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Chiesa di San Martino a Vergaio

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San Martino a Vergaio 08
San Martino a Vergaio 08

La chiesa di San Martino (detta anche chiesa vecchia per distinguerla da quella moderna) è una architettura religiosa della frazione di Vergaio nel comune di Prato. È documentata dal 1006, fu ricostruita nel Duecento e trasformata nel 1788-1790 e nel 1825 nelle attuali forme. Sull'altar maggiore è una tela con San Martino e il povero (1593), forse del pratese Giovanni Galli. Per necessità di maggiori spazi, su progetto di Guido Guasti è stata costruita la nuova parrocchiale (1997), con copertura paraboloide e zona basamentale rivestita in pietra. L'interno si arricchisce di vetrate (Fiamme, Via Crucis, San Martino). Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa nuova di San Martino Chiesa di San Martino a Vergaio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

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Chiesa di San Martino a Vergaio
Via di Vergaio, Prato Vergaio

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59013 Prato, Vergaio
Toscana, Italia
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San Martino a Vergaio 08
San Martino a Vergaio 08
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Tobbiana
Tobbiana

Tobbiana è una frazione di Prato che fa parte della circoscrizione sud del comune. Il toponimo è di derivazione latina e si pensa che l'insediamento risalga all'epoca romana, quando tutta la zona della piana tra Fesulae, Florentia e Pistoria era interessata dalla centuriazione. Fu un centro plebano fino all'XI secolo, in seguito divenne villa del circondario pratese. In quel periodo furono realizzate bonifiche e regolarizzate le strade. Con la vicina Iolo o Jolo fu assediata e parzialmente distrutta nel 1332-1335 da Castruccio degli Antelminelli, per questo, in compensazione, venne poi esentata dal pagamento delle tasse comunali. Nei censimenti la località di Tobbiana risultava di modeste dimensioni: 165 abitanti nel 1428, 211 nel 1642 e 233 nel 1784. Nell'Ottocento la popolazione fu ulteriormente decimata da un'epidemia di colera dovuta alle precarie condizioni igieniche. In tempi più recenti è stata interessata dal generale incremento economico e demografico, ma ha mantenuto il carattere di piccola frazione con una propria identità. Vi si trovano la chiesa di San Silvestro a Tobbiana, composta da due edifici affiancati (uno antico ma di aspetto sette-ottocentesco, e uno moderno, risalente al 1974) e una torretta medievale nell'ex-cascinale detto la Fattoria, che nel 1584 risultava appartenente all'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. L'edificio ospita adesso la Casa del popolo intitolata al partigiano tobbianese Fiorello Bini. Materiale informativo chiesa di San Silvestro a Tobbiana.

