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Stazione di Milano Porta Vittoria

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Stazione di Milano Vittoria binari
Stazione di Milano Vittoria binari

La stazione di Milano Porta Vittoria è una stazione impresenziata del passante ferroviario di Milano. È ubicata in viale Molise, nel quartiere di Calvairate, nel lato orientale della città.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione di Milano Porta Vittoria (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione di Milano Porta Vittoria
Viale Molise, Milano Municipio 4

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Viale Molise

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20137 Milano, Municipio 4
Lombardia, Italia
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Stazione di Milano Vittoria binari
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Luoghi vicini

Deposito ATM Molise
Deposito ATM Molise

Il Deposito Molise è un'infrastruttura di servizio del trasporto pubblico a Milano per la rimessa e la manutenzione delle vetture filoviarie e automobilistiche dell'ATM. Agli inizi degli anni trenta, la sempre crescente domanda di trasporto pubblico che investì Milano, dovuta principalmente al considerevole aumento demografico di quegli anni e al contemporaneo sviluppo della città, spinse l'allora Azienda Tramviaria Municipale a sperimentare nuovi mezzi di trasporto che potessero affiancare il già affermato tram. Venne realizzata così nel 1933 la prima linea filoviaria in servizio ordinario di Milano, la 81, che collegava piazza Dergano con piazza Spotorno, subito prolungata poi fino a piazzale Loreto. La necessità inoltre degli stessi anni di impiegare fonti energetiche alternative al petrolio, portò ATM a convertire il proprio parco automobilistico a carburanti succedanei, parallelamente al diffondersi di impianti a metano e gassogeni. L'ampliamento del parco mezzi auto-filoviario, che fino a quel momento aveva trovato provvisorio rimessaggio nell'ex deposito di viale Brianza della SAO o in altre collocazioni di fortuna, portò ATM alla realizzazione di un impianto appositamente dedicato, situato lungo la Circonvallazione esterna di Milano, in viale Molise, subito seguito da un secondo impianto, collocato all'incrocio fra viale Stelvio e viale Zara, che prese il nome di Deposito Zara. I lavori per il nuovo deposito cominciarono nel 1937, per concludersi nel 1939: la nuova struttura, che si sviluppava su due livelli coperti, collegati internamente da una rampa, vantava una superficie di circa 11.000 m² e una capacità di ricovero di oltre 200 mezzi. L'impianto era in origine destinato al rimessaggio degli autobus a carburanti succedanei, affiancati dalle vetture a metano (per le quali era stato appositamente predisposto un distributore nel cortile del deposito). Tuttavia la sempre maggiore difficoltà nel reperire carburanti derivati e la sostanziale inaffidabilità di questo genere di vetture, contrapposta invece al successo delle linee filoviarie, e in particolar modo della CE, fecero sì che nel 1943 si dotasse Molise di rete aerea, predisponendolo al ricovero e alla manutenzione delle vetture filoviarie. Contrariamente dunque a quanto previsto in origine, al Deposito Zara venne lasciata solo l'officina generale dei filobus, insieme con il rimessaggio e la manutenzione degli autobus. Nel 1942 una delegazione di tecnici tedeschi si era presentata per visionare l'impianto e in particolare i nuovissimi filobus articolati a tre assi (già ricoverati a Molise), in vista di una possibile realizzazione di rete filoviaria ad Hannover; già in quell'occasione, rimasti positivamente colpiti, la vettura nº 520 era stata