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Grattacielo Lancia

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Paolo Monti Servizio fotografico BEIC 6355805
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Il grattacielo Lancia, ufficialmente palazzo Lancia, è un edificio di Torino. Si trova in via Vincenzo Lancia, nel quartiere cittadino di Borgo San Paolo. Voluto da Gianni Lancia per essere la sede della direzione dell'omonima casa automobilistica, fu progettato nel 1953 dall'architetto Nino Rosani, con la collaborazione dello studio Giò Ponti e fu sede della Lancia fino al 1969. Viene colloquialmente appellato "Pollice" dagli abitanti della zona. Costruito tra il 1954 e il 1957, il grattacielo fu acquisito nel 1969 dalla FIAT insieme a tutta l'area produttiva Lancia circostante, e restò di proprietà della maggiore casa automobilistica italiana fino al 2005, quando venne ceduto con una joint venture alla Beni Stabili e alla Gefim, per poi essere nuovamente rivenduto in blocco nel 2008 a un investitore privato. Ulteriori rimodellamenti portarono alla riorganizzazione degli spazi interni, variandone anche parzialmente la destinazione d'uso da commerciale a residenziale, prevedendo dal nono al sedicesimo piano unità immobiliari di grande prestigio; tuttavia queste non furono mai costruite in quanto la crisi immobiliare iniziata nel 2007-2008 portò successivamente, nel 2014, al fallimento dell'azienda che intendeva attuare la riconversione. Nonostante sia rimasto in parte inutilizzato fino al 2017, oggi il palazzo è completamente occupato da uffici aziendali. L'edificio è a tutt'oggi uno dei simboli della città, costituendo il potenziale epicentro del nuovo quartiere residenziale e terziario sorto recentemente nelle aree adiacenti, a seguito della demolizione dell'obsoleta area industriale Lancia. Costruito dalla Italcementi su progetto dell'architetto Nino Rosani, il Grattacielo Lancia, con i suoi 70 metri di altezza, fu concepito per divenire l'elemento di connessione tra i due insediamenti industriali preesistenti e definitivamente dismessi nel 2007. La nota particolarità dell'edificio risiede infatti nel sorgere a cavallo della sottostante via Vincenzo Lancia (già via Montenegro fino al 1945, poi via Braccini) grazie alla struttura a ponte di travi reticolari in cemento armato poggianti su due basi a diedro. L'influenza dell'architetto Gio Ponti è percepibile dai molteplici riferimenti al Grattacielo Pirelli: la disposizione planimetrica che distribuisce gli uffici lungo le due facciate vetrate e l'alloggiamento di servizi, scale e ascensori nelle due estremità a pianta trapezoidale. Entrambe le facciate principali presentano ampie vetrate a specchio che scandiscono i 16 piani, mentre i prospetti laterali sono caratterizzati da finestre a incasso lungo tutta l'altezza dell'edificio. Fino al 2005 sul tetto dell'edificio era presente la grande insegna del marchio Lancia. Marco Centenari, La favolosa Lancia. La storia, le macchine, le vittorie, Milano, Editoriale Domus, 1976. Alga D. Foschi, La parabola storica della Lancia attraverso la lettura dei bilanci, in Le carte scoperte. Documenti raccolti e ordinati per un archivio storico della Lancia, Milano, Franco Angeli, 1990. Antonello Barocci, La fabbrica di Borgo San Paolo dalle origini al 1939, in Le carte scoperte. Documenti raccolti e ordinati per un archivio storico della Lancia, Milano, Franco Angeli, 1990. Franco Amatori, Per una storia economica della Lancia, in Le carte scoperte. Documenti raccolti e ordinati per un archivio storico della Lancia, Milano, Franco Angeli, 1990. Giuseppe Berta, Cinquant'anni di relazioni industriali alla Lancia (1919-1969), in Storia della Lancia. Impresa tecnologia e mercati, 1906-1909, Milano, Fabbri, 1992. Franco Amatori, Lancia 1906-1969, in Storia della Lancia. Impresa tecnologia e mercati, 1906-1909, Milano, Fabbri, 1992. Florence Baptiste; Maria Teresa De Palma, La fabbrica e il territorio urbano, in Storia della Lancia. Impresa tecnologia e mercati, 1906-1909, Milano, Fabbri, 1992. Agostino Magnaghi; Mariolina Monge; Luciano Re, Palazzo degli uffici Lancia, in Guida all’architettura moderna di Torino, Torino, Lindau, 1995, p. 224. Archivio Storico Fiat (a cura di), Fiat: le fasi della crescita. Tempi e cifre dello sviluppo aziendale, Torino, Scriptorium, 1996. Sergio Pace, Palazzo degli uffici Lancia, in Vera Comoli Mandracci; Carlo Olmo (a cura di) (a cura di), Guida di Torino. Architettura, Torino, Allemandi, 1999, p. 205. Umberto Rodda, Storia dell'industria piemontese, Torino, Editrice Il punto, 2001. Alessandro Martini, Palazzo Uffici Lancia, in Maria Adriana Giusti; Rosa Tamborrino (a cura di), Guida all’Architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Torino, Umberto Allemandi & C., 2008, pp. 289-290. Borgo San Paolo Costruzioni di Torino più alte Lancia (azienda) Stabilimento Lancia di Borgo san Paolo Travatura reticolare Ville e palazzi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Grattacielo Lancia Grattacielo Lancia, su museotorino.it. Ex Grattacielo Lancia, su virtual-image.it. URL consultato il 20 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2012).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Grattacielo Lancia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Grattacielo Lancia
Via Vincenzo Lancia, Torino Circoscrizione 3

