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Stagno di Sa Perda Bianca

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Lo stagno di Sa Perda Bianca è una zona umida situata nella Sardegna meridionale, in una vasta area stagnale che comprende anche gli stagni di Molentargius e Quartu e le saline di Cagliari, tutti ricompresi nel parco naturale regionale Molentargius - Saline, istituito nel 1999. Lo stagno appartiene amministrativamente al comune di Cagliari. Già dagli anni '70 inserito nella lista delle zone umide di importanza internazionale predisposta sulla base della convenzione di Ramsar, in base alla direttiva comunitaria "Habitat" n. 92/43/CEE e "Uccelli" n. 79/409/CEE "Uccelli" viene dichiarato sito di interesse comunitario (ITB040022) e zona di protezione speciale (ITB044002) e conseguentemente inserito nella rete Natura 2000, un sistema di aree dedicate alla conservazione della biodiversità, caratterizzate dalla presenza di habitat e specie faunistiche e floristiche di elevato interesse.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stagno di Sa Perda Bianca (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stagno di Sa Perda Bianca
Cagliari La Palma

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09126 Cagliari, La Palma
Sardegna, Italia
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La Palma (Cagliari)
La Palma (Cagliari)

La Palma è un quartiere di Cagliari di 1 206 abitanti. È un quartiere di piccola estensione, delimitato dalle grandi via Tramontana e viale Poetto e dalle saline di Molentargius. La via interna principale, via Favonio, termina nel vicino Quartiere del Sole. Qui si trova la vecchia Chiesetta delle saline e la nuova chiesa del SS. Nome di Maria, sorta agli inizi degli anni ottanta. Nel quartiere si trova anche la sede della circoscrizione numero 5 che comprende altri sette quartieri della città. Sorgono inoltre una scuola elementare e una materna, delle società sportive di basket e calcio, e vengono proposte diverse opportunità di aggregazione giovanile grazie al gruppo scout che vi opera. Il quartiere è provvisto da un servizio di biblioteca garantito dal Bibliobus del Sistema Bibliotecario Comunale che vi sosta il venerdì mattina. Confina con i quartieri Poetto, San Bartolomeo ed è sita accanto al Quartiere del Sole. Il quartiere è predominato da quella che una volta era edilizia agevolata, ma a differenza di altri quartieri della città qui si sono costruiti palazzi di circa tre/quattro piani e non sono rare le abitazioni con giardino. Negli anni settanta il quartiere ha conosciuto un periodo di difficoltà, diventando crocevia di spaccio di stupefacenti, periodo fortunatamente terminato negli anni 80 e oggi La Palma è uno dei quartieri residenziali più vivibili della città grazie alla presenza di spazi verdi e aree pubbliche. Si deve riconoscere, indipendentemente dalle idee religiose, l'importante funzione di aggregazione della locale parrocchia che in particolare negli anni 90 è stata molto attiva nel coinvolgere i ragazzi in numerose attività sociali. Sotto una nuova direzione, le attività sono riprese all'interno dell'oratorio del quartiere, coinvolgendo anche l'ampio gruppo scout della parrocchia. Nella stagione calcistica 1989/1990 la squadra di calcio del quartiere, il La Palma Calcio, è stata la seconda squadra della città di Cagliari a disputare un campionato professionistico, partecipando al campionato di Serie C2. Abitanti censiti Gianni Loddo, Guida all'architettura contemporanea di Cagliari, 1945-1995, Coedisar, 1996, ISBN 9788885966178. Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La Palma

