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Parco naturale regionale Molentargius-Saline

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Palazzina Sali Scelti
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Il parco naturale regionale Molentargius-Saline (in sardo: Parcu naturale regionale Molentargius-Salinas) è un'area naturale protetta della Sardegna istituita nel 1999.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Parco naturale regionale Molentargius-Saline (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Parco naturale regionale Molentargius-Saline
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Palazzina Sali Scelti
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Luoghi vicini

Stazione di Cagliari Via Mercalli
Stazione di Cagliari Via Mercalli

La stazione di Cagliari Via Mercalli è una fermata ferroviaria, divenuta in seguito tranviaria (denominata semplicemente fermata Mercalli), a servizio del comune di Cagliari, posta lungo la ferrovia Cagliari-Isili, nel tratto riconvertito a tranvia nel 2008. La storia della fermata ha inizio a fine anni ottanta, quando le allora Ferrovie Complementari della Sardegna decisero la costruzione dell'impianto tra la via Mercalli ed il viale Marconi del capoluogo sardo. Utilizzato prevalentemente dagli studenti del vicino istituto industriale Marconi, lo scalo passò nel 1989 alle Ferrovie della Sardegna, che a metà anni novanta diedero il via ad un servizio ferroviario metropolitano tra Cagliari e Monserrato, per cui venne utilizzata anche la fermata di Via Mercalli. Con l'avvio dei lavori per la riconversione del tronco ferroviario Cagliari-Monserrato a linea tranviaria nell'estate 2004, fu avviato il processo di adattamento della struttura per l'esercizio tranviario. I lavori principali riguardarono lo smantellamento della banchina dell'impianto, al posto della quale fu realizzato lo spazio per un secondo binario necessario agli incroci tranviari e per una banchina di accesso agli stessi. Tuttavia il servizio ferroviario lungo la linea andò avanti ancora per qualche anno, e per le necessità ad esso legate fu realizzata una nuova banchina per la sosta dei treni, situata alcune decine di metri più a nord-est rispetto alla precedente. Dal 2007, con l'avvio del preesercizio della linea per l'impiego tranviario, la fermata cominciò ad ospitare, a seconda delle fasce orarie, sia treni (al mattino) che tram (al pomeriggio, per i test, nella banchina tranviaria) delle FdS. La convivenza tra le due tipologie di rotabili cessò il 17 marzo 2008: la mattina di quel giorno per l'ultima volta la fermata di Via Mercalli venne impiegata dai treni, prima che fosse inaugurata quella che dal giorno è la linea 1 della rete tranviaria di Cagliari, di cui l'impianto costituisce da allora una fermata. Con l'apertura della tranvia la banchina per i treni venne abbandonata (pur non subendo la sorte di quella originaria). Sempre nel 2008 la fermata passo all'ARST Gestione FdS, e nel 2010 all'ARST che da allora gestisce l'impianto. Negli anni di impiego ferroviario la fermata era originariamente dotata del singolo binario di corsa, a scartamento da 950 mm, servito da una banchina e privo di edifici di servizio. L'area di sosta dei treni (comprendendente una singola banchina) era localizzata dinanzi al parcheggio di via Mercalli, ma nel 2005 la fermata ferroviaria fu spostata di alcune decine di metri in direzione Isili all'imbocco della curva che conduceva verso l'allora passaggio a livello di viale Marconi, mantenendo le stesse caratteristiche precedenti: tale terminal ferroviario (composto anche da una banchina realizzata ad hoc) venne utilizzato sino al marzo 2008. La banchina originaria della fermata fu demolita ed in loco fu costruita la fermata tranviaria che dal 2008 entrò in funzione con la riconversione del tratto cagliaritano della ferrovia per Isili in tranvia. Nella configurazione tranviaria dell'impianto sono presenti due binari (con linea aerea di alimentazione elettrica), con una banchina centrale fornita di pensilina e tabelloni informativi. Il binario di incrocio, presente dall'estate 2005, non venne tuttavia utilizzato negli ultimi anni del servizio ferroviario. Nel periodo in cui fu attiva ferroviariamente, la fermata di Via Mercalli era servita dai treni delle FdS espletanti le relazioni lungo la ferrovia Cagliari-Isili. Tra queste, le relazioni Cagliari-Monserrato erano identificate dal gestore come "servizio ferroviario metropolitano". Dal marzo 2008 lo scalo è una fermata intermedia della linea 1 della tranvia di Cagliari, ed è quindi servita dai tram di Metrocagliari aventi capolinea negli scali di Cagliari Piazza Repubblica e Monserrato Policlinico. Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0. Cagliari Ferrovia Cagliari-Isili Rete tranviaria di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Cagliari Via Mercalli

