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Museo del calcolatore Laura Tellini

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Il Museo del calcolatore "Laura Tellini" è un museo di Prato dedicato alla storia del calcolo e delle macchine da calcolo, gestito da un'organizzazione di volontariato. Esso è legato all'istituto tecnico cittadino Dagomari, che aveva conservato sin dagli anni '60 calcolatori e calcolatrici obsolete ed è aperto dal 2011: ha ivi mantenuto la sua sede sino al 2022, per poi spostarsi in una sede nuova, nel centro cittadino. La collezione esposta va dalla preistoria al 1990, con copie funzionanti dell'Abaco e di alcuni strumenti utilizzati da Galileo Galilei e da Nepero. Tra le macchine rilevanti esposte vi sono la Seidel and Naumann S&N, la Thales mod.C, la Monroe L-160, la Olivetti Audit 52, la Curta, la Olivetti Divisumma 14, la Olivetti Summa 15, la Olivetti MC-24, la Olivetti Mercator 5000, la Olivetti Programma 101 e P203, la Olivetti Logos 27, la Logos 245, la Olivetti Divisumma 18, l'Olivetti Audit A5, la Philips P305, la Olivetti P6060 e P6040, l'MB Simon, l'Apple II, il Sinclair ZX Spectrum e varie console tra cui l'Intellivision, il Philips Odyssey 2100, home e personal computer.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Museo del calcolatore Laura Tellini (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Museo del calcolatore Laura Tellini
Prato Reggiana - Gescal

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Toscana, Italia
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Luoghi vicini

Chiesa di San Giusto in Piazzanese
Chiesa di San Giusto in Piazzanese

La pieve di San Giusto in Piazzanese sorge a San Giusto, frazione meridionale del comune di Prato. È la chiesa più antica del territorio di Prato, al di fuori del centro storico. La pieve, documentata sin dal 779 e ricostruita tra l'XI e i primi del XII secolo, mantenne a lungo una notevole importanza, controllando un vasto territorio; dal XV secolo ne furono patroni i Martelli. Sulla piana circostante, il complesso è segnalato dal notevole campanile gotico a torre, con due ordini di bifore archiacute (la cella è più tarda), che fu ricostruito intorno al 1360 (il precedente, usato come torre di avvistamento, era stato demolito dal Comune nel periodo delle scorrerie di Castruccio Castracani, che assediò il paese senza riuscire a conquistarlo). Al suo interno alloggiano cinque campane di diverse epoche e fusioni; la campana maggiore è opera dei fratelli pistoiesi Bresci e risale al 1902, la terza è stata fusa da Raffaello Magni di Lucca nel 1962, mentre le restanti tre campane sono state recentemente aggiunte dal fonditore Paolo Capanni di Castelnovo ne’ Monti (RE) nel 2002. Un unitario, garbato intervento settecentesco caratterizza la facciata, con ampio porticato (1740 circa), e gli interni (1730-1745), rivestendo la struttura medievale a tre navate. Oltre a un bel fonte battesimale in maiolica robbiana con Storie del Battista, opera di Benedetto Buglioni del 1505-1510, negli altari in stucco si conservano pale secentesche: una Circoncisione attribuita a Vincenzo Dandini e una Madonna col Bambino e santi (1630 circa) di Giovan Pietro Naldini. Il presbiterio, sormontato da una cupoletta cieca (1736) con decorazioni settecentesche, ha sul fondo del coro una tela di Tommaso Gherardini con San Giusto (1764). Il contiguo Sacrario dei caduti conserva resti di discreti affreschi trecenteschi. In sacrestia, oltre ad un tabernacolo con la Crocifissione, affrescato da Arrigo di Niccolò, è posta una statua quattrocentesca in arenaria, di San Bartolomeo. Nella contigua Compagnia della Santa Croce la vivace tavola cinquecentesca con la Deposizione (1579) è opera di Michele delle Colombe. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giusto in Piazzanese Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Oratorio di San Bartolomeo (Prato)
Oratorio di San Bartolomeo (Prato)