Stadio Amsicora
Stadio Amsicora

Lo stadio Amsicora di Cagliari è un impianto sportivo costruito nel 1923 in un'area appartenente alla Società Ginnastica Amsicora, dalla quale prende il nome. Lo stadio oggi è una struttura polivalente con campo centrale in erba sintetica ad uso esclusivo dell'hockey su prato, pista di atletica leggera, palestra per la ginnastica artistica, palestra per il fitness, due campi di calcetto e una piccola piscina. Lo stadio ha ospitato, oltre alle partite casalinghe dell'Unione Sportiva Cagliari Campione d'Italia 1970, una tappa della terza edizione del Giro di Sardegna di ciclismo nel 1960, la finale dei campionati europei di pugilato tra Duilio Loi e Fortunato Manca (1962), la Nazionale Italiana di calcio, le qualificazioni ai campionati del mondo di hockey su prato (1996), e perfino una Corrida del toreador Pedro Basauri "Pedrucho" (nel 1924). Il presidente della Società Ginnastica Amsicora, Guido Costa, acquistò il 9 giugno 1922, con 11.600 lire, un'area dismessa dal demanio pubblico, precedentemente utilizzata come colonia penale. Nel 1923 venne realizzata la tribuna in cemento armato - progettata dall'ingegner Donadio - tuttora esistente. L'inaugurazione del campo avvenne in occasione del concorso intersezionale cui partecipavano una trentina di società provenienti da tutta Italia, compresa la Svizzera Italiana. Nel ventennio fascista la Società Ginnastica Amsicora, ridusse drasticamente la propria attività sportiva, diventata monopolio del nuovo regime. Gli impianti furono formalmente presi in affitto dal Partito Nazionale Fascista che nell'attuale stadio Amsicora, rinominato Campo DUX, organizzava le attività sportive della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) e dei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti). Alla Società Ginnastica Amsicora, sopravvissuta agonisticamente solo con la ginnastica, rimase in uso solo uno spazio appositamente attrezzato sotto la tribuna (l'attuale Palestra Costa). Nel 1941 venne organizzato il primo campionato sardo assoluto di pallacanestro maschile e femminile. Nel 1942 Mussolini assistette al saggio della Gioventù Italiana del Littorio. Alla fine della seconda guerra mondiale la S.G. Amsicora riuscì ad ottenere dagli alleati anglo-americani, che ne avevano fatto un deposito per automezzi, la restituzione dello stadio Amsicora dimostrando, carte alla mano, che la proprietà era rimasta costante durante il ventennio e che il Partito Nazionale Fascista ne aveva usufruito solo a titolo di affitto. Dal 1951 il campo in terra battuta venne utilizzato dal Cagliari Calcio per disputare le proprie partite interne. Nel 1964 il campo fu concesso in uso al Cagliari Calcio, tramite una convenzione con l'Amministrazione Comunale di Cagliari, e venne posato il manto erboso, condizione indispensabile per poter partecipare al Campionato Nazionale di Serie A di calcio. Il record di spettatori si registrò nella gara di campionato contro l'Inter nella stagione 1964-65, gara a cui assistettero 33964 persone. In esso la squadra del Cagliari vinse lo scudetto 1969-1970 e nel settembre dello stesso anno si trasferì allo stadio Sant'Elia. Negli anni '70 viene costruita la Palestra Cottiglia. Successivamente il Comune di Cagliari espropriò una striscia dello stadio, che si estendeva fino al canale di Terramaini e sulla quale sorgevano spogliatoi, le tribune della curva est e una parte della pista di atletica, per far luogo ad una tratta dell'Asse Mediano di scorrimento. In questi anni riparte la rinascita dell'impianto con il completo ripristino delle strutture, la costruzione del campo da tennis in cemento (poi trasformato nel primo campo di calcetto) e di una pista di allenamento per l'atletica. Nella stagione 1988-1989 l'Amsicora ospitò nuovamente le partite casalinghe di Serie C1 in quanto il Sant'Elia venne chiuso per la ristrutturazione in vista dei Mondiali di Calcio Italia '90. Nel decennio successivo si ebbe un enorme sviluppo e modernizzazione di tutto l'impianto nel quale, grazie ai contributi speciali erogati dalla Federazione Italiana Hockey, venne realizzato nel 1994 il nuovo campo in erba sintetica e la pista di atletica leggera oltre il secondo campo di calcetto. Nel 2000 la S.G Amsicora concede in comodato l'area sottostante alla vecchia tribuna distinti, che con una radicale ristrutturazione viene trasformata in palestra per il fitness e gestita dalla Tribune Amsicora Stadium. Nel 2008 è stato rinnovato il manto di erba sintetica del campo centrale e del campo di calcetto, sono stati conclusi i rifacimenti della pista di atletica e degli spogliatoi, nonché delle strutture accessorie quali la foresteria e le aree verdi. Nel 2010 la Società Ginnastica Amsicora ha ripresentato un progetto di ristrutturazione che prevede la costruzione di palazzetto dello sport, albergo, area congressi, due piani di parcheggio sotterraneo, piscina olimpionica e centro medico. L'archivio testimonia l'attività della Società Amsicora a partire dal 1898 fino a tutto il Novecento ed è interessante per ricostruire la storia della Società e le vicende non solo sportive ma anche sociali, economiche e urbanistiche della città di Cagliari. Al fine di preservare la documentazione di indubbio valore storico, nel 2010 è stato avviato il progetto di digitalizzazione del patrimonio documentario (verbali del consiglio direttivo, diplomi e benemerenze, foto, pubblicazioni, atti sciolti), consultabile on line. L'archivio è stato dichiarato "di interesse storico particolarmente importante" dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna il 19 ottobre 2010. Lo stadio Amsicora è stato sede di un incontro della nazionale di calcio dell'Italia, valido per le qualificazioni al campionato d'Europa 1968 e disputato il 23 dicembre 1967 contro la Svizzera, terminato con il punteggio di 4-0 in favore degli Azzurri. (FR) Giorgio Ponticelli e Sylvia Righini Ponticelli, La tradition tauromachique en Italie, du XIIe siècle à nos jours, Union des bibliophiles taurins de France, 24 aprile 1197, ISBN 978-2909521121. Angelo Aru, Amsicora 2000 - Cento anni di sport, a cura di Giorgio Aru, collana Collana Sportiva, GIA, 1999. Angelo Carrus, Lo sport in Sardegna tra cronaca e leggenda, Quartu Sant'Elena, Edizioni Prestampa, 1991. Wikiquote contiene citazioni sullo stadio Amsicora Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo stadio Amsicora Duilio Loi vs Fortunato Manca all'Amsicora di Cagliari 19/07/1962, su sardegnadigitallibrary.it. Amsicora, un albergo per tornare in A - Progetto per ristrutturare lo stadio, su unionesarda.it. URL consultato il 26 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014). Archivio Digitale on line della Società Ginnastica Amsicora, su microsyst.it. URL consultato il 26 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Tribune Amsicora Stadium, su centrosportivotribune.it. Avanguardisti eseguono il loro saggio tenendo in alto i moschetti; sotto il palco una grande scritta "Viva il Duce fondatore dell'impero", su senato.archivioluce.it. Mussolini applaude mentre assiste al saggio della GIL, su senato.archivioluce.it. Mussolini sorride al fotografo, su senato.archivioluce.it. Giovani italiane eseguono il loro saggio ginnico davanti al palco delle autorità; sotto la tribuna suona una banda di avanguardisti; sugli spalti ragazzi della G.I.L. sono disposti in modo da formare la parola "Vinceremo", su senato.archivioluce.it.

