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Chiesa di San Biagio a Casale

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Chiesa di san biagio a casale 01
Chiesa di san biagio a casale 01

La chiesa di San Biagio a Casale sorge a Prato, nella frazione sudoccidentale di Casale

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di San Biagio a Casale (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di San Biagio a Casale
Via Borgo di Casale, Prato Casale

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Chiesa di San Biagio

Via Borgo di Casale
51031 Prato, Casale
Toscana, Italia
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Chiesa di san biagio a casale 01
Chiesa di san biagio a casale 01
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Luoghi vicini

Casale (Prato)
Casale (Prato)

Casale è una frazione del comune di Prato ed è situata al margine occidentale della provincia pratese, confinante con la provincia di Pistoia, il cui confine è rimasto pressoché immutato nel corso dei secoli, delimitato dal corso del Calice. Sulle origini storiche dell'abitato documenti dell'XI secolo (1090 circa) attestano che nel territorio della pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese esisteva una cappella privata in luogo Aquevivole, dedicata a san Biagio vescovo e martire, sicuramente identificabile con l'attuale chiesa di San Biagio a Casale. In età comunale (alla metà circa del 1200) divenne villa del contado di Prato, fonti storiche del primo trecento parlano di un luogo detto castellare, tale terminologia indicava chiaramente in periodo antecedente la presenza di una fortificazione di difesa del comune di Prato, contro i bellicosi confinanti pistoiesi. Nel contesto storico, il libero comune di Prato già nel corso del Duecento per l'egemonia e l'espansionismo fiorentino decide per una saggia alleanza con il suddetto comune gigliato, (che culminò nel 1351 con la vendita da parte di Giovanna d'Angiò regnante di Napoli a Firenze). L'aver sposato la causa fiorentina prima per scelta e poi per obbligo, costringe il comune di Prato al rafforzamento dei confini occidentali, prova inconvertibile ne è la costruzione del fosso di Iolo nel primo decennio del Trecento, esso ha la doppia utilità di assestamento idrico, e di difesa verso Pistoia. Con questa linea di demarcazione il comune taglia in due Iolo e Galciana, e lascia totalmente al di là la villa di Casale e la Pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese, alla mercé sicuramente di scorribande pistoiesi. Nel corso dei secoli Casale ha conservato le caratteristiche di piccolo borgo appartato e decentrato, rispetto alle maggiori arterie cittadine, e solamente negli ultimi decenni ha avuto uno sviluppo urbanistico importante. Le origini rurali del luogo sono ancora visibili e testimoniati da vari edifici colonici recuperati e inseriti oggi nell'abitato, e lungo la via Casale e Fatticci che arriva fino all'argine del Calice, la testimonianza è il nome stesso della via, infatti il podere Fatticci è documentato fin dal XVI secolo di proprietà dei Ceppi. L'inizio del nuovo millennio per la zona di Casale, e non solo, ha portato innumerevoli problematiche: la crescita di imprese industriali sta creando problemi di viabilità in una rete stradale rimasta quasi intatta, se non per l'asfaltatura, a quella di cento anni fa; la progettazione di un inceneritore nella zona del calice, una delle zone più intatte e incontaminate dell'intera città di Prato, già gravata dal depuratore, e altre iniziative dell'amministrazione pubblica sempre nella zona del calice, hanno portato i cittadini di Casale a sentirsi abbandonati a sé stessi. Tutta questa situazione di malcontento ha generato un comitato ambientale che si batte per la salvaguardia del territorio. Nel maggio del 1978 la squadra di calcio amatoriale C.F. Casale, si trovò coinvolta in un'insolita vicenda in terra svizzera. Invitata dal comitato provinciale UISP a partecipare ad una gita a Losanna a scopo ricreativo dovendo giocare anche una partita amichevole (immaginandosi magari come avversari una squadra di quartiere), i giocatori si trovarono di fronte la nazionale svizzera dilettanti. All'entrata in campo era presente il sindaco della città che tenne un discorso di benvenuto, le bandiere nazionali, una banda musicale che suonò l'inno nazionale di entrambi i contendenti e la televisione svizzera del locale Canton Vaud. La partita finì clamorosamente 2 a 2 con reti per il casale di Tempestini e Naselli, dopo l'incontro fu organizzato anche un ricevimento nel municipio della città elvetica. Chiesa di San Biagio a Casale Rocco Montana Lando Bartolini mappa Casale metà XVIII secolo , su segnidelterritorio.comune.prato.it. Daniele Tinchella su www.museociclismo.it, su museociclismo.it. URL consultato il 4 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2014). Moriano Tempestini su www.museociclismo.it, su museociclismo.it. URL consultato il 4 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Lando Bartolini articolo su www.dispensertv.it , su dispensertv.it. Casale 1963 intervista a Rocco Montana *Comitato ambientale su www.patrimoniosos.it*Comitato ambientale video

