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Torre di Calamosca

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Lighthouse near Calamosca
Lighthouse near Calamosca

La torre di Calamosca, detta anche torre dei segnali, è un edificio storico di Cagliari situato sul colle Sant'Elia, in zona San Bartolomeo. La mole della torre, con l'adiacente faro, domina la spiaggetta di Calamosca, da cui prende il nome. Attualmente il complesso è di proprietà della Marina militare. L'impianto originario della torre, di forma cilindrica, risale al 1638, come riportato nella lapide murata all'esterno e recante lo stemma del re di Spagna. La sua costruzione rientrava nel progetto difensivo degli spagnoli in Sardegna, in seguito al quale si ebbe nell'Isola la costruzione di diverse torri costiere. La torre di Calamosca era detta torre de armas, per i potenti cannoni che ospitava, o anche torre dei segnali, per via delle segnalazioni che da essa si inviavano allo scopo di comunicare al Castello di Cagliari eventuali passaggi di navi. Ebbe un ruolo rilevante nel respingere l'attacco della flotta francese nel 1793. Alla metà del XIX secolo la torre originaria venne innalzata con l'aggiunta del corpo cilindrico superiore e venne eretto il vicino faro. Torri costiere della Sardegna San Bartolomeo (Cagliari) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla torre di Calamosca Cagliari, Torre dei Segnali, su sardegnacultura.it. URL consultato il 31 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2023). Sito della manifestazione Monumenti Aperti , su new.monumentiaperti.com.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Torre di Calamosca (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Torre di Calamosca
Arburada/Viale Calamosca, Cagliari Borgo Sant'Elia

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N 39.184115 ° E 9.147974 °
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Arburada/Viale Calamosca
09126 Cagliari, Borgo Sant'Elia
Sardegna, Italia
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Lighthouse near Calamosca
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Luoghi vicini

Torre del Prezzemolo
Torre del Prezzemolo

La torre del Prezzemolo, detta anche torre del Lazzaretto (turre de su Perdusemini, in sardo campidanese) è una torre costiera di Cagliari, situata poco lontano dal fabbricato settecentesco dell'ex lazzaretto. È raggiungibile dal borgo Sant'Elia, praticando una strada sterrata. L'edificio sorge su un angusto spuntone roccioso del colle Sant'Elia, a 34 metri sul livello del mare. Il nome "del Prezzemolo" identificava in passato un'altra torre costiera, la vicina torre di cala Fighera, non più esistente. La torre, chiamata originariamente "torre di Capo Bernat" o "di Cala Bernat" o "del Lazzaretto", ha origini cinquecentesche. Nel 1638 venne dismessa, in seguito alla costruzione della vicina torre di Calamosca. Venne riarmata nel XVIII secolo e nel 1793 ebbe un ruolo di rilievo nel respingere lo sbarco dei francesi. Successivamente la torre venne nuovamente e definitivamente dismessa. Lavori di restauro la interessarono nell'anno 1916, mentre nel 1967 si provvide a puntellare la sottostante roccia con l'edificazione di contrafforti. L'edificio, di forma tronco-conica, è di modeste dimensioni (circa 11 metri di altezza per quattro di diametro alla base) e rientrava nella tipologia delle torrezillas, ovvero le torri costiere "minori", poco armate e con funzione quasi esclusiva di avvistamento. Era in contatto visivo con diverse torri del golfo degli Angeli, tra cui le vicine torri dei Segnali e di Sant'Elia, oltre che col Castello di Cagliari. La torre del Prezzemolo venne edificata in pietra calcarea. La camera interna, il cui ingresso è a quattro metri di altezza, presenta volta a cupola. In mancanza di una scala interna in muratura la piazza d'armi era raggiungibile attraverso una botola utilizzando una scala a pioli. Evandro Pillosu, Le torri litoranee in Sardegna, Cagliari, Tipografia La Cartotecnica, 1957. Evandro Pillosu, Un inedito rapporto cinquecentesco sulla difesa costiera di Marco Antonio Camos, in Nuovo bullettino bibliografico sardo e archivio delle tradizioni popolari, Cagliari, 1959. Foiso Fois, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, Cagliari, La Voce Sarda, 1981. Gianni Montaldo, Le torri costiere in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1992, ISBN 88-7138-059-2. Mele Giuseppe, Torri e cannoni. La difesa costiera in Sardegna nell'età moderna, Sassari, Edes, 2000. Massimo Rassu, Guida alle torri e forti costieri della Sardegna, Cagliari, Artigianarte, 2000. Massimo Rassu, Sentinelle del mare. Le torri della difesa costiera della Sardegna, Cagliari, Grafica del Parteolla, 2005, ISBN 88-88246-73-8. Storia dei Sardi e della Sardegna: L'età moderna, dagli Aragonesi alla fine del dominio spagnolo (URL consultato il 2 gennaio 2014) Torri costiere della Sardegna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Torre del Prezzemolo Torre del Prezzemolo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 31 agosto 2023. Cagliari, Torre del Prezzemolo, su sardegnacultura.it. URL consultato il 31 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2023).