Teatro Alfieri (Cagliari)

Il teatro Alfieri è stato un teatro di Cagliari situato in via della Pineta. Aperto negli anni sessanta come cine-teatro, fu l'unica sala teatrale per la città negli anni ottanta, dopo la chiusura del teatro Massimo (nel 1982, poi riaperto nel 2009) e prima dell'apertura del teatro Lirico (1993). Nel 2010 ha chiuso i battenti ed è rimasto sfitto in attesa di una riconversione mai avvenuta, per essere poi demolito a giugno 2020. Durante la seconda guerra mondiale vennero distrutti i due teatri più importanti di Cagliari: il Politeama Regina Margherita, per un incendio nel 1942, e il teatro Civico di Castello, dai bombardamenti del febbraio 1943. Nel 1947 venne inaugurato il teatro Massimo, ma con l'espansione di Cagliari una sola sala teatrale non bastava, ed anche quelle cinematografiche non servivano tutti i nuovi quartieri. Nel 1961, per iniziativa dell'imprenditore Umberto Cossu, venne così inaugurato il cine-teatro Alfieri, in una zona in piena espansione, in prossimità dello stadio Amsicora e al Quartiere Fieristico. Nei primi anni di attività funzionante anche come teatro, svolse prevalentemente la funzione di cinema dal 1965 fino al 1982, anno di chiusura del Massimo. Con la chiusura del Massimo per l'Alfieri cominciò una grande stagione teatrale, che è continuata sino al febbraio 2009, con la riapertura del teatro Massimo. Nel frattempo, con l'apertura dei multisala, l'Alfieri decise di non proiettare più film, se non in particolari circostanze. Nel 2010 chiuse a causa della crescente egemonia dei multisala in periferia rispetto alle sale singole e dei teatri nel centro storico della città. In progetto ci fu la conversione dell'edificio in locali residenziali e commerciali ma rimase chiuso e nella sua originale conformazione fino a giugno 2020 quando la struttura fu demolita. La decorazione del Foyer, affidata a Dino Fantini, si caratterizzava per dei bassorilievi nel soffitto e da un grande pannello ad olio dedicato al carnevale italiano. AA.VV. Almanacco di Cagliari 2010, Cagliari, 2010 Cagliari

Unipol Domus
Unipol Domus

L'Unipol Domus, nota in passato come Sardegna Arena, è uno stadio di calcio italiano di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 2017-2018. Verso gli anni 2010 la sempre più crescente obsolescenza dello Stadio Sant'Elia, la maggiore arena scoperta della Sardegna e da oltre 40 anni "casa" del Cagliari Calcio, divenne foriera di problemi sempre maggiori: nel 2012 l'impianto venne dichiarato inagibile, obbligando i rossoblù a trasferirsi dapprima allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, poi allo Stadio Is Arenas di Quartu Sant'Elena (ampliato per l'occasione con delle tribune provvisorie in tubolari d'acciaio). Sebbene la società rossoblù avesse finanche prefigurato la possibilità di stabilirsi permanentemente nell'impianto quartese, l'esperienza si rivelò breve e travagliata: l'Is Arenas venne infatti a più riprese dichiarato parzialmente o totalmente inagibile, sicché la squadra vi poté disputare un numero limitato di partite. I lavori di ampliamento ebbero inoltre profili d'irregolarità e comportarono strascichi di natura giudiziaria a carico dell'allora dirigenza del Cagliari e di taluni politici locali. Già nel 2013, previ lavori urgenti d'adeguamento e messa in sicurezza, il Cagliari fece dunque ritorno al Sant'Elia, in attesa di trovare una migliore sistemazione. Due anni dopo il club decise ufficialmente di avviare il progetto di abbattimento e ricostruzione dello stadio cagliaritano. Essendo dunque stata disposta la definitiva dismissione del Sant'Elia, s'impose la necessità di individuare un nuovo campo ove il Cagliari potesse temporaneamente disputare i propri match casalinghi. Scartata l'ipotesi di uscire dai confini comunali del capoluogo sardo (tenendo conto della fallimentare esperienza di Is Arenas e al fine di non complicare l'accessibilità ai tifosi), tra il 2016 e il 2017 si optò per edificare uno stadio provvisorio all'interno del parcheggio orientale del Sant'Elia, ponendo così le basi per il progetto che venne chiamato Sardegna Arena. Dopo che il comune di Cagliari ebbe concesso il diritto di superficie al club sul terreno interessato, i lavori di edificazione partirono nella primavera del 2017: si provvide a rimuovere i manufatti dei parcheggi quali spartitraffico e lampioni, nonché ovviamente l'asfalto e parte dei sottoservizi (non interamente in modo da ripristinarli potenzialmente in futuro una volta ridismesso l'impianto temporaneo) e infine a dissodare il terreno per posarvi le zolle d'erba e contemporaneamente erigere le gradinate. Per le gradinate si scelse di montare per le due curve e i Distinti le tribune Dalmine del Sant'Elia e che passarono anche per Is Arenas mentre per la tribuna principale si montò la Main Stand che venne creata per lo stadio quartese. I lavori procedettero speditamente e vennero conclusi entro l'estate. Ottenute le necessarie autorizzazioni e omologazioni, l'impianto venne aperto il 10 settembre 2017, in occasione della partita Cagliari-Crotone, valida per la terza giornata del campionato di Serie A. Seppur negli anni non abbia ancora ricevuto l'omologazione per la disputa di partite del Cagliari nelle competizioni UEFA, l'impianto ha ospitato l'11 settembre 2018 un'amichevole tra le selezioni Under-21 di Italia e Albania e il 28 maggio 2021 una partita amichevole disputata tra le nazionali maggiori di Italia e San Marino, incontro di preparazione degli Azzurri ai vittoriosi Euro 2020. Il 24 luglio 2021 il Cagliari Calcio ha annunciato la partnership decennale con il gruppo assicurativo Unipol e la conseguente cessione dei diritti di denominazione sponsorizzata sia per l'impianto temporaneo sia per il futuro stadio definitivo. Con tale accordo la Sardegna Arena ha assunto il nome di Unipol Domus. Il nome Domus, in latino, richiama il concetto di casa che la società più volte ha evocato parlando del luogo in vengono disputate le partite. In sardo “domus” però è il plurale "case", ma è stato avallato in quanto i diritti di denominazione sono stati concessi sia per l'impianto attuale che per quello futuro, seppur il nome di quest'ultimo dovrà essere scelto dallo sponsor più avanti. Lo stadio sarà il campo interno del Cagliari fino all'ultimazione della nuova casa permanente del club rossoblù. Una volta omologato, l'impianto verrà smontato e il terreno che occupa sarà riadibito ad area servizi per il nuovo stadio. Considerando la preventivata data di inizio di demolizione dello stadio Sant'Elia fissata a fine 2022, ma a tutt'oggi non ancora avviata, la società si aspetta di giocare alla Unipol Domus fino al 2025. Dato il carattere temporaneo della struttura, essa è interamente realizzata in moduli prefabbricati in materiale metallico, rivestiti esternamente con pannelli lignei e plastici. La capienza massima è di 16 416 posti a sedere, tutti numerati e dotati di seduta, articolati in cinque settori: Curva nord: 4404 posti; Curva sud: 3981 posti; Distinti: 4384 posti, suddivisi in: centrali centrali alti centrali nord-sud laterali nord Tribuna: 3272 posti, suddivisi in: rossa blu 80 equamente suddivisi in 10 sky box; Ospiti (compreso nei Distinti): 415 posti In assenza di infrastrutture intermedie (quale ad esempio una pista di atletica leggera), tutte le tribune affacciano direttamente sui bordi del terreno di gioco, distando al massimo sette metri da esso. Gli spalti sono inoltre rialzati alla base rispetto al naturale livello del suolo e le barriere di separazione dal prato consistono perlopiù in bassi parapetti: solo dinnanzi al settore ospiti, per motivi di sicurezza, viene implementata una recinzione a tutta altezza. Inizialmente, dal punto di vista strutturale, la tribuna centrale costituiva un corpo indipendente rispetto alle altre gradinate, che erano invece raccordate tra loro, descrivendo una forma a ferro di cavallo. Ciò fino al 14 settembre 2018, allorché sono stati ultimati e aperti al pubblico due ulteriori "spicchi" di gradinate, che hanno fisicamente raccordato la tribuna alle curve, consentendo un aumento della capienza di ulteriori 183 posti. Lo "spicchio" adiacente alla curva sud è stato inoltre permanentemente riservato ai bambini iscritti al progetto "scuola di tifo" patrocinato dal Cagliari Calcio. Le panchine per le squadre sono ubicate direttamente nelle gradinate della main stand, all'interno della quale sono inoltre situati i locali tecnici e di servizio (spogliatoi, sala stampa e via dicendo). Lo stadio include inoltre alcuni spazi di servizi al pubblico, coprenti un'area complessiva di 437 m²: un'area dedicata ai bambini e tre sale per eventi, ospitalità e catering. A servizio del pubblico vi è un maxischermo montato sulla sommità della tribuna scoperta. L'illuminazione notturna del campo è garantita da quattro cluster di riflettori, alloggiati su altrettanti piloni impiantati in corrispondenza degli angoli perimetrali dello stadio. La Sardegna Arena è stata sede di un incontro amichevole della nazionale di calcio dell'Italia, disputato il 28 maggio 2021 contro San Marino e terminato con il punteggio di 7-0 in favore degli Azzurri. Speciale Sardegna Arena, in L'Unione Sarda, 10 settembre 2017. Stadio Is Arenas Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Unipol Domus Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com. Cagliari - Stadio, su Lega Nazionale Professionisti Serie A. URL consultato il 23 agosto 2023. Stadio Unipol Domus, su TicketOne. URL consultato il 7 novembre 2023.

