place

San Cristoforo FS (metropolitana di Milano)

Infrastrutture futureLinea M4 (metropolitana di Milano)Pagine con mappeStazioni della metropolitana di Milano
San Cristoforo M4 feb 24
San Cristoforo M4 feb 24

San Cristoforo FS sarà una stazione della linea M4 della metropolitana di Milano il cui completamento è previsto per il 2024. La stazione sarà situata a Milano, in piazza Tirana, alle spalle del Naviglio Grande. Sarà capolinea della linea M4 e diventerà un importante collegamento tra il quartiere del Giambellino e il resto della città. I lavori di costruzione sono iniziati nel 2015. La stazione consentirà l'interscambio con la linea S9 del servizio ferroviario suburbano di Milano e con i treni regionali Milano-Mortara. Sarà inoltre servita da bus e tram urbani. La stazione sarà collegata mediante passerella ciclopedonale alla sponda sud del Naviglio Grande, dove saranno costruiti il nuovo capolinea del tram 2, un parcheggio e una fermata bus. (IT) Riqualificazione Via Merula, Comune Di Milano (EN) San Cristoforo FS, su Structurae.

Estratto dall'articolo di Wikipedia San Cristoforo FS (metropolitana di Milano) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

San Cristoforo FS (metropolitana di Milano)
Piazza Tirana, Milano Municipio 6

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: San Cristoforo FS (metropolitana di Milano)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.442753 ° E 9.130047 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Piazza Tirana

Piazza Tirana
20147 Milano, Municipio 6
Lombardia, Italia
mapAprire su Google Maps

San Cristoforo M4 feb 24
San Cristoforo M4 feb 24
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Stazione di Milano San Cristoforo
Stazione di Milano San Cristoforo

La stazione di Milano San Cristoforo è una stazione ferroviaria posta sulla linea Milano-Mortara, alla confluenza della linea di cintura sud che conduce alle stazioni di Rogoredo e Lambrate. La stazione è situata in piazza Tirana, alla periferia sud-ovest di Milano, a breve distanze dalla sponda settentrionale del Naviglio Grande. La stazione di Milano San Cristoforo venne attivata il 20 settembre 1910 per le sole aziende raccordate: l'Ordine di Servizio FS 236/1910 ne dà data, caratteristiche e aziende ammesse al servizio merci "a vagone completo", tra cui la Richard-Ginori. Un raccordo importantissimo era quello con la OEFT (Officine Elettro Ferroviarie Tallero). Il 1º agosto del 1913 con Ordine di Servizio FS 241/1913 venne attivato anche il servizio viaggiatori, sebbene ancora molto limitato perché la stazione si trovava a circa due chilometri dalla più vicina fermata del tram. Il 15 novembre 1915 venne attivato un raccordo da questa stazione al Bivio Naviglio Grande, posto sulla cosiddetta "cintura sud", che la mise in comunicazione anche con il traffico ferroviario passante da questa tratta. Il piazzale ferroviario è dotato di quattro binari per il servizio viaggiatori; fino al 2015 era in funzione anche un quinto binario. È presente, inoltre, un terminal per il carico delle auto su carri ferroviari; in virtù della presenza di tale infrastruttura, la stazione è stata capolinea per alcuni treni espressi periodici con servizio auto al seguito diretti nel sud Italia, in particolare a Lamezia Terme, Villa San Giovanni, Bari, Palermo e Catania, servizi terminati l'11 dicembre 2011, con la soppressione totale del servizio di auto al seguito da parte di Trenitalia. La stazione è servita dai convogli della linea S9 del servizio ferroviario suburbano, a frequenza semioraria, che percorrono la cintura sud, e dai treni regionali della linea Milano-Mortara, a frequenza oraria con rinforzi nelle ore di punta, con destinazione Milano Porta Genova (ad agosto 2023). È altresì capolinea di alcuni treni straordinari per pellegrini. Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata alcune linee urbane, tranviarie ed automobilistiche, gestite da ATM. In futuro diventerà stazione di interscambio con la linea M4 della metropolitana di Milano, di cui costituirà uno dei due capolinea (fermata San Cristoforo FS). Una passerella ciclopedonale la connetterà inoltre all'altro lato del Naviglio Grande, dove è previsto il nuovo capolinea del tram 2. Fermata tram (linea 14) Fermata autobus Lorenteggio Servizio ferroviario suburbano di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Milano San Cristoforo

