place

Chiesa dell'Annunciazione (Prato)

Chiese dedicate all'AnnunciazioneChiese di PratoPagine con mappeStub - chiese della provincia di Prato
Annunciazione, prato
Annunciazione, prato

La chiesa dell'Annunciazione si trova in via Benedetto Croce a Prato, nella frazione della Castellina. Costruita nel 1980-1981, su progetto di Luciano Biagiotti del 1972, ha pianta ovale formata da setti ricurvi non continui in cemento armato e vetrate, e copertura a falde convesse rivestite in rame. Un'ala di muro in cemento armato, innalzandosi, forma il campanile. Su di esso sono poste tre campane in Do4 maggiore, fuse da Enrico Capanni di Castelnovo ne' Monti (RE) nel 1980. All'interno ceramiche, una Annunciazione e un crocifisso ligneo di Angelo Biancini e una tavola con Madonna e santi, opera veneta del tardo Cinquecento. Sotto il campanile è stata ricavata la cappella del Santissimo. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa dell'Annunciazione Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa dell'Annunciazione (Prato) (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa dell'Annunciazione (Prato)
Via Francesco Mario Pagano, Prato

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Numero di telefono Sito web Collegamenti esterni Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Chiesa dell'Annunciazione (Prato)Continua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.888194 ° E 11.107949 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Chiesa dell'Annunciazione

Via Francesco Mario Pagano 2
59100 Prato
Toscana, Italia
mapAprire su Google Maps

Numero di telefono

call+39057438449

Sito web
diocesiprato.it

linkVisita il sito web

linkWikiData (Q3668724)
linkOpenStreetMap (315801751)

Annunciazione, prato
Annunciazione, prato
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Lanificio Figli di Michelangelo Calamai
Lanificio Figli di Michelangelo Calamai

Il Lanificio "Figli di Michelangelo Calamai" si trova sul viale Galilei 29-33 a Prato. Il quartiere fuori Porta al Serraglio si formò intorno al 1880, prefigurando lo sviluppo lungo la via Bolognese e il fiume, rafforzato dalla costruzione di importanti insediamenti industriali - il Fabbricone, il Lanificio Mazzini e le due sedi della fabbrica Calamai - che funzionarono da elementi generatori del futuro tessuto urbano. La fabbrica viene edificata a partire dal 1924 e figurava nelle tavole dell'IGM nell'aggiornamento del 1934. Il progetto fu curato dagli ingegneri Poggi e Gaudenzi, come si apprende da più targhe affisse sui muri dei capannoni sulle quali si legge: "Ing.ri Poggi Gaudenzi & C. Società per Costruzioni cementizie, Firenze via de' Martelli 7". La fabbrica, sebbene frazionata, è tuttora in funzione nella zona posteriore (dove si trova un laboratorio di rifinitura di tessuti) mentre la parte anteriore, con l'ingresso monumentale, è adibita a magazzino. Altre minori porzioni di edificio, con accesso dal viale Galilei, sono oggi usate come negozio e show room di automobili. Il complesso fa parte del consistente patrimonio di architettura industriale che caratterizza l'immagine urbana pratese, al cui interno si contraddistingue come raro, se non unico, esempio di caratterizzazione rappresentativa e "monumentale" - seppure limitata alla facciata - di un edificio utilitaristico, aspetti per i quali esso viene citato in vari testi sull'architettura industriale della città di Prato. Questa sua caratteristica viene riconosciuta anche dal vigente strumento urbanistico che differenzia le previsioni d'intervento sul complesso salvaguardandone la facciata, inserita tra le presenze architettoniche sul territorio dotate di valore ambientale o che presentano particolari tipologie meritevoli di conservazione. L'edificio si colloca in una posizione nodale all'interno di una zona a prevalente funzione artigianale e industriale dal punto di vista sia infrastrutturale - per la vicinanza della stazione ferroviaria e della vecchia strada Bolognese - sia ambientale, data la vista sul fiume da un lato, e lo sfondo delle colline, dall'altro, che ne caratterizzano l'intorno visuale. Il complesso occupa una superficie di circa 16.000 m2, distribuita su un lotto pressappoco quadrato. I volumi sono organizzati in due settori compatti che delimitano un cortile centrale, lungo il cui asse mediano sono localizzati gli elementi tipologico-funzionali particolari. Nella facciata principale, sul viale Galilei, si trovano gli uffici, e dove originariamente erano anche alcune abitazioni. Il fronte a due piani è inquadrato da un ordine gigante semplificato, completo di basamento e trabeazione con un risalto centrale aperto da un grande arco d'ingresso a tutt'altezza - chiuso da una cancellata riccamente disegnata - sormontato da un orologio a torrino. Oltre il passaggio voltato, lungo la visuale frontale in rapida successione si trovano una cisterna, una cabina elettrica e una ciminiera, posta oltre l'altro ingresso, sul lato opposto a quello principale. Il tessuto dei padiglioni, coperti a shed, si dispone lungo due assi secondari ortogonali al principale. I blocchi omogenei e "iterativi" dei capannoni scandiscono serialmente lo spazio in volumi regolari e simmetrici. Le maggiori modifiche consistono nella saturazione di una delle due spine di penetrazione secondaria, nell'abbassamento della ciminiera, e nella separazione tramite un muro tra le due zone, oggi appartenenti a differenti proprietari. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lanificio Figli di Michelangelo Calamai su Regione Toscana, Architetture del Novecento, su web.rete.toscana.it.

