place

Chiesa di Santa Rita alle Fontanelle

Chiese dedicate a santa Rita da CasciaChiese di PratoPagine con mappe
Santa Rita alle Fontanelle 01
Santa Rita alle Fontanelle 01

La chiesa di Santa Rita alle Fontanelle si trova a Prato. Completata nel 1993 (era stata progettata da Paolo Paoletti e Francesco Gramigni nel 1981), la chiesa è un basso edificio parallelepipedo con risalti angolari per sacrestia e cappella feriale. Di fianco all'altare maggiore è un Battesimo di Cristo (1994), scagliola di Leonetto Tintori. Accanto alla chiesa si trovano vari ambienti parrocchiali, tra cui un teatro. Nella piazza antistante alla chiesa si trova un monumento "a tutte le vittime della violenza". In occasione della Festa di S. Rita ogni anno si tiene il concerto bandistico e il mercatino di beneficenza. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Rita Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Santa Rita alle Fontanelle (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Santa Rita alle Fontanelle
Via Ardengo Soffici, Prato Fontanelle

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa di Santa Rita alle FontanelleContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.847102777778 ° E 11.076111111111 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Via Ardengo Soffici

Via Ardengo Soffici
59016 Prato, Fontanelle
Toscana, Italia
mapAprire su Google Maps

Santa Rita alle Fontanelle 01
Santa Rita alle Fontanelle 01
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Piana di Firenze-Prato-Pistoia

