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Libera università di lingue e comunicazione IULM

Libera università di lingue e comunicazione IULMPagine con mappeUniversità a MilanoUniversità in ItaliaVoci con codice BNF
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Libera Univeristà di Lingue e Comunicazione IULM, Milano Edificio 1
Libera Univeristà di Lingue e Comunicazione IULM, Milano Edificio 1

La Libera università di lingue e comunicazione IULM (o università IULM) è un'università privata italiana di Milano, fondata nel 1968 dal francesista Silvio Federico Baridon, insieme al letterato e senatore a vita Carlo Bo. È il primo ateneo in Italia ad avere istituito il corso di laurea in relazioni pubbliche. L'Ateneo fu fondato nel 1968 dalla Fondazione scuola superiore per interpreti e traduttori, su richiesta del professor Silvio Federico Baridon, come Istituto Universitario di Lingue Moderne (IULM). Nel 1990 l'Ateneo istituì la facoltà di scienze della comunicazione e dello spettacolo. Nel 1997, l'istituto mutò la sua denominazione, affiancando alla sigla originaria (acronimo di "Istituto universitario di lingue moderne") il sottotitolo "Libera università di lingue e comunicazione". Dallo statuto approvato nel 1998, l'ateneo assunse la denominazione "Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM", semplificato in "Università IULM". L'università ha sede a Milano, in via Carlo Bo (zona Romolo), e Roma. Fino al 2010 aveva sede anche a Feltre, nell'antico palazzo Borgasio. Il corpo centrale della sede di Milano, progettato dall'ingegner Roberto Guiducci e dell'architetto Lorenzo Guiducci, è stato ultimato nel 1993. Nel 2015 è stato aggiunto l'edificio IULM 6, opera dello studio di architettura 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo. A Milano ha sede anche la biblioteca, nata nel 1970 e dedicata a Carlo Bo. La sede di Roma è situata nel centro della città, nella zona di Via del Corso. L'Università IULM dispone di 220 posti letto distribuiti in due Residenze universitarie, la Residenza Santander e la Residenza Cascina Moncucco. L'università IULM è organizzata in tre facoltà: Arti e turismo Comunicazione Interpretariato e traduzione La ricerca è strutturata in tre principali dipartimenti: Business, diritto, economia e consumi "Carlo A. Ricciardi" Comunicazione, arti e media "Giampaolo Fabris" Studi umanistici Arti ed eventi culturali Comunicazione d'impresa e relazioni pubbliche Comunicazione, media e pubblicità Corporate communication and public relations Interpretariato e comunicazione Lingue, culture e comunicazione digitale Turismo, management e cultura Moda e industrie creative Arte, valorizzazione e mercato Hospitality and Tourism Management (Dual Degree) Intelligenza artificiale, impresa e società Marketing, consumi e comunicazione Strategic Communication (Dual Degree) Televisione, cinema e new media Traduzione specialistica e interpretariato di conferenza Visual and Media Studies Communication, Markets and Society Nel tempo si sono susseguiti i seguenti rettori: Silvio Federico Baridon (1968-1983) Alessandro Migliazza (1983-1997) Francesco Alberoni (1997-2001) Gianni Puglisi (2001-2015) Mario Negri (2015-2018) Gianni Canova (dal 2018) Scuola superiore per mediatori linguistici Carlo Bo Wikizionario contiene il lemma di dizionario «IULM» Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM (IT, EN) Sito ufficiale, su iulm.it. Eventi organizzati da Fondazione Università IULM, su RadioRadicale.it, Radio Radicale. Decreto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1968 , n. 1490 - Istituzione del libero Istituto universitario di lingue moderne, con sede principale in Milano

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Libera università di lingue e comunicazione IULM
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Libera Univeristà di Lingue e Comunicazione IULM, Milano Edificio 1
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Luoghi vicini

