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Barona (Milano)

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Milano parco Andrea Campagna vista
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La Barona (Barona in dialetto locale, IPA: [baˈruna]) è un quartiere e antica parrocchia di Milano posta nella zona sud-occidentale della città, appartenente al Municipio 6. In precedenza borgo rurale facente parte dei Corpi Santi di Porta Ticinese, venne annesso con essi al comune di Milano nel 1873. Prima di entrare a far parte del Comune di Milano nel 1873, formava con altri quartieri il Comune dei Corpi Santi, auspicato durante il periodo del dominio austriaco per decreto di Maria Teresa d'Austria nel 1757 e attuato nel 1782 dal figlio Giuseppe II, che riunì sotto un'unica amministrazione una zona di cascine e borghi agricoli fuori dalle mura di Milano. Il nome deriva proprio dalla caratteristica di essere una zona fuori dalle mura: il divieto di seppellire i defunti entro la cerchia muraria costrinse a deviare questa pratica all'esterno. Anche la sepoltura di santi e martiri avveniva al di fuori delle mura, da ciò deriva Corpi Santi. Si aggiunse il suffisso "di Milano" in corrispondenza della Seconda guerra d'indipendenza. La successiva annessione al Comune di Milano fu nel 1873. Per la loro caratteristica sperimentale e per il loro impatto nel quartiere, degne di nota sono le esperienze Barrio's e Villaggio Barona, luoghi di aggregazione ed intervento sociale polifunzionali, e gli orti comunali di Via Danusso. All'interno dei quartiere si trovano l'Ospedale San Paolo, uno dei più importanti di Milano, e l'università privata IULM. Sono presenti anche il Collegio di Milano e un distaccamento del polo di Medicina dell'Università Statale. Santuario di Santa Rita da Cascia, che all'interno custodisce 25 vetrate realizzate dall'artista Amalia Panigati tra il 1954 e il 1971. Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, presente anticamente in Barona, probabilmente fin dal secolo XIV, benché Cesare Cantù nella sua Grande illustrazione del Lombardo-Veneto la faccia risalire addirittura ai primi anni del Cristianesimo. La chiesa, così come i numerosi fondi agricoli e probabilmente la stessa cascina Barona, apparteneva ai monaci benedettini del Monastero di San Celso, da cui deriva il nome della chiesa stessa; altre chiese di quartiere: Santa Bernardetta, chiesa di San Giovanni Bono, San Gregorio Barbarigo, Santa Maria Ausiliatrice, San Silvestro; Chiesa di San Marchetto: chiesa campestre detta anche "San Marco alla Barona", risalente alla metà del Cinquecento; Parco Teramo Barona: con l'adiacente ambito delle risaie è un'area agricola di discrete dimensioni, in cui si conservano alcune cascine attive, altre in disuso, oltre a strade di campagna strette e tortuose adatte per le passeggiate e le gite in bicicletta. Le principali cascine sono quelle di San Marco, San Marchetto e San Marcaccio, seguite da Cascina Bassa, Cascina Bazzana Superiore, Cascina di Mezzo, Cascina Corio, Molino Doppio, Cascina Colomberotto, Cascina Battivacco, Cascina Carliona, Cascina Cantalupa, e Mulino della Pace. Fa parte del parco Agricolo Sud Milano anche la Cascina Monterobbio, ormai completamente in zona urbanizzata. Sui terreni adiacenti alla cascina sono stati costruiti il quartiere Sant'Ambrogio e l'Ospedale San Paolo. Dove c'era la Cascina Bianca, demolita, oggi si estende un parco con lo stesso nome, vicino ai ruderi della Cascina Carliona. Villaggio Barona: il primo progetto di housing sociale in Italia interamente promosso da risorse private. Di proprietà della Fondazione Attilio e Teresa Cassoni, il Villaggio Barona, con il parco pubblico Giuseppe Sala e la piazza Don Roberto Rondanini, nonché le numerose realtà associative e cooperative che qui trovano sede, rappresenta oggi un presidio di socialità e di cultura per l'intero quartiere. Dagli anni cinquanta agli anni ottanta in via Ettore Ponti al nr. 12 ha operato la Co-Ma, azienda di giocattoli. I capannoni sono stati demoliti nel 2000 e restano alcuni edifici già utilizzati dall'amministrazione, ristrutturati, dal lato dei numeri civici dispari. Barona è citata nella canzone Cumuli degli 883 Viene nominata anche in Bastavano le briciole, Popolare, Estate in città di Marracash e in gran parte della sua discografia Il film Senza filtro, del 2001, è ambientato in questo quartiere Nel 2003 è stato prodotto un film indipendente, Fame chimica, con l'intento di raccontare le problematiche della vita giovanile nella periferia milanese. I protagonisti abitano nel quartiere Barona e frequentano la piazza Jurij Gagarin, sebbene nella realtà la piazza non esista e le riprese siano state realizzate in piazza Luigi Capuana a Quarto Oggiaro Nel marzo 2008 viene girato in questo quartiere il videoclip del singolo Badabum Cha Cha di Marracash, rapper cresciuto in questa stessa zona Probabilmente il film più significativo girato negli anni sessanta è I girasoli, con protagonisti Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Alcune scene sono state girate all'interno di un appartamento del quartiere S. Ambrogio I e attorno alla chiesa a forma di tenda di San Giovanni Bono Nel 2012 viene girato in questo quartiere il video clip del singolo Ragazzo della piazza dei Club Dogo feat Ensi Famagosta Romolo Romolo (linea S9) Nei pressi della stazione MM2 - linea verde Famagosta è presente un grande parcheggio di interscambio gestito da ATM. Il quartiere è attraversato dalle linee di autobus urbani 47, 74 e 71 della società ATM, ma soprattutto funge da capolinea alle linee 95 e 98 (prima effettuate dalla sola linea 95), che attraversano rispettivamente le intere zone sud e ovest della città Corpi Santi di Milano Parco Agricolo Sud Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barona