Fortino di Sant'Ignazio
Fortino di Sant'Ignazio

Il fortino di Sant'Ignazio o forte di Sant'Ignazio è un'architettura militare situata sul colle di Sant'Elia, nel comune di Cagliari. Sorge a circa 94 metri sul livello del mare. Edificato nel 1792, in epoca sabauda, su progetto dell'ingegnere militare Franco Lorenzo, la sua funzione era quella di far fronte agli eventuali attacchi da parte dei Francesi. Dal 1804 divenne ricovero per gli individui colpiti da malattie contagiose. La storia dei colli Sant'Elia e sant'Ignazio inizia in età prenuragica e nuragica, con continuità nel periodo fenicio e romano. Fra l'VII e il IX secolo, s'insediò un nucleo di eremiti cristiani comprendente Sant'Elia e san Giovenale che edificarono un luogo di rifugio, poi trasformato nella chiesa di Portu Salis dai monaci vittorini di Marsiglia, che dimorarono qui per tre secoli a partire dal 1089. Nel 1366, le loro proprietà furono trasferite ai feudatari aragonesi, che vi costruirono quattro torri (torre del Poueht, torre di Cala Fighera, torre di Calamosca e torre de su Perdusemini), e ai Carmelitani, che nel 1621 furono indotti dalle incursioni barbaresche ad abbandonare il luogo per stabilirsi in città. A seguito del fallito tentativo di invasione della Sardegna condotto dalla Francia rivoluzionaria sul finire del XVIII secolo, il governo sabaudo trasformò la torre cannoniera ispanica in un forte casamattato. La difesa del golfo cagliaritano fu prioritariamente affidata ai forti di Sant’Elia e di Sant’Ignazio, situati nei colli omonimi. I lavori iniziarono nel dicembre 1793 e, dopo il collaudo del 30 marzo 1795, furono terminati con relative parti accessorie tre anni più tardi. Nel frattempo, era venuta meno la stessa ragion d'essere del sito militare, che non entrò mai in servizio e fu riadibito all'uso di Torre dei Segnali, finché nel 1842 fu soppressa la Reale Amministrazione delle Torri. Una serie di demolizioni successive al disarmo lasciò poche tracce dell'antica Torre Sant'Elia, retta su un precedente faro di epoca pisana, risalente al periodo giudicale, come il porticciolo del sale (Portu Sais) che si trovava nell'odierna Marina Piccola. Antonio Conte e Monica Filippa (a cura di), Patrimoni e siti Unesco. Memoria, misura e armonia, collana Arti visive, architettura e urbanistica, Gangemi Editore, 18 dicembre 2015, ISBN 9788849227284. Fortino di Sant’Ignazio, su ìdese. URL consultato il 2 novembre 2023.