Stazione di Prato Centrale
Stazione di Prato Centrale

La stazione di Prato Centrale è il principale scalo ferroviario a servizio dell'omonima città; si trova alla confluenza delle linee Bologna-Firenze (DD) e Maria Antonia. La legge per la creazione della linea Direttissima Bologna-Firenze aveva portato alla ribalta pratese l'esigenza della dotazione di un nuovo scalo ferroviario, anche se già dal maggio 1907 al novembre 1910 erano stati eseguiti lavori di ampliamento alla vecchia stazione (l'odierna Porta al Serraglio a pochi passi da piazza del Duomo). Nel gennaio 1915 la direzione delle Ferrovie comunicava al Comune la planimetria della nuova stazione, localizzata in prossimità di via Firenze, mentre dall'ottobre 1916 si cominciava a pensare all'esproprio di fabbricati in piazza San Marco e di terreni fuori Porta Fiorentina per l'eventuale costruzione della strada di allacciamento da piazza delle Carceri al nuovo scalo. La posa della prima pietra della stazione ferroviaria si ebbe il 12 giugno 1921, alla presenza del ministro dei Lavori Pubblici Peano. Il progetto di costruzione, a firma F. Fioretti, assimilava la stazione ad un fortilizio neo-medievale con archi a sesto acuto, bifore, torretta centrale e coronamenti merlati. La realizzazione, conclusa nell'aprile 1934 con una cerimonia inaugurale svoltasi alla presenza del Re e del ministro Di Crollalanza, si rifaceva tuttavia, per quanto riguarda il fabbricato viaggiatori, ad un secondo progetto, inviato dal ministero dei Lavori Pubblici e firmato De Margheriti, giudicato più attuale e quindi preferito al progetto Fioretti preparato per la cerimonia della prima pietra. Il progetto del professor De Margheriti appariva "moderno" unicamente" per il tema delle tre grandi vetrate aperte nel corpo centrale di fabbrica", ma non vi mancavano i consueti richiami storicistici del bugnato, dell'ordine gigante delle paraste, degli archi, dei frontoni, ecc. Una volta scelto il progetto si raccomandò di ornare il settore mediano dell'edificio con un fregio decorativo in modo da interrompere la linearità della cornice di coronamento e di provvedere alla costruzione di pensiline. Tuttavia, a nessuno degli intellettuali locali "passava per la mente di valutare la distanza, in anni-luce, che correva tra il pasticcio stilistico della stazione della Direttissima e l'architettura della costruenda stazione di Firenze". Il risultato fu quindi quello di un voluminoso edificio sorto a rappresentare, per il viaggiatore che scendeva dal treno, "la nuova, sovradimensionata e retorica porta della città". Danneggiato durante la guerra, l'edificio fu ricostruito nel 1947. La stazione di Prato assunse la nuova denominazione di Prato Centrale il 16 giugno 2002. Il complesso della stazione costituisce il fondale della piazza antistante, chiusa ai lati da una cortina omogenea di fabbricati di abitazione che ripetono nel trattamento delle facciate l'alternanza intonaco beige-spechiature in laterizio del fabbricato viaggiatori. Sul davanti la piazza è destinata a parcheggio oltre il quale sono sistemati i giardini pubblici. Si articola in un corpo di fabbrica centrale - il fabbricato viaggiatori - e due ali collegati da due fabbricati intermedi meno sviluppati in altezza, destinati in parte a servizi ed uffici ferroviari ed in parte ad abitazioni. Il fabbricato viaggiatori si sviluppa su tre piani fuori terra ed adotta un retorico linguaggio di marca storicista, coniugando stilemi desunti dal repertorio classicista con elementi legati ad un certo funzionalismo proprio delle "nuove tipologie" di ottocentesca memoria, come le tre grandi vetrate centrali a tutta altezza. Il fronte presenta un ampio settore mediano inquadrato da due avancorpi e concluso da altri due prolungamenti arretrati. Il settore centrale è a sua volta tripartito da due paraste giganti impostate sopra l'alto basamento in finto bugnato del pian terreno. Vi si aprono tre portali d'accesso architravati, chiusi da cancellate in ferro lavorato sovrastati da una pensilina. L'ordine gigante superiore è caratterizzato dalla presenza delle tre alte vetrate concluse ad arco, dotate di infissi metallici decorati. Su ciascuno dei due avancorpi si ripete la zoccolatura a finto bugnato del pian terreno, dove