Chiesa di San Pietro a Iolo
Chiesa di San Pietro a Iolo

La chiesa di San Pietro si trova a Iolo, frazione sud-occidentale del comune di Prato. L'antica pieve di origine medioevale era originariamente intitolata a San Donato, divenne pieve intorno al 1040. Della titolazione attuale a San Pietro si ha notizia circa un secolo dopo, quando l’edificio venne probabilmente ampliata. Altre modifiche furono eseguite nel XIV secolo, con la costruzione di un nuovo coro, e nei restauri complessivi del XVIII e XIX secolo, avviati dopo la scoperta di una serie di affreschi parietali e conclusi nel 1899. Anche nel secondo dopoguerra la pieve fu interessata da alcuni lavori di ristrutturazione dopo i bombardamenti massicci che colpirono la zona (ne testimonia un proiettile lasciato a monito nella parete dietro l'urna di S. Pio Martire), lavori che conferirono l’aspetto attuale del prospetto basilicale, con facciata a capanna. La parte inferiore della facciata, fino all’altezza del portale centrale, risale al XII secolo ed è costituita da filaretto di alberese e qualche inserto in serpentino verde. Sopra l’archivolto del portale centrale prosegue in altezza una regolare muratura in mattoni rossi, del primo Duecento, con bifora centrale, mentre ai lati vi furono aggiunte nel 1944-45 due murature in pietra bianca alberese, corrispondenti alle navatelle dell’interno. Sulla sinistra della facciata troviamo un tabernacolo a cappella con grande arco, nel quale è dipinto un monocromo Crocifisso con Vergine e San Giovanni, della seconda metà del Quattrocento. Sul lato destro della facciata della chiesa è presente la canonica, progettata dal noto architetto pratese Giuseppe Valentini, stesso autore del campanile. All’interno la pieve mostra un impianto basilicale a tre navate, scandite da pilastri quadrangolari; in origine erano presenti tre absidi nel presbiterio, poi abbattute per costruirvi un coro. Nel 1944 circa vennero aggiunte anche le due cappelle laterali. Le pareti intonacate delle navate sono intervallate da affreschi del Tre-Quattrocento, che ripercorrono l’intero perimetro dell’edificio. Sulla parete della navata sinistra troviamo pitture attribuite al fiorentino Pietro d’Antonio del tardo Quattrocento. Sono riconoscibili, nonostante le vaste lacune pittoriche, una Sant’Anna con la Vergine, Santa Lucia, San Francesco, Raffaele e Tobiolo, e un'Annunciazione. Sopra una nicchia vi sono invece affreschi del tardo XIV secolo - inizio XV: San Sebastiano, Adorazione dei pastori,un tondo con Dio Padre. Tali affreschi sono stati restaurati nel 2014 da un