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Stazione meteorologica di Prato

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La stazione meteorologica di Prato è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio Idrologico Regionale della Toscana relativa alla città di Prato. Attualmente la stazione meteorologica risulta denominata di Prato Università per la sua ubicazione presso il polo universitario della città laniera.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Stazione meteorologica di Prato (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Stazione meteorologica di Prato
Piazza Giovanni Ciardi, Prato

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Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 43.88559 ° E 11.099238 °
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Indirizzo

Polo Universitario Città di Prato (PIN)

Piazza Giovanni Ciardi 25
59100 Prato
Toscana, Italia
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Luoghi vicini

Stazione di Prato Porta al Serraglio
Stazione di Prato Porta al Serraglio

La stazione di Prato Porta al Serraglio è una fermata ferroviaria posta sulla linea ferroviaria Maria Antonia. Per importanza, è la seconda stazione della città di Prato dopo quella di Prato Centrale. Fra le tre stazioni della città è quella più vicina al centro storico, essendo a soli cinque minuti a piedi da piazza del Duomo. Fu inaugurata il 3 febbraio 1848 assieme al tronco Firenze Santa Maria Novella – Prato, primo nucleo della ferrovia Maria Antonia. Operò come stazione di testa fino al 13 luglio 1851, quando fu aperto all'esercizio il tronco per Pistoia. Rimase l'unica stazione della città fino al 1934, quando fu inaugurata la stazione di Prato Centrale, destinata a raccogliere il maggior volume di traffico conseguente all'apertura della Direttissima Bologna-Firenze che si affiancava alla Maria Antonia proprio tra le due città toscane. In tale periodo risulta essere stata soppressa; venne riattivata, come semplice fermata, nel 1948. La stazione è servita da quasi tutti i treni regionali che percorrono la linea, tranne alcuni regionali veloci che percorrono la tratta Firenze-Pistoia e viceversa fermando solo a Prato Centrale e Firenze Rifredi. Il tempo medio di percorrenza per raggiungere la stazione di Firenze Santa Maria Novella è di circa 25 minuti. Biglietteria automatica Sala di attesa Distributore automatico di cibo e bevande Parcheggio al coperto Parcheggio bici al coperto Sottopassaggio Ascensore per disabili Connessione con trasporto pubblico locale Percorso pedonale per il centro storico Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stazione di Prato Porta al Serraglio

Chiesa di Sant'Agostino (Prato)
Chiesa di Sant'Agostino (Prato)

La chiesa di Sant'Agostino di Prato sorge in piazza Sant'Agostino. Gli Agostiniani eressero nel 1271 un oratorio e un piccolo convento; dalla fine del Trecento fino al 1440 venne costruita l'attuale chiesa, dotata di nuovi altari nel XVI e XVII secolo. Passò al clero secolare dopo la soppressione del convento, nel 1810. Dal 1964 l'intero complesso è affidato ai padri Sacramentini. La semplice facciata basilicale della chiesa ha paramento in ciottoli regolarizzato agli spigoli con mattoni e pietra, che si ripete anche sul fianco, dal fondo del quale emerge il robusto campanile con coronamento piramidale. L'interno presenta una pianta basilicale a tre navate con campate su colonne in mattoni, un tempo intonacate e oggi con laterizi lasciati a vista in seguito a un restauro novecentesco. Le colonne hanno capitelli a "foglia d'acqua" (1410 circa). Un "unicum" sono gli archi a pieno centro su colonne che anticipano soluzioni poi diffuse durante il Rinascimento. La navata centrale, più alta e più ampia delle laterali, ha copertura a capriate. le tre cappelle absidali sono del tardo Trecento. Notevoli tele sono conservate negli imponenti altari a edicola: a sinistra una Madonna della Consolazione di Giovan Battista Naldini (completata nel 1591 da Francesco Curradi) e l'intensa Elemosina di san Tommaso (1660) di Lorenzo Lippi; all'opposto sono un'Immacolata dell'Empoli (1630 circa) e una tela avvicinata al Pignoni. Nelle cappelle del transetto sono un Battesimo di sant'Agostino (1603) di Giovanni Bizzelli, a destra, e all'opposto una Madonna col Bambino e santi dell'ambito del Cigoli. Nella chiesa sono inoltre collocati affreschi trecenteschi (recuperati anche dal convento); il presbiterio ha sistemazione curata da Jorio Vivarelli (1984). Dal chiostro cinquecentesco si accede all'Oratorio di San Michele, costruito nel Trecento come sede della Compagnia dei Disciplinati, che conserva ampi resti di una teoria di Santi e profeti affrescati a fine Trecento; anche il contiguo Capitolo ha struttura trecentesca. Durante la Seconda guerra mondiale una bomba centrò l'abside, distruggendo i vari arredi lignei presenti. Nel chiostro interno è presente una copia marmorea del famoso Angelo conturbante di Giulio Monteverde a Staglieno: si tratta di uno dei pochi casi in cui la statua è stata isolata e valorizzata singolarmente. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Agostino Fonte: scheda nel sito della Diocesi di Prato, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012). Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.