Scuola politecnica di design

La Scuola politecnica di design (SPD) è la prima scuola di formazione post laurea di disegno industriale e comunicazione visiva in Italia. Il campus di SPD è situato nelle immediate vicinanze dei vivaci quartieri di Bovisa e Isola, in un'area che un tempo era un importante polo industriale di Milano durante il XX secolo. La Scuola politecnica di design è stata fondata nel 1954 da Nino Di Salvatore, artista e teorico dell'applicazione dei principi della Psicologia della Gestalt alle discipline del progetto. L'evento si inserisce in un panorama generale più ampio: i primi anni Cinquanta segnano un passaggio fondamentale per il riconoscimento pubblico del ruolo del designer, come dimostrano, nello stesso anno, l'apertura della X Triennale di Milano sul design, l'istituzione del premio Compasso d'oro e l'uscita di Stile Industria, la prima rivista dedicata esclusivamente al design. Due anni dopo, nel 1956, nasce l'ADI, Associazione per il Disegno Industriale. La Scuola avvicina programmaticamente ambiti diversi, dal design di prodotto alla grafica fino al progetto dei mezzi di trasporto, con un approccio che integra discipline differenti: ergonomia e neurofisiologia, semiotica, studi sulla percezione e psicologia, teoria della forma derivata dal Bauhaus, cinema ed arti visive. Di forte ispirazione per la sua costituzione sono stati i movimenti artistici a forte vocazione sperimentale, quali il MAC – Movimento Arte Concreta – che allargano il loro interesse fino agli ambiti della creatività legata al progetto grafico e alla produzione industriale. Questo contribuisce ad aggregare intorno alla scuola personalità come Bruno Munari, Max Huber, Pino Tovaglia, Gio Ponti, Rodolfo Bonetto, Heinz Waibl. La scuola di formazione postlaurea comprende master annuali in design industriale, automotive design, comunicazione visiva (design della comunicazione e grafica), e interaction design. La scuola dispone anche di corsi annuali di diploma in design del prodotto e design della comunicazione per studenti con percorso accademico non attinente all'area di studio e corsi intensivi di specializzazione, formule one-week, workshop estivi, training tecnico. Ogni anno SPD organizza un calendario di conferenze con ospiti internazionali. La Scuola è associata alle principali organizzazioni di settore come ADI (Associazione Disegno Industriale), AIAP (Associazione Italiana Progettisti Grafici) e ASFOR (Associazione Italiana per la Formazione manageriale). Fa inoltre parte del network accademico Cumulus. Nel 2009 SPD ha ottenuto il certificato di sistema di gestione qualità UNI EN ISO 9001:2008. SPD è istituzione formativa riconosciuta dalla Regione Lombardia. Premio Compasso d'oro nel 1994 La Scuola Politecnica di Design ha ottenuto importanti riconoscimenti: alla mostra alla Biennale di Venezia nel 1986, al Carrousel du Louvre e al Centre Georges Pompidou a Parigi, la medaglia d'oro della decima Triennale di Milano fino al premio Compasso d'oro assegnato dall'ADI (Associazione Disegno Industriale) nel 1994 e per due volte, il premio Smau Industrial Design. SPD partecipa annualmente al Fuorisalone. Durante il Salone del Mobile di Milano 2012, all'interno dell'area di Ventura Lambrate, SPD ha presentato OUT NOW, Stories of Ideas and Matter. La mostra ha raccolto diverse idee e visioni sul tema del progetto e della produzione e li ha incrociati con le problematiche del mestiere, in una sorta di apprendistato creativo. Ne sono usciti tanti modi di fare progetto in relazione con la materia: edizioni limitate, autoproduzioni, prototipi. ma anche interviste e testimonianze su metodi e punti di vista da parte dei giovani professionisti. Sito ufficiale, su scuoladesign.com. SPD sul sito di Leonardo TV, su leonardo.tv. URL consultato il 20 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2012).

Romolo (metropolitana di Milano)
Romolo (metropolitana di Milano)

Romolo è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. La stazione venne inaugurata il 13 aprile 1985, come capolinea del prolungamento proveniente da Porta Genova FS. Rimase capolinea fino al 1º novembre 1994, quando venne attivato il prolungamento per Famagosta. Si tratta di una stazione sotterranea a due binari, uno per ogni senso di marcia, serviti da due banchine laterali. La stazione è situata all'interno del territorio del comune di Milano. Nelle sue vicinanze si registra la presenza di alcuni istituti universitari: la IULM, la Domus Academy e la NABA. La stazione si trova in corrispondenza della cintura sud di Milano. Nel giugno 2006, è stata inaugurata sulla linea di cintura sud la stazione di Milano Romolo, servita dalla linea S9 del servizio ferroviario suburbano di Milano. Inoltre, da largo Ascari, transita la linea filoviaria circolare 90/91; due apposite rampe di scale consentono l'accesso diretto al mezzanino della stazione dalle pensiline di fermata della linea filoviaria. La fermata costituisce un importante interscambio con la stazione di Milano Romolo. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane di superficie, filoviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. Presso l'impianto effettuano inoltre capolinea alcune linee automobilistiche interurbane, gestite da ATM e Autoguidovie. Stazione ferroviaria (Milano Romolo) Fermata filobus (Romolo M2, linee 90 e 91) Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Stazione video sorvegliata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Romolo Foto di Romolo nel sito SottoMilano, su sottomilano.it.