Quartiere IACP Lorenteggio
Quartiere IACP Lorenteggio

Quartiere IACP Lorenteggio, già “Quartiere IFACP Renzo e Mario Mina”, è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano disposto su sei isolati e sito nel quartiere del Lorenteggio. Il complesso venne costruito dal 1938 al 1944 dall'Istituto Fascista Autonomo Case Popolari (IFACP) di Milano, che ne curò anche la progettazione urbanistica attraverso il proprio Ufficio Tecnico, diretto dall'architetto Giovanni Broglio. La progettazione dei singoli edifici fu opera di Guido Baselli, Piero Della Noce, Alberto Morone, Fausto Natoli e Tullio Tolio. Il complesso, di forma quadrangolare, si estende sull’area di sei isolati, ed è suddiviso in due parti da via Segneri, che ha andamento diagonale. I sei isolati corrispondono ai sei lotti in cui il complesso residenziale è suddiviso, indicati con le lettere alfabetiche da “A” a “F”. Gli edifici sono ordinati in stecche parallele, secondo una prassi urbanistica tipica del razionalismo, in parte flesse per adattarsi alla maglia stradale prevista dal piano regolatore; anche il disegno delle facciate, all’epoca definito eufemisticamente “di disadorna semplicità”, risente dell’influenza razionalista, adottata più per motivi economici che per reale convinzione. Le piante degli edifici sono convenzionali, con l'adozione di uno schema a ballatoio e l'alta percentuale di alloggi minimi, mono- o bilocali. La struttura portante, progettata durante il periodo delle cosiddette “inique sanzioni”, è in muratura piena, scelta in vece del calcestruzzo armato perché autarchica. Il complesso, destinato a un'utenza “popolarissima” costituita da baraccati e sfrattati, fu costruito con criteri di stretta economia, dovuti anche al periodo bellico, e conobbe pertanto un precoce degrado. La dotazione minima di servizi pubblici, limitati alle docce comuni poste nei cortili ed a qualche negozio, accentuò la ghettizzazione e l’isolamento sociale, che perdurano tuttora. La composizione sociale del complesso popolare infatti è di basso reddito ed è caratterizzata da una parte da un'ampia fascia anziana, dall'altra da famiglie migranti di origine straniera, insediatesi in tempi più recenti. Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Alberto Mioni, Antonello Negri e Sergio Zaninelli, Il segno del moderno. Architettura e produzione a Milano tra le due guerre, Firenze, Edifir, 1994, ISBN 88-7970-022-7. Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, ISBN 88-400-1068-8. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su quartiere IACP Lorenteggio

Chiesa di San Leonardo Murialdo (Milano)

La Chiesa di San Leonardo Murialdo è una parrocchiale di Milano, sita nel quartiere e nel decanato del Giambellino . La parrocchia nasce nel 1940 con decreto del cardinal Schuster, con territorio separato dalla parrocchia di San Vito al Giambellino: intitolata inizialmente a San Sebastiano, viene rinominata nel 1955 da Giovanni Battista Montini in Cuore Immacolato di Maria in San Sebastiano al Lorenteggio. Affidata alle cure della congregazione di San Giuseppe, nel 1941 viene consacrata una chiesa provvisoria, che verrà sostituita dall'attuale edificio progettato da Ugo Zanchetta e ultimato nel 1955, con la consacrazione che avverrà nel 1960. La parrocchia ha avuto un importante ruolo nell'istruzione del Lorenteggio: nel 1944 ha istituito la scuola elementare Murialdo, che dieci anni dopo accoglierà anche una scuola di formazione professionale, e nel 1959 assume la gestione della scuola Devota Maculan, ancora oggi esistente come scuola superiore, che fu protagonista nel 1951, quand'era ancora gestita dalle Sorelle della misericordia, di un tragico crollo di un muro che ha tolto la vita a quattordici bambini, oggi ricordati da un monumento vicino. Nel 1986 Carlo Maria Martini la dedica a san Leonardo Murialdo. Soggetta a rifacimento esterno ed interno tra il 1999 e il 2009, con questi lavori vengono ricostruiti facciata e sagrato e viene adeguata totalmente alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II. La struttura è in calcestruzzo armato, con ampio sagrato ed è orientata verso sud-ovest e nord-est. L'interno ha una navata principale e due navate laterali, sedi di varie cappelle, con il presbiterio sopraelevato. L'Oratorio Murialdo, con la sua polisportiva storica "Murialdina", ha costituito per anni un luogo di incontro importante per il quartiere. Sostenuto dalla Fondazione Milan e dalla Fondazione Vodafone, ha una vera e propria palestra multisport al suo interno denominata "PalaMurialdo".