Parco di Monte Urpinu
Parco di Monte Urpinu

Il parco di Monte Urpinu è un parco cittadino di Cagliari, situato nell'omonimo quartiere. È la prima area verde della città per estensione, nonché la più antica. Nel XIV secolo a.C. sul punto più elevato dell'omonimo monte fu eretto il nuraghe Bianco, attualmente rimangono soltanto poche parti della cinta muraria poiché i massi calcarei utilizzati per la sua costruzione furono riutilizzati e sono comunque poco resistenti alle intemperie. Si presentava simile al complesso di Su Nuraxi ed era uno dei nuraghi più importanti dell'isola, presentando un muro di oltre 20 m. L'archeologo Giovanni Spano riporta che il toponimo derivi dal latino mons vulpinus, il monte sul quale trova sede il parco era infatti un tempo popolato da volpi, conigli, pernici e cinghiali. Nel tempo il bosco presente si ridimensionò fino a sparire, venendo sfruttato per il suo legname. Nel 1536 il Regno di Sardegna emise infatti un'ordinanza per contrastare il fenomeno del diboscamento illegale. GIà nel 1819 Alberto La Marmora proponeva di impiantare il Pinus pinaster, nel 1870 fu effettuato un rimboschimento con esemplari della specie Pinus halepensis sull'omonimo colle, curato dall'agronomo Rafaele Pischedda e ordinato da Edmondo Sanjust di Teulada. Nel 1930 l'Aeronautica militare costruì nel parco e nello stagno di Molentargius un deposito sotterraneo di carburanti, successivamente ampliato negli anni 1980. I ventidue serbatoi di carburante erano collegati, tramite condotte, al porto (zona "Su siccu") e agli aeroporti di Decimomannu ed Elmas. Nell'agosto del 2007 il deposito viene dismesso, ed è stato possibile visitarlo nel 2017. Il 12 febbraio 1939 il Comune di Cagliari acquistò il terreno per 1 000 000 L.. Nel 1954 effettuò un secondo rimboschimento, mentre negli anni 1980 creò cinque laghi artificiali, un campo da tennis ed una strada panoramica attorno al parco, viale Europa. Nel corso del 2022 la morte di alcuni esemplari di pavone ha rivelato la presenza di un focolaio di influenza aviaria, per questo motivo sono stati abbattuti 228 esemplari di uccelli come misura precauzionale, scatenando la protesta della città. È stato riaperto dopo circa un mese ed è in corso il ripopolamento. Oggi il parco si estende per 350000 m² ed è dotato di 14 km di viali, con suggestivi punti di vista su Cagliari e il Campidano, lo stagno di Molentargius e la spiaggia del Poetto (Su Poettu), trovandosi a 98 m s.l.m.. Il viale Europa lo percorre sulla cresta in tutta la sua lunghezza. Le specie botaniche più diffuse, non tutte spontanee ma adatte al clima mediterraneo caldo e semiarido e al suolo roccioso calcareo, sono il pino d'Aleppo, l'olivastro, il carrubo, il leccio, il lentisco, l'euforbia arborea, l'alimo, l'alaterno, la fillirea, il bagolaro, il pino delle Canarie. Tra gli animali che dimorano nel parco vi sono cigni, gallinelle d'acqua, germani reali, oche, raganelle, tartarughe e pavoni. Il parco è abitato, inoltre, da una colonia di gatti recentemente dotata di cucce. Le stesse possono ospitare fino a quattro esemplari e proteggono gli animali in caso di precipitazioni. Antonio Romagnino e Ludovica Romagnino, Cagliari, collana Le guide, 3ª ed., Edizioni Della Torre, 4 giugno 2018, ISBN 978-8873434825. Monte Urpinu Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul parco di Monte Urpinu Sito ufficiale, su comune.cagliari.it. Monte Urpinu, su SardegnaTurismo. URL consultato il 24 agosto 2023. Parco urbano di Monte Urpinu, su Touring Club Italiano. URL consultato il 24 agosto 2023. Parco di Monte Urpinu, su Associazione Parchi e Giardini d'Italia. URL consultato il 24 agosto 2023.

