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Torre di Sant'Elia

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Cagliari Fortino e Torre S.Elia
Cagliari Fortino e Torre S.Elia

La torre di Sant'Elia è una piccola torre costiera situata in cima all'omonimo promontorio, a Cagliari. Il censimento delle torri costiere della Sardegna effettuato da Marco Antonio Camos nel 1572, enumera tra le fortificazioni esistenti anche la torre di Sant'Elia. La struttura, di forma tronco conica con volta a cupola, alta sei metri e con un diametro di cinque, venne costruita in pietra calcarea. Attualmente in cattivo stato di conservazione, la torre di Sant'Elia sorge vicino a una base militare, a 139 metri sul livello del mare, in una posizione dalla quale è possibile vedere quasi tutte le torri costiere del golfo di Cagliari.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Torre di Sant'Elia (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Torre di Sant'Elia
Ruga/Via Marina Piccola, Cagliari Borgo Sant'Elia

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Torre di Sant'Elia

Ruga/Via Marina Piccola
09126 Cagliari, Borgo Sant'Elia
Sardegna, Italia
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Luoghi vicini

Sella del Diavolo
Sella del Diavolo

La Sella del Diavolo (Sèdha 'e su Diàbulu in sardo) è il promontorio che sorge nella zona sud di Cagliari e separa la spiaggia del Poetto da quella di Calamosca. Il suo punto più alto tocca i 135 m s.l.m. All'origine del nome vi è una leggenda di derivazione biblica secondo la quale i dèmoni, capeggiati da Lucifero, rimasero impressionati dalla bellezza del golfo di Cagliari e tentarono di impadronirsene, in questo contrastati da Dio che mandò le sue milizie al comando dell'arcangelo Michele per cacciare Lucifero. Una versione della leggenda vuole che durante la battaglia, combattuta nei cieli sovrastanti il golfo, Lucifero fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella che si posò sulle acque del golfo e, pietrificandosi, diede origine al promontorio; l'altra racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l'attuale forma. Per converso, il tratto di mare antistante la Sella del Diavolo si chiama golfo degli Angeli. È presente un sentiero naturalistico e archeologico che costeggia tutto il promontorio, realizzato grazie all'iniziativa delle onlus ambientaliste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra. La salita è possibile unicamente dal versante di Calamosca, essendo zona militare il versante nord, che guarda verso Marina Piccola ed il Poetto. Con i mezzi pubblici si può arrivare fino all'ingresso del sentiero, prendendo gli autobus del CTM 5, 5/11 (la domenica) e 11. Si percorre da San Bartolomeo la strada in salita che porta sino a Calamosca e qui termina. Si lascia sulla destra l'Hotel Calamosca, percorrendo per un centinaio di metri l'unica strada asfaltata che costeggia l'hotel, quindi ci si inerpica per un piccolo sentiero, sulla sinistra, in salita, facilmente visibile e segnalato con macchie di vernice sulle rocce. La vegetazione bassa fa sì che sia possibile seguire uno dei tanti percorsi tracciati dagli escursionisti senza paura di perdersi. Nell'ultimo tratto, dopo una mezzora di salita, si costeggia una rete della zona militare e la salita termina su uno strapiombo direttamente sopra il rimessaggio barche del porticciolo di Marina Piccola, da dove si può cogliere un panorama che spazia da Viale Poetto sino a Capo Carbonara e al mare aperto. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Sella del Diavolo Sella del Diavolo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 2 novembre 2023. Promontorio della Sella del Diavolo, su FAI - Fondo per l'Ambiente italiano. URL consultato il 2 novembre 2023. Sella del Diavolo, su idese.cultura.gov.it. URL consultato il 2 novembre 2023.

