place

Parco Andrea Campagna

Giardini di MilanoPagine con mappe
Milano parco Andrea Campagna alberi
Milano parco Andrea Campagna alberi

Il Parco Andrea Campagna (ex Parco Teramo Barona) è un importante luogo d'incontro e punto di aggregazione del quartiere Barona di Milano che dal 21 aprile 2012 è intitolato ad Andrea Campagna, poliziotto e medaglia d'oro al valore civile ucciso in servizio da Cesare Battisti. Fu costruito negli anni settanta contemporaneamente all'urbanizzazione dell'area, che tuttora presenta una forte connotazione agricola. Gli dava il nome la via Teramo, alla Barona, che porta all'attuale ingresso di via Campari. In zona sono presenti svariate cascine, tra le quali la Battivacco, la Boffaloretta e la Boffalora, e il parco confina a meridione, separato da una roggia, derivata dal Naviglio Grande e che sfocia nel Lambro meridionale, con quello agricolo Sud Milano e a ovest con un gruppo di orti comunali e il Ronchetto sul Naviglio. Gli strati argillosi a pochissima profondità creavano le condizioni, per le acque irrigue provenienti dal vicino Naviglio Grande, di formare fertili e ampie marcite.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Parco Andrea Campagna (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Parco Andrea Campagna
Via Don Primo Mazzolari, Milano Barona

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Parco Andrea CampagnaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.43632 ° E 9.14483 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Centro Sport Ecologici

Via Don Primo Mazzolari
20142 Milano, Barona
Lombardia, Italia
mapAprire su Google Maps

Milano parco Andrea Campagna alberi
Milano parco Andrea Campagna alberi
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Barona (Milano)
Barona (Milano)