Stadio Sant'Elia
Stadio Sant'Elia

Lo stadio Sant'Elia è un impianto sportivo polivalente italiano in disuso di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è stato sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 1970-1971 fino al 2012, e nuovamente tra il 2013 e il 2017. Inaugurato nel 1970 era, fino al momento della sua dismissione, la maggior arena scoperta cittadina e regionale in termini di capienza: dal punto di vista operativo è uno stadio polivalente, provvisto di pista d'atletica leggera. La sua destinazione d'uso principale era tuttavia quella calcistica, assolvendo la funzione di campo interno del Cagliari, maggior club locale. Ristrutturato in vista dei campionati mondiali di calcio 1990 (di cui accolse alcune partite), tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI è andato incontro a un rapido decadimento, che ha obbligato dapprima a limitarne pesantemente la capienza e poi (dal 2002) a chiudere in pianta stabile vaste porzioni degli spalti, sostituiti da gradinate prefabbricate erette entro il vecchio catino, al di sopra della pista di atletica (che venne sacrificata allo scopo). L'aggravarsi dello stato di obsolescenza dello stadio, giunto al punto da indurne finanche momentanee dichiarazioni di totale inagibilità, ne ha infine determinato la totale dismissione: il Cagliari nel 2017 ha infatti avviato i lavori di demolizione e ricostruzione. Il primo progetto di costruzione di un nuovo stadio nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia venne presentato nel 1964 dall'architetto Antonio Sulprizio: dal punto di vista strutturale esso prevedeva l'erezione di un solo anello di forma ellittica, parzialmente sormontato da ulteriori gradinate, per una capienza massima stimata di 35 000 spettatori; un anno dopo i lavori di costruzione vennero avviati. La storica affermazione del Cagliari nel campionato di Serie A 1969-1970 indusse tuttavia a modificare il progetto originario, onde aumentare la capienza della costruenda arena: se ne occupò l'ingegnere Giorgio Lombardi, che aggiunse un secondo anello di spalti sovrapposto a quello di base, innestando la struttura esternamente su 64 telai triangolari (anche detti "cosciali") in cemento armato. La capienza venne così elevata a 59 972 unità, ampliabile a un massimo di 70 000 ingressi adottando anche posti in piedi, all'epoca ancora consentiti. Le spese di costruzione (pari 1,95 miliardi di L.) vennero coperte dal Comune di Cagliari, che beneficiò peraltro di un credito sportivo di circa 550 milioni di L. erogato in due tranche dal CONI. Lo stadio venne così completato nell'estate del 1970, consentendo al Cagliari di abbandonare il vecchio e meno capiente stadio Amsicora. Al nuovo stadio non fece tuttavia seguito, inizialmente, la costruzione di adeguate infrastrutture di supporto: le vie d'accesso circostanti erano infatti ristrette e incapaci di reggere il volume di pubblico che poteva riversarsi nello stadio, mentre il parcheggio contiguo ad esso disponeva di soli 200 stalli autovetture. Inoltre, sin da subito ci si rese conto che lo stadio, lì piazzato, non fu un'occasione di valorizzazione del neonato quartiere popolare di Nuovo Borgo Sant'Elia ma al contrario ne costituiva una barriera tra esso e la città. L'esordio ufficiale dei rossoblù al Sant'Elia avvenne il 12 settembre, nel primo turno della Coppa Italia, ove il Cagliari sconfisse la Massese per 4-1 di fronte a poco più di 30 000 spettatori. Quattro giorni più tardi, il 16 settembre, lo stadio vide il Cagliari sconfiggere per 3-0 i francesi del Saint-Étienne davanti a 63 000 spettatori, in un incontro valido per i sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni 1970-1971. L'inaugurazione ufficiale si celebrò in occasione della prima giornata del campionato di Serie A 1970-1971, ove il Cagliari prevalse sulla Sampdoria per 2-1. A neppure due mesi dall'inaugurazione il Sant'Elia fu colpito da un incidente. Nel sottosuolo dell'impianto correva infatti un oleodotto che serviva il vicino deposito carburanti di Monte Urpinu dell'Aeronautica Militare: nel novembre 1970 una rottura della tubatura causò una perdita di combustibile, che intrise il terreno e affiorò in superficie. In quel frangente un operaio addetto alla manutenzione del campo, non accortosi della pericolosa situazione, gettò a terra un mozzicone di sigaretta acceso, causando lo sprigionarsi di un incendio. A seguito dell'incidente lo stadio venne dichiarato inagibile fino all'avvenuta riparazione della tubatura. Lo stadio fu scelto tra le sedi ospitanti del Campionato mondiale di calcio 1990 assegnato all'Italia: nel dicembre 1987 fu dunque avviato un intervento di ammodernamento e ristrutturazione dell'arena, costato complessivi 24 miliardi di L. (circa il 41% in più dei preventivati 17). Si provvide ad adeguare la struttura alle normative di sicurezza vigenti, a ridurre i posti massimi a 40 919 (tutti a sedere e numerati), a potenziare l'illuminazione con l'aggiunta di 4 torri faro alle 4 preesistenti, a realizzare una copertura in legno sopra la tribuna centrale e una tensostruttura esterna adibita a centro stampa (il cosiddetto "pallone", destinato a essere scarsamente utilizzata a mondiale concluso, a parte qualche partita di calcio a 5 delle squadre locali nell'impianto polivalente creato al suo interno) e a potenziare i parcheggi. Fu invece scartato il progetto di costruzione di una copertura totale degli spalti proposto da Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato organizzatore dei mondiali: i fondi che sarebbero serviti allo scopo vennero dirottati alla costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento, tangenziale della città. L'impianto rinnovato venne riaperto il 21 dicembre 1989 con la disputa di un'amichevole tra Italia e Argentina. In quegli anni il Sant'Elia fu utilizzato anche per manifestazioni sportive non calcistiche, quali i campionati italiani assoluti ed il meeting Terra Sarda di atletica leggera. L'assenza di adeguati lavori di ammodernamento e manutenzione fece sì che tra gli anni 1990 e gli anni 2000 lo stadio sprofondasse in uno stato di crescente obsolescenza: seri