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Via Dante Di Nanni

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Via Dante Di Nanni è una via di Torino, considerata simbolo del quartiere Borgo San Paolo. La via inizia in via San Bernardino e arriva fino in piazza Adriano nel quartiere Cenisia, per una lunghezza di poco più 1 km. La via nel tratto a sud di piazza Sabotino è stata resa pedonale e sede di mercato. Dal 1904 al 1916 l'impresario edile Enrico Plevna realizzò oltre trenta case destinate ai ceti medio-bassi nel quadrilatero tra via Villafranca (ora via Dante Di Nanni), corso Peschiera, via Monginevro e piazza Sabotino. Economiche ed eleganti allo stesso tempo, esse formarono il nucleo del moderno Borgo San Paolo, ricompreso nel 1915 all'interno della nuova cinta daziaria della metropoli torinese. La strada è dedicata alla memoria del partigiano Dante Di Nanni. Il precedente toponimo di via Villafranca è stato poi utilizzato per dare il nome ad un'altra via, quasi al confine con il comune di Grugliasco. Via Di Nanni è percorsa da una linea tramviaria, la linea circolare 16. Tale linea è suddivisa in due: la circolare sinistra e la circolare destra. Il tratto più importante dal punto di vista commerciale, per la presenza di negozi, locali e vari uffici professionali, è quello che va da piazza Sabotino a piazza Adriano, nel quartiere Cenisia. Via Dante Di Nanni è quindi una strada tranquilla nel suo tratto più breve, dove ha comunque sede il mercato rionale, mentre è una via trafficata e di grande struscio commerciale nel suo tratto finale, animato anche dalle iniziative dell'associazione "Vivi Via Di Nanni". L'istituzione di un'isola pedonale lungo la strada non manca di suscitare regolarmente proteste da parte dei residenti e dei commercianti. Maurizio Ternavasio, Via Di Nanni, in La Stampa, 26/03/2007. Roberto Catalano, La storia di via Dante Di Nanni e via San Bernardino a Torino, sul sito Occhiopesto del 24 aprile 2013. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Via Dante Di Nanni

Estratto dall'articolo di Wikipedia Via Dante Di Nanni (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Via Dante Di Nanni
Via Dante Di Nanni, Torino Cenisia

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10139 Torino, Cenisia
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Luoghi vicini

Chiesa di Gesù Adolescente
Chiesa di Gesù Adolescente

La chiesa di Gesù Adolescente è un edificio di culto cattolico nel quartiere Cenisia di Torino. La sua parrocchia fa parte dell'arcidiocesi di Torino e ospita una comunità locale della Società salesiana di San Giovanni Bosco. Nel 1918 Filippo Rinaldi e Pietro Ricaldone rilevarono il bisogno di un nuovo oratorio nel quartiere e il padre salesiano Paolo Albera promosse nel 1921 il progetto per la chiesa, affidandolo all'architetto Giulio Valotti. La prima pietra venne posata il 4 luglio 1922, con la benedizione da parte del cardinale Agostino Richelmy. I lavori terminarono tre anni più tardi e l'edificio poté essere consacrato il 31 ottobre 1925 come "tempio di Gesù Adolescente e della Sacra Famiglia". La chiesa fu elevata a parrocchia con decreto del cardinale Maurilio Fossati il 5 febbraio 1934. La struttura venne danneggiata dai bombardamenti anglo-americani il 18 novembre 1942 e restaurata solamente a inizio 1945. La facciata, abbellita da mosaici e sculture, è a coronamento triangolare. Presenta lateralmente due torrette ottagonali che terminano a guglia, e centralmente un grande rosone. Il portale possiede una strombatura. Dall’abside semicircolare si erge un campanile a base quadrata di 50 metri. La pianta interna è longitudinale, a croce latina e singola navata, con volte a crociera caratterizzate da costoloni; 6 cappelle (tre per lato) si affacciano su tale ambiente per mezzo di arcate a tutto sesto. Sul presbiterio, che nel 2010 ricevette adeguamento liturgico, grandeggia un altare maggiore policromo al quale gli altari delle cappelle, curiosamente, sono paralleli. È presente un organo della ditta Tamburini, collocato nel 1935. Edifici di culto a Torino Luoghi d'interesse a Torino Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Gesù Adolescente Chiesa di Gesù Adolescente, su Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Gesù Adolescente , su chieseitaliane.chiesacattolica.it. https://www.museotorino.it/view/s/01f6c06657084b8da4aa9e14e6c39ef7 https://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-enti/territorio-diocesano-1587637780/vicariato-territoriale-distretto-torino-citta-19214/unita-pastorale-n-05-s-paolo-14019/gesu-adolescente-196/

