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Parco delle Rimembranze (Cagliari)

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Parco Rimembranze (CA)
Parco Rimembranze (CA)

Il parco delle Rimembranze di Cagliari si trova in via Sidney Sonnino nei pressi della piazza Antonio Gramsci. Il parco è dedicato ai caduti della prima guerra mondiale e fu realizzato sulla scia dei viali della Rimembranza che sorsero in Italia a partire dal 1923. Venne realizzato nel 1935 su progetto dell'aiutante architetto Ubaldo Badas. Il monumento è di gusto sobrio ed costituito da due fasci in trachite e pietra di Serrenti sui quali sono riportate le date delle più importanti battaglie della grande guerra. Tra i due fasci è racchiusa l'esedra sulla cui struttura sono riportati i nomi dei caduti. Cagliari Viale della Rimembranza Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul parco delle Rimembranze Cagliari, Parco delle Rimembranze, su sardegnacultura.it. URL consultato il 7 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2023). Parco delle Rimembranze, su Monumenti aperti. URL consultato il 4 settembre 2023.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Parco delle Rimembranze (Cagliari) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Parco delle Rimembranze (Cagliari)
Ruga/Via San Lucifero, Cagliari Bonaria

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Indirizzo

Ruga/Via San Lucifero
09125 Cagliari, Bonaria
Sardegna, Italia
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Parco Rimembranze (CA)
Parco Rimembranze (CA)
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Luoghi vicini