Borgo Sant'Elia
Borgo Sant'Elia

Borgo Sant'Elia è un quartiere di Cagliari di 1 168 abitanti. Il quartiere, il più meridionale della città, sorge a ridosso di un'area una volta paludosa sull'omonimo promontorio. A sud e a ovest è circondato dal mare, le coste rocciose presentano alte falesie ma non mancano le spiagge sabbiose, come quella di Cala Fighera. Nel mar Mediterraneo si trova poi una piccola isola, lo scoglio Sant'Elia. La denominazione di quest’area della città di Cagliari trae origine dalla sovrapposizione del culto di due diversi santi di nome Elia. Intorno al IV secolo, infatti, sulle alture della zona visse un eremita e anacoreta sardo, di nome Elia. Fu martirizzato su questo colle durante le persecuzioni di Diocleziano, e i suoi resti furono seppelliti dalla popolazione locale sul promontorio che da allora portò il suo nome. In seguito fu costruito un edificio sacro per conservare i suoi resti, denominato Sant’Elia al Monte, attestato come proprietà dei monaci Vittorini dal 1089. Intorno al 1600 i resti di Sant’Elia Anacoreta furono interessati dalla ricerca dei corpi santi operata dall’Arcivescovo di Cagliari Francisco Desquivel, e ancora oggi si trovano conservati nella Cripta dei Martiri della Cattedrale di Cagliari. Oggi della chiesa di Sant’Elia al Monte rimangono solo ruderi, interessati in tempi recenti da alcuni scavi archeologici. In seguito, a partire dal XVI secolo si stabilirono presso l’area del promontorio di Sant’Elia Anacoreta alcuni membri della congregazione carmelitana, che decisero di intitolare il promontorio a Sant’Elia profeta, personaggio biblico e principale ispiratore dell’ordine carmelitano. Fu allora che il culto per il profeta Elia soppiantò parzialmente quello per l’eremita sardo Elia. I carmelitani, temendo le incursioni saracene, lasciarono presto il promontorio per stabilirsi definitivamente presso piazza del Carmine nel quartiere cagliaritano di Stampace, dove ancora oggi si trovano. Rimase però a testimonianza del loro passaggio la seconda intitolazione del promontorio al profeta Elia. Inizialmente solo un piccolo borgo di pescatori, la storia del quartiere è recente ed è immediatamente successiva ai bombardamenti di Cagliari del 1943, dai quali la città fu pesantemente colpita. Gli stessi portarono alla distruzione anche dell'edilizia abitativa, un cospicuo numero di sfollati trovò rifugio nel Lazzaretto di Cagliari e, nonostante l'inadeguato stato di conservazione dello stesso, ci si trasferì stabilmente. All'inizio degli anni 1950, in risposta alla situazione ormai emergenziale vissuta dai nuclei familiari del Lazzaretto, tramite il piano INA-Casa il sindaco Pietro Leo organizza i lavori per la costruzione di edilizia residenziale pubblica in quello che successivamente diventerà il Borgo Sant'Elia, in parte finanziati anche dalla Cassa depositi e prestiti. È in questo periodo che, sotto una forte speculazione edilizia, inizia la ghettizzazione della zona che vide raccogliere a sé il ceto più povero della città. Furono consegnate 85 edifici per un totale di 512 appartamenti, nei quali trovarono residenza più di 2000 cittadini prevalentemente senzatetto. Furono avvertiti fin da subito i disagi e le problematiche tipiche di una periferia: l'isolamento del sobborgo rispetto alla città era evidente, accentuato dalla mancanza di servizi pubblici e vie di comunicazione, queste ultime assenti sia per collegarlo con la città che per mettere in comunicazione i vari edifici all'interno del quartiere stesso. La Fiera di Cagliari rappresentava un'ulteriore barriera che lo separava dagli altri quartieri, alla quale si aggiunse più in là il neonato Nuovo Borgo Sant'Elia e l'Asse Mediano di Scorrimento. Chiesa di San Bartolomeo: parrocchiale del quartiere, di origine medievale ma rimaneggiata e ampliata in epoche diverse. Lazzaretto di Cagliari: sorto attorno al 1600 come area di ricovero ed oggi trasformato in un centro culturale, si trova nel largo Sant'Elia nel piazzale di fronte al mare. Sella del Diavolo: promontorio che separa il Poetto da Calamosca. Fortino di Sant'Ignazio Torre del Prezzemolo Torre di Calamosca: edificata nel XVII secolo dagli spagnoli, si trova in cima all'omonimo colle ed è dotata di un faro. Abitanti censiti Consiste in un intrico di stradine che si snodano fra vecchie case al centro del quale si trova una chiesa. Il viale San Bartolomeo consente di raggiungere Calamosca ed è diviso in due zone: la zona alta, la più recente, (che comprende via Francesco Alziator, via Loddo Canepa, via Renato Prunas, via Rafaelo Delogu); e la zona bassa, la più antica (che comprende via San Bartolomeo, via Vergine di Lluc e piazza San Bartolomeo), dove si trova anche la pregevole chiesa parrocchiale del 1600 dedicata a San Bartolomeo. La zona più antica del quartiere, un tempo nota come borgo di San Bartolomeo, è raggiungibile dal viale Poetto tramite la via San Bartolomeo; si contraddistingue per la presenza di diverse caserme e altri edifici militari. Nel XIX secolo vi aveva sede un bagno penale. I forzati erano impiegati nell'estrazione del sale, nelle vicine saline di Cagliari, e nella costruzione di diverse opere del borgo, come la fontana ubicata nella piazza San Bartolomeo, costruita in stile classico nel 1857 e restaurata di recente. Una chiesa, dedicata alla Vergine di Lluc, sorse nel XVII secolo accanto a San Bartolomeo; vi aveva sede il gremio dei notai. Di questa oggi resta solo la memoria tramandata dal nome della via Vergine di Lluc, che dalla piazza conduce al viale Poetto. La via diretta per entrare nel quartiere, che appare come un borgo quasi isolato dal continuum urbano, è il viale Borgo Sant'Elia. È collegato da due linee del CTM: 5 via Cinquini - via Vergine di Lluc 5-11 Parco San Michele - Calamosca Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Borgo Sant'Elia