La Barona (Barona in dialetto locale, IPA: [baˈruna]) è un quartiere e antica parrocchia di Milano posta nella zona sud-occidentale della città, appartenente al Municipio 6. In precedenza borgo rurale facente parte dei Corpi Santi di Porta Ticinese, venne annesso con essi al comune di Milano nel 1873. Prima di entrare a far parte del Comune di Milano nel 1873, formava con altri quartieri il Comune dei Corpi Santi, auspicato durante il periodo del dominio austriaco per decreto di Maria Teresa d'Austria nel 1757 e attuato nel 1782 dal figlio Giuseppe II, che riunì sotto un'unica amministrazione una zona di cascine e borghi agricoli fuori dalle mura di Milano. Il nome deriva proprio dalla caratteristica di essere una zona fuori dalle mura: il divieto di seppellire i defunti entro la cerchia muraria costrinse a deviare questa pratica all'esterno. Anche la sepoltura di santi e martiri avveniva al di fuori delle mura, da ciò deriva Corpi Santi. Si aggiunse il suffisso "di Milano" in corrispondenza della Seconda guerra d'indipendenza. La successiva annessione al Comune di Milano fu nel 1873. Per la loro caratteristica sperimentale e per il loro impatto nel quartiere, degne di nota sono le esperienze Barrio's e Villaggio Barona, luoghi di aggregazione ed intervento sociale polifunzionali, e gli orti comunali di Via Danusso. All'interno dei quartiere si trovano l'Ospedale San Paolo, uno dei più importanti di Milano, e l'università privata IULM. Sono presenti anche il Collegio di Milano e un distaccamento del polo di Medicina dell'Università Statale. Santuario di Santa Rita da Cascia, che all'interno custodisce 25 vetrate realizzate dall'artista Amalia Panigati tra il 1954 e il 1971. Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, presente anticamente in Barona, probabilmente fin dal secolo XIV, benché Cesare Cantù nella sua Grande illustrazione del Lombardo-Veneto la faccia risalire addirittura ai primi anni del Cristianesimo. La chiesa, così come i numerosi fondi agricoli e probabilmente la stessa cascina Barona, apparteneva ai monaci benedettini del Monastero di San Celso, da cui deriva il nome della chiesa stessa; altre chiese di quartiere: Santa Bernardetta, chiesa di San Giovanni Bono, San Gregorio Barbarigo, Santa Maria Ausiliatrice, San Silvestro; Chiesa di San Marchetto: chiesa campestre detta anche "San Marco alla Barona", risalente alla metà del Cinquecento; Parco Teramo Barona: con l'adiacente ambito delle risaie è un'area agricola di discrete dimensioni, in cui si conservano alcune cascine attive, altre in disuso, oltre a strade di campagna strette e tortuose adatte per le passeggiate e le gite in bicicletta. Le principali cascine sono quelle di San Marco, San Marchetto e San Marcaccio, seguite da Cascina Bassa, Cascina Bazzana Superiore, Cascina di Mezzo, Cascina Corio, Molino Doppio, Cascina Colomberotto, Cascina Battivacco, Cascina Carliona, Cascina Cantalupa, e Mulino della Pace. Fa parte del parco Agricolo Sud Milano anche la Cascina Monterobbio, ormai completamente in zona urbanizzata. Sui terreni adiacenti alla cascina sono stati costruiti il quartiere Sant'Ambrogio e l'Ospedale San Paolo. Dove c'era la Cascina Bianca, demolita, oggi si estende un parco con lo stesso nome, vicino ai ruderi della Cascina Carliona. Villaggio Barona: il primo progetto di housing sociale in Italia interamente promosso da risorse private. Di proprietà della Fondazione Attilio e Teresa Cassoni, il Villaggio Barona, con il parco pubblico Giuseppe Sala e la piazza Don Roberto Rondanini, nonché le numerose realtà associative e cooperative che qui trovano sede, rappresenta oggi un presidio di socialità e di cultura per l'intero quartiere. Dagli anni cinquanta agli anni ottanta in via Ettore Ponti al nr. 12 ha operato la Co-Ma, azienda di giocattoli. I capannoni sono stati demoliti nel 2000 e restano alcuni edifici già utilizzati dall'amministrazione, ristrutturati, dal lato dei numeri civici dispari. Barona è citata nella canzone Cumuli degli 883 Viene nominata anche in Bastavano le briciole, Popolare, Estate in città di Marracash e in gran parte della sua discografia Il film Senza filtro, del 2001, è ambientato in questo quartiere Nel 2003 è stato prodotto un film indipendente, Fame chimica, con l'intento di raccontare le problematiche della vita giovanile nella periferia milanese. I protagonisti abitano nel quartiere Barona e frequentano la piazza Jurij Gagarin, sebbene nella realtà la piazza non esista e le riprese siano state realizzate in piazza Luigi Capuana a Quarto Oggiaro Nel marzo 2008 viene girato in questo quartiere il videoclip del singolo Badabum Cha Cha di Marracash, rapper cresciuto in questa stessa zona Probabilmente il film più significativo girato negli anni sessanta è I girasoli, con protagonisti Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Alcune scene sono state girate all'interno di un appartamento del quartiere S. Ambrogio I e attorno alla chiesa a forma di tenda di San Giovanni Bono Nel 2012 viene girato in questo quartiere il video clip del singolo Ragazzo della piazza dei Club Dogo feat Ensi Famagosta Romolo Romolo (linea S9) Nei pressi della stazione MM2 - linea verde Famagosta è presente un grande parcheggio di interscambio gestito da ATM. Il quartiere è attraversato dalle linee di autobus urbani 47, 74 e 71 della società ATM, ma soprattutto funge da capolinea alle linee 95 e 98 (prima effettuate dalla sola linea 95), che attraversano rispettivamente le intere zone sud e ovest della città Corpi Santi di Milano Parco Agricolo Sud Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barona

Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio
Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio

La chiesa prepositurale di San Cristoforo sul Naviglio è un luogo di culto cattolico di Milano situato nella via omonima sull'alzaia del Naviglio Grande. È sede dell'omonima parrocchia di rito ambrosiano dell'arcidiocesi di Milano, facente parte del decanato dei Navigli della zona pastorale I. Il complesso è costituito da due chiese. La più antica è quella di sinistra. Della primitiva chiesa sorta in tempi antichi le notizie sono scarse; in mancanza di più specifici documenti si sa che esisteva una chiesa romanica, ricostruzione di un ancora più antico edificio. Essa venne ancora ricostruita alla metà del XIII secolo, nel periodo degli scavi del Naviglio Grande; in essa a metà del XIV secolo alla facciata fu aggiunto il portale gotico e il rosone. Collocata sul percorso che conduceva a Milano, in un punto di passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d'acqua del Lambro, San Cristoforo sorse — forse — sul sito di un precedente tempio pagano; la cosa non è accertata ma viene annotata da varie fonti (Antonio Castiglioni, Ausonio, Tamborini). L'intitolazione al santo dei pellegrini di fatto in molti casi sostituisce quella originaria di Ercole, gigante pure questi. A san Cristoforo venne accostato un particolare culto, quello dei 14 santi ausiliatori. Quella prima chiesa venne ricostruita in epoca romanica. La ricostruzione del Trecento viene realizzata ancora una volta sulla parziale demolizione della precedente. Alla chiesa gotica si affiancava un ospedale per i pellegrini, costruito all'incirca dal 1364, quando si era qui trasferito certo frate Pietro Franzoni di Tavernasco, eremita; fu lui a organizzare l'istituzione. La chiesa più recente, che appare attualmente all'altra riunita tanto da dare l'immagine complessiva di una chiesa a doppia navata, venne edificata lungo l'argine del Naviglio e detta cappella Ducale, è del XV secolo. Fu eretta per volere di Gian Galeazzo Visconti che accolse i voti popolari per la costruzione di una nuova cappella dedicata al santo protettore degli infermi e degli appestati. Il voto esaudiva la fine di una grave pestilenza che, dopo aver mietuto 20.000 vittime in Milano nel 1399, era cessata di colpo — si credeva — per intercessione di san Cristoforo. La cappella ducale venne intitolata non solo a san Cristoforo, ma anche a san Giovanni Battista, san Giacomo e alla beata Cristina, protettori dei Visconti. Sulla facciata venne inserito pertanto lo stemma con il biscione di questa famiglia, accanto a quello del Comune con la croce rossa in campo bianco, mentre nella chiesa più antica venne posto accanto agli altri due — tuttora presenti sul portale — quello col cappello cardinalizio e il sole radiante tra le stelle, che rimandava al cardinale Pietro Filargo, divenuto poi l'antipapa Alessandro V, e che allora era arcivescovo di Milano. Di questa, che venne detta Cappella Ducale, come venne ultimata la sua facciata nel 1405, all'interno, in controfacciata, fu quasi subito decorata, nello spazio tra le due monofore, da un affresco su doppio registro, di uno sconosciuto pittore minore, legato ancora al gusto del secolo precedente, che vi raffigura nel registro superiore una Madonna in trono fra santi, e in quello inferiore una Crocefissione che ripete l'iconografia della Crocefissione di Anovelo da Imbonate in San Marco a Milano. La chiesa romanica è una piccola aula coperta a tetto e terminante con una piccola abside semicircolare. La facciata è ornata da un ricco portale in cotto il rosone gotico a raggi intrecciati ed inoltre gli stemmi dei Visconti, di Milano e del cardinale Pietro Filargo da Candia, arcivescovo di Milano e futuro papa Alessandro V. La facciata della Cappella Ducale presenta un semplice portale ai cui lati stanno due alte monofore gotiche oltre agli stemmi visconteo e milanese ed a resti di affreschi. La facciata a due monofore segue il modello tipico delle chiese di Solari, di cui altri esempi sono nelle facciate della stessa epoca di Santa Maria delle Grazie, e di San Bernardino delle Monache. Il campanile nella forma attuale è una sopraelevazione del XV secolo