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Chiesa della Visitazione (Torino, Parella)

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Chiesa Visitazione
Chiesa Visitazione

La Chiesa della Visitazione, conventuale dello scomparso Monastero della Visitazione Santa Maria a Pozzo Strada, è un edificio di culto cattolico nella città di Torino. Si trova in Piazza del Monastero, rientranza di Corso Francia, nel quartiere Parella (nonostante il nome del monastero, il quartiere Pozzo Strada è dall’altro lato del corso). La Visitazione, parrocchia, fa parte dell’Arcidiocesi di Torino. Afferisce alla struttura la Comunità Locale dei Missionari di Nostra Signora di La Salette. Nel 1871, il locale Ordine della Visitazione di Santa Maria (espropriato dalla secentesca Chiesa della Visitazione prima, e dalla Chiesa di Santa Chiara poi) acquistò un terreno sulla strada per la Francia. Ivi cominciò l’edificazione del monastero, che si concluse nel 1904 (anno in cui prese invece il via quella riguardante la chiesa, il cui progetto era del 1887). Durante la Grande guerra, alcuni ambienti del monastero vennero sequestrati per essere riconvertiti a caserma. Il 28 ottobre 1938 i militari se ne andarono, ed il cardinale Maurilio Fossati riconsacrò al culto. Nell’autunno del 1942, chiesa e monastero furono colpiti dai bombardamenti. Lievemente danneggiata la prima, il secondo riportò disastri. Nel 1970 l’Ordine visitandino si trasferì a Moncalieri, il monastero (alienato) venne demolito, e la chiesa fu consegnata all’Opera Torino Chiese. Il 1º novembre 1971, a nome del cardinale Michele Pellegrino, il monsignor Livio Maritano istituì la parrocchia. Nel 1996, un restauro vide l’adeguamento liturgico del presbiterio. L’8 marzo di quell’anno, il vescovo ausiliare monsignor Pier Giorgio Micchiardi benedisse una Via Crucis in terracotta; il 31 maggio, nella festa della Visitazione, il vescovo di Fossano monsignor Natalino Pescarolo benedisse il battistero; per ultimo il 28 ottobre, in occasione del venticinquesimo anniversario parrocchiale, il cardinale Giovanni Saldarini (arcivescovo di Torino) consacrò un nuovo altare. Gli esterni sono in muratura intonacata ocra, decorati con pietra. Un campanile a pianta quadrata e cella campanaria ottagonale si innesta in corrispondenza dell’asse centrale. Il sagrato è delimitato dalle mura della struttura conventuale originaria, di cui è rimasta inoltre la cancellata in ferro battuto. La lunetta è impreziosita da un mosaico variopinto che mostra una Visitazione, la stessa raffigurata sulla tela di uno degli altari. L’interno presenta una pianta centrale a croce greca, e si articola in un corpo centrale ottagonale (la cui volta, a padiglione, è frazionata in otto spicchi), una bussola, 4 bracci a pianta quadrata, due "cappelle" laterali (con volta a botte) ed un presbiterio (con volta a crociera, interrotta dall’arco della cupola) in capocroce. Gli altari, in marmo, risalgono al 1742, poiché progettati da Bernardo Antonio Vittone per la chiesa del Convento di Santa Chiara (precedente casa delle visitandine); traslocati qui dall’edificio religioso in questione sono presenti anche delle tele (tra le quali la succitata) di valore artistico, e un organo sempre del ‘700, in legno dorato. Chiesa parrocchiale Edifici di culto a Torino Luoghi d’interesse a Torino Parrocchie dell’arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Visitazione https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/34099/Torino+%28TO%29+%7C+Chiesa+di+La+Visitazione Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=34099 https://www.museotorino.it/view/s/8cc2a5a541ed451c9d57f71fdc749e30 https://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-enti/territorio-diocesano-1587637780/vicariato-territoriale-distretto-torino-citta-19214/unita-pastorale-n-10-parella-14024/la-visitazione-208/ http://www.parrocchialavisitazione.it/

