place

Grattacielo Intesa Sanpaolo

Architetture di Renzo PianoGrattacieli di TorinoGruppo Intesa SanpaoloPagine con mappeProgetti di Torino
Grattacielo Intesa San Paolo panoramio (3)
Grattacielo Intesa San Paolo panoramio (3)

ll grattacielo Intesa Sanpaolo, provvisoriamente denominato grattacielo Sanpaolo IMI al tempo della presentazione progettuale e oggi anche noto come grattacielo Sanpaolo, è un edificio dell'omonimo gruppo bancario che sorge a Torino, nel quartiere Cit Turin. Alto 167,25 metri, si tratta del terzo edificio più alto di Torino, dopo quello della Regione (205 metri, a Nizza Millefonti) e la storica Mole Antonelliana (167,5 metri, in pieno centro storico). Il progetto è opera dell'architetto Renzo Piano.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Grattacielo Intesa Sanpaolo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Grattacielo Intesa Sanpaolo
Corso Inghilterra, Torino Cit Turin

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Grattacielo Intesa SanpaoloContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.069507 ° E 7.662801 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Grattacielo Intesa Sanpaolo

Corso Inghilterra
10138 Torino, Cit Turin
Piemonte, Italia
mapAprire su Google Maps

linkWikiData (Q3775871)
linkOpenStreetMap (337863703)

Grattacielo Intesa San Paolo panoramio (3)
Grattacielo Intesa San Paolo panoramio (3)
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Palazzo della Provincia (Torino)
Palazzo della Provincia (Torino)

Il Palazzo della Provincia è uno dei grattacieli di Torino. Ubicato al centro di un'area interessata da profondi cambiamenti che vedono sorgere la nuova Stazione di Torino Porta Susa, il Grattacielo Intesa Sanpaolo e il completamento del grande viale della Spina Centrale, il Palazzo della Provincia è una delle testimonianze della prospettiva di trasformazione che ha interessato i maggiori capoluoghi italiani verso la fine degli anni cinquanta. L'edificio sorge nel quartiere Cit Turin al confine del Centro storico, tra corso Inghilterra, via Cavalli, via Avigliana e via Beaumont; la sua altezza di 65 metri ne fa uno degli edifici più alti della città. Realizzato sull'area dell'ex mattatoio a partire dal 1962, l'edificio fu progettato da Ottorino Aloisio, già autore della sede torinese della Sipra nel 1959, vincendo il concorso bandito della STIPEL (poi SIP e quindi Telecom) per la realizzazione del nuovo centro direzionale destinato ad ospitare uffici e impianti. L'austerità del progetto ebbe anche il compito di conferire all'opera un'immagine di emblematica modernità. Sulla base di questo alto valore simbolico, Aloisio concepisce l'edificio come un "grattacielo orizzontale" che delinea marcatamente l'antistante Corso Inghilterra, optando per una facciata principale scandita dalla fitta ripetizione di paraste altissime, tra le quali trovano posto le finestrature, anch'esse molto sviluppate in altezza. Contestualmente, Aloisio si occupa personalmente anche della progettazione dell'intero apparato di dettagli costruttivi secondari come inferriate, infissi esterni e interni, gli arredi e addirittura la grafica della segnaletica interna degli uffici. Nel corso del 2008, a seguito del contestato spostamento della sede legale della Telecom a Milano, il grattacielo è stato oggetto di una radicale ristrutturazione interna ed esterna su progetto di Paolo Rosani, divenendo la nuova sede operativa della Provincia di Torino (oggi Città metropolitana di Torino). I lavori di ristrutturazione, seguiti dagli uffici Tecnici dell'Ente sono durati due anni e sono stati portati a termine nei tempi previsti; la contestuale rivalutazione del quartiere ha indubbiamente contribuito all'ottimizzazione e unificazione dei vari uffici istituzionali dell'ente in un contesto architettonico significativo. Oltre alla necessaria bonifica dall'amianto, il progetto di Rosani ha operato sia esternamente che internamente, comprendendo interventi volti all'adeguamento tecnologico, a una migliore efficienza energetica e a una nuova organizzazione degli spazi, che hanno visto la realizzazione di un auditorium da 400 posti. Inoltre, l'accentuata verticalità della facciata è stata profondamente modificata e sono stati rimossi anche i rivestimenti policromi in klinker, in favore di un nuovo (ma più anonimo) rivestimento "ecosostenibile". Stessa sorte per i molteplici dettagli costruttivi interni ed esterni originali progettati dall'Aloisio. I lavori si sono conclusi con l'inaugurazione della nuova sede il 10 ottobre nel 2008. Anche dopo il notevole rimaneggiamento, l'edificio continua tuttavia ad essere protagonista della nuova area in fase di avanzato completamento ed è situato accanto a uno dei nuovi simboli di Torino: il Grattacielo Intesa Sanpaolo, affacciato su Corso Vittorio Emanuele II. M1 Metropolitana Fermi - Lingotto (fermata: Porta Susa). Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, 1984, p. 389. Maria Adriana Giusti, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Torino, Allemandi, 2008. Società degli Architetti e degli Ingegneri in Torino, Architettour. 26 Itinerari di Architettura a Torino/Architectural Walks in Turin, Torino, SIAT, 2000. Nino Rosani, Edizioni EDA, Torino 1974 Micaela Viglino Davico, Note per una storia del Miar torinese. Ottorino Aloisio e l'architettura gestuale, RapiRapida, Torino 1974 Marco Pozzetto, Micaela Viglino Davico, "Ottorino Aloisio", in Cronache economiche, 3-4, marzo-aprile, 1975, pp. 3-18 Marco Pozzetto, Vita e opere dell'architetto udinese Ottorino Aloisio, Torino, 1977 Marco Pozzetto, Ottorino Aloisio Architetto, Catalogo della mostra, Istituto per l'Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, Udine, 1981 Politecnico di Torino, Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino, 1984, p. 389 Vai alla pagina digitalizzata Augusto Sistri, Ottorino Aloisio (ad vocem), in Ordine degli Architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Torino, Albo d'onore del Novecento. Architetti a Torino, Celid, Torino 2002 Paolo Scrivano, Aloisio, Ottorino, in Carlo Olmo (a cura di), Dizionario dell'architettura del XX secolo, Vol. I, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2003 Alessandro Martini, Città, infrastrutture, trasformazioni urbane e aggiornamento tecnologico. Ottorino Aloisio e il Palazzo Sip di Torino, in Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, numero monografico "Il nuovo Palazzo della Provincia di Torino", nn. 3-4, settembre-ottobre, 2008, pp. 20-36 Spina Centrale Provincia di Torino Telecom Italia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo della Provincia

