place

Corso Regina Margherita

Pagine con argomenti di formatnum non numericiPagine con mappeStrade di Torino
Corso Regina Margherita Torino001
Corso Regina Margherita Torino001

Corso Regina Margherita (anche noto in città semplicemente come Corso Regina) è una delle principali arterie stradali torinesi e costituisce il corso più lungo dell'intera città di ben 8 km insieme a Corso Francia. Intitolato alla regina Margherita di Savoia, prima regina d'Italia, il corso è stato tracciato nel XIX secolo, quando la città di Torino avviava la sua espansione oltre l'antico perimetro delle mura romane, cominciando il periodo dell'espansione industriale, terminato negli anni 1990. Esisteva già un antico viale prima del tracciato ed era chiamato "strada della circonvallazione" e poi Viale San Massimo e di Santa Barbara, a causa del nome di alcune sorgenti d'acqua presenti nella zona di Piazza della Repubblica. Corso Regina Margherita attraversa la città da est ad ovest, separando la zona Nord dal centro storico d'impostazione romana, in particolare delimitando il confine fra il quartiere Aurora (a nord) e il Centro storico della città (a sud). A partire dal lato est, ovvero dal fiume Po, il corso percorre il quartiere Borgo Vanchiglia / Vanchiglietta, lambisce alla sua sinistra i Giardini Reali e le Porte Palatine e, tramite un tunnel inaugurato nel giugno 2000, supera Piazza della Repubblica.Proseguendo in direzione ovest, attraversa il Rondò della Forca (dove fino al XIX secolo si eseguivano pubbliche impiccagioni e dove esiste dal 1961 un monumento dedicato a Giuseppe Cafasso, il cosiddetto "prete degli impiccati"), prosegue nel rione Valdocco e, superato corso Principe Oddone tramite un altro sottopasso, attraversa il quartiere San Donato, per poi costeggiare il lato nord del Parco della Pellerina e terminare il suo sviluppo nell'estremo ovest della città al confine comunale con Collegno. In corso Regina Margherita è ubicata la sede principale dei Vigili del Fuoco, che aveva la storica sede, dal 1883 al 1993, presso Piazza della Repubblica al civico 126; in seguito fu spostata all'altezza del civico 200, mentre negli ultimi anni è stata nuovamente trasferita presso una nuova struttura al civico 330. Il 27 ottobre 2016 il Comune ha intitolato un'area verde ai Vigili del Fuoco, di fronte alla ex-sede, dismessa, del civico 126. Al civico numero 242 aveva sede storica l'azienda dolciaria produttrice delle note Pastiglie Leone; il fabbricato è ora in fase di riconversione abitativa. La ditta di confetti e caramelle "Silvano Venchi & C." nacque nel 1878 in borgo Vanchiglia, ma nel 1905 venne deliberata la costruzione di un nuovo stabilimento in Corso Regina Margherita numero civico 16 (Vanchiglietta), di oltre 12.000 metri quadrati, per circa 500 operai. Un edificio industriale con uffici fu progettato nel 1907 dall'ingegnere Pietro Fenoglio (1865-1927), mentre le sopraelevazioni dei corpi laterali sono successive. Nel 1934 le due più grandi aziende dolciarie torinesi, "Venchi" e "Unica", quest'ultima nata nel 1924, si unirono in un unico marchio, "Venchi & Unica".Nel 1938 l'edificio venne espropriato dall'Esercito