Lazzaretto di Cagliari
Lazzaretto di Cagliari

Il Lazzaretto di Cagliari o di Sant'Elia è un edificio storico di Cagliari, sede dell'omonimo centro culturale. Si trova nel quartiere Borgo Sant'Elia. Documenti custoditi nell'archivio di stato di Cagliari permettono di datare il primo impianto del lazzaretto al XVII secolo, epoca confermata anche dallo stemma marmoreo della città, che appare sopra l'ingresso, in cui sono presenti i pali d'Aragona. Nel 1720, per volere di re Vittorio Amedeo II di Savoia, l'antico lazzaretto venne ampliato e trasformato in un vero ospedale per malattie contagiose, con tanto di regolamento per la preservazione della salute pubblica. Ulteriori ampliamenti vennero operati nel 1835. Nel 1837, Giovanni Spano, di ritorno da Napoli (città colpita da un'epidemia di colera), venne internato nel lazzaretto di Sant'Elia. Poté così farsi testimone del degrado e delle carenze igienico - sanitarie della struttura. Il sotterraneo deve lo rinchiusero, venne da lui stesso definito "botte di Diogene". Verso la fine dell'XIX secolo, l'edificio perse la sua funzione, in seguito all'acquisizione di nuove conoscenze mediche e al disuso della pratica della quarantena. Nel secondo dopoguerra, i locali del lazzaretto ospitarono un gruppo di sfollati, primo nucleo di abitanti del quartiere Sant'Elia. Dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, l'edificio, restaurato dall'architetto veneziano Andrea de Eccher, venne riaperto in occasione della manifestazione Monumenti Aperti, nel 2000, e destinato ad ospitare varie manifestazioni culturali. Il museo, inaugurato nel 2002 e originariamente ospitato nel centro comunale del Ghetto degli Ebrei, è costituito dall'esposizione permanente della collezione "Monagheddu - Cannas", costituita da 19 modelli in scala di altrettanti edifici storici della Sardegna, particolarmente castelli e fortificazioni, ricostruiti con i materiali realmente utilizzati nella costruzione degli originali e come si presentavano all'apice della funzionalità (molti di questi edifici attualmente sono allo stato di rudere o poco più). Alcuni tra i modelli rappresentano: la “Grotta della vipera” a Cagliari, antico mausoleo romano; la ricostruzione di una reggia nuragica; il castello medioevale di Sanluri; diverse torri costiere, edificate da spagnoli e piemontesi. AA.VV. Museo delle Torri e dei Castelli della Sardegna. Carlo Delfino editore, 2003. ISBN 978-88-7138-284-5 Sito ufficiale, su lazzarettodicagliari.it. Il Lazzaretto, su Comune di Cagliari. URL consultato il 29 agosto 2023. Lazzaretto Cagliari, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 29 agosto 2023. Cagliari, Lazzaretto di Cagliari, su sardegnacultura.it. URL consultato il 29 agosto 2023. Lazzaretto, su Monumenti aperti. URL consultato il 29 agosto 2023. Lazzaretto di S. Elia, su Touring Club Italiano. URL consultato il 29 agosto 2023.

