place

Parco Emilio Alessandrini

Giardini di MilanoPagine con mappeVoci con modulo citazione e parametro coautori
Alessandrini 007
Alessandrini 007

Il parco Emilio Alessandrini è un parco di Milano dedicato alla memoria del giudice Emilio Alessandrini, assassinato nel 1979 da Prima Linea, situato nell'adiacente via Tertulliano. Il parco si estende su una superficie di 66.500 m². All'interno è collocata una scultura marmorea commemorativa, opera di Andrea Cascella. Il parco è situato all'estremità sudorientale di Milano, affacciato su piazzale Vincenzo Cuoco, all'imbocco della via Bonfadini (il cui primo tratto è ora inglobato nel parco stesso). Gli alberi presenti sono: acero, ailanto, bagolaro, betulla, frassino, noce, olmo, ontano, quercia, robinia, tiglio, oltre a ombrosi gruppi di noci del Caucaso. Nel parco, movimentato da piccoli rilievi artificiali, esistono due aree gioco distinte, una per i bambini fino agli otto anni e un'altra, più impegnativa, per i ragazzini fino ai quindici. Sono presenti tre campi per il gioco delle bocce e due aree riservate ai cani e, cosa poco frequente all'interno di un recinto, uno spazio riservato agli orti urbani, ciascuno dotato d'acqua per l'irrigazione e attrezzatura di base. Le robuste protezioni interne, in elementi zincati, danno al parco l'aspetto di una successione di recinti in danno della visibilità. Liliana Casieri, Lina Lepera, Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, Comune di Milano, settore ecologia, GAV, 1989. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011 Parchi di Milano Omicidio di Emilio Alessandrini Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Emilio Alessandrini Parco Alessandrini, su comune.milano.it, comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Parco Emilio Alessandrini (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Parco Emilio Alessandrini
Lückstraße, Berlin Rummelsburg

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Parco Emilio AlessandriniContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.449858 ° E 9.227314 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Lückstraße 9
10317 Berlin, Rummelsburg
Deutschland
mapAprire su Google Maps

Alessandrini 007
Alessandrini 007
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Deposito ATM Molise
Deposito ATM Molise