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Barona (Milano)
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Luoghi vicini

Ospedale San Paolo (Milano)
Ospedale San Paolo (Milano)

L'Ospedale San Paolo è un ospedale di Milano, che dal 1 gennaio 2016 è amministrativamente compreso nell'ASST Santi Paolo e Carlo, assieme all'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano. Venne costruito nel quartiere Barona tra il 1964 e il 1978 su progetto dell'architetto Carlo Casati, con l'obiettivo di avere 650 posti letto, ampliabili sino a 1.200 in caso di necessità. Dal 1987 è anche sede di un polo universitario. L'ingresso principale dell'Ospedale San Paolo è sito in via Antonio di Rudinì mentre l'accesso al pronto soccorso avviene da via San Vigilio. Per quanto riguarda il Corso di Laurea in Infermieristica è presente un accesso indipendente da via Ovada. L'ospedale è denominato anche "polo universitario" in quanto ospita al suo interno una delle sezioni distaccate della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Milano e nella palazzina con ingresso da via Ovada, la sezione del Corso di Laurea in Infermieristica e Fisioterapia. L'ospedale si presenta diviso in diversi blocchi, la struttura principale assume la forma di lettera H e si divide in tre blocchi: Blocco A: dall'ingresso principale si trova sulla sinistra e ospita reparti di degenza. Blocco B: dall'ingresso principale si trova sulla destra e ospita altri reparti di degenza. Blocco C: si trova nel blocco centrale ed ospita gli uffici amministrativi e l'università. Inoltre è presente un blocco interrato rispetto al blocco A, denominato blocco D, che ospita i poliambulatori, la medicina nucleare e la diagnostica radiografica. Più a sinistra rispetto al blocco A, allo stesso livello del blocco D, troviamo la nuova farmacia e staccata verso la via Ovada, la palazzina convitto. È inoltre presente una struttura, con ingresso da via Beldiletto, dedicata alla odontostomatologia. I reparti di degenza sono: Blocco A: Psichiatria (S.P.D.C.) (9º piano) Urologia e Oncologia (8º piano) Neuropsichiatria infantile e Dermatologia (7º piano) Ortopedia e riabilitazione (6º piano) Pediatria e Patologia Neonatale (5º piano) Medicina II e Progetto DAMA (4º piano) Medicina III e Medicina VI DH (3º piano) Malattie Infettive (2º piano) Medicina I (1º piano) Ambulatori di ginecologia (piano R) Ostetricia/ Sale Parto/ Ginecologia degenza (piano 0) Medicina 5 Protetta (piano -1) Medicina Nucleare (piano -2) Blocco B: Centro Regionale per l'Epilessia (C.R.E.), Smile house per la cura di labiopalatoschisi e malformazioni facciali e ambulatori otorino(9º piano) Chirurgia Maxillo Facciale (8º piano) Chirurgia I (7º piano) Chirurgia II (6º piano) Oculistica (5º piano) Cardiologia e Unità Coronarica (U.T.I.C) (4º piano) Chirurgia III e Otorino (3º piano) Nefrologia e dialisi (2º piano) Oncologia DH (1º piano) Uffici amministrativi (piano R) Pronto soccorso e Area di Osservazione (D.E.A.) (piano 0) Terapia Intensiva/Rianimazione (piano -1) Blocco D: Casse prenotazioni, poliambulatori e centro prelievi (Piano S) Radiologia, Medicina Nucleare, Ambulatori di Pneumologia e Centro Trasfusionale (Piano I) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'ospedale San Paolo Sito ufficiale, su ao-sanpaolo.it. Ospedale San Paolo, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio
Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio

La chiesa prepositurale di San Cristoforo sul Naviglio è un luogo di culto cattolico di Milano situato nella via omonima sull'alzaia del Naviglio Grande. È sede dell'omonima parrocchia di rito ambrosiano dell'arcidiocesi di Milano, facente parte del decanato dei Navigli della zona pastorale I. Il complesso è costituito da due chiese. La più antica è quella di sinistra. Della primitiva chiesa sorta in tempi antichi le notizie sono scarse; in mancanza di più specifici documenti si sa che esisteva una chiesa romanica, ricostruzione di un ancora più antico edificio. Essa venne ancora ricostruita alla metà del XIII secolo, nel periodo degli scavi del Naviglio Grande; in essa a metà del XIV secolo alla facciata fu aggiunto il portale gotico e il rosone. Collocata sul percorso che conduceva a Milano, in un punto di passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d'acqua del Lambro, San Cristoforo sorse — forse — sul sito di un precedente tempio pagano; la cosa non è accertata ma viene annotata da varie fonti (Antonio Castiglioni, Ausonio, Tamborini). L'intitolazione al santo dei pellegrini di fatto in molti casi sostituisce quella originaria di Ercole, gigante pure questi. A san Cristoforo venne accostato un particolare culto, quello dei 14 santi ausiliatori. Quella prima chiesa venne ricostruita in epoca romanica. La ricostruzione del Trecento viene realizzata ancora una volta sulla parziale demolizione della precedente. Alla chiesa gotica si affiancava un ospedale per i pellegrini, costruito all'incirca dal 1364, quando si era qui trasferito certo frate Pietro Franzoni di Tavernasco, eremita; fu lui a organizzare l'istituzione. La chiesa più recente, che appare attualmente all'altra riunita tanto da dare l'immagine complessiva di una chiesa a doppia navata, venne edificata lungo l'argine del Naviglio e detta cappella Ducale, è del XV secolo. Fu eretta per volere di Gian Galeazzo Visconti che accolse i voti popolari per la costruzione di una nuova cappella dedicata al santo protettore degli infermi e degli appestati. Il voto esaudiva la fine di una grave pestilenza che, dopo aver mietuto 20.000 vittime in Milano nel 1399, era cessata di colpo — si credeva — per intercessione di san Cristoforo. La cappella ducale venne intitolata non solo a san Cristoforo, ma anche a san Giovanni Battista, san Giacomo e alla beata Cristina, protettori dei Visconti. Sulla facciata venne inserito pertanto lo stemma con il biscione di questa famiglia, accanto a quello del Comune con la croce rossa in campo bianco, mentre nella chiesa più antica venne posto accanto agli altri due — tuttora presenti sul portale — quello col cappello cardinalizio e il sole radiante tra le stelle, che rimandava al cardinale Pietro Filargo, divenuto poi l'antipapa Alessandro V, e che allora era arcivescovo di Milano. Di questa, che venne detta Cappella Ducale, come venne ultimata la sua facciata nel 1405, all'interno, in controfacciata, fu quasi subito decorata, nello spazio tra le due monofore, da un affresco su doppio registro, di uno sconosciuto pittore minore, legato ancora al gusto del secolo precedente, che vi raffigura nel registro superiore una Madonna in trono fra santi, e in quello inferiore una Crocefissione che ripete l'iconografia della Crocefissione di Anovelo da Imbonate in San Marco a Milano. La chiesa romanica è una piccola aula coperta a tetto e terminante con una piccola abside semicircolare. La facciata è ornata da un ricco portale in cotto il rosone gotico a raggi intrecciati ed inoltre gli stemmi dei Visconti, di Milano e del cardinale Pietro Filargo da Candia, arcivescovo di Milano e futuro papa Alessandro V. La facciata della Cappella Ducale presenta un semplice portale ai cui lati stanno due alte monofore gotiche oltre agli stemmi visconteo e milanese ed a resti di affreschi. La facciata a due monofore segue il modello tipico delle chiese di Solari, di cui altri esempi sono nelle facciate della stessa epoca di Santa Maria delle Grazie, e di San Bernardino delle Monache. Il campanile nella forma attuale è una sopraelevazione