Palazzo di Giustizia (Torino)
Palazzo di Giustizia (Torino)

Il Palazzo di Giustizia "Bruno Caccia" (o PalaGiustizia) di Torino ha sede in Corso Vittorio Emanuele II, n. 130. Vi si esercita, sia in campo civile sia penale, la giurisdizione di primo e secondo grado; è competente per tutte le cause che non sono di competenza del giudice di pace. Con delibera del 13 marzo 1985 il Consiglio comunale di Torino decise di accorpare in un solo edificio le oltre venti sedi dell'ordinamento giudiziario all'epoca sparse per la città, approvandone il progetto esecutivo nel 1988. Il nuovo Palazzo di Giustizia fu costruito sull'area dell'ex foro boario di Corso Inghilterra e della caserma "Pugnani e Sani" (o "Cavalli") e permise il trasferimento dalla vecchia sede della Curia Maxima di via Corte d'Appello, n. 16. Il primo cantiere fu aperto l'8 giugno 1990 e il progetto fu modificato in corso d'opera per ricavare un piano in più con un costo aggiuntivo di circa 45 miliardi di lire, denari ricavati grazie ad una legge ad hoc voluta dall'allora ministro della giustizia Piero Fassino, che in seguito divenne anche sindaco di Torino. Il complesso, costato circa 350 miliardi di lire, di cui 7 spesati dal Comune di Torino, contro un costo inizialmente previsto di circa 237 miliardi, a causa di numerosi errori di progettazione, entrò in funzione nel 2001 con quasi sette anni di ritardo sulla tabella di marcia dei lavori. L'edificio è dedicato a Bruno Caccia, procuratore della Repubblica e magistrato italiano, ucciso dalla 'ndrangheta sotto casa sua nel 1983 per il suo zelo nel perseguire la mafia calabrese in Piemonte. La costruzione del complesso ha comportato anche gravi infortuni tra gli operai, compresa la morte di uno di essi, Carmelo Romano, nel marzo del 1992. L'edificio venne progettato dagli architetti Ezio Ingaramo ed Enzo Zacchiroli, coadiuvati dagli ingegneri Nicola e Todros e con la consulenza dell'architetto fiorentino Pierluigi Spadolini, e richiama le componenti del tessuto urbano della città storica. È infatti foderato di mattoni piemontesi a vista per richiamare le finiture utilizzate nella parte storica della città torinese, e disseminato di grandi vetrate (per una superficie di 30000 m²) che permettono il massimo ingresso di luce naturale nell'edificio. Alla sua realizzazione parteciparono le società Salini Impregilo, Recchi, Rizzani de Eccher e Orion (per il parcheggio sotterraneo da 985 posti). L'opera, composta da due edifici collegati tra loro con una struttura metallica per una superficie totale di circa 60000 m², è sviluppata su 7 piani fuori terra e 3 interrati; comprende 90 aule, tutte a piano terra o nel seminterrato (compreso il bunker di massima sicurezza), uffici per 1700 persone, un'aula magna da 800 posti (separabile completamente dal resto del fabbricato per poter ospitare cerimonie aperte al pubblico) e un piano destinato agli avvocati.È progettato in modo che i detenuti, seguendo un percorso obbligato, accedano direttamente al banco degli imputati e i giudici possano raggiungere le aule senza incrociare avvocati, pubblico o imputati, in modo da garantire la massima serenità al processo. Tribunale di Torino Distretto della Corte di Appello di Torino