Santuario di Sant'Antonio di Padova (Torino)
Santuario di Sant'Antonio di Padova (Torino)

Il santuario di Sant'Antonio di Padova di Torino è un edificio storico religioso cattolico situato nella parte meridionale del centro di Torino, in Piemonte. Si trova nella piccola via omonima, non lontano dalla Stazione di Torino Porta Susa, quasi al confine con il quartiere Crocetta. Ad esso sono annessi un convento, gestito dai Frati Minori, un centro carità e una mensa per i poveri, sempre gestita dai Frati stessi. L'edificio fu fortemente voluto nel 1883 per ospitare gli allora Frati Minori, estromessi da Torino a causa della legge Siccardi. I cantieri procedettero relativamente in fretta, su disegni e progetto dell'ing. Alberto Porta, che ne disegnò anche l'elegante facciata, con elementi di stile neogotico, molto utilizzato in quel periodo, misti a elementi di neoromanico (archi a tutto sesto) per richiamare lo stile della basilica di Padova. L'intera struttura fu terminata nel 1885, ma si dovettero attendere ancora due anni per trovare i fondi per gli arredi e le decorazioni interne, arrivando così alla consacrazione il 13 giugno 1887, giorno della ricorrenza del santo al quale è dedicato. L'affresco frontale esterno fu opera di Luigi Morgari, e rappresenta il santo con la Vergine e gli angeli. Qualche anno dopo fu ultimato il campanile, furono aggiunte le statue esterne dei due leoni, a "guardia" del santuario e furono ultimate le due cappelle laterali, dedicate a Maria Santissima Immacolata e al Sacro Cuore di Gesù. Nel 1912 poi, in occasione del cinquantenario del riconoscimento delle apparizioni mariane di Lourdes, fu aggiunta una piccola copia della Grotta di Massabielle, ricavata da una nicchia dell’ingresso laterale sinistro. Durante la seconda guerra mondiale il convento fu parzialmente colpito dai bombardamenti, e vi fu un primo intervento di restauro nel 1949, quindi nel 1987. L'ultimo imponente restauro dell'intera struttura avvenne nel periodo 2007-2009. Sia il santuario che il convento è da sempre un polo di riferimento per le opere di carità ai poveri. Tra il 1928 e il 1929 venne costruito dalla ditta Francesco Vegezzi-Bossi il maestoso organo a canne, situato sulla cantoria in controfacciata entro la cassa lignea disegnata dal Porta, su progetto fonico di padre Roberto Rosso o.f.m. A trasmissione pneumatico-tubolare, lo strumento è dotato di una consolle a tre manuali di 58 note e pedaliera concavo-radiale di 30 tasti, per un totale di 41 registri e 2075 canne. La raffinata, corposa timbrica ne fa un organo tra i più significativi del panorama organario della città di Torino regolarmente utilizzato per le funzioni liturgiche festive, molto adatto peraltro per l'esecuzione della letteratura organistica sinfonica romantica. È stato restaurato dai Fratelli Marin di Genova nel 1998. [1] Il Santuario ha ospitato per circa un decennio fino a inizio 2020 i culti della Comunità Evangelica Luterana di Torino, celebrati ogni due domeniche al mese secondo una formula bilingue italiano/tedesco. Dall'estate 2020 la comunità luterana è trasferita presso la Chiesa di San Francesco d'Assisi (Torino) in seguito all'offerta di disponibilità della Arcidiocesi di Torino. L'ecumenismo ha costituito un ulteriore elemento di arricchimento della vita spirituale del santuario, in armonia con l'accogliente operato verso il prossimo portato avanti dalla comunità francescana affidataria del complesso. edifici di culto a Torino Basilica di Sant'Antonio di Padova Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario di Sant'Antonio di Padova Sito ufficiale, su pgvpiemonte.it.

