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Palazzetto dello Sport (Cagliari)

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PalaRockefeller 2
PalaRockefeller 2

Il Palazzetto dello Sport di Cagliari, noto anche come PalaPirastu e PalaRockefeller, è un impianto sportivo situato nel quartiere Montemixi. Ha una capienza ufficiale di 2.266 spettatori ma, non essendo numerati, e avendo solamente una tribuna dotata di seggiolini, può arrivare a contenere fino a 4.000 spettatori circa, come capitato spesso nei grandi eventi. Precedentemente era noto come PalaRockefeller dal nome della via in cui esso è sito. Il 30 giugno 2017 è stato intitolato a Luigi, Antonio, Emilio, Ignazio, Gianfranco, Carlo e Paolo Pirastu, fratelli devoti allo sport cittadino e in particolare alla pallacanestro: Luigi fu tra le altre cose il presidente della Brill Cagliari negli anni della Serie A.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Palazzetto dello Sport (Cagliari) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Palazzetto dello Sport (Cagliari)
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PalaRockefeller 2
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Stadio Sant'Elia
Stadio Sant'Elia

Lo stadio Sant'Elia è un impianto sportivo polivalente italiano in disuso di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è stato sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 1970-1971 fino al 2012, e nuovamente tra il 2013 e il 2017. Inaugurato nel 1970 era, fino al momento della sua dismissione, la maggior arena scoperta cittadina e regionale in termini di capienza: dal punto di vista operativo è uno stadio polivalente, provvisto di pista d'atletica leggera. La sua destinazione d'uso principale era tuttavia quella calcistica, assolvendo la funzione di campo interno del Cagliari, maggior club locale. Ristrutturato in vista dei campionati mondiali di calcio 1990 (di cui accolse alcune partite), tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI è andato incontro a un rapido decadimento, che ha obbligato dapprima a limitarne pesantemente la capienza e poi (dal 2002) a chiudere in pianta stabile vaste porzioni degli spalti, sostituiti da gradinate prefabbricate erette entro il vecchio catino, al di sopra della pista di atletica (che venne sacrificata allo scopo). L'aggravarsi dello stato di obsolescenza dello stadio, giunto al punto da indurne finanche momentanee dichiarazioni di totale inagibilità, ne ha infine determinato la totale dismissione: il Cagliari nel 2017 ha infatti avviato i lavori di demolizione e ricostruzione. Il primo progetto di costruzione di un nuovo stadio nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia venne presentato nel 1964 dall'architetto Antonio Sulprizio: dal punto di vista strutturale esso prevedeva l'erezione di un solo anello di forma ellittica, parzialmente sormontato da ulteriori gradinate, per una capienza massima stimata di 35 000 spettatori; un anno dopo i lavori di costruzione vennero avviati. La storica affermazione del Cagliari nel campionato di Serie A 1969-1970 indusse tuttavia a modificare il progetto originario, onde aumentare la capienza della costruenda arena: se ne occupò l'ingegnere Giorgio Lombardi, che aggiunse un secondo anello di spalti sovrapposto a quello di base, innestando la struttura esternamente su 64 telai triangolari (anche detti "cosciali") in cemento armato. La capienza venne così elevata a 59 972 unità, ampliabile a un massimo di 70 000 ingressi adottando anche posti in piedi, all'epoca ancora consentiti. Le spese di costruzione (pari 1,95 miliardi di L.) vennero coperte dal Comune di Cagliari, che beneficiò peraltro di un credito sportivo di circa 550 milioni di L. erogato in due tranche dal CONI. Lo stadio venne così completato nell'estate del 1970, consentendo al Cagliari di abbandonare il vecchio e meno capiente stadio Amsicora. Al nuovo stadio non fece tuttavia seguito, inizialmente, la costruzione di adeguate infrastrutture di supporto: le vie d'accesso circostanti erano infatti ristrette e incapaci di reggere il volume di pubblico che poteva riversarsi nello stadio, mentre il parcheggio contiguo ad esso disponeva di soli 200 stalli autovetture. Inoltre, sin da subito ci si rese conto che lo stadio, lì piazzato, non fu un'occasione di valorizzazione del neonato quartiere popolare di Nuovo Borgo Sant'Elia ma al contrario ne costituiva una barriera tra esso e la città. L'esordio ufficiale dei rossoblù al Sant'Elia avvenne il 12 settembre, nel primo turno della Coppa Italia, ove il Cagliari sconfisse la Massese per 4-1 di fronte a poco più di 30 000 spettatori. Quattro giorni più tardi, il 16 settembre, lo stadio vide il Cagliari sconfiggere per 3-0 i francesi del Saint-Étienne davanti a 63 000 spettatori, in un incontro valido per i sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni 1970-1971. L'inaugurazione ufficiale si celebrò in occasione della prima giornata del campionato di Serie A 1970-1971, ove il Cagliari prevalse sulla Sampdoria per 2-1. A neppure due mesi dall'inaugurazione il Sant'Elia fu colpito da un incidente. Nel sottosuolo dell'impianto correva infatti un oleodotto che serviva il vicino deposito carburanti di Monte Urpinu dell'Aeronautica Militare: nel novembre 1970 una rottura della tubatura causò una perdita di combustibile, che intrise il terreno e affiorò in superficie. In quel frangente un operaio addetto alla manutenzione del campo, non accortosi della pericolosa situazione, gettò a terra un mozzicone di sigaretta acceso, causando lo sprigionarsi di un incendio. A seguito dell'incidente lo stadio venne dichiarato inagibile fino all'avvenuta riparazione della tubatura. Lo stadio fu scelto tra le sedi ospitanti del Campionato mondiale di calcio 1990 assegnato all'Italia: nel dicembre 1987 fu dunque avviato un intervento di ammodernamento e ristrutturazione dell'arena, costato complessivi 24 miliardi di L. (circa il 41% in più dei preventivati 17). Si provvide ad adeguare la struttura alle normative di sicurezza vigenti, a ridurre i posti massimi a 40 919 (tutti a sedere e numerati), a potenziare l'illuminazione con l'aggiunta di 4 torri faro alle 4 preesistenti, a realizzare una copertura in legno sopra la tribuna centrale e una tensostruttura esterna adibita a centro stampa (il cosiddetto "pallone", destinato a essere scarsamente utilizzata a mondiale concluso, a parte qualche partita di calcio a 5 delle squadre locali nell'impianto polivalente creato al suo interno) e a potenziare i parcheggi. Fu invece scartato il progetto di costruzione di una copertura totale degli spalti proposto da Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato organizzatore dei mondiali: i fondi che sarebbero serviti allo scopo vennero dirottati alla costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento, tangenziale della città. L'impianto rinnovato venne riaperto il 21 dicembre 1989 con la disputa di un'amichevole tra Italia e Argentina. In quegli anni il Sant'Elia fu utilizzato anche per manifestazioni sportive non calcistiche, quali i campionati italiani assoluti ed il meeting Terra Sarda di atletica leggera. L'assenza di adeguati lavori di ammodernamento e manutenzione fece sì che tra gli anni 1990 e gli anni 2000 lo stadio sprofondasse in uno stato di crescente obsolescenza: seri problemi di stabilità vennero riscontrati nei settori delle curve e dei distinti, giudicati a rischio crollo. In virtù di ciò, poco prima dell'avvio del campionato di Serie B 2002-2003, le autorità minacciarono di dichiarare il Sant'Elia totalmente inagibile. Il Cagliari stanziò quindi 3 milioni di euro per l'acquisto e l'installazione di tribune prefabbricate metalliche Dalmine all'interno del catino dell'arena, andando a coprire la pista di atletica leggera (che venne dismessa): dei vecchi spalti rimase agibile la sola tribuna centrale. La capienza dello stadio ne uscì quasi dimezzata (23 486 posti) rispetto a quella fissata nel 1990. Questo rinnovamento venne fin da subito criticato per la sua natura avventizia e per il permanere delle condizioni di scarsa sicurezza del pubblico e dei giocatori. A tal proposito fu eclatante quanto avvenuto il 18 novembre 2002 durante la partita Cagliari-Messina: un tifoso cagliaritano riuscì infatti a scavalcare le recinzioni che separavano gli spalti dal campo, eludendo il controllo delle forze di sicurezza, si avvicinò al portiere siciliano Emanuele Manitta e lo colpì con un pugno. Onde evitare il ripetersi di simili intemperanze, a stretto giro si provvide a rimuovere le ringhiere in ferro, sostituite con dei pannelli in plexiglas. Ulteriori migliorie vennero poi implementate per consentire una maggiore e confortevole visione agli spettatori in tribuna: fu creato un fossato tra spalti e campo e le panchine furono ricostruite con struttura seminterrata. L'adozione della legge n. 210 del 17 ottobre 2005 (c.d. legge Pisanu) portò poi a un'ulteriore lieve decurtazione della capienza, portata a 20 270 posti. Nel 2012 la commissione provinciale di vigilanza sui pubblici spettacoli dichiarò lo stadio parzialmente inagibile per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità, con particolare riferimento all'uso permanente delle tribune posticce metalliche installate entro le vecchie gradinate. Vennero pertanto chiusi i settori Distinti e la Curva Sud, facendo calare la capienza a circa 14 000 posti, inferiore al livello minimo di 20 000 unità all'epoca richiesto dalla Lega Serie A per una partita ufficiale; una deroga al regolamento consentì tuttavia al Cagliari di non traslocare. Sebbene tale passaggio non fosse dunque necessario, a partire dal 7 aprile 2012 il presidente Massimo Cellino decise di trasferire le restanti gare interne del Cagliari allo stadio Nereo Rocco di Trieste; a stretto