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Chiesa della Beata Vergine della Salute (Cagliari)

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La chiesa della Beata Vergine della Salute è un edificio religioso che sorge a Cagliari, nel quartiere del Poetto.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa della Beata Vergine della Salute (Cagliari) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori).

Chiesa della Beata Vergine della Salute (Cagliari)
Ruga/Via Lungo Saline, Cagliari Poetto-Medau su Cramu

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N 39.205444 ° E 9.162694 °
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Chiesa della Madonna della Salute

Ruga/Via Lungo Saline
09126 Cagliari, Poetto-Medau su Cramu
Sardegna, Italia
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Poetto
Poetto

Il Poetto è una spiaggia della città metropolitana di Cagliari, che ricade nel territorio comunale dei suoi più importanti centri abitati ed è pertanto suddivisa in Poetto di Cagliari e Poetto di Quartu Sant'Elena. Soprannominata spiaggia dei Centomila per via della sua elevata estensione e capienza, è un'importante località turistica e uno dei principali luoghi della vita notturna estiva della città e dell'area vasta. Poetto-Medau su Cramu è anche il quartiere del capoluogo di 1 104 abitanti, ubicato nel tratto occidentale della striscia compresa fra la spiaggia e le saline di Molentargius. La spiaggia è un sottile lembo di spiaggia sabbiosa lungo circa 8 km, esteso nel litorale del golfo degli Angeli compreso tra la Sella del Diavolo in territorio cagliaritano e la frazione quartese del Margine Rosso, delimitato nella parte superiore dalle saline di Molentargius. Il nome deriva dal sardo Poétu, a sua volta dipendente dal catalano Pouet, diminutivo di Pou, ossia pozzo. La denominazione catalana Pouet è già attestata nei disegni di Rocco Cappellino in Descrizione della Sardegna del 1577. La principale attività del Poetto era legata tradizionalmente all'estrazione del sale, intrapresa sin dal periodo romano e proseguita poi dal medioevo fino all'età contemporanea. Nella seconda metà del XVI secolo il governo iberico decise di costruire su questo litorale diverse torri di avvistamento in funzione anti-barbaresca. Sia nel 1717 che nel 1793 il Poetto e il litorale quartese furono il punto di sbarco principale nel sud dell'Isola dei corpi di spedizione spagnolo e francese. Prima del 1900 il Poetto era completamente nel comprensorio della città di Quartu Sant'Elena e non era particolarmente frequentato dai cagliaritani che preferivano il tratto occidentale del golfo, con le località di Sa Perdixedda e Giorgino. Fu infatti solo dalla fine del XIX secolo e soprattutto dai primi decenni del XX secolo che la popolazione incominciò ad apprezzare le bianche dune del Poetto e cominciarono a sorgere i primi stabilimenti balneari (il "Lido" e il "D'Aquila"), i chioschetti per i rinfreschi e durante il ventennio fascista una colonia estiva ubicata in una costruzione a tre piani sulla spiaggia (questa verrà poi trasformata in ospedale dopo la guerra e in seguito abbandonata). Imitando le prime cabine del Lido sorsero anche i casotti, colorate costruzioni in legno a metà strada tra lo spogliatoio e la minuscola casa in riva al mare. I casotti, privi delle più elementari strutture igienico sanitarie, furono trasformati nella stagione estiva in vere e proprie case di abitazione. A seguito delle indagini della Unità Sanitaria Locale, il 2 Agosto 1985 la spiaggia viene dichiarata insalubre, accertata la presenza di focolai di batteri e parassiti con l'ordinanza n°3385 della Capitaneria di Porto. Vennero quindi abbattuti i primi casotti adiacenti a Marina Piccola, per essere rimossi interamente nel marzo 1986 per i suddetti motivi di natura igienico-sanitaria. Lo studio del 1989 della Mediterranea Survey and Service MSS S.p.A. sull'erosione del Poetto, attraverso una serie di rilevazioni consentì di constatare che l'enorme degrado dell'arenile cagliaritano ebbe inizio dagli anni cinquanta con la ricostruzione che portò a massicci prelievi di sabbia; nel 1997 e nel 1999 furono effettuati dalla stessa società degli aggiornamenti allo studio che confermarono il trend dell'erosione, e identificarono quali cause del degrado la presenza della strada litoranea, l'incremento dell'azione ondosa a causa della scomparsa della Posidonia oceanica, e la costruzione degli stabilimenti e dei bracci a mare del Lido e D'Aquila, dei casotti e delle villette. Per