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Chiesa di Sant'Anna in Giolica

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Sant'anna in giolica 01
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La chiesa di Sant'Anna in Giolica di Prato sorge lungo la via omonima.

Estratto dall'articolo di Wikipedia Chiesa di Sant'Anna in Giolica (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Chiesa di Sant'Anna in Giolica
Via Vittorino da Feltre, Prato I lecci

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N 43.883006 ° E 11.112947 °
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Indirizzo

Ex convento di Sant'Anna in Giolica

Via Vittorino da Feltre 3, 5
59100 Prato, I lecci
Toscana, Italia
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Sant'anna in giolica 01
Sant'anna in giolica 01
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Luoghi vicini

Stazione di Prato Centrale
Stazione di Prato Centrale

La stazione di Prato Centrale è il principale scalo ferroviario a servizio dell'omonima città; si trova alla confluenza delle linee Bologna-Firenze (DD) e Maria Antonia. La legge per la creazione della linea Direttissima Bologna-Firenze aveva portato alla ribalta pratese l'esigenza della dotazione di un nuovo scalo ferroviario, anche se già dal maggio 1907 al novembre 1910 erano stati eseguiti lavori di ampliamento alla vecchia stazione (l'odierna Porta al Serraglio a pochi passi da piazza del Duomo). Nel gennaio 1915 la direzione delle Ferrovie comunicava al Comune la planimetria della nuova stazione, localizzata in prossimità di via Firenze, mentre dall'ottobre 1916 si cominciava a pensare all'esproprio di fabbricati in piazza San Marco e di terreni fuori Porta Fiorentina per l'eventuale costruzione della strada di allacciamento da piazza delle Carceri al nuovo scalo. La posa della prima pietra della stazione ferroviaria si ebbe il 12 giugno 1921, alla presenza del ministro dei Lavori Pubblici Peano. Il progetto di costruzione, a firma F. Fioretti, assimilava la stazione ad un fortilizio neo-medievale con archi a sesto acuto, bifore, torretta centrale e coronamenti merlati. La realizzazione, conclusa nell'aprile 1934 con una cerimonia inaugurale svoltasi alla presenza del Re e del ministro Di Crollalanza, si rifaceva tuttavia, per quanto riguarda il fabbricato viaggiatori, ad un secondo progetto, inviato dal ministero dei Lavori Pubblici e firmato De Margheriti, giudicato più attuale e quindi preferito al progetto Fioretti preparato per la cerimonia della prima pietra. Il progetto del professor De Margheriti appariva "moderno" unicamente" per il tema delle tre grandi vetrate aperte nel corpo centrale di fabbrica", ma non vi mancavano i consueti richiami storicistici del bugnato, dell'ordine gigante delle paraste, degli archi, dei frontoni, ecc. Una volta scelto il progetto si raccomandò di ornare il settore mediano dell'edificio con un fregio decorativo in modo da interrompere la linearità della cornice di coronamento e di provvedere alla costruzione di pensiline. Tuttavia, a nessuno degli intellettuali locali "passava per la mente di valutare la distanza, in anni-luce, che correva tra il pasticcio stilistico della stazione della Direttissima e l'architettura della costruenda stazione di Firenze". Il risultato fu quindi quello di un voluminoso edificio sorto a rappresentare, per il viaggiatore che scendeva dal treno, "la nuova, sovradimensionata e retorica porta della città". Danneggiato durante la guerra, l'edificio fu ricostruito nel 1947. La stazione di Prato assunse la nuova denominazione di Prato Centrale il 16 giugno 2002. Il complesso della stazione costituisce il fondale della piazza antistante, chiusa ai lati da una cortina omogenea di fabbricati di abitazione che ripetono nel trattamento delle facciate l'alternanza intonaco beige-spechiature in laterizio del fabbricato viaggiatori. Sul davanti la piazza è destinata a parcheggio oltre il quale sono sistemati i giardini pubblici. Si articola in un corpo di fabbrica centrale - il fabbricato viaggiatori - e due ali collegati da due fabbricati intermedi meno sviluppati in altezza, destinati in parte a servizi ed uffici ferroviari ed in parte ad abitazioni. Il fabbricato viaggiatori si sviluppa su tre piani fuori terra ed adotta un retorico linguaggio di marca storicista, coniugando stilemi desunti dal repertorio classicista con elementi legati ad un certo funzionalismo proprio delle "nuove tipologie" di ottocentesca memoria, come le tre grandi vetrate centrali a tutta altezza. Il fronte presenta un ampio settore mediano inquadrato da due avancorpi e concluso da altri due prolungamenti arretrati. Il settore centrale è a sua volta tripartito