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Torre del Prezzemolo

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Cagliari Torre di Lazzaretto (1)
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La torre del Prezzemolo, detta anche torre del Lazzaretto (turre de su Perdusemini, in sardo campidanese) è una torre costiera di Cagliari, situata poco lontano dal fabbricato settecentesco dell'ex lazzaretto. È raggiungibile dal borgo Sant'Elia, praticando una strada sterrata. L'edificio sorge su un angusto spuntone roccioso del colle Sant'Elia, a 34 metri sul livello del mare. Il nome "del Prezzemolo" identificava in passato un'altra torre costiera, la vicina torre di cala Fighera, non più esistente. La torre, chiamata originariamente "torre di Capo Bernat" o "di Cala Bernat" o "del Lazzaretto", ha origini cinquecentesche. Nel 1638 venne dismessa, in seguito alla costruzione della vicina torre di Calamosca. Venne riarmata nel XVIII secolo e nel 1793 ebbe un ruolo di rilievo nel respingere lo sbarco dei francesi. Successivamente la torre venne nuovamente e definitivamente dismessa. Lavori di restauro la interessarono nell'anno 1916, mentre nel 1967 si provvide a puntellare la sottostante roccia con l'edificazione di contrafforti. L'edificio, di forma tronco-conica, è di modeste dimensioni (circa 11 metri di altezza per quattro di diametro alla base) e rientrava nella tipologia delle torrezillas, ovvero le torri costiere "minori", poco armate e con funzione quasi esclusiva di avvistamento. Era in contatto visivo con diverse torri del golfo degli Angeli, tra cui le vicine torri dei Segnali e di Sant'Elia, oltre che col Castello di Cagliari. La torre del Prezzemolo venne edificata in pietra calcarea. La camera interna, il cui ingresso è a quattro metri di altezza, presenta volta a cupola. In mancanza di una scala interna in muratura la piazza d'armi era raggiungibile attraverso una botola utilizzando una scala a pioli. Evandro Pillosu, Le torri litoranee in Sardegna, Cagliari, Tipografia La Cartotecnica, 1957. Evandro Pillosu, Un inedito rapporto cinquecentesco sulla difesa costiera di Marco Antonio Camos, in Nuovo bullettino bibliografico sardo e archivio delle tradizioni popolari, Cagliari, 1959. Foiso Fois, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari, La Voce Sarda, 1981. Gianni Montaldo, Le torri costiere in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1992, ISBN 88-7138-059-2. Mele Giuseppe, Torri e cannoni. La difesa costiera in Sardegna nell'età moderna, Sassari, Edes, 2000. Massimo Rassu, Guida alle torri e forti costieri della Sardegna, Cagliari, Artigianarte, 2000. Massimo Rassu, Sentinelle del mare. Le torri della difesa costiera della Sardegna, Cagliari, Grafica del Parteolla, 2005, ISBN 88-88246-73-8. Storia dei Sardi e della Sardegna: L'età moderna, dagli Aragonesi alla fine del dominio spagnolo (URL consultato il 2 gennaio 2014) Torri costiere della Sardegna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Torre del Prezzemolo Torre del Prezzemolo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 31 agosto 2023. Cagliari, Torre del Prezzemolo, su sardegnacultura.it. URL consultato il 31 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2023).

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Torre del Prezzemolo
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Cagliari Torre di Lazzaretto (1)
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Borgo Sant'Elia
Borgo Sant'Elia

Borgo Sant'Elia è un quartiere di Cagliari di 1 168 abitanti. Il quartiere, il più meridionale della città, sorge a ridosso di un'area una volta paludosa sull'omonimo promontorio. A sud e a ovest è circondato dal mare, le coste rocciose presentano alte falesie ma non mancano le spiagge sabbiose, come quella di Cala Fighera. Nel mar Mediterraneo si trova poi una piccola isola, lo scoglio Sant'Elia. La denominazione di quest’area della città di Cagliari trae origine dalla sovrapposizione del culto di due diversi santi di nome Elia. Intorno al IV secolo, infatti, sulle alture della zona visse un eremita e anacoreta sardo, di nome Elia. Fu martirizzato su questo colle durante le persecuzioni di Diocleziano, e i suoi resti furono seppelliti dalla popolazione locale sul promontorio che da allora portò il suo nome. In seguito fu costruito un edificio sacro per conservare i suoi resti, denominato Sant’Elia al Monte, attestato come proprietà dei monaci Vittorini dal 1089. Intorno al 1600 i resti di Sant’Elia Anacoreta furono interessati dalla ricerca dei corpi santi operata dall’Arcivescovo di Cagliari Francisco Desquivel, e ancora oggi si trovano conservati nella Cripta dei Martiri della Cattedrale di Cagliari. Oggi della chiesa di Sant’Elia al Monte rimangono solo ruderi, interessati in tempi recenti da alcuni scavi archeologici. In seguito, a partire dal XVI secolo si stabilirono presso l’area del promontorio di Sant’Elia Anacoreta alcuni membri della congregazione carmelitana, che decisero di intitolare il promontorio a Sant’Elia profeta, personaggio biblico e principale ispiratore dell’ordine carmelitano. Fu allora che il culto per il profeta Elia soppiantò parzialmente quello per l’eremita sardo Elia. I carmelitani, temendo le incursioni saracene, lasciarono presto il promontorio per stabilirsi definitivamente presso piazza del Carmine nel quartiere cagliaritano di Stampace, dove ancora oggi si trovano. Rimase però a testimonianza del loro passaggio la seconda intitolazione del promontorio al profeta Elia. Inizialmente solo un piccolo borgo di pescatori, la storia del quartiere è recente ed è immediatamente successiva ai bombardamenti di Cagliari del 1943, dai quali la città fu pesantemente colpita. Gli stessi portarono alla distruzione anche dell'edilizia abitativa, un cospicuo numero di sfollati trovò rifugio nel Lazzaretto di Cagliari e, nonostante l'inadeguato stato di conservazione dello stesso, ci si trasferì stabilmente. All'inizio degli anni 1950, in risposta alla situazione ormai emergenziale vissuta dai nuclei familiari del Lazzaretto, tramite il piano INA-Casa il sindaco Pietro Leo organizza i lavori per la costruzione di edilizia residenziale pubblica in quello che successivamente diventerà il Borgo Sant'Elia, in parte finanziati anche dalla Cassa depositi e prestiti. È in questo periodo che, sotto una forte speculazione edilizia, inizia la ghettizzazione della zona che vide raccogliere a sé il ceto più povero della città. Furono consegnate 85 edifici per un totale di 512 appartamenti, nei quali trovarono residenza più di 2000 cittadini prevalentemente senzatetto. Furono avvertiti fin da subito i disagi e le problematiche tipiche di una periferia: l'isolamento del sobborgo rispetto alla città era evidente, accentuato dalla mancanza di servizi pubblici e vie di comunicazione, queste ultime assenti sia per collegarlo con la città che per mettere in comunicazione i vari edifici all'interno del quartiere stesso. La Fiera di Cagliari rappresentava un'ulteriore barriera che lo separava dagli altri quartieri, alla quale si aggiunse più in là il neonato Nuovo Borgo Sant'Elia e l'Asse Mediano di Scorrimento. Chiesa di San Bartolomeo: parrocchiale del quartiere, di origine medievale ma rimaneggiata e ampliata in epoche diverse. Lazzaretto di Cagliari: sorto attorno al 1600 come area di ricovero ed oggi trasformato in un centro culturale, si trova nel largo Sant'Elia nel piazzale di fronte al mare. Sella del Diavolo: promontorio che separa il Poetto da Calamosca. Fortino di Sant'Ignazio Torre del Prezzemolo Torre di Calamosca: edificata nel XVII secolo dagli spagnoli, si trova in cima all'omonimo colle ed è dotata di un faro. Abitanti censiti Consiste in un intrico di stradine che si snodano fra vecchie case al centro del quale si trova una chiesa. Il viale San Bartolomeo consente di raggiungere Calamosca ed è diviso in due zone: la zona alta, la più recente, (che comprende via Francesco Alziator, via Loddo Canepa, via Renato Prunas, via Rafaelo Delogu); e la zona bassa, la più antica (che comprende via San Bartolomeo, via Vergine di Lluc e piazza San Bartolomeo), dove si trova anche la pregevole chiesa parrocchiale del 1600 dedicata a San Bartolomeo. La zona più antica del quartiere, un tempo nota come borgo di San Bartolomeo, è raggiungibile dal viale Poetto tramite la via San Bartolomeo; si contraddistingue per la presenza di diverse caserme e altri edifici militari. Nel XIX secolo vi aveva sede un bagno penale. I forzati erano impiegati nell'estrazione del sale, nelle vicine saline di Cagliari, e nella costruzione di diverse opere del borgo, come la fontana ubicata nella piazza San Bartolomeo, costruita in stile classico nel 1857 e restaurata di recente. Una chiesa, dedicata alla Vergine di Lluc, sorse nel XVII secolo accanto a San Bartolomeo; vi aveva sede il gremio dei notai. Di questa oggi resta solo la memoria tramandata dal nome della via Vergine di Lluc, che dalla piazza conduce al viale Poetto. La via diretta per entrare nel quartiere, che appare come un borgo quasi isolato dal continuum urbano, è il viale Borgo Sant'Elia. È collegato da due linee del CTM: 5 via Cinquini - via Vergine di Lluc 5-11 Parco San Michele - Calamosca Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgo Sant'Elia