prelevata con lo scopo di essere testata in Germania. Nell'autunno del 1944, mentre la rete filoviaria risultava già inservibile da un anno per via dei bombardamenti, alcuni soldati tedeschi si presentarono per requisire 58 fra i nuovi filobus, che vennero caricati su diversi treni merci alla Stazione di Porta Romana, insieme con diversi chilometri di bifilare e altro materiale specifico. Terminata la guerra la quasi totalità della rete e gran parte del parco filoviario risultava irrimediabilmente danneggiato o distrutto dai bombardamenti; ne usciva invece incolume il Deposito Molise, insieme alle vetture ivi sopravvissute. Già nel settembre del 1945 si fu in grado di ripristinare l'esercizio parziale sulla CE, con Molise come unico deposito filoviario della città, posto fra l'altro in una posizione abbastanza strategica per la gestione della suddetta linea. La successiva ripresa del servizio filoviario e la sua progressiva crescita, avvenuta fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta portarono alla creazione nel 1956 di appositi reparti elettricisti e collaudi e alla costruzione nel 1959 di un nuovo deposito filoviario, Novara. Il trasferimento inoltre da Zara a Molise dell'officina generale filoviaria portò ATM a destinare parte del nuovo Deposito Sarca (aperto dal 1968) al rimessaggio dei filobus. Dal 2 maggio 1972 la gestione delle linee 82, 83 e MB passò pertanto interamente a Sarca, con un'abbondante riduzione dei percorsi a vuoto per gli inserimenti in linea delle vetture, insieme con alcune tabelle delle linee 90, 91 e 92. In quegli anni venne realizzato al piano superiore il reparto carrozzeria, mentre al piano terra vennero riorganizzati ed ingranditi i reparti meccanici e quelli elettrici. A partire dalla seconda metà degli anni settanta, con la progressiva riduzione della rete filoviaria, Molise rimase il principale deposito filoviario della città, affiancato solo da Novara. Con la riorganizzazione aziendale del 1998-2000 passò a Molise anche l'officina automobilistica fino a quel momento presente a Zara: in questo modo il deposito diventava l'impianto di riferimento per la manutenzione del settore gomma dell'ATM. Il Deposito Molise si caratterizza principalmente per il corpo principale, ad angolo fra viale Molise e via Cesare Lombroso, alto sei piani e adibito a uffici; qui è collocato il portone d'ingresso del deposito, da cui escono le vetture (essendo fra l'altro raccordato con la rete aerea). Il portone è affiancato da due enormi colonne in pietra, al di sopra delle quali si poteva leggere in passato l'insegna Azienda Tranviaria Milanese, originariamente accompagnata da tre fasci littori per parte. Altri tre ingressi sono invece collocati in via Cesare Lombroso, in viale Molise e in via Abetone. I corpi più bassi del complesso, alle spalle dell'edificio principale, si articolano su due livelli, la cui copertura è affidata a una triplice volta, costituita da arcate in vetro e cemento, sorrette da pilastri in cemento armato. Al pian terreno si trovano l'officina, i serbatoi di rifornimento e le fosse di lavorazione; al piano superiore si trovano altre due officine e l'area di rimessaggio delle vetture filoviarie. All'esterno della rimessa sono presenti un'ulteriore area di posteggio per le vetture e una pista di prova della lunghezza di circa duecento metri, atta alla verifica delle funzionalità e della potenza dell'impianto frenante dei veicoli. In passato era inoltre presente (fin dal progetto, come prescritto dall'Unione nazionale protezione antiaerea) un ricovero antiaereo. AAVV, FILOVIA - La Filovia Milanese tra Storia e Innovazione, Azienda Trasporti Milanesi, Milano, 2009 - pp. 10–15 Rete filoviaria di Milano