da due paraste giganti impostate sopra l'alto basamento in finto bugnato del pian terreno. Vi si aprono tre portali d'accesso architravati, chiusi da cancellate in ferro lavorato sovrastati da una pensilina. L'ordine gigante superiore è caratterizzato dalla presenza delle tre alte vetrate concluse ad arco, dotate di infissi metallici decorati. Su ciascuno dei due avancorpi si ripete la zoccolatura a finto bugnato del pian terreno, dove si apre un accesso archivoltato e incorniciato con bozze a punta di diamante, sovrastato da due finestre in successione verticale, di cui quella del primo piano affiancata da mezze colonne e quella superiore incorniciata e coronata da un timpano circolare spezzato. La specchiatura in laterizio a vista compresa tra le paraste e l'incorniciatura della finestra del secondo piano introduce una nota coloristica nel colore chiaro uniforme della muratura intonacata. Tutti i temi di facciata sono raccordati superiormente da un'alta trabeazione il cui cornicione in aggetto sostenuto da mensoloni si modella in corrispondenza dell'asse mediano in un timpano triangolare al centro del quale è racchiuso l'orologio. Una balaustra compatta conclude lo sviluppo verticale del fabbricato. All'interno, dopo uno stretto vestibolo, ci si immette tramite tre vetrate con infissi in legno nel salone biglietteria. A pianta rettangolare, interamente rivestito in travertino, il salone è scandito sui lati lunghi da sei paraste giganti con capitelli ionici e un ordine minore all'interno che inquadra le aperture destinate a sportelli per la biglietteria e a servizi commerciali. Sui capitelli dell'ordine minore si impostano gli arconi superiormente ai quali, sostenuta delle paraste, corre la fascia di trabeazione fortemente modanata, sulla quale poggiano le travi che costituiscono l'orditura del soffitto. La pavimentazione a mosaico disegna dei grandi riquadri di cui quello centrale decorato dal simbolo FS con le date 1934 di costruzione e 1947 di ricostruzione dell'edificio. Il fornice aperto al centro del lato lungo opposto a quello di entrata immette nella galleria archivoltata di collegamento con i binari. Sulla testata di sinistra si collegano invece il secondo passaggio ai binari e l'accesso al bar-buffet. Più nulla è rimasto degli arredi interni originali. La stazione dispone di 7 binari passanti, tutti con banchina, pensilina, sottopassaggi e ascensori. Al primo binario fermano i treni per Pistoia, Lucca e Viareggio. Al secondo binario fermano i treni provenienti da Pistoia, Lucca, Viareggio e diretti a Firenze. Al binario tre fermano i treni per Bologna, Montevarchi e Arezzo. Al quarto i treni per Firenze che provengono da Bologna, mentre il 5 e il 6° sono binari dedicati per la linea direttissima, sia verso Bologna sia verso Firenze. Il 7º binario è dedicato treni che fanno capolinea a Prato centrale da e per Bologna o per precedenze. La stazione dispone anche di un importante scalo merci, collegato all’adiacente Interporto della Toscana Centrale. L'impianto, che registra 4.800 passeggeri al giorno, è servito da treni regionali operati dalle società Trenitalia e Trenitalia Tper nell'ambito dei vari contratti di servizio stipulati con la Regione Toscana e la Regione Emilia-Romagna. È altresì servita da Treni Nazionali a lunga percorrenza (Intercity e Intercity Notte) operati dalla società Trenitalia; la stazione inoltre è da tempo al centro di dibattiti da parte dell’opinione pubblica e gli enti locali a causa della sua esclusione da parte dei collegamenti ad Alta Velocità, situazione dovuta anche a causa del bypass della città da parte di quest’ultimi treni che invece percorrono la nuova linea passante per il Mugello e anche dalla vicinanza agli hub di Firenze S. M. Novella e Bologna Centrale. La stazione è classificata da RFI nella categoria "gold" e dispone di: Biglietteria Bar Servizi igienici Sala di attesa Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 87 (Bologna - Prato). 1915, "La Patria", 10 gennaio 1921, "La Nazione", 14 giugno Rossi G., 1933, La nuova stazione di Prato, "La Nazione" 9 gennaio 1933, "Il lavoro fascista", 14 gennaio Ministero dei Lavori Pubblici (a cura del), 1933, Opere pubbliche 1922-1932, 1934, "La Nazione" 18, 19, 21, 22, 23, 24 aprile 1934, "Il Nuovo Giornale", 23 aprile 1934, "Il Bargello", 11 marzo, 21 aprile, 29 aprile Roselli P., Fantozzi Micali O., Romby G. C., 1985, Fascismo e centri storici in Toscana, Firenze Cresti C., 1988, Immagine e struttura della città al tempo dell'industria, in: Prato, storia di una città, vol. III : Il tempo dell'industria (1815-1943), a cura di G. Mori, Firenze Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla stazione di Prato Centrale