Lazzaretto di Cagliari
Lazzaretto di Cagliari

Il Lazzaretto di Cagliari o di Sant'Elia è un edificio storico di Cagliari, sede dell'omonimo centro culturale. Si trova nel quartiere Borgo Sant'Elia. Documenti custoditi nell'archivio di stato di Cagliari permettono di datare il primo impianto del lazzaretto al XVII secolo, epoca confermata anche dallo stemma marmoreo della città, che appare sopra l'ingresso, in cui sono presenti i pali d'Aragona. Nel 1720, per volere di re Vittorio Amedeo II di Savoia, l'antico lazzaretto venne ampliato e trasformato in un vero ospedale per malattie contagiose, con tanto di regolamento per la preservazione della salute pubblica. Ulteriori ampliamenti vennero operati nel 1835. Nel 1837, Giovanni Spano, di ritorno da Napoli (città colpita da un'epidemia di colera), venne internato nel lazzaretto di Sant'Elia. Poté così farsi testimone del degrado e delle carenze igienico - sanitarie della struttura. Il sotterraneo deve lo rinchiusero, venne da lui stesso definito "botte di Diogene". Verso la fine dell'XIX secolo, l'edificio perse la sua funzione, in seguito all'acquisizione di nuove conoscenze mediche e al disuso della pratica della quarantena. Nel secondo dopoguerra, i locali del lazzaretto ospitarono un gruppo di sfollati, primo nucleo di abitanti del quartiere Sant'Elia. Dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, l'edificio, restaurato dall'architetto veneziano Andrea de Eccher, venne riaperto in occasione della manifestazione Monumenti Aperti, nel 2000, e destinato ad ospitare varie manifestazioni culturali. Il museo, inaugurato nel 2002 e originariamente ospitato nel centro comunale del Ghetto degli Ebrei, è costituito dall'esposizione permanente della collezione "Monagheddu - Cannas", costituita da 19 modelli in scala di altrettanti edifici storici della Sardegna, particolarmente castelli e fortificazioni, ricostruiti con i materiali realmente utilizzati nella costruzione degli originali e come si presentavano all'apice della funzionalità (molti di questi edifici attualmente sono allo stato di rudere o poco più). Alcuni tra i modelli rappresentano: la “Grotta della vipera” a Cagliari, antico mausoleo romano; la ricostruzione di una reggia nuragica; il castello medioevale di Sanluri; diverse torri costiere, edificate da spagnoli e piemontesi. AA.VV. Museo delle Torri e dei Castelli della Sardegna. Carlo Delfino editore, 2003. ISBN 978-88-7138-284-5 Sito ufficiale, su lazzarettodicagliari.it. Il Lazzaretto, su Comune di Cagliari. URL consultato il 29 agosto 2023. Lazzaretto Cagliari, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 29 agosto 2023. Cagliari, Lazzaretto di Cagliari, su sardegnacultura.it. URL consultato il 29 agosto 2023. Lazzaretto, su Monumenti aperti. URL consultato il 29 agosto 2023. Lazzaretto di S. Elia, su Touring Club Italiano. URL consultato il 29 agosto 2023.