La Piana di Firenze-Prato-Pistoia è una conca intermontana di origine alluvionale nell'entroterra della Toscana settentrionale nell'area dove si sviluppano gran parte delle aree urbane di Firenze, Prato e Pistoia. La piana è divisa a ovest dalla Valdinievole e dai rilievi collinari di Serravalle Pistoiese; a nord è delimitata dai rilievi meridionali della Montagna Pistoiese, dal Monteferrato, dai Monti della Calvana, da Monte Morello e dai rilievi collinari che si elevano a nord della città di Firenze; a est è delimitata dalle prime propaggini collinari che si elevano tra i comuni di Fiesole, Pontassieve e Bagno a Ripoli; a sud è chiusa dalle prime colline del Chianti fiorentino e, nel settore centro-occidentale, dal massiccio collinare del Montalbano. Il territorio interessa tre territori. La parte orientale della piana è amministrata dalla Città metropolitana di Firenze, quella centrale dalla provincia di Prato e la parte occidentale da quella di Pistoia: talvolta le corrispondenti aree vengono denominate Piana Fiorentina, Piana Pratese e Piana Pistoiese, pur essendo situate nella medesima conca. Le principali città della piana sono appunto Firenze, Prato e Pistoia. I principali corsi d'acqua che attraversano la piana sono il fiume Arno nel suo settore meridionale, dal Bisenzio nel settore centrale e dall'Ombrone Pistoiese nella parte occidentale; la piana è attraversata anche da numerosi corsi d'acqua secondari che sono affluenti dei tre fiumi principali. In alcune aree della piana si trovano aree umide, che costituiscono i residui di un antico bacino lacustre che originariamente occupava gran parte del territorio. Gli Stagni di Focognano nei pressi di Campi Bisenzio costituiscono l'esempio più esteso e meglio conservato di ciò che resta dell'antico bacino lacustre che un tempo occupava la piana. Altri piccoli laghi e stagni sparsi si trovano anche nell'area tra Agliana e Quarrata, tra Prato e Poggio a Caiano, nell'area tra Campi Bisenzio, Signa e Lastra a Signa e tra Sesto Fiorentino e Firenze dove il principale specchio d'acqua rimasto è il Lago di Peretola. Con una popolazione di 1 milione di abitanti, nella sola Piana di Firenze-Prato-Pistoia si registra quindi circa il 30% della popolazione regionale; da notare inoltre che sempre ivi si trova la maggior parte dei comuni più popolosi della Toscana, a partire da Firenze e Prato, rispettivamente la prima e la seconda città della regione per numero di abitanti (ambedue i comuni inoltre sono tra i primi venti italiani per numero di abitanti). Grazie alla posizione geografica, ai valichi appenninici con altitudine bassa (come Montepiano), alla vicinanza con città portuali, la Piana di Firenze-Prato-Pistoia è stata fin dall’età etrusca un importante centro commerciale e industriale della penisola italiana, come ci testimoniano per esempio gli scavi archeologici condotti nella zona di Gonfienti (periferia orientale di Prato). Oggi la Piana di Firenze-Prato-Pistoia registra numeri fondamentali per l’economia della Toscana. Le attività principali sono molteplici, dal turismo - in primis con la città di Firenze, una delle città italiane più conosciute a livello mondiale, ma anche con altre mete, come per esempio le ville medicee nel pratese e nel fiorentino, Patrimonio dell’Umanità UNESCO -, dal distretto dell’industria tessile e dell’economia circolare - principalmente nei comuni di Prato, Montemurlo, Campi Bisenzio e Calenzano -, dall’importante polo floricolo e vivaistico - attivi principalmente a Pistoia e nei comuni limitrofi -, dall’industria del mobile a Quarrata e anche dalla prestigiosa e antica industria della ceramica a Sesto Fiorentino. Nei quartieri di Osmannoro (Sesto Fiorentino), San Donnino, Capalle (Campi Bisenzio) e Pratignone (Calenzano) hanno sede importanti centri logistici per la Regione e l’Italia centrale, oltreché la presenza dell’Interporto della Toscana Centrale nel comune di Prato. Autostrada A11 - Firenze-Mare (Firenze Peretola-Pisa Nord) Autostrada A1 - Autostrada del Sole (Milano-Napoli): caselli di Calenzano/Sesto Fiorentino, Firenze Nord, Firenze Scandicci Principali Strade Statali SS719 SGC Firenze-Pisa-Livorno (FI-PI-LI) SS66 - Pistoiese Ferrovia Maria Antonia Ferrovia Bologna-Firenze (LL) Ferrovia Bologna-Firenze (AV/AC) Ferrovia Porrettana Ferrovia Leopolda L’unico comune della Piana a essere servito dall’Alta Velocità e dai treni Nazionali è Firenze, mentre invece Prato è servita soltanto dai Treni Nazionali. Risulta essere in costruzione l’hub di Firenze Belfiore, futuro punto nevralgico per la mobilità della Toscana. L’unico aeroporto della zona è quello di Firenze-Peretola (Amerigo Vespucci). Sono allo studio o in progetto diversi prolungamenti del Sistema Tranviario Fiorentino, rivolti principalmente ai comuni di Scandicci, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Calenzano e Prato. Risultano in progetto varie piste ciclabili, per consentire gli spostamenti green fra i comuni e favorire la mobilità integrata con i mezzi ferrotranviari. Firenze Prato Pistoia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piana di Firenze-Prato-Pistoia

Paperino (Prato)
Paperino (Prato)