Poetto
Poetto

Il Poetto è una spiaggia della città metropolitana di Cagliari, che ricade nel territorio comunale dei suoi più importanti centri abitati ed è pertanto suddivisa in Poetto di Cagliari e Poetto di Quartu Sant'Elena. Soprannominata spiaggia dei Centomila per via della sua elevata estensione e capienza, è un'importante località turistica e uno dei principali luoghi della vita notturna estiva della città e dell'area vasta. Poetto-Medau su Cramu è anche il quartiere del capoluogo di 1 104 abitanti, ubicato nel tratto occidentale della striscia compresa fra la spiaggia e le saline di Molentargius. La spiaggia è un sottile lembo di spiaggia sabbiosa lungo circa 8 km, esteso nel litorale del golfo degli Angeli compreso tra la Sella del Diavolo in territorio cagliaritano e la frazione quartese del Margine Rosso, delimitato nella parte superiore dalle saline di Molentargius. Il nome deriva dal sardo Poétu, a sua volta dipendente dal catalano Pouet, diminutivo di Pou, ossia pozzo. La denominazione catalana Pouet è già attestata nei disegni di Rocco Cappellino in Descrizione della Sardegna del 1577. La principale attività del Poetto era legata tradizionalmente all'estrazione del sale, intrapresa sin dal periodo romano e proseguita poi dal medioevo fino all'età contemporanea. Nella seconda metà del XVI secolo il governo iberico decise di costruire su questo litorale diverse torri di avvistamento in funzione anti-barbaresca. Sia nel 1717 che nel 1793 il Poetto e il litorale quartese furono il punto di sbarco principale nel sud dell'Isola dei corpi di spedizione spagnolo e francese. Prima del 1900 il Poetto era completamente nel comprensorio della città di Quartu Sant'Elena e non era particolarmente frequentato dai cagliaritani che preferivano il tratto occidentale del golfo, con le località di Sa Perdixedda e Giorgino. Fu infatti solo dalla fine del XIX secolo e soprattutto dai primi decenni del XX secolo che la popolazione incominciò ad apprezzare le bianche dune del Poetto e cominciarono a sorgere i primi stabilimenti balneari (il "Lido" e il "D'Aquila"), i chioschetti per i rinfreschi e durante il ventennio fascista una colonia estiva ubicata in una costruzione a tre piani sulla spiaggia (questa verrà poi trasformata in ospedale dopo la guerra e in seguito abbandonata). Imitando le prime cabine del Lido sorsero anche i casotti, colorate costruzioni in legno a metà strada tra lo spogliatoio e la minuscola casa in riva al mare. I casotti, privi delle più elementari strutture igienico sanitarie, furono trasformati nella stagione estiva in vere e proprie case di abitazione. A seguito delle indagini della Unità Sanitaria Locale, il 2 Agosto 1985 la spiaggia viene dichiarata insalubre, accertata la presenza di focolai di batteri e parassiti con l'ordinanza n°3385 della Capitaneria di Porto. Vennero quindi abbattuti i primi casotti adiacenti a Marina Piccola, per essere rimossi interamente nel marzo 1986 per i suddetti motivi di natura igienico-sanitaria. Lo studio del 1989 della Mediterranea Survey and Service MSS S.p.A. sull'erosione del Poetto, attraverso una serie di rilevazioni consentì di constatare che l'enorme degrado dell'arenile cagliaritano ebbe inizio dagli anni cinquanta con la ricostruzione che portò a massicci prelievi di sabbia; nel 1997 e nel 1999 furono effettuati dalla stessa società degli aggiornamenti allo studio che confermarono il trend dell'erosione, e identificarono quali cause del degrado la presenza della strada litoranea, l'incremento dell'azione ondosa a causa della scomparsa della Posidonia oceanica, e la costruzione degli stabilimenti e dei bracci a mare del Lido e D'Aquila, dei casotti e delle villette. Per rimediare alla scomparsa della spiaggia del versante cagliaritano si è tentato un ripascimento nel 2002: attraverso un sistema di draghe, è stata prelevata la sabbia a qualche centinaio di metri dalla riva anziché dal luogo precedentemente scelto a varie miglia dalla spiaggia, vanificando così la buona intenzione di riportare il Poetto alle sue originaria bellezza e dimensione. Infatti il risultato si è