del XV secolo del campanile originale, con cuspide a cono cestile e monofore. L'interno, trasformato in due navate nel 1625 con l'abbattimento della parete che separava le due chiese, presenta nella navata di sinistra un soffitto ligneo e sulla parete frammenti di affreschi della scuola del Bergognone (Ambrogio da Fossano). L'abside conserva affreschi della scuola di Bernardino Luini. La navata destra ha due campate con volte a crociera e le pareti sono decorate da affreschi gotici; alla parete una pregevole statua lignea del XIV secolo rappresentante San Cristoforo e il Bambino Gesù. Della chiesa primitiva rimangono quelli nella parte absidale, del primo Cinquecento, di tipo luinesco. Più ricca la parte della cappella Ducale, dove restano, in parte addossati gli uni sugli altri vari dipinti del XV secolo. Nell'abside con il Padre Eterno circondato da angioletti e ai lati i simboli degli evangelisti; nel registro inferiore quattro figure di Santi, in stile luinesco; affreschi di Teorie di Santi sulla parete sinistra, sempre di stile del primo Cinquecento, sono due riquadri rimasti isolati. in facciata (esterno): Teoria di Santi, del XV secolo; in controfacciata (interno): Crocefissione con sovrapposta la Madonna in Trono, nella controfacciata, affresco unico suddiviso in due registri (approfondimento in Affresco della Crocefissione); due figure di santi vescovi inseriti in riquadro nella prima campata e riferibili alla stessa esecuzione dell'affresco di controfacciata; un Cristo entro la mandorla successivo ai primi sempre nella prima campata, nella parte superiore, che sostituisce l'apertura ad oculo della successiva campata sul lato del naviglio; sempre nella prima campata altri affreschi quattrocenteschi nella volte, di cui solo due (dei quattro delle vele della crociera) ancora leggibili; uno raffigura presumibilmente l'Adorazione dei Magi; un'ulteriore crocefissione tardoquattrocentesca della parte absidale, presso la porta della Sacristia, con riferimento all'arte degli Zavattari a Monza, collegabile alle due figure laterali della seconda campata di cui tiene la stessa incorniciatura di gigli bianchi. Originariamente, il concerto era composto da 2 campane, fuse dalla fonderia milanese di Michele Comerio (originario di Malnate) nel 1826. A causa di una crepa, venne poi rifusa la campana minore delle due ad opera dei fratelli Barigozzi nel 1920. Per l'occasione la fonderia aggiunse anche una campana, portando così il concerto a 3 bronzi. Attualmente sulla torre vi sono quattro campane, poiché con l'elettrificazione delle stesse, Paolo Capanni di Castelnovo ne' Monti ne ha aggiunta una nuova nel 1987. Il concerto è montato a sistema ambrosiano ed è intonato in La3 maggiore: campana minore (Re4), aggiunta nel 1987 da Paolo Capanni; seconda campana (Do#4), aggiunta nel 1920 dai fratelli Barigozzi; terza campana (Si3), fusa dai fratelli Barigozzi nel 1920 in sostituzione della vecchia Comerio del 1826; campana maggiore (La3) originale, fusa da Michele Comerio nel 1826. Nella chiesa, a pavimento, si trova un organo positivo costruito da Teresio Martin nel 2010. Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea di fattura geometrica, con mostra formata da canne in metallo di principale disposte ad ala; la consolle è a finestra e dispone di un'unica tastiera di 56 note e una pedaliera a leggio di 17 note priva di registri propri e costantemente unita al manuale. Alessandro Tamborini, La chiesa di S. Cristoforo sul Naviglio, Milano, O. Lissoni, 1923, ISBN non esistente. Marino Ronchi, I dipinti della chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, Milano, Comune di Milano, 1969, ISBN non esistente. Giuseppe Mezzera, San Cristoforo sul Naviglio, Milano, Arti Grafiche Sandro Reina, 1969, ISBN non esistente. Fermo Roggiani, La chiesa di San Cristoforo e il Naviglio grande, Milano, Arti grafiche Fiorin, 1985, ISBN non esistente. Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Cristoforo sul Naviglio Sito ufficiale, su chiesasancristoforo.it. Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.