giro, il 16 maggio 2012, la società ufficializzò l'abbandono dello stadio Sant'Elia. Presa tale decisione, in vista della stagione 2012-2013 il Cagliari scelse come nuovo campo interno lo stadio Is Arenas, nel vicino comune di Quartu Sant'Elena. Il presidente Massimo Cellino firmò dunque un accordo triennale con il municipio quartese e provvide ad adeguare lo stadio ai canoni della Serie A: l'Is Arenas era infatti un piccolo impianto, provvisto di pista di atletica leggera e di due tribunette laterali dalla scarsa capienza. Dal Sant'Elia vennero dunque prelevate le tribune Dalmine montate nel 2003, che vennero riassemblate a Quartu, mentre per la tribuna centrale (unica coperta) venne ripresa parte del progetto mai realizzato denominato Karalis Arenas, che prevedeva di costruire il nuovo stadio del Cagliari a Elmas. Così riallestito, l'Is Arenas fu portato a una capienza di 16 500 spettatori, pari al minimo previsto dai criteri infrastrutturali della Serie A. Ben presto la scelta di spostarsi a Quartu (che pure era stata prefigurata come potenzialmente permanente) si rivelò tuttavia infelice: a più riprese la commissione provinciale di controllo sui pubblici spettacoli negò all'Is Arenas la completa agibilità, sicché la squadra poté disputarvi un numero limitato di partite, sempre con ridotti contingenti di pubblico. Nei lavori di adeguamento la Procura di Cagliari riscontrò inoltre profili d'irregolarità, disponendo dapprima l'apertura di un'indagine e successivamente, il 14 febbraio 2013, il fermo di Massimo Cellino, dell'allora sindaco di Quartu Sant'Elena e del relativo assessore allo sport, tutti accusati di tentato peculato e falso ideologico sui lavori allo stadio. Il presidente Cellino venne scarcerato il successivo 14 maggio; il 25 giugno 2013, previo incontro con le autorità della Regione Sardegna e della Lega Calcio, egli stesso annunciò la decisione di abbandonare definitivamente lo stadio Is Arenas, che il 25 febbraio precedente era stato nuovamente dichiarato inagibile. Il 29 giugno seguente il presidente della Regione Ugo Cappellacci dichiarò che, di comune accordo con la società, il Cagliari sarebbe tornato a giocare al Sant'Elia: a tal scopo, il 23 agosto il Comune di Cagliari firmò con la società una nuova convenzione della durata di un anno con opzione per il secondo, la quale per la prima volta prefigurava apertamente la possibilità di attuare una ricostruzione dell'arena di via Vespucci. In attesa che tale intento si traducesse in progetto, nei mesi estivi e autunnali del 2013 il vecchio stadio fu oggetto di un nuovo intervento "tampone", onde contenerne le criticità e renderlo nuovamente idoneo a ospitare le gare del massimo campionato italiano di calcio: furono eliminate tutte le barriere tra campo e tribune, il vecchio tabellone luminoso venne smantellato e sostituito con uno nuovo e furono rimpiazzati i seggiolini della tribuna centrale (entro la quale furono altresì ricavati un nuovo settore ospiti e un settore per disabili). Il 19 ottobre seguente il Cagliari riprese dunque a giocare al Sant'Elia: il mancato completamento totale dei lavori fece però sì che la capienza fosse inizialmente contingentata a soli 5 000 posti, previo rilascio di una deroga. Il 24 agosto 2014 tale limite venne portato a 12 000 persone e infine, dal 21 dicembre 2014, previa riapertura della Curva Sud, a 16 074 unità: in tale frangente si rivelò decisivo il contributo finanziario erogato da Sky Italia, che ottenne in cambio i diritti di denominazione sugli spalti meridionali, che vennero riappellati Curva Sud Sky. La necessità di garantire l'incolumità del pubblico accelerò la transizione verso l'abbattimento dello stadio, che de facto partì il 10 marzo 2015 con i primi lavori di demolizione parziale delle tribune in cemento armato della vecchia struttura: nello specifico furono rimossi diversi "spicchi" dei settori Distinti e Curve posti sopra gli accessi alle tribune metalliche temporanee, onde evitare la caduta di detriti sugli spettatori in afflusso e deflusso. Il 18 dicembre 2015 venne presentato ufficialmente il progetto per il nuovo stadio di proprietà destinato a sorgere sul sito del vecchio Sant'Elia: un'arena moderna "all'inglese" da 25 000 posti, ospitante al suo interno negozi e ristoranti; esso venne approvato definitivamente il 21 febbraio 2017 dal comune di Cagliari e il 2 marzo 2017 dalla regione. Il 1º giugno 2017 la gara amichevole intitolata The Last Match, con partecipazione di personalità calcistiche d'alto profilo, sancì la definitiva dismissione del Sant'Elia, in attesa dell'effettiva e totale demolizione. A partire dalla stagione 2017-2018 Cagliari gioca pertanto le sue partite nell'impianto provvisorio Unipol Domus, costruito nell'estate 2017 nel parcheggio adiacente al settore distinti del vecchio stadio e destinato a essere smontato non appena il summenzionato stadio di proprietà sarà stato completato e omologato. Lo stadio sorge a 3 km dal centro della città di Cagliari, sulla lingua di terra racchiusa tra le saline di Quartu e le acque del canale di Sardegna, a poca distanza da località quali lo stagno di Molentargius, il lungomare di Sant'Elia, le spiagge di Calamosca e del Poetto e la Sella del Diavolo. Dista dal lungomare omonimo poco più di 300 m. La struttura dello stadio occupa una superficie di 14741,2 m² e un'area complessiva di circa 74500 m². Dal punto di vista strutturale, data la vocazione polisportiva dell'impianto, la sua pianta ha forma ellittica con altezza massima di 22 m, con due anelli di spalti sovrapposti, retti esternamente da un sistema di cavalletti triangolari, il tutto costruito in cemento armato. Il campo, in erba naturale, misura 105 × 66,5 m ed è racchiuso esternamente dalla pista d'atletica leggera, a 8 corsie. Proprio la presenza della pista e di un fossato che separava fisicamente le gradinate dal terreno di gioco, unitamente alla tendenza di quest'ultimo (data la natura cedevole del terreno) a sprofondare, faceva sì che la visibilità delle azioni di gioco per il pubblico fosse sovente non ottimale, una distanza compresa tra i 32 e i 18 m separava infatti gli spettatori dal campo. La capienza massima ammissibile (computando anche spettatori in piedi, laddove ammessi) fu di circa 70.000 persone, poi ridotte a 40.919 allorché fu obbligatorio che tutti i posti fossero a sedere e numerati. Inizialmente l'unico settore dotato di sedute indipendenti (poltroncine o seggiolini) fu la tribuna principale, sopra la quale nei tardi anni 1980 venne posta in opera una tettoia prefabbricata. L'intervento di ristrutturazione praticato nei primi anni 2000, con l'installazione di tribune prefabbricate all'interno del vecchio catino, in sostituzione di curve e i distinti (che se da un lato andò a rendere inagibile la pista d'atletica, dall'altro migliorò la visibilità del campo per gran parte del pubblico nonché il comfort nel settore Distinti, fino a quel momento provvisto di seggiolini), la capienza venne portata a 20.270 posti, così ripartiti: Tribuna principale (unica porzione del vecchio catino rimasta agibile), capace di 11 216 spettatori, a loro volta sottodivisi in: Tribuna autorità: 426 spettatori Tribuna ospiti: 1 240 spettatori Tribuna centrale: 2 052 spettatori Tribuna laterale nord: 2 319 spettatori Tribuna laterale sud: 2 213 spettatori Poltroncine nord: 2 085 spettatori Poltroncine sud: 881 spettatori Distinti: 3 670 spettatori Curva sud: 2 125 spettatori Curva nord (sede dei gruppi della tifoseria organizzata cagliaritana): 2 125 spettatori. Particolarmente imponente è stato l'impianto di illuminazione: agli originari quattro cluster di lampade alloggiati su altrettanti piloni eretti in corrispondenza degli angoli del perimetro strutturale, nel 1990 furono aggiunti quattro gruppi luminosi sopra strutture a traliccio impiantate alle spalle di Tribuna e Distinti, rimossi dopo la dismissione. A partire dal 1990 lo stadio fu inoltre dotato di maxischermo: al primo impianto, alloggiato sopra la curva sud, si sostituì poi un secondo ausilio (tecnologicamente più avanzato), eretto sopra i nuovi Distinti metallici. Il Sant'Elia è stato dotato di quattro parcheggi, per una capienza totale di circa 3 350 posti auto e una superficie di 85500 m², così ripartita: ovest: due parcheggi da 9000 m² e 30000 m², quest'ultimo chiamato parcheggio Cuore per via della sua particolare conformazione; est: 43000 m², dal 2017 non più agibile in quanto vi trova sede l'Unipol Domus; sud: 3500 m². Lo stadio Sant'Elia è stato sede di quattro incontri della nazionale di calcio dell'Italia: la gara di qualificazione al campionato del mondo 1994 del 14 ottobre 1992 contro la Svizzera e terminata con il punteggio di 2-2, e tre amichevoli giocate contro la Spagna (1-2 per gli ospiti, giocata il 20 febbraio 1971), l'Argentina (0-0, disputata il 21 dicembre 1989) e la Russia (2-0 per gli Azzurri, svolta il 9 febbraio 2005). All'interno del suo parcheggio e lungo le vie adiacenti venne allestito un circuito automobilistico che ospitò due edizioni del Gran Premio di Cagliari del campionato Euroseries 3000 negli anni 2002 e 2003. In quell'occasione ci fu anche l'esibizione di Jarno Trulli e Fernando Alonso, al volante di una Renault di Formula 1 e di Jean Alesi con una Mercedes CLK, impiegata nel DTM. A differenza di altri stadi in Italia, in 47 anni di storia solo pochissime volte si sono svolti concerti musicali all'interno dello stadio. I più famosi sono i seguenti: Banco del Mutuo Soccorso Rockets (1979) Rockets (1980) Edoardo Bennato (1981) Joe Cocker (1986) Claudio Baglioni (1987) Vasco Rossi (1991) Cagliari Calcio Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo stadio Sant'Elia Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com (archiviato il 6 giugno 2017). (EN) Stadio Sant'Elia, su Structurae.