Officine Grandi Riparazioni di Torino
Officine Grandi Riparazioni di Torino

Le Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR Torino) sono un complesso industriale di fine Ottocento situato a Torino. Per un secolo, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni Novanta, le OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno rappresentato un'eccellenza nel campo della manutenzione di locomotive, automotrici e vagoni ferroviari. In passato le OGR furono stabilimento di manutenzione di veicoli ferroviari, dapprima delle Strade Ferrate dell'Alta Italia (SFAI), poi della Rete Mediterranea (RM) e infine delle Ferrovie dello Stato. All'inizio del XX secolo, furono soprannominate Officine Nuove, per distinguerle dalle già esistenti di Stazione Porta Nuova; si eseguivano qui le grandi riparazioni delle locomotive a vapore e delle locomotive elettriche a corrente alternata trifase. Nel secondo dopoguerra, cessate le attività sui due precedenti tipi di motrici, furono adibite alla manutenzione delle automotrici. A seguito della chiusura, avvenuta nei primi anni 90, l’abbandono e il degrado portano a prevederne la demolizione, poi scongiurata. Una parte del complesso, originariamente denominata padiglione ad H e oggi comunemente indicata come OGR, è stata utilizzata per ospitare alcune grandi mostre tematiche organizzate nell'ambito delle celebrazioni di "Esperienza Italia 150" per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Il complesso sarà aperto del tutto nell'estate del 2019, al termine dei lavori nella manica sud. Nel 2015 il progetto O.G.R. si aggiudica il Premio Urbanistica (categoria: QUALITÀ DELLE INFRASTRUTTURE E DEGLI SPAZI PUBBLICI). L'inaugurazione della prima parte dell'opera di recupero, si è svolta il 30 settembre 2017 con il Big Bang, primo appuntamento in programma che ha visto tra gli ospiti Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman e Chemical Brothers. Nel 2017 le OGR sono state visitate da 100.000 persone. L'inaugurazione del nuovo edificio è avvenuta il 30 settembre 2017, con un grande evento chiamato "Big Bang", aprendo al pubblico i nuovi spazi delle Officine restaurate. Le OGR di Torino ospitano all’interno dei loro spazi mostre ed eventi culturali relativi alle arti visive, performative, alla musica e all’ambito educativo. Nel 2013 la Fondazione CRT acquista l’edificio a forma di H di circa 20.000 m² e 16 metri di altezza, gli uffici e le aree scoperte e, tramite la Società OGR-CRT, ne avvia la riqualificazione funzionale e strutturale. Sono stati investiti cento milioni di euro dalla Fondazione CRT per la rinascita delle OGR, cercando di integrare soluzioni ad alto contenuto tecnologico, sostenibilità ambientale, salvaguardia del valore storico, flessibilità degli spazi e accessibilità. Nel 2015 il progetto O.G.R. si aggiudica il Premio Urbanistica (categoria: qualità delle infrastrutture e degli spazi pubblici) mentre il marchio, la brand identity e il progetto di segnaletica interna progettati da studio FM milano sono invece stati selezionati dall’Osservatorio del Design per entrare a far parte dell’ADI Design Index. L'inaugurazione della prima parte dell'opera di recupero, si è svolta il 30 settembre 2017 con il Big Bang, primo appuntamento in programma che ha visto tra gli ospiti Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman e Chemical Brothers. Nell'ottobre 2017, dopo tre anni dall’inizio dell’intervento da parte di Fondazione CRT, le OGR riaprono al pubblico. Nel corso dell’anno le OGR sono state visitate da 100.000 persone. Il complesso sarà aperto del tutto nell'estate del 2019, al termine dei lavori nella manica sud. L’Unità di crisi della Regione Piemonte, insieme ad altri enti e alla Fondazione CRT hanno avviato nella mattina del 28 marzo 2020 i sopralluoghi per l'istallazione nella struttura di un ospedale temporaneo per affrontare la pandemia di COVID-19. I lavori di allestimento del sito, avviati il 4 aprile 2020, hanno interessato un'area pari a circa 8.900 m²; è stato realizzato un modulo da 92 posti ripartiti in 4 posti di stabilizzazione in emergenza intensiva, 32 posti di terapia subintensiva e 56 posti di degenza ordinaria. L'inaugurazione è avvenuta il 18 aprile 2020. L’ospedale Covid delle Ogr cesserà la sua attività alla scadenza dell'affitto, il 31 luglio, e per affrontare l’eventualità di una nuova emergenza autunnale la struttura verrà trasferita in un'altra area in corso di valutazione. Oltre a personale sanitario reclutato