Galciana
Galciana

Galciana è una frazione del comune di Prato in Toscana, attraversata dal Fosso di Iolo, situata nella zona occidentale della provincia di Prato. Le prime notizie del centro abitato risalgono al VI o VII secolo quando si insediarono i longobardi e iniziò la coltivazione del riso nella zona forse prima paludosa. La prima fonte scritta sull'esistenza di Galciana risale al 1040. Secondo alcuni cenni storici sembra che la frazione sia la più antica della provincia di Prato. Il quartiere si è successivamente sviluppato intorno alla chiesa di San Pietro. Insieme a tutto il territorio pratese, Galciana conosce un periodo di notevole sviluppo demografico tra il Trecento e il Cinquecento, grazie alla favorevole collocazione del territorio vicino ai maggiori crocevia del tempo. Il territorio di Galciana è circondato da alcuni piccoli riferimenti toponomastici che hanno una propria storia, identità e riconoscibilità: Borgo Organo, Case Landini, il Paradisino, le Lame, i Trebbi, Valdingole e il Fondaccio. La chiesa di San Pietro a Galciana risale al XII secolo, ed è stata oggetto di restauro ottocentesco. Conserva all'interno dell'abside affreschi del tardo Trecento, opera di Antonio Vite (un redentore benedicente, luminosa figura giovanile, e gli Apostoli), e un ciborio quattrocentesco a tempietto di ambito michelozziano. Tra il 1956 e il 1965, alla vecchia chiesa, è stata affiancata l'attuale chiesa parrocchiale, realizzata da Ivo Lambertini con la collaborazione di Primo Saccardi, caratterizzata dalle numerose vetrate di Tito Amodei e dagli spazi liturgici curati dallo scultore pistoiese Iorio Vivarelli nel 1965-66, con un drammatico crocifisso e un originale ciborio. La costruzione della villa risale agli inizi del 1600. Nel XIX secolo fu acquistata dallo scrittore e filologo italiano Cesare Guasti. La Colombaia, composta da un corpo allungato e una robusta torre, è stata edificata in epoca medievale. La torre ha una muratura in mattoni e ciottoli di fiume. Il corpo allungato aggiunto, presenta una loggia al primo piano adesso murata. Non è chiara la proprietà originaria della villa. Si ipotizza che fosse della famiglia di Matteo degli Organi, detto Matteo da Prato, celebre organaio pratese del '400. Quest'edificio è oggetto di una leggenda diffusa a Galciana, che narra di una festa interrotta dalla visita del diavolo in persona. È una villa ottocentesca che in passato è stata oggetto di avvenimenti particolari: nel 1917 il padre di famiglia, nonché proprietario della villa, Baroncello Baroncelli uccise i suoi figli. Negli anni successivi, Ferruccio Baroncelli, un discendente, raccontava di aver trovato delle monete di epoca romana nei campi di sua proprietà. Casa Fondaccio è un'antica dimora di origine contadina, edificata in via del Fondaccio intorno al 1820 all'interno della vecchia Tenuta del Fondaccio. Nel corso dei secoli la Tenuta si è ridotta lentamente fino a quasi scomparire ed essere inglobata nell'attuale zona residenziale della parte vecchia della frazione. L'antica dimora ha subito nel tempo diverse ristrutturazioni, in particolar modo dopo la seconda guerra mondiale, quando fu aggiunto il secondo piano mansardato. A tutt'oggi Casa Fondaccio appartiene ai discendenti della famiglia che la fece edificare, nel XIX secolo, a presidio della Tenuta. Il ponticino pedonale Il ponticino pedonale più noto come "ponticino di Galciana" venne costruito sul fosso di Iolo, alla fine del 1800 per collegare a piedi le due sponde del quartiere, ovvero via sulla Vella e via Valdingole e Fossetto. Distrutto durante la seconda guerra mondiale in seguito a un bombardamento, venne ricostruito negli anni ‘50. Dichiarato inagibile nel 2011, è stato oggetto di una raccolta di firme che ha portato a una ristrutturazione e alla successiva riapertura nel 2019. Nel 1977 Galciana fu il set di alcune scene di Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci. Nella pellicola sono riconoscibili le vie storiche della frazione ed il circolo "Renzo degli Innocenti". Nel 1982 Galciana fu il set di una scena di Madonna che silenzio c'è stasera di Maurizio Ponzi. Nella