per fabbricare calzature e altri oggetti in cuoio.L'opificio militare fu bombardato la notte del 13 luglio 1943 da aerei inglesi con bombe di grosso e grossissimo calibro. A seguito del bombardamento, cinque locali a uso industriale furono completamente distrutti. Il resto, eccetto sei locali rimasti integri, fu gravemente sinistrato con crollo di muri e soffitti. Abbandonato dai militari di guardia tra il 9 e il 10 settembre 1943, in seguito allo sbandamento dell'esercito dopo l'armistizio, il deposito venne invaso dagli abitanti della zona, alla ricerca di vestiario, scarpe, coperte, stoffe, ormai introvabili dopo tre anni di guerra.Intorno a mezzogiorno dell'11 settembre, alcune pattuglie tedesche giunsero improvvisamente, sparando e lanciando granate sulla folla che stava svuotando l'Opificio: sul terreno rimasero nove morti e diciassette feriti. Oggi l'edificio è sede dell'Associazione Nazionale Bersaglieri, della Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia e della Associazione Nazionale Volontari di Guerra. Il corso è percorso da numerose linee di tram della rete urbana di trasporti, il 3, 4, 9, 15, 16 e da altre linee di autobus. L'arteria ospita in grandissima parte del suo tracciato sedi protette poste ai lati della carreggiata centrale, riservate alle motrici tranviarie e inaccessibili a mezzi privati e a tutti i trasporti su gomma, con l'unica eccezione degli incroci e alcuni tratti, dove sono presenti corsie preferenziali. La presenza di queste sedi protette incrementa la competitività del tram rispetto agli automezzi soprattutto in caso di grande affollamento nella carreggiata, aumentata dal fatto che non sono asfaltate (a differenza di corso Giulio Cesare e di corso Luigi Einaudi) non consentendo fisicamente l'accesso ad altri mezzi al di fuori del tram, ottimizzando così la velocità dei convogli e diminuendo il rischio di incidenti. Questa peculiarità tipica del corso è dovuta a un progetto risalente al 1982 come parte di una griglia di metropolitana leggera destinata a coprire le principali arterie cittadine, ma non è poi stata attuata negli altri corsi, se non in minima parte. A partire dal 1884 e fino al 1954 corso Regina Margherita fu percorso dai convogli della tranvia interurbana per Settimo Torinese Tranvia Torino-Settimo Torinese, mentre a partire dal 1927 e fino al 1940 in corso Regina Margherita faceva capolinea la tranvia interurbana per Chivasso e Brusasco. I lavori all'incrocio con corso Principe Oddone sono terminati nel giugno 2016; prima il sottopasso precedente era stato oggetto di lavori connessi al cantiere per il completamento dell'interramento della linea ferroviaria per Milano, in corrispondenza dell'incrocio con il suddetto corso. Il tratto è stato riaperto il 7 dicembre 2011 dopo un anno di lavori, che hanno visto la demolizione della vecchia struttura del 1927 e una nuova impermeabilizzazione del manto stradale. Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99, Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997 Torri Rivella Ponte Regina Margherita (Torino) Vigili del Fuoco Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Regina Margherita