Nuovo Borgo Sant'Elia
Nuovo Borgo Sant'Elia

Nuovo Borgo Sant'Elia è un quartiere di Cagliari di 4 749 abitanti. Confina con La Palma a nord-est e il Quartiere del Sole a sud-ovest, separati dal viale Poetto, e con Borgo Sant'Elia tramite l'omonima via. È delimitato a nord dal canale di San Bartolomeo e a ovest si affaccia sul mare. Un tempo era tagliato in due dal canale dei Pescatori del quale oggi rimane soltanto il piccolo porto, era poi ricco di paludi salmastre scomparse dopo la bonifica del suolo effettuata contestualmente all'urbanizzazione, all'inizio degli anni 1970. Sulla terra sottratta al mare che prese il posto del canale dei pescatori venne edificato il complesso del Favero, ispirato al brutalismo delle Unité d'Habitation di Le Corbusier. I lavori, finanziati dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 assieme alle vele di Scampia e ai quartieri ZEN di Palermo e Romanina di Roma, iniziarono nel 1975 e si conclusero nel 1978 con la consegna dell'opera all'Istituto Autonomo Case Popolari, che assegnò un anno dopo i 1 256 alloggi. Il quartiere vede poi la costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento ad isolarlo ulteriormente dalla città, già scollegata al quartiere per via dell'assenza di una viabilità adeguata. Il Nuovo Borgo Sant'Elia si espande con la costruzione di tre nuovi complessi tra gli anni 1980 e gli anni 1990: Le Lame, Le Torri e Gli Anelli. La popolazione cresce di 6 000 abitanti ed è in questo periodo che ha origine la stigmatizzazione del quartiere diventando teatro di criminalità tra furti e occupazione di terreni o edifici, roghi di autovetture, aggressioni e traffico di droga. Negli anni 2010 viene avviata una riqualificazione del quartiere nel tentativo di porre un freno al degrado, iniziata nel 2012 con la costruzione dell'arena grandi eventi. Nel quartiere sarebbe dovuto sorgere anche un museo di arte nuragica e contemporanea, il Betile, voluto dall'ex Governatore della Sardegna Renato Soru ma ostacolato dall'ex Sindaco di Cagliari Emilio Floris e dal vecchio presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci. Nel 2014 è stato ristrutturato il lungomare, inaugurato dal sindaco Massimo Zedda, mentre dal 2022 un nuovo ponte pedonale collega lo stesso con il padiglione del Sale. Tra le iniziative promosse dal comune vi sono i festival dedicati all'arte di strada (i quali dotato il quartiere di diversi murale ad opera di artisti come Ericailcane) e i progetti di ecosostenibilità, come i plogging organizzati in collaborazione con Marevivo. A distanza di 40 anni il complesso del Favero si presenta in precarie condizioni igienico-sanitarie tanto da indurre l'amministrazione comunale a valutarne la demolizione, scatenando l'opposizione dei residenti. Mercato civico Sant'Elia: inaugurato il 14 dicembre 1997 per compensare la chiusura dei mercati di via Pola, Santa Teresa e La Palma. Edificato a est dello stadio per una superficie complessiva di 1 700 metri quadrati, è composto da due piani e ospità più di 30 concessionari tra cui un'edicola e un bar. Stadio Sant'Elia: impianto sportivo polivalente costruito dopo la vittoria dello scudetto della Serie A 1969-1970 da parte del Cagliari Calcio, ha ospitato alcune partite dal campionato mondiale di calcio 1990. Unipol Domus: stadio inaugurato nel 2017 contestualmente alla dismissione del precedente impianto e sorto a fianco allo stesso. Parco degli Anelli: inaugurato nel 2019 e progettato da João Ferreira Nunes, si estende per 15 ha. Sorge dal recupero di una zona di degrado urbano nella quale sono stati piantati 500 nuovi alberi, i quali vengono innafiati con acque reflue trattate. È posizionato a sud dell'arena grandi eventi e al suo interno sono presenti piste ciclabili e tappeti erbosi, questi ultimi per un'estensione di circa 27 000 m². La sua flora è composta prevalentemente da Pinus halepensis, Chamaerops humilis, Olea europaea e specie botaniche spontanee della macchia mediterranea. Il parco permette poi di accedere all'ipogeo adiacente al Lazzaretto di Cagliari, utilizzato come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Dotato di due ingressi, è lungo 50 m e poteva ospitare fino a 480 persone. Gli studi speleologici effettuati hanno rivelato l'antichità del cunicolo suggerendo possa essere stato utilizzato come rifugio già durante la spedizione francese in Sardegna. Parco Jovanotti: intitolato al cantautore toscano che nel 2008 donò diversi alberi alla città, è stato inaugurato il 29 marzo 2021 dal primo cittadino Paolo Truzzu. Nasce dalla riqualificazione di una zona distrutta da un incendio boschivo divenuta poi una discarica, è formata da un parco giochi e un campo da pallacanestro in un'area di 3 000 m² dotata di illuminazione pubblica con lampade a LED. Fa registrare il maggior numero di cittadini in avvicinamento all'età per il pensionamento di vecchiaia in rapporto a coloro che si affacciano nel mondo del lavoro con un ricambio di oltre il 10%, presentando di conseguenza un alto indice di dipendenza. Quest'ultimo è accentuato dall'età media piuttosto bassa dovuto all'alto tasso di fecondità totale, rendendo parecchio basso l'indice di vecchiaia. I nuclei familiari sono i più numerosi della città, con una media di quasi 2 componenti e mezzo, è poi qui che si registra la più importante presenza di coniugati in rapporto ai celibi, questi ultimi spesso stigmatizzati dagli stessi residenti. L'indice di mascolinità è basso, i cittadini giovani sono prevalentemente uomini mentre quelli anziani sono principalmente donne. La fascia di età scolare universitaria — tra i 19 e i 25 anni — è stata la più rappresentata della città per un decennio, nonostante si riscontri una forte dispersione scolastica, nonché un'importante tasso di disoccupazione. Abitanti censiti Negli ultimi due decenni risulta essere il quartiere che più si è spopolato con una flessione in negativo di quasi il 30%. Il quartiere fa registrare il minor numero di immigrati residenti della città, i pochi presenti sono kirghisi e indiani, prevalentemente di età avanzata. L'Asse Mediano di Scorrimento, ostacolo fisico che lo separa dalla città, ne segna anche il confine nord del quartiere. Allo stesso si ricongiungono le vie intitolate a Salvatore Ferrara ed Emanuele Pessagno, a doppia carreggiata e parte di un più ampio progetto di collegamento dello stadio. Le più importanti strade urbane del quartiere sono via Piero Schiavazzi e via Samuele Utzeri, che circondano il complesso del Favero. Il trasporto pubblico locale serve la zona tramite gli autobus del CTM, in servizio sulla linea 6 avente capolinea in via Piero Schiavazzi. Quartieri di Cagliari Borgo Sant'Elia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nuovo Borgo Sant'Elia