Unipol Domus
Unipol Domus

L'Unipol Domus, nota in passato come Sardegna Arena, è uno stadio di calcio italiano di Cagliari, in Sardegna. Situato nel quartiere di Nuovo Borgo Sant'Elia, è sede degli incontri interni del Cagliari Calcio dalla stagione 2017-2018. Verso gli anni 2010 la sempre più crescente obsolescenza dello Stadio Sant'Elia, la maggiore arena scoperta della Sardegna e da oltre 40 anni "casa" del Cagliari Calcio, divenne foriera di problemi sempre maggiori: nel 2012 l'impianto venne dichiarato inagibile, obbligando i rossoblù a trasferirsi dapprima allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, poi allo Stadio Is Arenas di Quartu Sant'Elena (ampliato per l'occasione con delle tribune provvisorie in tubolari d'acciaio). Sebbene la società rossoblù avesse finanche prefigurato la possibilità di stabilirsi permanentemente nell'impianto quartese, l'esperienza si rivelò breve e travagliata: l'Is Arenas venne infatti a più riprese dichiarato parzialmente o totalmente inagibile, sicché la squadra vi poté disputare un numero limitato di partite. I lavori di ampliamento ebbero inoltre profili d'irregolarità e comportarono strascichi di natura giudiziaria a carico dell'allora dirigenza del Cagliari e di taluni politici locali. Già nel 2013, previ lavori urgenti d'adeguamento e messa in sicurezza, il Cagliari fece dunque ritorno al Sant'Elia, in attesa di trovare una migliore sistemazione. Due anni dopo il club decise ufficialmente di avviare il progetto di abbattimento e ricostruzione dello stadio cagliaritano. Essendo dunque stata disposta la definitiva dismissione del Sant'Elia, s'impose la necessità di individuare un nuovo campo ove il Cagliari potesse temporaneamente disputare i propri match casalinghi. Scartata l'ipotesi di uscire dai confini comunali del capoluogo sardo (tenendo conto della fallimentare esperienza di Is Arenas e al fine di non complicare l'accessibilità ai tifosi), tra il 2016 e il 2017 si optò per edificare uno stadio provvisorio all'interno del parcheggio orientale del Sant'Elia, ponendo così le basi per il progetto che venne chiamato Sardegna Arena. Dopo che il comune di Cagliari ebbe concesso il diritto di superficie al club sul terreno interessato, i lavori di edificazione partirono nella primavera del 2017: si provvide a rimuovere i manufatti dei parcheggi quali spartitraffico e lampioni, nonché ovviamente l'asfalto e parte dei sottoservizi (non interamente in modo da ripristinarli potenzialmente in futuro una volta ridismesso l'impianto temporaneo) e infine a dissodare il terreno per posarvi le zolle d'erba e contemporaneamente erigere le gradinate. Per le gradinate si scelse di montare per le due curve e i Distinti le tribune Dalmine del Sant'Elia e che passarono anche per Is Arenas mentre per la tribuna principale si montò la Main Stand che venne creata per lo stadio quartese. I lavori procedettero speditamente e vennero conclusi entro l'estate. Ottenute le necessarie autorizzazioni e omologazioni, l'impianto venne aperto il 10 settembre 2017, in occasione della partita Cagliari-Crotone, valida per la terza giornata del campionato di Serie A. Seppur negli anni non abbia ancora ricevuto l'omologazione per la disputa di partite del Cagliari nelle competizioni UEFA, l'impianto ha ospitato l'11 settembre 2018 un'amichevole tra le selezioni Under-21 di Italia e Albania e il 28 maggio 2021 una partita amichevole disputata tra le nazionali maggiori di Italia e San Marino, incontro di preparazione degli Azzurri ai vittoriosi Euro 2020. Il 24 luglio 2021 il Cagliari Calcio ha annunciato la partnership decennale con il gruppo assicurativo Unipol e la conseguente cessione dei diritti di denominazione sponsorizzata sia per l'impianto temporaneo sia per il futuro stadio definitivo. Con tale accordo la Sardegna Arena ha assunto il nome di Unipol Domus. Il nome Domus, in latino, richiama il concetto di casa che la società più volte ha evocato parlando del luogo in vengono disputate le partite. In sardo “domus” però è il plurale "case", ma è stato avallato in quanto i diritti di denominazione sono stati concessi sia per l'impianto attuale che per quello futuro, seppur il nome di quest'ultimo dovrà essere scelto dallo sponsor più avanti. Lo stadio sarà il campo interno del Cagliari fino all'ultimazione della nuova casa permanente del club rossoblù. Una volta omologato, l'impianto verrà smontato e il terreno che occupa sarà riadibito ad area servizi per il nuovo stadio. Considerando la preventivata data di inizio di demolizione dello stadio Sant'Elia fissata a fine 2022, ma a tutt'oggi non ancora avviata, la società si aspetta di giocare alla Unipol Domus fino al 2025. Dato il carattere temporaneo della struttura, essa è interamente realizzata in moduli prefabbricati in materiale metallico, rivestiti esternamente con pannelli lignei e plastici. La capienza massima è di 16 416 posti a sedere, tutti numerati e dotati di seduta, articolati in cinque settori: Curva nord: 4404 posti; Curva sud: 3981 posti; Distinti: 4384 posti, suddivisi in: centrali centrali alti centrali nord-sud laterali nord Tribuna: 3272 posti, suddivisi in: rossa blu 80 equamente suddivisi in 10 sky box; Ospiti (compreso nei Distinti): 415 posti In assenza di infrastrutture intermedie (quale ad esempio una pista di atletica leggera), tutte le tribune affacciano direttamente sui bordi del terreno di gioco, distando al massimo sette metri da esso. Gli spalti sono inoltre rialzati alla base rispetto al naturale livello del suolo e le barriere di separazione dal prato consistono perlopiù in bassi parapetti: solo dinnanzi al settore ospiti, per motivi di sicurezza, viene implementata una recinzione a tutta altezza. Inizialmente, dal punto di vista strutturale, la tribuna centrale costituiva un corpo indipendente rispetto alle altre gradinate, che erano invece raccordate tra loro, descrivendo una forma a ferro di cavallo. Ciò fino al 14 settembre 2018, allorché sono stati ultimati e aperti al pubblico due ulteriori "spicchi" di gradinate, che hanno fisicamente raccordato la tribuna alle curve, consentendo un aumento della capienza di ulteriori 183 posti. Lo "spicchio" adiacente alla curva sud è stato inoltre permanentemente riservato ai bambini iscritti al progetto "scuola di tifo" patrocinato dal Cagliari Calcio. Le panchine per le squadre sono ubicate direttamente nelle gradinate della main stand, all'interno della quale sono inoltre situati i locali tecnici e di servizio (spogliatoi, sala stampa e via dicendo). Lo stadio include inoltre alcuni spazi di servizi al pubblico, coprenti un'area complessiva di 437 m²: un'area dedicata ai bambini e tre sale per eventi, ospitalità e catering. A servizio del pubblico vi è un maxischermo montato sulla sommità della tribuna scoperta. L'illuminazione notturna del campo è garantita da quattro cluster di riflettori, alloggiati su altrettanti piloni impiantati in corrispondenza degli angoli perimetrali dello stadio. La Sardegna Arena è stata sede di un incontro amichevole della nazionale di calcio dell'Italia, disputato il 28 maggio 2021 contro San Marino e terminato con il punteggio di 7-0 in favore degli Azzurri. Speciale Sardegna Arena, in L'Unione Sarda, 10 settembre 2017. Stadio Is Arenas Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Unipol Domus Sito ufficiale, su cagliaricalcio.com. Cagliari - Stadio, su Lega Nazionale Professionisti Serie A. URL consultato il 23 agosto 2023. Stadio Unipol Domus, su TicketOne. URL consultato il 7 novembre 2023.