Stadio Lungobisenzio
Stadio Lungobisenzio

Lo stadio comunale Lungobisenzio è uno stadio polisportivo ubicato nella città italiana di Prato. Costruito tra il 1938 e il 1941 e più volte ristrutturato nei decenni successivi, è principalmente adibito alla pratica del calcio: storicamente ospita (fatta salva una parentesi tra il 2017 e il 2022) le gare interne del maggior club cittadino dedito a tale disciplina, il Prato. Ha inoltre accolto alcune partite del club di rugby a 15 I Cavalieri. Inaugurato il 7 settembre 1941 con la disputa di un'amichevole tra Prato e Genoa, lo stadio sorge nei pressi del fiume Bisenzio (da cui poi trasse il nome ufficiale). Originariamente capace di 10.000 posti (suddivisi tra la tribuna centrale sul lato del fiume e una gradinata in legno sul lato opposto), lo stadio mostrava una vocazione marcatamente polisportiva, giacché attorno al campo erboso si sviluppava una pista d'atletica leggera. Oltre al campo da gioco principale, esso disponeva di un campo accessorio (c.d. antistadio) sul lato settentrionale. Pur se gravemente danneggiato dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale (terminata la quale venne ristrutturato), lo stadio pratese mantenne siffatte caratteristiche. Alla metà degli anni 1960 l'impianto iniziò a palesare i propri limiti strutturali, rivelandosi troppo piccolo e poco funzionale ad ospitare le partite del maggior club calcistico cittadino. La dirigenza di quest'ultimo richiese di poter realizzare un nuovo stadio da 30.000 posti e demolire il Lungobisenzio, ma l'amministrazione comunale non concesse il nullaosta. Dovendo comunque far fronte al pubblico sempre più numeroso che assisteva alle partite di calcio, lo stadio dovette comunque essere ampliato, pur se in maniera posticcia: accanto e sotto alla tribuna centrale furono aggiunte due tribune laterali e un parterre in legno, che portarono la capienza totale a 15.000 posti. Di queste, la tribuna sinistra venne dedicata alle tifoserie ospiti. Neppure la crisi che nei decenni successivi investì il Prato (tale da farlo retrocedere dalla Serie B fino al Campionato Interregionale) intaccò l'affluenza allo stadio, che finanche negli anni di militanza del club tra i dilettanti registrò più volte il tutto esaurito. L'arrivo di Andrea Toccafondi alla presidenza del Prato consentì l'avvio dei lavori di ricostruzione del Lungobisenzio. Nel corso degli anni '80 vennero demolite le tribune in legno a lato ferrovia, sostituite da tre nuove gradinate: a nord la "curva ferrovia", al sud la "maratona scoperta" (prive di tettoia) e al centro la "maratona coperta" (dotata di tettoia). Il settore "maratona scoperta" venne riservato ai tifosi ospiti (onde sommarsi alla preesistente tribuna laterale sinistra), mentre la "curva ferrovia" divenne la sede dei tifosi organizzati pratesi. A fronte di tale ammodernamento la capienza venne ridotta a 10.000 posti e conferì allo stadio un aspetto peculiare: mentre le tribune "propriamente dette" si presentavano tutte perfettamente allineate al terreno di gioco, gli spalti a lato ferrovia erano sfalsati e disallineati, con la curva e la "maratona scoperta" inclinate verso gli angoli del campo. A fine anni '90 furono abbattute la tribuna parterre (ubicata al di sotto della tribuna centrale) e la tribuna laterale destra, ormai vetuste e pericolanti per via della loro ultraventennale struttura lignea. Non venne interessata dall'intervento la tribuna laterale sinistra, pur se coeva della destra. Nel 2003 fu implementato un nuovo impianto di videosorveglianza sull'area dello stadio e si provvide a smantellare la pista di atletica (caduta ormai in disuso), nonché ad aprire una nuova entrata agli spalti a beneficio dei tifosi locali. La capienza calò ulteriormente da 10.000 a 5.000 posti. Con l'avvento degli anni 2000 i problemi del Lungobisenzio si acuirono: il Prato dovette spesso ricorrere a deroghe per mantenere l'agibilità dello stadio, le cui strutture (complice la carente manutenzione) s'erano