Sella del Diavolo
Sella del Diavolo

La Sella del Diavolo (Sèdha 'e su Diàbulu in sardo) è il promontorio che sorge nella zona sud di Cagliari e separa la spiaggia del Poetto da quella di Calamosca. Il suo punto più alto tocca i 135 m s.l.m. All'origine del nome vi è una leggenda di derivazione biblica secondo la quale i dèmoni, capeggiati da Lucifero, rimasero impressionati dalla bellezza del golfo di Cagliari e tentarono di impadronirsene, in questo contrastati da Dio che mandò le sue milizie al comando dell'arcangelo Michele per cacciare Lucifero. Una versione della leggenda vuole che durante la battaglia, combattuta nei cieli sovrastanti il golfo, Lucifero fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella che si posò sulle acque del golfo e, pietrificandosi, diede origine al promontorio; l'altra racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l'attuale forma. Per converso, il tratto di mare antistante la Sella del Diavolo si chiama golfo degli Angeli. È presente un sentiero naturalistico e archeologico che costeggia tutto il promontorio, realizzato grazie all'iniziativa delle onlus ambientaliste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra. La salita è possibile unicamente dal versante di Calamosca, essendo zona militare il versante nord, che guarda verso Marina Piccola ed il Poetto. Con i mezzi pubblici si può arrivare fino all'ingresso del sentiero, prendendo gli autobus del CTM 5, 5/11 (la domenica) e 11. Si percorre da San Bartolomeo la strada in salita che porta sino a Calamosca e qui termina. Si lascia sulla destra l'Hotel Calamosca, percorrendo per un centinaio di metri l'unica strada asfaltata che costeggia l'hotel, quindi ci si inerpica per un piccolo sentiero, sulla sinistra, in salita, facilmente visibile e segnalato con macchie di vernice sulle rocce. La vegetazione bassa fa sì che sia possibile seguire uno dei tanti percorsi tracciati dagli escursionisti senza paura di perdersi. Nell'ultimo tratto, dopo una mezzora di salita, si costeggia una rete della zona militare e la salita termina su uno strapiombo direttamente sopra il rimessaggio barche del porticciolo di Marina Piccola, da dove si può cogliere un panorama che spazia da Viale Poetto sino a Capo Carbonara e al mare aperto. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Sella del Diavolo Sella del Diavolo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 2 novembre 2023. Promontorio della Sella del Diavolo, su FAI - Fondo per l'Ambiente italiano. URL consultato il 2 novembre 2023. Sella del Diavolo, su idese.cultura.gov.it. URL consultato il 2 novembre 2023.

La Palma (Cagliari)
La Palma (Cagliari)