Chiesa di San Lucifero
Chiesa di San Lucifero

La chiesa di San Lucifero è un luogo di culto di Cagliari, sede della parrocchia della Beata Vergine del Rimedio. Il tempio sorge in via San Lucifero, a breve distanza dalla basilica di San Saturnino, nel quartiere Villanova. L'area in cui sorgono la chiesa di San Lucifero e la basilica di San Saturnino venne utilizzata come necropoli in epoca paleocristiana. Nel primo quarto del XVII secolo quest'area fu oggetto di scavi, allo scopo di riportare alla luce le reliquie dei santi, particolarmente dei martiri, che si riteneva vi fossero sepolti. L'operazione si svolse in seguito alla disputa tra gli arcivescovi di Cagliari e Sassari, ciascuno dei quali rivendicava per sé il titolo di Primate di Sardegna e Corsica. Si pensò quindi di stabilire la maggior dignità e prestigio di una sede rispetto all'altra, misurandola secondo il numero di "corpi santi" (reliquie di martiri o presunte tali) che si sarebbe riusciti a rinvenire nelle antiche necropoli dei territori delle rispettive diocesi. A Cagliari, nell'area di San Saturnino, si portarono alla luce numerosi resti umani che, attribuiti a diversi santi martiri (a questo proposito è bene ricordare che la sigla B.M., presente nelle epigrafi funerarie delle tombe rinvenute, veniva sistematicamente interpretata come le iniziali di Beatus Martir, mentre Bonae Memoriae era un'altra interpretazione della sigla), vennero solennemente traslati nel santuario dei Martiri, la cripta appositamente scavata sotto il presbiterio del duomo di Cagliari. Tra le reliquie vi erano anche quelle attribuite a san Saturnino martire, patrono di Cagliari e quelle di san Lucifero. Queste ultime furono rinvenute nel 1623 in un sarcofago, all'interno di un antico sacello, che oggi, insieme ad altri due ambienti ipogeici, costituisce la cripta dell'attuale chiesa dedicata al santo vescovo. Le due iscrizioni ritrovate insieme al sarcofago, Hic iacet BM Lucif Crus Arcepis Callaritanus Primarius Sardine et Corice.ca fl s r me eclesiae que vixit.annis LXXXI.K.Die XX Mai e A. Llucifer Epp (custodite anch'esse nel Santuario dei Martiri), sembrarono non lasciare dubbi sull'identità del personaggio sepolto nel sacello. La chiesa di San Lucifero venne eretta tra il 1646 e il 1682, a spese della Municipalità di Cagliari, sopra quello che si ritenne essere il luogo di sepoltura del santo, in zona all'epoca campestre. L'edificio si ispira alla cattedrale della città, per quanto riguarda la pianta, a croce latina, l'alta cupola e il presbiterio sopraelevato, sotto il quale si trova la cripta. Lo stile impiegato nella costruzione fu il tardo manierismo. Tra il 1693 e il 1767, la chiesa con l'annesso convento e collegio erano retti dai frati domenicani. Successivamente il complesso passò ai trinitari, provenienti dalla loro antica sede, la chiesa di San Bardilio, che rimasero a San Lucifero sino al 1803. Nel 1826 Carlo Felice volle che il complesso fosse adibito a ospizio dei poveri, successivamente trasformato in orfanotrofio. Tuttavia, nel 1861 la chiesa e il convento, abbandonati, si presentano agli occhi di Giovanni Spano in stato di degrado. Nel 1891, l'arcivescovo Francesco Gregorio Barchialla, vista l'estensione del quartiere Villanova, eresse la chiesa di San Lucifero a parrocchia succursale della collegiata di San Giacomo. L'ospizio invece, dal 1907, divenne sede della regia scuola industriale, che esiste ancora col nome di "istituto tecnico industriale". Nel 1924, l'arcivescovo Ernesto Maria Piovella eresse la parrocchia autonoma, intitolata alla Beata Vergine del Rimedio, con sede nella chiesa di San Lucifero. Il primo parroco fu don Mosè Farci, che resse la comunità fino al 1957. La chiesa di San Lucifero presenta la facciata, a coronamento orizzontale, divisa in due livelli per mezzo di una cornice, retta da due paraste angolari con capitelli ionici. Nel livello superiore si trovano un oculo e due aperture rettangolari, mentre nel livello inferiore si apre il portale, completato nel 1692, che si presenta incorniciato da due colonne di spoglio, di granito, sormontato da una cornice con volute curve ai lati. Al centro campeggia lo stemma della città. Posati sulle volute, ai lati dello stemma, sono le statue di due cani, simbolo dei domenicani, Domini canes, che officiarono il tempio per lungo tempo. L'interno presenta un'unica navata, scandita da paraste, con tre cappelle intercomunicanti per lato, transetto e abside rettangolare. L'imposta della volta a botte della navata e del transetto è percorsa da una trabeazione in stile classico, decorato a dentelli. Il presbiterio, costruito sopra la cripta, è sopraelevato e cinto da una singolare balaustra lignea, retta da due leoni dello stesso materiale, posti ai lati della scalinata centrale d'accesso. I gradini della stessa scalinata sono decorati da azulejos. La parete di fondo dell'abside è dominata dalle canne dell'organo, costruito dalla casa "Tamburini" di Crema nel 1961 (tre tastiere e 27 registri). Nel braccio destro del transetto è collocato l'imponente altare barocco in legno dorato, intitolato alla Madonna del Rimedio, patrona della parrocchia, dove è esposta una statua della Vergine, opera di Giuseppe Antonio Lonis. Nel transetto sinistro si trova la tomba di don Mosè Farci. La prima cappella laterale destra ospita, sotto la mensa dell'altare, una statua in marmo bianco, raffigurante san Lucifero giacente, rivestito dagli abiti pontificali, e una tela che raffigura lo stesso santo assiso in cattedra. Oltre a questo, la chiesa custodisce anche altri pregevoli dipinti, come Il martirio dei santi Lussorio, Cesello e Camerino e La Madonna col Bambino tra i santi Lucifero e Domenico e i cinque consiglieri della città, entrambi risalenti alla fine del XVII secolo, di autore anonimo e restaurati nel 2007. Francesca Segni Pulvirenti, Aldo Sari. Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale. Nuoro, Ilisso, 1994. ISBN 88-85098-31-2 Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Chiese di Cagliari Villanova (Cagliari) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Lucifero

Stazione di Cagliari (FCS)
Stazione di Cagliari (FCS)