pellicola si vede uno scorcio del passaggio a livello, un tempo posto in via Ciulli. Una manifestazione religiosa del venerdì Santo con processioni in costume. Manifestazione dedicata ai festeggiamenti in onore di San Pietro Apostolo patrono di Galciana. L'iniziativa si svolge per un periodo di circa 10 giorni e termina il 29 giugno con una celebrazione pirotecnica. Il quartiere di Galciana ospita dal settembre 2013 il nuovo Ospedale di Prato che è situato tra l'abitato di Galciana a sud e la ferrovia a nord, delimitato ad est da via Becherini ed a ovest da via Ciulli. La Biblioteca della Circoscrizione Ovest, comunemente conosciuta come Biblioteca di Galciana, appartiene alla rete bibliotecaria urbana del Comune di Prato, coordinata dalla Biblioteca comunale "A. Lazzerini" e possiede circa 15000 documenti Nel 1856 venne fondata la banda musicale A. Boito in onore del noto compositore italiano. Dopo un periodo di inattività, fu ricostituita nel 1979 con l'attuale nome di Filarmonica G. Puccini e dal 1990 fa parte del Comitato Cittadino Attività Musicali e più recentemente si è iscritta all'associazione nazionale Anbima (Associazione Nazionale delle Bande Italiane Musicali Autonome). Il teatro di Galciana è un teatro di performance d'arte costruito nell'ex cinema dell'abitato che si chiamava "Nuovo Cinema". Il teatro si trova in Via Girolamo Frescobaldi, 10 La frazione è collegata alla rete autostradale nazionale tramite L'autostrada A11, nota anche come Firenze-Mare, tramite lo svincolo di Prato ovest. Il quartiere è collegato al sistema ferroviario nazionale tramite la Stazione di Prato Borgonuovo. Il tratto è servito dalla Autolinee Toscane tramite la linea 3+. I primi documenti noti a riguardo risalgono al 1733. Quasi scomparsa all'epoca del secondo dopoguerra, è stata rilanciata a partire dagli anni '90 da parte di un salumificio di Galciana che le diede rapida diffusione. La ricetta originale è stata modificata, all'inizio del millennio, da un salumificio di Prato, unico produttore a livello provinciale, per renderla più adeguata ai gusti contemporanei. Si abbina ai fichi, preferibilmente di varietà dottato di Carmignano, al miele, ai carciofini all'olio, con pecorino stagionato e alla "bozza" pratese, un tipico pane locale. Presidio Slow Food dal 2000, ha acquisito il marchio IGP dal febbraio 2016. Il giorno della Pasqua, in genere a pranzo, secondo la tradizione viene preparato riso in brodo di carne con un uovo benedetto sbriciolato. La mattina di Pasqua le uova, tipicamente di gallina, vengono immerse in acqua bollente con le loro conchiglie integre e cotte in modo tale che l'albume e il tuorlo si solidifichino. Successivamente vengono portate in chiesa per la messa e, una volta benedette, vengono sgusciate e sbriciolate all'interno di una scodella e successivamente viene aggiunto il riso in brodo di carne. Elemento distintivo della ricetta galcianese, rispetto ad altri piatti simili, sta nel fatto che l'uovo deve essere "spiaccicato" con una forchetta nel piatto. La principale squadra di calcio del quartiere è la S.S.D. Galcianese, fondata nel 1952 sulle ceneri della "Gioventù Nuova" di Prato. Il periodo di maggiore successo della società è stato negli anni '50, con la partecipazione al campionato di Prima Divisione, fino agli inizi degli anni '60. Negli anni a seguire si succedono promozioni in Prima Categoria e retrocessioni in Seconda Categoria. Nel giugno del 2017, piazzandosi come seconda classificata nel girone D del campionato di Seconda Categoria della Toscana, chiede ed ottiene il ripescaggio in Prima Categoria. Dal campionato 2017-18 è stata inserite nel girone B della Toscana. La Galcianese disputa le sue partite interne presso lo Stadio Comunale Luca Conti. AA.VV, Misteri e manicaretti del territorio pratese, a cura di Luca Martinelli, collana Brividi a cena, Modena, Edizioni del Loggione, 2018 [2018], ISBN 978-88-93470-582. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galciana Galciana di Prato, su welcome2prato.com. Emanuele Repetti, Galciana, in Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, su archeogr.unisi.it.