vieppiù fatte obsolescenti, pericolanti e limitate. Nel 2004 la società Valore, interessatasi all'acquisto dell'A.C. Prato, presentò un progetto denominato Prato Plaza Stadium: esso prevedeva l'edificazione di un nuovo stadio da 20.000 posti (con annessi centro commerciale, palestra e piscine) in un'altra zona della città; ciò avrebbe permesso la demolizione del Lungobisenzio, sul cui terreno sarebbero poi sorte palazzine residenziali. Tutto ciò rimase lettera morta e l'impianto pratese continuò ad essere fonte di problemi. Nel febbraio 2012, poco prima dell'inizio della partita Prato-Fidelis Andria, una forte raffica di vento provocò il distacco di un riflettore da una delle torri faro: la lampada cadde però su una parte delle tribune priva di pubblico, senza creare danni a persone o cose. Nello stesso anno la scadenza della deroga d'agibilità al settore ospiti obbligò il Prato a giocare una giornata di campionato ad Agliana. Nell'estate del 2012 il perdurante stato di degrado dello stadio portò il Prato vicino all'estromissione dal campionato di Lega Pro Prima Divisione 2012-2013: l'ipotesi fu scongiurata solo previo consolidamento e messa a norma dell'impianto d'illuminazione. Un primo intervento di ristrutturazione venne intrapreso nell'estate 2014, con la demolizione della vecchia tribuna laterale sinistra, destinata alla tifoseria ospite, e la chiusura al pubblico della Tribuna Maratona scoperta e della Curva Ferrovia. La nuova tribuna ospiti, ricollocata al posto della precedente, venne inaugurata il 7 settembre 2014 in vista della partita Prato-Tuttocuoio, terminata 1-4 per i ponteaegolesi. Contestualmente venne formulato ed approvato il progetto del "nuovo Lungobisenzio", volto a conseguire la totale ristrutturazione dell'arena. L'attuazione del progetto vero e proprio prese il via nel 2015, allorché si provvide a costruire una vera e propria "curva" dietro la porta settentrionale (a beneficio dei tifosi organizzati locali) e a demolire le ormai inagibili Curva Ferrovia e Tribuna Maratona scoperta. La nuova curva, costruita in prefabbricato metallico, venne inaugurata ufficialmente il 16 gennaio 2016 nel match Prato-Pisa terminata 0-1 per i nerazzurri. La capienza venne così transitoriamente attestata a 4.000 posti a sedere. Nel giugno 2017 sono ufficialmente cominciati i lavori di completo restyling e di ristrutturazione dello stadio. Il terreno di gioco viene spostato di 15 m in direzione ovest, onde avvicinarlo alla tribuna centrale Biancalani: la rizollatura viene effettuata ancora in erba naturale, anziché (come inizialmente pianificato) in erba sintetica. Per quanto concerne gli spalti, l'ultimo settore rimasto della Maratona (la tribunetta coperta) e i due settori a latere della tribuna coperta vengono abbattuti: sul lato orientale del campo viene poi implementata un'unica piccola gradinata in acciaio, che viene adibita a settore ospiti. Nessuna modifica interviene invece sulla curva nord. La capienza viene così decrementata sotto i 3.000 posti a sedere, tenendo però pronto un progetto supplementare che, in caso di necessità, consentirebbe di riportarla fino a perlomeno 6.000 unità. I lavori procedono però a rilento: tra i mesi di luglio e agosto 2017 il cantiere viene posto sotto sequestro dalla Procura cittadina su segnalazione dell'azienda sanitaria locale, che aveva ravvisato alcune carenze nella documentazione inerente ai lavori di abbattimento di parte degli spalti. I lavori ripartono solo a dissequestro avvenuto, a fine agosto; il ritardo fa dunque slittare la data di fine cantiere all'anno solare seguente, obbligando il Prato a giocare tutta la stagione 2017-2018 in campo neutro, presso lo stadio Ettore Mannucci di Pontedera. A far saltare la riconsegna dell'impianto intervengono tuttavia le vicissitudini del club cittadino, che nel maggio 2018 retrocede in Serie D e a stretto giro viene messo in vendita (senza esito) dal patròn Toccafondi. Il 3 agosto seguente il municipio, adducendo