Parco Robert Baden-Powell
Parco Robert Baden-Powell

Il Parco Robert Baden-Powell è un parco della città di Milano dedicato a Robert Baden-Powell, fondatore dei movimenti mondiali dello scautismo e del guidismo. Collocato poco esternamente al centro storico, non lontano (sponda destra) dal Naviglio Grande, si inserisce in un'area che ha sempre sofferto per la carenza di spazi verdi pubblici. È stato realizzato nel 2005, liberando un'area prima caratterizzata e frammentata dall'occupazione di baracche, depositi, magazzini e attività spontanee. Nell'area non esisteva in precedenza popolazione arborea e le piante messe a dimora sono ancora giovani e talune di specie a dimensioni contenute, per cui prevale l'impressione visiva del prato. Tra le essenze, ricordiamo: l'acero campestre, l'acero riccio, l'acero di monte, il liquidambar, la magnolia, il pero da fiore, il ciliegio a grappoli, la quercia rossa, la sofora giapponese, il tiglio, il cedro dell'Himalaya, il pioppo bianco e il frassino maggiore; tra le specie arbustive, il glicine. La superficie del parco è ondulata, più bassa al centro (dove è collocata una vasta area giochi), con una lunga gradinata che la collega alle residenze; i percorsi pedonali sono sinuosi, articolati e, in parte, coperti da un pergolato. Vi sono due campi da bocce in erba sintetica e due modeste aree cintate riservate ai cani (settecento metri quadrati in totale). AA.VV., Enciclopedia di Milano, a cura di Guido Aghina, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997, ISBN 88-216-0933-2. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini - ed. 2010/2011, Comune di Milano / Paysage. Parchi di Milano Naviglio Grande Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Robert Baden Powell Scheda del Giardino Baden Powell, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Parco La Spezia
Parco La Spezia

Il parco La Spezia è un'area verde del Municipio 6 di Milano, subito a nord della stazione Famagosta della metropolitana. È delimitato dalle vie Moncucco (a ovest) e La Spezia (a est); quest'ultima è la via in cui termina l'autostrada da Genova. A nord giunge in prossimità della circonvallazione esterna. Il parco nasce nel 1975 in un'area di proprietà comunale rimasta libera, per i vincoli ambientali legati alla presenza della Cascina Moncucco, dopo le edificazioni del quartiere Famagosta negli anni sessanta. Nel 1979, in occasione dell'anno internazionale del bambino, viene allestito nel parco un centro per il tempo libero, una struttura idonea a consentire attività aggregative e sportive al coperto in ogni stagione, che sopravviverà alla contingenza e si trasformerà nel centro aggregativo multifunzionale, oggi articolato per zone e presente in tutta la città con finalità che non riguardano più soltanto l'infanzia. Attualmente, i centri di aggregazione multifunzionale (CAM) sono finalizzati all'aggregazione, alla partecipazione sociale e allo svolgimento di attività ricreative, culturali, formative e sportive accessibili a tutte le fasce di età e offrono ai cittadini la possibilità di vivere con maggior fiducia il proprio territorio, organizzando iniziative che stimolino a uscire dalla propria abitazione e anche dalla propria solitudine personale e, in quest'ottica, i parchi sono al centro delle attività. La Cascina Moncucco (cassina monchucco nella carta di Giovanni Battista Clarici del 1600), ha forma di corte e appare successivamente nel catasto teresiano, È caratterizzata dall'edificio padronale e dal mulino, azionato da una roggia derivata dal Lambro meridionale. Dopo anni di abbandono, nel 2001, il comune che ne è il proprietario bandì una gara per la concessione gratuita a fini sociali in cambio del restauro mai avvenuto. Solo una porzione laterale, all'altezza del civico 29 di via Moncucco, è stata assegnata, riqualificata e destinata ad attività di promozione sociale rivolte al quartiere ed alla cittadinanza, grazie al lavoro dell'associazione Colore e dei suoi volontari. Recentemente l'area adiacente alla Cascina è stata connessa al parco, sono state rinnovate le aree gioco esistenti e si è realizzata la recinzione completa con orari di chiusura notturni. Un ulteriore progetto (non realizzato) riguarda l'espansione della superficje verde verso nord, con lo smantellamento del parcheggio che separa il giardino da largo Nuvolari. Tra le numerose specie a dimora nel parco, ricordiamo: l'acero riccio, l'acero argentato, l'acero di monte, il bagolaro, il carpino bianco, l'ontano bianco e nero, la quercia rossa e la farnia, il platano comune, il pioppo cipressino, il pioppo bianco, di cui due esemplari particolarmente fronzuti ombreggiano i campi di basket, l'orniello, il tiglio selvatico, l'albero dei sigari o catalpa bignonioides, il cedro dell'Himalaya e l'abete, il liquidambar, la paulonia e, infine, l'albero dei tulipani e il ciliegio da fiore. Tra le attrezzature vi sono due aree gioco per bambini di cui una particolarmente grande (3700 metri quadrati) con due lunghi scivoli a forma di brontosauro, due campi da basket e pallavolo, un campo da calcio e una superficie cintata riservata ai cani di duemilacinquecento metri quadrati. Liliana Casieri, Lina Lepera; Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, supervisione botanica: Pia Meda; supervisione farmacognostica: Massimo Rossi; Illustrazioni e impaginazione: Linke Bossi, Consonni, Montobbio, Comune di Milano, settore ecologia, GAV. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 AA. VV., Cascine a Milano, a cura dell'Ufficio editoriale del Comune di Milano, 1987 Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco La Spezia Scheda del Parco La Spezia, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Famagosta (metropolitana di Milano)
Famagosta (metropolitana di Milano)