dimostrato sconvolgente: la sabbia finissima e bianca di una volta è stata sostituita da un miscuglio completamente diverso per colore e granulometria, contenente non solo sabbia ma anche frammenti di conchiglie e concrezioni marine. A distanza di tempo la situazione non è migliorata; inoltre anche che il tratto quartese, in un primo momento rimasto intatto, dopo qualche anno ha cominciato a presentare gli stessi problemi dovuti all'asportazione della sabbia ad opera del vento, degli uomini e naturalmente del mare. A gennaio 2012, per la prima volta dopo l'operazione di ripascimento, la spiaggia recupera metri, anche dieci in alcuni punti, come segnalato dall'Urban Center di Cagliari. Tuttavia, nel 2013, la forza erosiva delle correnti, sommata alla cattiva gestione e ai mancati studi sui processi erosivi, ha riportato la situazione a prima del 2002. È il penultimo quartiere della città per numero di abitanti, secondo solo al Quartiere Europeo. Questa caratteristica, unita alla sua elevata superficie, lo rende il meno densamente popolato da oltre 20 anni: è seguito da Sant'Avendrace-Santa Gilla, che però è nettamente più esteso. Presenta un basso quoziente di immigrazione, raccoglie poi il più alto numero di divorziati per entrambi i sessi. Comprende il maggior numero di residenti della fascia di età compresa tra i 19 e i 29 anni. Abitanti censiti Negli ultimi due decenni risulta essere il quartiere che più si è spopolato con una flessione in negativo di quasi il 30%. Il viale omonimo lo collega all'Asse Mediano di Scorrimento passando per San Bartolomeo. Il lungomare è servito da una strada che scorre parallela alla costa e allo stagno di Molentargius, detta appunto via Lungo Saline e che prosegue fino all'Ospedale Marino. La strada prosegue anche in territorio quartese sotto la denominazione di viale Lungomare del Golfo. Il Poetto è popolarmente diviso in "fermate", ossia i vari tratti di spiaggia sono riconosciuti dal numero ordinale delle fermate dell'autobus delle linee urbane del CTM che collegano il centro cittadino al quartiere, coincidenti in realtà con le vecchie fermate del tram. Dal 1913 fino alla fine degli anni sessanta la spiaggia era raggiungibile dal centro della città per mezzo di una linea tranviaria con caratteristiche extraurbane, inizialmente esercita a vapore e in seguito elettrificata. Tale impianto, denominato "Linea P" negli ultimi anni di servizio, aveva la peculiarità di correre lungo il perimetro della spiaggia, consentendo agli utenti la massima comodità nell'accesso agli arenili. La fermate più frequentate sono la 1ª fermata (attigua al porticciolo di Marina Piccola), la 2ª, la 3ª (occupate rispettivamente dagli stabilimenti balneari de Il D'Aquila e de Il Lido) e la 4ª, occupata solo in parte dai chioschi e dagli stabilimenti delle forze dell'ordine. Le parti della spiaggia corrispondenti alla 6ª (dove si trova anche il vecchio ospedale marino) e alla 7ª sono invece meno affollate e più tranquille. Il punto di confine in cui inizia il litorale appartenente al Comune di Quartu Sant'Elena e termina quello cagliaritano è lo stabilimento dei Carabinieri, anche se per tradizione i locali la identificano simbolicamente con "La Bussola" per via del locale omonimo presente in passato in quel punto.. Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna (PDF), Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 24 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014). Cagliari Golfo di Cagliari Parco regionale Molentargius - Saline Quartieri di Cagliari Quartu Sant'Elena Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Poetto Notizie storiche e foto d'epoca del Poetto, su web.tiscali.it. Il POETTO una spiaggia, una storia Opuscolo distribuito dalla Provincia di Cagliari che illustra la situazione della spiaggia prima e dopo il ripascimento Indagine sulla qualità delle sabbie di ripascimento della spiaggia del Poetto Indagine del WWF dove vengono confrontate la sabbia marina usata per il ripascimento e la sabbia originaria del Poetto Poetto, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 2 novembre 2023.