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Chiesa della Visitazione (Torino, Parella)
Piazza del Monastero, Torino Parella

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10146 Torino, Parella
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Chiesa della Natività di Maria Vergine (Torino)
Chiesa della Natività di Maria Vergine (Torino)

La Chiesa della Natività di Maria Vergine a Pozzo Strada è un edificio di culto cattolico nella città di Torino. Come suggerisce il nome, si trova nel quartiere Pozzo Strada. La sua parrocchia fa parte dell’Arcidiocesi di Torino. La chiesa attuale fu costruita a partire dal 1710/1712 sulle rovine di Santa Maria del Sepolcro (Santum Sepulcrum de Puteo Strata), chiesa risalente alla fine del dodicesimo secolo, distrutta dall’esercito francese durante l’assedio di Torino del 1706, dopo essere stata adibita a polveriera. Nel 1841 vennero eseguiti lavori di restauro. Nel 1915 fu ampliata l’abside, semicircolare. Durante i bombardamenti di Torino (1942/1943), i danni risultarono lievi. Nel 1995 venne operato un adeguamento liturgico. Ad aprile 2023, sotto un tombino del cortile parrocchiale è stato scoperto un pozzo risalente al X secolo , presumibilmente quello che ha dato il nome al quartiere. L’edificio non possiede sagrato, ed è isolato sui lati. Nella parte anteriore destra si trova un campanile a base quadrata con sovrapposti quattro ordini delineati da lesene angolari e cornici marcapiano. L’interno, a pianta longitudinale, si articola in una singola navata dalla volta a botte (lunettata), quattro cappelle laterali, un presbiterio rettangolare e un coro separati per mezzo di un emiciclo colonnato; alla destra del presbiterio c’è la cappella della Consolata, con volta a crociera. Nell’area presbiteriale, la pavimentazione presenta riquadrature in marmo Botticino e rosso di Verona. Incorniciata nell’altare maggiore si trova una tela di Francesco Gonin che raffigura la Natività di Maria. Chiesa parrocchiale Edifici di culto a Torino Luoghi d'interesse a Torino Parrocchie dell'arcidiocesi di Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa della Natività di Maria Vergine a Pozzo Strada Sito ufficiale, su nativitamariavergine.it. Chiesa della Natività di Maria Vergine, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. https://www.museotorino.it/view/s/9a5f04be1349477698b7b2ab9839fc67 https://www.diocesi.torino.it/site/wd-annuario-enti/territorio-diocesano-1587637780/vicariato-territoriale-distretto-torino-citta-19214/unita-pastorale-n-06-pozzo-strada-14020/nativita-di-maria-vergine-227/