Famagosta è una stazione della linea M2 della metropolitana di Milano. La stazione venne attivata il 1º novembre 1994, in occasione del 30º anniversario della metropolitana di Milano, come capolinea della tratta proveniente da Romolo. Nel 1990, durante gli scavi per la costruzione della stazione, fu trovato il rottame di un motore Rolls-Royce Merlin: si trattava di uno dei 4 motori di un bombardiere Avro Lancaster precipitato poco distante la notte del 14 febbraio 1943. Funse da capolinea meridionale della M2 fino al 17 marzo 2005, quando i primi treni vennero fatti proseguire in direzione di Piazza Abbiategrasso. Il 20 febbraio 2011 venne attivata una nuova diramazione fino ad Assago Milanofiori Forum. Da tale data, pertanto, Famagosta è una stazione di diramazione. La stazione è situata in viale Famagosta, ai limiti del Quartiere Sant'Ambrogio, a Milano. Non lontano dalla fermata sorge il deposito ATM per il rimessaggio dei treni della linea M2 della metropolitana, visibile dall'autostrada A7, appena dopo piazza Maggi. La stazione consente l'interscambio con numerose autolinee urbane, gestite da ATM, e interurbane, gestite da Autoguidovie (servizio extraurbano della provincia di Pavia) e da STAR Mobility (per il sud Milano), rendendola un importante centro di interscambio tra metro e bus. Fermata autobus La stazione dispone di: Accessibilità per portatori di handicap Ascensori Scale mobili Emettitrice automatica biglietti Servizi igienici Stazione video sorvegliata Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Famagosta

Barona (Milano)
Barona (Milano)