del campanile originale, con cuspide a cono cestile e monofore. L'interno, trasformato in due navate nel 1625 con l'abbattimento della parete che separava le due chiese, presenta nella navata di sinistra un soffitto ligneo e sulla parete frammenti di affreschi della scuola del Bergognone (Ambrogio da Fossano). L'abside conserva affreschi della scuola di Bernardino Luini. La navata destra ha due campate con volte a crociera e le pareti sono decorate da affreschi gotici; alla parete una pregevole statua lignea del XIV secolo rappresentante San Cristoforo e il Bambino Gesù. Della chiesa primitiva rimangono quelli nella parte absidale, del primo Cinquecento, di tipo luinesco. Più ricca la parte della cappella Ducale, dove restano, in parte addossati gli uni sugli altri vari dipinti del XV secolo. Nell'abside con il Padre Eterno circondato da angioletti e ai lati i simboli degli evangelisti; nel registro inferiore quattro figure di Santi, in stile luinesco; affreschi di Teorie di Santi sulla parete sinistra, sempre di stile del primo Cinquecento, sono due riquadri rimasti isolati. in facciata (esterno): Teoria di Santi, del XV secolo; in controfacciata (interno): Crocefissione con sovrapposta la Madonna in Trono, nella controfacciata, affresco unico suddiviso in due registri (approfondimento in Affresco della Crocefissione); due figure di santi vescovi inseriti in riquadro nella prima campata e riferibili alla stessa esecuzione dell'affresco di controfacciata; un Cristo entro la mandorla successivo ai primi sempre nella prima campata, nella parte superiore, che sostituisce l'apertura ad oculo della successiva campata sul lato del naviglio; sempre nella prima campata altri affreschi quattrocenteschi nella volte, di cui solo due (dei quattro delle vele della crociera) ancora leggibili; uno raffigura presumibilmente l'Adorazione dei Magi; un'ulteriore crocefissione tardoquattrocentesca della parte absidale, presso la porta della Sacristia, con riferimento all'arte degli Zavattari a Monza, collegabile alle due figure laterali della seconda campata di cui tiene la stessa incorniciatura di gigli bianchi. Originariamente, il concerto era composto da 2 campane, fuse dalla fonderia milanese di Michele Comerio (originario di Malnate) nel 1826. A causa di una crepa, venne poi rifusa la campana minore delle due ad opera dei fratelli Barigozzi nel 1920. Per l'occasione la fonderia aggiunse anche una campana, portando così il concerto a 3 bronzi. Attualmente sulla torre vi sono quattro campane, poiché con l'elettrificazione delle stesse, Paolo Capanni di Castelnovo ne' Monti ne ha aggiunta una nuova nel 1987. Il concerto è montato a sistema ambrosiano ed è intonato in La3 maggiore: campana minore (Re4), aggiunta nel 1987 da Paolo Capanni; seconda campana (Do#4), aggiunta nel 1920 dai fratelli Barigozzi; terza campana (Si3), fusa dai fratelli Barigozzi nel 1920 in sostituzione della vecchia Comerio del 1826; campana maggiore (La3) originale, fusa da Michele Comerio nel 1826. Nella chiesa, a pavimento, si trova un organo positivo costruito da Teresio Martin nel 2010. Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea di fattura geometrica, con mostra formata da canne in metallo di principale disposte ad ala; la consolle è a finestra e dispone di un'unica tastiera di 56 note e una pedaliera a leggio di 17 note priva di registri propri e costantemente unita al manuale. Alessandro Tamborini, La chiesa di S. Cristoforo sul Naviglio, Milano, O. Lissoni, 1923, ISBN non esistente. Marino Ronchi, I dipinti della chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, Milano, Comune di Milano, 1969, ISBN non esistente. Giuseppe Mezzera, San Cristoforo sul Naviglio, Milano, Arti Grafiche Sandro Reina, 1969, ISBN non esistente. Fermo Roggiani, La chiesa di San Cristoforo e il Naviglio grande, Milano, Arti grafiche Fiorin, 1985, ISBN non esistente. Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Cristoforo sul Naviglio Sito ufficiale, su chiesasancristoforo.it. Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Chiesa di San Vito al Giambellino

