio tramite una struttura metallica a traliccio disposta in modo radiale all'esterno dell'impianto e rivestita da uno speciale materiale plastico (il politetrafluoroetilene) che può essere illuminato artificialmente, proiettando eventuali loghi pubblicitari. Il progetto è probabilmente tramontato definitivamente, essendo stata decisa la ristrutturazione dello Stadio Euganeo di Calcio. Nella tribuna ovest si trovano due spogliatoi per i giocatori, uno spogliatoio per gli arbitri, una infermeria, una sala stampa, mentre nella tribuna est vi è un'ampia zona riservata alla stampa con 15 posti a sedere, due spogliatoi per i giocatori, uno per gli arbitri, una palestra riscaldamento. L'impianto dispone di un campo e di due tribune con 8.080 posti a sedere, di cui 7.715 con seggiolini (più parterre di 1.000 posti). Si trova a cinque chilometri dal centro della città. Il 3 luglio 2010 vi si è giocato il III Italian Bowl LENAF, finale del campionato italiano di football americano di secondo livello, vinto dai Barbari Roma Nord sui Guelfi Firenze col punteggio di 14-12. A partire dal concerto di Biagio Antonacci del 21 settembre 2002, l'impianto è stato usato anche per qualche concerto musicale; i primi artisti stranieri a riempire lo stadio sono stati la boy band inglese dei Blue il 18 giugno 2005. Biagio Antonacci (21 settembre 2002) Pooh (17 luglio 2004) Blue (18 giugno 2005) George Michael (17 luglio 2007) Nomadi (7 giugno 2014) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Plebiscito Lo stadio Plebiscito su padovanet.it, su padovanet.it. Lo stadio Plebiscito su petrarcarugby.it, su petrarcarugby.it. URL consultato il 29 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2014). Lo stadio Plebiscito su padovasaints.com, su padovasaints.com. Sedi JWC 2011, su irb.com, World Rugby. URL consultato il 12 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2014).

Stadio Daciano Colbachini
Stadio Daciano Colbachini

Lo stadio Daciano Colbachini, ex stadio Littorio, è un impianto sportivo di atletica di Padova. Fu per 22 stagioni il campo di gioco delle Fiamme Oro Rugby. Dal 1987 al 1993 ha ospitato le prime edizioni del Meeting Città di Padova di atletica leggera, che nel 2018 è tornato al Colbachini. È dedicato all'atleta e imprenditore Daciano Colbachini, semifinalista nei 110 metri ostacoli alle Olimpiadi di Stoccolma 1912 e Anversa 1920. Costruito sul finire degli anni venti dal Gruppo Sportivo Tita Fumei, tra il 1956 e il 1978 lo stadio fu teatro delle imprese delle Fiamme Oro, compagine cittadina di rugby a 15 che vinse in questo impianto cinque scudetti (nelle stagioni 1958, 1959, 1960, 1961 e 1968) e quattro Coppe Italia (nel 1968, 1969, 1971 e 1972). La squadra rimase nella massima serie fino al 1978, anno in cui retrocedette e il gruppo fu dismesso Ha ospitato le prime sette edizioni del Meeting Città di Padova di atletica leggera, a cui partecipano atleti di fama mondiale, tra cui l'astista ucraino Serhij Bubka, che il 30 agosto 1992 in questo impianto realizzò il suo terz'ultimo record del mondo con la misura di 6,12 m.. A partire dal 1994, il meeting è stato spostato nel nuovo stadio Euganeo, situato nella periferia nord-ovest della città veneta. Nel 2018, dopo la ristrutturazione, il meeting è tornato a disputarsi al Colbachini. Dal 1º al 3 luglio 2011, si sono svolti al Colbachini i Campionati italiani assoluti di atletica leggera e Pentathlon per disabili, che per la prima volta hanno visto la presenza di alcuni atleti stranieri. Il Colbachini oggi è un punto di riferimento per