La stazione di Cagliari delle Ferrovie Complementari della Sardegna, comunemente nota come stazione di Cagliari Viale Bonaria (dal nome della strada in cui era ubicata), era una stazione ferroviaria a servizio del comune di Cagliari, originario capolinea della ferrovia per Isili. Realizzata nel centro di Cagliari, fu una delle più importanti stazioni della rete a scartamento ridotto della Sardegna sino al momento della sua dismissione. La costruzione di questo impianto risale all'ultima parte dell'Ottocento, quando venne avviata la realizzazione della linea ferroviaria a scartamento ridotto che avrebbe collegato Cagliari con Isili, Sorgono e Arbatax. Il progetto della struttura fu firmato dall'ingegner Giuseppe Bonzanigo, che scelse di realizzare gli edifici in stile classico, con una caratteristica copertura metallica del piazzale binari. L'inaugurazione della stazione, sita nel quartiere di Bonaria tra l'omonimo viale e viale Diaz, avvenne il 15 febbraio 1888 insieme alla ferrovia Cagliari-Isili, di cui era il capolinea cagliaritano nonché la sede delle principali officine e di una delle rimesse dei rotabili. Gestore della stazione era all'epoca la Società per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, che si era occupata della costruzione della linea e di tutte le sue stazioni. Nel 1921 a questa società subentrarono le Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui passò la gestione della stazione. Immediatamente prima dell'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale la grande copertura metallica della stazione fu rimossa (come quelle della stazione FS di piazza Matteotti e di quella di Sassari) per ricavarne ferro e altri metalli necessari per la causa bellica. Negli anni del conflitto lo scalo lavorò a pieno ritmo per permettere a tanti cagliaritani di scappare in treno verso l'interno dell'isola, in particolare dopo i bombardamenti alleati del 1943. Tornata la pace e riparati i danni della guerra, si cominciò a discutere della possibilità di trasferire in un'altra zona di Cagliari il capolinea delle Complementari (il cui fabbricato viaggiatori aveva subito importanti lavori di restyling nel corso del secolo), in quanto il percorso ferroviario andava a interferire con la viabilità stradale in alcune zone importanti della città e si trovava in un'area interessata a possibili sviluppi urbanistici. Fu così che le FCS e le varie istituzioni giunsero alla decisione di spostare il capolinea della ferrovia dalla stazione di Viale Bonaria ad una nuova da realizzarsi in piazza Repubblica (a circa un chilometro di distanza) in quanto il Ministero dei trasporti pretendeva il mantenimento dello scalo in centro per evitare ricadute negative sul numero dei passeggeri della ferrovia. Del progetto faceva parte la costruzione di una nuova ferrovia Monserrato-San Paolo finalizzata a ripristinare il collegamento con la stazione FS che sarebbe venuto a mancare con la chiusura dello scalo di viale Bonaria (collegato allo scalo ferroviario di Cagliari Marittima, sito nel porto di Cagliari e raggiunto anche da un raccordo proveniente dalla stazione FS), ma che non fu mai completata. Gli impianti di manutenzione, i depositi e altri uffici furono invece spostati in periferia a poca distanza dalla SS 554 (realizzata in quegli anni) nell'allora frazione di Monserrato, anche in questo caso con la realizzazione di un nuovo impianto. I lavori furono completati sul finire degli anni sessanta e fu così che il 1º dicembre 1968 venne aperta la stazione di Cagliari-Monserrato (in seguito Monserrato), il nuovo impianto di Cagliari Piazza Repubblica divenne il capolinea delle FCS nel capoluogo sardo, mentre venivano chiusi al traffico i 1165 metri di linea che da quest'ultimo impianto permettevano di raggiungere, passando per la via Dante ed il viale Cimitero, lo scalo di viale Bonaria, il quale cessava così la sua attività dopo 80 anni. I binari di collegamento tra il vecchio e il nuovo capolinea vennero poi rimossi nella seconda metà degli anni ottanta. L'area ferroviaria di viale Bonaria era stata destinata dal piano regolatore cittadino del 1962 alla realizzazione di un centro direzionale: l'attuazione di ciò avvenne tra gli anni settanta e i novanta, con la completa demolizione degli edifici e delle infrastrutture ferroviarie e la costruzione di un complesso finanziario (palazzi del Banco di Sardegna e dell'allora Credito Industriale Sardo, edificio in quest'ultimo caso basato su un progetto di Renzo Piano). L'unica traccia rimasta del vecchio impianto è riscontrabile nella toponomastica: la via che fiancheggia il lato ovest di quella che era l'area ferroviaria dello scalo di viale Bonaria è denominata via Stazione Vecchia. La stazione di Viale Bonaria costituiva lo scalo di testa della dorsale meridionale delle SFSS e in seguito delle FCS. Il piazzale consisteva negli anni sessanta in un fascio di 4 binari, compreso tra il fabbricato viaggiatori (situato nella zona nord-ovest del complesso ferroviario, e accessibile dal viale Bonaria), ed un ulteriore fabbricato situato sul lato di viale Diaz. Tali edifici furono uniti sia prima che dopo la seconda guerra mondiale da grosse coperture metalliche. Il fabbricato viaggiatori era un edificio a due piani con pianta rettangolare, la cui facciata, alterata nel corso dei decenni rispetto alla configurazione originale, fu realizzata in stile classico e si caratterizzava per la presenza di un timpano con incastonato un orologio. Ulteriori fasci binari si trovavano ancora più a sud, ed erano utilizzati sia per la sosta dei rotabili che per il servizio merci (il cui magazzino si trovava infatti nell'area sud degli impianti). Alcuni di questi binari inoltre erano interconnessi con la rete tranviaria di Cagliari, consentendo ai convogli merci di raggiungere il porto di Cagliari sia per l'intermodalità navale che per i trasbordi di merci con le FS, che all'epoca avevano un raccordo tra la stazione di piazza Matteotti e il vicino scalo marittimo. Altri fabbricati erano presenti nell'area ferroviaria, tra cui le rimesse dei rotabili, situate nell'area est dello scalo, oltre la curva che immetteva in viale Cimitero. La direzione del movimento avveniva in loco da parte del locale Dirigente Movimento. Durante il periodo di attività, ma anche negli anni immediatamente successivi alla chiusura della stazione, nell'impianto era ospitata la direzione d'esercizio delle linee ferroviarie delle FCS nel sud Sardegna. La stazione era servita dai treni passeggeri espletati dalle SFSS ed in seguito dalle FCS diretti lungo la Cagliari-Isili e verso la linea per Arbatax. L'impianto era dotato di vari servizi all'utenza, tra cui una sala d'aspetto ed una biglietteria a sportello Biglietteria a sportello Sala d'attesa Servizi igienici Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0. Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Sassari, Chiarella, 1984. Francesco Ogliari, La sospirata rete - 4° volume, Milano, Cavallotti Editori, 1978. Cagliari Ferrovia Cagliari-Isili Stazione di Cagliari Piazza Repubblica Stazione di Monserrato Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Cagliari