La Barona (Barona in dialetto locale, IPA: [baˈruna]) è un quartiere e antica parrocchia di Milano posta nella zona sud-occidentale della città, appartenente al Municipio 6. In precedenza borgo rurale facente parte dei Corpi Santi di Porta Ticinese, venne annesso con essi al comune di Milano nel 1873. Prima di entrare a far parte del Comune di Milano nel 1873, formava con altri quartieri il Comune dei Corpi Santi, auspicato durante il periodo del dominio austriaco per decreto di Maria Teresa d'Austria nel 1757 e attuato nel 1782 dal figlio Giuseppe II, che riunì sotto un'unica amministrazione una zona di cascine e borghi agricoli fuori dalle mura di Milano. Il nome deriva proprio dalla caratteristica di essere una zona fuori dalle mura: il divieto di seppellire i defunti entro la cerchia muraria costrinse a deviare questa pratica all'esterno. Anche la sepoltura di santi e martiri avveniva al di fuori delle mura, da ciò deriva Corpi Santi. Si aggiunse il suffisso "di Milano" in corrispondenza della Seconda guerra d'indipendenza. La successiva annessione al Comune di Milano fu nel 1873. Per la loro caratteristica sperimentale e per il loro impatto nel quartiere, degne di nota sono le esperienze Barrio's e Villaggio Barona, luoghi di aggregazione ed intervento sociale polifunzionali, e gli orti comunali di Via Danusso. All'interno dei quartiere si trovano l'Ospedale San Paolo, uno dei più importanti di Milano, e l'università privata IULM. Sono presenti anche il Collegio di Milano e un distaccamento del polo di Medicina dell'Università Statale. Santuario di Santa Rita da Cascia, che all'interno custodisce 25 vetrate realizzate dall'artista Amalia Panigati tra il 1954 e il 1971. Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, presente anticamente in Barona, probabilmente fin dal secolo XIV, benché Cesare Cantù nella sua Grande illustrazione del Lombardo-Veneto la faccia risalire addirittura ai primi anni del Cristianesimo. La chiesa, così come i numerosi fondi agricoli e probabilmente la stessa cascina Barona, apparteneva ai monaci benedettini del Monastero di San Celso, da cui deriva il nome della chiesa stessa; altre chiese di quartiere: Santa Bernardetta, chiesa di San Giovanni Bono, San Gregorio Barbarigo, Santa Maria Ausiliatrice, San Silvestro; Chiesa di San Marchetto: chiesa campestre detta anche "San Marco alla Barona", risalente alla metà del Cinquecento; Parco Teramo Barona: con l'adiacente ambito delle risaie è un'area agricola di discrete dimensioni, in cui si conservano alcune cascine attive, altre in disuso, oltre a strade di campagna strette e tortuose adatte per le passeggiate e le gite in bicicletta. Le principali cascine sono quelle di San Marco, San Marchetto e San Marcaccio, seguite da Cascina Bassa, Cascina Bazzana Superiore, Cascina di Mezzo, Cascina Corio, Molino Doppio, Cascina Colomberotto, Cascina Battivacco, Cascina Carliona, Cascina Cantalupa, e Mulino della Pace. Fa parte del parco Agricolo Sud Milano anche la Cascina Monterobbio, ormai completamente in zona urbanizzata. Sui terreni adiacenti alla cascina sono stati costruiti il quartiere Sant'Ambrogio e l'Ospedale San Paolo. Dove c'era la Cascina Bianca, demolita, oggi si estende un parco con lo stesso nome, vicino ai ruderi della Cascina Carliona. Villaggio Barona: il primo progetto di housing sociale in Italia interamente promosso da risorse private. Di proprietà della Fondazione Attilio e Teresa Cassoni, il Villaggio Barona, con il parco pubblico Giuseppe Sala e la piazza Don Roberto Rondanini, nonché le numerose realtà associative e cooperative che qui trovano sede, rappresenta oggi un presidio di socialità e di cultura per l'intero quartiere. Dagli anni cinquanta agli anni ottanta in via Ettore Ponti al nr. 12 ha operato la Co-Ma, azienda di giocattoli. I capannoni sono stati demoliti nel 2000 e restano alcuni edifici già utilizzati dall'amministrazione, ristrutturati, dal lato dei numeri civici dispari. Barona è citata nella canzone Cumuli degli 883 Viene nominata anche in Bastavano le briciole, Popolare, Estate in città di Marracash e in gran parte della sua discografia Il film Senza filtro, del 2001, è ambientato in questo quartiere Nel 2003 è stato prodotto un film indipendente, Fame chimica, con l'intento di raccontare le problematiche della vita giovanile nella periferia milanese. I protagonisti abitano nel quartiere Barona e frequentano la piazza Jurij Gagarin, sebbene nella realtà la piazza non esista e le riprese siano state realizzate in piazza Luigi Capuana a Quarto Oggiaro Nel marzo 2008 viene girato in questo quartiere il videoclip del singolo Badabum Cha Cha di Marracash, rapper cresciuto in questa stessa zona Probabilmente il film più significativo girato negli anni sessanta è I girasoli, con protagonisti Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Alcune scene sono state girate all'interno di un appartamento del quartiere S. Ambrogio I e attorno alla chiesa a forma di tenda di San Giovanni Bono Nel 2012 viene girato in questo quartiere il video clip del singolo Ragazzo della piazza dei Club Dogo feat Ensi Famagosta Romolo Romolo (linea S9) Nei pressi della stazione MM2 - linea verde Famagosta è presente un grande parcheggio di interscambio gestito da ATM. Il quartiere è attraversato dalle linee di autobus urbani 47, 74 e 71 della società ATM, ma soprattutto funge da capolinea alle linee 95 e 98 (prima effettuate dalla sola linea 95), che attraversano rispettivamente le intere zone sud e ovest della città Corpi Santi di Milano Parco Agricolo Sud Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barona