problemi di stabilità vennero riscontrati nei settori delle curve e dei distinti, giudicati a rischio crollo. In virtù di ciò, poco prima dell'avvio del campionato di Serie B 2002-2003, le autorità minacciarono di dichiarare il Sant'Elia totalmente inagibile. Il Cagliari stanziò quindi 3 milioni di euro per l'acquisto e l'installazione di tribune prefabbricate metalliche Dalmine all'interno del catino dell'arena, andando a coprire la pista di atletica leggera (che venne dismessa): dei vecchi spalti rimase agibile la sola tribuna centrale. La capienza dello stadio ne uscì quasi dimezzata (23 486 posti) rispetto a quella fissata nel 1990. Questo rinnovamento venne fin da subito criticato per la sua natura avventizia e per il permanere delle condizioni di scarsa sicurezza del pubblico e dei giocatori. A tal proposito fu eclatante quanto avvenuto il 18 novembre 2002 durante la partita Cagliari-Messina: un tifoso cagliaritano riuscì infatti a scavalcare le recinzioni che separavano gli spalti dal campo, eludendo il controllo delle forze di sicurezza, si avvicinò al portiere siciliano Emanuele Manitta e lo colpì con un pugno. Onde evitare il ripetersi di simili intemperanze, a stretto giro si provvide a rimuovere le ringhiere in ferro, sostituite con dei pannelli in plexiglas. Ulteriori migliorie vennero poi implementate per consentire una maggiore e confortevole visione agli spettatori in tribuna: fu creato un fossato tra spalti e campo e le panchine furono ricostruite con struttura seminterrata. L'adozione della legge n. 210 del 17 ottobre 2005 (c.d. legge Pisanu) portò poi a un'ulteriore lieve decurtazione della capienza, portata a 20 270 posti. Nel 2012 la commissione provinciale di vigilanza sui pubblici spettacoli dichiarò lo stadio parzialmente inagibile per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità, con particolare riferimento all'uso permanente delle tribune posticce metalliche installate entro le vecchie gradinate. Vennero pertanto chiusi i settori Distinti e la Curva Sud, facendo calare la capienza a circa 14 000 posti, inferiore al livello minimo di 20 000 unità all'epoca richiesto dalla Lega Serie A per una partita ufficiale; una deroga al regolamento consentì tuttavia al Cagliari di non traslocare. Sebbene tale passaggio non fosse dunque necessario, a partire dal 7 aprile 2012 il presidente Massimo Cellino decise di trasferire le restanti gare interne del Cagliari allo stadio Nereo Rocco di Trieste; a stretto giro, il 16 maggio 2012, la società ufficializzò l'abbandono dello stadio Sant'Elia. Presa tale decisione, in vista della stagione 2012-2013 il Cagliari scelse come nuovo campo interno lo stadio Is Arenas, nel vicino comune di Quartu Sant'Elena. Il presidente Massimo Cellino firmò dunque un accordo triennale con il municipio quartese e provvide ad adeguare lo stadio ai canoni della Serie A: l'Is Arenas era infatti un piccolo impianto, provvisto di pista di atletica leggera e di due tribunette laterali dalla scarsa capienza. Dal Sant'Elia vennero dunque prelevate le tribune Dalmine montate nel 2003, che vennero riassemblate a Quartu, mentre per la tribuna centrale (unica coperta) venne ripresa parte del progetto mai realizzato denominato Karalis Arenas, che prevedeva di costruire il nuovo stadio del Cagliari a Elmas. Così riallestito, l'Is Arenas fu portato a una capienza di 16 500 spettatori, pari al minimo previsto dai criteri infrastrutturali della Serie A. Ben presto la scelta di spostarsi a Quartu (che pure era stata prefigurata come potenzialmente permanente) si rivelò tuttavia infelice: a più riprese la commissione provinciale di controllo sui pubblici spettacoli negò all'Is Arenas la completa agibilità, sicché la squadra poté disputarvi un numero limitato di partite, sempre con ridotti contingenti di pubblico. Nei lavori di adeguamento la Procura di Cagliari riscontrò inoltre profili d'irregolarità, disponendo dapprima l'apertura di un'indagine e successivamente, il 14 febbraio 2013, il fermo di Massimo Cellino, dell'allora sindaco di Quartu Sant'Elena e del relativo assessore allo sport, tutti accusati di tentato peculato e falso ideologico sui lavori allo stadio. Il presidente Cellino venne scarcerato il successivo 14 maggio; il 25 giugno 2013, previo incontro con le autorità della Regione Sardegna e della Lega Calcio, egli stesso annunciò la decisione di abbandonare definitivamente lo stadio Is Arenas, che il 25 febbraio precedente era stato nuovamente dichiarato inagibile. Il 29 giugno seguente il presidente della Regione Ugo Cappellacci dichiarò che, di comune accordo con la società, il Cagliari sarebbe tornato a giocare al Sant'Elia: a tal scopo, il 23 agosto il Comune di Cagliari firmò con la società una nuova convenzione della durata di un anno con opzione per il secondo, la quale per la prima volta prefigurava apertamente la possibilità di attuare una ricostruzione dell'arena di via Vespucci. In attesa che tale intento si traducesse in progetto, nei mesi estivi e autunnali del 2013 il vecchio stadio fu oggetto di un nuovo intervento "tampone", onde contenerne le criticità e renderlo nuovamente idoneo a ospitare le gare del massimo campionato italiano di calcio: furono eliminate tutte le barriere tra campo e tribune, il vecchio tabellone luminoso venne smantellato e sostituito con uno nuovo e furono rimpiazzati i seggiolini della tribuna centrale (entro la quale furono altresì ricavati un nuovo settore ospiti e un settore per disabili). Il 19 ottobre seguente il Cagliari riprese dunque a giocare al Sant'Elia: il mancato completamento totale dei lavori fece però sì che la capienza fosse inizialmente contingentata a soli 5 000 posti, previo rilascio di una deroga. Il 24 agosto 2014 tale limite venne portato a 12 000 persone e infine, dal 21 dicembre 2014, previa riapertura della Curva Sud, a 16 074 unità: in tale frangente si rivelò decisivo il contributo finanziario erogato da Sky Italia, che ottenne in cambio i diritti di denominazione sugli spalti meridionali, che vennero riappellati Curva Sud Sky. La necessità di garantire l'incolumità del pubblico accelerò la transizione verso l'abbattimento