Fontana monumento a Giuseppe Grandi
Fontana monumento a Giuseppe Grandi

La fontana monumento a Giuseppe Grandi è situata a Milano nella omonima piazza, lungo Corso XXII Marzo. Dedicata allo scultore Giuseppe Grandi, fu realizzata da Werther Sever e Emil Noel Winderling nel 1936, e nasconde uno dei primi rifugi antiaerei di Milano. La fontana è opera del milanese Werther Sever, allievo di Adolfo Wildt, e di Emil Noel Winderling, entrambi vincitori del bando indetto nel 1930 dal ‘Comitato per un monumento allo scultore Giuseppe Grandi’, rappresentante della scapigliatura lombarda e autore del Monumento celebrativo a Cesare Beccaria e del Monumento ai caduti delle Cinque Giornate di Milano, situati nelle piazze omonime. Venne inaugurata il 30 novembre 1936. L’aspetto della Piazza rientra nelle disposizioni del piano urbanistico Beruto che diede il via a una serie di interventi che segnarono profondamente la storia urbana di Milano. La struttura e la singolare posizione della fontana, che sorge su una piccola collina artificiale, avevano lo scopo di nascondere un rifugio antiaereo che poteva ospitare più di 400 persone, e che venne utilizzato durante i bombardamenti di Milano della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra il rifugio è rimasto chiuso e in stato di abbandono fino al febbraio 2016, quando hanno avuto inizio i lavori di restauro che hanno interessato sia la fontana che il rifugio stesso. Quest’ultimo è stato aperto al pubblico e reso fruibile, sebbene in modo discontinuo, con l’organizzazione di visite guidate. L’intervento ha riguardato principalmente il rifacimento dell’impianto elettrico, dell’impianto idrico e la ripulitura degli interni del rifugio, nel rispetto delle numerose scritte originali. L’inaugurazione ha avuto luogo il 27 febbraio 2017 alla presenza del sindaco Giuseppe Sala. L’opera nel suo complesso è costituita da una grande vasca rettangolare a riciclo di 400 mq circondata da larghe gradinate in masselli di granito bianco di Montorfano. Su un angolo delle gradinate è posta una grande colonna squadrata alta 13 m che funge da condotto di aerazione del rifugio, e da cui sgorga la cascata d’acqua che alimenta la fontana. Sull’angolo opposto si erge una scultura di bronzo dedicata a Giuseppe Grandi. La statua, di dimensioni monumentali, raffigura un giovane nudo proteso in avanti, come ad ammirare la cascata d’acqua, e intende rappresentare, nelle intenzioni dell’artista, lo stupore dell’uomo dinnanzi alla natura. Proprio per rispettare questa simbologia, la spessa formazione calcarea ricoperta di muschio che si è formata sulla colonna di marmo nel corso degli anni non è stata rimossa nella fase di restauro. Costruito successivamente ai rifugi della Stazione Centrale e dell’Istituto Virgilio di Piazza Ascoli, esso fu uno dei primi rifugi ad uso pubblico costruiti a Milano. In calcestruzzo armato, realizzato in fase con la fontana soprastante, ha una pianta rettangolare di 23x17 m, un’area di 215 mq e consta di 20 celle di dimensioni variabili. La capienza è di 430 persone, ed è classificato come 'ricovero' di 'ambiente popolare' (secondo una classificazione che divide in: popolarissimo, popolare, medio, misto, buono, signorile). A causa del suo posizionamento sottostante la fontana, non tutte le stanze (denominate “celle”) hanno la stessa altezza, e solo le 6 centrali sono adibite a rifugio, mentre le altre fungono da corridoi. Si presume che sia rimasto attivo fino al 1943, e in seguito sia stato chiuso perché considerato insicuro. Malgrado sia ubicato sotto una fontana, il rifugio non è dotato di acqua corrente (l’acqua potabile era contenuta in secchi metallici appesi a ganci posti sulle pareti). Al suo interno è ancora visibile la segnaletica a muro a vernice nera indicante le uscite di sicurezza, indispensabile per orientare le persone che vi trovavano rifugio durante i bombardamenti, nonché altre indicazioni generiche, quali, ad esempio, il divieto di fumo, il divieto di introdurre cani, la posizione dell’acqua potabile, il gabinetto. I punti di accesso al rifugio erano costituiti da due scalinate contrapposte situate lungo i lati corti della fontana, e sugli stessi lati si trovavano anche le due uscite di sicurezza. Di questi accessi ora ne rimane solo uno, sul lato occidentale, utilizzato un tempo dal personale del Comune di Milano per accedere agli impianti idraulici della fontana, e diventato oggi, in seguito alla ristrutturazione, porta d’accesso unica al rifugio. Maria Antonietta Breda, Milano 5 ottobre 1940 : i rifugi antiaerei pubblici del comune di Milano, Lo Scarabeo, 2015, ISBN 978-88-8478-137-6, OCLC 1126389954. Maria Antonietta Breda, Milano: rifugi antiaerei : scudi degli inermi contro l'annientamento, Lo Scarabeo, 2012, ISBN 978-88-8478-130-7, OCLC 849568598. Luoghi e architetture della transizione : 1919-1939 : i sistemi difensivi di confine e la protezione antiaerea nelle città : storia, conservazione, riuso = Sites and architectural structures of the transition period : 1919-1939 : border defense system and air raid protection in the cities : history, conservation, reuse, BAR publishing, 2014, ISBN 978-1-4073-1317-7. Gianluca Padovan, Archeologia del sottosuolo: Lettura e studio delle cavità artificiali, BAR publishing, 2012, ISBN 978-1841717166. Monumenti di Milano Statue e sculture di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fontana monumento a Giuseppe Grandi Piazza Grandi, Milano. Ex Rifugio Antiaereo,, su arch-edil.it. URL consultato il 01/07/2021. Fontana – monumento di piazza Grandi, su fontanedimilano.it. URL consultato il 01/07/2021. Milano. Un monumento, una fontana e il rifugio antiaereo di Piazza Grandi su archeologiadelsottosuolo.com/. URL consultato il 01/07/2021. Rifugio antiaereo di piazza Grandi - Milano Panoramica (fotografie e videoregistrazione di una visita al rifugio). URL consultato il 01/07/2021.