Cascina Monterobbio

La cascina Monterobbio è una cascina di Milano, situata nella zona della Barona, nel Municipio 6 e fa parte del Parco Agricolo Sud. Originariamente l'area di pertinenza ricomprendeva tutta la zona dove è stato edificato il quartiere Sant'Ambrogio e l'ospedale San Paolo e la stazione della metropolitana Famagosta e ha conservato la sua funzione produttiva rurale fino agli anni cinquanta. Originariamente (secolo XVI) a forma di T, ha assunto poi nel secolo XVII la caratteristica, inusuale nei dintorni di Milano di un doppio cortile: uno padronale ed abitativo, l'altro con vocazione produttiva. Il nome della cascina, deriva da Mons Robur (Monte Quercia) legato alla presenza di un bosco sacro di querce che si suppone si estendeva sino a Santa Maria di Chiesa Rossa. Nei censimenti del 1597 risulta di proprietà delle Monache di Fonteggio, che avevano la Chiesa Rossa e le relativa proprietà agricola. Le due proprietà erano congiunte da un passaggio sotterraneo che sottopassava il naviglio. La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia ha dichiarato la cascina di interesse storico e artistico. È provato che vi ha soggiornato Napoleone Bonaparte il pittore Hayez che è ritenuto l’autore degli affreschi presenti. Secondo alcune fonti il proprietario della cascina avrebbe in parte coperto i dipinti e si sarebbe rifiutato di pagare il pittore perché insoddisfatto dell'opera. Nel 2017 il Comune di Milano, che è il proprietario della cascina, ha emanato un bando per affidare la gestione del recupero del bene. Ville e palazzi di Milano Cascina Elisa Scarano con la collaborazione di Riccardo Esposito, La cascina Monterobbio e il tesoro nascosto di Francesco Hayez da salvare!, su YouTube, autoprodotto, 28-03-17, a 0 h 0 min 0 s.