dalle ASL torinesi e mediante assunzioni temporanee all'uopo, si sono uniti allo staff sin dall'apertura del sito 38 operatori sanitari cubani della Brigada Henry Reeve (contingente specializzato in catastrofi e gravi epidemie creato da Fidel Castro nel 2005), di cui 21 medici e 16 infermieri, accompagnati dal loro coordinatore logistico, che il Ministero della Salute di Cuba ha destinato al Piemonte accogliendo la richiesta formulata dal presidente della Regione Alberto Cirio attraverso l’Ambasciata di Cuba in Italia. La Brigada si è dichiarata disponibile a operare gratuitamente in Piemonte fino a quando sarebbe stato necessario. Il 10 luglio 2020 comunque, allo stabilizzarsi della situazione epidemiologica, la Brigada cessa la propria attività nel polo ospedaliero; il 12 luglio, con una cerimonia presso il Parco Dora, i sanitari cubani vengono fregiati di una medaglia per meriti civili. Con l’intervento di ristrutturazione e recupero si concretizza il passaggio da ex Officine per la riparazione dei treni a nuove Officine della cultura contemporanea, dell’innovazione e dell’accelerazione d’impresa a vocazione internazionale. Gli Spazi delle Officine Nord sono concepiti per essere polifunzionali su un’area complessiva di circa 9.000 metri quadri, luogo di incontro di arti visive e performative, ospitando mostre, spettacoli, concerti eventi di teatro, danza ed esperienze di realtà virtuale immersiva, in una vera e propria digital gallery. In particolare, le arti visive saranno localizzate nei tre “binari” ovest delle Officine Nord, le arti performative nell’ala est, che mantiene l’antica denominazione di “Sala Fucine”. Il cuore delle Officine Nord è il “Duomo”: l’imponente sala alta ben 19 metri – dove i vagoni dei treni venivano posizionati in verticale per le manutenzioni – sarà destinata a simposi, workshop e conferenze. Il nuovo spazio delle Officine Sud, che verrà completato definitivamente nel 2020, ospiterà un incubatore di idee focalizzato su startup, industrie creative e smart data. Nell’area di circa 9.000 m² sarà infatti sviluppato, in collaborazione con partner locali e internazionali, un hub per la ricerca scientifica, tecnologica, industriale focalizzato su tre attività principali: supporto alle startup, creazione di un polo per la formazione e lo sviluppo di progetti nel settore delle industrie creative e sviluppo di un centro di ricerca applicata su smart data. ANSA, Ogr Torino hub innovazione, 12.000 metri per guardare futuro, 2019 http://www.ansa.it/industry_4_0/notizie/postit/2019/06/05/intesa-san-paolo-ogr-torino-ecosistema-dellinnovazione_c0460f4e-ef84-4e83-a6ca-96e162d384ca.html Artribune, Un anno di OGR a Torino. Due giorni di festa tra musica, danza, performance: gli highlights, 2018 https://www.artribune.com/arti-performative/musica/2018/09/un-anno-di-ogr-a-torino-due-giorni-di-festa-tra-musica-danza-performance-gli-highlights/ Corriere della Sera, Torino: le Officine grandi riparazioni riaprono con il «Big Bang», 2017 https://www.corriere.it/cultura/17_giugno_29/torino-officine-grandi-riparazioni-arte-c8e7830e-5ceb-11e7-95ac-44c3014ce0fa.shtml Famiglia Cristiana, Officine grandi riparazioni nuovo tempio della cultura, 2017 http://www.famigliacristiana.it/articolo/officine-grandi-riparazioni.aspx Il Messaggero, Ogr Torino, 20 milioni di euro di investimento e 500 postazioni, 2019 https://www.ilmessaggero.it/economia/news/ogr_torino_20_milioni_di_euro_di_investimento_e_500_postazioni-4307723.html Il Sole 24 Ore, Al via l’hub dedicato alle start up della smart mobility alle Ogr di Torino, 2019 https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-06-05/al-via-l-hub-dedicato-start-up-smart-mobility-ogr-torino-170731.shtml?uuid=ACceMKN Laura Milan, Teknoring, Le nuove OGR di Torino vicine all’apertura https://www.teknoring.com/news/restauro/le-nuove-ogr-di-torino-vicine-allapertura/ La Stampa, Ecco le nuove Ogr, officine di creatività riqualificate, 2017 https://www.lastampa.it/2017/09/06/cronaca/torino-ecco-le-nuove-ogr-officine-creativit-riqualificate-V7rRPi3H79GguI7Dt2B6MO/pagina.html La Repubblica, i ragazzi cantano a Porta Nuova per difendere il clima, 2019 https://video.repubblica.it/edizione/torino/torino-i-ragazzi-cantano-a-porta-nuova-per-difendere-il-clima/332434/333029?ref=vd-auto&cnt=1 Fondazione CRT Officine Grandi Riparazioni Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Officine Grandi Riparazioni di Torino Sito ufficiale, su ogrtorino.it. OGR Torino, su ogr-crt.it.