l'attività tecnica del Veneto di atletica leggera. All'interno della struttura si allenano atleti di interesse nazionale e internazionale. Annualmente lo stadio ospita in media 50 gare provinciali, regionali e nazionali, e durante l'estate vi si svolgono i Centri Sportivi Estivi, che coinvolgono oltre 200 bambini dai 6 ai 14 anni. Nel 2018 sono stati eseguiti lavori di radicale ristrutturazione dell'impianto che comprende l'allargamento della pista di atletica e nuove tribune sul lato opposto di quelle esistenti. La ristrutturazione è finalizzata a restituire il ruolo di struttura principale dell'atletica padovana al Colbachini, che quello stesso anno è tornato ad ospitare il Meeting Città di Padova. L'intervento potrebbe consentire l'eliminazione della pista di atletica dallo Stadio Euganeo, che verrebbe in tal caso a sua volta profondamente ristrutturato. Dal 28 al 30 agosto 2020 ha ospitato trenta delle quaranta gare in programma ai campionati italiani assoluti di atletica leggera. L'impianto si compone di una pista di atletica a 8 corsie, con tribuna e sottotribune, 2 palestrine e un rettilineo indoor di 150 m in sintetico riscaldato, tutto con servizi. Fiamme Oro Rugby Meeting Città di Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Daciano Colbachini Lo Stadio Daciano Colbachini su Padovanet.it, su padovanet.it. Lo Stadio Daciano Colbachini su Assindustriasport.it, su assindustriasport.it.

Santuario dell'Arcella
Santuario dell'Arcella

Il santuario Antoniano dell'Arcella, conosciuto popolarmente come Sant'Antonino, è un luogo di culto cattolico situato all'Arcella, quartiere settentrionale della città di Padova. Al suo interno si conserva la cella dove spirò sant'Antonio il 13 giugno 1231. Sebbene la costruzione sia relativamente recente, il luogo di culto ha origini antiche. Oggi la chiesa, santuario retto dai frati minori conventuali, gode di titolo parrocchiale. Nell'area dell'attuale santuario stava nel XIII secolo un ospizio (o xenodochio) retto da una comunità di monache clarisse fondata, secondo la tradizione, da san Francesco d'Assisi nel 1220 dopo il suo rientro dalla Terra Santa. Questo sorgeva in una zona extraurbana, sulla strada che portava verso Porta Molino. Quando il 13 giugno 1231 sant'Antonio - ospite dal conte Tiso in Camposampiero - si sentì mancare, chiese di essere riportato a Padova dove desiderava morire. Trasportato verso la città su un carro trascinato da buoi, si dovette fermare presso l'ospizio della clarisse: lì fu portato all'interno di una cella dai confratelli che temevano l'accalcarsi della folla devota. Adagiato a terra, ricevette l'estrema unzione. Recitato l'inno O gloriosa Domina e pronunciate le parole Video Dominum meum (Vedo il mio Signore), spirò all'età di 36 anni. La salma del santo fu poi portata in città, alla chiesa di Santa Maria Mater Domini, dove egli voleva essere sepolto. La cella in cui morì Antonio divenne un luogo di culto frequentatissimo. Nello stesso 1231 morì la clarissa Elena Enselmini e fu sepolta nella chiesetta dello spizio: la tomba della venerata francescana attirò ulteriore numero di devoti presso l'Arcella. Verso la metà del Duecento il libero comune padovano fece riedificare le strutture. Le clarisse ebbero un cenobio e la cella di sant'Antonio fu inglobata nella nuova chiesa. Questo complesso fu danneggiato in più occasioni e in svariate vicende belliche, trovandosi in prossimità delle mura della città. Le clarisse dell'Arcella si rifugiarono in città più volte, dove fondarono il cenobio e la chiesa di Santa Chiara