Armani Silos
Armani Silos

L'Armani/Silos è uno spazio espositivo milanese situato in via Bergognone 40, che illustra l'esperienza professionale dello stilista Giorgio Armani. Inaugurato nel 2015 su idea dello stesso Armani che ne ha seguito anche il progetto, sorge nel luogo dove originariamente si trovava un deposito di granaglie di una grande industria multinazionale. L'edificio, costruito nel 1950, a seguito dell'intervento di ristrutturazione si sviluppa su quattro livelli per una superficie di circa 4 500 metri quadrati. La mostra di apertura, che si articola su tutti e quattro i piani, è un excursus sui 40 anni di lavoro dello stilista e comprende 600 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani. La selezione è suddivisa secondo alcuni temi che hanno ispirato e che continuano a ispirare il lavoro creativo dello stilista: Androgino, Etnie e Stars. La tematica "Androgino" vede l'esplorazione della giacca, elaborata dallo stilista sul concetto dell'androginia mescolando elementi della sartoria rigorosa maschile con elementi della morbidezza femminile. La tematica "Etnie" vede la forte influenza delle culture lontane negli abiti dello stilista, tra alcuni dei paesi che hanno ispirato Armani abbiamo Africa, Cina, India, Giappone, Arabia, Persia, Polinesia e Siria. La tematica "Stars" vede affrontato il tema del red carpet, del cinema, spettacolo, divi e dive che hanno indossato gli abiti dello stilista nel corso del tempo. Armani Silos ha anche ospitato nel tempo collezioni temporanee tra le quali si ricordano: Tadao Ando: The Challenge, Larry Fink: The Beats and the Vanities e Politecnico di Milano: About Futute. La ricerca di semplicità, la predilezione per le forme geometriche regolari e il desiderio di uniformità hanno dato vita a un'architettura sobria e monumentale al tempo stesso, seguendo la regola dell'ordine e del rigore. Controcorrente rispetto alla tendenza dell'architettura contemporanea, per il progetto di via Bergognone Giorgio Armani ha volutamente ricercato la forma razionale. E le aree relative alle varie attività all'interno dell'edificio sono state progettate con la stessa logica: rispondere con razionalità alle esigenze funzionali, sempre nel rispetto della natura del luogo. L'intervento ha conservato la curiosa sagoma originaria dell'edificio - la forma ricorda quella di un alveare, metafora di laboriosità - rafforzando l'identificazione tra il nuovo spazio espositivo e il dinamismo creativo di Giorgio Armani e la sua filosofia estetica che ricerca l'essenzialità liberando da orpelli e, in generale, da elementi superflui. Unico elemento distintivo è la finestra a nastro che segna il perimetro dell'edificio, quasi come una corona, definendone la massa compatta. All'interno l'edificio è organizzato secondo uno schema distributivo a basilica con un ‘foro’ aperto a tripla altezza sul quale si affacciano due livelli di navate laterali. I soffitti dipinti di nero, a contrasto con i pavimenti in cemento grigio, mostrano oltre alla struttura in ferro dei nuovi solai, tutti gli impianti elettrici, di riscaldamento e raffreddamento oltre a quelli di illuminazione. La scala centrale, che collega i quattro livelli e organizza il percorso, attraversa un vano verticale, lasciando percepire a chi sale la grande altezza e dimensione della struttura. La facciata a vetri del foyer, scabra ed essenziale, attira l'interesse e la curiosità dei passanti. Lo spazio propone, oltre all'esposizione, un gift shop, una caffetteria aperta sulla parte interna e l'archivio digitale. Quest'ultimo raccoglie schizzi, disegni tecnici esemplificativi e materiale relativo alle collezioni di prêt-à-porter e di Alta Moda ed è dedicato ai ricercatori e agli appassionati che desiderano approfondire il lavoro e l'universo stilistico di Giorgio Armani. Situato all'ultimo piano, l'archivio è consultabile gratuitamente e si avvale di un sistema di catalogazione sviluppato appositamente per Armani/Silos. Workstation, tavoli touchscreen e un'area proiezioni sono gli strumenti messi a disposizione del pubblico per la consultazione e lo studio. L'archivio raccoglie circa 1000 outfit suddivisi per stagioni e collezioni, 2000 capi e accessori, numerosi bozzetti, video di sfilata e di backstage, immagini tratte da Emporio Armani Magazine, foto di campagne pubblicitarie iconiche. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Armani Silos Sito ufficiale, su armanisilos.com.

Museo delle culture (Milano)
Museo delle culture (Milano)