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10141 Torino, Circoscrizione 3
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Luoghi vicini

Stazione di Torino San Paolo
Stazione di Torino San Paolo

La stazione di Torino San Paolo è una stazione ferroviaria di Torino, abilitata al solo traffico merci. È posta sulla linea del Frejus, ed è origine della linea diretta allo scalo merci di Torino Orbassano. La stazione è stata sempre in uso per il solo traffico merci fin dall'apertura negli anni intorno al 1950, con treni che trasportavano autovetture per la FIAT, poi come bivio per lo scalo di Orbassano dall'ampliamento. Il piazzale binari è composto da un totale di 11 binari, di cui 7 tronchi. L'impianto è collegato allo scalo della Stazione di Torino Orbassano da una doppia linea di rotaia che si affianca per un breve tratto alla Ferrovia Torino-Bardonecchia prima di sottopassarla e svoltare a sinistra. Con un altro raccordo, a linea doppia di rotaia, è collegata al il Bivio Crocetta sulla ferrovia Torino-Milano, che permette l'instradamento dei convogli verso la stazione di Torino Porta Susa, evitando di allungare sino a Porta Nuova e fare retromarcia. L'impianto è utilizzato esclusivamente per il traffico merci e per lo smistamento del traffico proveniente o diretto dallo scalo di Torino Orbassano: da qui transitano, senza fermare, i treni della linea SFM3 diretti a Susa e Bardonecchia del servizio ferroviario metropolitano di Torino. È previsto il progetto di costruzione di una nuova stazione per viaggiatori, per i convogli della linea SFM3 e della futura linea SFM5. A giugno 2023 la gara per i lavori è stata aggiudicata a un raggruppamento di imprese. L'appalto, finanziato in parte coi fondi del PNNR, prevede la realizzazione entro il 2026. L'opera prevede l'adeguamento della attuale stazione, con la realizzazione di una banchina per i viaggiatori. Nei dintorni della stazione ci sono le fermate della rete urbana di bus delle linee 2, 56, 66, 71. La stazione dispone di: Servizi igienici RFI Spa. Fascicolo Linea 2 Modane/Susa – Torino. Scalo merci di Torino Vanchiglia Stazione di Torino Dora Stazione di Torino Porta Milano Stazione di Torino Porta Susa (1856) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Torino San Paolo

Stadio Primo Nebiolo (Torino)
Stadio Primo Nebiolo (Torino)