Museo del carcere Le Nuove
Museo del carcere Le Nuove

Il Museo del Carcere "Le Nuove" è situato presso l'ex carcere di Torino, detto appunto Le Nuove, costruito tra il 1854 ed il 1869, inaugurato nel 1870 sotto il regno di Vittorio Emanuele II, è rimasto in funzione fino a quando non fu sostituito nel 1986 dal più moderno carcere "Lorusso e Cutugno" situato nel quartiere Vallette. Il percorso museale si articola all'interno delle varie strutture dell'ex carcere. Progettato dall'architetto Giuseppe Polani, era stato concepito, secondo i criteri dell'epoca, come un carcere a segregazione individuale. Disponeva di 648 celle, tredici bracci, compresi quelli dei condannati a morte, nonché di due cappelle, una per gli uomini ed una per le donne. Le celle avevano inoltre la caratteristica di avere le finestre a "bocca di lupo", che permettevano di vedere soltanto il cielo. Il suo primo direttore, Marinucci, consentì di utilizzare la chiesa interna per le lezioni scolastiche: i detenuti seguivano le lezioni tenute dai volontari dell'Arciconfraternita dalle cellette progettate per la partecipazione individuale alle funzioni religiose. Durante il periodo fascista vi rimasero reclusi oppositori, partigiani ed ebrei, come Ignazio Vian e Emanuele Artom, deportati e condannati a morte. Famigerato fu il braccio tedesco, gestito dalle SS, dove venivano torturati i detenuti. Fino alla caduta del fascismo non furono apportate modifiche alla struttura; successivamente, con i nuovi diritti costituzionali, il carcere fu reso lentamente più vivibile, eliminando i muri interni del cortile ed apportando importanti modifiche alle celle, tra cui l'ampliamento delle finestre e la dotazione di termosifoni e water. Attualmente nella struttura, oltre al museo del carcere, vi sono anche alcuni uffici giudiziari. Musei di Torino Luoghi d'interesse a Torino Storia di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo del carcere Le Nuove Sito ufficiale, su museolenuove.it. Museo Diffuso Torino - Scheda sul carcere, su museodiffusotorino.it (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2013). Altra scheda sul carcere, su digilander.libero.it.