rimediare alla scomparsa della spiaggia del versante cagliaritano si è tentato un ripascimento nel 2002: attraverso un sistema di draghe, è stata prelevata la sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva anziché dal luogo precedentemente scelto a varie miglia dalla spiaggia, vanificando così la buona intenzione di riportare il Poetto alle sue originaria bellezza e dimensione. Infatti il risultato si è dimostrato sconvolgente: la sabbia finissima e bianca di una volta è stata sostituita da un miscuglio completamente diverso per colore e granulometria, contenente non solo sabbia ma anche frammenti di conchiglie e concrezioni marine. A distanza di tempo la situazione non è migliorata; inoltre anche che il tratto quartese, in un primo momento rimasto intatto, dopo qualche anno ha cominciato a presentare gli stessi problemi dovuti all'asportazione della sabbia ad opera del vento, degli uomini e naturalmente del mare. A gennaio 2012, per la prima volta dopo l'operazione di ripascimento, la spiaggia recupera metri, anche dieci in alcuni punti, come segnalato dall'Urban Center di Cagliari. Tuttavia, nel 2013, la forza erosiva delle correnti, sommata alla cattiva gestione e ai mancati studi sui processi erosivi, ha riportato la situazione a prima del 2002. È il penultimo quartiere della città per numero di abitanti, secondo solo al Quartiere Europeo. Questa caratteristica, unita alla sua elevata superficie, lo rende il meno densamente popolato da oltre 20 anni: è seguito da Sant'Avendrace-Santa Gilla, che però è nettamente più esteso. Presenta un basso quoziente di immigrazione, raccoglie poi il più alto numero di divorziati per entrambi i sessi. Comprende il maggior numero di residenti della fascia di età compresa tra i 19 e i 29 anni. Abitanti censiti Negli ultimi due decenni risulta essere il quartiere che più si è spopolato con una flessione in negativo di quasi il 30%. Il viale omonimo lo collega all'Asse Mediano di Scorrimento passando per San Bartolomeo. Il lungomare è servito da una strada che scorre parallela alla costa e allo stagno di Molentargius, detta appunto via Lungo Saline e che prosegue fino all'Ospedale Marino. La strada prosegue anche in territorio quartese sotto la denominazione di viale Lungomare del Golfo. Il Poetto è popolarmente diviso in "fermate", ossia i vari tratti di spiaggia sono riconosciuti dal numero ordinale delle fermate dell'autobus delle linee urbane del CTM che collegano il centro cittadino al quartiere, coincidenti in realtà con le vecchie fermate del tram. Dal 1913 fino alla fine degli anni sessanta la spiaggia era raggiungibile dal centro della città per mezzo di una linea tranviaria con caratteristiche extraurbane, inizialmente esercita a vapore e in seguito elettrificata. Tale impianto, denominato "Linea P" negli ultimi anni di servizio, aveva la peculiarità di correre lungo il perimetro della spiaggia, consentendo agli utenti la massima comodità nell'accesso agli arenili. La fermate più frequentate sono la 1ª fermata (attigua al porticciolo di Marina Piccola), la 2ª, la 3ª (occupate rispettivamente dagli stabilimenti balneari de Il D'Aquila e de Il Lido) e la 4ª, occupata solo in parte dai chioschi e dagli stabilimenti delle forze dell'ordine. Le parti della spiaggia corrispondenti alla 6ª (dove si trova anche il vecchio ospedale marino) e alla 7ª sono invece meno affollate e più tranquille. Il punto di confine in cui inizia il litorale appartenente al Comune di Quartu Sant'Elena e termina quello cagliaritano è lo stabilimento dei Carabinieri, anche se per tradizione i locali la identificano simbolicamente con "La Bussola" per via del locale omonimo presente in passato in quel punto.. Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna (PDF), Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 24 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014). Cagliari Golfo di Cagliari Parco regionale Molentargius - Saline Quartieri di Cagliari Quartu Sant'Elena Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Poetto Notizie storiche e foto d'epoca del Poetto, su web.tiscali.it. Il POETTO una spiaggia, una storia Opuscolo distribuito dalla Provincia di Cagliari che illustra la situazione della spiaggia prima e dopo il ripascimento Indagine sulla qualità delle sabbie di ripascimento della spiaggia del Poetto Indagine del WWF dove vengono confrontate la sabbia marina usata per il ripascimento e la sabbia originaria del Poetto Poetto, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 2 novembre 2023.