La Chiesa di San Vito al Giambellino è una parrocchiale di Milano, sita nel quartiere e nel decanato del Giambellino . La parrocchia venne edificata tra il 1936 ed il 1937 come nuova chiesa parrocchiale per il quartiere milanese del Giambellino, su progetto dell'architetto mons. Giuseppe Polvara con un orientamento sud-ovest, nord-est. Venne consacrata dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. Nel 1938, venne avanzato il progetto della realizzazione di un triportico che conducesse dalla strada sino all'ingresso della chiesa, ma questo rimase sulla carta dal momento che le esigenze belliche imposero di accantonare l'idea. La struttura originaria non prevedeva né la presenza del campanile né quella del portico che attualmente precede la struttura. L'area esterna, pavimentata in beola e pietra di Trani, guida il visitatore sino al portale (recentemente rifatto) decorato in cemento bianco picchiettato. La chiesa presenta un impianto a croce latina con una navata principale affiancata da due navatelle laterali, nelle quali si trovano rispettivamente il battistero e due cappelle. Il presbiterio, sopraelevato rispetto all'aula centrale, presenta un altare sovrastato da un ciborio; nell'abside è presente l'organo. La chiesa all'interno presenta un ciclo pittorico realizzato dal pittore Antonio Martinotti negli anni '60. Nell'abside, al centro, si trova la maestosa figura del Cristo risorto, attorniato dalla raffigurazione di vari episodi della Sua vita sino alla Risurrezione. Nella cappella dedicata alla Vergine Maria, troneggia la figura della Madonna nell'atto di schiacciare il serpente col proprio piede; sotto di lei è presente l'Annunciazione, accompagnata lateralmente dalle scene dello sposalizio di Maria e della Natività. La cappella dedicata al Sacro Cuore è contraddistinta dalla figura centrale di Cristo nell'atto di spalancare il proprio mantello per accogliere malati ed infermi, il tutto accompagnato da episodi evangelici di misericordia, dalla parabola del buon samaritano a quella del figliuol prodigo. Il fonte battesimale è decorato con la figura di San Giovanni Battista e di alcuni momenti della sua vita e della sua predicazione sino al battesimo di Gesù.