e poi, nel 1506, costruirono la chiesa della Beata Elena dove fu portato il corpo della Enselmini e un grande convento. La cella di sant'Antonio si salvò dalle distruzione e fu trasformata in capitello. Fu grazie al lascito di Baldassarre Dondi dell'Orologio che, a partire dal 1649, si trasformò il sacro loco in una più dignitosa chiesa di Sant'Antonin che ebbe la preziosa cella posta a presbiterio. Conclusa nel 1675 e affidata alle cure delle clarisse della Beata Elena. Nel 1792 la badessa Elisabetta Speroni diede inizio alla costruzione di un nuovo luogo di culto. Ai lavori partecipò economicamente anche il cardinale Chiaromonti, futuro papa Pio VII. Nel secondo quarto dell'Ottocento si avviò una campagna di ricostruzione del santuario guidata dal nobile padovano Giovanni Battista Trevisan: su suo progetto si riedificò o ampliò la precedente costruzione secondo il gusto neoclassico. L'edificio fu concluso nel 1842. Si caratterizzava per l'imponente pronao elevato sullo stile corinzio e per due campaniletti gemelli, che affiancavano l'unica piccola navata. Il santuario neogotico si principiò nel 1890 su disegno di Eugenio Maestri come ampliamento della precedente costruzione a cui si innestò attraverso una serliana. L'interno fu interamente dipinto a tempera da Giacomo Manzoni con la collaborazione di Agide Aschieri. Si iniziò a costruire anche un nuovo grande campanile sul sagrato. Si avviò così un cantiere che si concluse solo verso il 1931, quando Nino Gallimberti portò a compimento il progetto di Maestri ma con gusto più puro: si eliminarono le pitture ottocentesche, si demolì il lacerto del santuario neoclassico e si elevò la cupola, con transetto, abside e cappelle che andarono a circondare la cella antoniana. Ne risultò un arioso edificio sui canoni del gotico padano caro ai francescani, giocato sulla cromia del rosso e del bianco (pure colori della città di Padova). Il campanile fu completato sotto direzione dell'ingegnere Agostino Zanovello, rispettando il gusto neogotico della nuova chiesa e fu culminato dalla statua di Sant'Antonio. Sopra il campanile venne eretta nel 1922 una statua del Santo in legno di larice di 5,5 metri, scolpita da Silvio Righetti. Sul campanile è installato un concerto di 8 campane finemente lavorate, fuse nel 1922 dalla fonderia Cavadini di Verona. Il concerto copre l'intera ottava musicale (diatonica maggiore) partendo dal "do centrale" (Do3). Savonarola Michele De magnificis ornamentis regie civitatis Padue in R.R. SS. t XIV, Mediolani, Tip. Soc. Palatinae, 1738. Gonzati Bernardino O.F.M. Conv. Dell' Arcella di Padova. Notizie storiche raccolte e descritte Padova tip. Crescini, 1844, II Ediz. Berzi Luigi "Rettore dell' insigne Santuario di S. Antonio in Arcella". Ai Divoti di S. Antonio (coi tipi di A. Bianchi - 1851) Perli Riccardo L'Arcella insigne Santuario di Santo Antonio nel suburbio di Padova Cenni storici e documenti pubblicati nel 7º Centenario della nascita del Santo 1195 - 1895 - Padova, Tipografia Antoniana 1895 Sartori Antonio O.F.M. Conv. Il Santuario dell' Arcella a Padova da Miscellanea Francescana Tomo 56 - Ott. Dic. 1956 Lotto Ruggero S. Antonio e la sua Arcella de Il Grande Patrono Santuario di S. Antonio d' Arcella - Padova Maggio 1970 Saracini Leopoldo La Cella del Transito di S. Antonio nel Santuario Antoniano dell' Arcella estratto dalla Rivista "Il Santo" XL, serie II, maggio - dicembre 2000 - Centro Studi Antoniani, Padova Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario dell'Arcella Sito ufficiale, su santuarioarcella.it.