Stazione di Torino Porta Susa
Stazione di Torino Porta Susa

La stazione di Torino Porta Susa è una stazione ferroviaria per passeggeri della ferrovia Torino-Milano. Fino al 18 ottobre 2009 ebbe il nome di Torino Porta Susa sotterranea per distinguersi dalla storica stazione di superficie, a quel tempo ancora in esercizio. Sin dagli anni 1980, nell'ambito del progetto di interramento del passante ferroviario di Torino, fu prevista la sostituzione della stazione di Porta Susa con un impianto, sotterraneo, situato a meridione della precedente, in modo da renderla fruibile per l'asse di corso Vittorio Emanuele II e per i servizi pubblici e privati nelle vicinanze, tra cui il Palagiustizia e il Politecnico di Torino. L'intenzione era quella di dotare la città di una nuova stazione principale, di tipo passante, utile in particolare per i futuri treni ad alta velocità. Dopo vent'anni di lavori di costruzione del passante, il 14 dicembre 2008 sono stati inaugurati i primi due binari, numerati come 5 e 6, presso i quali sono stati attestati alcuni servizi locali per Chieri-Rivarolo Canavese e Chivasso-Pinerolo. Il 27 settembre 2009, con l'apertura dei binari 3 e 4, è stato inaugurato il primo binario, direzione nord, del tratto di passante tra Porta Susa e Torino Stura, con il conseguente spostamento dalla vecchia stazione di superficie alla nuova stazione sotterranea di tutti i treni diretti ad est. Il 18 ottobre 2009 è stata chiusa all'esercizio la stazione in superficie ed è stata aperta la seconda canna del passante. L'impianto sotterraneo ha quindi assunto la denominazione di Torino Porta Susa e ha iniziato ad essere servito anche dai treni in direzione sud. L'edificio della vecchia stazione è restato in funzione per l'accesso all'utenza, mantenendo tale funzione fino a quando è stato completato un accesso temporaneo della stazione sotterranea. A partire dal 12 dicembre 2010, problematiche di aerazione e sicurezza - emerse già durante il primo mese di apertura della stazione - hanno determinato l'interdizione ai treni con trazione tramite motore diesel nel Passante Ferroviario. Fino al 2011, l'accesso verso la metropolitana e il centro della città era possibile soltanto mediante un lungo tratto a piedi sui marciapiedi della vecchia stazione fino alla stazione XVIII Dicembre; quindi è stata aperta al pubblico la nuova stazione Porta Susa della metropolitana, che consente una interconnessione diretta tra le due infrastrutture. A fine 2012, il vecchio fabbricato di piazza XVIII Dicembre ha smesso di ospitare le biglietterie che sono state trasferite in quello nuovo; a questo è seguito il progressivo trasferimento delle attività commerciali e degli uffici. La nuova stazione e l'area circostante rappresentano il tassello ingegneristicamente ed urbanisticamente più complesso del grande progetto di riassetto urbano della Spina Centrale. Dopo aver conseguito il "Premio Solare Europeo 2012", conferitole dall'Associazione Eurosolar per la volta di copertura con sistema fotovoltaico, il 19 novembre 2013 la stazione riceve il titolo di "Migliore stazione di grosse dimensioni UE 2013" dallo European Rail Congress. Il nuovo fabbricato viaggiatori è stato costruito più a sud rispetto alla stazione precedente, in corrispondenza degli isolati che si snodano fra via Duchessa Jolanda/via Grassi e corso Matteotti. In senso longitudinale, il fabbricato corre fra corso Bolzano e corso Inghilterra ed è attraversato, per mezzo di passaggi pedonali, da tre strade (via Duchessa Jolanda, via Susa e via Avigliana), oltre che da quattro passaggi pedonali sopraelevati (cavalconi). Il progetto della nuova stazione è firmato dalla società franco-italiana AREP, che ha vinto il concorso di progettazione di Rete Ferroviaria Italiana (Ferrovie dello Stato). Gli autori dello stesso sono gli architetti Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Silvio d'Ascia e Agostino Magnaghi e alcuni schizzi del progetto sono visibili dal sito di AREP. La struttura della stazione, a galleria longitudinale, in acciaio e vetro, è lunga 385 metri e la sua altezza varia dai 13 ai 19 metri. Grazie alla sua struttura semicilindrica, la vetrata, sfruttando un oculato gioco di luce, permette un'ampia e diffusa illuminazione del pavimento centrale e delle rampe d'accesso alle banchine; la parte alta delle vetrate è inoltre rivestita di cellule fotovoltaiche che consentono di produrre l'80% del fabbisogno di energia elettrica della stazione stessa. Si prevedeva che la realizzazione della nuova stazione potesse avere termine entro la prima metà del 2012, ma i lavori si sono protratti più a lungo. La struttura viene aperta al pubblico "a blocchi", man mano che le strutture vengono completate. All'inizio del dicembre 2012 il troncone principale è stato aperto al pubblico: in concomitanza, sono state trasferite le biglietterie dal vecchio fabbricato ed aperte le sale d'attesa. La Stazione AV Porta Susa è stata inaugurata simbolicamente il 14 gennaio 2013 alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Monti, dell'AD Trenitalia Mauro Moretti, del governatore della Regione Piemonte Roberto Cota, del sindaco di Torino Piero Fassino e di diversi ministri della Repubblica Italiana. Il 15 dicembre 2013 sono stati attivati i binari 1 e 2. Nel mese di febbraio 2014 sono stati inaugurati lo "scivolo", che consente l'accesso al livello -1 direttamente da piazza XVIII Dicembre, e l'attraversamento pedonale "Duchessa Jolanda". Il costo totale, interamente a carico di RFI, è stimato in 79 milioni di euro. Il 20 dicembre 2016 è stato aperto al pubblico il parcheggio multipiano sotterraneo della stazione. La stazione è interrata, dispone di 6 binari passanti, che giacciono sotto il sedime stradale e la vecchia ferrovia di superficie, con quattro ingressi alla stazione sotterranea identificati ognuno da una lettera (A, B, C, D) e distribuiti lungo tutto il tratto dei corsi Inghilterra e Bolzano compreso tra la vecchia stazione e corso Vittorio Emanuele II. Solitamente i binari (tutti sotterranei) sono gestiti nel seguente modo: 1: Utilizzato per i treni Frecciarossa di Trenitalia, TGV e i treni Italo (Alta Velocità) direzione Francia / Porta Nuova 2: Utilizzato per i treni Frecciarossa di Trenitalia, TGV e i treni Italo (Alta Velocità) direzione Milano 3: Utilizzato per i treni del Servizio ferroviario regionale del Piemonte (direzione Porta Nuova) 4: Utilizzato per i treni del Servizio ferroviario regionale del Piemonte (direzione Milano) 5: Utilizzato per i treni del Servizio ferroviario metropolitano di Torino (in direzione Pinerolo/Chieri/Asti/Fossano/Alba) 6: Utilizzato per i treni del Servizio ferroviario metropolitano di Torino (In direzione Chivasso / Torino Stura / Rivarolo) Il fabbricato viaggiatori si trova più a sud della vecchia stazione, tra via Duchessa Jolanda e Corso Matteotti, costituito da più livelli sino alla superficie. La stazione di Torino Porta Susa è la seconda stazione del capoluogo piemontese per numero di passeggeri. È servita dai treni ad alta velocità Frecciarossa di Trenitalia, Italo di NTV e TGV di SNCF Voyages Italia, dai treni del Servizio ferroviario regionale del Piemonte e dai treni del Servizio ferroviario metropolitano di Torino. Entro la fine del 2023 inoltre verrà attivato il collegamento ferroviario diretto tra Torino Porta Susa e l'aeroporto di Torino Caselle. Le banchine a servizio dei binari sono collegate tra loro tramite sovrappassaggi pedonali dotati di scale mobili e sono accessibili ai portatori di disabilità grazie a degli ascensori. L'area dedicata al traffico passeggeri è dotata di un impianto di videosorveglianza e di comunicazione sonora. Biglietteria a sportello Biglietteria automatica Sala d'attesa Servizi igienici Polizia ferroviaria Primo soccorso Caffetteria È possibile l'interscambio con le linee della rete urbana di bus, tram e metro, gestite dal Gruppo Torinese Trasporti, che avviene in piazza XVIII Dicembre e in corso Bolzano. In corso Bolzano fanno inoltre capolinea molte linee extraurbane serventi la città metropolitana. Stazione metropolitana (Porta Susa) Fermata tram (linee 10 e 13) Fermata bus GTT e navette per l'aeroporto gestite da Sadem Stazione taxi La nuova Torino Porta Susa, in I Treni, n. 356, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, febbraio 2013, pp. 29-31, ISSN 0392-4602. Stazioni ferroviarie di Torino Passante ferroviario di Torino Rete tranviaria di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Torino Porta Susa RFI - Le stazioni per l'Alta Velocità, su rfi.it. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2008).