Paperino è una frazione del comune toscano di Prato, nell'omonima provincia, che fa parte della circoscrizione sud del comune. Il nome deriva probabilmente da papyrus ‘papiro’, ‘giunco’. Fantasiosa l'ipotesi che la fa derivare da Paperium, legionario romano, fondatore di una delle 45 ville circostanti il territorio pratese. Un’altra teoria celeberrima, ma falsa, è che il nome derivi da Paperino, noto personaggio Disney: in realtà tale toponomastico è ricordato a partire dal XII secolo. Il quartiere (nei registri parrocchiali nel 1850 si contano circa 400 anime) ha subito negli anni la trasformazione da campagna operosa e ben coltivata (caratterizzata dai numerosi piccoli corsi d'acqua, le cosiddette gore), ad area suburbana resa più popolosa dall'immigrazione dal meridione italiano e dal veneto negli anni sessanta e settanta, con il passaggio contemporaneo ad una economia basata sul piccolo artigianato tessile, a conduzione prevalentemente familiare, che ben si integrava con l'avanzata industria tessile pratese. Nell'ultimo decennio del XX secolo ha subito un ulteriore notevole incremento demografico, favorito soprattutto dal costo contenuto delle abitazioni rispetto ad altre zone di Prato. Paperino sorge a sud di Prato, non distante dall'Autostrada A11 "Firenze-Mare". Le altre frazioni pratesi più vicine sono San Giorgio a Colonica, Fontanelle e Le Badie. Di interesse storico la chiesa di San Martino, duecentesca. La località guadagnò notorietà negli anni ottanta del XX secolo grazie al film Ad ovest di Paperino con Alessandro Benvenuti, Athina Cenci e Francesco Nuti, nonostante nessuna scena del film fosse girata nella zona. Il carnevale, che coinvolge tutto l'abitato con sfilate di carri e di gruppi mascherati lungo le vie principali della località, è certamente la manifestazione più rilevante. La prima edizione di questo evento risale al 20 febbraio 1977 con lo scopo di rievocare le antiche tradizioni contadine. La squadre locale è l'A.S.D. Paperino San Giorgio, fondata nel 2014 e conosciuta anche come PSG. Milita in Terza Categoria. Chiesa di San Martino a Paperino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paperino

Cafaggio (Prato)
Cafaggio (Prato)

Cafaggio è una frazione del comune italiano di Prato, nell'omonima provincia, in Toscana. Si trova nella circoscrizione Sud, sulla direttrice storica della città verso la parte meridionale della piana pratese e verso il Montalbano. Cafaggio, attraversata dall'autostrada Firenze-Mare, negli ultimi anni si è allargata, inglobando anche la zona di via Cava, vicino alla frazione di San Giusto. Posta in un'area di antica bonifica romana, interessata nella centuriazione della colonia di Florentia, il nucleo abitato potrebbe essere di antica origine. Il toponimo infatti è di origine longobarda (gahagi con il significato di area boschiva recintata, cioè una chiusa soggetta ad una bandita di caccia. Non è probabile che si possa identificare Cafaggio con l'omonima località riportata in un documento del 766 citato da Emanuele Repetti, in quanto il toponimo (ed il termine derivato "gaggio") è molto diffuso in Toscana e potrebbe essere un utile indicatore della diffusione delle aree d'insediamento longobardo. Per esempio si citano: Cafaggio presso Campiglia Marittima Cafaggio presso Seravezza castello di Cafaggio presso Impruneta località Basilica Cafaggio presso Panzano in Chianti Fattoria Cafaggio di Pesa tra Panzano e Castellina in Chianti Cafaggio presso San Miniato Una località denominata Cafaggio era presente anche a Firenze, poco fuori le mura urbane: terreno recintato di proprietà del vescovo, in un'area oggi corrispondente a Piazza Santissima Annunziata. Il toponimo è diffuso anche in Liguria: vedasi, ad esempio, la frazione del Cafaggio nel comune di Ameglia (SP), attestato nei documenti medievali. Nel medioevo il nucleo abitato si sviluppava intorno l'attuale chiesa di Santa Maria documentata dal 998. La situazione del piccolo medievale dovrebbe essere rimasta immutata fino al XX secolo, quando a partire dagli anni sessanta la frazione si è sviluppata con un ampliamento lungo la Via Roma (la via principale della frazione insieme a Via del Ferro), e la costruzione di numerose case tra la zona di via Roma e di via Cava. Il paese è stato tra i più colpiti dall'Olocausto, con un elevato numero di caduti e deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. L'evento viene celebrato fra la prima e la seconda settimana di marzo con manifestazioni e cerimonie religiose. Dal 2006, grazie al contributo di tanti abitanti della frazione e della città, nelle due settimane centrali del mese di agosto si svolge la Festa del Volontariato. Presso gli spazi all'aperto della Casa del Popolo, decine di volontari dedicano parte delle loro ferie ad organizzare una festa popolare fatta di buon cibo e convivialità. In migliaia di persone ogni anno si siedono ai tavoli della festa per gustare i piatti della tradizione permettendo poi ai volontari di raccogliere migliaia di euro che saranno donati alle associazioni del territorio impegnate nel sociale. Nel rispetto del motto della festa che è " aiutare chi aiuta". Sicuramente tra gli edifici di prestigio spicca la chiesa di Santa Maria a Cafaggio. La sede distaccata della chiesa, chiamata dagli abitanti del posto "Chiesino Giovannelli" è situata tra via Roma e via Elsa Morante. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cafaggio