Fabbrichetta
Fabbrichetta

Fabbrichetta (Fabrichëtta in piemontese) è una frazione del Comune di Grugliasco, situata all'estremità Nord-Ovest di esso. Confina a Nord con il Comune di Collegno (Frazione Villaggio Leumann), a Sud e ad Ovest con il Comune di Rivoli (Frazione Cascine Vica) e ad Est con la borgata San Giacomo di Grugliasco, assieme alla quale forma la borgata di partecipazione al Palio della Gru. Borgata Fabbrichetta prende il nome dalla presenza di uno jutificio edificato sul finire del '800, la cui struttura architettonica è presente nel tratto Sud di Via Fabbrichetta. Esso veniva chiamata dagli abitanti del luogo La Fabrichëtta ("la piccola fabbrica") per distinguerla dal vicino e più imponente Cotonificio Leumann, chiamato invece Ël Fabricon ("la grande fabbrica"). In quegli anni, tutta l'area Nord-Ovest di Grugliasco venne interessata dalla presenza di industrie più o meno lontane da preesistenti nuclei urbani, grazie alle quali la città uscì da un periodo economicamente buio dovuto alla crisi del settore agricolo e al collasso della manifattura della seta. Le case più antiche presenti sul territorio sono all'incirca dello stesso periodo e si possono trovare in particolar modo nei pressi di Piazza I Maggio e lungo Strada Antica di Rivoli, in forma di palazzine borghesi o rustici. Fino ad un secolo fa, Borgata Fabbrichetta risultava piuttosto isolata dal centro cittadino, ma dalla metà del '900 ha conosciuto una progressiva urbanizzazione, che ha provocato al contrario una continuità totale con le zone confinanti. Jutificio e ciminiera: complesso industriale ottocentesco situato all'estremità Sud di Via Fabbrichetta Monumento ai caduti della Borgata Fabbrichetta: situato sul lato di Parco Gino Marangoni che si affaccia su Piazza Primo Maggio L'edificio rustico più occidentale di Grugliasco: situato in via Damiano Chiesa 31, ad un passo dalla zona industriale di Cascine Vica. Questo rustico è stato realizzato probabilmente verso la metà dell'800. Si presenta con mattoni a vista e finestre verdi e la sua pianta è formata da due maniche che si affacciano su un cortile, utilizzato oggi per scopi industriali. Su due facciate sono presenti due nicchie votive, di cui una sola ospita una statuetta sacra. In via Don Caustico, tra le borgate Fabbrichetta e San Giacomo, sono presenti la scuola dell'infanzia Rosa Luxemburg e la scuola primaria Bruno Ciari, mentre in Piazza Primo Maggio è situata la terza delle tre sedi grugliaschesi di Poste Italiane. Altri servizi della borgata sono rappresentati dal punto con casetta dell'acqua SMAT eD una stazione di Bikesharing, entrambe nel Parco Gino Marangoni, lato Piazza Primo maggio. Il trasporto pubblico è presente con la linea 44 che collega con Torino, Collegno, nel tratto di Via Don Caustico-Piazza Primo Maggio-Via Fabbrichetta. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fabbrichetta