imprenditore tessile del paese ad opera dello Studio Daniele Piacenti e si dice che Leonardo da Vinci frequentasse messa quando veniva a Iolo a trovare la nonna materna. Questo almeno è quanto attesterebbe la documentazione storica, come ricorda Isabella Tasselli nel suo libro sulla pieve di San Pietro a Iolo. La credenza popolare poi attribuisce al piccolo Leonardo una scenetta tratteggiata sulla parete sinistra della chiesa per chi entra, l'episodio biblico di Tobiolo accompagnato dall'arcangelo, un'immagine frequente nella pittura del Quattrocento. Sulla destra è presente un’altra cappellina, forse l’antica sacrestia, il cui ingresso è sormontato da una tavola del 1601 con la Circoncisione e Santa Caterina d’Alessandria del pittore pratese Leonardo Mascagni. Il coro trecentesco ha volte a crociera e un altare centrale. Le pareti sono decorate con affreschi del tardo Trecento raffiguranti Storie di San Pietro (da sinistra: Miracolo, Consegna della verga, Tributo; in alto Crocifissione di San Pietro, in basso Carcere), opera della bottega di Agnolo Gaddi. Nella cappella presbiteriale destra è invece presente una tela di Matteo Rosselli con San Giuseppe e il Bambino (1615-20) e un Crocifisso ligneo artigianale della fine del Settecento. Sull’altare si trova un’urna dove sono riposte le reliquie di San Pio dal 1810, provenienti dalle catacombe di Roma. Sulla parete sinistra troviamo inoltre una tavola cinquecentesca con l'Assunta e i Santi Jacopo e Andrea di Michele delle Colombe (1580 circa). Al suo esterno vi è sulla Piazza della Pieve l'Oratorio della Compagnia di Santa Maria Assunta, che, distrutto dai bombardamenti del 1944, fu ricostruito nel 1950 su progetto riferito a Giovanni Michelucci; esso è posto di fronte alla pieve di San Pietro a Iolo. Il campanile è ottocentesco, costruito su progetto dell'architetto pratese Giuseppe Valentini; tale costruzione è dovuta alla caduta di un fulmine e del successivo crollo che lo distrusse abbondantemente nei primi del 1800. Tale progetto fu commissionato dal priore Giuseppe Pagni fiorentino e una lapide marmorea nella navata sinistra della pieve è posta a memoria. Al suo interno alloggiano quattro campane intonate in Fa3 maggiore, le quali furono inizialmente fuse dai fonditori pistoiesi Giovan Battista Cari e Terzo Rafanelli nel 1826. Requisite durante la 2ª Guerra Mondiale, alcune di esse vennero rifuse nel 1962 dal lucchese Lorenzo Lera. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Pietro Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Parrocchia di Iolo, su parrocchiadiiolo.it.

