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Piazza Solferino (Torino)

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Fontana Angelica Torino
Fontana Angelica Torino

Piazza Solferino è una grande piazza del centro storico della città sabauda, limitata da via Pietro Micca, via Santa Teresa e via Cernaia da una parte, e da via dell'Arcivescovado dall'altra.La piazza si presenta piuttosto stretta e lunga e rappresenta il punto d'inizio di corso Re Umberto. Prende il nome dal comune di Solferino in provincia di Mantova, dove avvenne l'importante battaglia che il 24 giugno 1859, vide la vittoria delle truppe franco-piemontesi contro gli austriaci durante la seconda guerra d'indipendenza italiana.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Piazza Solferino (Torino) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Piazza Solferino (Torino)
Piazza Solferino, Torino Centro

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N 45.06892 ° E 7.67714 °
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Giardino Alfredo Frassati

Piazza Solferino
10121 Torino, Centro
Piemonte, Italia
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Fontana Angelica Torino
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Luoghi vicini

Teatro Vittorio Alfieri (Torino)
Teatro Vittorio Alfieri (Torino)

Il teatro Vittorio Alfieri è un teatro di Torino, uno dei maggiori insieme al Regio e al Carignano. Si trova in piazza Solferino, e ospita regolari stagioni di prosa. Fu costruito su progetto dell'architetto Lorenzo e suo figlio Barnaba Panizza, quindi inaugurato nel 1855. Tuttavia, rimase presto distrutto da un incendio il 5 gennaio 1858, e fu quindi celermente ricostruito nello stesso anno. Re-inaugurato il 22 agosto 1860, subì altri incendi nel 1863, nel 1868 e nel 1927, ma sempre ricostruito seguendo i disegni originari. Il teatro fu poi parzialmente colpito dalle incursioni aeree del 20 novembre e 8 dicembre 1942, durante la seconda guerra mondiale. Ristrutturato nel 1949, fu ampliata la platea e furono annesse le due attuali gallerie. L'ultima ristrutturazione dell'edificio avvenne nel 2002. Alla sua destra, all'angolo con Via Cernaia, si può ammirare anche la facciata ottocentesca della casa progettata e abitata dallo stesso Panizza. Inizialmente fu adibito a rappresentazioni liriche ed equestri grazie alla notevole capienza (2.000 spettatori). In seguito divenne la destinazione preferita per le rappresentazioni di prosa. Nel 1882 vi fu la prima assoluta de Il sortilegio, di Antonio Scontrino, nel 1888 di La Mandragola di Achille Graffigna, mentre nel 1909 di Capitan Fracassa di Mario Pasquale Costa; nel 1922 fu la volta di Scugnizza. Nel 1950 avviene la prima assoluta di Otto Schnaffs di Sandro Fuga diretta da Oliviero De Fabritiis nell'ambito di un cartellone che nello stesso anno vedeva le prime di Simon Boccanegra di Verdi diretto da Franco Ghione con Mirto Picchi, Carlo Tagliabue e Tancredi Pasero, Pelléas et Mélisande (opera) di Debussy, La sposa venduta di Smetana diretta da Ghione con Alvinio Misciano ed Ettore Bastianini, La traviata diretta da De Fabritiis con Giacinto Prandelli ed Ugo Savarese e Lohengrin (opera) con Rosanna Carteri, Gino Penno, Tagliabue e Pasero. Nel 1951 vi furono rappresentate le prime di La forza del destino diretta da De Fabritiis con Jolanda Gardino, Mario Filippeschi, Paolo Silveri, Saturno Meletti e Pasero, Boris Godunov (opera) con Boris Christoff, Giorgio Tozzi e Raffaele Arié, L'Arlesiana (opera) con Giulietta Simionato, Agostino Lazzari e Piero Guelfi, La bohème diretta da Gianandrea Gavazzeni con Giuseppe Campora e Bastianini e Falstaff (Verdi) diretta da Gavazzeni con Miriam Pirazzini, Mariano Stabile (cantante) e Renato Capecchi e nel 1953 Margherita da Cortona di Licinio Refice diretta dal compositore con Elisabetta Barbato, Renata Scotto ed Ugo Novelli e Rigoletto con Prandelli, Savarese e Tozzi, Andrea Chénier (opera) diretto da Gavazzeni con Bastianini e Novelli, Manon Lescaut diretta da Gavazzeni con Clara Petrella e La figlia di Madame Angot di Charles Lecocq. Dagli anni cinquanta la programmazione degli spettacoli fu curata da Giuseppe Erba, tenace pioniere e straordinario impresario teatrale e culturale torinese che caratterizzò gli spettacoli dell'Alfieri in termini di qualità e varietà, affiancando alla prosa eccezionali interpreti del jazz come Louis Armstrong, Duke Ellington, Miles Davis o Dizzie Gillespie, esplorando il teatro classico grazie a una feconda unione con Vittorio Gassman, ospitando rivista e operetta e offrendo il suo palco a personaggi quali Erminio Macario, Wanda Osiris, Renato Rascel, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Carlo Dapporto, Gino Bramieri, Giorgio Gaber, Gigi Proietti e molti altri. Sino ad oggi è stato gestito dalla Compagnia Torino Spettacoli; fanno parte del circuito anche il teatro Erba e il teatro Gioiello. Dal settembre 2022 il Teatro Alfieri e il Teatro Gioiello sono gestiti da Fabrizio di Fiore con la “FdF Gestioni Attività Teatrali”. La direzione artistica è affidata a Luciano Cannito. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teatro Vittorio Alfieri Torino Spettacoli, su torinospettacoli.com.