Ospedale San Paolo (Milano)
Ospedale San Paolo (Milano)

L'Ospedale San Paolo è un ospedale di Milano, che dal 1 gennaio 2016 è amministrativamente compreso nell'ASST Santi Paolo e Carlo, assieme all'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano. Venne costruito nel quartiere Barona tra il 1964 e il 1978 su progetto dell'architetto Carlo Casati, con l'obiettivo di avere 650 posti letto, ampliabili sino a 1.200 in caso di necessità. Dal 1987 è anche sede di un polo universitario. L'ingresso principale dell'Ospedale San Paolo è sito in via Antonio di Rudinì mentre l'accesso al pronto soccorso avviene da via San Vigilio. Per quanto riguarda il Corso di Laurea in Infermieristica è presente un accesso indipendente da via Ovada. L'ospedale è denominato anche "polo universitario" in quanto ospita al suo interno una delle sezioni distaccate della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano e nella palazzina con ingresso da via Ovada, la sezione del Corso di Laurea in Infermieristica e Fisioterapia. L'ospedale si presenta diviso in diversi blocchi, la struttura principale assume la forma di lettera H e si divide in tre blocchi: Blocco A: dall'ingresso principale si trova sulla sinistra e ospita reparti di degenza. Blocco B: dall'ingresso principale si trova sulla destra e ospita altri reparti di degenza. Blocco C: si trova nel blocco centrale ed ospita gli uffici amministrativi e l'università. Inoltre è presente un blocco interrato rispetto al blocco A, denominato blocco D, che ospita i poliambulatori, la medicina nucleare e la diagnostica radiografica. Più a sinistra rispetto al blocco A, allo stesso livello del blocco D, troviamo la nuova farmacia e staccata verso la via Ovada, la palazzina convitto. È inoltre presente una struttura, con ingresso da via Beldiletto, dedicata alla odontostomatologia. I reparti di degenza sono: Blocco A: Psichiatria (S.P.D.C.) (9º piano) Urologia e Oncologia (8º piano) Neuropsichiatria infantile e Dermatologia (7º piano) Ortopedia e riabilitazione (6º piano) Pediatria e Patologia Neonatale (5º piano) Medicina II e Progetto DAMA (4º piano) Medicina III e Medicina VI DH (3º piano) Malattie Infettive (2º piano) Medicina I (1º piano) Ambulatori di ginecologia (piano R) Ostetricia/ Sale Parto/ Ginecologia degenza (piano 0) Medicina 5 Protetta (piano -1) Medicina Nucleare (piano -2) Blocco B: Centro Regionale per l'Epilessia (C.R.E.), Smile house per la cura di labiopalatoschisi e malformazioni facciali e ambulatori otorino(9º piano) Chirurgia Maxillo Facciale (8º piano) Chirurgia I (7º piano) Chirurgia II (6º piano) Oculistica (5º piano) Cardiologia e Unità Coronarica (U.T.I.C) (4º piano) Chirurgia III e Otorino (3º piano) Nefrologia e dialisi (2º piano) Oncologia DH (1º piano) Uffici amministrativi (piano R) Pronto soccorso e Area di Osservazione (D.E.A.) (piano 0) Terapia Intensiva/Rianimazione (piano -1) Blocco D: Casse prenotazioni, poliambulatori e centro prelievi (Piano S) Radiologia, Medicina Nucleare, Ambulatori di Pneumologia e Centro Trasfusionale (Piano I) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'ospedale San Paolo Sito ufficiale, su ao-sanpaolo.it. Ospedale San Paolo, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Chiesa dell'Immacolata Concezione (Milano)
Chiesa dell'Immacolata Concezione (Milano)

La chiesa dell'Immacolata Concezione è una parrocchiale di Lorenteggio, quartiere di Milano, in città metropolitana e arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Barona-Giambellino. La chiesa fu costruita tra il 1962 e il 1963 dai Figli dell'Immacolata Concezione per soddisfare i bisogni spirituali del quartiere, che aveva visto in quegli anni un aumento degli abitanti. La parrocchia dell'Immacolata Concezione fu eretta dal cardinale Carlo Maria Martini con un decreto del 10 luglio 1986; il territorio parrocchiale fu ricavato dalle limitrofe San Vito al Giambellino, Santo Curato d'Ars, San Benedetto e Santi patroni d'Italia. Nel 2010 la chiesa fu interessata da lavori strutturali: fu predisposto il sistema di riscaldamento a pavimento e fu ricavata la cappella feriale, decorata dalla Scuola Beato Angelico, nella zona absidale. L'11 marzo 2012, in occasione del 50º anniversario dalla posa della prima pietra e del 25º di fondazione della parrocchia, il cardinale Angelo Scola consacrò la chiesa e dedicò l'altare. La facciata è idealmente suddivisa in tre registri, tutti scanditi dalla trama ad esagoni allungati; essi, nel registro centrale, vengono svuotati e fungono da rosone, nel registro superiore, invece, tre di essi sono ricoperti da mosaici. Nel registro inferiore si aprono i tre portali d'ingresso. L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata con le pareti rivestite in legno. Lungo i prospetti laterali si aprono delle vetrate policrome. Al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio, rialzato di vari gradini, affiancato dalle aperture contenenti il fonte battesimale e la statua della Madonna. Dietro l'abside si sviluppa il volume della cappella feriale. Arcidiocesi di Milano Lorenteggio Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Regione ecclesiastica Lombardia Chiesa dell'Immacolata Concezione, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa dell'Immacolata Concezione (Milano), su orarimesse.it. URL consultato il 13 aprile 2024.