Chiesa di Gesù Nazareno (Torino)
Chiesa di Gesù Nazareno (Torino)

La Chiesa di Gesù Nazareno è un edificio di culto cattolico situato nella città di Torino. Si trova nel quartiere Cit Turin, all'altezza di Piazza Benefica. La chiesa fu decisa come rifondazione della demolita - per il tracciato di Via Pietro Micca - Chiesa di San Martiniano in un'altra zona, quella nascente «oltre Piazza Statuto, lungo la via di Francia». Venne consacrata nel 1913 (a lavori non del tutto completati) dal cardinale Agostino Richelmy, arcivescovo di Torino. Risultò perlopiù intoccata dai bombardamenti dei primi anni '40, che invece danneggiarono pesantemente la Stazione di Porta Susa (oltre che il quartiere in generale). A metà anni '50, venne inaugurato nei locali seminterrati della chiesa il Cinema Teatro Esedra (Via Pietro Bagetti, 30). La chiesa rappresenta uno di quei pochi casi in cui Gallo scelse riferimenti stilistici alieni alla tradizione regionale (l'ultima volta era stata per il concorso della Basilica di San Petronio); alcun suo edificio precedente, poi, aveva una facciata così manifestatamente caratterizzata da un trionfo di decori plastici, in aperto contrasto coll’impianto di mattoni a vista. La struttura, a croce latina e tre navate, presenta volte a crociera e pilastri a fascio. Costituisce uno degli ambienti galliani meglio conservati: sono intatte nella quasi totalità le decorazioni murali, soprattutto quelle del presbiterio e dell'abside, e lo sono gli arredi così come il pulpito ligneo in particolare, che richiama quello eseguito per la Chiesa di Santo Stefano (Priocca). Chiesa parrocchiale Edifici di culto a Torino Luoghi d'interesse a Torino Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Gesù Nazareno Sito ufficiale, su gesunazareno.it. Chiesa di Gesù Nazareno, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. https://www.museotorino.it/view/s/c9627043f2ad4e6c8a99ee590701bb6a http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/scheda-progetti?p_p_id=56_INSTANCE_hIz4&articleId=135002&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=10304&viewMode=normal