Calvairate
Calvairate

Calvairate (Calvairaa in dialetto milanese, AFI: [kalvaiˈrɑː]) è un quartiere di Milano posto nella zona orientale della città, appartenente al Municipio 4. Il nome Calvairate deriva dall'antica cappella dedicata a Santa Maria Nascente e al monte Calvario, in latino "mons Calvarius", fatta costruire da alcuni crociati di ritorno dalla Terra Santa probabilmente nel XII o XIII secolo. L'antico borgo agricolo, di cui è stata cancellata ogni testimonianza, si sviluppava nell'area attualmente occupata da piazzale Ferdinando Martini, e si centrava sulla locale parrocchia di Santa Maria Nascente, costruita nel 1581 per volere dell'arcivescovo Carlo Borromeo su progetto di Pellegrino Tibaldi. La zona era abitata da poco più di mille persone e faceva parte dei Corpi Santi di Porta Orientale. Il borgo di Calvairate fu poi annesso al comune Milano nel 1873. Nei primi decenni del Novecento anche quest'area di città iniziò ad espandersi. Il piano regolatore Pavia-Masera disegnò due grandi piazze (Martini ed Insubria), collegate da un ampio viale alberato (via Laura Ciceri Visconti), destinate a diventare il fulcro del quartiere circostante. Il nuovo piano urbanistico cancellò la chiesa cinquecentesca e la Giazzera de Calvairaa, la ghiacciaia più grande di tutta Milano. Nel 1912 fu costruito ad est del quartiere (odierno viale Molise) il nuovo macello della città, trasferito da piazza Sant'Agostino. L'area di Calvairate venne urbanizzata secondo le previsioni del piano Pavia-Masera del 1912. Inizialmente, a partire dagli anni venti, sorsero alcuni complessi di case popolari. Successivamente, fino al secondo dopoguerra, seguirono gli edifici di edilizia libera. L'area, ad alta densità edilizia, è comunque ricca di aree verdi ben disegnate e molto apprezzate. Nel 1927 venne decisa la costruzione della nuova chiesa, completata nel 1929, che sorse sull'isolato compreso fra le vie Ennio e Lattanzio e che prese il nome della demolita Santa Maria Nascente con l’aggiunta della dedica a San Pio V. Dal 1965 ha sede in via Cesare Lombroso il mercato ortofrutticolo più grande d'Italia. Il quartiere di Calvairate è attraversato nella sua parte occidentale dalla circonvallazione esterna (della 90/91). Calvairate non è servita da stazioni della metropolitana o ferroviarie. Tuttavia, poco distante dai confini con il quartiere si trovano, all'interno della confinante Zona delle Regioni, la stazione di Porta Vittoria, servita da treni suburbani di Trenord (linee S1, S2, S5, S6 e S13), e all'interno del quartiere di Porta Romana, l'omonima stazione ferroviaria, servita da treni suburbani (linea S9), e la stazione di Piazzale Lodi della linea M3 della metropolitana. Varie linee di autobus, di tram e di filobus, gestite da ATM, collegano Calvairate ai quartieri limitrofi, al centro di Milano e a tutti i quartieri che sorgono lungo la circonvallazione. Calvairate potrebbe essere servita, in un eventuale futuro, da una stazione ferroviaria della cintura ferroviaria, che lambisce il quartiere a est. Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) del 2015, presentato dal comune di Milano, infatti, accarezzava l'ipotesi della costruzione di nuove stazioni ferroviarie lungo la cintura ferroviaria, tra cui, una all'altezza di Via Zama. Corpi Santi di Milano Chiesa di Santa Maria del Suffragio (Milano) Parco Vittorio Formentano Stazione di Milano Porta Vittoria Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calvairate