Fortino di Sant'Ignazio
Fortino di Sant'Ignazio

Il fortino di Sant'Ignazio o forte di Sant'Ignazio è un'architettura militare situata sul colle di Sant'Elia, nel comune di Cagliari. Sorge a circa 94 metri sul livello del mare. Edificato nel 1792, in epoca sabauda, su progetto dell'ingegnere militare Franco Lorenzo, la sua funzione era quella di far fronte agli eventuali attacchi da parte dei Francesi. Dal 1804 divenne ricovero per gli individui colpiti da malattie contagiose. La storia dei colli Sant'Elia e sant'Ignazio inizia in età prenuragica e nuragica, con continuità nel periodo fenicio e romano. Fra l'VII e il IX secolo, s'insediò un nucleo di eremiti cristiani comprendente Sant'Elia e san Giovenale che edificarono un luogo di rifugio, poi trasformato nella chiesa di Portu Salis dai monaci vittorini di Marsiglia, che dimorarono qui per tre secoli a partire dal 1089. Nel 1366, le loro proprietà furono trasferite ai feudatari aragonesi, che vi costruirono quattro torri (torre del Poueht, torre di Cala Fighera, torre di Calamosca e torre de su Perdusemini), e ai Carmelitani, che nel 1621 furono indotti dalle incursioni barbaresche ad abbandonare il luogo per stabilirsi in città. A seguito del fallito tentativo di invasione della Sardegna condotto dalla Francia rivoluzionaria sul finire del XVIII secolo, il governo sabaudo trasformò la torre cannoniera ispanica in un forte casamattato. La difesa del golfo cagliaritano fu prioritariamente affidata ai forti di Sant’Elia e di Sant’Ignazio, situati nei colli omonimi. I lavori iniziarono nel dicembre 1793 e, dopo il collaudo del 30 marzo 1795, furono terminati con relative parti accessorie tre anni più tardi. Nel frattempo, era venuta meno la stessa ragion d'essere del sito militare, che non entrò mai in servizio e fu riadibito all'uso di Torre dei Segnali, finché nel 1842 fu soppressa la Reale Amministrazione delle Torri. Una serie di demolizioni successive al disarmo lasciò poche tracce dell'antica Torre Sant'Elia, retta su un precedente faro di epoca pisana, risalente al periodo giudicale, come il porticciolo del sale (Portu Sais) che si trovava nell'odierna Marina Piccola. Antonio Conte e Monica Filippa (a cura di), Patrimoni e siti Unesco. Memoria, misura e armonia, collana Arti visive, architettura e urbanistica, Gangemi Editore, 18 dicembre 2015, ISBN 9788849227284. Fortino di Sant’Ignazio, su ìdese. URL consultato il 2 novembre 2023.

Nuovo Borgo Sant'Elia
Nuovo Borgo Sant'Elia

Nuovo Borgo Sant'Elia è un quartiere di Cagliari di 4 749 abitanti. Confina con La Palma a nord-est e il Quartiere del Sole a sud-ovest, separati dal viale Poetto, e con Borgo Sant'Elia tramite l'omonima via. È delimitato a nord dal canale di San Bartolomeo e a ovest si affaccia sul mare. Un tempo era tagliato in due dal canale dei Pescatori del quale oggi rimane soltanto il piccolo porto, era poi ricco di paludi salmastre scomparse dopo la bonifica del suolo effettuata contestualmente all'urbanizzazione, all'inizio degli anni 1970. Sulla terra sottratta al mare che prese il posto del canale dei pescatori venne edificato il complesso del Favero, ispirato al brutalismo delle Unité d'Habitation di Le Corbusier. I lavori, finanziati dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 assieme alle vele di Scampia e ai quartieri ZEN di Palermo e Romanina di Roma, iniziarono nel 1975 e si conclusero nel 1978 con la consegna dell'opera all'Istituto Autonomo Case Popolari, che assegnò un anno dopo i 1 256 alloggi. Il quartiere vede poi la costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento ad isolarlo ulteriormente dalla città, già scollegata al quartiere per via dell'assenza di una viabilità adeguata. Il Nuovo Borgo Sant'Elia si espande con la costruzione di tre nuovi complessi tra gli anni 1980 e gli anni 1990: Le Lame, Le Torri e Gli Anelli. La popolazione cresce di 6 000 abitanti ed è in questo periodo che ha origine la stigmatizzazione del quartiere diventando teatro di criminalità tra furti e occupazione di terreni o edifici, roghi di autovetture, aggressioni e traffico di droga. Negli anni 2010 viene avviata una riqualificazione del quartiere nel tentativo di porre un freno al degrado, iniziata nel 2012 con la costruzione dell'arena grandi eventi. Nel quartiere sarebbe dovuto sorgere anche un museo di arte nuragica e contemporanea, il Betile, voluto dall'ex Governatore della Sardegna Renato Soru ma ostacolato dall'ex Sindaco di Cagliari Emilio Floris e dal vecchio presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci. Nel 2014 è stato ristrutturato il lungomare, inaugurato dal sindaco Massimo Zedda, mentre dal 2022 un nuovo ponte pedonale collega lo stesso con il padiglione del Sale. Tra le iniziative promosse dal comune vi sono i festival dedicati all'arte di strada (i quali dotato il quartiere di diversi murale ad opera di artisti come Ericailcane) e i progetti di ecosostenibilità, come i plogging organizzati in collaborazione con Marevivo. A distanza di 40 anni il complesso del Favero si presenta in precarie condizioni igienico-sanitarie tanto da indurre l'amministrazione comunale a valutarne la demolizione, scatenando l'opposizione dei residenti. Mercato civico Sant'Elia: inaugurato il 14 dicembre 1997 per compensare la chiusura dei mercati di via Pola, Santa Teresa e La Palma. Edificato a est dello stadio per una superficie complessiva di 1 700 metri quadrati, è composto da due piani e ospità più di 30 concessionari tra cui un'edicola e un bar. Stadio Sant'Elia: impianto sportivo polivalente costruito dopo la vittoria dello scudetto della Serie A 1969-1970 da parte del Cagliari Calcio, ha ospitato alcune partite dal campionato mondiale di calcio 1990. Unipol Domus: stadio inaugurato nel 2017 contestualmente alla dismissione del precedente impianto e sorto a fianco allo stesso. Parco degli Anelli: inaugurato nel 2019 e progettato da João Ferreira Nunes, si estende per 15 ha. Sorge dal recupero di una zona di degrado urbano nella quale sono stati piantati 500 nuovi alberi, i quali vengono innafiati con acque reflue trattate. È posizionato a sud dell'arena grandi eventi e al suo interno sono presenti piste ciclabili e tappeti erbosi, questi ultimi per un'estensione di circa 27 000 m². La sua flora è composta prevalentemente da Pinus halepensis, Chamaerops humilis, Olea europaea e specie botaniche spontanee della macchia mediterranea. Il parco permette poi di accedere all'ipogeo adiacente al Lazzaretto di Cagliari, utilizzato come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Dotato di due ingressi, è lungo 50 m e poteva ospitare fino a 480 persone. Gli studi speleologici effettuati hanno rivelato l'antichità del cunicolo suggerendo possa essere stato utilizzato come rifugio già durante la spedizione francese in Sardegna. Parco Jovanotti: intitolato al cantautore toscano che nel 2008 donò diversi alberi alla città, è stato inaugurato il 29 marzo 2021 dal primo cittadino Paolo Truzzu. Nasce dalla riqualificazione di una zona distrutta da un incendio boschivo divenuta poi una discarica, è formata da un parco giochi e un campo da pallacanestro in un'area di 3 000 m² dotata di illuminazione pubblica con lampade a LED. Fa registrare il maggior numero di cittadini in avvicinamento all'età per il pensionamento di vecchiaia in rapporto a coloro che si affacciano nel mondo del lavoro con un ricambio di oltre il 10%, presentando di conseguenza un alto indice di dipendenza. Quest'ultimo è accentuato dall'età media piuttosto bassa dovuto all'alto tasso di fecondità totale, rendendo parecchio basso l'indice di vecchiaia. I nuclei familiari sono i più numerosi della città, con una media di quasi 2 componenti e mezzo, è poi qui che si registra la più importante presenza di coniugati in rapporto ai celibi, questi ultimi spesso stigmatizzati dagli stessi residenti. L'indice di mascolinità è basso, i cittadini giovani sono prevalentemente uomini mentre quelli anziani sono principalmente donne. La fascia di età scolare universitaria — tra i 19 e i 25 anni — è stata la più rappresentata della città per un decennio, nonostante si riscontri una forte dispersione scolastica, nonché un'importante tasso di disoccupazione. Abitanti censiti Negli ultimi due decenni risulta essere il quartiere che più si è spopolato con una flessione in negativo di quasi il 30%. Il quartiere fa registrare il minor numero di immigrati residenti della città, i pochi presenti sono kirghisi e indiani, prevalentemente di età avanzata. L'Asse Mediano di Scorrimento, ostacolo fisico che lo separa dalla città, ne segna anche il confine nord del quartiere. Allo stesso si ricongiungono le vie intitolate a Salvatore Ferrara ed Emanuele Pessagno, a doppia carreggiata e parte di un più ampio progetto di collegamento dello stadio. Le più importanti strade urbane del quartiere sono via Piero Schiavazzi e via Samuele Utzeri, che circondano il complesso del Favero. Il trasporto pubblico locale serve la zona tramite gli autobus del CTM, in servizio sulla linea 6 avente capolinea in via Piero Schiavazzi. Quartieri di Cagliari Borgo Sant'Elia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nuovo Borgo Sant'Elia