Iolo
Iolo

Iolo o Jolo è una frazione del comune di Prato, lembo della Circoscrizione Sud-Ovest. Anticamente era chiamata Aiuolo San Piero ed in tempi più recenti Jolo. Conta circa 7.500 abitanti, ed è diviso in due parrocchie: la Parrocchia di San Pietro a Iolo, la cui chiesa è la pieve di San Pietro, situata in piazza della Pieve, e la parrocchia di Sant'Andrea Apostolo, la cui chiesa è la Chiesa di Sant'Andrea a Iolo, situata in Via Gherardacci. Iolo è composto da 4 sub-frazioni: Sant'Andrea, San Pietro, La Garduna e i Palazzi. Sempre parte di Iolo sono: Il Coderino, e parte de Le Risaie di Tavola. La Garduna e Sant'Andrea sono sub-frazioni i cui agglomerati più antichi risalgono al Medioevo. Da ricordare la presenza nel Medioevo di un castello nei pressi della attuale chiesa di Sant'Andrea Apostolo, e la presenza di Case torri, una ancora la si può notare all'incrocio tra via Traversa di Iolo e via Risorgimento. La località dà anche il nome al fosso che lo lambisce, il Fosso di Iolo, un affluente dell'Ombrone Pistoiese che nasce ai piedi del Monteferrato, a nord di Prato Iolo è sorta da un accampamento romano (da cui "aiolum", aiola o pezzo di terra tra le paludi), rilevabile anche dalla conformazione della frazione, suddivisa da due vie principali, come il "decumano" e il "cardo" romani. La frazione si sviluppò anche intorno alla Pieve di San Donato del 1040, affiancata poi dalla Pieve di San Pietro, della quale si hanno notizie fin dal XII secolo. Tuttavia, già nel 1035 esisteva un castello di Iolo, e nel 1055 è testimoniata la presenza di un borgo intorno al Vico de Aiolo, che crebbe gradualmente a scapito di Tobbiana. In epoca medievale, Iolo fu fortificata e difesa da fossati, per impedire gli attacchi della vicina Pistoia. Nel 1323, le armate ghibelline lucchesi di Castruccio Castracani degli Antelminelli, composte da 600 cavalieri e 3.000 fanti, irruppero nella città di Prato e devastarono l'intera zona. Per tale motivo, Iolo venne in seguito esentata dal pagamento delle tasse comunali, e diventò anche base ed accampamento dello stesso Castruccio: ne è ancora oggi testimonianza il nome della via che da Iolo porta a Pistoia. Nel secondo dopoguerra, Iolo divenne nota, insieme a Galciana, per ospitare numerosi cenciaioli, artigiani capaci di lavorare gli stracci ed abiti usati. Oggi la zona industriale a sud del quartiere è sede di molte attività artigianali del settore tessile e dell'abbigliamento, in maggioranza gestite dalla numerosa comunità cinese. La località è stata in passato considerata pericolosa per via delle attività banditesche, ed è per questo citata anche nei Maledetti toscani di Curzio Malaparte. Il borgo della Garduna, di origine medioevale, prende il suo nome dal probabile stanziamento dell'esercito del generale Raimondo de Cardona, che nel 1512 con il suo spietato esercito mise a ferro e fuoco la città di Prato macchiandosi di orribili delitti. La Piazza Verzoni è stata anche scena del film Il signor Quindicipalle di e con Francesco Nuti e Sabrina Ferilli. Sempre a Iolo sono state girate alcune scene di uno dei film cult degli anni settanta, Berlinguer ti voglio bene con Roberto Benigni e con la regia di Giuseppe Bertolucci. La frazione stessa è citata, nella scena del dibattito alla Casa del Popolo. I "Palazzi di Iolo" (le quattro strade) costituiscono la parte di più nuova costruzione, sorta a partire dagli anni settanta, fruttto della politica di edilizia popolare attuata dall'amministrazione comunale pratese. Nel 2012, il 22 luglio, la sezione locale della Arciconfraternita della Misericordia di Prato ha inaugurato alla presenza del Presidente della Provincia di Prato, l'ing. Lamberto Gestri e dell'Assessore alla Sanità e alle Politiche Sociali del Comune di Prato, dott. Dante Mondanelli, la prima ambulanza per il quartiere. Tale data rappresenta un risultato storico per la popolazione, un traguardo perseguito fin dalla fondazione, nel 1921, della sezione della Misericordia. Il 20 Aprile 2019, Iolo si aggiudica la prima edizione della “Coppa Prahdese”, competizione goliardica social tra i quartieri