Lo stadio Primo Nebiolo è un impianto sportivo di Torino, situato all'interno del parco Ruffini nel quartiere Pozzo Strada. Utilizzato principalmente per l'atletica leggera. Realizzato nel 1959 su una struttura preesistente, un complesso sportivo degli anni trenta dotato anche di piscina e di colonia elioterapica, è stato oggetto di interventi di riqualificazione e di messa a norma, che hanno comportato, tra l'altro, il rifacimento della porzione di tribuna in corrispondenza del rettilineo dei 100 metri, per realizzare circa 1 200 posti a sedere tutti al coperto, garantendo inoltre ottima visibilità. La pista d'atletica è pavimentata con gomma Sportflex Super X, lo stesso materiale utilizzato ai Giochi estivi di Pechino 2008. La copertura è costituita di travi curve in legno lamellare che appoggiano su plinti a forma di sperone nella parte bassa, e su pilastri in acciaio a circa metà della sua lunghezza. Anche il locale che ospita la pista indoor è stato pavimentato con lo stesso tipo di gomma sopra citata. Durante la seconda guerra mondiale, Torino subì devastanti bombardamenti aerei; per offrire riparo alla popolazione il Civico Servizio tecnico realizzò, all'interno dello stadio, un ricovero pubblico sotterraneo tale da garantire adeguato rifugio a 1 500 persone in caso di incursioni aeree. Profondo circa dodici metri per uno sviluppo di circa centocinquanta metri, il ricovero era dotato di un impianto di ventilazione, illuminazione, servizi igienici ed acqua potabile. Lo stadio è attualmente utilizzato per gare d'atletica, oltre ad essere l'impianto casalingo della squadra di football americano dei Giaguari Torino. Ogni anno ospita il meeting IAAF Internazionale Città di Torino e varie manifestazioni minori come i giochi studenteschi. Solamente il 3 giugno 1980 è stato usato per uno storico ed estemporaneo concerto gratuito dei Clash davanti a seimila spettatori. Lo stadio ha ospitato anche incontri calcistici: è stato, infatti, sede delle partite di interne della formazione Primavera del Torino (dal 1993 al 2009) e anche delle altre sezioni giovanili; inoltre, ha ospitato gli incontri casalinghi dell'A.C.F. Torino (dal 2004 al 2008). Il 3 luglio 2011 vi si è disputato il IV Italian Bowl LENAF, finale del campionato italiano di football americano di secondo livello, vinto dai Lions Bergamo sui Titans Romagna col punteggio di 15-6. Il 30 giugno 2012 vi si è disputato il V Italian Bowl LENAF, finale del campionato italiano di football americano di secondo livello, vinto dai Barbari Roma Nord sui Grizzlies Roma col punteggio di 28-13. Il 30 giugno 2012 vi si è disputato il XIII Ninebowl, finale del campionato italiano di football americano di terzo livello, vinto dai Cardinals Palermo sui Bills Cavallermaggiore col punteggio di 33-19. Parco Ruffini Memorial Primo Nebiolo Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stadio Primo Nebiolo Meeting Internazionale Atletica Leggera - Memorial Primo Nebiolo, su memorialprimonebiolo.org. Scheda Stadio della città di Torino (PDF), su comune.torino.it. URL consultato il 13 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011). Scheda tecnica città di Torino (PDF), su comune.torino.it. URL consultato il 13 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2011).

Chiesa di Gesù Buon Pastore (Torino)
Chiesa di Gesù Buon Pastore (Torino)

La Chiesa di Gesù Buon Pastore è un edificio religioso di culto cattolico, che sorge nel quartiere Pozzo Strada di Torino. La costruzione della cripta iniziò nel 1958 con l'architetto Mario Dellamora e l'ingegnere Ezio Gaudina, la chiesa venne edificata tra il 1962 e il 1965, per essere poi consacrata il 30 ottobre dell'anno successivo dal cardinale Michele Pellegrino; nel 1995 è stato realizzato l'adeguamento liturgico dall'architetto Giorgio Raineri. La parrocchia partecipa a missioni cristiane in alcuni paesi del Terzo mondo ed organizza periodicamente raccolte di cibo e vestiti per le persone in difficoltà economiche, nel 2016 la chiesa ha accolto due rifugiati provenienti dall'Africa. Sulla facciata principale figura la scalinata di accesso ai tre portoni, inquadrata da un arco strombato; secondo il progetto originario, sulla sinistra della facciata doveva essere edificato un campanile. L’interno è costituito da una navata centrale ad aula rettangolare, sulla parete destra si alternano contrafforti e finestre policrome, la parete sinistra è caratterizzata da pilastri che sorreggono una navata laterale più bassa in cui sono collocati confessionali e statue votive; nell’area presbiteriale invece si trovano l'altare e il crocifisso. In una struttura adiacente al retro della chiesa sono localizzate aule per lezioni di catechismo, uffici parrocchiali, spazi di aggregazione e sale giochi; nell'ampio cortile interno sono presenti campi da gioco usati per le attività dell'oratorio, è presente anche un teatro collocato sul sinistra della chiesa e staccato dal complesso, sulla cui parete si trova una opera artistica in metallo che raffigura un crocifisso stilizzato. La particolarità della chiesa è il suo stile architettonico a metà tra il razionalismo, e il moderno tipico degli edifici di culto costruiti in Italia negli anni '60, uno stile poco presente nella città di Torino. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Gesù Buon Pastore Chiesa di Gesù Buon Pastore, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Gesù Buon Pastore, su Città e Cattedrali.