Palazzo di Giustizia (Torino)
Palazzo di Giustizia (Torino)

Il Palazzo di Giustizia "Bruno Caccia" (o PalaGiustizia) di Torino ha sede in Corso Vittorio Emanuele II, n. 130. Vi si esercita, sia in campo civile sia penale, la giurisdizione di primo e secondo grado; è competente per tutte le cause che non sono di competenza del giudice di pace. Con delibera del 13 marzo 1985 il Consiglio comunale di Torino decise di accorpare in un solo edificio le oltre venti sedi dell'ordinamento giudiziario all'epoca sparse per la città, approvandone il progetto esecutivo nel 1988. Il nuovo Palazzo di Giustizia fu costruito sull'area dell'ex foro boario di Corso Inghilterra e della caserma "Pugnani e Sani" (o "Cavalli") e permise il trasferimento dalla vecchia sede della Curia Maxima di via Corte d'Appello, n. 16. Il primo cantiere fu aperto l'8 giugno 1990 e il progetto fu modificato in corso d'opera per ricavare un piano in più con un costo aggiuntivo di circa 45 miliardi di lire, denari ricavati grazie ad una legge ad hoc voluta dall'allora ministro della giustizia Piero Fassino, che in seguito divenne anche sindaco di Torino. Il complesso, costato circa 350 miliardi di lire, di cui 7 spesati dal Comune di Torino, contro un costo inizialmente previsto di circa 237 miliardi, a causa di numerosi errori di progettazione, entrò in funzione nel 2001 con quasi sette anni di ritardo sulla tabella di marcia dei lavori. L'edificio è dedicato a Bruno Caccia, procuratore della Repubblica e magistrato italiano, ucciso dalla 'ndrangheta sotto casa sua nel 1983 per il suo zelo nel perseguire la mafia calabrese in Piemonte. La costruzione del complesso ha comportato anche gravi infortuni tra gli operai, compresa la morte di uno di essi, Carmelo Romano, nel marzo del 1992. L'edificio venne progettato dagli architetti Ezio Ingaramo ed Enzo Zacchiroli, coadiuvati dagli ingegneri Nicola e Todros e con la consulenza dell'architetto fiorentino Pierluigi Spadolini, e richiama le componenti del tessuto urbano della città storica. È infatti foderato di mattoni piemontesi a vista per richiamare le finiture utilizzate nella parte storica della città torinese, e disseminato di grandi vetrate (per una superficie di 30000 m²) che permettono il massimo ingresso di luce naturale nell'edificio. Alla sua realizzazione parteciparono le società Salini Impregilo, Recchi, Rizzani de Eccher e Orion (per il parcheggio sotterraneo da 985 posti). L'opera, composta da due edifici collegati tra loro con una struttura metallica per una superficie totale di circa 60000 m², è sviluppata su 7 piani fuori terra e 3 interrati; comprende 90 aule, tutte a piano terra o nel seminterrato (compreso il bunker di massima sicurezza), uffici per 1700 persone, un'aula magna da 800 posti (separabile completamente dal resto del fabbricato per poter ospitare cerimonie aperte al pubblico) e un piano destinato agli avvocati.È progettato in modo che i detenuti, seguendo un percorso obbligato, accedano direttamente al banco degli imputati e i giudici possano raggiungere le aule senza incrociare avvocati, pubblico o imputati, in modo da garantire la massima serenità al processo. Tribunale di Torino Distretto della Corte di Appello di Torino

