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San Demetrio (Cesena)

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Sandemetrio esterno
Sandemetrio esterno

San Demetrio è una località all'interno della frazione Acquarola del comune di Cesena. La località raggiungibile percorrendo la via Garampa allontanandosi da Cesena e svoltando a destra per via Cento poco prima di attraversare la frazione Acquarola. L'insediamento è costituito da poche abitazioni lungo via Cento e via San Demetrio e il suo centro storico è la chiesa dedicata al Santo.

Estratto dall'articolo di Wikipedia San Demetrio (Cesena) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

San Demetrio (Cesena)
Via Cento, Unione dei comuni Valle del Savio

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 44.102539 ° E 12.224522 °
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Indirizzo

Chiesa di San Demetrio

Via Cento
47023 Unione dei comuni Valle del Savio, Quartiere Cesuola
Emilia-Romagna, Italia
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Sandemetrio esterno
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Luoghi vicini

Ponte Vecchio (Cesena)
Ponte Vecchio (Cesena)

Il Ponte Vecchio, o Ponte Clemente, è il ponte più antico di Cesena. Attraversa il fiume Savio, in uno dei punti più stretti della città. L'originario tracciato romano della Via Emilia attraversava il fiume Savio con un ponte in legno che si trovava nella stessa zona dove poi venne costruito il Ponte Vecchio. Il ponte romano crollò varie volte ma venne sempre ricostruito fino a quando non venne sostituito da un ponte in pietra, edificato un po' più a valle per volontà di Andrea Malatesta e poi completato sotto Novello. Nel corso del Cinquecento e del Seicento il ponte venne più volte danneggiato dal fiume Savio in piena; nel 1684 avvenne il definitivo crollo, cui fece seguito la costruzione di un nuovo ponte in legno, che però crollò irrimediabilmente nel 1727. Nel 1733, dietro interessamento di papa Clemente XII e sotto la direzione di Domenico Cipriani, si dette inizio alla costruzione di un nuovo ponte in pietra che prese il nome del pontefice, Ponte Clemente, e che aveva forme diverse dalle attuali; purtroppo la costruzione del ponte venne presto interrotta fino al 1766 quando ripresero i lavori, su progetto di Pietro Carlo Borboni approvato da Ferdinando Fuga e Luigi Vanvitelli. Nel 1773 il ponte poteva dirsi completato nelle forme definitive ma solo nel 1779 tutti i lavori poterono dirsi conclusi. L'apertura della nuova circonvallazione, nel 1816, deviò il traffico proveniente da Forlì dal Ponte di San Martino, ora via Canonico Lugaresi. Furono la costruzione del Ponte del Risorgimento nel 1914 e l'apertura di via Cesare Battisti, nel 1921, a cambiare la storia del ponte: "Clemente" divenne "Vecchio", per distinguerlo dal nuovo (Ponte del Risorgimento) e il traffico si spostò sempre di più verso quest'ultimo. Durante la seconda guerra mondiale, quando la città venne liberata dai tedeschi (20 ottobre 1944), questi, in fuga, fecero saltare in aria la parte media del ponte, che però venne poi riedificata. Il ponte è introdotto da due pilastri e in pietra d'Istria per ogni senso di marcia, tutti con data 1773 e recati stemmi e lapidi dedicatorie. Quelli occidentali presentano a destra una lapide a ricordo del cardinale Vittorio Borromeo, legato di Romagna in quell'anno; a sinistra due iscrizioni: una per Pio VI, con stemma pontificio, l'altra per i cardinali Neri Corsini e Pallavicini. I pilastri orientali presentano a sinistra una lapide dedicata a Clemente XIV, pontefice nel 1773, con stemma della città; a sinistra una dedica a Clemente XII, cui il ponte è dedicato. Pierluigi Moressa, Guida storico-artistica di Cesena e del suo comprensorio. Il monte, il ponte, il fonte, Forlì, Foschi, 2008, ISBN 978-88-89325-43-8. Denis Capellini, Guida di Cesena, Città Malatestiana, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001, ISBN 88-8312-175-9. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ponte Vecchio Ponte Vecchio sul sito del Comune di Cesena, su comune.cesena.fc.it. Ponte Vecchio su homolaicus.it, su homolaicus.com. Ponte Vecchio su queen.it, su queen.it.