Parco di Monte Urpinu
Parco di Monte Urpinu

Il parco di Monte Urpinu è un parco cittadino di Cagliari, situato nell'omonimo quartiere. È la prima area verde della città per estensione, nonché la più antica. Nel XIV secolo a.C. sul punto più elevato dell'omonimo monte fu eretto il nuraghe Bianco, attualmente rimangono soltanto poche parti della cinta muraria poiché i massi calcarei utilizzati per la sua costruzione furono riutilizzati e sono comunque poco resistenti alle intemperie. Si presentava simile al complesso di Su Nuraxi ed era uno dei nuraghi più importanti dell'isola, presentando un muro di oltre 20 m. L'archeologo Giovanni Spano riporta che il toponimo derivi dal latino mons vulpinus, il monte sul quale trova sede il parco era infatti un tempo popolato da volpi, conigli, pernici e cinghiali. Nel tempo il bosco presente si ridimensionò fino a sparire, venendo sfruttato per il suo legname. Nel 1536 il Regno di Sardegna emise infatti un'ordinanza per contrastare il fenomeno del diboscamento illegale. GIà nel 1819 Alberto La Marmora proponeva di impiantare il Pinus pinaster, nel 1870 fu effettuato un rimboschimento con esemplari della specie Pinus halepensis sull'omonimo colle, curato dall'agronomo Rafaele Pischedda e ordinato da Edmondo Sanjust di Teulada. Nel 1930 l'Aeronautica militare costruì nel parco e nello stagno di Molentargius un deposito sotterraneo di carburanti, successivamente ampliato negli anni 1980. I ventidue serbatoi di carburante erano collegati, tramite condotte, al porto (zona "Su siccu") e agli aeroporti di Decimomannu ed Elmas. Nell'agosto del 2007 il deposito viene dismesso, ed è stato possibile visitarlo nel 2017. Il 12 febbraio 1939 il Comune di Cagliari acquistò il terreno per 1 000 000 L.. Nel 1954 effettuò un secondo rimboschimento, mentre negli anni 1980 creò cinque laghi artificiali, un campo da tennis ed una strada panoramica attorno al parco, viale Europa. Nel corso del 2022 la morte di alcuni esemplari di pavone ha rivelato la presenza di un focolaio di influenza aviaria, per questo motivo sono stati abbattuti 228 esemplari di uccelli come misura precauzionale, scatenando la protesta della città. È stato riaperto dopo circa un mese ed è in corso il ripopolamento. Oggi il parco si estende per 350000 m² ed è dotato di 14 km di viali, con suggestivi punti di vista su Cagliari e il Campidano, lo stagno di Molentargius e la spiaggia del Poetto (Su Poettu), trovandosi a 98 m s.l.m.. Il viale Europa lo percorre sulla cresta in tutta la sua lunghezza. Le specie botaniche più diffuse, non tutte spontanee ma adatte al clima mediterraneo caldo e semiarido e al suolo roccioso calcareo, sono il pino d'Aleppo, l'olivastro, il carrubo, il leccio, il lentisco, l'euforbia arborea, l'alimo, l'alaterno, la fillirea, il bagolaro, il pino delle Canarie. Tra gli animali che dimorano nel parco vi sono cigni, gallinelle d'acqua, germani reali, oche, raganelle, tartarughe e pavoni. Il parco è abitato, inoltre, da una colonia di gatti recentemente dotata di cucce. Le stesse possono ospitare fino a quattro esemplari e proteggono gli animali in caso di precipitazioni. Antonio Romagnino e Ludovica Romagnino, Cagliari, collana Le guide, 3ª ed., Edizioni Della Torre, 4 giugno 2018, ISBN 978-8873434825. Monte Urpinu Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul parco di Monte Urpinu Sito ufficiale, su comune.cagliari.it. Monte Urpinu, su SardegnaTurismo. URL consultato il 24 agosto 2023. Parco urbano di Monte Urpinu, su Touring Club Italiano. URL consultato il 24 agosto 2023. Parco di Monte Urpinu, su Associazione Parchi e Giardini d'Italia. URL consultato il 24 agosto 2023.