Corso Francia
Corso Francia

Corso Francia è una delle principali arterie di Torino, nonché, grazie a una lunghezza di 11,75 km complessivi, il corso rettilineo più lungo d'Europa. Tuttavia, poiché si ripartisce in tre differenti comuni (Torino, Collegno e Rivoli, seppur senza cambiare nome), il corso più lungo che si sviluppa interamente nella città di Torino è invece corso Regina Margherita, che parte dal Po e si prolunga in direzione ovest. La costruzione del rettilineo fu voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia che, da Chambéry, la ordinò nel 1711. Tra le sue maggiori intersezioni ci sono Corso Ferrucci, Piazza Bernini e Corso Lecce. Il corso, partendo da piazza Statuto, lascia sulla sinistra i quartieri di Cit Turin e Pozzo Strada e passa a fianco alla Villa La Tesoriera e all'Alenia Aeronautica; uscendo dai confini della città di Torino, dopo 5 km, raggiunge prima Collegno e il Villaggio Leumann e successivamente Rivoli, dove incrocia il quartiere di Cascine Vica, sino ad arrivare ai piedi del Castello di Rivoli e terminare in piazza Martiri della Libertà a Rivoli, dove dà inizio a corso Susa. Questi percorre, nella sua integrità, un tracciato quasi perfettamente rettilineo: 4 km prima di Rivoli, ove i Gesuiti anticamente avevano un podere che desideravano preservare, lo stradone subisce una leggera deviazione. Il tracciato di corso Francia prosegue poi verso la Val di Susa con la denominazione strada Statale 25 del Moncenisio. Realizzata per editto regio dal 1711, la cosiddetta "strada di Francia" è quasi parallela alla precedente romana via Cozia o delle Gallie, ancora riconoscibile nell'attuale confine tra i comuni di Collegno e Grugliasco. Allora al centro dell'attività commerciale, questa via, ben lontana dall'essere inglobata nel corpus cittadino, s'immetteva in città dalla Porta di Susa, passando per via Dora Grossa, che oggi è conosciuta sotto il nome di via Garibaldi. Durante l'assedio di Torino del 1706, l'area venne destinata all'accampamento francese, specie nelle zone intorno al Parco della Pellerina, mentre presso la Cittadella di Torino si svolsero molti combattimenti sanguinosi. Nel marzo 1939 la prima parte del corso, da piazza Statuto a piazza Bernini, fu ridenominata corso Gabriele D'Annunzio in onore del poeta; durante la seconda guerra mondiale, a causa dell'entrata in guerra dell'Italia contro il paese transalpino, il resto del corso prese il nome di corso Italia. Con la fine delle ostilità, l'intero corso riassunse il nome originale. Essendo un asse viario di fondamentale importanza per la corte, in quanto collegava in linea retta il centro cittadino, e quindi anche il Palazzo Reale di Torino, con il castello di Rivoli, la strada di Francia divenne naturale palcoscenico dell'espansione torinese e già dalla metà del XVIII secolo sorsero molte ville, appartenenti alla nobiltà cittadina, lungo il vialone, allora lungo 11 km, largo dodici metri e fiancheggiato da olmi. Non sorprende, quindi, la presenza di alcuni storici palazzi come: Villa La Tesoriera, antico edificio in stile piemontese, realizzato a partire dal 1713 Casa Fenoglio-Lafleur, celebre palazzo in tipico stile liberty, all'angolo con via Principi d'Acaja Villino Raby, a poche decine di metri da via Principi d'Acaia, ora sede istituzionale dell'Ordine dei Medici-Chirurghi di Torino Casa della Vittoria, nel quartiere Cit Turin, in stile neo-gotico Di particolare interesse, poi: il Villaggio Leumann, quartiere operaio sorto verso la fine del XIX secolo, esteso su una superficie di 60000 m²: le casette, ideate dall'imprenditore svizzero Napoleone Leumann, sono facilmente visibili da corso Francia, simbolo di un'epoca industriale ormai passata; la Chiesa della Visitazione, in Piazza del Monastero (rientrata), nel quartiere Parella (Torino) L'intera lunghezza di corso Francia fu utilizzata nel 1760 per i calcoli matematici trigonometrici del fisico Giovanni Battista Beccaria in merito a una porzione di meridiano terrestre (il Gradus Taurinensis), eseguiti insieme ad altri punti geografici piemontesi di Andrate e di Mondovì. In ricordo di ciò, nel 1808 fu posto un piccolo obelisco, alto 7,94 metri, tra gli alberi in mezzo a piazza Statuto (anche chiamato "guglia Beccaria"), più uno gemello al fondo di corso Francia, a Rivoli. Al Beccaria fu anche intitolato il piccolo tratto di corso che parte dal giardinetto dell'obelisco di piazza Statuto verso corso Principe Eugenio. In tema di trasporti, corso Francia venne considerato fin dall'inizio di grande importanza, proprio perché in grado di garantire un rapido collegamento con Rivoli. Il 17 settembre 1871 venne inaugurata una ferrovia a vapore a scartamento ridotto, poi ammodernata nella tranvia Torino-Rivoli, che percorreva per la quasi totalità il vialone, partendo dall'incrocio con via Principi d'Acaja per terminare presso il limitare di Rivoli. Nei primi anni, in una prima tratta lunga 148 m che collegava via Principi d'Acaja con piazza Bernini, il tragitto della ferrovia era sotterraneo e quindi percorreva una trincea che conduceva i binari allo stradone, in superficie. La tranvia venne realizzata dal piemontese Giovanni Colli, che per questa realizzazione, per altro anche molto messa in caricatura dalla stampa di allora, venne soprannominato Padron dël vapor (Padrone del vapore). Trasformata in tranvia a scartamento normale nel 1914, fu soppressa nel 1955 e sostituita dalla filovia Torino-Rivoli, attiva fino al 1979. Oggi la metropolitana di Torino, inaugurata nel 2006, corre per lungo tratto sotto l'asse viario di corso Francia; essa sostituisce la linea 1 di tram, attiva dal 1982 all'inizio dei lavori nel 2000 e poi esercitata con autobus. In precedenza altre linee tramviarie percorrevano il corso, come il tram 6 fin dagli anni 1940. Le stazioni della metropolitana in corso Francia sono nove: Principi d'Acaja, Bernini, Racconigi, Rivoli (piazza), Monte Grappa, Pozzo Strada, Massaua, Marche, Paradiso (nel comune di Collegno). È in corso il prolungamento della linea in direzione Rivoli, nel quale sono previste ulteriori tre stazioni: Collegno Centro, Leumann e Cascine Vica. Carlo Merlini, Ambienti e figure di Torino vecchia, Torino, Stamperia Rattero, 1962 Liberty a Torino Pietro Fenoglio Piazza Statuto Villaggio Leumann Collegno Rivoli Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Francia