Giardino Gonin Giordani
Giardino Gonin Giordani

Il giardino Gonin Giordani è un parco della città di Milano. Prende il nome da due vie che lo fiancheggiano, ed è un parco di tipologia abbastanza diversa dal consueto, per la sua pianta lunga e stretta, ed essendo stato progettato e costruito con particolare riguardo alle esigenze "sportive" dei suoi frequentatori. Sorge su un'area dismessa da attività industriali (Ponteggi Dalmine e SCAC) nella parte sudoccidentale di Milano. Come nel caso dell'Iveco, ex OM, si agì in base a un programma di ristrutturazione urbanistica (PRU) e il comune acquisì, per uso pubblico, un'area di superficie pari alla metà della metratura interessata. Si tratta di una striscia di terreno che inizia a nord in via privata Bisceglie, all'altezza di via Anna Kuliscioff, e arriva in prossimità della stazione di San Cristoforo, vicino al Naviglio Grande, dopo avere incrociato le vie Lorenteggio e Pietro Giordani, che oggi sottopassa. È larga tra i cinquanta e cento metri e termina con un'appendice più larga verso est. Per la sua conformazione topografica, il parco si configura come un lungo boulevard verde che fiancheggia le costruzioni di edilizia residenziale, convenzionata e sovvenzionata con alberatura contenuta e vialetti che si snodano tra macchie di arbusti. Tra le specie, ricordiamo il carpino bianco, la farnia, il frassino maggiore, il leccio, l'orniello, il pioppo cipressino e, ancora, il nocciolo turco, il nocciolo e l'alloro. Le attrezzature sportive sono divise con due campi da calcetto nel settore nord, due da pallavolo/basket nella parte intermedia e un anello asfaltato rosso che funge, di volta in volta, da pista di pattinaggio, di atletica o da velodromo nello slargo meridionale; alla stessa estremità c'è un'area attrezzata per i giochi; due invece, minuscoli, gli spazi recintati per i cani. Jogging lungo tutti i vialetti e una pista ciclabile accompagna, dal lato strada, il parco da nord a sud. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Liliana Casieri, Lina Lepera, Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, Comune di Milano, settore ecologia, GAV, 1989. Alma Lanzani Abbà, Pia Meda, Alberi a Milano, Milano, CLESAV, giugno 1985, ISBN 978-88-7064-118-9. AA. VV. La magia delle piante, 1987, Segrate, Milano, Roland ed Elfie E. Wolf editore. Parchi di Milano Parco ex OM Parco Maserati Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giardino Gonin Giordani Scheda del Giardino Gonin Giordani, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Lorenteggio
Lorenteggio