Chiesa di Gesù Adolescente
Chiesa di Gesù Adolescente

La chiesa di Gesù Adolescente è un edificio di culto cattolico nel quartiere Cenisia di Torino. La sua parrocchia fa parte dell'arcidiocesi di Torino e ospita una comunità locale della Società salesiana di San Giovanni Bosco. Nel 1918 Filippo Rinaldi e Pietro Ricaldone rilevarono il bisogno di un nuovo oratorio nel quartiere e il padre salesiano Paolo Albera promosse nel 1921 il progetto per la chiesa, affidandolo all'architetto Giulio Valotti. La prima pietra venne posata il 4 luglio 1922, con la benedizione da parte del cardinale Agostino Richelmy. I lavori terminarono tre anni più tardi e l'edificio poté essere consacrato il 31 ottobre 1925 come "tempio di Gesù Adolescente e della Sacra Famiglia". La chiesa fu elevata a parrocchia con decreto del cardinale Maurilio Fossati il 5 febbraio 1934. La struttura venne danneggiata dai bombardamenti anglo-americani il 18 novembre 1942 e restaurata solamente a inizio 1945. La facciata, abbellita da mosaici e sculture, è a coronamento triangolare. Presenta lateralmente due torrette ottagonali che terminano a guglia, e centralmente un grande rosone. Il portale possiede una strombatura. Dall’abside semicircolare si erge un campanile a base quadrata di 50 metri. La pianta interna è longitudinale, a croce latina e singola navata, con volte a crociera caratterizzate da costoloni; 6 cappelle (tre per lato) si affacciano su tale ambiente per mezzo di arcate a tutto sesto. Sul presbiterio, che nel 2010 ricevette adeguamento liturgico, grandeggia un altare maggiore policromo al quale gli altari delle cappelle, curiosamente, sono paralleli. È presente un organo della ditta Tamburini, collocato nel 1935. Edifici di culto a Torino Luoghi d'interesse a Torino Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Gesù Adolescente Chiesa di Gesù Adolescente, su Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Chiesa di Gesù Adolescente , su chieseitaliane.chiesacattolica.it. https://www.museotorino.it/view/s/01f6c06657084b8da4aa9e14e6c39ef7 https://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-enti/territorio-diocesano-1587637780/vicariato-territoriale-distretto-torino-citta-19214/unita-pastorale-n-05-s-paolo-14019/gesu-adolescente-196/

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è un'istituzione senza scopo di lucro nata a Torino nel 1995 che sostiene l'arte contemporanea e in particolare la produzione dei giovani artisti. L'ente è noto a livello internazionale ed è considerato una rilevante sede espositiva torinese. La fondazione nasce il 6 aprile 1995 su iniziativa della sua presidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Viene nominato direttore artistico Francesco Bonami, che diventerà direttore onorario nel 2014. La fondazione nasce con due sedi espositive: l'area urbana di Torino e Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d'Alba. Il centro per l'Arte di Torino in Borgo San Paolo è stato inaugurato nel 2002, sul sito dell'industria dismessa FERGAT ed è un'opera dell'architetto Claudio Silvestrin. Il Palazzo Re Rebaudengo di Guarene d'Alba è invece un edificio settecentesco tutelato dalla Sovrintendenza ai beni culturali. Il 25 settembre 2017, al Matadero di Madrid, Manuela Carmena Castrillo, sindaca del comune di Madrid, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, e Luìs Cueto, coordinatore generale del comune di Madrid, hanno annunciato la nascita della Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid. Nel 2022 la Fondazione ha annunciato di aprire la quarta sede nell'isola di San Giacomo in Paludo a Venezia: per fare ciò è previsto un piano di recupero dell'isola, attualmente in stato di rovina La fondazione diffonde e promuove l'arte contemporanea, cercando di avvicinare un pubblico sempre più ampio tramite corsi d'arte per adulti, domeniche per le famiglie, laboratori per gli studenti ed il servizio di mediazione culturale, un mezzo per accompagnare il visitatore attraverso il percorso espositivo. La fondazione è promotrice di un programma di progetti sperimentali e interculturali. Sostiene gli artisti, anche tramite la committenza di nuove opere d'arte, il lavoro in sinergia con altre istituzioni per la diffusione e la valorizzazione dell'arte e l'organizzazione di residenze per giovani curatori. A partire dal 2007, il dipartimento educativo della Fondazione promuove progetti interculturali in stretta collaborazione con giovani artisti e alcuni Centri Territoriali Permanenti cittadini: "A Vision of my Own" (2007-2008), "City Telling" (2008-2009), "Parole al vento" (2010). Francesco Bonami, Works from Collezione Sandretto Re Rebaudengo, Skira, Milano, 2005. Il coraggio. Arte contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musumeci, 2010. Pier Luigi Sacco, Il fundraising per la cultura, Meltemi Editore srl, 2006, pp. 193–202. Caso studio con intervista dedicato alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Paolo Paoli, Pianificazione e controllo delle organizzazioni culturali. Analisi teorica e casi di studio, FrancoAngeli, 2006, pp. 179–185. Caso studio dedicato alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Hans Ulrich Obrist, Sogni/Dream, Castelvecchi, 1999. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, su fsrr.org. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2011). Contemporary Torino Piemonte, su contemporarytorinopiemonte.it. URL consultato il 25 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2011).