Estratto dall'articolo di Wikipedia Corso Regina Margherita (Licenza: CC BY-SA 3.0, Autori, Immagini).

Corso Regina Margherita
Corso Regina Margherita, Torino Circoscrizione 7

Coordinate geografiche (GPS) Indirizzo Luoghi vicini
placeMostra sulla mappa

Wikipedia: Corso Regina MargheritaContinua a leggere su Wikipedia

Coordinate geografiche (GPS)

Latitudine Longitudine
N 45.074632 ° E 7.689689 °
placeMostra sulla mappa

Indirizzo

Corso Regina Margherita

Corso Regina Margherita
10152 Torino, Circoscrizione 7
Piemonte, Italia
mapAprire su Google Maps

Corso Regina Margherita Torino001
Corso Regina Margherita Torino001
Condividere l'esperienza

Luoghi vicini

Monumento nazionale al Carabiniere
Monumento nazionale al Carabiniere

Il Monumento nazionale al Carabiniere è un'opera eretta nel 1933 nella parte esterna dei giardini del Palazzo Reale di Torino, alla confluenza dei viali I Maggio e dei Partigiani. Fu uno dei tanti monumenti innalzati dopo la prima guerra mondiale per onorare il sacrificio dei caduti. Agli inizi degli anni venti, nessuno dei monumenti presenti a Torino commemorava in particolare la memoria dei carabinieri, specialmente quelli caduti nell'appena terminata prima guerra mondiale. Maria Letizia Bonaparte, vedova di Amedeo d'Aosta, chiese alla presidenza dell'"Istituto nazionale per le biblioteche dei soldati" di rimediare. Questa, con l'aiuto del Comando generale dell'Arma dei Carabinieri, lanciò una sottoscrizione pubblica per raccogliere i fondi occorrenti. Raccolsero più del necessario, e quanto avanzò dopo la realizzazione del monumento fu utilizzato per l'istituzione della "Fondazione del Monumento al Carabiniere" che, fino al suo scioglimento sancito da un decreto del Presidente della Repubblica del 4 dicembre 1979, istituì l'erogazione di quattro premi annuali ai carabinieri meritevoli. Il monumento fu progettato e realizzato nel periodo 1925-1933 dallo scultore torinese Edoardo Rubino, articolandosi in tre grandi strutture: un podio di 25 metri dove sono rappresentati, con altorilievi in bronzo, i compiti principali svolti dai Carabinieri ed alcuni episodi storici (guardia alle Colonie, attività nei terremoti, nelle alluvioni, repressione del brigantaggio, repressione dell'abigeato, difesa della legalità istituzionale con l'episodio della medaglia d'oro Giovanni Battista Scapaccino, la Carica di Pastrengo, la partecipazione alla prima guerra mondiale), una statua in bronzo di un carabiniere; un pilastro in cima, sul quale un imponente gruppo scultoreo, sempre in bronzo, idealizza il giuramento del Corpo. Il monumento fu quindi inaugurato il 22 ottobre 1933, alla presenza del re Vittorio Emanuele III, di numerose autorità e personalità civili e militari e folte rappresentanze di associazioni combattentistiche e d'arma. L'Associazione nazionale carabinieri, per la circostanza, organizzò a Torino un raduno nazionale. Il 12 agosto 1943, durante un bombardamento aereo, il monumento subì gravi danni. Finita la seconda guerra mondiale, i danni furono ben presto riparati, sotto la direzione dello stesso e ormai anziano Rubino, Lo Statuto Albertino ed il Fascio Littorio oggetto del giuramento furono sostituiti dalla Costituzione della Repubblica Italiana ed il 15 settembre 1948, alla presenza del presidente Luigi Einaudi, si ebbe una nuova inaugurazione. Sul retro del monumento sono elencati con disposizione cronologica i nomi dei Carabinieri insigniti di medaglia d'oro. Il monumento, e in particolare la statua in bronzo del Carabiniere (innumerevoli volte replicata in piccolo), sono raffigurati sulla copertina del calendario storico dell'Arma dei Carabinieri dell'anno 2013. Luoghi d'interesse a Torino Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monumento Nazionale al Carabiniere (url non funzionante) articolo sulla storia del monumento, su assocarabinieri.it. URL consultato il 13 gennaio 2006 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).

Sindone di Torino

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli di un condannato alla crocefissione e descritti nella passione di Gesù. Molte persone identificano la vittima di tali torture con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il suo corpo nel sepolcro. Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e che se specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d'India. Anticamente il termine "sindone" era generico e non collegato alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù. Nel 1988, l'esame del carbonio-14 sulla Sindone, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390, periodo corrispondente all'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Tale datazione è messa in discussione da alcuni studiosi, in particolare per le contaminazioni subite dalla Sindone nei secoli (una fra tutte l'incendio che l'ha parzialmente danneggiata). Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 (quest'ultima soltanto televisiva), dal 19 aprile al 24 giugno 2015 e l'11 aprile 2020 (anche quest'ultima solo televisiva, in occasione del sabato santo occorso durante la pandemia di COVID-19).