Il Deposito Molise è un'infrastruttura di servizio del trasporto pubblico a Milano per la rimessa e la manutenzione delle vetture filoviarie e automobilistiche dell'ATM. Agli inizi degli anni trenta, la sempre crescente domanda di trasporto pubblico che investì Milano, dovuta principalmente al considerevole aumento demografico di quegli anni e al contemporaneo sviluppo della città, spinse l'allora Azienda Tramviaria Municipale a sperimentare nuovi mezzi di trasporto che potessero affiancare il già affermato tram. Venne realizzata così nel 1933 la prima linea filoviaria in servizio ordinario di Milano, la 81, che collegava piazza Dergano con piazza Spotorno, subito prolungata poi fino a piazzale Loreto. La necessità inoltre degli stessi anni di impiegare fonti energetiche alternative al petrolio, portò ATM a convertire il proprio parco automobilistico a carburanti succedanei, parallelamente al diffondersi di impianti a metano e gassogeni. L'ampliamento del parco mezzi auto-filoviario, che fino a quel momento aveva trovato provvisorio rimessaggio nell'ex deposito di viale Brianza della SAO o in altre collocazioni di fortuna, portò ATM alla realizzazione di un impianto appositamente dedicato, situato lungo la Circonvallazione esterna di Milano, in viale Molise, subito seguito da un secondo impianto, collocato all'incrocio fra viale Stelvio e viale Zara, che prese il nome di Deposito Zara. I lavori per il nuovo deposito cominciarono nel 1937, per concludersi nel 1939: la nuova struttura, che si sviluppava su due livelli coperti, collegati internamente da una rampa, vantava una superficie di circa 11.000 m² e una capacità di ricovero di oltre 200 mezzi. L'impianto era in origine destinato al rimessaggio degli autobus a carburanti succedanei, affiancati dalle vetture a metano (per le quali era stato appositamente predisposto un distributore nel cortile del deposito). Tuttavia la sempre maggiore difficoltà nel reperire carburanti derivati e la sostanziale inaffidabilità di questo genere di vetture, contrapposta invece al successo delle linee filoviarie, e in particolar modo della CE, fecero sì che nel 1943 si dotasse Molise di rete aerea, predisponendolo al ricovero e alla manutenzione delle vetture filoviarie. Contrariamente dunque a quanto previsto in origine, al Deposito Zara venne lasciata solo l'officina generale dei filobus, insieme con il rimessaggio e la manutenzione degli autobus. Nel 1942 una delegazione di tecnici tedeschi si era presentata per visionare l'impianto e in particolare i nuovissimi filobus articolati a tre assi (già ricoverati a Molise), in vista di una possibile realizzazione di rete filoviaria ad Hannover; già in quell'occasione, rimasti positivamente colpiti, la vettura nº 520 era stata prelevata con lo scopo di essere testata in Germania. Nell'autunno del 1944, mentre la rete filoviaria risultava già inservibile da un anno per via dei bombardamenti, alcuni soldati tedeschi si presentarono per requisire 58 fra i nuovi filobus, che vennero caricati su diversi treni merci alla Stazione di Porta Romana, insieme con diversi chilometri di bifilare e altro materiale specifico. Terminata la guerra la quasi totalità della rete e gran parte del parco filoviario risultava irrimediabilmente danneggiato o distrutto dai bombardamenti; ne usciva invece incolume il Deposito Molise, insieme alle vetture ivi sopravvissute. Già nel settembre del 1945 si fu in grado di ripristinare l'esercizio parziale sulla CE, con Molise come unico deposito filoviario della città, posto fra l'altro in una posizione abbastanza strategica per la gestione della suddetta linea. La successiva ripresa del servizio filoviario e la sua progressiva crescita, avvenuta fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta portarono alla creazione nel 1956 di appositi reparti elettricisti e collaudi e alla costruzione nel 1959 di un nuovo deposito filoviario, Novara. Il trasferimento inoltre da Zara a Molise dell'officina generale filoviaria portò ATM a destinare parte del nuovo Deposito Sarca (aperto dal 1968) al rimessaggio dei filobus. Dal 2 maggio 1972 la gestione delle linee 82, 83 e MB passò pertanto interamente a Sarca, con un'abbondante riduzione dei percorsi a vuoto per gli inserimenti in linea delle vetture, insieme con alcune tabelle delle linee 90, 91 e 92. In quegli anni venne realizzato al piano superiore il reparto carrozzeria, mentre al piano terra vennero riorganizzati ed ingranditi i reparti meccanici e quelli elettrici. A partire dalla seconda metà degli anni settanta, con la progressiva riduzione della rete filoviaria, Molise rimase il principale deposito filoviario della città, affiancato solo da Novara. Con la riorganizzazione aziendale del 1998-2000 passò a Molise anche l'officina automobilistica fino a quel momento presente a Zara: in questo modo il deposito diventava l'impianto di riferimento per la manutenzione del settore gomma dell'ATM. Il Deposito Molise si caratterizza principalmente per il corpo principale, ad angolo fra viale Molise e via Cesare Lombroso, alto sei piani e adibito a uffici; qui è collocato il portone d'ingresso del deposito, da cui escono le vetture (essendo fra l'altro raccordato con la rete aerea). Il portone è affiancato da due enormi colonne in pietra, al di sopra delle quali si poteva leggere in passato l'insegna Azienda Tranviaria Milanese, originariamente accompagnata da tre fasci littori per parte. Altri tre ingressi sono invece collocati in via Cesare Lombroso, in viale Molise e in via Abetone. I corpi più bassi del complesso, alle spalle dell'edificio principale, si articolano su due livelli, la cui copertura è affidata a una triplice volta, costituita da arcate in vetro e cemento, sorrette da pilastri in cemento armato. Al pian terreno si trovano l'officina, i serbatoi di rifornimento e le fosse di lavorazione; al piano superiore si trovano altre due officine e l'area di rimessaggio delle vetture filoviarie. All'esterno della rimessa sono presenti un'ulteriore area di posteggio per le vetture e una pista di prova della lunghezza di circa duecento metri, atta alla verifica delle funzionalità e della potenza dell'impianto frenante dei veicoli. In passato era inoltre presente (fin dal progetto, come prescritto dall'Unione nazionale protezione antiaerea) un ricovero antiaereo. AAVV, FILOVIA - La Filovia Milanese tra Storia e Innovazione, Azienda Trasporti Milanesi, Milano, 2009 - pp. 10–15 Rete filoviaria di Milano