Scuola politecnica di design

La Scuola politecnica di design (SPD) è la prima scuola di formazione post laurea di disegno industriale e comunicazione visiva in Italia. Il campus di SPD è situato nelle immediate vicinanze dei vivaci quartieri di Bovisa e Isola, in un'area che un tempo era un importante polo industriale di Milano durante il XX secolo. La Scuola politecnica di design è stata fondata nel 1954 da Nino Di Salvatore, artista e teorico dell'applicazione dei principi della Psicologia della Gestalt alle discipline del progetto. L'evento si inserisce in un panorama generale più ampio: i primi anni Cinquanta segnano un passaggio fondamentale per il riconoscimento pubblico del ruolo del designer, come dimostrano, nello stesso anno, l'apertura della X Triennale di Milano sul design, l'istituzione del premio Compasso d'oro e l'uscita di Stile Industria, la prima rivista dedicata esclusivamente al design. Due anni dopo, nel 1956, nasce l'ADI, Associazione per il Disegno Industriale. La Scuola avvicina programmaticamente ambiti diversi, dal design di prodotto alla grafica fino al progetto dei mezzi di trasporto, con un approccio che integra discipline differenti: ergonomia e neurofisiologia, semiotica, studi sulla percezione e psicologia, teoria della forma derivata dal Bauhaus, cinema ed arti visive. Di forte ispirazione per la sua costituzione sono stati i movimenti artistici a forte vocazione sperimentale, quali il MAC – Movimento Arte Concreta – che allargano il loro interesse fino agli ambiti della creatività legata al progetto grafico e alla produzione industriale. Questo contribuisce ad aggregare intorno alla scuola personalità come Bruno Munari, Max Huber, Pino Tovaglia, Gio Ponti, Rodolfo Bonetto, Heinz Waibl. La scuola di formazione postlaurea comprende master annuali in design industriale, automotive design, comunicazione visiva (design della comunicazione e grafica), e interaction design. La scuola dispone anche di corsi annuali di diploma in design del prodotto e design della comunicazione per studenti con percorso accademico non attinente all'area di studio e corsi intensivi di specializzazione, formule one-week, workshop estivi, training tecnico. Ogni anno SPD organizza un calendario di conferenze con ospiti internazionali. La Scuola è associata alle principali organizzazioni di settore come ADI (Associazione Disegno Industriale), AIAP (Associazione Italiana Progettisti Grafici) e ASFOR (Associazione Italiana per la Formazione manageriale). Fa inoltre parte del network accademico Cumulus. Nel 2009 SPD ha ottenuto il certificato di sistema di gestione qualità UNI EN ISO 9001:2008. SPD è istituzione formativa riconosciuta dalla Regione Lombardia. Premio Compasso d'oro nel 1994 La Scuola Politecnica di Design ha ottenuto importanti riconoscimenti: alla mostra alla Biennale di Venezia nel 1986, al Carrousel du Louvre e al Centre Georges Pompidou a Parigi, la medaglia d'oro della decima Triennale di Milano fino al premio Compasso d'oro assegnato dall'ADI (Associazione Disegno Industriale) nel 1994 e per due volte, il premio Smau Industrial Design. SPD partecipa annualmente al Fuorisalone. Durante il Salone del Mobile di Milano 2012, all'interno dell'area di Ventura Lambrate, SPD ha presentato OUT NOW, Stories of Ideas and Matter. La mostra ha raccolto diverse idee e visioni sul tema del progetto e della produzione e li ha incrociati con le problematiche del mestiere, in una sorta di apprendistato creativo. Ne sono usciti tanti modi di fare progetto in relazione con la materia: edizioni limitate, autoproduzioni, prototipi. ma anche interviste e testimonianze su metodi e punti di vista da parte dei giovani professionisti. Sito ufficiale, su scuoladesign.com. SPD sul sito di Leonardo TV, su leonardo.tv. URL consultato il 20 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2012).