della provincia di Prato, battendo in finale San Paolo. Ormai da anni si svolge per due domeniche consecutive "Iolo In Maschera", un colorito ed apprezzato carnevale con carri allegorici (tutti realizzati da volontari locali), che percorre le vie principali della frazione. Nel 1810 arriva da Roma, dalle catacombe di Santa Ciriaca, l'urna contenente le spoglie di san Pio Martire. Tale urna viene esposta alla popolazione ogni 5 anni nel mese di settembre durante la festa ad esso dedicata. La festa culmina con l'ostensione del Santo nell'urna per le vie principali di Iolo l'ultimo giorno, la domenica, dei giorni di festa. L' "Orasport" è una manifestazione sportiva della durata di una settimana, organizzata dalla parrocchia di San Pietro a Iolo. Si svolge solitamente nel mese di giugno ed è arrivata alla 10ª edizione. Nella settimana si svolgono tornei di ogni tipo, da pallavolo a calciotennis per passare al podismo. "Giugno con l'arte" era una manifestazione organizzata negli anni '90 dalla Bottega di Arte Comune, associazione dedita alle arti e alla loro conoscenza e diffusione, nel mese di giugno. Durante questa rassegna, in vari spazi del quartiere venivano adibiti momenti dedicati al cinema, arte, e teatro con una rassegna di quadri e sculture provenienti dagli artisti della zona e non. La "Festa del Volontariato" è una manifestazione organizzata dalla Misericordia di Iolo, dal 1992 al 1998. Tale manifestazione si svolgeva inizialmente nel mese di giugno. Nel Luglio 2012 è stata riorganizzata con evento clou l'inaugurazione della nuova ambulanza a servizio della frazione, donata dalla popolazione di Iolo. "Presepe vivente" è una manifestazione organizzata dalla Misericordia di Iolo dal 1997 al 1999. Tale manifestazione inizialmente si svolgeva la vigilia della notte di Natale, per le vie del quartiere con figuranti, stazioni e riproduzioni della natività del Gesù. Il "Presepe vivente" dopo una breve pausa è tornato ad essere organizzato nel Dicembre 2012 e tuttora viene organizzato a cadenza biennale dai volontari della locale confraternita di Misericordia con il patrocinio della Provincia e del Comune di Prato nei giorni 26 dicembre e 6 gennaio. La pista ciclabile che transita da Iolo parte dalle cascine di Tavola per raggiungere il parco di Galceti e il Monteferrato. Provenendo dalla provincia di Pistoia si accede al territorio di Iolo solo tramite la Strada Provinciale "SP7 di Iolo", (di cui fanno parte via Guilianti e Viale Alessandro Manzoni) realizzata negli anni cinquanta per bypassare il centro della frazione e alleggerire l'allora scarsa viabilità territoriale. Lo stadio Enrico Chersoni è l'impianto interno dei Cavalieri, squadra di rugby a 15 pratese che partecipa al campionato di Eccellenza e che nella stagione 2011-12 è giunta fino alla finale-scudetto. Nell'ottobre 2016 i cavalieri vanno ad allearsi con il puma Bisenzio creando l Unione rugby prato sesto. Un'altra società la Rugby iolo che creò negli anni ottanta lo stadio, tornò clamorosamente a impossesarsene di nuovo nel settembre del 2017. Tra il 1950 e il 1970, quando il ciclismo era uno sport popolare, erano presenti varie squadre dilettantistiche e non, le quali organizzavano durante l'anno numerosi eventi sportivi, tra i quali la famosa Coppa Melani, istituita da Leonetto Melani e dall'U.P.C. Iolo, e I.S.A. Iolo, quest'ultima, associazione sportiva che aveva sede nella casa del popolo, tra le cui file un dilettante Fabrizio Fabbri conquistò il campionato toscano dilettanti 3º categoria. Nel 2002, forte del rinato interesse dovuto ai risultati di giovani atleti del quartiere, come Filippo Coveri, è stata riproposta è ed arrivata alla 48ª Edizione, nelle ultime 4 edizioni (2002, 2003, 2010 e 2011) è stata riservata alla categoria Allievi (2002 e 2003) e Juniores (2010 e 2011). A Iolo sono presenti anche due squadre di calcio: l'A.S.D. Iolo Calcio, che milita in Prima categoria, l'A.S.D. Polisportiva S.Andrea che milita attualmente nel campionato eccellenza UISP di Prato ed è stata fondata nel 1988. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Iolo