Unipol Domus
Unipol Domus

L'Unipol Domus, nota in passato come Sardegna Arena, è uno stadio di calcio italiano di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 2017-2018. Verso gli anni 2010 la sempre più crescente obsolescenza dello Stadio Sant'Elia, la maggiore arena scoperta della Sardegna e da oltre 40 anni "casa" del Cagliari Calcio, divenne foriera di problemi sempre maggiori: nel 2012 l'impianto venne dichiarato inagibile, obbligando i rossoblù a trasferirsi dapprima allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, poi allo Stadio Is Arenas di Quartu Sant'Elena (ampliato per l'occasione con delle tribune provvisorie in tubolari d'acciaio). Sebbene la società rossoblù avesse finanche prefigurato la possibilità di stabilirsi permanentemente nell'impianto quartese, l'esperienza si rivelò breve e travagliata: l'Is Arenas venne infatti a più riprese dichiarato parzialmente o totalmente inagibile, sicché la squadra vi poté disputare un numero limitato di partite. I lavori di ampliamento ebbero inoltre profili d'irregolarità e comportarono strascichi di natura giudiziaria a carico dell'allora dirigenza del Cagliari e di taluni politici locali. Già nel 2013, previ lavori urgenti d'adeguamento e messa in sicurezza, il Cagliari fece dunque ritorno al Sant'Elia, in attesa di trovare una migliore sistemazione. Due anni dopo il club decise ufficialmente di avviare il progetto di abbattimento e ricostruzione dello stadio cagliaritano. Essendo dunque stata disposta la definitiva dismissione del Sant'Elia, s'impose la necessità di individuare un nuovo campo ove il Cagliari potesse temporaneamente disputare i propri match casalinghi. Scartata l'ipotesi di uscire dai confini comunali del capoluogo sardo (tenendo conto della fallimentare esperienza di Is Arenas e al fine di non complicare l'accessibilità ai tifosi), tra il 2016 e il 2017 si optò per edificare uno stadio provvisorio all'interno del parcheggio orientale del Sant'Elia, ponendo così le basi per il progetto che venne chiamato Sardegna Arena. Dopo che il comune di Cagliari ebbe concesso il diritto di superficie al club sul terreno interessato, i lavori di edificazione partirono nella primavera del 2017: si provvide a rimuovere i manufatti dei parcheggi quali spartitraffico e lampioni, nonché ovviamente l'asfalto e parte dei sottoservizi (non interamente in modo da ripristinarli potenzialmente in futuro una volta ridismesso l'impianto temporaneo) e infine a dissodare il terreno per posarvi le zolle d'erba e contemporaneamente erigere le gradinate. Per le gradinate si scelse di montare per le due curve e i Distinti le tribune Dalmine del Sant'Elia e che passarono anche per Is Arenas mentre per la tribuna principale si montò la Main Stand che venne creata per lo stadio quartese. I lavori procedettero speditamente e vennero conclusi entro l'estate. Ottenute le necessarie autorizzazioni e omologazioni, l'impianto venne aperto il 10 settembre 2017, in occasione della partita Cagliari-Crotone, valida per la terza giornata del campionato di Serie A. Seppur negli anni non abbia ancora ricevuto l'omologazione per la disputa di partite del Cagliari nelle competizioni UEFA, l'impianto ha ospitato l'11 settembre 2018 un'amichevole tra le selezioni Under-21 di Italia e Albania e il 28 maggio 2021 una partita amichevole disputata tra le nazionali maggiori di Italia e San Marino, incontro di preparazione degli Azzurri ai vittoriosi Euro 2020. Il 24 luglio 2021 il Cagliari Calcio ha annunciato la partnership decennale con il gruppo assicurativo Unipol e la conseguente cessione dei diritti di denominazione sponsorizzata sia per l'impianto temporaneo sia per il futuro stadio definitivo. Con tale accordo la Sardegna Arena ha assunto il nome di Unipol Domus. Il nome Domus, in latino, richiama il concetto di casa che la società più volte ha evocato parlando del luogo in vengono disputate le partite. In sardo “domus” però è il plurale "case", ma è stato avallato in quanto i diritti di denominazione sono stati concessi sia per l'impianto attuale che per quello futuro, seppur il nome di quest'ultimo dovrà essere scelto dallo sponsor più avanti. Lo stadio sarà il campo interno del Cagliari fino all'ultimazione della nuova casa permanente del club rossoblù. Una volta omologato, l'impianto verrà smontato e il terreno che occupa sarà riadibito ad area servizi per il nuovo stadio. Considerando la preventivata data di inizio di demolizione dello stadio Sant'Elia fissata a fine 2022, ma a tutt'oggi non ancora avviata, la società si aspetta di giocare alla Unipol Domus fino al 2025. Dato il carattere temporaneo della struttura, essa è interamente realizzata in moduli prefabbricati in materiale metallico, rivestiti esternamente con pannelli lignei e plastici. La capienza massima è di 16 416 posti a sedere, tutti numerati e dotati di seduta, articolati in cinque settori: Curva nord: 4404 posti; Curva sud: 3981 posti; Distinti: 4384 posti, suddivisi in: centrali centrali alti centrali nord-sud laterali nord Tribuna: 3272 posti, suddivisi in: rossa blu 80 equamente suddivisi in 10 sky box; Ospiti (compreso nei Distinti): 415 posti In assenza di infrastrutture intermedie (quale ad esempio una pista di atletica leggera), tutte le tribune affacciano direttamente sui bordi del terreno di gioco, distando al massimo sette metri da esso. Gli spalti sono inoltre rialzati alla base rispetto al naturale livello del suolo e le barriere di separazione dal prato consistono perlopiù in bassi parapetti: solo dinnanzi al settore ospiti, per motivi di sicurezza, viene implementata una recinzione a tutta altezza. Inizialmente, dal punto di vista strutturale, la tribuna centrale costituiva un corpo indipendente rispetto alle altre gradinate, che erano invece raccordate tra loro, descrivendo una forma a ferro di cavallo. Ciò fino al 14 settembre 2018, allorché sono stati ultimati e aperti al pubblico due ulteriori "spicchi" di gradinate, che hanno fisicamente raccordato la tribuna alle curve, consentendo un aumento della capienza di ulteriori 183 posti. Lo "spicchio" adiacente alla curva sud è stato inoltre permanentemente riservato ai bambini iscritti al progetto "scuola di tifo" patrocinato dal Cagliari Calcio. Le panchine per le squadre sono ubicate direttamente nelle gradinate della main stand, all'interno della quale sono inoltre situati i locali tecnici e di servizio (spogliatoi, sala stampa e via dicendo). Lo stadio include inoltre alcuni spazi di servizi al pubblico, coprenti un'area complessiva di 437 m²: un'area dedicata ai bambini e tre sale per eventi, ospitalità e catering. A servizio del pubblico vi è un maxischermo montato sulla sommità della tribuna scoperta. L'illuminazione notturna del campo è garantita da quattro cluster di riflettori, alloggiati su altrettanti piloni impiantati in corrispondenza degli angoli perimetrali dello stadio. La Sardegna Arena è stata sede di un incontro amichevole della nazionale di calcio dell'Italia, disputato il 28 maggio 2021 contro San Marino e terminato con il punteggio di 7-0 in favore degli Azzurri. Speciale Sardegna Arena, in L'Unione Sarda, 10 settembre 2017. Stadio Is Arenas Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Unipol Domus Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com. Cagliari - Stadio, su Lega Nazionale Professionisti Serie A. URL consultato il 23 agosto 2023. Stadio Unipol Domus, su TicketOne. URL consultato il 7 novembre 2023.