Circuito di Cagliari
Circuito di Cagliari

Il circuito di Cagliari è stato un circuito automobilistico cittadino, allestito nei pressi dello stadio Sant'Elia. Venne utilizzato tra il 2002 e il 2003. Il circuito venne inaugurato il 10 novembre 2002. In quel fine settimana il circuito ospitò l'ultima gara della stagione dell'Euro Formula 3000, denominata Gran Premio del Mediterraneo di Formula 3000; venne inserito in sostituzione di una gara prevista a Imola per il 2 giugno. L'appuntamento era inizialmente previsto per il 6 ottobre. L'organizzazione spettò all'International Promotion di Pier Luigi Corbari e la Event Group, all'ACI, agli autodromi di Monza e Vallelunga. Vi fu l'apporto anche di Pasquale Lattuneddu, il braccio destro in Formula 1 di Bernie Ecclestone. Dopo ben 35 anni in Italia veniva effettuata una gara automobilistica su un circuito cittadino. Le gare su circuiti cittadini erano state bandite dal 1967 dopo la tragedia di Caserta, dove, in un Gran Premio di Formula 3 persero la vita Geki Russo, Tiger e Beat Fehr. La gara di F3000 venne vinta dal pilota ceco Jaroslav Janiš, alla media di 122,641 km/h, e risultò decisiva per l'assegnazione del titolo al pilota brasiliano Jaime Melo Jr.. La gara si svolse davanti a 100.000 spettatori. Il circuito fu sede dell'ultima gara del campionato anche nel 2003, con la denominazione di Gran Premio di Cagliari. La gara, tenuta il 2 novembre, venne vinta da Jaime Melo Jr., alla media di 125,499 km/h; giunse decimo il futuro pilota di Formula 1 Vitalji Petrov. Come gara di contorno venne svolto il Sardinia Master di Formula 3. Il Master venne aggiudicato da un altro pilota con un futuro nella massima formula, il polacco Robert Kubica, che si impose in entrambe le gare. Altre gare riguardarono monoposto di Formula Gloria e vetture prototipi. Il fine settimana vide anche l'esibizione di Jarno Trulli e Fernando Alonso, al volante di una Renault di Formula 1 e di Jean Alesi con una Mercedes CLK, impiegata nel DTM. Il circuito venne messo in calendario dell'Euro 3000 anche per il 2004 La gara però non venne organizzata tanto da venir rimpiazzata da un weekend con doppio appuntamento al Nürburgring. Il circuito non venne così più allestito. La pista, priva di variazioni altimetriche, era disegnata nei dintorni dello stadio Sant'Elia, nel quartiere Nuovo Borgo Sant'Elia della città di Cagliari. Caratterizzata da un breve rettilineo iniziale, poi da una serie di curve a 90° che immettevano in una lunga curva a destra che terminava con due curve veloci. Il tracciato ritornava verso la linea di partenza per mezzo di un altro breve rettilineo disegnato su via Amerigo Vespucci. Per il suo allestimento vennero utilizzati 4500 metri di barriera New Jersey, 670 metri di guard-rail in acciaio, e oltre 25 000 pneumatici. Quasi un chilometro di pista venne riasfaltato a nuovo all'inizio di ottobre. Niki Lauda effettuò una ricognizione del circuito durante l'edizione del 2003, trovandolo impegnativo e molto bello. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su circuito di Cagliari