Tobbiana
Tobbiana

Tobbiana è una frazione di Prato che fa parte della circoscrizione sud del comune. Il toponimo è di derivazione latina e si pensa che l'insediamento risalga all'epoca romana, quando tutta la zona della piana tra Fesulae, Florentia e Pistoria era interessata dalla centuriazione. Fu un centro plebano fino all'XI secolo, in seguito divenne villa del circondario pratese. In quel periodo furono realizzate bonifiche e regolarizzate le strade. Con la vicina Iolo o Jolo fu assediata e parzialmente distrutta nel 1332-1335 da Castruccio degli Antelminelli, per questo, in compensazione, venne poi esentata dal pagamento delle tasse comunali. Nei censimenti la località di Tobbiana risultava di modeste dimensioni: 165 abitanti nel 1428, 211 nel 1642 e 233 nel 1784. Nell'Ottocento la popolazione fu ulteriormente decimata da un'epidemia di colera dovuta alle precarie condizioni igieniche. In tempi più recenti è stata interessata dal generale incremento economico e demografico, ma ha mantenuto il carattere di piccola frazione con una propria identità. Vi si trovano la chiesa di San Silvestro a Tobbiana, composta da due edifici affiancati (uno antico ma di aspetto sette-ottocentesco, e uno moderno, risalente al 1974) e una torretta medievale nell'ex-cascinale detto la Fattoria, che nel 1584 risultava appartenente all'ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. L'edificio ospita adesso la Casa del popolo intitolata al partigiano tobbianese Fiorello Bini. Materiale informativo chiesa di San Silvestro a Tobbiana.

Pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese
Pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese

La pieve di Sant'Ippolito in Piazzanese sorge a Sant'Ippolito in Piazzanese (o Sant'Ippolito di Galciana), frazione occidentale del comune di Prato. Detta in antico a Strata per la sua posizione presso l'antica via Cassia Clodia, la pieve è documentata dal X secolo (ma risale forse ad epoca longobarda, come fa pensare la dedicazione). L'attuale edificio sembra databile nella prima metà dell'XI secolo. Del tutto eccezionali sono le tre absidi, rivestite di un paramento in "marmo verde", mentre le altre zone sono in alberese. Nell'interno a tre navate, un garbato rifacimento ottocentesco maschera l'antica struttura, anche se sono in parte rimessi in vista i rari pilastri cilindrici medievali, con stilizzati capitelli ornati da testine, motivi geometrici e vegetali. Piacevole è la sistemazione settecentesca con rilievi in stucco delle absidiole. Sull'altar maggiore un'urna a giorno in argento (1820), fiancheggiata da due begli angiolotti portacero, contiene le reliquie di Sant'Ippolito. Ogni sei anni si celebra con solennità la festa del Santo (il 13 agosto), portandone le reliquie in processione su un carro trainato da cavalli. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla pieve di Sant'Ippolito Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Galciana
Galciana