Lorenteggio (Lorentegg in dialetto milanese, AFI: [luˌrẽːˈted͡ʒ]), è un quartiere di Milano, posto a sud-ovest rispetto al centro, appartenente al Municipio 6. Il nome Lorenteggio deriva dal latino tardomedievale laurus (alloro), una denominazione di origine botanica comune anche ad altri quartieri come Rogoredo o Nosedo. La zona dove oggi si trova il quartiere apparteneva all'antico Comune di Lorenteggio, già Laurentiglio. Situato all'esterno delle mura spagnole, che delimitavano i confini della città, faceva parte del grande agglomerato che circondava Milano, e confinava con Sellanuova a nord, i Corpi Santi a est, Ronchetto a sud, e Corsico e Cesano Boscone a ovest. Nel 1700 il contado s'incrementò e il Comune arrivò a contare 110 abitanti nel 1751. Quando, nel 1757, Maria Teresa d'Austria ordinò un censimento sulle terre dominate, il Comune di Lorenteggio contava 4 località. Il Comune verrà poi, per ragioni di dazio, inglobato nel Comune di Milano nel 1808 su ordine del governo di Napoleone. Al censimento della Repubblica Cisalpina indetto all'inizio dell'Ottocento, la borgata contava 143 abitanti. Nel 1841 gli austriaci, che nel 1815 avevano restaurato il Comune di Lorenteggio, lo annessero al Comune di Corsico, di cui divenne una frazione. Fino alla metà del novecento la borgata agricola era costituita da numerosi complessi rurali, tra cui le cascine Arzaga, Castena, Corba, Filipona, Robarello, San Protaso, Travaglia e ville residenziali quali Villa Restocco e il Palazzo Durini Borasio conosciuto come il Palazzotto del Lorenteggio. Di tutti questi edifici, anche di notevole valore artistico sono sopravvissuti alla urbanizzazione solo la Cascina Corba, ora trasformata in ristorante. Il Palazzotto del Lorenteggio sorse sulle fondamenta di un fortino cinquecentesco in fondo all'attuale via Lorenteggio 251 ed è successivo al 1670, data in cui i Durini entrarono in possesso di un fondo già appartenuto ai Corio. Questa villa sorgeva fin dall'epoca viscontea nella località detta almeno dal 1005 Laurentiglio, ed era posizionata in zona leggermente rialzata, tant'è che fino al Cinquecento era una sorta di fortino. Un viale di accesso con cancellate successive introduce ad un giardino cintato, sul fondo del quale, in asse con i due ingressi, si presenta la robusta costruzione. Il corpo principale, a due piani, con pianta ad U ed ali molto ravvicinate, ha tutti gli angoli fortemente smussati; tutte le facciate sono in mattoni a vista […] Le due ali proseguono ancora in parte più basse (in quella verso il portico vi è la cappella pure restaurata) fino ad incastrarsi in un nuovo edificio industriale che ha distrutto tutta la lunga corte rustica, della quale evidentemente la villa padronale costituiva lo sfondo prospettico Ampi gli interni coperti da volte a velette e a crociera nel piano inferiore e a cassettoni nel piano superiore. Lorenteggio venne progressivamente inglobato e assorbito dall'espansione edilizia milanese, tanto che nel 1923 il Governo lo staccò da Corsico e, riesumando il provvedimento napoleonico, lo annesse a Milano. Nei primi decenni del novecento venne costruita la ferrovia, che costeggia il naviglio Grande, e la stazione di San Cristoforo (1909). Sempre in questi anni, la zona, specialmente l'area nota come Giambellino, diviene sede anche di diverse fabbriche, come la Osram. La prima urbanizzazione della zona avviene alla fine degli anni trenta. Il gruppo di case popolari denominato "Lorenteggio" sorge nel quadrilatero via Giambellino, Piazza Tirana, via Inganni, via Lorenteggio, via Odazio e venne ultimato nel 1944 : in particolare i caseggiati n. 138-140-142-144 di via Giambellino, seguiti poi da quelli di via Apuli, via Segneri, via Manzano, via Inganni, via Odazio. Negli anni sessanta il quartiere inizia un impetuoso processo di sviluppo edilizio, come in tutta la città, che ne rivoluzionerà definitivamente l'aspetto e fornirà nuove case per rispondere all'esigenza abitativa causata dalla forte immigrazione dal Mezzogiorno di quegli anni. Attualmente il quartiere è ancora oggetto di diversi cambiamenti, in particolare interventi di recupero delle aree ex-industriali, dove sono previsti prevalentemente interventi edilizi di tipo residenziale. L'oratorio di San Protaso al Lorenteggio è stato probabilmente edificato nell'XI secolo dai Monaci Benedettini di San Vittore al Corpo, per dare un luogo di preghiera ai contadini del borgo, anche se mancano documenti ufficiali in merito. Il complesso è dedicato a San