Torre Solferino
Torre Solferino

La Torre Solferino, nota anche con il nome di «casa alta», è uno dei principali edifici residenziali multipiano di Torino, che sorge nell'omonima piazza del centro storico. Rappresenta il terzo dei grandi interventi operati nel centro storico del capoluogo piemontese nell'immediato dopoguerra. Il progetto presentato dall'architetto Gualtiero Casalegno e costruito dall'impresa del Cav. Orlando Cravotto nel 1949, fu il frutto di uno studio sulla base di progetti presentati per il concorso bandito nel 1946 dal Comune di Torino per la risistemazione urbanistica di piazza Solferino, a seguito della devastazione causata dal bombardamento occorso all'isolato compreso tra via Pietro Micca e via Santa Teresa. La giuria composta da eminenti figure di esperti torinesi, tra cui Gino Levi-Montalcini ed Eugenio Mollino, non assegnò il primo premio, ma soltanto il secondo e il terzo, rispettivamente al progetto del duo Bordogna-Psacharopulo e ad Annibale Rigotti. I progetti furono comunque acquistati dal Comune di Torino e consentirono all'amministrazione municipale di definire il nuovo piano regolatore dell'area con l'affidamento dei lavori a Gualtiero Casalegno che, nello stesso periodo era impegnato in altri progetti tra cui il singolare palazzo curvilineo di corso Massimo d'Azeglio 76 e la nuova sede amministrativa delle Cartiere Burgo in corso Matteotti. Nel settembre 2015 il breve tratto di porticato verso piazza Solferino è stato intitolato dal Comune di Torino al presentatore televisivo Enzo Tortora. L'edificio, completato nel 1952, si presenta in tutto il suo candore affacciandosi sul profilo della piazza e la scelta della finitura a intonaco chiaro le conferisce un inaspettato slancio, malgrado i 15 piani e i 50 metri d'altezza. Il basamento ripropone il tema del portico con ampi locali commerciali, svelando l'intento di dialogare con la vocazione commerciale dell'adiacente via Pietro Micca; nell'androne di ingresso del palazzo è presente una grande fotografia che raffigura il palazzo precedente, subito dopo i bombardamenti del 1942. Orientato perpendicolarmente all'asse dell'antistante via Cernaia, il prospetto principale è caratterizzato da un ritmo che scandisce i piani alternando finestre «a nastro» ad ampi terrazzi con vetrate che si affacciano sulla piazza, mentre le facciate laterali e quella posteriore presentano un disegno e altezze differenti, in raccordo agli edifici circostanti. L'ultimo piano prevede un attico sviluppato su due livelli, con un tetto pensile da cui si gode di un'ampia panoramica sul centro storico torinese. P. Viotto, Il concorso per la sistemazione di piazza Solferino, in «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», 4, aprile, 1947, pp. 113-119 Costruzioni moderne a Torino: la Casa Alta, tra la vecchia via Pietro Micca e la nuova via Botero; il Palazzo Gualca-Sire in corso Duca degli Abruzzi; il Palazzo Santa Margherita in via Promis, in «Edilizia Moderna», 52, giugno, 1954, pp. 55-64 Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Luciano Re, Guida all'architettura moderna di Torino, Lindau, Torino 1995 , pp. 136-137 Costruzioni di Torino più alte Piazza Solferino Via Pietro Micca Torre XX Settembre Casa Saiba Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre Solferino Scheda su MuseoTorino.it

Chiesa di San Giuseppe (Torino)
Chiesa di San Giuseppe (Torino)