Campo di viale Lombardia
Campo di viale Lombardia

Il campo di Viale Lombardia fu un campo sportivo della città di Milano, sede degli incontri calcistici interni del Milan dal febbraio 1920 al luglio 1926. La struttura, di proprietà del Milan ospitò diverse manifestazioni, riguardanti ad esempio l'atletica leggera, e 6 incontri della Nazionale italiana di calcio. Disponeva di una grande tribuna in cemento armato in grado di accogliere 20 000 spettatori circa, una spaziosa gradinata ed una villetta ospitante la direzione e gli spogliatoi. Si trovava nell'isolato compreso tra viale Campania, via Sismondi, via Ostiglia e via Zanella. Il campo era disposto nel modo seguente: lato nord: ingresso sull'attuale via Sismondi; lato ovest: tribuna coperta sull'odierna viale Campania (in precedenza viale Lombardia); lato sud: via Zanella; lato est: gradinata scoperta sull'attuale via Ostiglia. Del campo ad oggi rimangono lo châlet (usato per il tennis) al fianco dell'ingresso (con spogliatoi e uffici), ed un piccolo tratto di muro lungo via Ostiglia. Su un muro interno al fianco dello chalet (angolo nord ovest) è ancora oggi visibile un logo in ceramica con lo stemma del Milan Football Club (denominazione societaria di allora), sotto al quale era posta una targa (poi rimossa) con l'elenco dei soci rosso-neri caduti durante la Grande Guerra. L'impianto fu di proprietà del Milan, la cui prima squadra in precedenza giocò dapprima al Velodromo Sempione ed in seguito per pochi mesi al Campo Pirelli. L'indisponibilità del Velodromo fece sì che i rossoneri facessero costruire la struttura di viale Lombardia e la utilizzassero dal 1920 sino al 1926, anno in cui fu pronto lo Stadio San Siro. L'incontro di debutto nell'impianto di viale Lombardia fu col Legnano, gara che il Milan vinse 3-1. Lo Sport Club Italia a partire dal 1922 venne ospitato dal Milan F.C. su questo campo, poi diventato via Sismondi. Attorno al campo di calcio c'era una pista per gare di atletica in terra battuta. Il 1º gennaio 1923 la struttura ospitò l'incontro Italia-Germania conclusosi 3-1. L'Italia giocò anche altre volte sul terreno di gioco di viale Lombardia: contro la Svizzera, il Belgio, la Spagna e l'Ungheria. Oggi l'area su cui era situato un tempo il campo da calcio è occupata dal Tennis Club Lombardo. L'ingresso del circolo tennistico coincide con lo châlet del Milan costruito nel 1919. Almanacco illustrato del Milan, 1ª ed., Panini, 1999. Almanacco illustrato del calcio, Modena, Edizioni Panini, varie edizioni (dal 1971 a oggi). Cinquant'anni di sport - Sport Club Italia 1908-1958, Milano, Sport Club Italia, 1958. La gazzetta dello sport, Milano, dal 1898 a oggi, giornale sportivo conservato microfilmato dalla Biblioteca Nazionale Braidense a Milano nella Mediateca Santa Teresa in via Moscova 28, oppure dalla Biblioteca comunale centrale di Milano a Palazzo Sormani. Sport a Milano