Platano della Tesoriera
Platano della Tesoriera

Il platano della Tesoriera è un albero monumentale che si trova a Torino nel parco della Villa Tesoriera. L'albero si trova presso l'ingresso del parco della Villa Tesoriera, nel quartiere Parella. Stando ad alcune fonti fu messo a dimora nel 1715, nel corso della costruzione della villa, mentre altri documenti ne retrodatano la nascita al 1797. Questa seconda datazione, secondo l'esperto di alberi monumentali Tiziano Fratus, appare più verosimile se si confronta la crescita dell'esemplare con quella di altri platani messi a dimora in località del Piemonte con climi paragonabili e con anno di impianto noto. L'albero viene soprannominato dagli abitanti del quartiere "il nonno" o anche "l'albero della fortuna". L'albero ha una circonferenza a petto d'uomo di 665 cm. Il suo tronco si ramifica in numerose branche primarie che formano un ampio candelabro, il quale a sua volta sostiene una chioma anch'essa di notevoli dimensioni. È considerato, per larghezza del tronco, l'esemplare di maggiori dimensioni del capoluogo piemontese. La sua altezza è di 28 metri, ed è stato inserito nella lista degli alberi monumentali redatta dalla Regione Piemonte per le sue notevoli dimensioni e per l'età. L'esemplare presenta alcuni problemi strutturali. Nel censimento degli alberi monumentali del Piemonte è identificato dalla scheda n.01/L219/TO/01. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Platano della Tesoriera Video di RaiPlay dedicato al platano: Geo 2021/22 - Il platano di Villa Sartirana, su raiplay.it, RaiPlay, 30/09/2021.