Officine Grandi Riparazioni di Torino
Officine Grandi Riparazioni di Torino

Le Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR Torino) sono un complesso industriale di fine Ottocento situato a Torino. Per un secolo, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni Novanta, le OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno rappresentato un'eccellenza nel campo della manutenzione di locomotive, automotrici e vagoni ferroviari. In passato le OGR furono stabilimento di manutenzione di veicoli ferroviari, dapprima delle Strade Ferrate dell'Alta Italia (SFAI), poi della Rete Mediterranea (RM) e infine delle Ferrovie dello Stato. All'inizio del XX secolo, furono soprannominate Officine Nuove, per distinguerle dalle già esistenti di Stazione Porta Nuova; si eseguivano qui le grandi riparazioni delle locomotive a vapore e delle locomotive elettriche a corrente alternata trifase. Nel secondo dopoguerra, cessate le attività sui due precedenti tipi di motrici, furono adibite alla manutenzione delle automotrici. A seguito della chiusura, avvenuta nei primi anni 90, l’abbandono e il degrado portano a prevederne la demolizione, poi scongiurata. Una parte del complesso, originariamente denominata padiglione ad H e oggi comunemente indicata come OGR, è stata utilizzata per ospitare alcune grandi mostre tematiche organizzate nell'ambito delle celebrazioni di "Esperienza Italia 150" per il 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Il complesso sarà aperto del tutto nell'estate del 2019, al termine dei lavori nella manica sud. Nel 2015 il progetto O.G.R. si aggiudica il Premio Urbanistica (categoria: QUALITÀ DELLE INFRASTRUTTURE E DEGLI SPAZI PUBBLICI). L'inaugurazione della prima parte dell'opera di recupero, si è svolta il 30 settembre 2017 con il Big Bang, primo appuntamento in programma che ha visto tra gli ospiti Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman e Chemical Brothers. Nel 2017 le OGR sono state visitate da 100.000 persone. L'inaugurazione del nuovo edificio è avvenuta il 30 settembre 2017, con un grande evento chiamato "Big Bang", aprendo al pubblico i nuovi spazi delle Officine restaurate. Le OGR di Torino ospitano all’interno dei loro spazi mostre ed eventi culturali relativi alle arti visive, performative, alla musica e all’ambito educativo. Nel 2013 la Fondazione CRT acquista l’edificio a forma di H di circa 20.000 m² e 16 metri di altezza, gli uffici e le aree scoperte e, tramite la Società OGR-CRT, ne avvia la riqualificazione funzionale e strutturale. Sono stati investiti cento milioni di euro dalla Fondazione CRT per la rinascita delle OGR, cercando di integrare soluzioni ad alto contenuto tecnologico, sostenibilità ambientale, salvaguardia del valore storico, flessibilità degli spazi e accessibilità. Nel 2015 il progetto O.G.R. si aggiudica il Premio Urbanistica (categoria: qualità delle infrastrutture e degli spazi pubblici) mentre il marchio, la brand identity e il progetto di segnaletica interna progettati da studio FM milano sono invece stati selezionati dall’Osservatorio del Design per entrare a far parte dell’ADI Design Index. L'inaugurazione della prima parte dell'opera di recupero, si è svolta il 30 settembre 2017 con il Big Bang, primo appuntamento in programma che ha visto tra gli ospiti Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman e Chemical Brothers. Nell'ottobre 2017, dopo tre anni dall’inizio dell’intervento da parte di Fondazione CRT, le OGR riaprono al pubblico. Nel corso dell’anno le OGR sono state visitate da 100.000 persone. Il complesso sarà aperto del tutto nell'estate del 2019, al termine dei lavori nella manica sud. L’Unità di crisi della Regione Piemonte, insieme ad altri enti e alla Fondazione CRT hanno avviato nella mattina del 28 marzo 2020 i sopralluoghi per l'istallazione nella struttura di un ospedale temporaneo per affrontare la pandemia di COVID-19. I lavori di allestimento del sito, avviati il 4 aprile 2020, hanno interessato un'area pari a circa 8.900 m²; è stato realizzato un modulo da 92 posti ripartiti in 4 posti di stabilizzazione in emergenza intensiva, 32 posti di terapia subintensiva e 56 posti di degenza ordinaria. L'inaugurazione è avvenuta il 18 aprile 2020. L’ospedale Covid delle Ogr cesserà la sua attività alla scadenza dell'affitto, il 31 luglio, e per affrontare l’eventualità di una nuova emergenza autunnale la struttura verrà trasferita in un'altra area in corso di valutazione. Oltre a personale sanitario