dello stadio, che de facto partì il 10 marzo 2015 con i primi lavori di demolizione parziale delle tribune in cemento armato della vecchia struttura: nello specifico furono rimossi diversi "spicchi" dei settori Distinti e Curve posti sopra gli accessi alle tribune metalliche temporanee, onde evitare la caduta di detriti sugli spettatori in afflusso e deflusso. Il 18 dicembre 2015 venne presentato ufficialmente il progetto per il nuovo stadio di proprietà destinato a sorgere sul sito del vecchio Sant'Elia: un'arena moderna "all'inglese" da 25 000 posti, ospitante al suo interno negozi e ristoranti; esso venne approvato definitivamente il 21 febbraio 2017 dal comune di Cagliari e il 2 marzo 2017 dalla regione. Il 1º giugno 2017 la gara amichevole intitolata The Last Match, con partecipazione di personalità calcistiche d'alto profilo, sancì la definitiva dismissione del Sant'Elia, in attesa dell'effettiva e totale demolizione. A partire dalla stagione 2017-2018 Cagliari gioca pertanto le sue partite nell'impianto provvisorio Unipol Domus, costruito nell'estate 2017 nel parcheggio adiacente al settore distinti del vecchio stadio e destinato a essere smontato non appena il summenzionato stadio di proprietà sarà stato completato e omologato. Lo stadio sorge a 3 km dal centro della città di Cagliari, sulla lingua di terra racchiusa tra le saline di Quartu e le acque del canale di Sardegna, a poca distanza da località quali lo stagno di Molentargius, il lungomare di Sant'Elia, le spiagge di Calamosca e del Poetto e la Sella del Diavolo. Dista dal lungomare omonimo poco più di 300 m. La struttura dello stadio occupa una superficie di 14741,2 m² e un'area complessiva di circa 74500 m². Dal punto di vista strutturale, data la vocazione polisportiva dell'impianto, la sua pianta ha forma ellittica con altezza massima di 22 m, con due anelli di spalti sovrapposti, retti esternamente da un sistema di cavalletti triangolari, il tutto costruito in cemento armato. Il campo, in erba naturale, misura 105 × 66,5 m ed è racchiuso esternamente dalla pista d'atletica leggera, a 8 corsie. Proprio la presenza della pista e di un fossato che separava fisicamente le gradinate dal terreno di gioco, unitamente alla tendenza di quest'ultimo (data la natura cedevole del terreno) a sprofondare, faceva sì che la visibilità delle azioni di gioco per il pubblico fosse sovente non ottimale, una distanza compresa tra i 32 e i 18 m separava infatti gli spettatori dal campo. La capienza massima ammissibile (computando anche spettatori in piedi, laddove ammessi) fu di circa 70.000 persone, poi ridotte a 40.919 allorché fu obbligatorio che tutti i posti fossero a sedere e numerati. Inizialmente l'unico settore dotato di sedute indipendenti (poltroncine o seggiolini) fu la tribuna principale, sopra la quale nei tardi anni 1980 venne posta in opera una tettoia prefabbricata. L'intervento di ristrutturazione praticato nei primi anni 2000, con l'installazione di tribune prefabbricate all'interno del vecchio catino, in sostituzione di curve e i distinti (che se da un lato andò a rendere inagibile la pista d'atletica, dall'altro migliorò la visibilità del campo per gran parte del pubblico nonché il comfort nel settore Distinti, fino a quel momento provvisto di seggiolini), la capienza venne portata a 20.270 posti, così ripartiti: Tribuna principale (unica porzione del vecchio catino rimasta agibile), capace di 11 216 spettatori, a loro volta sottodivisi in: Tribuna autorità: 426 spettatori Tribuna ospiti: 1 240 spettatori Tribuna centrale: 2 052 spettatori Tribuna laterale nord: 2 319 spettatori Tribuna laterale sud: 2 213 spettatori Poltroncine nord: 2 085 spettatori Poltroncine sud: 881 spettatori Distinti: 3 670 spettatori Curva sud: 2 125 spettatori Curva nord (sede dei gruppi della tifoseria organizzata cagliaritana): 2 125 spettatori. Particolarmente imponente è stato l'impianto di illuminazione: agli originari quattro cluster di lampade alloggiati su altrettanti piloni eretti in corrispondenza degli angoli del perimetro strutturale, nel 1990 furono aggiunti quattro gruppi luminosi sopra strutture a traliccio impiantate alle spalle di Tribuna e Distinti, rimossi dopo la dismissione. A partire dal 1990 lo stadio fu inoltre dotato di maxischermo: al primo impianto, alloggiato sopra la curva sud, si sostituì poi un secondo ausilio (tecnologicamente più avanzato), eretto sopra i nuovi Distinti metallici. Il Sant'Elia è stato dotato di quattro parcheggi, per una capienza totale di circa 3 350 posti auto e una superficie di 85500 m², così ripartita: ovest: due parcheggi da 9000 m² e 30000 m², quest'ultimo chiamato parcheggio Cuore per via della sua particolare conformazione; est: 43000 m², dal 2017 non più agibile in quanto vi trova sede l'Unipol Domus; sud: 3500 m². Lo stadio Sant'Elia è stato sede di quattro incontri della nazionale di calcio dell'Italia: la gara di qualificazione al campionato del mondo 1994 del 14 ottobre 1992 contro la Svizzera e terminata con il punteggio di 2-2, e tre amichevoli giocate contro la Spagna (1-2 per gli ospiti, giocata il 20 febbraio 1971), l'Argentina (0-0, disputata il 21 dicembre 1989) e la Russia (2-0 per gli Azzurri, svolta il 9 febbraio 2005). All'interno del suo parcheggio e lungo le vie adiacenti venne allestito un circuito automobilistico che ospitò due edizioni del Gran Premio di Cagliari del campionato Euroseries 3000 negli anni 2002 e 2003. In quell'occasione ci fu anche l'esibizione di Jarno Trulli e Fernando Alonso, al volante di una Renault di Formula 1 e di Jean Alesi con una Mercedes CLK, impiegata nel DTM. A differenza di altri stadi in Italia, in 47 anni di storia solo pochissime volte si sono svolti concerti musicali all'interno dello stadio. I più famosi sono i seguenti: Banco del Mutuo Soccorso Rockets (1979) Rockets (1980) Edoardo Bennato (1981) Joe Cocker (1986) Claudio Baglioni (1987) Vasco Rossi (1991) Cagliari Calcio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo stadio Sant'Elia Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com (archiviato il 6 giugno 2017). (EN) Stadio Sant'Elia, su Structurae.