Stazione di Milano San Cristoforo
Stazione di Milano San Cristoforo

La stazione di Milano San Cristoforo è una stazione ferroviaria posta sulla linea Milano-Mortara, alla confluenza della linea di cintura sud che conduce alle stazioni di Rogoredo e Lambrate. La stazione è situata in piazza Tirana, alla periferia sud-ovest di Milano, a breve distanze dalla sponda settentrionale del Naviglio Grande. La stazione di Milano San Cristoforo venne attivata il 20 settembre 1910 per le sole aziende raccordate: l'Ordine di Servizio FS 236/1910 ne dà data, caratteristiche e aziende ammesse al servizio merci "a vagone completo", tra cui la Richard-Ginori. Un raccordo importantissimo era quello con la OEFT (Officine Elettro Ferroviarie Tallero). Il 1º agosto del 1913 con Ordine di Servizio FS 241/1913 venne attivato anche il servizio viaggiatori, sebbene ancora molto limitato perché la stazione si trovava a circa due chilometri dalla più vicina fermata del tram. Il 15 novembre 1915 venne attivato un raccordo da questa stazione al Bivio Naviglio Grande, posto sulla cosiddetta "cintura sud", che la mise in comunicazione anche con il traffico ferroviario passante da questa tratta. Il piazzale ferroviario è dotato di quattro binari per il servizio viaggiatori; fino al 2015 era in funzione anche un quinto binario. È presente, inoltre, un terminal per il carico delle auto su carri ferroviari; in virtù della presenza di tale infrastruttura, la stazione è stata capolinea per alcuni treni espressi periodici con servizio auto al seguito diretti nel sud Italia, in particolare a Lamezia Terme, Villa San Giovanni, Bari, Palermo e Catania, servizi terminati l'11 dicembre 2011, con la soppressione totale del servizio di auto al seguito da parte di Trenitalia. La stazione è servita dai convogli della linea S9 del servizio ferroviario suburbano, a frequenza semioraria, che percorrono la cintura sud, e dai treni regionali della linea Milano-Mortara, a frequenza oraria con rinforzi nelle ore di punta, con destinazione Milano Porta Genova (ad agosto 2023). È altresì capolinea di alcuni treni straordinari per pellegrini. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. In futuro diventerà stazione di interscambio con la linea M4 della metropolitana di Milano, di cui costituirà uno dei due capolinea (fermata San Cristoforo FS). Una passerella ciclopedonale la connetterà inoltre all'altro lato del Naviglio Grande, dove è previsto il nuovo capolinea del tram 2. Fermata tram (linea 14) Fermata autobus Lorenteggio Servizio ferroviario suburbano di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Milano San Cristoforo