Sella del Diavolo
Sella del Diavolo

La Sella del Diavolo (Sèdha 'e su Diàbulu in sardo) è il promontorio che sorge nella zona sud di Cagliari e separa la spiaggia del Poetto da quella di Calamosca. Il suo punto più alto tocca i 135 m s.l.m. All'origine del nome vi è una leggenda di derivazione biblica secondo la quale i dèmoni, capeggiati da Lucifero, rimasero impressionati dalla bellezza del golfo di Cagliari e tentarono di impadronirsene, in questo contrastati da Dio che mandò le sue milizie al comando dell'arcangelo Michele per cacciare Lucifero. Una versione della leggenda vuole che durante la battaglia, combattuta nei cieli sovrastanti il golfo, Lucifero fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella che si posò sulle acque del golfo e, pietrificandosi, diede origine al promontorio; l'altra racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l'attuale forma. Per converso, il tratto di mare antistante la Sella del Diavolo si chiama golfo degli Angeli. È presente un sentiero naturalistico e archeologico che costeggia tutto il promontorio, realizzato grazie all'iniziativa delle onlus ambientaliste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra. La salita è possibile unicamente dal versante di Calamosca, essendo zona militare il versante nord, che guarda verso Marina Piccola ed il Poetto. Con i mezzi pubblici si può arrivare fino all'ingresso del sentiero, prendendo gli autobus del CTM 5, 5/11 (la domenica) e 11. Si percorre da San Bartolomeo la strada in salita che porta sino a Calamosca e qui termina. Si lascia sulla destra l'Hotel Calamosca, percorrendo per un centinaio di metri l'unica strada asfaltata che costeggia l'hotel, quindi ci si inerpica per un piccolo sentiero, sulla sinistra, in salita, facilmente visibile e segnalato con macchie di vernice sulle rocce. La vegetazione bassa fa sì che sia possibile seguire uno dei tanti percorsi tracciati dagli escursionisti senza paura di perdersi. Nell'ultimo tratto, dopo una mezzora di salita, si costeggia una rete della zona militare e la salita termina su uno strapiombo direttamente sopra il rimessaggio barche del porticciolo di Marina Piccola, da dove si può cogliere un panorama che spazia da Viale Poetto sino a Capo Carbonara e al mare aperto. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Sella del Diavolo Sella del Diavolo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 2 novembre 2023. Promontorio della Sella del Diavolo, su FAI - Fondo per l'Ambiente italiano. URL consultato il 2 novembre 2023. Sella del Diavolo, su idese.cultura.gov.it. URL consultato il 2 novembre 2023.

La Palma (Cagliari)
La Palma (Cagliari)