Galciana è una frazione del comune di Prato in Toscana, attraversata dal Fosso di Iolo, situata nella zona occidentale della provincia di Prato. Le prime notizie del centro abitato risalgono al VI o VII secolo quando si insediarono i longobardi e iniziò la coltivazione del riso nella zona forse prima paludosa. La prima fonte scritta sull'esistenza di Galciana risale al 1040. Secondo alcuni cenni storici sembra che la frazione sia la più antica della provincia di Prato. Il quartiere si è successivamente sviluppato intorno alla chiesa di San Pietro. Insieme a tutto il territorio pratese, Galciana conosce un periodo di notevole sviluppo demografico tra il Trecento e il Cinquecento, grazie alla favorevole collocazione del territorio vicino ai maggiori crocevia del tempo. Il territorio di Galciana è circondato da alcuni piccoli riferimenti toponomastici che hanno una propria storia, identità e riconoscibilità: Borgo Organo, Case Landini, il Paradisino, le Lame, i Trebbi, Valdingole e il Fondaccio. La chiesa di San Pietro a Galciana risale al XII secolo, ed è stata oggetto di restauro ottocentesco. Conserva all'interno dell'abside affreschi del tardo Trecento, opera di Antonio Vite (un redentore benedicente, luminosa figura giovanile, e gli Apostoli), e un ciborio quattrocentesco a tempietto di ambito michelozziano. Tra il 1956 e il 1965, alla vecchia chiesa, è stata affiancata l'attuale chiesa parrocchiale, realizzata da Ivo Lambertini con la collaborazione di Primo Saccardi, caratterizzata dalle numerose vetrate di Tito Amodei e dagli spazi liturgici curati dallo scultore pistoiese Iorio Vivarelli nel 1965-66, con un drammatico crocifisso e un originale ciborio. La costruzione della villa risale agli inizi del 1600. Nel XIX secolo fu acquistata dallo scrittore e filologo italiano Cesare Guasti. La Colombaia, composta da un corpo allungato e una robusta torre, è stata edificata in epoca medievale. La torre ha una muratura in mattoni e ciottoli di fiume. Il corpo allungato aggiunto, presenta una loggia al primo piano adesso murata. Non è chiara la proprietà originaria della villa. Si ipotizza che fosse della famiglia di Matteo degli Organi, detto Matteo da Prato, celebre organaio pratese del '400. Quest'edificio è oggetto di una leggenda diffusa a Galciana, che narra di una festa interrotta dalla visita del diavolo in persona. È una villa ottocentesca che in passato è stata oggetto di avvenimenti particolari: nel 1917 il padre di famiglia, nonché proprietario della villa, Baroncello Baroncelli uccise i suoi figli. Negli anni successivi, Ferruccio Baroncelli, un discendente, raccontava di aver trovato delle monete di epoca romana nei campi di sua proprietà. Casa Fondaccio è un'antica dimora di origine contadina, edificata in via del Fondaccio intorno al 1820 all'interno della vecchia Tenuta del Fondaccio. Nel corso dei secoli la Tenuta si è ridotta lentamente fino a quasi scomparire ed essere inglobata nell'attuale zona residenziale della parte vecchia della frazione. L'antica dimora ha subito nel tempo diverse ristrutturazioni, in particolar modo dopo la seconda guerra mondiale, quando fu aggiunto il secondo piano mansardato. A tutt'oggi Casa Fondaccio appartiene ai discendenti della famiglia che la fece edificare, nel XIX secolo, a presidio della Tenuta. Il ponticino pedonale Il ponticino pedonale più noto come "ponticino di Galciana" venne costruito sul fosso di Iolo, alla fine del 1800 per collegare a piedi le due sponde del quartiere, ovvero via sulla Vella e via Valdingole e Fossetto. Distrutto durante la seconda guerra mondiale in seguito a un bombardamento, venne ricostruito negli anni ‘50. Dichiarato inagibile nel 2011, è stato oggetto di una raccolta di firme che ha portato a una ristrutturazione e alla successiva riapertura nel 2019. Nel 1977 Galciana fu il set di alcune scene di Berlinguer ti voglio bene di Giuseppe Bertolucci. Nella pellicola sono riconoscibili le vie storiche della frazione ed il circolo "Renzo degli Innocenti". Nel 1982 Galciana fu il set di una scena di Madonna che silenzio c'è stasera di Maurizio Ponzi. Nella pellicola