La Palma è un quartiere di Cagliari di 1 206 abitanti. È un quartiere di piccola estensione, delimitato dalle grandi via Tramontana e viale Poetto e dalle saline di Molentargius. La via interna principale, via Favonio, termina nel vicino Quartiere del Sole. Qui si trova la vecchia Chiesetta delle saline e la nuova chiesa del SS. Nome di Maria, sorta agli inizi degli anni ottanta. Nel quartiere si trova anche la sede della circoscrizione numero 5 che comprende altri sette quartieri della città. Sorgono inoltre una scuola elementare e una materna, delle società sportive di basket e calcio, e vengono proposte diverse opportunità di aggregazione giovanile grazie al gruppo scout che vi opera. Il quartiere è provvisto da un servizio di biblioteca garantito dal Bibliobus del Sistema Bibliotecario Comunale che vi sosta il venerdì mattina. Confina con i quartieri Poetto, San Bartolomeo ed è sita accanto al Quartiere del Sole. Il quartiere è predominato da quella che una volta era edilizia agevolata, ma a differenza di altri quartieri della città qui si sono costruiti palazzi di circa tre/quattro piani e non sono rare le abitazioni con giardino. Negli anni settanta il quartiere ha conosciuto un periodo di difficoltà, diventando crocevia di spaccio di stupefacenti, periodo fortunatamente terminato negli anni 80 e oggi La Palma è uno dei quartieri residenziali più vivibili della città grazie alla presenza di spazi verdi e aree pubbliche. Si deve riconoscere, indipendentemente dalle idee religiose, l'importante funzione di aggregazione della locale parrocchia che in particolare negli anni 90 è stata molto attiva nel coinvolgere i ragazzi in numerose attività sociali. Sotto una nuova direzione, le attività sono riprese all'interno dell'oratorio del quartiere, coinvolgendo anche l'ampio gruppo scout della parrocchia. Nella stagione calcistica 1989/1990 la squadra di calcio del quartiere, il La Palma Calcio, è stata la seconda squadra della città di Cagliari a disputare un campionato professionistico, partecipando al campionato di Serie C2. Abitanti censiti Gianni Loddo, Guida all'architettura contemporanea di Cagliari, 1945-1995, Coedisar, 1996, ISBN 9788885966178. Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La Palma