Museo dell'arciconfraternita dei Genovesi

Il museo dell'arciconfraternita dei Genovesi si trova a Cagliari, in via Gemelli, presso la sede dell'arciconfraternita dei Santi Martiri Giorgio e Caterina dei Genovesi, adiacente all'omonima chiesa, nel quartiere Monte Urpinu. Il museo è costituito da una raccolta di testimonianze storico - artistiche legate all'arciconfraternita dei Genovesi, fondata a Cagliari alla fine del XVI secolo e tuttora esistente. Le sale al piano terra del museo ospitano dipinti, sculture, suppellettili e paramenti liturgici, custoditi in passato presso l'antica sede dell'arciconfraternita, la chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, costruita in via Manno, nel quartiere Marina, e distrutta dai bombardamenti il 13 maggio 1943. Tra i dipinti, di particolare rilievo sono: La Madonna della città, opera seicentesca di scuola genovese, raffigurante la Madonna col Bambino, tra angeli, mentre offrono a san Bernardino le chiavi della città di Genova, rappresentata ai loro piedi con le mura e la caratteristica Lanterna. Cristo e Maria offrono il rosario a santi domenicani, opera di Giovanni Bernardino Azzolino, databile tra il 1620 e il 1630. Madonna con il Bambino e i santi Giorgio e Caterina, opera seicentesca del genovese Giovanni Andrea De Ferrari, collocata sull'altare maggiore dell'antica chiesa. Tra le sculture, si conserva un'opera dell'artista ligure Giuseppe Anfosso, allievo del genovese Pasquale Navone; l'opera, giunta da Genova nel 1792, è un gruppo scultoreo in legno policromo che raffigura il Martirio di santa Caterina. Diversi sono gli oggetti d'argento custoditi nel museo, tra cui una croce astile del XVII secolo, un ostensorio del XVIII secolo, il turibolo e la navicella per l'incenso del XIX secolo. Queste ultime sono opera dell'argentiere Luigi Montaldo (1782 - 1867), nato a Genova ma trasferitosi a Cagliari nei primi anni dell'800, membro dell'arciconfraternita dei Genovesi dal 1832. Interessante anche l'esposizione delle antiche vesti liturgiche, come la pianeta del XVII secolo, con ricamate le effigi dei santi Giorgio e Caterina e lo stemma di Genova. Al primo piano sono invece custoditi alcuni importanti documenti della storia dell'arciconfraternita, tra cui il volume in pergamena del 1596, redatto in lingua italiana, contenente lo statuto dell'associazione. Cagliari Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina Sito ufficiale, su web.tiscali.it. Cagliari, Museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi, su sardegnacultura.it. URL consultato il 30 agosto 2023. Museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi, su Touring Club Italiano. URL consultato il 30 agosto 2023. Museo dell'Arciconfraternita dei Genovesi, su Ministero della cultura. URL consultato il 30 agosto 2023.

Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina
Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina

La chiesa dei Santi Martiri Giorgio e Caterina dei Genovesi, sede della omonima confraternita, è una chiesa parrocchiale di Cagliari. L'edificio è situato in via Gemelli, alla base del colle, adibito a parco urbano, di Monte Urpinu, nell'omonimo quartiere. Una prima chiesa dedicata ai santi Giorgio e Caterina sorse a Cagliari alla fine del XVI secolo, come sede dell'"arciconfraternita dei santi martiri Giorgio e Caterina dei Genovesi". La confraternita, legata alla storia della fiorente comunità genovese di Cagliari, venne costituita nel 1587 dall'arcivescovo Francesco del Val ed eretta in arciconfraternita nel 1591 da papa Gregorio XIV. Inizialmente l'associazione aveva la sua sede presso una cappella della chiesa del convento di Santa Maria di Gesù (che occupava l'area dove oggi sorge l'ex Manifattura Tabacchi, in viale Regina Margherita). Per statuto i membri della confraternita dovevano avere origini liguri. La costruzione della nuova sede iniziò nel 1599, con la posa della prima pietra da parte dell'arcivescovo Alonso Lasso Çedeño. La chiesa, completata nel corso del XVII secolo, sorgeva in Sa Costa (attuale via Manno), nel quartiere Marina, con linee architettoniche richiamanti elementi del manierismo e del barocco, mentre gli interni custodivano diverse opere d'arte. La facciata era caratterizzata da un portale, incorniciato da due colonne tortili e da un fastigio curvilineo, contenente lo stemma di Genova. L'interno era ad unica navata con cappelle laterali. La volta a botte dell'aula si presentava decorata a cassettoni. La chiesa venne distrutta dai bombardamenti il 13 maggio del 1943, durante la seconda guerra mondiale. Finita la guerra, si pensò alla ricostruzione della chiesa dell'arciconfraternita dei Genovesi. Un primo progetto, risalente al 1947, prevedeva la ricostruzione dell'edificio nell'area della chiesa distrutta, in via Manno (questo terreno venne invece successivamente venduto al gruppo La Rinascente). Il progetto definitivo, da realizzarsi nella zona di Monte Urpinu, in un quartiere periferico in rapida espansione, venne ideato da Marco Piloni e Francesco Giachetti nel 1957. La chiesa divenne sede della parrocchia eretta il 23 novembre 1964 dall'arcivescovo Paolo Botto e da lui stesso venne consacrata il 23 novembre 1967. Nel 2001 venne realizzata la scalinata, prevista nel progetto del '57, che collega la chiesa alla sottostante via Scano. L'attuale chiesa, a pianta centrale, presenta esternamente otto facce, costituite da alte arcate paraboloidali, all'interno delle quali si alternano pareti in muratura e vetrate. Ciascuno degli otto "spicchi" che costituiscono l'edificio è raccordato a una lanterna, situata al centro e nella parte alta della chiesa. Il portale è sormontato dallo stemma di Genova, recante il motto LIBERTAS, recuperato dalle macerie dell'antica chiesa. L'interno è caratterizzato dalla luminosità che filtra dalle grandi vetrate colorate, in cui sono i disegni di Rolando Monti che rappresentano gli strumenti della passione di Cristo. Alle quattro vetrate, come già accennato, si alternano quattro pareti in muratura, in cui le pitture monocromatiche di Dino Fantini raffigurano vicende della vita dei santi Giorgio e Caterina, la Madonna (sopra l'arco del presbiterio) e infine i membri dell'arciconfraternita dei Genovesi mentre visionano il progetto della nuova chiesa (parete sopra l'ingresso). L'interno del tempio è ornato da opere d'arte e memorie provenienti dalla chiesa distrutta. Il presbiterio, recentemente restaurato, risulta alterato rispetto alla sistemazione originaria; non è più presente la balaustra, mentre l'altare maggiore con l'antico tabernacolo seicentesco è stato sostituito dalla sede del celebrante, sormontata dal Crocifisso ligneo del 1740 (precedentemente collocato nella seconda cappella a destra). L'opera, attribuita a un allievo di Anton Maria Maragliano, si staglia sullo sfondo delle canne dell'organo. Al centro dell'area presbiteriale si trova la mensa marmorea, consacrata dall'arcivescovo Giuseppe Mani il 26 aprile 2008. Le sei cappelle laterali ospitano alcune opere d'arte, come la piccola statua in corallo della Vergine di Adamo (terza cappella a sinistra), che la tradizione vuole rinvenuta in mare, all'interno di una conchiglia nel XVII secolo da un capitano genovese di nome Adamo. La piccola statua, molto venerata in passato, è collocata al centro di una raggiera dorata, ornata con pietre preziose, opera di Federico Melis. Nella stessa cappella, sotto la mensa dell'altare, si trova un pezzo di terra portato da Nikolajewka sul Don, dono degli Alpini in memoria dei caduti sardi nell'ultima battaglia della ritirata e di tutti i caduti. Tra una cappella e l'altra sono collocate antiche lampade lignee processionali. Altre opere sono custodite nel museo dell'arciconfraternita, nei locali adiacenti alla chiesa. Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Franco Masala, Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900, Nuoro, Ilisso Edizioni, 2001, ISBN 88-87825-35-1. Chiese di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Giorgio e Caterina Sito ufficiale, su santigiorgioecaterina.it. Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Cagliari, Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, su sardegnacultura.it. URL consultato il 9 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Chiesa dei Santi Giorgio e Caterina, su Monumenti aperti. URL consultato il 9 novembre 2023.