Stadio Amsicora
Stadio Amsicora

Lo stadio Amsicora di Cagliari è un impianto sportivo costruito nel 1923 in un'area appartenente alla Società Ginnastica Amsicora, dalla quale prende il nome. Lo stadio oggi è una struttura polivalente con campo centrale in erba sintetica ad uso esclusivo dell'hockey su prato, pista di atletica leggera, palestra per la ginnastica artistica, palestra per il fitness, due campi di calcetto e una piccola piscina. Lo stadio ha ospitato, oltre alle partite casalinghe dell'Unione Sportiva Cagliari Campione d'Italia 1970, una tappa della terza edizione del Giro di Sardegna di ciclismo nel 1960, la finale dei campionati europei di pugilato tra Duilio Loi e Fortunato Manca (1962), la Nazionale Italiana di calcio, le qualificazioni ai campionati del mondo di hockey su prato (1996), e perfino una Corrida del toreador Pedro Basauri "Pedrucho" (nel 1924). Il presidente della Società Ginnastica Amsicora, Guido Costa, acquistò il 9 giugno 1922, con 11.600 lire, un'area dismessa dal demanio pubblico, precedentemente utilizzata come colonia penale. Nel 1923 venne realizzata la tribuna in cemento armato - progettata dall'ingegner Donadio - tuttora esistente. L'inaugurazione del campo avvenne in occasione del concorso intersezionale cui partecipavano una trentina di società provenienti da tutta Italia, compresa la Svizzera Italiana. Nel ventennio fascista la Società Ginnastica Amsicora, ridusse drasticamente la propria attività sportiva, diventata monopolio del nuovo regime. Gli impianti furono formalmente presi in affitto dal Partito Nazionale Fascista che nell'attuale stadio Amsicora, rinominato Campo DUX, organizzava le attività sportive della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) e dei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti). Alla Società Ginnastica Amsicora, sopravvissuta agonisticamente solo con la ginnastica, rimase in uso solo uno spazio appositamente attrezzato sotto la tribuna (l'attuale Palestra Costa). Nel 1941 venne organizzato il primo campionato sardo assoluto di pallacanestro maschile e femminile. Nel 1942 Mussolini assistette al saggio della Gioventù Italiana del Littorio. Alla fine della seconda guerra mondiale la S.G. Amsicora riuscì ad ottenere dagli alleati anglo-americani, che ne avevano fatto un deposito per automezzi, la restituzione dello stadio Amsicora dimostrando, carte alla mano, che la proprietà era rimasta costante durante il ventennio e che il Partito Nazionale Fascista ne aveva usufruito solo a titolo di affitto. Dal 1951 il campo in terra battuta venne utilizzato dal Cagliari Calcio per disputare le proprie partite interne. Nel 1964 il campo fu concesso in uso al Cagliari Calcio, tramite una convenzione con l'Amministrazione Comunale di Cagliari, e venne posato il manto erboso, condizione indispensabile per poter partecipare al Campionato Nazionale di Serie A di calcio. Il record di spettatori si registrò nella gara di campionato contro l'Inter nella stagione 1964-65, gara a cui assistettero 33964 persone. In esso la squadra del Cagliari vinse lo scudetto 1969-1970 e nel settembre dello stesso anno si trasferì allo stadio Sant'Elia. Negli anni '70 viene costruita la Palestra Cottiglia. Successivamente il Comune di Cagliari espropriò una striscia dello stadio, che si estendeva fino al canale di Terramaini e sulla quale sorgevano spogliatoi, le tribune della curva est e una parte della pista di atletica, per far luogo ad una tratta dell'Asse Mediano di scorrimento. In questi anni riparte la rinascita dell'impianto con il completo ripristino delle strutture, la costruzione del campo da tennis in cemento (poi trasformato nel primo campo di calcetto) e di una pista di allenamento per l'atletica. Nella stagione 1988-1989 l'Amsicora ospitò nuovamente le partite casalinghe di Serie C1 in quanto il Sant'Elia venne chiuso per la ristrutturazione in vista dei Mondiali di Calcio Italia '90. Nel decennio successivo si ebbe un enorme sviluppo e modernizzazione di tutto l'impianto nel quale, grazie ai contributi speciali erogati dalla Federazione Italiana Hockey, venne realizzato nel 1994 il nuovo campo in erba sintetica e la pista di atletica leggera oltre il secondo campo di calcetto. Nel 2000 la S.G Amsicora concede in comodato l'area sottostante alla vecchia tribuna distinti, che con una radicale ristrutturazione viene trasformata in palestra per il fitness e gestita dalla Tribune Amsicora Stadium. Nel 2008 è stato rinnovato il manto di erba sintetica del campo centrale e del campo di calcetto, sono stati conclusi i rifacimenti della pista di atletica e degli spogliatoi, nonché delle strutture accessorie quali la foresteria e le aree verdi. Nel 2010 la Società Ginnastica Amsicora ha ripresentato un progetto di ristrutturazione che prevede la costruzione di palazzetto dello sport, albergo, area congressi, due piani di parcheggio sotterraneo, piscina olimpionica e centro medico. L'archivio testimonia l'attività della Società Amsicora a partire dal 1898 fino a tutto il Novecento ed è interessante per ricostruire la storia della Società e le vicende non solo sportive ma anche sociali, economiche e urbanistiche della città di Cagliari. Al fine di preservare la documentazione di indubbio valore storico, nel 2010 è stato avviato il progetto di digitalizzazione del patrimonio documentario (verbali del consiglio direttivo, diplomi e benemerenze, foto, pubblicazioni, atti sciolti), consultabile on line. L'archivio è stato dichiarato "di interesse storico particolarmente importante" dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna il 19 ottobre 2010. Lo stadio Amsicora è stato sede di un incontro della nazionale di calcio dell'Italia, valido per le qualificazioni al campionato d'Europa 1968 e disputato il 23 dicembre 1967 contro la Svizzera, terminato con il punteggio di 4-0 in favore degli Azzurri. (FR) Giorgio Ponticelli e Sylvia Righini Ponticelli, La tradition tauromachique en Italie, du XIIe siècle à nos jours, Union des bibliophiles taurins de France, 24 aprile 1197, ISBN 978-2909521121. Angelo Aru, Amsicora 2000 - Cento anni di sport, a cura di Giorgio Aru, collana Collana Sportiva, GIA, 1999. Angelo Carrus, Lo sport in Sardegna tra cronaca e leggenda, Quartu Sant'Elena, Edizioni Prestampa, 1991. Wikiquote contiene citazioni sullo stadio Amsicora Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo stadio Amsicora Duilio Loi vs Fortunato Manca all'Amsicora di Cagliari 19/07/1962, su sardegnadigitallibrary.it. Amsicora, un albergo per tornare in A - Progetto per ristrutturare lo stadio, su unionesarda.it. URL consultato il 26 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014). Archivio Digitale on line della Società Ginnastica Amsicora, su microsyst.it. URL consultato il 26 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Tribune Amsicora Stadium, su centrosportivotribune.it. Avanguardisti eseguono il loro saggio tenendo in alto i moschetti; sotto il palco una grande scritta "Viva il Duce fondatore dell'impero", su senato.archivioluce.it. Mussolini applaude mentre assiste al saggio della GIL, su senato.archivioluce.it. Mussolini sorride al fotografo, su senato.archivioluce.it. Giovani italiane eseguono il loro saggio ginnico davanti al palco delle autorità; sotto la tribuna suona una banda di avanguardisti; sugli spalti ragazzi della G.I.L. sono disposti in modo da formare la parola "Vinceremo", su senato.archivioluce.it.

Teatro Alfieri (Cagliari)

Il teatro Alfieri è stato un teatro di Cagliari situato in via della Pineta. Aperto negli anni sessanta come cine-teatro, fu l'unica sala teatrale per la città negli anni ottanta, dopo la chiusura del teatro Massimo (nel 1982, poi riaperto nel 2009) e prima dell'apertura del teatro Lirico (1993). Nel 2010 ha chiuso i battenti ed è rimasto sfitto in attesa di una riconversione mai avvenuta, per essere poi demolito a giugno 2020. Durante la seconda guerra mondiale vennero distrutti i due teatri più importanti di Cagliari: il Politeama Regina Margherita, per un incendio nel 1942, e il teatro Civico di Castello, dai bombardamenti del febbraio 1943. Nel 1947 venne inaugurato il teatro Massimo, ma con l'espansione di Cagliari una sola sala teatrale non bastava, ed anche quelle cinematografiche non servivano tutti i nuovi quartieri. Nel 1961, per iniziativa dell'imprenditore Umberto Cossu, venne così inaugurato il cine-teatro Alfieri, in una zona in piena espansione, in prossimità dello stadio Amsicora e al Quartiere Fieristico. Nei primi anni di attività funzionante anche come teatro, svolse prevalentemente la funzione di cinema dal 1965 fino al 1982, anno di chiusura del Massimo. Con la chiusura del Massimo per l'Alfieri cominciò una grande stagione teatrale, che è continuata sino al febbraio 2009, con la riapertura del teatro Massimo. Nel frattempo, con l'apertura dei multisala, l'Alfieri decise di non proiettare più film, se non in particolari circostanze. Nel 2010 chiuse a causa della crescente egemonia dei multisala in periferia rispetto alle sale singole e dei teatri nel centro storico della città. In progetto ci fu la conversione dell'edificio in locali residenziali e commerciali ma rimase chiuso e nella sua originale conformazione fino a giugno 2020 quando la struttura fu demolita. La decorazione del Foyer, affidata a Dino Fantini, si caratterizzava per dei bassorilievi nel soffitto e da un grande pannello ad olio dedicato al carnevale italiano. AA.VV. Almanacco di Cagliari 2010, Cagliari, 2010 Cagliari

Arena grandi eventi
Arena grandi eventi

L'arena grandi eventi è un edificio di Cagliari costruito per sopperire alla mancanza del non più utilizzabile Anfiteatro romano di Cagliari, riportato allo stato di sito archeologico. L'Arena prende il nome dall'omonimo quartiere di Cagliari in cui si trova. Nasce come rimpiazzo all'Anfiteatro Romano di Cagliari non più utilizzabile, ma in realtà fa parte di un insieme di progetti finalizzati a riqualificare l'intero quartiere. A maggio 2012 iniziano i lavori interamente finanziati da fondi per le grandi opere stanziati già nel 1999 ma mai utilizzati. Il costo sostenuto si aggira sui 600 000 €. I lavori hanno previsto il rifacimento dell'illuminazione pubblica nei parcheggi e l'installazione delle tribune in tubi Innocenti. Per rendere gli spettacoli ben visibili anche dalla platea (sia con le sedie che in piedi) il pavimento è stato costruito inclinato verso il palco per permettere anche alle persone sedute dietro di vedere bene. L'Arena è stata inaugurata con il concerto il 13 luglio dei Killing Joke. A seconda delle serate e dei biglietti venduti la platea è munita di sedie. La struttura è caduta in uno stato di degrado e abbandono e non viene più utilizzata dal 2016. In futuro, per rendere utilizzabile l'arena anche nel periodo invernale è prevista l'installazione di una copertura per gli spettatori e il palco. Sito ufficiale, su comune.cagliari.it. https://web.archive.org/web/20120901175117/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/282648 http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=25476 https://web.archive.org/web/20120904173712/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/282948 https://web.archive.org/web/20120825205240/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/280235 https://web.archive.org/web/20120903231735/http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/286698