Villa La Tesoriera
Villa La Tesoriera

La Villa La Tesoriera, così nota come abbreviazione di Villa Sartirana detta La Tesoriera, è una settecentesca villa barocca torinese che sorge nel quartiere Parella sito nella Circoscrizione 4. L'ingresso principale della villa è in Corso Francia ed è circondata da un vasto parco aperto al pubblico: il Parco della Tesoriera, anche noto in piemontese come Giardin dël Diav. L'area verde ospita il maggior albero per dimensione della città, un platano con circonferenza del tronco pari a 660 cm, a petto d'uomo; piantato nel corso del XVIII secolo, si tratta altresì del più antico albero di Torino. Il giardino conserva anche una pregevole statua di Vittorio Emanuele II, raffigurato in una scena di vita privata dallo scultore siciliano Ettore Ximenes. La villa è chiamata La Tesoriera poiché fu costruita per il Consigliere di Stato e tesoriere generale dello Stato sabaudo di qua dai Monti, Aymo Ferrero di Cocconato (nato a Racconigi, circa 1663 - morto a Torino, il 25 dicembre 1718) che aveva acquistato nel 1713 i terreni sui quali sorge la costruzione. L'architetto cui venne affidato l'incarico dell'edificazione fu Jacopo Maggi, che s'ispirò allo stile di Guarino Guarini. Il Ferrero, già possessore di modesti diritti di giurisdizionali (ad esempio nel feudo di Cavoretto) aveva acquistato parte del feudo di Cocconato dai fratelli Carlo e Francesco Boetti nel 1697. L'inaugurazione della villa avvenne nel 1715 alla presenza di Vittorio Amedeo II e della corte. Aymo Ferrero morì nel 1718 e complesse vicissitudini finanziarie coinvolsero la seconda moglie ed erede universale, Clara Teresa Gay (in prime nozze Aymo aveva sposato Giovanna Maria Battista Cisaletti, ma da entrambi i matrimoni non aveva avuto discendenti) che fu costretta a vendere la villa, acquistata dal marchese Ghiron Roberto Asinari di San Marzano, il quale la cedette dopo non molti anni all'avvocato Bonaudi. La parabola ascensionale dei Ferrero di Cocconato (che erano ramo di una tra le più antiche e influenti famiglie di Carignano) volgeva al termine (anche il fratello di Aymo, Emanuele Filiberto, tesoriere della Città di Torino e del Monte di San Giovanni Battista ebbe in quel periodo alcune disavventure finanziarie) e la villa stessa visse momenti di parziale decadenza. Così Amedeo Grossi descriveva la villa diversi anni dopo la sua costruzione, nel 1790: «La Tesorera villa, e cascina del signor Avvocato Casimiro Donaudi [è] situata lungo, ed alla destra dello stradone di Rivoli distante un miglio da Torino. Avanti il palazzo èvvi un filare d'olmi a tre ordini con un grande rastello di ferro, che la chiude verso lo stradone; quindi altri tre rastelli frammezzati da tre ben architettati pilastri, che separa il filare dal cortile; il suddetto palazzo è il più bello, che vi sia lungo lo stradone di Rivoli tutto in architettura, con un bel salone, e magnifici appartamenti». Al piano terreno vi erano stanze con volte decorate il cui accesso avveniva attraverso un ingresso a galleria che collegava i due fronti. Il primo piano era occupato dal grande salone d'onore dedicato a Vittorio Amedeo II con quattro sale di contorno. I due piani erano collegati da una doppia scala simmetrica che verrà in seguito demolita e sostituita da uno scalone laterale. Intorno, il paesaggio era costituito da campi, prati, dal braccio della bealera Porta, dalle vicine cascine Rolando, il Marino, Sant'Antonio. Nel corso dell'occupazione francese del Piemonte (1797-1814) la villa conobbe un periodo di decadenza e la cascina fu adibita a caserma dagli occupanti francesi. Nel 1806 venne acquistata da un avvocato, certo Leovigildo Massa, che tuttavia la rivendette nel 1812 ad altro privato. Nel 1825 venne acquistata dall'agente di cambio Agostino Fontana. Nel 1840 il catasto Rabbini non rilevò variazioni planimetriche. Alcuni anni più tardi, nel 1869, l'edificio e la tenuta vennero acquistati dal marchese Ferdinando Arborio Gattinara di Sartirana e Breme, senatore del Regno e famoso entomologo, che apportò numerose modifiche sia alla villa sia al parco: fu costruita la manica est con un nuovo scalone d'accesso al piano superiore e i due piani furono occupati da un museo di ornitologia. La cappella originaria venne adibita ad altri usi e ne fu edificata una nuova nei pressi del rustico, mentre i giardini furono trasformati con disegno di gusto pittorico. Nel 1934 l'edificio fu acquistato da Amedeo di Savoia-Aosta, il quale provvide all'erezione dell'ala ovest su progetto dell'architetto Giovanni Ricci: due piani fuori terra e camere di piccole dimensioni con una scala di collegamento. Nel 1962 la Villa venne venduta alla Compagnia di Gesù, che l'adibì a sede del suo Istituto sociale, sistema di scuole parificate elementari, medie inferiori, licei classico e scientifico in Torino. Acquistata dal Comune di Torino nel 1971, rimase a disposizione dei Gesuiti fino al 1975, quando fu definitivamente lasciata al Comune. Appartiene al Sistema bibliotecario urbano della Città di Torino. Attualmente l'edificio è adibito a biblioteca musicale e a sede rappresentativa comunale. È intitolata al musicologo e critico musicale Andrea Della Corte, del quale conserva la biblioteca e l'archivio personale. Studiosi, studenti e appassionati di musica, in particolare di musica classica, trovano in questa biblioteca ricche collezioni di libretti d'opera, di saggistica musicale, dischi e CD e un'interessante sezione di manoscritti e documenti iconografici. La Biblioteca accoglie inoltre un'ampia documentazione sulla danza e le arti coreutiche, grazie anche alle raccolte già facenti parte del Centro per la danza (documentazione e ricerca) e successivamente integrate nelle sue collezioni. Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, Pratica dell'estimatore compilata dall'architetto Amedeo Grossi con cui si dà un chiaro ragguaglio del valore de' materiali, la quantità d'essi, e fatture che si richiedono per la costruzione d'un edificio si civile, che rustico..., Torino, dalla Stamperia di Giuseppe Davico librajo in Dora grossa, 1790 Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e contorni (con aggiunta dell'indice dei nomi a cura di Elisa Rossi Gribaudi), Torino, Bottega d'Erasmo, 1968 (Ripr. facs. dell'ed.: Torino, 1790-1791) Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, Carta corografica dimostrativa del territorio di Torino, appartenente alla "Guida alle cascine e vigne del territorio di Torino", stampata a Torino nel 1791, Torino, Bottega d'Erasmo, 1968 (Ripr. facs. dell'ed.: Torino, 1790-1791) Antonio Rabbini, Elenco dei nomi dei proprietarii delle cascine, ville e fabbriche designate sulla carta topografica della Città, territorio di Torino e suoi contorni, Torino, Maggi, 1840 Giovanni Ricci, Alcune notizie intorno alla Tesoriera e ai suoi recenti restauri, in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 1941 Giovanni Ricci, Una villa settecentesca alle porte di Torino, in «Atti e rassegna tecnica della Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, nuova serie, anno V, n. 8, agosto 1951». pp. 239-241 Augusto Pedrini, Ville dei secoli XVII e XVIII in Piemonte, Torino, Dagnino, 1965 Elisa Gribaudi Rossi, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Torino, Le bouquiniste, 1970 Torino. Assessorato al Patrimonio e alle Opere Pubbliche. Restauro e riuso del patrimonio edilizio comunale di Torino (1975-1980), Torino, Assessorato al Patrimonio e alle Opere Pubbliche, [198.] (Già pubbl. in: «Atti e rassegna tecnica», 1980, n. 3/4, p. 107-118) Gustavo Mola di Nomaglio, Aymo Ferrero di Cocconato e "la Tesoriera" di Torino, Torino, Centro studi piemontesi, 1985 (Estratto da: «Studi piemontesi», XIV (1985), n. 2, p. 302-314) Chiara Ronchetta, Laura Palmucci (a cura di), Cascine a Torino: la più bella prospettiva d'Europa per l'occhio di un coltivatore, Torino, Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura, 1996 Tiziano Fratus, Vecchi e grandi alberi di Torino. Itinerari per cercatori di alberi secolari, La Stampa/Fusta Editore, Torino, 2013 Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa La Tesoriera Museo Torino, su museotorino.it.