Oratorio di San Bartolomeo (Prato)
Oratorio di San Bartolomeo (Prato)

L'Oratorio di San Bartolomeo è un edificio religioso trecentesco di Prato, ov'è sito in via Cava. Rara testimonianza di edificio religioso minore in stile gotico, fu innalzato dalla potente famiglia pratese dei Guazzalotti, nella seconda metà del Trecento. Le pareti in muratura mista sono regolarizzate da spigoli in arenaria e forate da monofore ogivali lobate, mentre in facciata un portale bicromo ospita nella lunetta un vigoroso altorilievo tardo trecentesco (Madonna col Bambino e santi), molto danneggiato. L'interno è impreziosito da affreschi fatti eseguire tra l'ultimo quarto del XIV e i primi del XV secolo da membri della famiglia Guazzalotti, spesso ritratti ai piedi dei santi: sulla destra un Sant'Antonio abate (di Arrigo di Niccolò), e Due santi di Francesco di Michele, autore anche delle solide e severe figure sulla parete opposta (San Giuliano e la Madonna col Bambino, 1375-80), dipinte sotto imponenti baldacchini con cupola. Dello stesso pittore o di un collaboratore sono, di lato all'arco trionfale, il Martirio di san Bartolomeo e Sant'Antonio abate. Al centro del coro, con volta a crociera, l'altare è ornato da un originale finto trittico ad affresco, e da una rara nicchia prospettica dipinta con oggetti liturgici (ispirata a quella di Taddeo Gaddi in Santa Croce), di Arrigo di Niccolò, autore anche della Santa Maria egiziaca (1395), sulla sinistra. All'opposto è invece un bel San Giovanni Battista, forse di Cenni di Francesco, mentre la parete di fondo conserva un'Annunciazione e due Santi, del tardo Trecento. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'oratorio di San Bartolomeo Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Chiesa di San Giusto in Piazzanese
Chiesa di San Giusto in Piazzanese

La pieve di San Giusto in Piazzanese sorge a San Giusto, frazione meridionale del comune di Prato. È la chiesa più antica del territorio di Prato, al di fuori del centro storico. La pieve, documentata sin dal 779 e ricostruita tra l'XI e i primi del XII secolo, mantenne a lungo una notevole importanza, controllando un vasto territorio; dal XV secolo ne furono patroni i Martelli. Sulla piana circostante, il complesso è segnalato dal notevole campanile gotico a torre, con due ordini di bifore archiacute (la cella è più tarda), che fu ricostruito intorno al 1360 (il precedente, usato come torre di avvistamento, era stato demolito dal Comune nel periodo delle scorrerie di Castruccio Castracani, che assediò il paese senza riuscire a conquistarlo). Al suo interno alloggiano cinque campane di diverse epoche e fusioni; la campana maggiore è opera dei fratelli pistoiesi Bresci e risale al 1902, la terza è stata fusa da Raffaello Magni di Lucca nel 1962, mentre le restanti tre campane sono state recentemente aggiunte dal fonditore Paolo Capanni di Castelnovo ne’ Monti (RE) nel 2002. Un unitario, garbato intervento settecentesco caratterizza la facciata, con ampio porticato (1740 circa), e gli interni (1730-1745), rivestendo la struttura medievale a tre navate. Oltre a un bel fonte battesimale in maiolica robbiana con Storie del Battista, opera di Benedetto Buglioni del 1505-1510, negli altari in stucco si conservano pale secentesche: una Circoncisione attribuita a Vincenzo Dandini e una Madonna col Bambino e santi (1630 circa) di Giovan Pietro Naldini. Il presbiterio, sormontato da una cupoletta cieca (1736) con decorazioni settecentesche, ha sul fondo del coro una tela di Tommaso Gherardini con San Giusto (1764). Il contiguo Sacrario dei caduti conserva resti di discreti affreschi trecenteschi. In sacrestia, oltre ad un tabernacolo con la Crocifissione, affrescato da Arrigo di Niccolò, è posta una statua quattrocentesca in arenaria, di San Bartolomeo. Nella contigua Compagnia della Santa Croce la vivace tavola cinquecentesca con la Deposizione (1579) è opera di Michele delle Colombe. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giusto in Piazzanese Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Santuario della Madonna del Soccorso (Prato)
Santuario della Madonna del Soccorso (Prato)