reclutato dalle ASL torinesi e mediante assunzioni temporanee all'uopo, si sono uniti allo staff sin dall'apertura del sito 38 operatori sanitari cubani della Brigada Henry Reeve (contingente specializzato in catastrofi e gravi epidemie creato da Fidel Castro nel 2005), di cui 21 medici e 16 infermieri, accompagnati dal loro coordinatore logistico, che il Ministero della Salute di Cuba ha destinato al Piemonte accogliendo la richiesta formulata dal presidente della Regione Alberto Cirio attraverso l’Ambasciata di Cuba in Italia. La Brigada si è dichiarata disponibile a operare gratuitamente in Piemonte fino a quando sarebbe stato necessario. Il 10 luglio 2020 comunque, allo stabilizzarsi della situazione epidemiologica, la Brigada cessa la propria attività nel polo ospedaliero; il 12 luglio, con una cerimonia presso il Parco Dora, i sanitari cubani vengono fregiati di una medaglia per meriti civili. Con l’intervento di ristrutturazione e recupero si concretizza il passaggio da ex Officine per la riparazione dei treni a nuove Officine della cultura contemporanea, dell’innovazione e dell’accelerazione d’impresa a vocazione internazionale. Gli Spazi delle Officine Nord sono concepiti per essere polifunzionali su un’area complessiva di circa 9.000 metri quadri, luogo di incontro di arti visive e performative, ospitando mostre, spettacoli, concerti eventi di teatro, danza ed esperienze di realtà virtuale immersiva, in una vera e propria digital gallery. In particolare, le arti visive saranno localizzate nei tre “binari” ovest delle Officine Nord, le arti performative nell’ala est, che mantiene l’antica denominazione di “Sala Fucine”. Il cuore delle Officine Nord è il “Duomo”: l’imponente sala alta ben 19 metri – dove i vagoni dei treni venivano posizionati in verticale per le manutenzioni – sarà destinata a simposi, workshop e conferenze. Il nuovo spazio delle Officine Sud, che verrà completato definitivamente nel 2020, ospiterà un incubatore di idee focalizzato su startup, industrie creative e smart data. Nell’area di circa 9.000 m² sarà infatti sviluppato, in collaborazione con partner locali e internazionali, un hub per la ricerca scientifica, tecnologica, industriale focalizzato su tre attività principali: supporto alle startup, creazione di un polo per la formazione e lo sviluppo di progetti nel settore delle industrie creative e sviluppo di un centro di ricerca applicata su smart data. ANSA, Ogr Torino hub innovazione, 12.000 metri per guardare futuro, 2019 http://www.ansa.it/industry_4_0/notizie/postit/2019/06/05/intesa-san-paolo-ogr-torino-ecosistema-dellinnovazione_c0460f4e-ef84-4e83-a6ca-96e162d384ca.html Artribune, Un anno di OGR a Torino. Due giorni di festa tra musica, danza, performance: gli highlights, 2018 https://www.artribune.com/arti-performative/musica/2018/09/un-anno-di-ogr-a-torino-due-giorni-di-festa-tra-musica-danza-performance-gli-highlights/ Corriere della Sera, Torino: le Officine grandi riparazioni riaprono con il «Big Bang», 2017 https://www.corriere.it/cultura/17_giugno_29/torino-officine-grandi-riparazioni-arte-c8e7830e-5ceb-11e7-95ac-44c3014ce0fa.shtml Famiglia Cristiana, Officine grandi riparazioni nuovo tempio della cultura, 2017 http://www.famigliacristiana.it/articolo/officine-grandi-riparazioni.aspx Il Messaggero, Ogr Torino, 20 milioni di euro di investimento e 500 postazioni, 2019 https://www.ilmessaggero.it/economia/news/ogr_torino_20_milioni_di_euro_di_investimento_e_500_postazioni-4307723.html Il Sole 24 Ore, Al via l’hub dedicato alle start up della smart mobility alle Ogr di Torino, 2019 https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-06-05/al-via-l-hub-dedicato-start-up-smart-mobility-ogr-torino-170731.shtml?uuid=ACceMKN Laura Milan, Teknoring, Le nuove OGR di Torino vicine all’apertura https://www.teknoring.com/news/restauro/le-nuove-ogr-di-torino-vicine-allapertura/ La Stampa, Ecco le nuove Ogr, officine di creatività riqualificate, 2017 https://www.lastampa.it/2017/09/06/cronaca/torino-ecco-le-nuove-ogr-officine-creativit-riqualificate-V7rRPi3H79GguI7Dt2B6MO/pagina.html La Repubblica, i ragazzi cantano a Porta Nuova per difendere il clima, 2019 https://video.repubblica.it/edizione/torino/torino-i-ragazzi-cantano-a-porta-nuova-per-difendere-il-clima/332434/333029?ref=vd-auto&cnt=1 Fondazione CRT Officine Grandi Riparazioni Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Officine Grandi Riparazioni di Torino Sito ufficiale, su ogrtorino.it. OGR Torino, su ogr-crt.it.