Circuito di Cagliari
Circuito di Cagliari

Il circuito di Cagliari è stato un circuito automobilistico cittadino, allestito nei pressi dello stadio Sant'Elia. Venne utilizzato tra il 2002 e il 2003. Il circuito venne inaugurato il 10 novembre 2002. In quel fine settimana il circuito ospitò l'ultima gara della stagione dell'Euro Formula 3000, denominata Gran Premio del Mediterraneo di Formula 3000; venne inserito in sostituzione di una gara prevista a Imola per il 2 giugno. L'appuntamento era inizialmente previsto per il 6 ottobre. L'organizzazione spettò all'International Promotion di Pier Luigi Corbari e la Event Group, all'ACI, agli autodromi di Monza e Vallelunga. Vi fu l'apporto anche di Pasquale Lattuneddu, il braccio destro in Formula 1 di Bernie Ecclestone. Dopo ben 35 anni in Italia veniva effettuata una gara automobilistica su un circuito cittadino. Le gare su circuiti cittadini erano state bandite dal 1967 dopo la tragedia di Caserta, dove, in un Gran Premio di Formula 3 persero la vita Geki Russo, Tiger e Beat Fehr. La gara di F3000 venne vinta dal pilota ceco Jaroslav Janiš, alla media di 122,641 km/h, e risultò decisiva per l'assegnazione del titolo al pilota brasiliano Jaime Melo Jr.. La gara si svolse davanti a 100.000 spettatori. Il circuito fu sede dell'ultima gara del campionato anche nel 2003, con la denominazione di Gran Premio di Cagliari. La gara, tenuta il 2 novembre, venne vinta da Jaime Melo Jr., alla media di 125,499 km/h; giunse decimo il futuro pilota di Formula 1 Vitalji Petrov. Come gara di contorno venne svolto il Sardinia Master di Formula 3. Il Master venne aggiudicato da un altro pilota con un futuro nella massima formula, il polacco Robert Kubica, che si impose in entrambe le gare. Altre gare riguardarono monoposto di Formula Gloria e vetture prototipi. Il fine settimana vide anche l'esibizione di Jarno Trulli e Fernando Alonso, al volante di una Renault di Formula 1 e di Jean Alesi con una Mercedes CLK, impiegata nel DTM. Il circuito venne messo in calendario dell'Euro 3000 anche per il 2004 La gara però non venne organizzata tanto da venir rimpiazzata da un weekend con doppio appuntamento al Nürburgring. Il circuito non venne così più allestito. La pista, priva di variazioni altimetriche, era disegnata nei dintorni dello stadio Sant'Elia, nel quartiere Nuovo Borgo Sant'Elia della città di Cagliari. Caratterizzata da un breve rettilineo iniziale, poi da una serie di curve a 90° che immettevano in una lunga curva a destra che terminava con due curve veloci. Il tracciato ritornava verso la linea di partenza per mezzo di un altro breve rettilineo disegnato su via Amerigo Vespucci. Per il suo allestimento vennero utilizzati 4500 metri di barriera New Jersey, 670 metri di guard-rail in acciaio, e oltre 25 000 pneumatici. Quasi un chilometro di pista venne riasfaltato a nuovo all'inizio di ottobre. Niki Lauda effettuò una ricognizione del circuito durante l'edizione del 2003, trovandolo impegnativo e molto bello. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su circuito di Cagliari