La Palma è un quartiere di Cagliari di 1 206 abitanti. È un quartiere di piccola estensione, delimitato dalle grandi via Tramontana e viale Poetto e dalle saline di Molentargius. La via interna principale, via Favonio, termina nel vicino Quartiere del Sole. Qui si trova la vecchia Chiesetta delle saline e la nuova chiesa del SS. Nome di Maria, sorta agli inizi degli anni ottanta. Nel quartiere si trova anche la sede della circoscrizione numero 5 che comprende altri sette quartieri della città. Sorgono inoltre una scuola elementare e una materna, delle società sportive di basket e calcio, e vengono proposte diverse opportunità di aggregazione giovanile grazie al gruppo scout che vi opera. Il quartiere è provvisto da un servizio di biblioteca garantito dal Bibliobus del Sistema Bibliotecario Comunale che vi sosta il venerdì mattina. Confina con i quartieri Poetto, San Bartolomeo ed è sita accanto al Quartiere del Sole. Il quartiere è predominato da quella che una volta era edilizia agevolata, ma a differenza di altri quartieri della città qui si sono costruiti palazzi di circa tre/quattro piani e non sono rare le abitazioni con giardino. Negli anni settanta il quartiere ha conosciuto un periodo di difficoltà, diventando crocevia di spaccio di stupefacenti, periodo fortunatamente terminato negli anni 80 e oggi La Palma è uno dei quartieri residenziali più vivibili della città grazie alla presenza di spazi verdi e aree pubbliche. Si deve riconoscere, indipendentemente dalle idee religiose, l'importante funzione di aggregazione della locale parrocchia che in particolare negli anni 90 è stata molto attiva nel coinvolgere i ragazzi in numerose attività sociali. Sotto una nuova direzione, le attività sono riprese all'interno dell'oratorio del quartiere, coinvolgendo anche l'ampio gruppo scout della parrocchia. Nella stagione calcistica 1989/1990 la squadra di calcio del quartiere, il La Palma Calcio, è stata la seconda squadra della città di Cagliari a disputare un campionato professionistico, partecipando al campionato di Serie C2. Abitanti censiti Gianni Loddo, Guida all'architettura contemporanea di Cagliari, 1945-1995, Coedisar, 1996, ISBN 9788885966178. Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La Palma