Protaso, VIII vescovo di Milano e martire, sepolto nella Basilica stessa. Di stile romanico-lombardo, con tetto a capanna e soffitto a cassettoni, non è in linea con la via Lorenteggio, ma probabilmente con la strada che dalle mura cittadine andava verso ovest. La sua collocazione attuale ha una particolarità che lo rende unico: sorgere nello spartitraffico della trafficatissima via Lorenteggio. Ha resistito mille anni a vari tentativi di abbattimento ed è quindi considerato un baluardo della storia del quartiere. Si dice che il Barbarossa nel 1162 si ritirò in preghiera nell'oratorio per chiedere la vittoria sui Milanesi, e ottenutala risparmiò la chiesina dalla distruzione in segno di gratitudine. Vi abitò per qualche tempo (1364) il cappellano della vicina San Cristoforo sul Naviglio, servì come cappella alle suore Angeliche di San Paolo, ordine fondato nel 1530 dalla contessa Torelli, che abitavano presso la vicina cascina infine in epoca napoleonica venne usato come deposito di armi e si smise quindi di usarlo come luogo sacro, farà da fienile e deposito di attrezzi. Nel XIX secolo pare che vi si riunissero Federico Confalonieri e i Carbonari per organizzare i moti rivoluzionari (1820), arrivando da un cunicolo che la collegava la Pusterla di Sant'Ambrogio (o, si dice, forse addirittura il Castello Sforzesco) alla chiesetta. Il cunicolo è stato chiuso all'inizio del secolo scorso senza che si sia potuto appurare dove conduca. A fine ‘800 si riprese a usare l'Oratorio come luogo di culto, fino al 1937 quando in zona sorse la chiesa di San Vito in via Vignoli, dopo di che venne abbandonato al più completo degrado. Negli anni '50 l'Oratorio, abitato ormai solo dalle lucertole, fu soprannominato la gesetta di lusert (chiesetta delle lucertole), e il milanese Piero Mazzarella le dedicò una canzone. L'Oratorio rischiò più volte di essere demolito durante l'urbanizzazione della zona: nel 1923, quando il comune autonomo del Lorenteggio fu inglobato nel Comune di Milano, e a metà anni '50 quando, acquistato dal Comune il terreno dove sorge, doveva essere demolito per ampliare Via Lorenteggio. Gli abitanti della zona si opposero, sebbene fosse ormai ridotto a un rudere, e l'oratorio fu salvato e inserito nello spartitraffico che divide i due sensi di marcia di via Lorenteggio. Negli anni ‘80 è stato restaurato, sia all'esterno che all'interno, dove sono presenti affreschi di varie epoche, dal medioevo al barocco. È di proprietà del Comune di Milano, e viene aperto solo in rare occasioni, per concerti o per le feste di via: in queste occasioni vengono organizzate visite guidate per raccontare la sua storia ai numerosi visitatori. Quartiere IACP Lorenteggio Il Quartiere IACP Lorenteggio è un complesso di edilizia residenziale pubblica, costruito tra il 1938 e il 1944 dall'IFACP. La progettazione urbanistica fu diretta dall'architetto Giovanni Broglio, mentre quella dei singoli edifici fu opera degli architetti Guido Baselli, Piero Della Noce, Alberto Morone, Fausto Natoli e Tullio Tolio Quartiere Villa Magentino Il quartiere Villa Magentino è un quartiere direzionale e residenziale, che si trova tra Via Redaelli, Via Rondoni, Via Donati e Via D'Alviano, costruito intorno al 1966 secondo un progetto planivolumetrico di Francesco Cetti Serbelloni, con la consulenza estetica di Luigi Caccia Dominioni Arzaga (Arzaga in dialetto milanese) è un quartiere compreso all'interno del Lorenteggio. Nonostante non facesse parte dell'antico comune di Lorenteggio, il quartiere di Arzaga è legato al primo ed è spesso considerato parte integrante di questo. La Cascina Arzaga era una cascina, oggi demolita, che sorgeva all'interno del comune dei Corpi Santi di Porta Vercellina, nelle vicinanze del confine con Lorenteggio. Fino al 1966 (anno della sua demolizione) in via Arzaga sorgeva l'omonima cascina. Aveva origini quattrocentesche ed era riccamente decorata con il fronte in mattoni e due ali in pietra. Era formata da due cortili comunicanti fra loro. Il primo aveva un corpo di fabbrica disposto ad U con la casa padronale e gli alloggi dei contadini. Vi si accedeva dal grandioso portale d'ingresso ad arco a sesto acuto. Sullo sfondo la chiesetta che riproduceva in scala la chiesa di San Carlo al Lazzaretto. Il secondo cortile anch'esso porticato ospitava le stalle e i fienili. Sotto i portici una grande vasca scolpita in granito con due bocche di leone da cui sgorgava l'acqua faceva da abbeveratoio. A cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta la zona compresa tra la via Soderini, via Arzaga e viale San Gimignano venne scelta da numerose famiglie di origine iraniana e fede ebraica per trasferirsi a Milano. In quegli anni vennero edificati nuovi stabili signorili, la maggior parte dei quali presenta ampie zone verdi e molto spesso campi da tennis e piscine privati. In zona sono presenti la Scuola della Comunità Ebraica di Milano e la Scuola Giapponese di Milano, oltre all'oratorio sefardita-persiano Noam e alla Residenza per Anziani Arzaga gestita dalla Comunità Ebraica di Milano (che ha sede nell'edificio adiacente). Il Quartiere Giambellino (o semplicemente Il Giambellino, Quarter Giambellin in dialetto milanese) è un quartiere parallelo, sia topologicamente che storicamente, al Lorenteggio, con cui oggi da molti è identificato come una parte di un'unica entità comunemente citata sulle mappe come quartiere Giambellino-Lorenteggio (o viceversa Lorenteggio-Giambellino). Il Giambellino, che prende il nome dalla via omonima essendo l'arteria principale che ne percorre tutta la lunghezza, è un quartiere variegato e dalle molteplici identità: il Giambellino è oggi uno dei quartieri più multietnici di Milano. All'interno del quadrilatero compreso tra via Francesco Gonin, via Giordani, via Lorenteggio e via Inganni, sorgono le sedi di alcune società attive nel settore della tecnologia, mentre nel distretto finanziario si trovano aziende che si occupano di prodotti di lusso e, ovviamente, della finanza. Linea M1: stazioni di Bande Nere, Gambara Linea M4 (in costruzione): stazioni di San Cristoforo, Segneri, Gelsomini, Frattini, Tolstoj e Bolivar Linea S9: stazione di San Cristoforo Il quartiere del Lorenteggio è attraversato longitudinalmente dal tratto iniziale della strada statale 494 Vigevanese che collega Milano a Vigevano. All'interno del quartiere, questa strada assume il nome del quartiere. Parallela alla Via Lorenteggio, a sud di questa, corre la Via Giambellino, un'importante strada radiale, il cui nome viene spesso utilizzato per indicare il quartiere al posto di Lorenteggio. A est, il quartiere è lambito dalla circonvallazione esterna (della 90/91). Presso il quartiere di Arzaga, in Piazzale Giovanni delle Bande Nere, si trova l'inizio della strada provinciale che collega Milano ad Abbiategrasso. Il Lorenteggio è servito dalla stazione di San Cristoforo che si trova alla confluenza tra la ferrovia Milano-Mortara e la cintura sud. È gestita da RFI ed è servita da treni suburbani (linea S9) e regionali, gestiti da Trenord, la stazione entro il 2023 verrà completamente riqualificata con la costruzione di un ponte ciclo pedonale che collegherà i due versanti del naviglio: Piazza Tirana con il quartiere Restocco. Inoltre, all'interno del quartiere di Arzaga, si trovano le stazioni Bande Nere e Gambara (sul confine con i limitrofi quartieri della Maddalena e di Molinazzo) della linea M1 della metropolitana di Milano. Varie linee di autobus, gestite da ATM, due di filobus e una di tram, collegano Lorenteggio ai quartieri limitrofi, al centro di Milano e a tutti i quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Inoltre è in fase di realizzazione la linea M4 che prevede di collegare la stazione di San Cristoforo all'aeroporto di Linate con una metropolitana leggera sotterranea. Sono previste sei fermate a servizio del quartiere: oltre a San Cristoforo, Segneri, Gelsomini, Frattini, Tolstoj e Bolivar. Gabriele Pagani, L'antico comune di Lorenteggio. Dal Borgo medioevale all'attuale quartiere Vicende, tradizioni, storie, personaggi, Pagg. 224, 2011, ISBN 978-88-95383-35-4. Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9. Giuliana Gramigna, Sergio Mazza, Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano, Hoepli, 2001, p. 384, ISBN 88-203-2913-1. Comuni aggregati a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lorenteggio Comunità del Giambellino, su giambellino.org. ASCOLOREN Associazione Commercianti del Lorenteggio, su lorenteggio.com. Lorenteggio, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. ricerca tre passi al Lorenteggio, su icsviazuara.org. URL consultato il 29 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2008). storia Zona 6, su zona6.it. URL consultato il 29 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010). Atletico Giambellino, la squadra di calcio del Giambellino, su atleticogiambellino.com. URL consultato il 9 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2016). Cineteca dei Ragazzi, su cinetecadeiragazzi.org.

