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Ospedale infantile Burlo Garofolo

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L'ospedale infantile Burlo Garofolo, formalmente IRCCS materno infantile Burlo Garofalo, è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di tipo pediatrico situato a Trieste. L'ospedale è stato fondato nel 1856 per offrire assistenza medica ai bambini. Il Burlo Garofolo rappresenta oggi un'eccellenza italiana e, secondo uno studio della rivista Times Higher Education, è il primo istituto di ricerca italiano per qualità di ricerca scientifica e il 28º al mondo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Ospedale infantile Burlo Garofolo (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Ospedale infantile Burlo Garofolo
Via Raimondo Battera, Trieste Barriera Vecchia-San Giacomo

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.635197 ° E 13.786197 °
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Indirizzo

IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo

Via Raimondo Battera
34137 Trieste, Barriera Vecchia-San Giacomo
Friuli-Venezia Giulia, Italia
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Luoghi vicini

Galleria di Montebello

La Galleria di Montebello, localmente conosciuta come Galleria di Piazza Foraggi, è una delle più importanti gallerie stradali della città di Trieste. Fu costruita nell'anno 1943 come rifugio antiaereo dal lato di Piazza Foraggi, mentre successivamente una seconda galleria antiaerea fu aperta dal lato opposto, in Via Francesco Salata. Esse avevano il rispettivo nome di rifugio Littorio e ricovero Luigi Razza; con uno stretto passaggio di servizio tra i due rifugi. Per il forte incremento di traffico veicolare il governo militare alleato, decise, nel 1949 di allargare le due aperture e scavare l'intera galleria con una dimensione continua, per una lunghezza complessiva di quasi 720 metri. L'opera per il traffico è stata realizzata dall'impresa Farsura. Dalla sua apertura la galleria, per oltre 70 anni non venne mai restaurata, arrivando a presentare grandi infiltrazioni di acqua. Per molti anni si è parlato del rifacimento, simile alla Galleria San Vito, ma la chiusura di questa avrebbe creato grandissimi accumuli di traffico per le strade secondarie, infatti la galleria è la strada principale che collega il centro città con la periferia meridionale di Trieste e l'inizio dell'ex strada statale 15 posto in Piazzale Baiamonti. Per permetterne la ristrutturazione, la galleria è stata chiusa nell'aprile 2022 e il traffico deviato lungo l'asse composto dalle vie Molino a Vento, Pestalozzi e dell'Istria, le linee del trasporto pubblico locale (gestite dalla Trieste Trasporti) sono state deviate in due soluzioni: 20, 21, 40 e 41 per l'asse nominato in precedenza, mentre la 23 e la 34 è stata deviata deviate per Via Svevo. È stata soppressa la linea 19 e sostituita dalla 34. Dopo svariati procastinamenti durati quasi un anno, la riapertura della galleria è avvenuta l'11 luglio 2023.

Servola
Servola

Servola (Škedenj in sloveno, Ščedna nel locale dialetto sloveno, o in versione arcaica Ščiédna, Sèrvola in dialetto triestino), è un rione storico della città di Trieste. Confina a nord con la Via Baiamonti, a Sud con la Via Valmaura, a Est con la Via dell'Istria e ad a ovest con la costa del golfo di Trieste. Complessivamente misura circa 1,5 km² ed è distante dal centro cittadino circa 3 km in direzione sud. È uno dei centri delle manifestazioni del Carnevale triestino, citato dalla canzone popolare. È stata sede del Consiglio Circoscrizionale di Servola-Chiarbola, fino all'accorpamento con quello di Valmaura-Borgo San Sergio (attualmente con sede in Via Paisiello). È gemellata con il Rione Bianco di Faenza (dagli anni '70), e più recentemente con la Comunità degli Italiani di Villanova (Croazia) e con il villaggio di San Lorenzo (Reggio Calabria). La variante italiana (veneta) del toponimo deriva da Sylvula (selvetta), dal piccolo bosco che copriva la piccola penisola posta nella parte meridionale della città. Il nome venne storpiato prima in Selvola poi nella versione corrente. La variante slovena Škedenj, invece, significherebbe "fienile, aia", ma più probabilmente deriva dalla variante dialettale Ščedna (da čediti = tagliare). Il rione è anche noto per il caratteristico pane servolano (in particolare le famose Bighe) realizzato dalle cosiddette donne del pane (krušarce in sloveno e pancogole in dialetto triestino = donne panettieri). Servola aveva una tradizione di panificazione molto importante e riconosciuta non solo a Trieste. Nel 1756 vinse pure il primo premio in concorso indetto dalla Corona d'Austria per il pane migliore dell'Impero, e fu proprio in quella occasione che le pancògole servolane andarono a Vienna e a corte presentarono il loro pane, le Bighe Servolane. Si dice che durante la Seconda Guerra Mondiale il pane di Servola arrivasse fino all'ospedale partigiano di Franja (a Novaki, in Slovenia). L'attività delle "donne del pane" continuò anche dopo la guerra, fino alla fine del 1954, quando la panificazione casalinga venne proibita dalle nuove norme igieniche. A quel tempo a Servola c'erano ancora 8 "pancogole", che continuarono l'attività "di contrabbando".