Stadio Amsicora
Stadio Amsicora

Lo stadio Amsicora di Cagliari è un impianto sportivo costruito nel 1923 in un'area appartenente alla Società Ginnastica Amsicora, dalla quale prende il nome. Lo stadio oggi è una struttura polivalente con campo centrale in erba sintetica ad uso esclusivo dell'hockey su prato, pista di atletica leggera, palestra per la ginnastica artistica, palestra per il fitness, due campi di calcetto e una piccola piscina. Lo stadio ha ospitato, oltre alle partite casalinghe dell'Unione Sportiva Cagliari Campione d'Italia 1970, una tappa della terza edizione del Giro di Sardegna di ciclismo nel 1960, la finale dei campionati europei di pugilato tra Duilio Loi e Fortunato Manca (1962), la Nazionale Italiana di calcio, le qualificazioni ai campionati del mondo di hockey su prato (1996), e perfino una Corrida del toreador Pedro Basauri "Pedrucho" (nel 1924). Il presidente della Società Ginnastica Amsicora, Guido Costa, acquistò il 9 giugno 1922, con 11.600 lire, un'area dismessa dal demanio pubblico, precedentemente utilizzata come colonia penale. Nel 1923 venne realizzata la tribuna in cemento armato - progettata dall'ingegner Donadio - tuttora esistente. L'inaugurazione del campo avvenne in occasione del concorso intersezionale cui partecipavano una trentina di società provenienti da tutta Italia, compresa la Svizzera Italiana. Nel ventennio fascista la Società Ginnastica Amsicora, ridusse drasticamente la propria attività sportiva, diventata monopolio del nuovo regime. Gli impianti furono formalmente presi in affitto dal Partito Nazionale Fascista che nell'attuale stadio Amsicora, rinominato Campo DUX, organizzava le attività sportive della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) e dei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti). Alla Società Ginnastica Amsicora, sopravvissuta agonisticamente solo con la ginnastica, rimase in uso solo uno spazio appositamente attrezzato sotto la tribuna (l'attuale Palestra Costa). Nel 1941 venne organizzato il primo campionato sardo assoluto di pallacanestro maschile e femminile. Nel 1942 Mussolini assistette al saggio della Gioventù Italiana del Littorio. Alla fine della seconda guerra mondiale la S.G. Amsicora riuscì ad ottenere dagli alleati anglo-americani, che ne avevano fatto un deposito per automezzi, la restituzione dello stadio Amsicora dimostrando, carte alla mano, che la proprietà era rimasta costante durante il ventennio e che il Partito Nazionale Fascista ne aveva usufruito solo a titolo di affitto. Dal 1951 il campo in terra battuta venne utilizzato dal Cagliari Calcio per disputare le proprie partite interne. Nel 1964 il campo fu concesso in uso al Cagliari Calcio, tramite una convenzione con l'Amministrazione Comunale di Cagliari, e venne posato il manto erboso, condizione indispensabile per poter partecipare al Campionato Nazionale di Serie A di calcio. Il record di spettatori si registrò nella gara di campionato contro l'Inter nella stagione 1964-65, gara a cui assistettero 33964 persone. In esso la squadra del Cagliari vinse lo scudetto 1969-1970 e nel settembre dello stesso anno si trasferì allo stadio Sant'Elia. Negli anni '70 viene costruita la Palestra Cottiglia. Successivamente il Comune di Cagliari espropriò una striscia dello stadio, che si estendeva fino al canale di Terramaini e sulla quale sorgevano spogliatoi, le tribune della curva est e una parte della pista di atletica, per far luogo ad una tratta dell'Asse Mediano di scorrimento. In questi anni riparte la rinascita dell'impianto con il completo ripristino delle strutture, la costruzione del campo da tennis in cemento (poi trasformato nel primo campo di calcetto) e di una pista di allenamento per l'atletica. Nella stagione 1988-1989 l'Amsicora ospitò nuovamente le partite casalinghe di Serie C1 in quanto il Sant'Elia venne chiuso per la ristrutturazione in vista dei Mondiali di Calcio Italia '90. Nel decennio successivo si ebbe un enorme sviluppo e modernizzazione di tutto l'impianto nel quale, grazie ai contributi speciali erogati dalla Federazione Italiana Hockey, venne realizzato nel 1994 il nuovo campo in erba sintetica e la pista di atletica leggera oltre il secondo campo di calcetto. Nel 2000 la S.G Amsicora concede in comodato l'area sottostante alla vecchia tribuna distinti, che con una radicale ristrutturazione viene trasformata in palestra per il fitness e gestita dalla Tribune Amsicora Stadium. Nel 2008 è stato rinnovato il manto di erba sintetica del campo centrale e del campo di calcetto, sono stati conclusi i rifacimenti della pista di atletica e degli spogliatoi, nonché delle strutture accessorie quali la foresteria e le aree verdi. Nel 2010 la Società Ginnastica Amsicora ha ripresentato un progetto di ristrutturazione che prevede la costruzione di palazzetto dello sport, albergo, area congressi, due piani di parcheggio sotterraneo, piscina olimpionica e centro medico. L'archivio testimonia l'attività della Società Amsicora a partire dal 1898 fino a tutto il Novecento ed è interessante per ricostruire la storia della Società e le vicende non solo sportive ma anche sociali, economiche e urbanistiche della città di Cagliari. Al fine di preservare la documentazione di indubbio valore storico, nel 2010 è stato avviato il progetto di digitalizzazione del patrimonio documentario (verbali del consiglio direttivo, diplomi e benemerenze, foto, pubblicazioni, atti sciolti), consultabile on line. L'archivio è stato dichiarato "di interesse storico particolarmente importante" dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna il 19 ottobre 2010. Lo stadio Amsicora è stato sede di un incontro della nazionale di calcio dell'Italia, valido per le qualificazioni al campionato d'Europa 1968 e disputato il 23 dicembre 1967 contro la Svizzera, terminato con il punteggio di 4-0 in favore degli Azzurri. (FR) Giorgio Ponticelli e Sylvia Righini Ponticelli, La tradition tauromachique en Italie, du XIIe siècle à nos jours, Union des bibliophiles taurins de France, 24 aprile 1197, ISBN 978-2909521121. Angelo Aru, Amsicora 2000 - Cento anni di sport, a cura di Giorgio Aru, collana Collana Sportiva, GIA, 1999. Angelo Carrus, Lo sport in Sardegna tra cronaca e leggenda, Quartu Sant'Elena, Edizioni Prestampa, 1991. Wikiquote contiene citazioni sullo stadio Amsicora Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo stadio Amsicora Duilio Loi vs Fortunato Manca all'Amsicora di Cagliari 19/07/1962, su sardegnadigitallibrary.it. Amsicora, un albergo per tornare in A - Progetto per ristrutturare lo stadio, su unionesarda.it. URL consultato il 26 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014). Archivio Digitale on line della Società Ginnastica Amsicora, su microsyst.it. URL consultato il 26 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Tribune Amsicora Stadium, su centrosportivotribune.it. Avanguardisti eseguono il loro saggio tenendo in alto i moschetti; sotto il palco una grande scritta "Viva il Duce fondatore dell'impero", su senato.archivioluce.it. Mussolini applaude mentre assiste al saggio della GIL, su senato.archivioluce.it. Mussolini sorride al fotografo, su senato.archivioluce.it. Giovani italiane eseguono il loro saggio ginnico davanti al palco delle autorità; sotto la tribuna suona una banda di avanguardisti; sugli spalti ragazzi della G.I.L. sono disposti in modo da formare la parola "Vinceremo", su senato.archivioluce.it.