Parco delle Crocerossine
Parco delle Crocerossine

Il parco delle Crocerossine (ex parco del Cardellino) è un parco di Milano. Costruito nel 2005, è stato progettato per costituire un "sistema verde" con i vicini giardino Alberto Moravia (a nord) e giardino Gonin Giordani (immediatamente a sud) attorno alla via Inganni al Giambellino nel Municipio 6 di Milano. Nella stessa zona, in direzione nord-ovest, nei pressi della stazione Bisceglie della metropolitana, si sta realizzando il Parco Blu, a sua volta integrato in un sistema verde che arriverà fino al Parco dei Fontanili, al confine occidentale della città. Tra le principali specie arboree (gli alberi sono ancora molto giovani), ricordiamo l'acero riccio e rosso, la catalpa o "albero dei sigari", il ciliegio, il melo da fiore, il gelso, il liquidambar, il noce nero, la quercia rossa, il tiglio selvatico e la sofora. Lungo via dello Storno, filari di nocciolo turco e sparsi ciuffi di erba della Pampa. Particolare un'area di sosta, quasi al centro, che con i suoi riquadri perpendicolari ricorda la dedica del parco. Le attrezzature sono modeste: una sola area giochi, due campi da bocce su erba sintetica e una piccola area riservata ai cani (300 metri quadrati). Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco delle Crocerossine Scheda del parco del Cardellino, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Stadio del ghiaccio Agorà
Stadio del ghiaccio Agorà

Lo stadio del ghiaccio Agorà o PalaAgorà è il più importante palaghiaccio della città di Milano. L'impianto nacque su iniziativa di Renato Massa (ex Presidente dell'Hockey Club Milano, ed ex Presidente del rinato Hockey Club Diavoli) e di sua moglie Rosa Bianca Selvaggio che, avvicinati agli sport del ghiaccio dalla passione dei due figli, si resero conto che a Milano non c'erano strutture sufficienti per tutti i giovani che praticavano l'hockey ed il pattinaggio. Infatti, le società sportive e gli atleti di Milano erano costretti ad spostarsi quotidianamente a Bergamo, Como, Varese e Zanica, per poter effettuare gli allenamenti e le attività agonistiche. Da qui nacque loro l'idea di costruire il palazzo del ghiaccio di via Dei Ciclamini. L'ex PalaCandy, oggi Agorà, è stato realizzato in tempi brevi: il 6 marzo 1987 è stata firmata la convenzione tra il Comune di Milano e Renato Massa, Amministratore Unico della Società Sportiva Orchidee Sporting Club srl, ed è stato inaugurato il 7 settembre 1989. Capace di ospitare fino ad un massimo di 4 000 spettatori, ospita attualmente le partite interne dell'Hockey Milano Bears Rossoblu e, temporaneamente a causa dell'indisponibilità del palazzo di casa, il Pala Albani, l'HC Varese. Il palaghiaccio è aperto anche per attività ludico-ricreative durante i giorni in cui l'impianto non viene utilizzato per le partite di hockey su ghiaccio. Oltre all'hockey su ghiaccio ospita esibizioni e gare di pattinaggio artistico, di coppia e sincronizzato. La struttura è chiusa dal 18 gennaio 2023 in attesa di riqualificazione e nuova gestione. Hockey Milano Rossoblu Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio del ghiaccio Agorà Sito ufficiale, su stadioghiaccio.it.