si vede uno scorcio del passaggio a livello, un tempo posto in via Ciulli. Una manifestazione religiosa del venerdì Santo con processioni in costume. Manifestazione dedicata ai festeggiamenti in onore di San Pietro Apostolo patrono di Galciana. L'iniziativa si svolge per un periodo di circa 10 giorni e termina il 29 giugno con una celebrazione pirotecnica. Il quartiere di Galciana ospita dal settembre 2013 il nuovo Ospedale di Prato che è situato tra l'abitato di Galciana a sud e la ferrovia a nord, delimitato ad est da via Becherini ed a ovest da via Ciulli. La Biblioteca della Circoscrizione Ovest, comunemente conosciuta come Biblioteca di Galciana, appartiene alla rete bibliotecaria urbana del Comune di Prato, coordinata dalla Biblioteca comunale "A. Lazzerini" e possiede circa 15000 documenti Nel 1856 venne fondata la banda musicale A. Boito in onore del noto compositore italiano. Dopo un periodo di inattività, fu ricostituita nel 1979 con l'attuale nome di Filarmonica G. Puccini e dal 1990 fa parte del Comitato Cittadino Attività Musicali e più recentemente si è iscritta all'associazione nazionale Anbima (Associazione Nazionale delle Bande Italiane Musicali Autonome). Il teatro di Galciana è un teatro di performance d'arte costruito nell'ex cinema dell'abitato che si chiamava "Nuovo Cinema". Il teatro si trova in Via Girolamo Frescobaldi, 10 La frazione è collegata alla rete autostradale nazionale tramite L'autostrada A11, nota anche come Firenze-Mare, tramite lo svincolo di Prato ovest. Il quartiere è collegato al sistema ferroviario nazionale tramite la Stazione di Prato Borgonuovo. Il tratto è servito dalla Autolinee Toscane tramite la linea 3+. I primi documenti noti a riguardo risalgono al 1733. Quasi scomparsa all'epoca del secondo dopoguerra, è stata rilanciata a partire dagli anni '90 da parte di un salumificio di Galciana che le diede rapida diffusione. La ricetta originale è stata modificata, all'inizio del millennio, da un salumificio di Prato, unico produttore a livello provinciale, per renderla più adeguata ai gusti contemporanei. Si abbina ai fichi, preferibilmente di varietà dottato di Carmignano, al miele, ai carciofini all'olio, con pecorino stagionato e alla "bozza" pratese, un tipico pane locale. Presidio Slow Food dal 2000, ha acquisito il marchio IGP dal febbraio 2016. Il giorno della Pasqua, in genere a pranzo, secondo la tradizione viene preparato riso in brodo di carne con un uovo benedetto sbriciolato. La mattina di Pasqua le uova, tipicamente di gallina, vengono immerse in acqua bollente con le loro conchiglie integre e cotte in modo tale che l'albume e il tuorlo si solidifichino. Successivamente vengono portate in chiesa per la messa e, una volta benedette, vengono sgusciate e sbriciolate all'interno di una scodella e successivamente viene aggiunto il riso in brodo di carne. Elemento distintivo della ricetta galcianese, rispetto ad altri piatti simili, sta nel fatto che l'uovo deve essere "spiaccicato" con una forchetta nel piatto. La principale squadra di calcio del quartiere è la S.S.D. Galcianese, fondata nel 1952 sulle ceneri della "Gioventù Nuova" di Prato. Il periodo di maggiore successo della società è stato negli anni '50, con la partecipazione al campionato di Prima Divisione, fino agli inizi degli anni '60. Negli anni a seguire si succedono promozioni in Prima Categoria e retrocessioni in Seconda Categoria. Nel giugno del 2017, piazzandosi come seconda classificata nel girone D del campionato di Seconda Categoria della Toscana, chiede ed ottiene il ripescaggio in Prima Categoria. Dal campionato 2017-18 è stata inserite nel girone B della Toscana. La Galcianese disputa le sue partite interne presso lo Stadio Comunale Luca Conti. AA.VV, Misteri e manicaretti del territorio pratese, a cura di Luca Martinelli, collana Brividi a cena, Modena, Edizioni del Loggione, 2018 [2018], ISBN 978-88-93470-582. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galciana Galciana di Prato, su welcome2prato.com. Emanuele Repetti, Galciana, in Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, su archeogr.unisi.it.