Libera università di lingue e comunicazione IULM
Libera università di lingue e comunicazione IULM

La Libera università di lingue e comunicazione IULM (o università IULM) è un'università privata italiana di Milano, fondata nel 1968 dal francesista Silvio Federico Baridon, insieme al letterato e senatore a vita Carlo Bo. È il primo ateneo in Italia ad avere istituito il corso di laurea in relazioni pubbliche. L'Ateneo fu fondato nel 1968 dalla Fondazione scuola superiore per interpreti e traduttori, su richiesta del professor Silvio Federico Baridon, come Istituto Universitario di Lingue Moderne (IULM). Nel 1990 l'Ateneo istituì la facoltà di scienze della comunicazione e dello spettacolo. Nel 1997, l'istituto mutò la sua denominazione, affiancando alla sigla originaria (acronimo di "Istituto universitario di lingue moderne") il sottotitolo "Libera università di lingue e comunicazione". Dallo statuto approvato nel 1998, l'ateneo assunse la denominazione "Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM", semplificato in "Università IULM". L'università ha sede a Milano, in via Carlo Bo (zona Romolo), e Roma. Fino al 2010 aveva sede anche a Feltre, nell'antico palazzo Borgasio. Il corpo centrale della sede di Milano, progettato dall'ingegner Roberto Guiducci e dell'architetto Lorenzo Guiducci, è stato ultimato nel 1993. Nel 2015 è stato aggiunto l'edificio IULM 6, opera dello studio di architettura 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo. A Milano ha sede anche la biblioteca, nata nel 1970 e dedicata a Carlo Bo. La sede di Roma è situata nel centro della città, nella zona di Via del Corso. L'Università IULM dispone di 220 posti letto distribuiti in due Residenze universitarie, la Residenza Santander e la Residenza Cascina Moncucco. L'università IULM è organizzata in tre facoltà: Arti e turismo Comunicazione Interpretariato e traduzione La ricerca è strutturata in tre principali dipartimenti: Business, diritto, economia e consumi "Carlo A. Ricciardi" Comunicazione, arti e media "Giampaolo Fabris" Studi umanistici Arti ed eventi culturali Comunicazione d'impresa e relazioni pubbliche Comunicazione, media e pubblicità Corporate communication and public relations Interpretariato e comunicazione Lingue, culture e comunicazione digitale Turismo, management e cultura Moda e industrie creative Arte, valorizzazione e mercato Hospitality and Tourism Management (Dual Degree) Intelligenza artificiale, impresa e società Marketing, consumi e comunicazione Strategic Communication (Dual Degree) Televisione, cinema e new media Traduzione specialistica e interpretariato di conferenza Visual and Media Studies Communication, Markets and Society Nel tempo si sono susseguiti i seguenti rettori: Silvio Federico Baridon (1968-1983) Alessandro Migliazza (1983-1997) Francesco Alberoni (1997-2001) Gianni Puglisi (2001-2015) Mario Negri (2015-2018) Gianni Canova (dal 2018) Scuola superiore per mediatori linguistici Carlo Bo Wikizionario contiene il lemma di dizionario «IULM» Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM (IT, EN) Sito ufficiale, su iulm.it. Eventi organizzati da Fondazione Università IULM, su RadioRadicale.it, Radio Radicale. Decreto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1968 , n. 1490 - Istituzione del libero Istituto universitario di lingue moderne, con sede principale in Milano