Museo del carcere Le Nuove
Museo del carcere Le Nuove

Il Museo del Carcere "Le Nuove" è situato presso l'ex carcere di Torino, detto appunto Le Nuove, costruito tra il 1854 ed il 1869, inaugurato nel 1870 sotto il regno di Vittorio Emanuele II, è rimasto in funzione fino a quando non fu sostituito nel 1986 dal più moderno carcere "Lorusso e Cutugno" situato nel quartiere Vallette. Il percorso museale si articola all'interno delle varie strutture dell'ex carcere. Progettato dall'architetto Giuseppe Polani, era stato concepito, secondo i criteri dell'epoca, come un carcere a segregazione individuale. Disponeva di 648 celle, tredici bracci, compresi quelli dei condannati a morte, nonché di due cappelle, una per gli uomini ed una per le donne. Le celle avevano inoltre la caratteristica di avere le finestre a "bocca di lupo", che permettevano di vedere soltanto il cielo. Il suo primo direttore, Marinucci, consentì di utilizzare la chiesa interna per le lezioni scolastiche: i detenuti seguivano le lezioni tenute dai volontari dell'Arciconfraternita dalle cellette progettate per la partecipazione individuale alle funzioni religiose. Durante il periodo fascista vi rimasero reclusi oppositori, partigiani ed ebrei, come Ignazio Vian e Emanuele Artom, deportati e condannati a morte. Famigerato fu il braccio tedesco, gestito dalle SS, dove venivano torturati i detenuti. Fino alla caduta del fascismo non furono apportate modifiche alla struttura; successivamente, con i nuovi diritti costituzionali, il carcere fu reso lentamente più vivibile, eliminando i muri interni del cortile ed apportando importanti modifiche alle celle, tra cui l'ampliamento delle finestre e la dotazione di termosifoni e water. Attualmente nella struttura, oltre al museo del carcere, vi sono anche alcuni uffici giudiziari. Musei di Torino Luoghi d'interesse a Torino Storia di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo del carcere Le Nuove Sito ufficiale, su museolenuove.it. Museo Diffuso Torino - Scheda sul carcere, su museodiffusotorino.it (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2013). Altra scheda sul carcere, su digilander.libero.it.

Teatro Astra (Torino)
Teatro Astra (Torino)