Arena grandi eventi
Arena grandi eventi

L'arena grandi eventi è un edificio di Cagliari costruito per sopperire alla mancanza del non più utilizzabile Anfiteatro romano di Cagliari, riportato allo stato di sito archeologico. L'Arena prende il nome dall'omonimo quartiere di Cagliari in cui si trova. Nasce come rimpiazzo all'Anfiteatro Romano di Cagliari non più utilizzabile, ma in realtà fa parte di un insieme di progetti finalizzati a riqualificare l'intero quartiere. A maggio 2012 iniziano i lavori interamente finanziati da fondi per le grandi opere stanziati già nel 1999 ma mai utilizzati. Il costo sostenuto si aggira sui 600 000 €. I lavori hanno previsto il rifacimento dell'illuminazione pubblica nei parcheggi e l'installazione delle tribune in tubi Innocenti. Per rendere gli spettacoli ben visibili anche dalla platea (sia con le sedie che in piedi) il pavimento è stato costruito inclinato verso il palco per permettere anche alle persone sedute dietro di vedere bene. L'Arena è stata inaugurata con il concerto il 13 luglio dei Killing Joke. A seconda delle serate e dei biglietti venduti la platea è munita di sedie. La struttura è caduta in uno stato di degrado e abbandono e non viene più utilizzata dal 2016. In futuro, per rendere utilizzabile l'arena anche nel periodo invernale è prevista l'installazione di una copertura per gli spettatori e il palco. Sito ufficiale, su comune.cagliari.it. https://web.archive.org/web/20120901175117/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/282648 http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=25476 https://web.archive.org/web/20120904173712/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/282948 https://web.archive.org/web/20120825205240/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/280235 https://web.archive.org/web/20120903231735/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/286698