Campo Acquabella
Campo Acquabella

Il campo Acquabella è stato un campo di calcio a 11 situato nell'allora periferia est della città di Milano, nel rione dell'Acquabella, presso l'odierno piazzale Dateo. Ha ospitato le gare interne del Milan dal marzo 1903 al febbraio 1905. Il terreno del campo di gioco era affondato tra un argine e un rilievo, era ampio ed erboso. La sopraelevazione su due lati del campo offrì delle tribunette "naturali", da cui il pubblico poteva seguire l'incontro. L'ingresso non si pagava, tuttavia c'era chi provvedeva ad affittare delle sedie, allo scopo di assistere alle partite da seduti. Il campo era protetto da una recinzione tramite una corda legata a dei paletti. L'area fu scelta dal presidente rosso-nero Piero Pirelli, che ne fece il nuovo campo da calcio del Milan. La squadra meneghina dovette abbandonare il Campo Trotter un po' per le precarie condizioni in cui versava, ma anche perché in quell'area era prevista la costruzione della stazione ferroviaria centrale. Uno dei vantaggi costituiti dal campo Acquabella, forse ancora più modesto del Trotter fu che a differenza di quest'ultimo, veniva impegnato esclusivamente per il calcio. L'incontro di debutto nel nuovo campo da gioco fu un'amichevole Milan-Genoa del 15 marzo 1903, che finì 2-2. Nello stesso giorno si disputò anche un'altra partita, con le seconde squadre sempre di Milan e Genoa, e l'incontro terminò 3-1 per i rosso-neri. Un avviso inerente all'evento delle due gare inaugurali asserì che il ricavato dell'evento sarebbe stato in parte destinato al Ricovero Veterani di Turate. Nel 1906 il Milan abbandonò l'Acquabella per trasferirsi in un'altra struttura, il campo di Porta Monforte. Oggi l'area corrispondente al campo Acquabella è occupata dall'isolato compreso tra via M.Melloni e via Compagnoni. Almanacco illustrato del Milan, 1ª ed., Panini, 1999. Sport a Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su campo Acquabella

Palazzina Liberty (Milano)
Palazzina Liberty (Milano)

La Palazzina Liberty è un edificio storico in stile liberty di Milano situato all'interno del Parco Vittorio Formentano in largo Marinai d'Italia. Progettata nel 1908 dall'architetto Alberto Migliorini, faceva originariamente parte del Verziere, l'antico mercato ortofrutticolo esistito dal 1911 al 1965. È l'unica struttura ancora oggi rimasta dell'antico complesso. È caratterizzata dalle ampie vetrate, da una facciata in classico stile Art Nouveau e dai motivi decorativi interni delle piastrelle in ceramica. In origine era sede di un caffè-ristorante all'interno del Verziere, e rappresentava un punto di riunione per le varie contrattazioni tra i mercanti. Dopo il trasferimento del mercato in un'altra zona di Milano, la Palazzina Liberty ha versato in stato di abbandono per diversi anni. Nel corso degli anni settanta (1974-1980) l'edificio viene concesso in uso al "Collettivo teatrale la Comune" di Dario Fo, che lo adotta come sede teatrale per i propri spettacoli. Nel 1980 la Palazzina diviene sede della Civica Banda di Milano. Nel 1992 vengono completati i lavori di ristrutturazione e la Palazzina Liberty viene destinata ad iniziative di carattere ricreativo e culturale. Dal 1994 l'Orchestra da Camera Milano Classica vi svolge la propria stagione concertistica; è stata la sede del Festival "Senza Parole", rassegna di film muti accompagnati da colonne sonore dal vivo. Dal 2005 al 2015 è stata anche sede della Casa della Poesia. Nell'ottobre 2017 la Palazzina è stata intitolata a Dario Fo e Franca Rame. Liberty a Milano Parco Vittorio Formentano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Palazzina Liberty La Palazzina Liberty, su milanoclassica.it. URL consultato il 10-3-2011 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2011). La Palazzina Liberty , su milanevent.net. URL consultato il 10-3-2011.

