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Museo diocesano (Torino)

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Il Museo diocesano di Torino ha sede nella chiesa inferiore della cattedrale di San Giovanni Battista ed è stato inaugurato l'11 dicembre 2008 dal cardinale Severino Poletto, allora arcivescovo della diocesi. La chiesa inferiore ha dimensioni e pianta esattamente uguali al duomo ed era destinata in origine ad ospitare le tombe dei Savoia e degli arcivescovi della città. Gli scavi archeologici, compiuti in anni recenti ed ora visibili nel museo hanno messo in luce i resti di tre chiese paleocristiane che occupavano l'area, demolite per la costruzione dell'attuale cattedrale: la prima dedicata al Salvatore, la seconda a san Giovanni Battista e la terza dedicata a santa Maria "de dompno". Per questo l'allestimento del Museo diocesano di Torino è stato progettato per valorizzare e preservare la valenza storica degli ambienti in cui trova sistemazione: essere "museo di se stesso". Questo ha comportato il rispetto delle testimonianze architettoniche ed archeologiche preesistenti.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Museo diocesano (Torino) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Museo diocesano (Torino)
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Sindone di Torino

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli di un condannato alla crocefissione e descritti nella passione di Gesù. Molte persone identificano la vittima di tali torture con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il suo corpo nel sepolcro. Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e che se specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d'India. Anticamente il termine "sindone" era generico e non collegato alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù. Nel 1988, l'esame del carbonio-14 sulla Sindone, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Tale datazione è messa in discussione da alcuni studiosi, in particolare per le contaminazioni subite dalla Sindone nei secoli (una fra tutte l'incendio che l'ha parzialmente danneggiata). Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 (quest'ultima soltanto televisiva), dal 19 aprile al 24 giugno 2015 e l'11 aprile 2020 (anche quest'ultima solo televisiva, in occasione del sabato santo occorso durante la pandemia di COVID-19).