Porta Fiume
Porta Fiume

Porta Fiume (o porta Franca o porta del Ponte) è una delle porte cittadine di Cesena. La porta era uno degli accessi occidentali, parte della cinta muraria della città, e risale al XII o al XIII secolo; venne ristrutturata nel 1491 e fungeva anche da torre di controllo, l'unica superstite delle due collocate agli estremi del Ponte di San Martino che, fino al 1393, scavalcava il fiume Savio; in quell'anno una frana deviò il corso del fiume. Durante la seconda guerra mondiale venne danneggiata ma fu poi restaurata nel dopoguerra. Tra il XIX e il XX secolo, al fine di attuare un risanamento delle zone degradate della città, vennero compiuti sventramenti nel centro urbano che interessarono parzialmente le antiche strutture difensive ai lati delle diverse porte. Ha una forma rettangolare; attraverso un'apertura ad arco è presente un passaggio pedonale che permette di accedere al Ponte di San Martino risalente al X o all'XI secolo e che terminava originariamente presso una porta successiva andata poi distrutta. Nei lati a nord-est e a sud-ovest è visibile la merlatura ghibellina e, nella parte interna del barbacane, sono visibili i vani a volta con le feritoie. Roberto Casalini, Storia di Cesena. Dalla preistoria all'anno Duemila, Il Ponte Vecchio, 2013, ISBN 8865413344. Antonio Dal Muto, Cesena sparita. Una passeggiata nella Cesena di inizio '800 da Porta Romana a Porta Fiume, EBS Print, 2019, ISBN 8893497549. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Porta Fiume

Chiesa e convento dei frati Minori Osservanti
Chiesa e convento dei frati Minori Osservanti

La chiesa e convento dei Frati Minori Osservanti è un edificio di culto cattolico situato in viale Osservanza a Cesena. Il complesso dei frati minori osservanti, fondato per iniziativa di Malatesta Novello su consiglio della moglie Violante, venne edificato tra il 1459 e il 1464 su progetto del maestro Maso della Val Lugano, già autore del campanile della cattedrale. Nel 1472 la chiesa fu consacrata. Il complesso era circondato da un bosco all'interno di un muro di cinta, del quale resta, a inizio di viale Osservanza, la Celletta di San Onofrio, del 1490 che pio successivamente venne riedificata. Una vasta ricostruzione, operata tra il 1763 e il 1769 da Pietro Carlo Borboni, precedette di poco la completa ricostruzione della chiesa (1791-1794). Il progetto si deve al mantovano Leandro Marconi, anche se i lavori furono seguiti dal posto da Benedetto Barbieri. Lo stesso Marconi curò la decorazioni dell'interno, eccezione fatta per le cappelle laterali, di Venanzio Cavina. L'esterno, di puro geometrismo neoclassico, si caratterizza per la facciata incompiuta. Il portico presenta cappelle che una volta erano semplici arcate: in quella di sinistra si trova una statua con San Francesco e a destra Beato Ruffino tutte e due del Calligari. L'interno presenta un'unica navata con tre cappelle laterali per lato. Originali i finti cassettoni sulla volta e la finta cupola con Padre Eterno che invia l'Arcangelo Gabriele alla Vergine. Le tele conservate sono per la maggior parte opere accademiche di metà '800. Nel settore claustrale del convento si trova una scultura lignea del '400 raffigurante l’Immacolata Concezione. Denis Capellini, Guida di Cesena, Città Malatestiana, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2001, ISBN 88-8312-175-9. Paolo Pisani - Santi, Beati e Venerabili nella provincia di Grosseto Ed. CANTAGALLI Siena (1993) Chiesa e convento dei frati Minori Osservanti, su homolaicus.com.