Corso Marche
Corso Marche

Corso Marche è un'arteria della città di Torino, lunga circa 850 m, a due corsie per senso di marcia. Situata nel quartiere occidentale di Parella, si collega, sia tramite sottopasso che con intersezione a raso, con corso Sacco e Vanzetti. Quest'ultimo, insieme a corso Marche, permette una rapida connessione tra i due assi fondamentali del capoluogo piemontese: corso Francia e corso Regina Margherita. Il percorso, da nord verso sud, attraversa per buona parte terreni agricoli o poco urbanizzati per terminare nel cuore della periferia ovest, costeggiando gli stabilimenti torinesi di Alenia Aeronautica e Thales Alenia Space. A nord di strada antica di Collegno assume il nome di Corso Sacco e Vanzetti. Il piano regolatore del 1959 di Torino, firmato da Augusto Cagnardi, lo ha messo al centro della viabilità della zona Ovest, prevedendone il suo utilizzo a livello di "Tangenziale interna della città", con un percorso che raccorderebbe le strade provinciali che escono dalla zona nord, la strada comunale di Pianezza, all'altezza della frazione Savonera del Comune di Collegno, allo snodo di Strada vicinale del Drosso e strada comunale del Portone nella zona sud, già crocevia della borgata Mirafiori e la Palazzina reale di caccia di Stupinigi attorno a cui partono delle strade provinciali verso il Pinerolese. Fino ad oggi, tuttavia, nessun intervento urbanistico è stato operato in tal senso (escludendo il tratto esistente), sebbene le aree interessate dal progetto, soprattutto quelle del quartiere Pozzo Strada, a sud di Corso Francia, abbiano rispettato il piano regolatore e non siano state interessate da costruzioni (se non leggere). Il piano di realizzazione del suddetto corso nella sua completezza è tornato di attualità in questi ultimi anni grazie al progetto d'interconnessione della ferrovia per treni ad alta velocità con Torino. L'idea degli enti locali piemontesi è quella raccordare il tracciato della TAV con l'Interporto di Torino, utilizzando il tracciato esistente fino al Bivio Pronda in prossimità della Borgata Lesna. Da questo punto in poi si creerebbe una "Gronda Merci", al fine di scaricare il tratto interrato della ferrovia, che non è sufficientemente grande per treni ad alta capacità, seguendo il tracciato già ipotizzato del futuro Corso Marche per raccordarsi, tramite un ulteriore tracciato parallelo alla Tangenziale Nord, alla tratta TAV. La progettazione è stata formalmente commissionata dalla Provincia di Torino nel 2005 all'architetto Augusto Cagnardi, che di concerto con l'architetto Vittorio Gregotti ha presentato un progetto di massima il 20 giugno 2007. Tale progetto racchiude le idee di raccordo ferroviario, tangenziale interna, boulevard superficiale, rispettivamente uno al di sopra dell'altro (almeno tra il Bivio Pronda e la Tangenziale Nord, dov'è previsto il tratto ferroviario). Il progetto presentato va al di là dell'originaria idea del 1959, in quanto l'asse di Corso Marche diventa trans-comunale, coinvolgendo i Comuni di Venaria Reale, Collegno, Grugliasco, Beinasco e Nichelino. Si ipotizza infatti il prolungamento di detto corso alla Reggia di Venaria Reale a nord e alla Palazzina di caccia di Stupinigi (frazione di Nichelino) a sud, ridisegnando profondamente la periferia Ovest della città sabauda. Corso Marche, nella presentazione del progetto nell'aprile del 2009, appare come un "Corridoio Plurimodale", sul quale insistono, a diversi livelli, dal basso verso l'alto, due gallerie ferroviarie, due gallerie autostradali (tangenziale interna) e infine un viale alberato in superficie. Il corso intercetta diverse aree, tra cui una in particolare che viene denominata "Capitol", al confine con i comuni di Torino, Collegno e Grugliasco, che rappresenta uno dei poli di sviluppo "in altezza". Il nuovo corridoio pluri-modale dovrebbe quindi essere uno dei punti focali della futura espansione torinese, sia da un punto di vista di visibilità e intercettazione di nuove attività, che di riequilibrio del centro cittadino. Nel marzo 2018 il Comune di Torino ha operato una profonda revisione di questo progetto, riconoscendo le mutate condizioni ambientali e prestando una maggiore attenzione alla salvaguardia del verde pubblico, con una netta riduzione dei volumi residenziali e commerciali. Ad inizio 2023 nessun cantiere specifico è ancora partito né vi sono previsioni certe in merito. Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Marche