Il Teatro Astra di Torino è un teatro sito nel quartiere Campidoglio. Viene commissionato nel 1928 dal costruttore Andrea Verna assieme alla moglie Margherita, filantropi che al Borgo Campidoglio avevano già offerto nel 1904 i terreni e nel 1921 un edificio per la scuola materna che tuttora porta il loro nome. L'edificio viene realizzato nel 1928 come Cinema Teatro Savoia da Contardo Bonicelli, autore fra gli anni Venti e Trenta di pregevoli edifici art déco a Torino. L'inaugurazione avviene il 22 dicembre 1928 con una serata di gala, con la proiezione del film La vestale del Gange ed un concerto di romanze accompagnato da una grande orchestra. La sala aveva in origine una capienza di 1250 posti. Negli anni Quaranta è sede della Sagec, Società Anonima Gestione Esercizi Cinematografici. Assume l'attuale nome negli anni Cinquanta. La struttura del teatro conserva tuttora decorazioni e particolari art déco (marmi, boiseries, balaustre), e la sua facciata è tutelata dalla Soprintendenza. Il Teatro Astra viene restaurato nel 2006 dall'architetto Agostino Magnaghi su committenza della Fondazione Teatro Stabile di Torino. Lo spazio per il pubblico non è disposto a platea, ma a gradinata digradante verso lo spazio scenico, posto allo stesso livello della prima fila di spettatori, in modo da ridurre al minimo e quasi annullare la separazione della "quarta parete". Terminati i restauri, la riapertura è avvenuta il 28 gennaio 2006. Di proprietà della città di Torino, l'edificio è affidato in gestione dal 2009 alla Fondazione Teatro Piemonte Europa (TPE), che ne ha fatto sede della propria stagione di spettacoli. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teatro Astra Teatro Astra, su museotorino.it. Fondazione TPE - Teatro Piemonte Europa, su fondazionetpe.it.