Parco Ruffini
Parco Ruffini

Il Parco Ruffini (comunemente anche noto come Valentino Nuovo) è il sedicesimo parco in ordine di grandezza della città di Torino. Si estende per una grandezza di circa 130.000 metri quadri, nel quartiere Pozzo Strada. Il parco viene progettato negli anni venti del Novecento e inaugurato il 31 dicembre 1925 con il nome di Parco Gerolamo Napoleone Bonaparte, in risposta al bisogno di uno spazio a disposizione dell'intera collettività dove fosse stato possibile passeggiare in mezzo alla natura: la città si stava infatti espandendo in quella direzione, complice soprattutto l'intensa industrializzazione di Borgo San Paolo e dintorni (su tutti il fenomeno Lancia e Viberti), con il suo seguito di bòite, laboratori e officine, e conseguenti case, scuole, servizi. Il desiderio di creare un nuovo Valentino per la periferia si concretizza acquisendo cascine e terreni di una famiglia originaria di Como, i Galiziano. Tra le due guerre mondiali comincia la vocazione sportiva del parco: vengono costruiti una piscina e uno stadio (oggi intitolato a Primo Nebiolo). Durante la guerra sotto lo stadio venne costruito un rifugio antiaereo. Nel secondo dopoguerra il parco viene intitolato al giurista, ex ministro e professore universitario Francesco Ruffini, che, durante il ventennio fascista, non prestò giuramento al regime fascista e si rifiutò di insegnare nello spirito e secondo le direttive del fascismo. Nel 1961 viene costruito, nell'ambito dei festeggiamenti di Italia '61, il Palazzetto dello sport, che richiama le strutture del PalaLottomatica di Roma (l'architetto Annibale Vitellozzi collaborò infatti anche al Palazzetto romano insieme a Pierluigi Nervi). Il Palaruffini diventa negli anni il punto di riferimento dello sport torinese e testimone delle grandi squadre torinesi degli anni ottanta nel basket e pallavolo, nonché sede principale dei concerti rock al coperto. Il parco viene progressivamente chiuso al traffico veicolare negli ultimi 40 anni e si arricchisce di ulteriori impianti sportivi aperti al pubblico; è consentito l'accesso ai cani solo al guinzaglio, ma sono presenti due aree cani recintate. All'interno del parco sono inoltre presenti la scuola materna "Frida Kahlo" e la scuola elementare "Riccardo Dal Piaz". Dai primi anni 2000 la fontana al centro del parco non è più funzionante, così come tutti gli impianti di irrigazione. Stadio Primo Nebiolo PalaRuffini "Gianni Asti" 2 campi da tennis (ingresso libero) 1 campo pallacanestro (ingresso libero) 1 campo pallavolo (ingresso libero) 5 campi calcio a 5 (ingresso libero) 1 pista di pattinaggio (ingresso libero) 2 aree con attrezzi da ginnastica e altri attrezzi sparsi all'interno del parco (ingresso libero) 1 campo da minigolf (privato, accesso a pagamento) 1 campo da tamburello (privato) 2 aree gioco bimbi (ingresso libero) I viali interni al parco sono dedicati a geografi (Luigi Hugues) o ad esploratori e viaggiatori come Carlo Piaggia e Luigi Maria d'Albertis. Parchi di Torino (e luoghi d'interesse a Torino in generale) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su parco Ruffini Parco Ruffini, su comune.torino.it. Il Parco Ruffini, su comune.torino.it.