Nuovo Borgo Sant'Elia
Nuovo Borgo Sant'Elia

Nuovo Borgo Sant'Elia è un quartiere di Cagliari di 4 749 abitanti. Confina con La Palma a nord-est e il Quartiere del Sole a sud-ovest, separati dal viale Poetto, e con Borgo Sant'Elia tramite l'omonima via. È delimitato a nord dal canale di San Bartolomeo e a ovest si affaccia sul mare. Un tempo era tagliato in due dal canale dei Pescatori del quale oggi rimane soltanto il piccolo porto, era poi ricco di paludi salmastre scomparse dopo la bonifica del suolo effettuata contestualmente all'urbanizzazione, all'inizio degli anni 1970. Sulla terra sottratta al mare che prese il posto del canale dei pescatori venne edificato il complesso del Favero, ispirato al brutalismo delle Unité d'Habitation di Le Corbusier. I lavori, finanziati dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 assieme alle vele di Scampia e ai quartieri ZEN di Palermo e Romanina di Roma, iniziarono nel 1975 e si conclusero nel 1978 con la consegna dell'opera all'Istituto Autonomo Case Popolari, che assegnò un anno dopo i 1 256 alloggi. Il quartiere vede poi la costruzione dell'Asse Mediano di Scorrimento ad isolarlo ulteriormente dalla città, già scollegata al quartiere per via dell'assenza di una viabilità adeguata. Il Nuovo Borgo Sant'Elia si espande con la costruzione di tre nuovi complessi tra gli anni 1980 e gli anni 1990: Le Lame, Le Torri e Gli Anelli. La popolazione cresce di 6 000 abitanti ed è in questo periodo che ha origine la stigmatizzazione del quartiere diventando teatro di criminalità tra furti e occupazione di terreni o edifici, roghi di autovetture, aggressioni e traffico di droga. Negli anni 2010 viene avviata una riqualificazione del quartiere nel tentativo di porre un freno al degrado, iniziata nel 2012 con la costruzione dell'arena grandi eventi. Nel quartiere sarebbe dovuto sorgere anche un museo di arte nuragica e contemporanea, il Betile, voluto dall'ex Governatore della Sardegna Renato Soru ma ostacolato dall'ex Sindaco di Cagliari Emilio Floris e dal vecchio presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci. Nel 2014 è stato ristrutturato il lungomare, inaugurato dal sindaco Massimo Zedda, mentre dal 2022 un nuovo ponte pedonale collega lo stesso con il padiglione del Sale. Tra le iniziative promosse dal comune vi sono i festival dedicati all'arte di strada (i quali dotato il quartiere di diversi murale ad opera di artisti come Ericailcane) e i progetti di ecosostenibilità, come i plogging organizzati in collaborazione con Marevivo. A distanza di 40 anni il complesso del Favero si presenta in precarie condizioni igienico-sanitarie tanto da indurre l'amministrazione comunale a valutarne la demolizione, scatenando l'opposizione dei residenti. Mercato civico Sant'Elia: inaugurato il 14 dicembre 1997 per compensare la chiusura dei mercati di via Pola, Santa Teresa e La Palma. Edificato a est dello stadio per una superficie complessiva di 1 700 metri quadrati, è composto da due piani e ospità più di 30 concessionari tra cui un'edicola e un bar. Stadio Sant'Elia: impianto sportivo polivalente costruito dopo la vittoria dello scudetto della Serie A 1969-1970 da parte del Cagliari Calcio, ha ospitato alcune partite dal campionato mondiale di calcio 1990. Unipol Domus: stadio inaugurato nel 2017 contestualmente alla dismissione del precedente impianto e sorto a fianco allo stesso. Parco degli Anelli: inaugurato nel 2019 e progettato da João Ferreira Nunes, si estende per 15 ha. Sorge dal recupero di una zona di degrado urbano nella quale sono stati piantati 500 nuovi alberi, i quali vengono innafiati con acque reflue trattate. È posizionato a sud dell'arena grandi eventi e al suo interno sono presenti piste ciclabili e tappeti erbosi, questi ultimi per un'estensione di circa 27 000 m². La sua flora è composta prevalentemente da Pinus halepensis, Chamaerops humilis, Olea europaea e specie botaniche spontanee della macchia mediterranea. Il parco permette poi di accedere all'ipogeo adiacente al Lazzaretto di Cagliari, utilizzato come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Dotato di due ingressi, è lungo 50 m e poteva ospitare fino a 480 persone. Gli studi speleologici effettuati hanno rivelato l'antichità del cunicolo suggerendo possa essere stato utilizzato come rifugio già durante la spedizione francese in Sardegna. Parco Jovanotti: intitolato al cantautore toscano che nel 2008 donò diversi alberi alla città, è stato inaugurato il 29 marzo 2021 dal primo cittadino Paolo Truzzu. Nasce dalla riqualificazione di una zona distrutta da un incendio boschivo divenuta poi una discarica, è formata da un parco giochi e un campo da pallacanestro in un'area di 3 000 m² dotata di illuminazione pubblica con lampade a LED. Fa registrare il maggior numero di cittadini in avvicinamento all'età per il pensionamento di vecchiaia in rapporto a coloro che si affacciano nel mondo del lavoro con un ricambio di oltre il 10%, presentando di conseguenza un alto indice di dipendenza. Quest'ultimo è accentuato dall'età media piuttosto bassa dovuto all'alto tasso di fecondità totale, rendendo parecchio basso l'indice di vecchiaia. I nuclei familiari sono i più numerosi della città, con una media di quasi 2 componenti e mezzo, è poi qui che si registra la più importante presenza di coniugati in rapporto ai celibi, questi ultimi spesso stigmatizzati dagli stessi residenti. L'indice di mascolinità è basso, i cittadini giovani sono prevalentemente uomini mentre quelli anziani sono principalmente donne. La fascia di età scolare universitaria — tra i 19 e i 25 anni — è stata la più rappresentata della città per un decennio, nonostante si riscontri una forte dispersione scolastica, nonché un'importante tasso di disoccupazione. Abitanti censiti Negli ultimi due decenni risulta essere il quartiere che più si è spopolato con una flessione in negativo di quasi il 30%. Il quartiere fa registrare il minor numero di immigrati residenti della città, i pochi presenti sono kirghisi e indiani, prevalentemente di età avanzata. L'Asse Mediano di Scorrimento, ostacolo fisico che lo separa dalla città, ne segna anche il confine nord del quartiere. Allo stesso si ricongiungono le vie intitolate a Salvatore Ferrara ed Emanuele Pessagno, a doppia carreggiata e parte di un più ampio progetto di collegamento dello stadio. Le più importanti strade urbane del quartiere sono via Piero Schiavazzi e via Samuele Utzeri, che circondano il complesso del Favero. Il trasporto pubblico locale serve la zona tramite gli autobus del CTM, in servizio sulla linea 6 avente capolinea in via Piero Schiavazzi. Quartieri di Cagliari Borgo Sant'Elia Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nuovo Borgo Sant'Elia

Bonaria (Cagliari)
Bonaria (Cagliari)