Lanificio Figli di Michelangelo Calamai
Lanificio Figli di Michelangelo Calamai

Il Lanificio "Figli di Michelangelo Calamai" si trova sul viale Galilei 29-33 a Prato. Il quartiere fuori Porta al Serraglio si formò intorno al 1880, prefigurando lo sviluppo lungo la via Bolognese e il fiume, rafforzato dalla costruzione di importanti insediamenti industriali - il Fabbricone, il Lanificio Mazzini e le due sedi della fabbrica Calamai - che funzionarono da elementi generatori del futuro tessuto urbano. La fabbrica viene edificata a partire dal 1924 e figurava nelle tavole dell'IGM nell'aggiornamento del 1934. Il progetto fu curato dagli ingegneri Poggi e Gaudenzi, come si apprende da più targhe affisse sui muri dei capannoni sulle quali si legge: "Ing.ri Poggi Gaudenzi & C. Società per Costruzioni cementizie, Firenze via de' Martelli 7". La fabbrica, sebbene frazionata, è tuttora in funzione nella zona posteriore (dove si trova un laboratorio di rifinitura di tessuti) mentre la parte anteriore, con l'ingresso monumentale, è adibita a magazzino. Altre minori porzioni di edificio, con accesso dal viale Galilei, sono oggi usate come negozio e show room di automobili. Il complesso fa parte del consistente patrimonio di architettura industriale che caratterizza l'immagine urbana pratese, al cui interno si contraddistingue come raro, se non unico, esempio di caratterizzazione rappresentativa e "monumentale" - seppure limitata alla facciata - di un edificio utilitaristico, aspetti per i quali esso viene citato in vari testi sull'architettura industriale della città di Prato. Questa sua caratteristica viene riconosciuta anche dal vigente strumento urbanistico che differenzia le previsioni d'intervento sul complesso salvaguardandone la facciata, inserita tra le presenze architettoniche sul territorio dotate di valore ambientale o che presentano particolari tipologie meritevoli di conservazione. L'edificio si colloca in una posizione nodale all'interno di una zona a prevalente funzione artigianale e industriale dal punto di vista sia infrastrutturale - per la vicinanza della stazione ferroviaria e della vecchia strada Bolognese - sia ambientale, data la vista sul fiume da un lato, e lo sfondo delle colline, dall'altro, che ne caratterizzano l'intorno visuale. Il complesso occupa una superficie di circa 16.000 m2, distribuita su un lotto pressappoco quadrato. I volumi sono organizzati in due settori compatti che delimitano un cortile centrale, lungo il cui asse mediano sono localizzati gli elementi tipologico-funzionali particolari. Nella facciata principale, sul viale Galilei, si trovano gli uffici, e dove originariamente erano anche alcune abitazioni. Il fronte a due piani è inquadrato da un ordine gigante semplificato, completo di basamento e trabeazione con un risalto centrale aperto da un grande arco d'ingresso a tutt'altezza - chiuso da una cancellata riccamente disegnata - sormontato da un orologio a torrino. Oltre il passaggio voltato, lungo la visuale frontale in rapida successione si trovano una cisterna, una cabina elettrica e una ciminiera, posta oltre l'altro ingresso, sul lato opposto a quello principale. Il tessuto dei padiglioni, coperti a shed, si dispone lungo due assi secondari ortogonali al principale. I blocchi omogenei e "iterativi" dei capannoni scandiscono serialmente lo spazio in volumi regolari e simmetrici. Le maggiori modifiche consistono nella saturazione di una delle due spine di penetrazione secondaria, nell'abbassamento della ciminiera, e nella separazione tramite un muro tra le due zone, oggi appartenenti a differenti proprietari. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lanificio Figli di Michelangelo Calamai su Regione Toscana, Architetture del Novecento, su web.rete.toscana.it.