Calvairate
Calvairate

Calvairate (Calvairaa in dialetto milanese, AFI: [kalvaiˈrɑː]) è un quartiere di Milano posto nella zona orientale della città, appartenente al Municipio 4. Il nome Calvairate deriva dall'antica cappella dedicata a Santa Maria Nascente e al monte Calvario, in latino "mons Calvarius", fatta costruire da alcuni crociati di ritorno dalla Terra Santa probabilmente nel XII o XIII secolo. L'antico borgo agricolo, di cui è stata cancellata ogni testimonianza, si sviluppava nell'area attualmente occupata da piazzale Ferdinando Martini, e si centrava sulla locale parrocchia di Santa Maria Nascente, costruita nel 1581 per volere dell'arcivescovo Carlo Borromeo su progetto di Pellegrino Tibaldi. La zona era abitata da poco più di mille persone e faceva parte dei Corpi Santi di Porta Orientale. Il borgo di Calvairate fu poi annesso al comune Milano nel 1873. Nei primi decenni del Novecento anche quest'area di città iniziò ad espandersi. Il piano regolatore Pavia-Masera disegnò due grandi piazze (Martini ed Insubria), collegate da un ampio viale alberato (via Laura Ciceri Visconti), destinate a diventare il fulcro del quartiere circostante. Il nuovo piano urbanistico cancellò la chiesa cinquecentesca e la Giazzera de Calvairaa, la ghiacciaia più grande di tutta Milano. Nel 1912 fu costruito ad est del quartiere (odierno viale Molise) il nuovo macello della città, trasferito da piazza Sant'Agostino. L'area di Calvairate venne urbanizzata secondo le previsioni del piano Pavia-Masera del 1912. Inizialmente, a partire dagli anni venti, sorsero alcuni complessi di case popolari. Successivamente, fino al secondo dopoguerra, seguirono gli edifici di edilizia libera. L'area, ad alta densità edilizia, è comunque ricca di aree verdi ben disegnate e molto apprezzate. Nel 1927 venne decisa la costruzione della nuova chiesa, completata nel 1929, che sorse sull'isolato compreso fra le vie Ennio e Lattanzio e che prese il nome della demolita Santa Maria Nascente con l’aggiunta della dedica a San Pio V. Dal 1965 ha sede in via Cesare Lombroso il mercato ortofrutticolo più grande d'Italia. Il quartiere di Calvairate è attraversato nella sua parte occidentale dalla circonvallazione esterna (della 90/91). Calvairate non è servita da stazioni della metropolitana o ferroviarie. Tuttavia, poco distante dai confini con il quartiere si trovano, all'interno della confinante Zona delle Regioni, la stazione di Porta Vittoria, servita da treni suburbani di Trenord (linee S1, S2, S5, S6 e S13), e all'interno del quartiere di Porta Romana, l'omonima stazione ferroviaria, servita da treni suburbani (linea S9), e la stazione di Piazzale Lodi della linea M3 della metropolitana. Varie linee di autobus, di tram e di filobus, gestite da ATM, collegano Calvairate ai quartieri limitrofi, al centro di Milano e a tutti i quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Calvairate potrebbe essere servita, in un eventuale futuro, da una stazione ferroviaria della cintura ferroviaria, che lambisce il quartiere a est. Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) del 2015, presentato dal comune di Milano, infatti, accarezzava l'ipotesi della costruzione di nuove stazioni ferroviarie lungo la cintura ferroviaria, tra cui, una all'altezza di Via Zama. Corpi Santi di Milano Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Milano) Parco Vittorio Formentano Stazione di Milano Porta Vittoria Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calvairate