Bonaria è un quartiere di Cagliari di 8 347 abitanti. L'area dell'attuale quartiere di Bonaria era abitato già da prima dei Punici; i Cartaginesi nel colle omonimo costruirono una necropoli, utilizzata anche dai romani e più tardi usata come cava. Nel medioevo alla base del colle sorse la chiesa di San Bardilio, in stile romanico pisano. Sulla cima del colle, nel 1324, gli aragonesi costruirono una cittadella fortificata, dove si installarono per assediare Castel di Castro. La cappella del castello aragonese divenne successivamente santuario mariano, dove è tuttora custodita la statua della Madonna di Bonaria. La cittadella fortificata fu per due anni dal 19 giugno 1324 al 10 giugno 1326 la prima capitale del Regno di Sardegna. Oggi il quartiere è densamente popolato e, oltre ad alcune pregevoli villette, si trovano numerosi alberghi e palazzi. Il nome "Bonaria" è il termine italianizzato derivante dal catalano bon aire (aria buona), con cui gli aragonesi ribattezzarono il colle dove fondarono la loro colonia nel XIV secolo. Questo nome successivamente si legò alla statua della Vergine, rinvenuta nel 1370 e custodita nell'antica cappella del castello, dal 1335 sede del convento dei frati Mercedari. Nel 1536, il conquistador Pedro de Mendoza chiamò la città da lui fondata in America del sud "Ciudad del Espíritu Santo y Puerto Santa María del Buen Ayre", per sciogliere un voto fatto alla Madonna di Bonaria, considerata dagli spagnoli patrona dei naviganti (si tratta di quella che oggi è la città di Buenos Aires, capitale della Repubblica Argentina). Santuario e basilica di Bonaria, complesso religioso edificato tra il 1324 e il XX secolo. Convento dei Mercedari e museo di Bonaria. Cimitero monumentale di Bonaria, camposanto ottocentesco con pregevoli esempi di arte funeraria. Parco del colle di Bonaria, area verde dove si trovano alcune grotte dell'antica necropoli punico - romana e da cui si gode di vedute panoramiche sulla città. Abitanti censiti Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul quartiere di Bonaria

La Palma (Cagliari)
La Palma (Cagliari)

La Palma è un quartiere di Cagliari di 1 206 abitanti. È un quartiere di piccola estensione, delimitato dalle grandi via Tramontana e viale Poetto e dalle saline di Molentargius. La via interna principale, via Favonio, termina nel vicino Quartiere del Sole. Qui si trova la vecchia Chiesetta delle saline e la nuova chiesa del SS. Nome di Maria, sorta agli inizi degli anni ottanta. Nel quartiere si trova anche la sede della circoscrizione numero 5 che comprende altri sette quartieri della città. Sorgono inoltre una scuola elementare e una materna, delle società sportive di basket e calcio, e vengono proposte diverse opportunità di aggregazione giovanile grazie al gruppo scout che vi opera. Il quartiere è provvisto da un servizio di biblioteca garantito dal Bibliobus del Sistema Bibliotecario Comunale che vi sosta il venerdì mattina. Confina con i quartieri Poetto, San Bartolomeo ed è sita accanto al Quartiere del Sole. Il quartiere è predominato da quella che una volta era edilizia agevolata, ma a differenza di altri quartieri della città qui si sono costruiti palazzi di circa tre/quattro piani e non sono rare le abitazioni con giardino. Negli anni settanta il quartiere ha conosciuto un periodo di difficoltà, diventando crocevia di spaccio di stupefacenti, periodo fortunatamente terminato negli anni 80 e oggi La Palma è uno dei quartieri residenziali più vivibili della città grazie alla presenza di spazi verdi e aree pubbliche. Si deve riconoscere, indipendentemente dalle idee religiose, l'importante funzione di aggregazione della locale parrocchia che in particolare negli anni 90 è stata molto attiva nel coinvolgere i ragazzi in numerose attività sociali. Sotto una nuova direzione, le attività sono riprese all'interno dell'oratorio del quartiere, coinvolgendo anche l'ampio gruppo scout della parrocchia. Nella stagione calcistica 1989/1990 la squadra di calcio del quartiere, il La Palma Calcio, è stata la seconda squadra della città di Cagliari a disputare un campionato professionistico, partecipando al campionato di Serie C2. Abitanti censiti Gianni Loddo, Guida all'architettura contemporanea di Cagliari, 1945-1995, Coedisar, 1996, ISBN 9788885966178. Quartieri di Cagliari Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su La Palma