Quartiere IACP Lorenteggio
Quartiere IACP Lorenteggio

Quartiere IACP Lorenteggio, già “Quartiere IFACP Renzo e Mario Mina”, è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano disposto su sei isolati e sito nel quartiere del Lorenteggio. Il complesso venne costruito dal 1938 al 1944 dall'Istituto Fascista Autonomo Case Popolari (IFACP) di Milano, che ne curò anche la progettazione urbanistica attraverso il proprio Ufficio Tecnico, diretto dall'architetto Giovanni Broglio. La progettazione dei singoli edifici fu opera di Guido Baselli, Piero Della Noce, Alberto Morone, Fausto Natoli e Tullio Tolio. Il complesso, di forma quadrangolare, si estende sull’area di sei isolati, ed è suddiviso in due parti da via Segneri, che ha andamento diagonale. I sei isolati corrispondono ai sei lotti in cui il complesso residenziale è suddiviso, indicati con le lettere alfabetiche da “A” a “F”. Gli edifici sono ordinati in stecche parallele, secondo una prassi urbanistica tipica del razionalismo, in parte flesse per adattarsi alla maglia stradale prevista dal piano regolatore; anche il disegno delle facciate, all’epoca definito eufemisticamente “di disadorna semplicità”, risente dell’influenza razionalista, adottata più per motivi economici che per reale convinzione. Le piante degli edifici sono convenzionali, con l'adozione di uno schema a ballatoio e l'alta percentuale di alloggi minimi, mono- o bilocali. La struttura portante, progettata durante il periodo delle cosiddette “inique sanzioni”, è in muratura piena, scelta in vece del calcestruzzo armato perché autarchica. Il complesso, destinato a un'utenza “popolarissima” costituita da baraccati e sfrattati, fu costruito con criteri di stretta economia, dovuti anche al periodo bellico, e conobbe pertanto un precoce degrado. La dotazione minima di servizi pubblici, limitati alle docce comuni poste nei cortili ed a qualche negozio, accentuò la ghettizzazione e l’isolamento sociale, che perdurano tuttora. La composizione sociale del complesso popolare infatti è di basso reddito ed è caratterizzata da una parte da un'ampia fascia anziana, dall'altra da famiglie migranti di origine straniera, insediatesi in tempi più recenti. Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Alberto Mioni, Antonello Negri e Sergio Zaninelli, Il segno del moderno. Architettura e produzione a Milano tra le due guerre, Firenze, Edifir, 1994, ISBN 88-7970-022-7. Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, ISBN 88-400-1068-8. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su quartiere IACP Lorenteggio

Quartiere Sant'Ambrogio
Quartiere Sant'Ambrogio

Il quartiere Sant'Ambrogio (Quarter Sant Ambroeus in dialetto meneghino, AFI: [kwarˈte:r ˌsantamˈbrø:z]) è un complesso edilizio ad alta densità abitativa, situato nella periferia meridionale di Milano. Sorge adiacente all'autostrada A7, in un'area compresa fra viale Famagosta, il quartiere della Barona e il parco agricolo Sud Milano. Il quartiere è stato edificato sui terreni della cascina Monterobbio compresa nel Parco Sud, tuttora esistente anche se interamente circondata da aree urbanizzate. Il quartiere si costituisce dei due complessi Sant'Ambrogio 1, realizzato fra il 1964 e il 1965 e di proprietà del comune di Milano, e Sant'Ambrogio 2, realizzato fra il 1971 e 1972 e di proprietà dell'ALER; entrambi sono stati comunque progettati dallo stesso architetto, Arrigo Arrighetti. Il quartiere si caratterizza oggi per un progressivo invecchiamento della popolazione, accompagnato da un declino delle funzioni commerciali. Dal 1994 il quartiere è servito direttamente dalla fermata Famagosta della M2. Nel 2010 è stato approvato un protocollo d'intesa fra il comune e l'ALER volto alla riqualificazione sociale e architettonica del quartiere: oltre alla ristrutturazione fisica dei caseggiati vi è infatti l'espressa volontà di migliorare la qualità della vita, l'integrazione sociale e i servizi per popolazione che vi abita. Il progetto di riqualificazione contempla un aumento degli alloggi di edilizia sociale, volto a facilitare l'accesso di popolazione giovane; parallelamente sono in programma anche interventi destinati a favorire il risparmio energetico e la riduzione di emissioni inquinanti. Gli alloggi che verranno venduti copriranno infatti i costi necessari per l'ammodernamento dei servizi e delle infrastrutture; le ulteriori risorse necessarie verranno invece reperite tramite il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. Il quartiere, che sorge ad ovest dell'autostrada A7, si contrappone idealmente al deposito ATM Famagosta - opera di Ludovico Magistretti - che sorge sul lato opposto: insieme costituiscono un punto di riferimento estremamente riconoscibile per tutti coloro che entrano in città da sud con l'autostrada. Chiesa di San Giovanni Bono Deposito ATM Famagosta Famagosta (metropolitana di Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Quartiere Sant’Ambrogio