Unipol Domus
Unipol Domus

L'Unipol Domus, nota in passato come Sardegna Arena, è uno stadio di calcio italiano di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 2017-2018. Verso gli anni 2010 la sempre più crescente obsolescenza dello Stadio Sant'Elia, la maggiore arena scoperta della Sardegna e da oltre 40 anni "casa" del Cagliari Calcio, divenne foriera di problemi sempre maggiori: nel 2012 l'impianto venne dichiarato inagibile, obbligando i rossoblù a trasferirsi dapprima allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, poi allo Stadio Is Arenas di Quartu Sant'Elena (ampliato per l'occasione con delle tribune provvisorie in tubolari d'acciaio). Sebbene la società rossoblù avesse finanche prefigurato la possibilità di stabilirsi permanentemente nell'impianto quartese, l'esperienza si rivelò breve e travagliata: l'Is Arenas venne infatti a più riprese dichiarato parzialmente o totalmente inagibile, sicché la squadra vi poté disputare un numero limitato di partite. I lavori di ampliamento ebbero inoltre profili d'irregolarità e comportarono strascichi di natura giudiziaria a carico dell'allora dirigenza del Cagliari e di taluni politici locali. Già nel 2013, previ lavori urgenti d'adeguamento e messa in sicurezza, il Cagliari fece dunque ritorno al Sant'Elia, in attesa di trovare una migliore sistemazione. Due anni dopo il club decise ufficialmente di avviare il progetto di abbattimento e ricostruzione dello stadio cagliaritano. Essendo dunque stata disposta la definitiva dismissione del Sant'Elia, s'impose la necessità di individuare un nuovo campo ove il Cagliari potesse temporaneamente disputare i propri match casalinghi. Scartata l'ipotesi di uscire dai confini comunali del capoluogo sardo (tenendo conto della fallimentare esperienza di Is Arenas e al fine di non complicare l'accessibilità ai tifosi), tra il 2016 e il 2017 si optò per edificare uno stadio provvisorio all'interno del parcheggio orientale del Sant'Elia, ponendo così le basi per il progetto che venne chiamato Sardegna Arena. Dopo che il comune di Cagliari ebbe concesso il diritto di superficie al club sul terreno interessato, i lavori di edificazione partirono nella primavera del 2017: si provvide a rimuovere i manufatti dei parcheggi quali spartitraffico e lampioni, nonché ovviamente l'asfalto e parte dei sottoservizi (non interamente in modo da ripristinarli potenzialmente in futuro una volta ridismesso l'impianto temporaneo) e infine a dissodare il terreno per posarvi le zolle d'erba e contemporaneamente erigere le gradinate. Per le gradinate si scelse di montare per le due curve e i Distinti le tribune Dalmine del Sant'Elia e che passarono anche per Is Arenas mentre per la tribuna principale si montò la Main Stand che venne creata per lo stadio quartese. I lavori procedettero speditamente e vennero conclusi entro l'estate. Ottenute le necessarie autorizzazioni e omologazioni, l'impianto venne aperto il 10 settembre 2017, in occasione della partita Cagliari-Crotone, valida per la terza giornata del campionato di Serie A. Seppur negli anni non abbia ancora ricevuto l'omologazione per la disputa di partite del Cagliari nelle competizioni UEFA, l'impianto ha ospitato l'11 settembre 2018 un'amichevole tra le selezioni Under-21 di Italia e Albania e il 28 maggio 2021 una partita amichevole disputata tra le nazionali maggiori di Italia e San Marino, incontro di preparazione degli Azzurri ai vittoriosi Euro 2020. Il 24 luglio 2021 il Cagliari Calcio ha annunciato la partnership decennale con il gruppo assicurativo Unipol e la conseguente cessione dei diritti di denominazione sponsorizzata sia per l'impianto temporaneo sia per il futuro stadio definitivo. Con tale accordo la Sardegna Arena ha assunto il nome di Unipol Domus. Il nome Domus, in latino, richiama il concetto di casa che la società più volte ha evocato parlando del luogo in vengono disputate le partite. In sardo “domus” però è il plurale "case", ma è stato avallato in quanto i diritti di denominazione sono stati concessi sia per l'impianto attuale che per quello futuro, seppur il nome di quest'ultimo dovrà essere scelto dallo sponsor più avanti. Lo stadio sarà il campo interno del Cagliari fino all'ultimazione della nuova casa permanente del club rossoblù. Una volta omologato, l'impianto verrà smontato e il terreno che occupa sarà riadibito ad area servizi per il nuovo stadio. Considerando la preventivata data di inizio di demolizione dello stadio Sant'Elia fissata a fine 2022, ma a tutt'oggi non ancora avviata, la società si aspetta di giocare alla Unipol Domus fino al 2025. Dato il carattere temporaneo della struttura, essa è interamente realizzata in moduli prefabbricati in materiale metallico, rivestiti esternamente con pannelli lignei e plastici. La capienza massima è di 16 416 posti a sedere, tutti numerati e dotati di seduta, articolati in cinque settori: Curva nord: 4404 posti; Curva sud: 3981 posti; Distinti: 4384 posti, suddivisi in: centrali centrali alti centrali nord-sud laterali nord Tribuna: 3272 posti, suddivisi in: rossa blu 80 equamente suddivisi in 10 sky box; Ospiti (compreso nei Distinti): 415 posti In assenza di infrastrutture intermedie (quale ad esempio una pista di atletica leggera), tutte le tribune affacciano direttamente sui bordi del terreno di gioco, distando al massimo sette metri da esso. Gli spalti sono inoltre rialzati alla base rispetto al naturale livello del suolo e le barriere di separazione dal prato consistono perlopiù in bassi parapetti: solo dinnanzi al settore ospiti, per motivi di sicurezza, viene implementata una recinzione a tutta altezza. Inizialmente, dal punto di vista strutturale, la tribuna centrale costituiva un corpo indipendente rispetto alle altre gradinate, che erano invece raccordate tra loro, descrivendo una forma a ferro di cavallo. Ciò fino al 14 settembre 2018, allorché sono stati ultimati e aperti al pubblico due ulteriori "spicchi" di gradinate, che hanno fisicamente raccordato la tribuna alle curve, consentendo un aumento della capienza di ulteriori 183 posti. Lo "spicchio" adiacente alla curva sud è stato inoltre permanentemente riservato ai bambini iscritti al progetto "scuola di tifo" patrocinato dal Cagliari Calcio. Le panchine per le squadre sono ubicate direttamente nelle gradinate della main stand, all'interno della quale sono inoltre situati i locali tecnici e di servizio (spogliatoi, sala stampa e via dicendo). Lo stadio include inoltre alcuni spazi di servizi al pubblico, coprenti un'area complessiva di 437 m²: un'area dedicata ai bambini e tre sale per eventi, ospitalità e catering. A servizio del pubblico vi è un maxischermo montato sulla sommità della tribuna scoperta. L'illuminazione notturna del campo è garantita da quattro cluster di riflettori, alloggiati su altrettanti piloni impiantati in corrispondenza degli angoli perimetrali dello stadio. La Sardegna Arena è stata sede di un incontro amichevole della nazionale di calcio dell'Italia, disputato il 28 maggio 2021 contro San Marino e terminato con il punteggio di 7-0 in favore degli Azzurri. Speciale Sardegna Arena, in L'Unione Sarda, 10 settembre 2017. Stadio Is Arenas Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Unipol Domus Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com. Cagliari - Stadio, su Lega Nazionale Professionisti Serie A. URL consultato il 23 agosto 2023. Stadio Unipol Domus, su TicketOne. URL consultato il 7 novembre 2023.