a motivo proprio la mancata cessione del sodalizio, col quale erano sorti ormai da tempo gravi dissapori, delibera lo sfratto dell'Associazione Calcio Prato dal Lungobisenzio, che il 3 settembre successivo viene forzosamente riacquisito dagli emissari comunali. La decisione viene poi confermata (previo respingimento del ricorso presentato dal club laniero) dal TAR della Toscana e dal Consiglio di Stato; da ultimo il 9 aprile 2019 il locale giudice per le udienze preliminari rigetta le opposizioni dell'A.C. Prato (che aveva anche denunciato per abuso d'ufficio il sindaco in carica Matteo Biffoni) e dispone l'archiviazione del caso. In ragione di ciò lo stadio, rimasto privo di gestore/usufruttario, rimase per mesi in stato di abbandono, per poi essere riaperto in occasione di estemporanei eventi ludico-sportivi patrocinati dal comune di Prato. Cinque anni dopo, a seguito del cambio di proprietà del club e della ricucitura dei rapporti con l'amministrazione, il Prato fa ritorno al Lungobisenzio in occasione della gara di campionato del 30 gennaio 2022 contro il Rimini. La prolungata assenza del calcio giocato dall'impianto ha comportato però la necessità di attuare alcuni interventi manutentivi, in particolare alla tribuna centrale, che in attesa di tornare agibile viene sostituita da una piccola gradinata coperta in tubolare metallico. Concluse tutte le operazioni, il 9 settembre 2022 anche il rettilineo coperto riapre al pubblico. A seguito degli ultimi lavori di ristrutturazione (2017-2018), lo stadio Lungobisenzio presenta una struttura a pianta rettangolare. Gli spalti si suddividono nei seguenti tre settori indipendenti: Tribuna centrale Marcello Biancalani: struttura permanente dotata di copertura, ospita i posti d'onore e le postazioni dedicate a giornalisti e radiotelecronisti. Al suo interno si collocano i locali tecnici principali dell'impianto. Dal 2014 è intitolata alla memoria di un dirigente in forza al Prato dal 1975 al 2013 (anno della sua scomparsa). Tribuna est: costruita opposta alla centrale, ma spostata verso il lato meridionale del rettangolo, assolve la funzione di settore riservato ai tifosi ospiti. La struttura è a impalcatura metallica. Curva Ferrovia Matteo Ventisette: costruita in tubolari metallici lungo il lato corto settentrionale del campo, è priva di copertura. Ospita i gruppi della tifoseria organizzata locale. Dal 2009 è intitolata alla memoria di un ultras pratese scomparso in giovane età a seguito di un malore. I settori dismessi nel 2014 e demoliti entro il 2017 erano invece i seguenti: Curva Ferrovia, Maratona coperta e Maratona scoperta: opposte alla tribuna centrale, erano costruite con una struttura mista in ferro e cemento. Erano destinate ad accogliere rispettivamente le tifoserie organizzate interne, il generico pubblico di casa e (dopo l'abbattimento della tribuna laterale sud) i supporters ospiti. Tribuna laterale sud e Tribuna laterale nord: costruite negli anni '60 con struttura lignea e poi riedificate nei decenni a seguire, era in parte dedicata ai tifosi ospiti. L'8 dicembre 2004, il Lungobisenzio ha ospitato un'amichevole tra le selezioni under-21 di Italia e Germania. Pur se dedicato principalmente al calcio, lo stadio Lungobisenzio ha anche ospitato partite di rugby a 15. La nazionale maggiore italiana vi ha disputato due amichevoli: nel marzo 2005 contro la Francia e nel novembre 2005 contro Tonga. Il club cittadino I Cavalieri (generalmente basato al più piccolo stadio Enrico Chersoni) ha invece utilizzato il Lungobisenzio nel 2011 come stadio di casa per i gironi della Challenge Cup 2011-12. Tra gli eventi non sportivi svoltisi al Lungobisenzio si annoverano i seguenti: 6 luglio 1989: Liberi liberi Tour (Concerto musicale di Vasco Rossi) 3 settembre 1991: Tour Le Nuvole (Concerto musicale di Fabrizio De André) 7 settembre 2007: Tutto Dante (Spettacolo teatrale di Roberto Benigni) Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su stadio Lungobisenzio