Chiesa di San Giovanni Bono
Chiesa di San Giovanni Bono

La chiesa di San Giovanni Bono è una chiesa di Milano, posta alla periferia sud-occidentale della città, nel quartiere Sant'Ambrogio. La chiesa di San Giovanni Bono venne prevista nel progetto di edificazione del nuovo quartiere Sant'Ambrogio e costruita nel 1968; il progetto della chiesa e dell'intero quartiere si deve ad Arrigo Arrighetti. Nel 1980 il rivestimento della copertura, in materiale plastico, venne distrutto da un incendio, e successivamente ricostruito in lamiera di alluminio porcellanato. La chiesa è posta al centro del quartiere, nelle immediate vicinanze del centro civico. Essa, con la sua forma dinamica e cuspidata, si contrappone all'andamento orizzontale degli edifici residenziali che la attorniano. La particolarità dell'edificio è la sua copertura a vela, che dall'area del presbiterio sale fino a creare una cuspide in corrispondenza della facciata. Le pareti, sia all'esterno sia all'interno, sono in calcestruzzo a vista, traforate da un gran numero di finestrelle colorate; anche la copertura d'origine era traforata, ma quella nuova costruita dopo l'incendio del 1980 ha un diverso disegno. L'interno è composto di tre spazi che si compenetrano dinamicamente: l'aula liturgica, la cappella feriale e una navata laterale; l'andamento della copertura contribuisce alla creazione di uno spazio mosso e dall'illuminazione variegata. L'altare, posto quasi in posizione centrale, fu disegnato dallo stesso Arrighetti, come pure il fonte battesimale, posto nella navata laterale. Alla chiesa, lungo il lato meridionale, sono annessi i locali parrocchiali e l'oratorio. Cecilia de Carli (a cura di), Le nuove chiese della diocesi di Milano 1945-1993, Milano, Edizioni Vita e Pensiero, 1994, ISBN 88-343-3666-6. Chiese di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giovanni Bono Sito ufficiale, su baronacom.it. Chiesa di San Giovanni Bono, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Parrocchia di San Giovanni Bono 1966 - [1989], su lombardiabeniculturali.it.

Quartiere Sant'Ambrogio
Quartiere Sant'Ambrogio

Il quartiere Sant'Ambrogio (Quarter Sant Ambroeus in dialetto meneghino, AFI: [kwarˈte:r ˌsantamˈbrø:z]) è un complesso edilizio ad alta densità abitativa, situato nella periferia meridionale di Milano. Sorge adiacente all'autostrada A7, in un'area compresa fra viale Famagosta, il quartiere della Barona e il parco agricolo Sud Milano. Il quartiere è stato edificato sui terreni della cascina Monterobbio compresa nel Parco Sud, tuttora esistente anche se interamente circondata da aree urbanizzate. Il quartiere si costituisce dei due complessi Sant'Ambrogio 1, realizzato fra il 1964 e il 1965 e di proprietà del comune di Milano, e Sant'Ambrogio 2, realizzato fra il 1971 e 1972 e di proprietà dell'ALER; entrambi sono stati comunque progettati dallo stesso architetto, Arrigo Arrighetti. Il quartiere si caratterizza oggi per un progressivo invecchiamento della popolazione, accompagnato da un declino delle funzioni commerciali. Dal 1994 il quartiere è servito direttamente dalla fermata Famagosta della M2. Nel 2010 è stato approvato un protocollo d'intesa fra il comune e l'ALER volto alla riqualificazione sociale e architettonica del quartiere: oltre alla ristrutturazione fisica dei caseggiati vi è infatti l'espressa volontà di migliorare la qualità della vita, l'integrazione sociale e i servizi per popolazione che vi abita. Il progetto di riqualificazione contempla un aumento degli alloggi di edilizia sociale, volto a facilitare l'accesso di popolazione giovane; parallelamente sono in programma anche interventi destinati a favorire il risparmio energetico e la riduzione di emissioni inquinanti. Gli alloggi che verranno venduti copriranno infatti i costi necessari per l'ammodernamento dei servizi e delle infrastrutture; le ulteriori risorse necessarie verranno invece reperite tramite il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. Il quartiere, che sorge ad ovest dell'autostrada A7, si contrappone idealmente al deposito ATM Famagosta - opera di Ludovico Magistretti - che sorge sul lato opposto: insieme costituiscono un punto di riferimento estremamente riconoscibile per tutti coloro che entrano in città da sud con l'autostrada. Chiesa di San Giovanni Bono Deposito ATM Famagosta Famagosta (metropolitana di Milano) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Quartiere Sant’Ambrogio