Il santuario della Madonna del Soccorso si trova a Prato nell'omonima piazza. Esisteva un piccolo tabernacolo con una Madonna che allatta il bambino opera del primo Quattrocento di Piero o Antonio Miniati poco fuori porta Santa Trinita presso quale avvenne un evento ritenuto miracoloso: il 6 novembre 1570 una pastorella con il suo gregge fu sorpresa da un'improvvisa pioggia torrenziale, così forte e prolungata da far straripare i fossi circostanti e intimorire la bambina, che si rifugiò presso il tabernacolo posto in un luogo rialzato; pregando la sacra immagine le acque, che ormai circondavano la zona, avrebbero iniziato a ritirarsi, fino a lasciare il passo per la bambina e il suo gregge. Con altri eventi prodigiosi e una devozione popolare sempre crescente, si decise far lastricare la strada che portava al tabernacolo e costruire un piccolo oratorio (1574). Poco tempo dopo fu stanziato di far nascere in quella zona una nuova chiesa vera e propria, che venne eretta in pochi anni (1575-1585) su progetto di Alfonso Parigi il vecchio. La chiesa fu progettata con un portico che circondava la facciata su tre lati, in maniera da fare da riparo per i numerosi pellegrini che arrivavano in questa zona di aperta campagna che faceva una sorta di filtro tra interno ed esterno. Questa caratteristica, qui usata per la prima volta, divenne un modello frequentemente replicato per altre chiese sorte tra Sei e Settecento, soprattutto santuari mariani, in tutta la Toscana. Il campanile fu innalzato nel 1826 in uno stile tra barocco e neoclassico, su progetto di Giovan Battista Bacci. Il 26 giugno 1899 il complesso venne danneggiato dalla scossa del terremoto della Valle del Bisenzio, che determinò il cedimento e la caduta di una volta della chiesa. Nel 1921 la chiesa fu elevata a propositura. Nel sobrio interno a navata unica con soffitto a capriate, un imponente altare cinquecentesco in pietra serena lumeggiata in oro di Piero di Andrea, con paraste scanalate concluse da timpano spezzato, accolse il tabernacolo, staccato non senza difficoltà. Attorno all'immagine sacra il fiorentino Santi di Tito realizzò una bellissima tavola di Santi di Tito con Dio Padre, lo Spirito Santo e angeli (1580-84), che corona scenograficamente la Madonna col Bambino. L'altare si trova separato dalla navata da una struttura ad arco su pilastri. Nella navata due nicchie settecentesche sono appena accennate e accolgono i confessionali e due tele. Quella di sinistra, l'Educazione della Vergine di Giuliano Traballesi faceva pendant con un'immagine di Giuseppe Gricci sopra l'altare sinistro: il Transito di San Giuseppe; purtroppo la prima opera fu rubata nel febbraio 1997 e sostituita con un dipinto devozionale. L'acquasantiera a pila a destra dell'entrata fu donata nel settembre 1578 dalle comunità in pellegrinaggio di Santa Lucia e San Bartolomeo a Coiano. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su santuario della Madonna del Soccorso Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it. Sito parrocchiale, su parrocchie.it. La tela rubata, su parrocchie.it. URL consultato il 27 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).