Chiesa di Santa Cristina a Pimonte
Chiesa di Santa Cristina a Pimonte

La chiesa di Santa Cristina a Pimonte si trova su una propaggine collinare di Prato lungo la via omonima ed è dedicata a Santa Cristina di Bolsena, mentre "Pimonte" indica la locazione dell'edificio ai piedi della Calvana da cui Piemonte poi contratto in Pimonte. La chiesa fu edificata agli inizi del Duecento o del Trecento presso un'antica torre di avvistamento (l'attuale sacrestia). Tale torre a base quadrata, prospiciente la via Cassia edificata presumibilmente tra i secoli XI e XII, doveva già essere diroccata quando fu edificata la chiesa, ma comunque servì da appoggio per parte della nuova costruzione. La chiesa presenta un pavimento in pietra alberese, con bella abside semicircolare su cui poggia un piccolo campanile a vela con due archetti. All'interno, in controfacciata e sulla parete destra restano affreschi della seconda metà del Trecento, raffiguranti una Pietà, una Madonna con bambino e San Niccolò, mentre nel presbiterio è un pregevole ciborio (1452) della bottega di Bernardo Rossellino. Il ciborio recherebbe lo stemma degli Inghirami secondo alcuni o dei Buonamici secondo altri, alla sua base la scritta Benedetto del M.o Bartolommeo 1452 e sulla porticina dello stesso un intarsio in legno raffigurante un calice con l'ostia. Al centro della navata si trova la tomba di Ginevra degli Albizi, altre sepolture sono presenti nella zona dell'altare e sul piazzale della chiesa. Dal giardino antistante alla chiesa si può ammirare una meridiana dipinta a parete con stilo polare, linee orarie e indicazione degli equinozi sulla linea meridiana, realizzata dal priore Andrea Tofani che ne realizzò molte altre nella zona di Prato tanto che divenne celebre per il gran numero di orioli. Santa Cristina a Pimonte subì dei primi lavori nel 1943, pare che durante tale intervento furono demoliti e ricostruiti il presbiterio e l'altare maggiore, in seguito la chiesetta, parzialmente in rovina, subì un'opera di restauro tra il 1974 e il 1977 a cura del parroco Tommaso Carlesi al fine di riportarla nello stato originario rimuovendo anche alcune aggiunte degli anni quaranta tra le quali una transenna che divideva il presbiterio dalla platea. Athos Mazzoni, Carlo Paoletti, Sentieri dell'appennino pratese - Guida breve, Club Alpino Italiano - Sezione Emilio Bertini, Prato, 1985, Renzo Fantappiè, Il bel Prato, Edizioni del Palazzo, Prato 1984, pp. 399–401 Padre Tommaso Pierfrancesco Carlesi, Storia fantastica quasi vera di Santa Crisina a Pimonte - Scritta, trascritta e illustrata dal suo priore, Prato 1978. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Cristina Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it. Diocesi di Prato: S. Cristina a Pimonte, su diocesiprato.it (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2009).