Chiesa di San Giovanni Battista alla Creta
Chiesa di San Giovanni Battista alla Creta

La chiesa di San Giovanni Battista alla Creta è una chiesa parrocchiale di Milano, posta alla periferia sud-occidentale della città, nel quartiere Assisi; fa parte del decanato di Giambellino. Fu costruita su progetto di Giovanni Muzio e consacrata nel 1958 dall’allora Arcivescovo cardinale Montini, divenuto in seguito papa Paolo VI. Intorno alla metà degli anni cinquanta del XX secolo, il forte sviluppo demografico ed edilizio della città di Milano richiese la costruzione di un grande numero di nuove chiese. L'Arcivescovo, cardinale Montini, pensò di appellarsi alla generosità dei milanesi benestanti, invitandoli a contribuire con corpose donazioni. All'appello rispose fra gli altri la vedova dell'industriale Giovanni Cabassi, signora Luisa Farina, che finanziò personalmente la costruzione di una nuova chiesa in località cascina Creta, su un terreno di proprietà della famiglia, intorno al quale stava nascendo un nuovo quartiere residenziale. Per la progettazione della chiesa fu padre Enrico Zucca, fondatore dell'Angelicum, a suggerire l'architetto Giovanni Muzio, già apprezzato progettista di svariati edifici di culto. Muzio elaborò il progetto fra il 1956 e il 1957; la costruzione venne ultimata rapidamente, e la chiesa, denominata "San Giovanni Battista alla Creta", fu consacrata il 19 ottobre 1958 alla presenza dell'arcivescovo Montini. Pochi giorni prima era stata eretta la nuova parrocchia, con territorio ricavato dalle parrocchie del Sacro Cuore Immacolato di Maria in San Sebastiano, dei Santi Naborre e Felice e della Madonna dei Poveri; la parrocchia fu affidata alla provincia lombarda dei frati minori francescani. La chiesa, posta al centro del quartiere, occupa un lotto quadrato di 65 metri di lato, ed ha ingresso ad est ed abside ad ovest, affiancata dal campanile. La chiesa è affiancata su entrambi i lati da edifici più bassi, adibiti a spazi parrocchiali, oratorio e convento. La chiesa ha pianta longitudinale, a navata unica di larghezza crescente, affiancata da due navatelle; essa è preceduta da un atrio trasversale, che dà accesso a due spazi laterali, il battistero e la cappella funeraria della famiglia Cabassi. L'esterno si caratterizza per il contrasto fra l'atrio, basso ed orizzontale, con forme che rimandano al romanico lombardo, e il corpo della chiesa, fortemente dinamico, di altezza e larghezza crescenti; esso si protende anche verso la piazza con un'ardita mensola sospesa. I muri esterni sono rivestiti in mattoni a vista, in parte posati obliquamente, a disegnare motivi geometrici. All'interno vi è un progressivo incremento della luminosità verso il presbiterio, dovuto alla particolare forma della navata; l'altare maggiore è affiancato da quattro altari laterali. Il soffitto è di forma spezzata, con vele ornate da decorazioni pittoriche (autori Mario Zappettini e Giacomo Manzù), che sembrano sospese sulla struttura. Muzio, Milano, Abitare Segesta, 1994, pp. 233-235, ISBN 88-86116-10-1. Cecilia De Carli (a cura di), Le nuove chiese della diocesi di Milano. 1945-1993, Milano, Edizioni Vita e Pensiero, 1994, ISBN 88-343-3666-6. Chiese di Milano Parrocchie dell'arcidiocesi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Giovanni Battista alla Creta