Parco Vittorio Formentano
Parco Vittorio Formentano

Il parco Vittorio Formentano, noto anche come parco di Largo Marinai d'Italia, è un parco milanese di 72320 m², situato tra corso XXII Marzo e viale Umbria, senza recinzione e quindi sempre accessibile. È dedicato alla memoria di Vittorio Formentano, fondatore nel 1927 dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue. Fu costituito nel 1969 dove sorgeva dal 1911 il mercato ortofrutticolo, trasferitovi dal Verziere e poi spostato nell'attuale sede di via Lombroso. L'area era prima occupata da un fortino austriaco oggetto di scontri durante le Cinque Giornate. L'ambizioso progetto iniziale dell'architetto Luigi Caccia Dominioni che prevedeva per il parco colline e fontane è stato fortemente ridimensionato in corso d'opera. Nei giardini, quasi al vertice nordoccidentale, si trova la grande fontana con il monumento dello scultore Francesco Somaini dedicato ai marinai d'Italia caduti nella Seconda guerra mondiale che diede il primo nome al parco intitolato, nel 1987, al fondatore dell'AVIS, Vittorio Formentano, alla cui memoria è dedicata una scultura in bronzo della scultrice italo-ungherese Eva Olàh raffigurante due donatori di sangue. Nel parco sorge la Palazzina Liberty, che ospitava il vecchio bar centrale del mercato. Questo edificio ha assunto un ruolo rilevante nella vita culturale della città e ospita, oltre una scuola musicale, concerti, mostre e convegni, dopo essere stata sede, dal 1974 al 1980, del Collettivo teatrale la Comune di Dario Fo e Franca Rame. Non fu, agli inizi, un semplice "inquilinato", ma un'occupazione cui il comune, retto da Aldo Aniasi, si oppose in ogni modo possibile. Recentemente al suo interno ha preso forma il progetto Casa della poesia. Tra le principali specie arboree presenti, ricordiamo l'acero riccio, l'acero campestre, l'acero americano e l'acero di monte, la farnia, il ginko biloba, l'ippocastano, l'olmo, il pino nero, il platano, la sophora, il tiglio selvatico, il carpino bianco, l'ontano nero e quello napoletano, il liquidambar, il cedro dell'Atlante e il cedro del Libano, la magnolia, la paulonia, l'albero dei tulipani e il ciliegio da fiore. Tra le attrezzature: due aree apparecchiate per il gioco dei bambini, due campi coperti per il gioco delle bocce, un campo per pallavolo/basket, un tavolo da ping-pong e quattro spazi recintati per i cani per oltre quindicimila metri quadrati. Liliana Casieri, Lina Lepera, Anna Sanchioni, Itinerari nel verde a Milano, Comune di Milano, settore ecologia, GAV, 1989. Alma Lanzani Abbà, Pia Meda, Alberi a Milano, Milano, CLESAV, giugno 1985, ISBN 978-88-7064-118-9. AA. VV., Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997. Parchi di Milano Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parco Formentano Scheda del Parco Formentano, su comune.milano.it, Comune di Milano. URL consultato il 12 novembre 2011.