Fortino di Sant'Ignazio
Fortino di Sant'Ignazio

Il fortino di Sant'Ignazio o forte di Sant'Ignazio è un'architettura militare situata sul colle di Sant'Elia, nel comune di Cagliari. Sorge a circa 94 metri sul livello del mare. Edificato nel 1792, in epoca sabauda, su progetto dell'ingegnere militare Franco Lorenzo, la sua funzione era quella di far fronte agli eventuali attacchi da parte dei Francesi. Dal 1804 divenne ricovero per gli individui colpiti da malattie contagiose. La storia dei colli Sant'Elia e sant'Ignazio inizia in età prenuragica e nuragica, con continuità nel periodo fenicio e romano. Fra l'VII e il IX secolo, s'insediò un nucleo di eremiti cristiani comprendente Sant'Elia e san Giovenale che edificarono un luogo di rifugio, poi trasformato nella chiesa di Portu Salis dai monaci vittorini di Marsiglia, che dimorarono qui per tre secoli a partire dal 1089. Nel 1366, le loro proprietà furono trasferite ai feudatari aragonesi, che vi costruirono quattro torri (torre del Poueht, torre di Cala Fighera, torre di Calamosca e torre de su Perdusemini), e ai Carmelitani, che nel 1621 furono indotti dalle incursioni barbaresche ad abbandonare il luogo per stabilirsi in città. A seguito del fallito tentativo di invasione della Sardegna condotto dalla Francia rivoluzionaria sul finire del XVIII secolo, il governo sabaudo trasformò la torre cannoniera ispanica in un forte casamattato. La difesa del golfo cagliaritano fu prioritariamente affidata ai forti di Sant’Elia e di Sant’Ignazio, situati nei colli omonimi. I lavori iniziarono nel dicembre 1793 e, dopo il collaudo del 30 marzo 1795, furono terminati con relative parti accessorie tre anni più tardi. Nel frattempo, era venuta meno la stessa ragion d'essere del sito militare, che non entrò mai in servizio e fu riadibito all'uso di Torre dei Segnali, finché nel 1842 fu soppressa la Reale Amministrazione delle Torri. Una serie di demolizioni successive al disarmo lasciò poche tracce dell'antica Torre Sant'Elia, retta su un precedente faro di epoca pisana, risalente al periodo giudicale, come il porticciolo del sale (Portu Sais) che si trovava nell'odierna Marina Piccola. Antonio Conte e Monica Filippa (a cura di), Patrimoni e siti Unesco. Memoria, misura e armonia, collana Arti visive, architettura e urbanistica, Gangemi Editore, 18 dicembre 2015, ISBN 9788849227284. Fortino di Sant’Ignazio, su ìdese. URL consultato il 2 novembre 2023.