Fortino di Sant'Ignazio
Fortino di Sant'Ignazio

Il fortino di Sant'Ignazio o forte di Sant'Ignazio è un'architettura militare situata sul colle di Sant'Elia, nel comune di Cagliari. Sorge a circa 94 metri sul livello del mare. Edificato nel 1792, in epoca sabauda, su progetto dell'ingegnere militare Franco Lorenzo, la sua funzione era quella di far fronte agli eventuali attacchi da parte dei Francesi. Dal 1804 divenne ricovero per gli individui colpiti da malattie contagiose. La storia dei colli Sant'Elia e sant'Ignazio inizia in età prenuragica e nuragica, con continuità nel periodo fenicio e romano. Fra l'VII e il IX secolo, s'insediò un nucleo di eremiti cristiani comprendente Sant'Elia e san Giovenale che edificarono un luogo di rifugio, poi trasformato nella chiesa di Portu Salis dai monaci vittorini di Marsiglia, che dimorarono qui per tre secoli a partire dal 1089. Nel 1366, le loro proprietà furono trasferite ai feudatari aragonesi, che vi costruirono quattro torri (torre del Poueht, torre di Cala Fighera, torre di Calamosca e torre de su Perdusemini), e ai Carmelitani, che nel 1621 furono indotti dalle incursioni barbaresche ad abbandonare il luogo per stabilirsi in città. A seguito del fallito tentativo di invasione della Sardegna condotto dalla Francia rivoluzionaria sul finire del XVIII secolo, il governo sabaudo trasformò la torre cannoniera ispanica in un forte casamattato. La difesa del golfo cagliaritano fu prioritariamente affidata ai forti di Sant’Elia e di Sant’Ignazio, situati nei colli omonimi. I lavori iniziarono nel dicembre 1793 e, dopo il collaudo del 30 marzo 1795, furono terminati con relative parti accessorie tre anni più tardi. Nel frattempo, era venuta meno la stessa ragion d'essere del sito militare, che non entrò mai in servizio e fu riadibito all'uso di Torre dei Segnali, finché nel 1842 fu soppressa la Reale Amministrazione delle Torri. Una serie di demolizioni successive al disarmo lasciò poche tracce dell'antica Torre Sant'Elia, retta su un precedente faro di epoca pisana, risalente al periodo giudicale, come il porticciolo del sale (Portu Sais) che si trovava nell'odierna Marina Piccola. Antonio Conte e Monica Filippa (a cura di), Patrimoni e siti Unesco. Memoria, misura e armonia, collana Arti visive, architettura e urbanistica, Gangemi Editore, 18 dicembre 2015, ISBN 9788849227284. Fortino di Sant’Ignazio, su ìdese. URL consultato il 2 novembre 2023.