Chiesa di San Giovanni (Cagliari)
Chiesa di San Giovanni (Cagliari)

La chiesa di San Giovanni Battista si trova a Cagliari, in via San Giovanni, nel cuore del quartiere Villanova. Il piccolo tempio è sede dell'"Arciconfraternita della Solitudine", attiva nell'organizzazione di alcuni tra i più suggestivi riti della Settimana Santa cittadina. La prima menzione della chiesa si trova in un documento risalente al 1550. Il fatto però che la via San Giovanni esistesse già nel 1415, rende presumibile che quest'ultima data rappresenti il termine ante quem di costruzione del tempio (da cui probabilmente prese nome l'omonima via). L'edificio venne restaurato tra il XVII e il XVIII secolo. Nel 1679 divenne oratorio dell'"Arciconfraternita della Vergine Santissima della Solitudine", fondata nel 1604 da papa Clemente VIII. La prima sede dell'arciconfraternita fu la chiesa di San Bardilio, proprietà dei Trinitari, alla cui opera (principalmente la liberazione degli schiavi) si univa quella dei membri dell'arciconfraternita (a ricordo di questo legame resta lo stemma dei Trinitari che ancora oggi caratterizza l'abito dei confratelli). Dal 1878 nella confraternita sono ammesse anche le donne. La facciata risale al XX secolo, è in stile neoromanico, con portale strombato, ad arco a tutto sesto, e la lunetta decorata con un affresco raffigurante Giovanni Battista bambino mentre gioca con un agnello (simbolo di Cristo). Il prospetto termina a capanna, con gli spioventi ornati da archetti pensili. L'interno, in stile barocco, è a pianta rettangolare mononavata, con tre cappelle per lato e presbiterio rialzato e chiuso da balaustra marmorea. Sopra l'ingresso, addossata alla controfacciata, si trova la cantoria, che ospita il pregevole organo costruito dal lombardo Giuseppe Lazzari nel 1757 recentemente restaurato. Le cappelle laterali ospitano diverse opere d'arte, tra cui i simulacri del Cristo crocefisso e della Madonna Addolorata. Il Crocefisso, chiamato dai cagliaritani Su Monumentu (il monumento) per la sua imponenza, è una bella scultura lignea seicentesca di fattura spagnola, che i confratelli e le consorelle portano in processione fino alla Cattedrale nel primo pomeriggio del Venerdì Santo. L'Arciconfraternita ebbe l'incarico di compiere questa processione dal governo spagnolo nel seicento. Antioco Piseddu, Le chiese di Cagliari, illustrazioni di Gianflorest Pani, Sestu, Zonza Editori, marzo 2000, ISBN 978-88-8470-030-8. Chiese di Cagliari Villanova (Cagliari) Riti della Settimana Santa in Sardegna Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Giovanni Sito ufficiale dell'Arciconfraternita della Solitudine, su arciconfraternitasolitudine.beepworld.it.