La chiesa di San Giuseppe è una delle chiese di Torino, sita in via Santa Teresa 22, fra via dei Mercanti e via San Francesco di Assisi. Non va confusa con la chiesa del Patrocinio di San Giuseppe di via Biglieri 7 nel quartiere Nizza Millefonti. La chiesa venne costruita ristrutturando la vecchia chiesa del Monastero delle Madri del Santissimo Crocifisso. La nuova chiesa fu opera dell'architetto Carlo Emanuele Lanfranchi ed i lavori ebbero inizio verso il 1681, dopo che i Ministri degli Infermi si erano stabiliti in città. Ha pianta a croce latina e stile barocco. Sul transetto cupola con lanternino cilindrico. Gli affreschi originali di Giovanni Battista Alberoni sulla facciata, simulanti finte architetture, vennero cancellati nel 1854 e la facciata venne rifatta nel 1909 dall'architetto Giuseppe Ferrari d'Orsara. All'interno si possono ammirare la pala dell'altar maggiore di Sebastiano Taricco Transito di San Giuseppe e la tela San Camillo con la Vergine del Milocco. Da notare due belle statue, La Maddalena e San Giovanni Battista. L'altare maggiore, voluto da Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, risale al 1696. Roberto Dinucci, Guida di Torino, Edizioni D'Aponte, Torino Marziano Bernardi, Torino - Storia e Arte, Edizioni d'Arte Fratelli Pozzo, Torino, 1975 Edifici di culto a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giuseppe Piemontesacro-Chiesa di San Giuseppe –Torino, su piemontesacro.it. Comunità Madia, su sites.google.com. URL consultato l'8 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2016).

Palazzo della Banca Commerciale Italiana (Torino)
Palazzo della Banca Commerciale Italiana (Torino)

Il Palazzo della Banca Commerciale Italiana è un edificio storico di Torino che occupa l'angolo fra la via dell'Arsenale e la via Santa Teresa. Fu completato nel 1901 su progetto dell'ingegner architetto Angelo Santonè (1852-1908) come sede delle filiale torinese della Banca Commerciale Italiana. La via dell'Arsenale nasce nel 1659 quando Carlo Emanuele II ordina di trasferire le fonderie dei cannoni e le relative dipendenze dalla zona del Castello intorno alla strada che si prolungava oltre la via San Tommaso: il nuovo tratto prese quindi il nome di via dell'Arsenale. L'edificio viene poi sostituito sotto Carlo Emanuele III da una piccola cittadella militare dedicata alla produzione di armi il cui progetto viene approvato nel 1736. La via rimane chiusa da una cancellata di ferro che viene rimossa nel 1847; nonostante l'apertura la via rimane però isolata dal tessuto cittadino per molti anni e risulta occupata da residenze di famiglie aristocratiche a cui si aggiungono i primi palazzi degli istituti bancari (Banca Nazionale del Regno, 1858, poi Banca d'Italia dal 1893) e di imprese di servizi (Società Elettrica Alta Italia, Poste e Telegrafo, Società Italiana per il Gaz, Unione tipografica editrice). Si venne quindi a creare una sorta di quartiere finanziario esteso fino alla parallela via XX Settembre nel quale la Banca Commerciale Italiana (fondata a Milano nel 1894) decide di insediare la propria filiale torinese dopo avere rilevato nel 1897 il torinese Credito Industriale; gli spazi del Credito Industriale si rivelano però insufficienti e nel 1898 la direzione della Banca Commerciale procede quindi all'acquisto di due edifici di proprietà degli eredi Caramagna e di uno di proprietà dei marchesi Pallavicino Mossi al numero 9 di via Santa Teresa. Acquisiti i terreni, la proprietà della Banca affida all'architetto Angelo Santonè la progettazione di un unico edificio a tre piani fuori terra che prenderà il posto degli edifici che vengono demoliti. Santonè progetta un edificio a due ordini che mantiene la signorilità degli antichi palazzi gentilizi della zona e dispone l'ingresso principale a smusso sull'angolo delle due vie coronandolo con un balcone d'onore sorretto da due cariatidi opera dello scultore torinese Cesare Reduzzi (1857-1911). I due piani principali seguono l'ordine corinzio architravato e sono ricchi di colonne e lesene. Palazzo del Credito Italiano in Torino, in L'Architettura Italiana, Anno III, n. 6, Torino, C. Crudo & C., Marzo 1908, pp. 21-22. Commemorazione dell'Ingegnere-Architetto Angelo Santonè, in L'Architettura Italiana, Anno IV, n. 1, Torino, C. Crudo & C., Ottobre 1908, pp. 1-7. Grosso, Roberto, Via dell'Arsenale e la sede torinese della Banca Commerciale Italiana (PDF), n. 1, Milano, Banca commerciale italiana, 1995, pp. 1-7. Ville e palazzi di Torino Eclettismo (arte) Palazzo della Banca Commerciale Italiana (Messina) Palazzo della Banca Commerciale Italiana (Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo della Banca Commerciale Italiana