Circuito di Cagliari
Circuito di Cagliari

Il circuito di Cagliari è stato un circuito automobilistico cittadino, allestito nei pressi dello stadio Sant'Elia. Venne utilizzato tra il 2002 e il 2003. Il circuito venne inaugurato il 10 novembre 2002. In quel fine settimana il circuito ospitò l'ultima gara della stagione dell'Euro Formula 3000, denominata Gran Premio del Mediterraneo di Formula 3000; venne inserito in sostituzione di una gara prevista a Imola per il 2 giugno. L'appuntamento era inizialmente previsto per il 6 ottobre. L'organizzazione spettò all'International Promotion di Pier Luigi Corbari e la Event Group, all'ACI, agli autodromi di Monza e Vallelunga. Vi fu l'apporto anche di Pasquale Lattuneddu, il braccio destro in Formula 1 di Bernie Ecclestone. Dopo ben 35 anni in Italia veniva effettuata una gara automobilistica su un circuito cittadino. Le gare su circuiti cittadini erano state bandite dal 1967 dopo la tragedia di Caserta, dove, in un Gran Premio di Formula 3 persero la vita Geki Russo, Tiger e Beat Fehr. La gara di F3000 venne vinta dal pilota ceco Jaroslav Janiš, alla media di 122,641 km/h, e risultò decisiva per l'assegnazione del titolo al pilota brasiliano Jaime Melo Jr.. La gara si svolse davanti a 100.000 spettatori. Il circuito fu sede dell'ultima gara del campionato anche nel 2003, con la denominazione di Gran Premio di Cagliari. La gara, tenuta il 2 novembre, venne vinta da Jaime Melo Jr., alla media di 125,499 km/h; giunse decimo il futuro pilota di Formula 1 Vitalji Petrov. Come gara di contorno venne svolto il Sardinia Master di Formula 3. Il Master venne aggiudicato da un altro pilota con un futuro nella massima formula, il polacco Robert Kubica, che si impose in entrambe le gare. Altre gare riguardarono monoposto di Formula Gloria e vetture prototipi. Il fine settimana vide anche l'esibizione di Jarno Trulli e Fernando Alonso, al volante di una Renault di Formula 1 e di Jean Alesi con una Mercedes CLK, impiegata nel DTM. Il circuito venne messo in calendario dell'Euro 3000 anche per il 2004 La gara però non venne organizzata tanto da venir rimpiazzata da un weekend con doppio appuntamento al Nürburgring. Il circuito non venne così più allestito. La pista, priva di variazioni altimetriche, era disegnata nei dintorni dello stadio Sant'Elia, nel quartiere Nuovo Borgo Sant'Elia della città di Cagliari. Caratterizzata da un breve rettilineo iniziale, poi da una serie di curve a 90° che immettevano in una lunga curva a destra che terminava con due curve veloci. Il tracciato ritornava verso la linea di partenza per mezzo di un altro breve rettilineo disegnato su via Amerigo Vespucci. Per il suo allestimento vennero utilizzati 4500 metri di barriera New Jersey, 670 metri di guard-rail in acciaio, e oltre 25 000 pneumatici. Quasi un chilometro di pista venne riasfaltato a nuovo all'inizio di ottobre. Niki Lauda effettuò una ricognizione del circuito durante l'edizione del 2003, trovandolo impegnativo e molto bello. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su circuito di Cagliari