Santuario di Nostra Signora di Bonaria
Santuario di Nostra Signora di Bonaria

Il santuario di Nostra Signora di Bonaria è un complesso religioso della città di Cagliari situato in cima al colle omonimo. È uno degli edifici mariani più importanti della Sardegna ed è costituito: dal santuario in stile gotico-catalano risalente alla prima metà del XIV secolo; qui è custodito il simulacro di "Nostra Signora di Bonaria" (o "Madonna di Bonaria"), titolo dato alla Madonna, come patrona massima della Sardegna e di Cagliari, protettrice dei naviganti. dalla basilica risalente al XVIII secolo, in stile neoclassico, elevata a basilica minore da Pio XI nel 1926. dal cimitero-parco monumentale omonimo. dal convento omonimo gestito dall'Ordine dei padri mercedari, che altresì officiano, come sede parrocchiale, le funzioni religiose. Nel chiostro, è presente anche il Museo di Bonaria. Il santuario è la parte più antica del complesso e fu il primo esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna. Nel 1324, durante l'assedio di Castel di Castro, l'infante Alfonso fece costruire su questo colle, detto in catalano di Bon Aire ovvero "buona aria", una cittadella fortificata. Nel 1326 Pisa abbandonò per sempre la Sardegna e, nel 1335, il re donò l'area di Bonaria ai frati dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, all'epoca nel suo massimo splendore, i quali vi fecero costruire un convento con annessa la chiesetta, di stile catalano-aragonese. La costruzione della basilica, che affianca il santuario, risale al 1704, quando i frati mercedari decisero di edificare una chiesa più grande in onore della Vergine di Bonaria. La chiesa, costruita su progetto dell'architetto piemontese Antonio Felice De Vincenti, era stata progettata in origine in stile barocco; i lavori subirono però delle interruzioni, e verso la fine del XVIII secolo vennero affidati all'architetto Giuseppe Viana, che rielaborò il progetto in stile neoclassico. Nel corso dell'Ottocento i lavori subirono ancora diversi rallentamenti. Il 24 aprile 1885 l'arcivescovo di Cagliari Paolo Maria Serci Serra riconsacrò il santuario dopo che erano stati effettuati dei lavori; una grande lapide, fu posta a ricordo del duplice avvenimento. L'edificio venne però terminato solo nel 1926, anno in cui il papa Pio XI gli conferì il titolo di basilica minore. Durante la seconda guerra mondiale l'edificio subì gravi danni dovuti ai bombardamenti; venne ristrutturato tra il 1947 e il 1960 e poi di nuovo nel 1998. Il santuario di Bonaria è stato visitato il 24 aprile 1970 da papa Paolo VI, da papa Giovanni Paolo II il 20 ottobre 1985, da papa Benedetto XVI il 7 settembre 2008 durante la sua visita a Cagliari e da papa Francesco il 22 settembre 2013, per sottolineare il legame tra le città di Cagliari e Buenos Aires, dato che proprio da questo santuario la capitale dell'Argentina prende il nome. Il santuario trecentesco venne ampiamente rimaneggiato negli anni cinquanta del XX secolo, allo scopo di riportarlo alla forma originaria. La facciata, allineata a quella della basilica, è molto semplice, a capanna. Per accedere alla chiesa si entra dal portale, in stile gotico, che fu recuperato dalla medievale chiesa di San Francesco in Stampace, che fu demolita nel XIX secolo. L'interno, sempre in stile gotico-catalano, è a navata unica con volta ogivale. Sul lato sinistro si aprono tre cappelle, anch'esse in stile gotico, voltate a crociera, mentre sul lato destro si trova l'arco che unisce il santuario alla basilica (le quattro cappelle che si aprivano su questo lato furono demolite in seguito ai lavori di costruzione della basilica). In fondo all'aula, sopraelevato rispetto al pavimento, si trova il presbiterio che termina con l'abside poligonale dov'è l'altare maggiore; questo è il cuore del santuario, perché sull'altare è intronizzata l'imponente statua lignea trecentesca della Madonna col Bambino, detta Nostra Signora di Bonaria, meta della devozione dei fedeli che, per venerarla, salgono le scalette ai due lati dell'altare, trovandosi così all'altezza dei piedi della statua. Alla base della balaustra, ai lati della scala d'accesso al presbiterio, vi sono le tombe di Domenico Alberto Azuni (sinistra) e quella del servo di Dio fra' Antonino Pisano (destra), frate mercedario di Cagliari, morto nel 1927. In tribuna è ubicato un organo (1886), costruito da Carlo Aletti di Monza. Nel corso dei secoli, al santuario di Bonaria sono stati donati numerosi oggetti ex voto che anticamente venivano appesi nelle pareti laterali. Tra questi una piccola statua raffigurante una navicella di avorio, lunga circa 30 cm che si trova nell'architrave immediatamente prima dell'abside dove è collocata la statua della Vergine. Tale oggetto è uno dei più antichi che il santuario possa vantare. Secondo la leggenda, la navicella fu donata nel XV secolo da una tra i tanti pellegrini che si recavano al santuario per venerare la statua. La pellegrina, del quale non si conosce l'identità, inizialmente, aveva pensato di destinare l'ex voto alla Terra santa ma, rimasta colpita dalla storia del santuario, decise di donare la navicella alla Madonna di Bonaria. Questa fu appesa con una cordicella, sospesa sopra l'abside, e fin da subito fu meta di pellegrinaggio dei pescatori della zona, ed ivi è rimasta: si dice infatti che quest'oggetto indichi la direzione delle correnti che spirano nel Golfo di Cagliari. Per questo motivo i pescatori cagliaritani, prima di avventurarsi nel mare aperto, si recavano al santuario per chiedere informazioni e la navicella si spostava e con la prua indicava la direzione del vento. La facciata della basilica si presenta in un semplice stile neoclassico, risalente al periodo 1704-1730, e costruita sempre grazie al contributo dell'Ordine Mercedario. È composta da pietre bianche in calcare con un ampio porticato, sopra il quale, in corrispondenza della navata centrale, vi è un timpano che racchiude lo stemma dell'Ordine della Mercede e, più in basso, sovrastata da un altro timpano e inquadrata da colonnine classicheggianti, si apre la loggia delle benedizioni. La facciata fu ristrutturata intorno al 1958, ad opera dell'architetto perugino Gina Baldracchini. Nell'atrio d'ingresso, sulla sinistra, si trova una scultura del milanese Enrico Manfrini raffigurante il papa Paolo VI, che visitò il santuario di Bonaria nel 1970. I portali laterali in bronzo, risalenti al periodo di ristrutturazione del 1985-1990, raffigurano figure alate che sorreggono lo stemma di Cagliari e vennero realizzate dallo scultore Ernesto Lamagna. Il portone principale invece, è stato restaurato con nuove 24 formelle di Stefania Ariu nel 2016, in occasione del centenario dell'Ordine mercedario (2018). Sul sagrato, sono altresì presenti due sculture di Franco D'Aspro. Per giungere fino in cima al complesso, negli anni 30 del XX secolo il Comune di Cagliari intese costruire una gradinata in cemento, granito e calcare a partire dal sottostante viale Armando Diaz. Tuttavia i lavori furono rimandati a causa della seconda guerra mondiale, per cui la scalinata fu costruita tra il 1962 e il 1967, ad opera degli architetti Adriano e Lucio Cambellotti (figli di Duilio Cambellotti). Il vasto e luminoso interno ha pianta a croce latina, diviso in tre navate, con ampio transetto sovrastato da un'alta cupola (50 metri) ottagonale. Le navate sono separate da quattro arcate, poggianti su colonne binate in calcare bianco. La navata centrale, lunga 54 metri, ha una copertura a volta a botte, mentre quelle laterali sono coperte rispettivamente da quattro cupolette. L'altare maggiore è sormontato da un baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo verde decorato da figure di angeli in rame dorato, così come i capitelli e le arcate. Di fronte al presbiterio, all'altezza dell'ultima coppia di colonne a destra si trova una riproduzione della statua della Madonna di Bonaria. Nelle navate laterali si aprono le cappelle, quattro a destra e tre sulla sinistra, in cui si trovano grandi tele raffiguranti la Madonna, risalenti agli anni cinquanta del XX secolo. Le tele raffiguranti Maria Ausiliatrice (prima cappella a destra), l'Assunta (seconda cappella a destra), la Madonna di Fátima (quarta cappella a destra), la Madonna del Rosario (prima cappella a sinistra), la Vergine Immacolata (terza cappella a sinistra) sono opera di Antonio Mura. Nella terza cappella della navata destra, si trova il dipinto della Sacra Famiglia di Giuseppe Aprea, mentre la seconda cappella della navata sinistra racchiude la tela raffigurante la Madonna della Mercede, opera di Gina Baldracchini risalente al 1961. Il transetto custodisce la statua della Madonna del Combattente, opera di Francesco Ciusa, realizzata tra il 1936 e il 1938. Sempre nel transetto si aprono due cappelle nei rispettivi bracci, in quello destro la cappella della Madonna della Vittoria o dei Caduti, edificata nel 1930 per desiderio delle madri dei caduti in guerra, ornata da un altare marmoreo in stile barocco con un bassorilievo raffigurante La Pietà, nel braccio sinistro la cappella del Santissimo Sacramento, in cui si trova un'altra tela di Antonio Mura, raffigurante la Cena in Emmaus. Nel transetto della chiesa, su due cantorie, si trova l'organo a canne Tamburini opus 438, costruito nel 1961. Lo strumento, a trasmissione elettrica, ha tre tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 32. Nel chiostro del convento si trova il Museo del santuario, che conserva testimonianze archeologiche, modellini navali, arredi sacri ed ex voto. Dopo i restauri degli anni cinquanta, l'edificio del santuario fu riportato alle sue linee architettoniche originali, cioè al più puro stile gotico-catalano; fu quindi necessario rimuovere tutte le sovrapposizioni precedenti. Anche gli ex-voto che vi si conservavano furono tutti rimossi e sistemati alla meglio in alcuni locali, in attesa di una sistemazione definitiva. Nel 1968, il rettore padre Pasquale Pasquariello creò un piccolo museo, destinato a conservare e preservare dalla distruzione gli ex-voto; tale museo fu inaugurato nel luglio 1968, in occasione della sagra estiva di Bonaria. Secondo la leggenda, il 25 marzo 1370 una nave partita dalla Catalogna fu sorpresa da una tempesta. I marinai decisero allora di gettare in mare tutto il carico, tra cui una pesante cassa. Appena la cassa venne gettata in mare, la tempesta si placò. La cassa approdò quindi a Cagliari, proprio sotto il colle di Bonaria; i frati del convento, apertala, vi trovarono una statua in legno di carrubo della Vergine Maria che tiene con una mano in braccio il Bambino Gesù e nell'altra ha una candela accesa Santa Maria della Candelora. La devozione alla statua miracolosa si diffuse immediatamente in tutta la Sardegna, specie tra i marinai che la invocano come protettrice. Narra infatti sempre la leggenda che la navicella d'avorio, offerta in ringraziamento alla Vergine da una devota, che era stata appesa davanti alla statua con una corda di canapa, avesse iniziato a muoversi segnando i venti che spiravano fuori dal golfo di Cagliari e che i marinai, prima di prendere il mare, si recassero sempre nel santuario. I conquistadores spagnoli diedero per devozione il suo nome alla capitale dell'Argentina, Buenos Aires. Il 13 settembre 1907 papa Pio X proclamò la Madonna di Bonaria patrona massima della Sardegna. Cento anni dopo, nel 2007, si è celebrato il centenario di tale proclamazione, conclusosi il 7 settembre 2008 con la solenne celebrazione presieduta da papa Benedetto XVI, giunto in visita pastorale a Cagliari (l'annuncio ufficiale dell'evento è stato dato alla Sardegna intera dall'arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani nella messa della Natività nel duomo, il 25 dicembre 2007). La visita a Cagliari è stato il terzo e ultimo viaggio apostolico in Italia per il 2008, dopo la Liguria e la Puglia. Il 22 settembre 2013 papa Francesco ha visitato il santuario della Madonna di Bonaria per la sua prima visita pastorale. La festa di Nostra Signora di Bonaria viene celebrata il 24 aprile. Chiese di Cagliari Buenos Aires Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne del santuario di Nostra Signora di Bonaria Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul santuario di Nostra Signora di Bonaria Il sito del santuario, su nsdibonaria.it. URL consultato il 24 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2009). Sito dedicato a Nostra Signora di Bonaria, su spazioinwind.libero.it. Storia della statua della Madonna di Bonaria, su capoterraweb.it. URL consultato il 24 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2006). L'organo a canne (PDF), su organaccademy.altervista.org. URL consultato il 26 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).