Stadio Sant'Elia
Stadio Sant'Elia

Lo stadio Sant'Elia è un impianto sportivo polivalente italiano in disuso di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è stato sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 1970-1971 fino al 2012, e nuovamente tra il 2013 e il 2017. Inaugurato nel 1970 era, fino al momento della sua dismissione, la maggior arena scoperta cittadina e regionale in termini di capienza: dal punto di vista operativo è uno stadio polivalente, provvisto di pista d'atletica leggera. La sua destinazione d'uso principale era tuttavia quella calcistica, assolvendo la funzione di campo interno del Cagliari, maggior club locale. Ristrutturato in vista dei campionati mondiali di calcio 1990 (di cui accolse alcune partite), tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI è andato incontro a un rapido decadimento, che ha obbligato dapprima a limitarne pesantemente la capienza e poi (dal 2002) a chiudere in pianta stabile vaste porzioni degli spalti, sostituiti da gradinate prefabbricate erette entro il vecchio catino, al di sopra della pista di atletica (che venne sacrificata allo scopo). L'aggravarsi dello stato di obsolescenza dello stadio, giunto al punto da indurne finanche momentanee dichiarazioni di totale inagibilità, ne ha infine determinato la totale dismissione: il Cagliari nel 2017 ha infatti avviato i lavori di demolizione e ricostruzione. Il primo progetto di costruzione di un nuovo stadio nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia venne presentato nel 1964 dall'architetto Antonio Sulprizio: dal punto di vista strutturale esso prevedeva l'erezione di un solo anello di forma ellittica, parzialmente sormontato da ulteriori gradinate, per una capienza massima stimata di 35 000 spettatori; un anno dopo i lavori di costruzione vennero avviati. La storica affermazione del Cagliari nel campionato di Serie A 1969-1970 indusse tuttavia a modificare il progetto originario, onde aumentare la capienza della costruenda arena: se ne occupò l'ingegnere Giorgio Lombardi, che aggiunse un secondo anello di spalti sovrapposto a quello di base, innestando la struttura esternamente su 64 telai triangolari (anche detti "cosciali") in cemento armato. La capienza venne così elevata a 59 972 unità, ampliabile a un massimo di 70 000 ingressi adottando anche posti in piedi, all'epoca ancora consentiti. Le spese di costruzione (pari 1,95 miliardi di L.) vennero coperte dal Comune di Cagliari, che beneficiò peraltro di un credito sportivo di circa 550 milioni di L. erogato in due tranche dal CONI. Lo stadio venne così completato nell'estate del 1970, consentendo al Cagliari di abbandonare il vecchio e meno capiente stadio Amsicora. Al nuovo stadio non fece tuttavia seguito, inizialmente, la costruzione di adeguate infrastrutture di supporto: le vie d'accesso circostanti erano infatti ristrette e incapaci di reggere il volume di pubblico che poteva riversarsi nello stadio, mentre il parcheggio contiguo ad esso disponeva di soli 200 stalli autovetture. Inoltre, sin da subito ci si rese conto che lo stadio, lì piazzato, non fu un'occasione di valorizzazione del neonato quartiere popolare di Nuovo Borgo Sant'Elia ma al contrario ne costituiva una barriera tra esso e la città. L'esordio ufficiale dei rossoblù al Sant'Elia avvenne il 12 settembre, nel primo turno della Coppa Italia, ove il Cagliari sconfisse la Massese per 4-1 di fronte a poco più di 30 000 spettatori. Quattro giorni più tardi, il 16 settembre, lo stadio vide il Cagliari sconfiggere per 3-0 i francesi del Saint-Étienne davanti a 63 000 spettatori, in un incontro valido per i sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni 1970-1971. L'inaugurazione ufficiale si celebrò in occasione della prima giornata del campionato di Serie A 1970-1971, ove il Cagliari prevalse sulla Sampdoria per 2-1. A neppure due mesi dall'inaugurazione il Sant'Elia fu colpito da un incidente. Nel sottosuolo dell'impianto correva infatti un oleodotto che serviva il vicino deposito carburanti di Monte Urpinu dell'Aeronautica Militare: nel novembre 1970 una rottura della tubatura causò una perdita di combustibile, che intrise il terreno e affiorò in superficie. In quel frangente un operaio addetto alla manutenzione del campo, non accortosi della pericolosa situazione, gettò a terra un mozzicone di sigaretta acceso, causando lo sprigionarsi di un incendio. A seguito dell'incidente lo stadio venne dichiarato inagibile fino all'avvenuta riparazione della tubatura. Lo stadio fu scelto tra le sedi ospitanti del Campionato mondiale di calcio 1990 assegnato all'Italia: nel dicembre 1987 fu dunque avviato un intervento di ammodernamento e ristrutturazione dell'arena, costato complessivi 24 miliardi di L. (circa il 41% in più dei preventivati 17). Si provvide ad adeguare la struttura alle normative di sicurezza vigenti, a ridurre i posti massimi a 40 919 (tutti a sedere e numerati), a potenziare l'illuminazione con l'aggiunta di 4 torri faro alle 4 preesistenti, a realizzare una copertura in legno sopra la tribuna centrale e una tensostruttura esterna adibita a centro stampa (il cosiddetto "pallone", destinato a essere scarsamente utilizzata a mondiale concluso, a parte qualche partita di calcio a 5 delle squadre locali nell'impianto polivalente creato al suo interno) e a potenziare i parcheggi. Fu invece scartato il progetto di costruzione di una copertura totale degli spalti proposto da Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato organizzatore dei mondiali: i fondi che sarebbero serviti allo scopo vennero dirottati alla costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento, tangenziale della città. L'impianto rinnovato venne riaperto il 21 dicembre 1989 con la disputa di un'amichevole tra Italia e Argentina. In quegli anni il Sant'Elia fu utilizzato anche per manifestazioni sportive non calcistiche, quali i campionati italiani assoluti ed il meeting Terra Sarda di atletica leggera. L'assenza di adeguati lavori di ammodernamento e manutenzione fece sì che tra gli anni 1990 e gli anni 2000 lo stadio sprofondasse in uno stato di crescente obsolescenza: seri problemi di stabilità vennero riscontrati nei settori delle curve e dei distinti, giudicati a rischio crollo. In virtù di ciò, poco prima dell'avvio del campionato di Serie B 2002-2003, le autorità minacciarono di dichiarare il Sant'Elia totalmente inagibile. Il Cagliari stanziò quindi 3 milioni di euro per l'acquisto e l'installazione di tribune prefabbricate metalliche Dalmine all'interno del catino dell'arena, andando a coprire la pista di atletica leggera (che venne dismessa): dei vecchi spalti rimase agibile la sola tribuna centrale. La capienza dello stadio ne uscì quasi dimezzata (23 486 posti) rispetto a quella fissata nel 1990. Questo rinnovamento venne fin da subito criticato per la sua natura avventizia e per il permanere delle condizioni di scarsa sicurezza del pubblico e dei giocatori. A tal proposito fu eclatante quanto avvenuto il 18 novembre 2002 durante la partita Cagliari-Messina: un tifoso cagliaritano riuscì infatti a scavalcare le recinzioni che separavano gli spalti dal campo, eludendo il controllo delle forze di sicurezza, si avvicinò al portiere siciliano Emanuele Manitta e lo colpì con un pugno. Onde evitare il ripetersi di simili intemperanze, a stretto giro si provvide a rimuovere le ringhiere in ferro, sostituite con dei pannelli in plexiglas. Ulteriori migliorie vennero poi implementate per consentire una maggiore e confortevole visione agli spettatori in tribuna: fu creato un fossato tra spalti e campo e le panchine furono ricostruite con struttura seminterrata. L'adozione della legge n. 210 del 17 ottobre 2005 (c.d. legge Pisanu) portò poi a un'ulteriore lieve decurtazione della capienza, portata a 20 270 posti. Nel 2012 la commissione provinciale di vigilanza sui pubblici spettacoli dichiarò lo stadio parzialmente inagibile per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità, con particolare riferimento all'uso permanente delle tribune posticce metalliche installate entro le vecchie gradinate. Vennero pertanto chiusi i settori Distinti e la Curva Sud, facendo calare la capienza a circa 14 000 posti, inferiore al livello minimo di 20 000 unità all'epoca richiesto dalla Lega Serie A per una partita ufficiale; una deroga al regolamento consentì tuttavia al Cagliari di non traslocare. Sebbene tale passaggio non fosse dunque necessario, a partire dal 7 aprile 2012 il presidente Massimo Cellino decise di trasferire le restanti gare interne del Cagliari allo stadio Nereo Rocco di Trieste; a stretto giro, il 16 maggio 2012, la società ufficializzò l'abbandono dello stadio Sant'Elia. Presa tale decisione, in vista della stagione 2012-2013 il Cagliari scelse come nuovo campo interno lo stadio Is Arenas, nel vicino comune di Quartu Sant'Elena. Il presidente Massimo Cellino firmò dunque un accordo triennale con il municipio quartese e provvide ad adeguare lo stadio ai canoni della Serie A: l'Is Arenas era infatti un piccolo impianto, provvisto di pista di atletica leggera e di due tribunette laterali dalla scarsa capienza. Dal Sant'Elia vennero dunque prelevate le tribune Dalmine montate