si apre un accesso archivoltato e incorniciato con bozze a punta di diamante, sovrastato da due finestre in successione verticale, di cui quella del primo piano affiancata da mezze colonne e quella superiore incorniciata e coronata da un timpano circolare spezzato. La specchiatura in laterizio a vista compresa tra le paraste e l'incorniciatura della finestra del secondo piano introduce una nota coloristica nel colore chiaro uniforme della muratura intonacata. Tutti i temi di facciata sono raccordati superiormente da un'alta trabeazione il cui cornicione in aggetto sostenuto da mensoloni si modella in corrispondenza dell'asse mediano in un timpano triangolare al centro del quale è racchiuso l'orologio. Una balaustra compatta conclude lo sviluppo verticale del fabbricato. All'interno, dopo uno stretto vestibolo, ci si immette tramite tre vetrate con infissi in legno nel salone biglietteria. A pianta rettangolare, interamente rivestito in travertino, il salone è scandito sui lati lunghi da sei paraste giganti con capitelli ionici e un ordine minore all'interno che inquadra le aperture destinate a sportelli per la biglietteria e a servizi commerciali. Sui capitelli dell'ordine minore si impostano gli arconi superiormente ai quali, sostenuta delle paraste, corre la fascia di trabeazione fortemente modanata, sulla quale poggiano le travi che costituiscono l'orditura del soffitto. La pavimentazione a mosaico disegna dei grandi riquadri di cui quello centrale decorato dal simbolo FS con le date 1934 di costruzione e 1947 di ricostruzione dell'edificio. Il fornice aperto al centro del lato lungo opposto a quello di entrata immette nella galleria archivoltata di collegamento con i binari. Sulla testata di sinistra si collegano invece il secondo passaggio ai binari e l'accesso al bar-buffet. Più nulla è rimasto degli arredi interni originali. La stazione dispone di 7 binari passanti, tutti con banchina, pensilina, sottopassaggi e ascensori. Al primo binario fermano i treni per Pistoia, Lucca e Viareggio. Al secondo binario fermano i treni provenienti da Pistoia, Lucca, Viareggio e diretti a Firenze. Al binario tre fermano i treni per Bologna, Montevarchi e Arezzo. Al quarto i treni per Firenze che provengono da Bologna, mentre il 5 e il 6° sono binari dedicati per la linea direttissima, sia verso Bologna sia verso Firenze. Il 7º binario è dedicato treni che fanno capolinea a Prato centrale da e per Bologna o per precedenze. La stazione dispone anche di un importante scalo merci, collegato all’adiacente Interporto della Toscana Centrale. L'impianto, che registra 4.800 passeggeri al giorno, è servito da treni regionali operati dalle società Trenitalia e Trenitalia Tper nell'ambito dei vari contratti di servizio stipulati con la Regione Toscana e la Regione Emilia-Romagna. È altresì servita da Treni Nazionali a lunga percorrenza (Intercity e Intercity Notte) operati dalla società Trenitalia; la stazione inoltre è da tempo al centro di dibattiti da parte dell’opinione pubblica e gli enti locali a causa della sua esclusione da parte dei collegamenti ad Alta Velocità, situazione dovuta anche a causa del bypass della città da parte di quest’ultimi treni che invece percorrono la nuova linea passante per il Mugello e anche dalla vicinanza agli hub di Firenze S. M. Novella e Bologna Centrale. La stazione è classificata da RFI nella categoria "gold" e dispone di: Biglietteria Bar Servizi igienici Sala di attesa Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 87 (Bologna - Prato). 1915, "La Patria", 10 gennaio 1921, "La Nazione", 14 giugno Rossi G., 1933, La nuova stazione di Prato, "La Nazione" 9 gennaio 1933, "Il lavoro fascista", 14 gennaio Ministero dei Lavori Pubblici (a cura del), 1933, Opere pubbliche 1922-1932, 1934, "La Nazione" 18, 19, 21, 22, 23, 24 aprile 1934, "Il Nuovo Giornale", 23 aprile 1934, "Il Bargello", 11 marzo, 21 aprile, 29 aprile Roselli P., Fantozzi Micali O., Romby G. C., 1985, Fascismo e centri storici in Toscana, Firenze Cresti C., 1988, Immagine e struttura della città al tempo dell'industria, in: Prato, storia di una città, vol. III : Il tempo dell'industria (1815-1943), a cura di G. Mori, Firenze Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Prato Centrale