L'Oratorio di San Bartolomeo è un edificio religioso trecentesco di Prato, ov'è sito in via Cava. Rara testimonianza di edificio religioso minore in stile gotico, fu innalzato dalla potente famiglia pratese dei Guazzalotti, nella seconda metà del Trecento. Le pareti in muratura mista sono regolarizzate da spigoli in arenaria e forate da monofore ogivali lobate, mentre in facciata un portale bicromo ospita nella lunetta un vigoroso altorilievo tardo trecentesco (Madonna col Bambino e santi), molto danneggiato. L'interno è impreziosito da affreschi fatti eseguire tra l'ultimo quarto del XIV e i primi del XV secolo da membri della famiglia Guazzalotti, spesso ritratti ai piedi dei santi: sulla destra un Sant'Antonio abate (di Arrigo di Niccolò), e Due santi di Francesco di Michele, autore anche delle solide e severe figure sulla parete opposta (San Giuliano e la Madonna col Bambino, 1375-80), dipinte sotto imponenti baldacchini con cupola. Dello stesso pittore o di un collaboratore sono, di lato all'arco trionfale, il Martirio di san Bartolomeo e Sant'Antonio abate. Al centro del coro, con volta a crociera, l'altare è ornato da un originale finto trittico ad affresco, e da una rara nicchia prospettica dipinta con oggetti liturgici (ispirata a quella di Taddeo Gaddi in Santa Croce), di Arrigo di Niccolò, autore anche della Santa Maria egiziaca (1395), sulla sinistra. All'opposto è invece un bel San Giovanni Battista, forse di Cenni di Francesco, mentre la parete di fondo conserva un'Annunciazione e due Santi, del tardo Trecento. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'oratorio di San Bartolomeo Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Museo di scienze planetarie
Museo di scienze planetarie

Il Museo di scienze planetarie, situato a Prato, è dedicato all'astronomia, alle scienze planetarie e alla mineralogia. Il museo è stato fondato per iniziativa della Provincia di Prato, realizzato in collaborazione con alcuni enti scientifici nazionali ed esteri, tra cui l'Istituto Geofisico Toscano e l'Università di Firenze, ed è curato dalla Fondazione Prato Ricerche. Il percorso museale segue la storia evolutiva dell'Universo, dalla sua nascita alla formazione del Sistema Solare. Il tema è illustrato con una rappresentazione della Via Lattea e con il modello in scala dei pianeti, accompagnati da immagini e filmati esplicativi. L'itinerario prosegue con l'esposizione, in sei sezioni, di una parte delle due importanti collezioni custodite dal museo, che raccolgono 400 campioni di meteoriti, impattiti e tectiti, e circa 4100 minerali. Di particolare interesse scientifico alcuni reperti originati sulla Luna e su Marte e caduti sulla Terra, e la meteorite metallica di Nantan, la più grande presente in Italia. Una sezione del museo è dedicata agli studi astronomici di Galileo Galilei, illustrati mediante semplici esperimenti interattivi, e all'esplorazione spaziale, con una ricostruzione virtuale della Stazione spaziale internazionale. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Museo di scienze planetarie Sito ufficiale, su museoscienzeplanetarie.eu. Sito ufficiale precedente, su mspo.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2010). Il museo nel sito della Fondazione Prato Ricerche, su pratoricerche.it. Il museo nel sito Scienza nei Musei , su lascienzaneimusei.it. Il museo nel sito Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza, su brunelleschi.imss.fi.it. Il museo nel sito Rete civica di Prato, su cultura.prato.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2010).

Tobbiana
Tobbiana

Tobbiana è una frazione di Prato che fa parte della circoscrizione sud del comune. Il toponimo è di derivazione latina e si pensa che l'insediamento risalga all'epoca romana, quando tutta la zona della piana tra Fesulae, Florentia e Pistoria era interessata dalla centuriazione. Fu un centro plebano fino all'XI secolo, in seguito divenne villa del circondario pratese. In quel periodo furono realizzate bonifiche e regolarizzate le strade. Con la vicina Iolo o Jolo fu assediata e parzialmente distrutta nel 1332-1335 da Castruccio degli Antelminelli, per questo, in compensazione, venne poi esentata dal pagamento delle tasse comunali. Nei censimenti la località di Tobbiana risultava di modeste dimensioni: 165 abitanti nel 1428, 211 nel 1642 e 233 nel 1784. Nell'Ottocento la popolazione fu ulteriormente decimata da un'epidemia di colera dovuta alle precarie condizioni igieniche. In tempi più recenti è stata interessata dal generale incremento economico e demografico, ma ha mantenuto il carattere di piccola frazione con una propria identità. Vi si trovano la chiesa di San Silvestro a Tobbiana, composta da due edifici affiancati (uno antico ma di aspetto sette-ottocentesco, e uno moderno, risalente al 1974) e una torretta medievale nell'ex-cascinale detto la Fattoria, che nel 1584 risultava appartenente all'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. L'edificio ospita adesso la Casa del popolo intitolata al partigiano tobbianese Fiorello Bini. Materiale informativo chiesa di San Silvestro a Tobbiana.