Liceo classico Cavour
Liceo classico Cavour

Il Liceo Classico e Musicale Statale "C. Cavour" è uno storico liceo di Torino. Comprende due ordinamenti scolastici: il liceo classico e il liceo musicale e coreutico, sezione musicale. È uno degli istituti scolastici più antichi d'Italia: le sue origini risalgono al 1568. La sede attuale (dal 1931) si trova in corso Tassoni 15, nei pressi di piazza Bernini, alla confluenza dei quartieri Campidoglio, San Donato e Cit Turin. Alla sede centrale furono affiancate nel tempo diverse succursali ubicate in varie parti della città; dal 1996-1997 la succursale è in via Tripoli 82 (zona Santa Rita). È il più antico liceo di Torino. Dopo essere stato riorganizzato come "R. Ginnasio e R. Liceo del Carmine in Torino" nel 1859 a seguito del Regio Decreto 13 novembre, n. 3725 del Regno di Sardegna (la Legge Casati), riceve la sua attuale intitolazione a Camillo Benso conte di Cavour nel 1865 a seguito del Regio Decreto 4 marzo, n.2229, per la denominazione dei primi 68 Licei del Regno d'Italia. Il liceo era materialmente l'erede del collegio dei Nobili del Ducato di Savoia e del Regno di Sardegna, la cui fondazione risale al 1568. Nel 1787 il Collegio dei Nobili cede la sua sede 'storica' all'Accademia delle Scienze di Torino ed è trasferito al Convento del Carmine, nell'attuale via Bligny (via delle Scuole) dove nel 1805-1806 diventa il Liceo del Piemonte annesso al Primo Impero francese (Dipartimento del Po); quindi al ritorno dei Savoia è nel 1818 assegnato temporaneamente ai Gesuiti dal re Vittorio Emanuele I e diventa Reale Collegio Maggiore del Regno fino al 1848-1849, quando sotto Carlo Alberto con la riorganizzazione dell'istruzione a opera delle Leggi Boncompagni (legge 4 ottobre 1848, n.819, ministro Carlo Boncompagni di Mombello) è il primo Istituto superiore statizzato del Regno di Sardegna (con la denominazione di Collegio-Convitto Nazionale di Educazione). Riorganizzato in R. Liceo, R. Ginnasio e R. Convitto nazionale del Carmine con la Legge Casati (v. sopra) , mantiene la denominazione fino all'attuale intitolazione del 1865. I preesistenti (e distinti) R. Ginnasio, R. Liceo e R. Convitto nel 1874 sono riuniti sotto un'unica presidenza. Dal 1911 e fino alla Riforma Gentile dell'istruzione, nel 1923, il Cavour è uno degli otto Istituti in Italia a ospitare anche il Liceo moderno. All'ex Convento del Carmine il Liceo mantiene la sua sede fino al 1931. Nel 1900 il Liceo Cavour, insieme al Liceo ginnasio statale Vittorio Emanuele II di Napoli, al Garibaldi di Firenze e al Liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma, partecipò all'esposizione universale di Parigi. Secondo una leggenda, la pianta a M dell'edificio fu edificata in onore di Mussolini: la sede infatti risale al 1931. Secondo alcuni racconti, fu edificata sulle fondamenta di un collegio cattolico di suore risalente al Medioevo. Tuttavia, nell'aula magna, sono evidenti anche simboli massonici. Prima del trasferimento nella sede di corso Tassoni, il Liceo Cavour era situato nella sede del convento dei Padri Gesuiti, in Via del Carmine, nel Quadrilatero Romano. Da giugno 2009 fu girata nella scuola la serie televisiva Fuoriclasse, andata in onda su Rai 1 dal 23 gennaio 2011. A partire dall'anno scolastico 2014/2015, l'Istituto ospita l'indirizzo del Liceo Musicale. Inizialmente, era presente solo una sezione; dall'anno scolastico 2017/2018, le sezioni sono due (una nella sede di Corso Tassoni, una nella sede di Via Tripoli) In seguito alla nuova riforma Gelmini, il liceo ospita due ordinamenti scolastici: liceo classico liceo musicale e coreutico La biblioteca, intitolata a Luigi Einaudi, e l'archivio storico della sede, che ha sede sempre all'interno della scuola, nell'aula che funge anche da sede per l'associazione ex-allievi, risalgono a quelli del collegio convitto fondato nel 1848. Il fondo librario (specializzato in testi classici) è di circa quindicimila volumi, tra cui tre volumi risalenti al Cinquecento. Il Liceo conserva anche vari strumenti scientifici dalle antiche dotazioni (alcuni risalenti al secolo XVIII) e un mappamondo della seconda metà del Settecento. La Biblioteca possiede la prima edizione (1947) di Se questo è un uomo di Primo Levi. Nel 2018, in occasione dell'80º anniversario delle leggi razziali, la Biblioteca ha ospitato la mostra Come un fulmine, che raccoglieva documenti scolastici risalenti agli anni 1937, 1938 e 1939. L'Istituto era frequentato nell'Ottocento dai rappresentanti della nobiltà e della borghesia agiata, torinese e regionale; e ha continuato ad avere un'utenza prevalentemente orientata alle professioni liberali o all'insegnamento. Il numero degli studenti è oscillato parecchio. Erano 334 (calcolati però anche quelli del Ginnasio inferiore, che comprendeva l'attuale Scuola media inferiore) nel 1873-1874; oscillarono tra i due-trecento negli anni venti del Novecento e superarono i 900 nel 1991-1993. Nel 1946 un gruppo di studenti del Liceo, guidati da Giorgio Balmas, fonda l'Unione Musicale. Gli studenti hanno pubblicato negli anni una serie di giornali studenteschi, tra cui "Malebolge", "Oblò" e "Sisifo". Attualmente il periodico degli studenti è "I Resti del Camillo", uscito per la prima volta nel dicembre 2009, e ora in edizione online e, dal 2019, anche cartacea. Gli studenti hanno deciso di cambiare il nome della testata in "Il Camillo", il cambio di nome è avvenuto nel dicembre 2020. Nel dicembre 1991 è stata fondata l'Associazione ex-allievi, con lo scopo di "mantenere il legame ideale e sentimentale con la vecchia scuola, tra le vecchie e le nuove generazioni di studenti". L'Associazione ha negli anni organizzato e patrocinato varie iniziative di carattere culturale. Il liceo classico Cavour vanta di aver avuto tra i suoi studenti grandi letterati e intellettuali della storia dell'Italia; tra essi figurano: Luigi Einaudi, 2º Presidente della Repubblica Italiana a cui è intitolata la biblioteca della scuola Cesare Pavese (solo Liceo) Guido Gozzano (solo Ginnasio) Giulio Carlo Argan Giuseppe Peano Giacomo Debenedetti Franco Venturi Livio Berruti Augusto Monti Natalino Sapegno (solo Ginnasio) Augusto Rostagni Ludovico Geymonat Giulio Cesare Dogliotti Modesto Panetti Mariano da Torino Raf Vallone Alessandro Barbero. Tra i presidi si ricorda Gianni Oliva (2011-2012). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liceo Classico e Musicale "C. Cavour" Sito ufficiale, su lcavour.edu.it.