Torre del Prezzemolo
Torre del Prezzemolo

La torre del Prezzemolo, detta anche torre del Lazzaretto (turre de su Perdusemini, in sardo campidanese) è una torre costiera di Cagliari, situata poco lontano dal fabbricato settecentesco dell'ex lazzaretto. È raggiungibile dal borgo Sant'Elia, praticando una strada sterrata. L'edificio sorge su un angusto spuntone roccioso del colle Sant'Elia, a 34 metri sul livello del mare. Il nome "del Prezzemolo" identificava in passato un'altra torre costiera, la vicina torre di cala Fighera, non più esistente. La torre, chiamata originariamente "torre di Capo Bernat" o "di Cala Bernat" o "del Lazzaretto", ha origini cinquecentesche. Nel 1638 venne dismessa, in seguito alla costruzione della vicina torre di Calamosca. Venne riarmata nel XVIII secolo e nel 1793 ebbe un ruolo di rilievo nel respingere lo sbarco dei francesi. Successivamente la torre venne nuovamente e definitivamente dismessa. Lavori di restauro la interessarono nell'anno 1916, mentre nel 1967 si provvide a puntellare la sottostante roccia con l'edificazione di contrafforti. L'edificio, di forma tronco-conica, è di modeste dimensioni (circa 11 metri di altezza per quattro di diametro alla base) e rientrava nella tipologia delle torrezillas, ovvero le torri costiere "minori", poco armate e con funzione quasi esclusiva di avvistamento. Era in contatto visivo con diverse torri del golfo degli Angeli, tra cui le vicine torri dei Segnali e di Sant'Elia, oltre che col Castello di Cagliari. La torre del Prezzemolo venne edificata in pietra calcarea. La camera interna, il cui ingresso è a quattro metri di altezza, presenta volta a cupola. In mancanza di una scala interna in muratura la piazza d'armi era raggiungibile attraverso una botola utilizzando una scala a pioli. Evandro Pillosu, Le torri litoranee in Sardegna, Cagliari, Tipografia La Cartotecnica, 1957. Evandro Pillosu, Un inedito rapporto cinquecentesco sulla difesa costiera di Marco Antonio Camos, in Nuovo bullettino bibliografico sardo e archivio delle tradizioni popolari, Cagliari, 1959. Foiso Fois, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari, La Voce Sarda, 1981. Gianni Montaldo, Le torri costiere in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1992, ISBN 88-7138-059-2. Mele Giuseppe, Torri e cannoni. La difesa costiera in Sardegna nell'età moderna, Sassari, Edes, 2000. Massimo Rassu, Guida alle torri e forti costieri della Sardegna, Cagliari, Artigianarte, 2000. Massimo Rassu, Sentinelle del mare. Le torri della difesa costiera della Sardegna, Cagliari, Grafica del Parteolla, 2005, ISBN 88-88246-73-8. Storia dei Sardi e della Sardegna: L'età moderna, dagli Aragonesi alla fine del dominio spagnolo (URL consultato il 2 gennaio 2014) Torri costiere della Sardegna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Torre del Prezzemolo Torre del Prezzemolo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 31 agosto 2023. Cagliari, Torre del Prezzemolo, su sardegnacultura.it. URL consultato il 31 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2023).

La Palma (Cagliari)
La Palma (Cagliari)

La Palma è un quartiere di Cagliari di 1 206 abitanti. È un quartiere di piccola estensione, delimitato dalle grandi via Tramontana e viale Poetto e dalle saline di Molentargius. La via interna principale, via Favonio, termina nel vicino Quartiere del Sole. Qui si trova la vecchia Chiesetta delle saline e la nuova chiesa del SS. Nome di Maria, sorta agli inizi degli anni ottanta. Nel quartiere si trova anche la sede della circoscrizione numero 5 che comprende altri sette quartieri della città. Sorgono inoltre una scuola elementare e una materna, delle società sportive di basket e calcio, e vengono proposte diverse opportunità di aggregazione giovanile grazie al gruppo scout che vi opera. Il quartiere è provvisto da un servizio di biblioteca garantito dal Bibliobus del Sistema Bibliotecario Comunale che vi sosta il venerdì mattina. Confina con i quartieri Poetto, San Bartolomeo ed è sita accanto al Quartiere del Sole. Il quartiere è predominato da quella che una volta era edilizia agevolata, ma a differenza di altri quartieri della città qui si sono costruiti palazzi di circa tre/quattro piani e non sono rare le abitazioni con giardino. Negli anni settanta il quartiere ha conosciuto un periodo di difficoltà, diventando crocevia di spaccio di stupefacenti, periodo fortunatamente terminato negli anni 80 e oggi La Palma è uno dei quartieri residenziali più vivibili della città grazie alla presenza di spazi verdi e aree pubbliche. Si deve riconoscere, indipendentemente dalle idee religiose, l'importante funzione di aggregazione della locale parrocchia che in particolare negli anni 90 è stata molto attiva nel coinvolgere i ragazzi in numerose attività sociali. Sotto una nuova direzione, le attività sono riprese all'interno dell'oratorio del quartiere, coinvolgendo anche l'ampio gruppo scout della parrocchia. Nella stagione calcistica 1989/1990 la squadra di calcio del quartiere, il La Palma Calcio, è stata la seconda squadra della città di Cagliari a disputare un campionato professionistico, partecipando al campionato di Serie C2. Abitanti censiti Gianni Loddo, Guida all'architettura contemporanea di Cagliari, 1945-1995, Coedisar, 1996, ISBN 9788885966178. Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La Palma