nel 2003, che vennero riassemblate a Quartu, mentre per la tribuna centrale (unica coperta) venne ripresa parte del progetto mai realizzato denominato Karalis Arenas, che prevedeva di costruire il nuovo stadio del Cagliari a Elmas. Così riallestito, l'Is Arenas fu portato a una capienza di 16 500 spettatori, pari al minimo previsto dai criteri infrastrutturali della Serie A. Ben presto la scelta di spostarsi a Quartu (che pure era stata prefigurata come potenzialmente permanente) si rivelò tuttavia infelice: a più riprese la commissione provinciale di controllo sui pubblici spettacoli negò all'Is Arenas la completa agibilità, sicché la squadra poté disputarvi un numero limitato di partite, sempre con ridotti contingenti di pubblico. Nei lavori di adeguamento la Procura di Cagliari riscontrò inoltre profili d'irregolarità, disponendo dapprima l'apertura di un'indagine e successivamente, il 14 febbraio 2013, il fermo di Massimo Cellino, dell'allora sindaco di Quartu Sant'Elena e del relativo assessore allo sport, tutti accusati di tentato peculato e falso ideologico sui lavori allo stadio. Il presidente Cellino venne scarcerato il successivo 14 maggio; il 25 giugno 2013, previo incontro con le autorità della Regione Sardegna e della Lega Calcio, egli stesso annunciò la decisione di abbandonare definitivamente lo stadio Is Arenas, che il 25 febbraio precedente era stato nuovamente dichiarato inagibile. Il 29 giugno seguente il presidente della Regione Ugo Cappellacci dichiarò che, di comune accordo con la società, il Cagliari sarebbe tornato a giocare al Sant'Elia: a tal scopo, il 23 agosto il Comune di Cagliari firmò con la società una nuova convenzione della durata di un anno con opzione per il secondo, la quale per la prima volta prefigurava apertamente la possibilità di attuare una ricostruzione dell'arena di via Vespucci. In attesa che tale intento si traducesse in progetto, nei mesi estivi e autunnali del 2013 il vecchio stadio fu oggetto di un nuovo intervento "tampone", onde contenerne le criticità e renderlo nuovamente idoneo a ospitare le gare del massimo campionato italiano di calcio: furono eliminate tutte le barriere tra campo e tribune, il vecchio tabellone luminoso venne smantellato e sostituito con uno nuovo e furono rimpiazzati i seggiolini della tribuna centrale (entro la quale furono altresì ricavati un nuovo settore ospiti e un settore per disabili). Il 19 ottobre seguente il Cagliari riprese dunque a giocare al Sant'Elia: il mancato completamento totale dei lavori fece però sì che la capienza fosse inizialmente contingentata a soli 5 000 posti, previo rilascio di una deroga. Il 24 agosto 2014 tale limite venne portato a 12 000 persone e infine, dal 21 dicembre 2014, previa riapertura della Curva Sud, a 16 074 unità: in tale frangente si rivelò decisivo il contributo finanziario erogato da Sky Italia, che ottenne in cambio i diritti di denominazione sugli spalti meridionali, che vennero riappellati Curva Sud Sky. La necessità di garantire l'incolumità del pubblico accelerò la transizione verso l'abbattimento dello stadio, che de facto partì il 10 marzo 2015 con i primi lavori di demolizione parziale delle tribune in cemento armato della vecchia struttura: nello specifico furono rimossi diversi "spicchi" dei settori Distinti e Curve posti sopra gli accessi alle tribune metalliche temporanee, onde evitare la caduta di detriti sugli spettatori in afflusso e deflusso. Il 18 dicembre 2015 venne presentato ufficialmente il progetto per il nuovo stadio di proprietà destinato a sorgere sul sito del vecchio Sant'Elia: un'arena moderna "all'inglese" da 25 000 posti, ospitante al suo interno negozi e ristoranti; esso venne approvato definitivamente il 21 febbraio 2017 dal comune di Cagliari e il 2 marzo 2017 dalla regione. Il 1º giugno 2017 la gara amichevole intitolata The Last Match, con partecipazione di personalità calcistiche d'alto profilo, sancì la definitiva dismissione del Sant'Elia, in attesa dell'effettiva e totale demolizione. A partire dalla stagione 2017-2018 Cagliari gioca pertanto le sue partite nell'impianto provvisorio Unipol Domus, costruito nell'estate 2017 nel parcheggio adiacente al settore distinti del vecchio stadio e destinato a essere smontato non appena il summenzionato stadio di proprietà sarà stato completato e omologato. Lo stadio sorge a 3 km dal centro della città di Cagliari, sulla lingua di terra racchiusa tra le saline di Quartu e le acque del canale di Sardegna, a poca distanza da località quali lo stagno di Molentargius, il lungomare di Sant'Elia, le spiagge di Calamosca e del Poetto e la Sella del Diavolo. Dista dal lungomare omonimo poco più di 300 m. La struttura dello stadio occupa una superficie di 14741,2 m² e un'area complessiva di circa 74500 m². Dal punto di vista strutturale, data la vocazione polisportiva dell'impianto, la sua pianta ha forma ellittica con altezza massima di 22 m, con due anelli di spalti sovrapposti, retti esternamente da un sistema di cavalletti triangolari, il tutto costruito in cemento armato. Il campo, in erba naturale, misura 105 × 66,5 m ed è racchiuso esternamente dalla pista d'atletica leggera, a 8 corsie. Proprio la presenza della pista e di un fossato che separava fisicamente le gradinate dal terreno di gioco, unitamente alla tendenza di quest'ultimo (data la natura cedevole del terreno) a sprofondare, faceva sì che la visibilità delle azioni di gioco per il pubblico fosse sovente non ottimale, una distanza compresa tra i 32 e i 18 m separava infatti gli spettatori dal campo. La capienza massima ammissibile (computando anche spettatori in piedi, laddove ammessi) fu di circa 70.000 persone, poi ridotte a 40.919 allorché fu obbligatorio che tutti i posti fossero a sedere e numerati. Inizialmente l'unico settore dotato di sedute indipendenti (poltroncine o seggiolini) fu la tribuna principale, sopra la quale nei tardi anni 1980 venne posta in opera una tettoia prefabbricata. L'intervento di ristrutturazione praticato nei primi anni 2000, con l'installazione di tribune prefabbricate all'interno del vecchio catino, in sostituzione di curve e i distinti (che se da un lato andò a rendere inagibile la pista d'atletica, dall'altro migliorò la visibilità del campo per gran parte del pubblico nonché il comfort nel settore Distinti, fino a quel momento provvisto di seggiolini), la capienza venne portata a 20.270 posti, così ripartiti: Tribuna principale (unica porzione del vecchio catino rimasta agibile), capace di 11 216 spettatori, a loro volta sottodivisi in: Tribuna autorità: 426 spettatori Tribuna ospiti: 1 240 spettatori Tribuna centrale: 2 052 spettatori Tribuna laterale nord: 2 319 spettatori Tribuna laterale sud: 2 213 spettatori Poltroncine nord: 2 085 spettatori Poltroncine sud: 881 spettatori Distinti: 3 670 spettatori Curva sud: 2 125 spettatori Curva nord (sede dei gruppi della tifoseria organizzata cagliaritana): 2 125 spettatori. Particolarmente imponente è stato l'impianto di illuminazione: agli originari quattro cluster di lampade alloggiati su altrettanti piloni eretti in corrispondenza degli angoli del perimetro strutturale, nel 1990 furono aggiunti quattro gruppi luminosi sopra strutture a traliccio impiantate alle spalle di Tribuna e Distinti, rimossi dopo la dismissione. A partire dal 1990 lo stadio fu inoltre dotato di maxischermo: al primo impianto, alloggiato sopra la curva sud, si sostituì poi un secondo ausilio (tecnologicamente più avanzato), eretto sopra i nuovi Distinti metallici. Il Sant'Elia è stato dotato di quattro parcheggi, per una capienza totale di circa 3 350 posti auto e una superficie di 85500 m², così ripartita: ovest: due parcheggi da 9000 m² e 30000 m², quest'ultimo chiamato parcheggio Cuore per via della sua particolare conformazione; est: 43000 m², dal 2017 non più agibile in quanto vi trova sede l'Unipol Domus; sud: 3500 m². Lo stadio Sant'Elia è stato sede di quattro incontri della nazionale di calcio dell'Italia: la gara di qualificazione al campionato del mondo 1994 del 14 ottobre 1992 contro la Svizzera e terminata con il punteggio di 2-2, e tre amichevoli giocate contro la Spagna (1-2 per gli ospiti, giocata il 20 febbraio 1971), l'Argentina (0-0, disputata il 21 dicembre 1989) e la Russia (2-0 per gli Azzurri, svolta il 9 febbraio 2005). All'interno del suo parcheggio e lungo le vie adiacenti venne allestito un circuito automobilistico che ospitò due edizioni del Gran Premio di Cagliari del campionato Euroseries 3000 negli anni 2002 e 2003. In quell'occasione ci fu anche l'esibizione di Jarno Trulli e Fernando Alonso, al volante di una Renault di Formula 1 e di Jean Alesi con una Mercedes CLK, impiegata nel DTM. A differenza di altri stadi in Italia, in 47 anni di storia solo pochissime volte si sono svolti concerti musicali all'interno dello stadio. I più famosi sono i seguenti: Banco del Mutuo Soccorso Rockets (1979) Rockets (1980) Edoardo Bennato (1981) Joe Cocker (1986) Claudio Baglioni (1987) Vasco Rossi (1991) Cagliari Calcio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo stadio Sant'Elia Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com (archiviato il 6 giugno 2017). (EN) Stadio Sant'Elia, su Structurae.