Cascina Monterobbio

La cascina Monterobbio è una cascina di Milano, situata nella zona della Barona, nel Municipio 6 e fa parte del Parco Agricolo Sud. Originariamente l'area di pertinenza ricomprendeva tutta la zona dove è stato edificato il quartiere Sant'Ambrogio e l'ospedale San Paolo e la stazione della metropolitana Famagosta e ha conservato la sua funzione produttiva rurale fino agli anni cinquanta. Originariamente (secolo XVI) a forma di T, ha assunto poi nel secolo XVII la caratteristica, inusuale nei dintorni di Milano di un doppio cortile: uno padronale ed abitativo, l'altro con vocazione produttiva. Il nome della cascina, deriva da Mons Robur (Monte Quercia) legato alla presenza di un bosco sacro di querce che si suppone si estendeva sino a Santa Maria di Chiesa Rossa. Nei censimenti del 1597 risulta di proprietà delle Monache di Fonteggio, che avevano la Chiesa Rossa e le relativa proprietà agricola. Le due proprietà erano congiunte da un passaggio sotterraneo che sottopassava il naviglio. La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha dichiarato la cascina di interesse storico e artistico. È provato che vi ha soggiornato Napoleone Bonaparte il pittore Hayez che è ritenuto l’autore degli affreschi presenti. Secondo alcune fonti il proprietario della cascina avrebbe in parte coperto i dipinti e si sarebbe rifiutato di pagare il pittore perché insoddisfatto dell'opera. Nel 2017 il Comune di Milano, che è il proprietario della cascina, ha emanato un bando per affidare la gestione del recupero del bene. Ville e palazzi di Milano Cascina Elisa Scarano con la collaborazione di Riccardo Esposito, La cascina Monterobbio e il tesoro nascosto di Francesco Hayez da salvare!, su YouTube, autoprodotto, 28-03-17, a 0 h 0 min 0 s.

Romolo (metropolitana di Milano)
Romolo (metropolitana di Milano)

Romolo è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. La stazione venne inaugurata il 13 aprile 1985, come capolinea del prolungamento proveniente da Porta Genova FS. Rimase capolinea fino al 1º novembre 1994, quando venne attivato il prolungamento per Famagosta. Si tratta di una stazione sotterranea a due binari, uno per ogni senso di marcia, serviti da due banchine laterali. La stazione è situata all'interno del territorio del comune di Milano. Nelle sue vicinanze si registra la presenza di alcuni istituti universitari: la IULM, la Domus Academy e la NABA. La stazione si trova in corrispondenza della cintura sud di Milano. Nel giugno 2006, è stata inaugurata sulla linea di cintura sud la stazione di Milano Romolo, servita dalla linea S9 del servizio ferroviario suburbano di Milano. Inoltre, da largo Ascari, transita la linea filoviaria circolare 90/91; due apposite rampe di scale consentono l'accesso diretto al mezzanino della stazione dalle pensiline di fermata della linea filoviaria. La fermata costituisce un importante interscambio con la stazione di Milano Romolo. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, filoviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Presso l'impianto effettuano inoltre capolinea alcune linee automobilistiche interurbane, gestite da ATM e Autoguidovie. Stazione ferroviaria (Milano Romolo) Fermata filobus (Romolo M2, linee 90 e 91) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Romolo Foto di Romolo nel sito SottoMilano, su sottomilano.it.

Famagosta (metropolitana di Milano)
Famagosta (metropolitana di Milano)

Famagosta è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. La stazione venne attivata il 1º novembre 1994, in occasione del 30º anniversario della metropolitana di Milano, come capolinea della tratta proveniente da Romolo. Nel 1990, durante gli scavi per la costruzione della stazione, fu trovato il rottame di un motore Rolls-Royce Merlin: si trattava di uno dei 4 motori di un bombardiere Avro Lancaster precipitato poco distante la notte del 14 febbraio 1943. Funse da capolinea meridionale della M2 fino al 17 marzo 2005, quando i primi treni vennero fatti proseguire in direzione di Piazza Abbiategrasso. Il 20 febbraio 2011 venne attivata una nuova diramazione fino ad Assago Milanofiori Forum. Da tale data, pertanto, Famagosta è una stazione di diramazione. La stazione è situata in viale Famagosta, ai limiti del Quartiere Sant'Ambrogio, a Milano. Non lontano dalla fermata sorge il deposito ATM per il rimessaggio dei treni della linea M2 della metropolitana, visibile dall'autostrada A7, appena dopo piazza Maggi. La stazione consente l'interscambio con numerose autolinee urbane, gestite da ATM, e interurbane, gestite da Autoguidovie (servizio extraurbano della provincia di Pavia) e da STAR Mobility (per il sud Milano), rendendola un importante centro di interscambio tra metro e bus. Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Famagosta