Casale (Prato)
Casale (Prato)

Casale è una frazione del comune di Prato ed è situata al margine occidentale della provincia pratese, confinante con la provincia di Pistoia, il cui confine è rimasto pressoché immutato nel corso dei secoli, delimitato dal corso del Calice. Sulle origini storiche dell'abitato documenti dell'XI secolo (1090 circa) attestano che nel territorio della pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese esisteva una cappella privata in luogo Aquevivole, dedicata a san Biagio vescovo e martire, sicuramente identificabile con l'attuale chiesa di San Biagio a Casale. In età comunale (alla metà circa del 1200) divenne villa del contado di Prato, fonti storiche del primo trecento parlano di un luogo detto castellare, tale terminologia indicava chiaramente in periodo antecedente la presenza di una fortificazione di difesa del comune di Prato, contro i bellicosi confinanti pistoiesi. Nel contesto storico, il libero comune di Prato già nel corso del Duecento per l'egemonia e l'espansionismo fiorentino decide per una saggia alleanza con il suddetto comune gigliato, (che culminò nel 1351 con la vendita da parte di Giovanna d'Angiò regnante di Napoli a Firenze). L'aver sposato la causa fiorentina prima per scelta e poi per obbligo, costringe il comune di Prato al rafforzamento dei confini occidentali, prova inconvertibile ne è la costruzione del fosso di Iolo nel primo decennio del Trecento, esso ha la doppia utilità di assestamento idrico, e di difesa verso Pistoia. Con questa linea di demarcazione il comune taglia in due Iolo e Galciana, e lascia totalmente al di là la villa di Casale e la Pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese, alla mercé sicuramente di scorribande pistoiesi. Nel corso dei secoli Casale ha conservato le caratteristiche di piccolo borgo appartato e decentrato, rispetto alle maggiori arterie cittadine, e solamente negli ultimi decenni ha avuto uno sviluppo urbanistico importante. Le origini rurali del luogo sono ancora visibili e testimoniati da vari edifici colonici recuperati e inseriti oggi nell'abitato, e lungo la via Casale e Fatticci che arriva fino all'argine del Calice, la testimonianza è il nome stesso della via, infatti il podere Fatticci è documentato fin dal XVI secolo di proprietà dei Ceppi. L'inizio del nuovo millennio per la zona di Casale, e non solo, ha portato innumerevoli problematiche: la crescita di imprese industriali sta creando problemi di viabilità in una rete stradale rimasta quasi intatta, se non per l'asfaltatura, a quella di cento anni fa; la progettazione di un inceneritore nella zona del calice, una delle zone più intatte e incontaminate dell'intera città di Prato, già gravata dal depuratore, e altre iniziative dell'amministrazione pubblica sempre nella zona del calice, hanno portato i cittadini di Casale a sentirsi abbandonati a sé stessi. Tutta questa situazione di malcontento ha generato un comitato ambientale che si batte per la salvaguardia del territorio. Nel maggio del 1978 la squadra di calcio amatoriale C.F. Casale, si trovò coinvolta in un'insolita vicenda in terra svizzera. Invitata dal comitato provinciale UISP a partecipare ad una gita a Losanna a scopo ricreativo dovendo giocare anche una partita amichevole (immaginandosi magari come avversari una squadra di quartiere), i giocatori si trovarono di fronte la nazionale svizzera dilettanti. All'entrata in campo era presente il sindaco della città che tenne un discorso di benvenuto, le bandiere nazionali, una banda musicale che suonò l'inno nazionale di entrambi i contendenti e la televisione svizzera del locale Canton Vaud. La partita finì clamorosamente 2 a 2 con reti per il casale di Tempestini e Naselli, dopo l'incontro fu organizzato anche un ricevimento nel municipio della città elvetica. Chiesa di San Biagio a Casale Rocco Montana Lando Bartolini mappa Casale metà XVIII secolo , su segnidelterritorio.comune.prato.it. Daniele Tinchella su www.museociclismo.it, su museociclismo.it. URL consultato il 4 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2014). Moriano Tempestini su www.museociclismo.it, su museociclismo.it. URL consultato il 4 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Lando Bartolini articolo su www.dispensertv.it , su dispensertv.it. Casale 1963 intervista a Rocco Montana *Comitato ambientale su www.patrimoniosos.it*Comitato ambientale video

Chiesa di San Giusto in Piazzanese
Chiesa di San Giusto in Piazzanese

La pieve di San Giusto in Piazzanese sorge a San Giusto, frazione meridionale del comune di Prato. È la chiesa più antica del territorio di Prato, al di fuori del centro storico. La pieve, documentata sin dal 779 e ricostruita tra l'XI e i primi del XII secolo, mantenne a lungo una notevole importanza, controllando un vasto territorio; dal XV secolo ne furono patroni i Martelli. Sulla piana circostante, il complesso è segnalato dal notevole campanile gotico a torre, con due ordini di bifore archiacute (la cella è più tarda), che fu ricostruito intorno al 1360 (il precedente, usato come torre di avvistamento, era stato demolito dal Comune nel periodo delle scorrerie di Castruccio Castracani, che assediò il paese senza riuscire a conquistarlo). Al suo interno alloggiano cinque campane di diverse epoche e fusioni; la campana maggiore è opera dei fratelli pistoiesi Bresci e risale al 1902, la terza è stata fusa da Raffaello Magni di Lucca nel 1962, mentre le restanti tre campane sono state recentemente aggiunte dal fonditore Paolo Capanni di Castelnovo ne’ Monti (RE) nel 2002. Un unitario, garbato intervento settecentesco caratterizza la facciata, con ampio porticato (1740 circa), e gli interni (1730-1745), rivestendo la struttura medievale a tre navate. Oltre a un bel fonte battesimale in maiolica robbiana con Storie del Battista, opera di Benedetto Buglioni del 1505-1510, negli altari in stucco si conservano pale secentesche: una Circoncisione attribuita a Vincenzo Dandini e una Madonna col Bambino e santi (1630 circa) di Giovan Pietro Naldini. Il presbiterio, sormontato da una cupoletta cieca (1736) con decorazioni settecentesche, ha sul fondo del coro una tela di Tommaso Gherardini con San Giusto (1764). Il contiguo Sacrario dei caduti conserva resti di discreti affreschi trecenteschi. In sacrestia, oltre ad un tabernacolo con la Crocifissione, affrescato da Arrigo di Niccolò, è posta una statua quattrocentesca in arenaria, di San Bartolomeo. Nella contigua Compagnia della Santa Croce la vivace tavola cinquecentesca con la Deposizione (1579) è opera di Michele delle Colombe. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giusto in Piazzanese Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).