Sede INAIL (Prato)
Sede INAIL (Prato)

La Sede INAIL di Prato si trova in piazza Europa 3 e rappresenta un'interessante architettura moderna delle città. Venne realizzata nel 1952/4 su progetto dell'architetto Raffaello Fagnoni. L'edificio occupa un intero quadrante della piazza ad emiciclo posta in asse alla stazione ferroviaria cittadina e collegata ad essa dal ponte sul Bisenzio. La configurazione del lotto, a settore di corona circolare, genera un impianto planimetrico articolato risultante dalla sommatoria di più corpi. Il blocco principale di quattro piani fuori terra, presenta un fronte convesso come una quinta prospettica sulla piazza. Alle estremità si prolunga lungo le due vie che convergono alla piazza, assecondando l'andamento del lotto. Sul retro una serie di corpi minori a un piano si innestano a pettine al blocco principale. All'articolazione dei volumi esterni corrisponde internamente una distribuzione di funzioni diverse. l carattere più importante dell’edificio INAIL, che mostra meglio il contrasto con il successivo degrado della cultura architettonica a Prato e non solo, è la capacità di adeguarsi alla struttura urbana, senza impoverirsi, ma anzi traendo dai vincoli urbanistici elementi di qualità e ricchezza compositiva. L’edificio sorge infatti sull’emiciclo di una piazza pianificata, secondo modelli urbanisticamente sorpassati, nel primo dopoguerra per fare da terminale al nuovo ponte della Vittoria; dopo decenni, negli anni’50, il nuovo edificio si adeguò alla sistemazione di stampo ottocentesco, senza rinunciare al suo carattere moderno. Il lotto si configura dunque come un settore di corona circolare, ma l’impianto planimetrico pur assecondando l’andamento dell’isolato, è molto articolato. Il corpo principale presenta sulla piazza un fronte curvo di quattro piani caratterizzato dal rivestimento in laterizio e segnato dalla presenza di lesene in cemento e fasce marcapiano che individuano i telai strutturali e inquadrano le ampie aperture. Ai lati si sviluppano due ali convergenti anch’essi a quattro piani; sul retro (Via Cimabue) completano il complesso edilizio alcuni corpi bassi a copertura piana innestati sul blocco principale a formare piccoli cortili interni. All’articolazione dei volumi corrisponde una varietà di funzioni diverse: infatti oltre agli uffici dell’INAIL sono presenti attività commerciali, uffici e ambulatori medici, abitazioni, attività artigianali. Gli uffici dell'Inail occupano propriamente il blocco centrale con accesso da piazza Europa. Il piano terra ospita attività commerciali di vario genere, uffici e ambulatori medici, i tre piani soprastanti sono destinati a residenza, mentre il piano interrato è adibito ad autorimesse e officine per riparazioni meccaniche. La tessitura continua in laterizio del rivestimento esterno è scandita dalla presenza di lesene e fasce marcapiano che inquadrano la trama delle aperture evidenziate da stipiti e davanzali in travertino. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sede INAIL Scheda su Regione Toscana, Architetture del Novecento, su web.rete.toscana.it.