Parco Gino Cassinis
Parco Gino Cassinis

Il parco Cassinis, noto come parco delle Rose, è un parco della città di Milano. È intitolato a Gino Cassinis, rettore del Politecnico, presidente dell'Accademia dei Lincei e sindaco di Milano dal 21 gennaio 1961 alla sua morte, il 13 gennaio 1964. È stato realizzato a Rogoredo su un'area in precedenza appartenuta all'abbazia di Chiaravalle, che i monaci bonificarono a partire dall'XI secolo e coltivarono a riso dopo la metà del XVI e conosciuta anche come Porto di Mare. Milano era collegata al mare Adriatico, via Ticino-Po, dal 16 agosto 1819 quando fu inaugurato e definitivamente aperto il naviglio Pavese e fino all'unità d'Italia vi furono anche diversi tentativi di collegare direttamente Venezia e il lago Maggiore con regolari linee a vapore. I traffici comunque, indipendentemente dal tipo di natanti, erano intensi. Al loro ulteriore sviluppo si opponevano due ostacoli tecnici di grande peso: la sezione dei canali, e il posizionamento della Darsena di Porta Ticinese, il porto nel centro cittadino da decentrare. Nei decenni successivi all'Unità, le finanze del Regno non consentivano investimenti di tale portata, anche perché la rete dei trasporti preunitaria era frammentata a causa dei confini da poco caduti e del Lombardo-Veneto che aveva una rete viaria e ferroviaria eccellente ma orientata da ovest a est e le risorse disponibili dovettero essere indirizzate soprattutto ai collegamenti nord-sud. A Milano, lo sbocco diretto al mare era una costante del pensiero politico-economico e trasportistico fino dal medio evo o, secondo Landolfo Seniore, addirittura dai tempi romani, quando la Vettabbia, navigabile, consentiva attraverso il Lambro il raggiungimento del Po e del mare Adriatico. Alla fine del XIX secolo, l'aggiornamento tecnologico delle vie navigabili era di conseguenza al vertice della considerazione di imprenditori e politici. Nel 1907 fu approvato dal comune un progetto che prevedeva la completa risistemazione della navigazione Po-Svizzera e nell'ambito di tale progetto, il nuovo porto doveva sorgere sull'area dell'attuale parco. Il cantiere fu aperto nel 1919 e diede luogo, per affioramento, a un bacino che fu colmato con materiale di riporto soltanto negli anni cinquanta. Nel frattempo i lavori, sia "in porto" sia lungo il canale furono interrotti e ripresi svariate volte e a Rogoredo aprì uno stabilimento balneare con relativo dancing, il parco delle Rose appunto, e un nuovo piccolo paradiso per i pescatori. Il parco Cassinis è il più naturale fra tutti quelli cittadini: è un grande prato ondulato (a causa dei riempimenti), solo parzialmente boscato a nord parallelamente al raccordo per l'autostrada del Sole verso San Donato Milanese. Non è cintato. Ha una strada asfaltata che ne traccia la mezzeria. Tra gli alberi presenti si possono citare l'acero, l'olmo, l'ontano, il platano, la robinia, la quercia, il tiglio e begli esemplari di salice piangente. Giuseppe Baselli, Il porto di Milano e i canali di allacciamento ai vecchi navigli, Milano: Tip. Il popolo d'Italia, 1941. Italo Vandone, Milano porto di mare, Milano: Collegio degli Ingegnerie Architetti di Milano, 1924. Antonio Columbo, Contributo di idee per il nuovo piano regolatore di Milano: il canalenavigabile, il porto e la sistemazione idraulica di Milano, Milano: Ufficio Tecnico Comunale, 1945. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Comune di Milano - Arredo, Decoro Urbano e Verde - Settore Tecnico Arredo Urbano e Verde, 50+ parchi giardini, Comune di Milano / Paysage. ed. 2010/2011. Parchi di Milano Porto di Mare Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Gino Cassinis Parco Cassinis, su comune.milano.it, comune di Milano. URL consultato il 13 gennaio 2011.