Il Museo delle Culture (Mudec) di Milano è un museo e polo espositivo inaugurato nel 2015, in concomitanza con Expo, dedicato alla valorizzazione e alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo. Nel Mudec hanno trovato collocazione i reperti e le collezioni delle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco. Gli spazi del museo costituiscono inoltre un polo espositivo per mostre ed eventi temporanei, organizzati sia dal Comune di Milano che dal concessionario 24 ORE Cultura. Da febbraio 2022 il museo costituisce inoltre il centro dell'Area Museo delle Culture, Progetti interculturali e Arte nello Spazio Pubblico. Il progetto del museo ha origine a partire dai primi anni novanta, quando il comune di Milano decide di acquistare e riqualificare gli stabilimenti dell'ex acciaieria Ansaldo, nel quartiere di porta Genova, allo scopo di trasformare l'area industriale ormai dismessa in un polo multidisciplinare destinato ad attività culturali. In questo contesto prende corpo l'idea di costituire uno spazio espositivo in cui ricollocare le Raccolte extraeuropee dei musei civici di Milano. Queste collezioni etnografiche, raccolte a partire dai primi anni del Novecento negli spazi espositivi del Castello Sforzesco, subiscono infatti gravi danni durante un bombardamento avvenuto nell'agosto del 1943. Dopo la seconda guerra mondiale e a seguito del riallestimento pensato da Studio BBPR, le opere vengono conservate nei depositi del museo e mostrate al pubblico solo in occasione di alcune mostre temporanee. La costituzione del Mudec si propone quindi di ridare visibilità a un patrimonio culturale di particolare valore e significato rimasto sin dal dopoguerra inaccessibile al pubblico per carenza di spazi espositivi. Nel 1999 venne lanciato dal comune di Milano un concorso internazionale per la progettazione del Mudec vinto l'anno successivo dallo studio dall'architetto britannico David Chipperfield. L'edificio, che occupa un'area di 17.000 mq, si sviluppa su due diversi piani. Il piano terra, destinato all'accoglienza dei visitatori, include lo Spazio delle Culture Khaled al-Asaad (principale sede delle attività del palinsesto di Milano Città Mondo e più in generale dell'Ufficio Reti e Cooperazione Culturale), una biblioteca specializzata, i depositi delle collezioni, un laboratorio di restauro e uno spazio dedicato all'infanzia e ai giovani visitatori (Mudec Junior). Il percorso espositivo vero e proprio è sviluppato all'interno del primo piano, articolato attorno a una grande piazza centrale coperta, l'Agorà, di forma quadrilobata. Tratto saliente dell'architettura è la contrapposizione fra le linee curve dello spazio di transito centrale e i volumi geometrici e regolari delle singole sale espositive, contrasto accentuato dalle diverse gradazioni di luce e colore dei diversi ambienti. Dall'Agorà è possibile raggiungere l'Auditorium, la Collezione Permanente e le mostre temporanee curate dal Comune di Milano (nello Spazio Focus) e dal concessionario 24 ORE Cultura. Dal 2018 un nuovo spazio espositivo è costituito da Mudec Photo. Il logo del museo, progettato nel 2015 da Studio FM Milano, è rappresentato da una "M" antropomorfa le cui variazioni grafiche rimandano alla diversità, grafica e culturale, delle raccolte stesse del museo. Le collezioni del Mudec raccolgono oltre 9000 fra opere d'arte e artigianato, oggetti quotidiani, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti del mondo e intendono fornire una rappresentazione della diversità assunta dalle culture dell'uomo nel tempo e nello spazio. Fanno parte delle collezioni reperti delle originarie Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco, istituite nel 1838 dal Museo civico di storia naturale di Milano con oggetti provenienti da esplorazioni, missioni di alcuni ordini religiosi, donazioni di nobili famiglie milanesi e viaggi compiuti in epoca coloniale (come la collezione raccolta da Giuseppe Vigoni, senatore del Regno d'Italia e sindaco della città di Milano), di cui il museo riconosce esplicitamente le opere di spoliazione. Nucleo fondante del patrimonio del museo sono le collezioni di arte e cultura dall'Oriente (provenienti in particolar modo da Cina e Giappone), dell'Africa e delle civiltà precolombiane. Integrate e allargate nel dopoguerra attraverso una politica di acquisizioni mirate, queste collezioni includono reperti di particolare pregio relativi alla produzione culturale e artistica di popoli e civiltà non europee in un arco cronologico che va dai primi secoli avanti Cristo fino al Novecento. Gli oggetti del museo includono una selezione della raccolta di Manfredo Settala, uno dei primi esempi di collezionismo di manufatti non europei in Italia, in comodato dalla Biblioteca Ambrosiana, che comprende esempi pregiati relativi all'ambito collezionistico dei naturalia (curiosità e reperti provenienti dal mondo animale, vegetale, minerale), artificialia (naturalia trasformati dall'uomo in modo mostruoso o artistico) e mirabilia ed exotica (naturalia ed artificialia capaci di suscitare stupore e meraviglia, espressione di culture lontane e sconosciute). La collezione permanente è stata inaugurata il 28 ottobre 2015 con l'allestimento "Oggetti d'incontro"; un secondo allestimento, "Milano Globale. Il mondo visto da qui" è stato aperto il 16 settembre 2021 ed è attualmente visitabile. Per la collezione permanente del Mudec l'ingresso è gratuito. È in corso la pubblicazione delle collezioni online. Repertori in aggiornamento sono disponibili sulle piattaforme Lombardia Beni Culturali, MEBIC - Musei e Biblioteche in Comune, e su Google Arts&Culture alla pagina dedicata al Mudec. Accanto alle collezioni permanenti, il Mudec ospita esposizioni, mostre temporanee e installazioni site-specific volte ad arricchire l'offerta culturale del polo museale e la sua vocazione a dare visibilità alle varie manifestazioni della diversità culturale. Tra le esposizioni realizzate si ricordano: Etnografia Antropologia Archeologia Musei di Milano Musei italiani con collezioni orientali Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su MUDEC - Museo delle Culture Mudec - Sito ufficiale Mudec su Lombardia Beni Culturali Mudec su MEBIC (Musei e Biblioteche in Comune) Mudec su Google Arts&Cultures